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20 È SEMPRE IN TESTA FRA GLI
ACCESSORI: IL CAPPELLO. IT’S ALWAYS AHEAD AMONG THE ACCESSORIES: THE HAT.
Se per le donne è un segno distintivo, di sicuro per gli uomini significa essere dandy! Ma per entrambi, è questione di stile. If for women is a distinctive sign, for men it means to be dandy! But for both it’s a question of style.
29 Eco-chic: il guardaroba si rinnova barattando! Eco-chic: a new wardrobe through swapping! 32 Quando la moda parla tedesco When fashion speaks German 36 Tre stili per l’uomo invernale 2010/2011 Three moods for the winter men 2010/2011 44 Un viaggio negli ingranaggi del fitness A trip into the mechanisms of Fitness 52 PROMO ITALIA TECNOLOGIA E SCIENZA AL SERVIZIO DELLA BELLEZZA TECHNOLOGY AND SCIENCE AT THE SERVICE OF BEAUTY INTERVIEW WITH PROMO ITALIA
from all over the world
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Vendesi la Casa del Presidente degli Stati Uniti The house of the President of the United States on sale
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61 Amorex la pillola contro il mal d’amore Amorex the pill against lovesickness
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PROFUMO DI DNA DNA scent interview
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Quando la rinascita economica passa al di là degli Urali: Intervista esclusiva al Presidente della MESI, Vladimir Tikhomirov THE ECONOMIC RENAISSANCE IN THE URALS’: AN EXCLUSIVE INTERVIEW WITH THE PRESIDENT OF MESI, VLADIMIR TIKHOMIROV
Nasce il felice sodalizio tra le Università MESI (Moscow State University of Economics, Statistics and Informatics) e la SUN (Seconda Università degli Studi), a marcare l’inizio di una lunga e proficua serie di progetti, nel segno dello sviluppo imprenditoriale delle due nazioni.
The MESI University (Moscow State University of Economics, Statistics and Informatics) and the SUN (Second University of Naples) have signed an agreement for a long and productive series of project encouraging the entrepreneurial growth of the two countries.
economy & management
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Il marchio FIAT FIAT LOGO
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QUATTRO SCHERZI SULLA BELLEZZA RECITATI NEL TEATRO DELL’ECONOMIA Four jokes about beauty played in the theatre of economics
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Quando l’e-commerce ti fa grande When e-commerce makes you successful
wonderful world
100 DA SAN VALENTINO A CARNEVALE: UN MIX DI ROMANTICISMO E ALLEGRIA FROM VALENTINE’S DAY TO CARNIVAL: A MIX OF ROMANTICISM AND HAPPINESS fashion food
110 DON ALFONSO 1890 high tech
design
87 Dal Delle Alpi al Juventus Arena From the Alps to Juventus Arena
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TV ECOLOGICA? Ecological TV?
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Il codice genetico in una pen drive? La nuova frontiera per un elisir di lunga vita. The genetic code in a pen drive? The new frontier for an elixir of life.
TUPPER HOME LA RISPOSTA SPAGNOLA ALLA CRISI IMMOBILIARE THE SPANISH RESPONSE TO THE REAL ESTATE CRISIS art
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Scatti d’Autore Artistic Photos Il libro secondo Lorenzo Perrone The book according Lorenzo Perrone
charity
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HErorat
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IL DISASTRO DI HAITI HAITI’S DISASTER
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EM/ME Economia Moda Marketing Entertainment rivista bimestrale numero tre febbraio 2010 Direttore Responsabile Chiara Nespoli chiara.nespoli@gruppoichnos.it Capo sezione - Meraviglie dal mondo Assia Gilardi Capo sezione - Moda Maria Teresa D’Agostino Redazione Agnese Amoruso Mariano Bonavolontà Vincenzo Coppola Maria Teresa D’Agostino Massimiliano Della Paolera Paola Del Prete Giovanna Iannone Filippo Laezza Maria Pina Mangiri Teresa Petrellese Ivan Picari Gilda Ruzzi Maria Rita Tucci Valeria Vittozzi Segreteria di redazione Valeria Vittozzi telefono +39 081 25845 emme@emmemag.it Contributi speciali Carlo Carmelingo Vincenzo D’Antonio Phyllis De Stavola Maurizio Vitiello Professional translator Viviana Padovano vpadovano@hotmail.com Progetto grafico iknstudio www.iknstudio.com
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Direzione Creativa Igor Grassi emme@iknstudio.com Ufficio grafico Nico Vece Mino Sebastiano Camillo Lo Sasso Stampatore Grafiche Lucarelli Via XXV Aprile, 4 83031 Ariano Irpino /Av grafichelucarelli.it
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International editorial board Dr Mohamed Al-Sawan (Ali Sons Co., Emirati Arabi Uniti) Prof. Thomas Andersson (Jönköping University, Sweden) Prof. Elias Carayannis (George Washington University, USA) Prof. Martin Curley (Intel Corporation, National University of Ireland, Eire) Prof. Marcello Curzio (Scuola di Giornalismo, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”) Prof. Luigi Del Giudice (IGB-ABT, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli) Prof. Davide Dell’Anno (Facoltà Studi Politici e per l’Alta Formazione “Jean Monnet”, Seconda Università di Napoli) Mr John Edmondson (Ip Publishing, London, UK) Dr Nicola Farronato (YEAM Group Berlin, Young European Avantgarde Minds, Germany) Prof. Piero Formica (International Entrepreneurship Academy, Jönköping University, Sweden) Prof. Jan Grundling (Centre for Entrepreneurship, Tshwane University of Technology, South Africa) Dr Michelangelo Iossa (Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”) Prof. Paul Magelli (Kauffmann Foundation, USA) Prof. Vincenzo Maggioni (Facoltà di Economia, Seconda Università degli Studi di Napoli) Prof. Mathew Manimala (Indian Institute of Management, Bangalore, India) Prof. Pauric Mc Gowan (Northern Ireland Centre for Entrepreneurship, UK) Prof. Jens Mueller (Waikato Management School, Hamilton, New Zealand) Prof. Michel Polski (Graduate School of Business Grenoble, Group ESC, France) Prof. Ludovico Solima (Facoltà di Economia, Seconda Università degli Studi di Napoli)
Dr Lizl Steynberg (Tshwane University of Technology, South Africa) Prof. Robert Valli (Cambridge University, UK) Prof. Peter Van der Sijde (VU University, Amsterdam, The Netherlands) Prof. Urmas Varblane (Tartu University, Estonia) Prof. Ortensio Zecchino (Biogem) Crediti fotografici. L’editore dichiara di aver ricercato con ogni mezzo, ma invano, i titolari dei diritti fotografici delle immagini sprovviste di crediti e figuranti nella presente edizione, senza riuscire a reperirli. Si dichiara naturalmente disponibile all’assolvimento, nei termini previsti dalla legge, dei suddetti diritti qualora i destinatari e legittimi proprietari dovessero farne esplicita richiesta alla redazione. ISSN 2037-0237 Registro Periodici Tribunale di Ariano Irpino N° 4/09
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Tibaldi proudly introduces the extraordinary Mulsanne limited edition pen to celebrate Bentley Motors’ all-new flagship. Fashioned from precious metals, including versions in sterling silver and 18K rose gold, the Tibaldi for Bentley Mulsanne is unmistakably an adjunct to a car handcrafted from the finest materials. Limited to 90 fountain pens and 90 roller balls per finish in the sterling silver version and 9 fountain pens and 9 roller balls per finish in the solid 18K rose gold version, to represent Bentley’s 90th anniversary. There are three finishes with their caps and barrels accented in one of the three woods found in the cars themselves: Dark Stained Vavona, Burr Oak and Burr Walnut.
For information visit www.tibaldi.it “Tibaldi” is a registered trade mark owned by Elmo & Montegrappa S.p.A. “Bentley” and the “B in wings” device are registered trade marks. © 2010 Bentley Motors Limited. EM/
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chiara nespoli Per tutti gli sdolcinati, inguaribili, romantici sognatori, febbraio non è un mese come gli altri...
illustrazione di Camillo Lo Sasso
In barba a chi sostiene che San Valentino sia solo il protettore della Perugina, c’è chi attende, davvero, l’arrivo del 14 per offrire una prova d’amore alla persona cara, per dare risalto al sentimento da tutti osannato e ricercato. Il tema è vastissimo, se ne cerca una definizione sin dall’alba dei tempi, ma non è univoca la visione. Forse perché l’amore non si spiega, perché va oltre qualunque definizione plausibile, forse perché non ne esiste una sola, inequivocabile forma. Il poeta Pablo Neruda suggerisce che l’amore è un dono ed è, difatti, sulla metafora del dono che dovrebbe fondarsi l’interpretazione reale di questo sentimento che, dalla forza travolgente guida le azioni degli individui. Per Friederich Nietzsche ciò che si fa per amore lo si fa sempre al di là del bene e del male, forse proprio perché è la reale natura stessa di tale sentimento a porsi in una posizione suprema rispetto a qualunque altro pensiero e necessità. Non si vuol discutere dell’amore inteso come legame tra amanti, ma di quello profuso nella sua forma più pura come quello che si prova tra fratelli, che si sente per genitori o figli, che si nutre per amici, per tutti coloro che portano colore e sorrisi nelle nostre giornate, per le persone che apportano entusiasmo nelle nostre vite. D’altro canto l’etimologia della parola
entusiasmo possiamo attribuirla al greco enthus o en-theos, cioè avere Dio dentro, ed è di amore, gioia ed entusiasmo che le vite di ognuno dovrebbero sempre traboccare, … e se è utile una “festa consumistica” per ricordarcelo, allora ben venga!! L’amore non è pretendere, ma dare; è dimenticarsi, ma non dimenticare, è vivere fuori di sé, pur rimanendo in sé; è riservarsi le spine e offrire le rose. L’amore chiede tutto ed ha il diritto di farlo. Ludwig van Beethoven For all sweet, incurable and romantic dreamers, February is not an ordinary month… In spite of those who say that Valentine’s Day is only Perugina’s protector, there are those who truly wait for February 14th to offer a love proof to their partner and outline a feeling desired and praised by many. The topici is vast. There has been a long search for its definition, but its vision is not unilateral. Maybe because love cannot be explained, because it goes beyond any possible definitions and maybe because there is not one, unequivocal shape. The poet Pablo Neruda suggests that love is a gift and it is on this metaphor that its interpretation should find the basis of this passionate feeling able to lead people’s actions. According to Friederich Nietzsche, what you do in the name of love is always done beyond good or bad, maybe because the real nature of this feeling is that of being in a superior position with respect to any other
concern or need. We don’t want to talk about love a s a relationship between lovers but of as the mere feeling among brothers, the one felt for parents or sons, for friends or for all who bring colours and smiles in our days, for the people who bring enthusiasm in our lives. On the other hand, the origin of the word enthusiasm derive from the Greek enthus or en-theos, that means God inside. And our lives should be filled with love, joy and enthusiasm…and if such a “consumeristic festivity” serves this purpose, well done! Love is not to demand but to give; it is to forget but not to omit, it is to live outside oneself being oneself; it is to preserve thorns and to offer roses. Love asks for everything and it has the right to do it. Ludwig van Beethoven
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È SEMPRE IN TESTA FRA GLI ACCESSORI: IL CAPPELLO. IL LUSSO CONTEMPORANEO DELLA TRADIZIONE E LA STRAVAGANZA DEI CRAZY HATS: DA BORSALINO A BEHIDA DOLIC, DA FEDERICA MORETTI AD ELIZABETH PARKER Teresa Petrellese
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“Il cappello esiste perché esiste la necessità di preservare, anche solo simbolicamente, la parte più nobile dell’uomo, la testa e quindi il pensiero” (Colonetti, Sassi, Sigiani, Cosa ti sei messo in testa, Mazzotta, Milano, 1991, p. 14)
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e per le donne è un “segno distintivo”, di sicuro per gli uomini significa“essere dandy”! Ma per entrambi, è questione di stile. “Tanto di cappello” allora a chi, per eleganza o stravaganza ne indossa uno. Di diversa forma, colore o tessuto, il cappello ha sempre coperto i capi di tante generazioni. Borsalino, storica azienda italiana, da centocinquant’anni continua a farlo con il modello più famoso al mondo, Il Borsalino. Ma per la generazione del XXI secolo, chic ed al tempo stesso pratica, produce, in collaborazione con Italia Independent, il nuovo marchio di “progetti lightstyle”, >
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Panama Borsalino Extrafine, capolavoro artigianale raro e prezioso. Extra fine Panama Borsalino, precious and rare masterpiece of arts and crafts.
creati dall’intraprendente Lapo Elkann, la nuova versione dell’intramontabile modello, in tessuto tecnologicamente avanzato e con la straordinaria caratteristica di essere arrotolabile fino ad entrare nella tasca della giacca. Ed è sempre il pregiato tessuto a tener testa nelle lussuose collezioni della maison. Il Panama Borsalino Montecristi Extrafine rappresenterà, per gli “amanti del ‘900”, l’oggetto del desiderio: saranno prodotti solo mille esemplari su esplicita richiesta. Da un capolavoro artigianale, raro e prezioso, realizzato in fili di Toquilla, la paglia naturale dell’Ecuador, ad un Uomo Borsalino Chic-Symbol. Un rilancio vero e proprio del cappello dunque, se si ammirano le creazioni artigianali di Behida Dolic. Giovane ed affermata designer bosniaca, che fra le pareti del suo importante studio di San Francisco, reinterpreta il passato, guardando agli anni ’20. Ricorda i film muti ed i gioielli vintage
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per unire il semplice al moderno. E’ una donna di classe, romantica, forte, chi sceglie di indossare con stile un cappello Behida Dolic. Diversi i modelli, le forme, i colori che possono essere ammirati ed acquistati ad una massimo di quattrocento dollari, sull’on line shop: www.etsy.com/shop/yellowfield7. Ogni cappello è un capolavoro. Come quelli realizzati da Federica Moretti, designer di spicco dello Studio Morinn di Milano, nota per le sue creazioni di cappelli, semplici ed essenziali, ma preziosi grazie all’intreccio fatto a mano e raffinati nell’abbinamento del nastro. Sei copricapo della collezione Spring-Summer 2010, nascono dall’ispirazione del momento. In quel mix di immagini e ricordi sboccia l’idea di una donna elegante, sofisticata e mai banale, che prende forma proprio come un’opera d’arte. Il marchio Federica Moretti, copre il capo anche all’uomo ecologicamente raffinato:
tre modelli realizzati in carta riciclata, leggeri e stropicciabili. Centocinquanta euro i modelli maschili ed un massimo di duecentoventi euro quelli femminili. Le prossime collezioni saranno presenti presso gli store di Cagliari, Riccione, New York e Messico (www.federicamorettihandmade. com) . È da mani ingegnose e mente creativa, che la fantasia si mescola alla realtà, creando cappelli unici nel loro genere. Forme inusuali e fiori sbocciati, piume e borchie verniciate caratterizzano l’eccentrica collezione di Elizabeth Parker, designer inglese dei Crazy Hats. Pagando dagli ottocento a millecinquecento dollari, è possibile “indossare la stravaganza”, ed esprimere uno stile inconfondibile ed originale (www.lizparker.co.uk). Sarebbe proprio l’acquisto giusto se si è invitate a prender parte all’Ascott Royal di Londra, >
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“The hat exists because it exists the necessity of preserving even only symbolically the more noble part of a man, the head thus the thought” (Colonetti, Sassi, Sigiani, Cosa ti sei messo in testa, Mazzotta, Milano, 1991, p. 14)
la corsa di cavalli più famosa del Regno Unito. Un prestigioso e tradizionale evento annuale a cui partecipa tutta l’alta società. In particolare le donne, fanno a gara per chi sfoggia il cappello più pazzo che esista. Peccato che Elizabeth Alexandra Mary, sia quasi sempre la favorita! Ma essendo proprio il nome completo della Regina d’Inghilterra Elisabetta II… Chapeaux Reine!
IT’S ALWAYS AHEAD AMONG THE ACCESSORIES: THE HAT. THE CONTEMPORARY LUXURY OF CRAZY HATS’ TRADITION AND EXTRAVAGANCE. FROM BORSALINO TO BEHIDA DOLIC, FROM FEDERICA MORETTI TO ELIZABETH PARKER
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f for women is a distinctive sign, for men it means to be dandy! But for both it’s a question of style. Hats off to those who, for elegance or extravagan-
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ce, wears one. Of different shape, colour or material, the hat has always covered heads of many generations. Borsalino, historic Italian brand, has been doing this for 150 years with the most popular model of all, Borsalino. But for the XXI century generation, chic and at the same time pragmatic, it produces, in collaboration with Italia Independent, the new brand “projects lightstyle”, created by the pro-active Lapo Elkann, the new version of the evergreen model, in an advanced technological material and with the extraordinary characteristic of being foldable till the size of a pocket. And it’s always the precious material to stand up to the luxurious collections of the brand. The Panama Borsalino Montecristi Extrafine will represent, for the “fans of 1900”, the object of desire: only one thousand samples will be produced upon request. From a rare, precious and artisan’s work, realized in Toquilla’s threads, the natural straw in Ecuador for a Chic-Symbol Borsalino Man. A new era for the hat also if you admire the handicrafts creations by Behida Dolic. A young and popular Bosnian designer who – in her studio in San Francisco, reinterprets the past looking back at the 20’. It’s like reminding mute movies and vintage jewellery and combining the
Meravigliosa creazione Behida Dolic. Cappello interamente fatto a mano, curato con eleganza in ogni minimo dettaglio. Disponibile in varie forme e colori. Prezzo massimo 400$ Marvelous Behia Dohli creation. Wholly handmade hat with an elegant care for details. Available in several kinds and colors, max price 400$
simple elements with the modern ones. The woman who chooses to wear a Behida Dolic’s hat has class, is romantic but strong. Of different models, shapes and colours, these hats can be bought at a maximum price of four hundred dollars on the on-line shop: www.etsy.com/shop/yellowfield7 Each hat is a masterpiece. Like the ones made by Federica Moretti, top designer of Studio Morinn in Milan and known for her creations of simple, essential but precious hats thanks to the handmade waiving and the elegant ribbon. Six hats of the SpringSummer 2010 collection have been created by the inspiration of the moment. In a mix of images and memories, the idea of an elegant, sophisticated and never banal woman arises. It gets shaped just like an artwork. Federica Moretti’s brand covers the head of the ecologically elegant man: three very light and crumpled models made of recycled paper. One hundred and fifty euro the price for the male models and a maximum of two hundred and twenty euro the female ones. Next collections will be present in the stores in Cagliari, Riccione, New York and Messico. Thanks to creative hands and mind imagination mingles with reality and generates >
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unique hats. Unusual shapes, bloomed flowers , feathers and varnished studs characterize Elizabeth Parker’s eccentric collection, the Crazy Hats designer. By paying 800 or 1.500 dollars, it is possible to “wear extravagance”, and be the expression of an original and unique style (www.lizparker.co.uk. ). This would be the right purchase if invited at the Ascott Royal in London, the most popular horse race in the United Kingdom. A prestigious and traditional annual event populated by the high society. In particular, women compete in showing off the craziest hat ever done. Too bad that Elizabeth Alexandra Mary is almost
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always the favourite! But being her complete name Queen Elizabeth II… Hats off Queen! // Piccolo cappello fiore di pesca di feltro ricoperto da centinaia di gemelli di madreperla e borchie con smalto rosso e taschino. Prezzo £1500.
Small peachbloom felt top hat covered in hundreds of antique mother of pearl buttons cufflinks and studs with a red enameled and gold victorian ladies pocket watch that works. silk trimmed and hand blocked and stitched. Price £1500
Piccolo cappello fiore di pesca ricoperto da fine tweed e piume. Ornato e cucito a mano in seta. Prezzo £800. Tutti i cappelli sono creati secondo la tradizione artigianale della cucitura e dell’ornamento a vapore a mano.
Small peach bloom felt top hat covered in tiny tweed covered feathers. Trimmed in silk hand blocked and stitched. Price £800. All hats made in traditional way of hand steam block trim and stitch.
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Eco-chic: a new wardrobe through swapping!
Eco-chic: il guardaroba si rinnova barattando! Shopping a costo zero: il sogno di tutte le fashion victims oggi è realtà! Simona Di Carlo In tempi di recessione economica si risparmia e dunque anche nella moda si ricicla, all’insegna della sostenibilità, ma con un tocco di ricercatezza. L’ultima tendenza, partita da Manhattan, è infatti lo swap (in inglese, baratto). Si barattano pezzi del proprio guardaroba con quelli altrui: il tutto senza intaccare il conto in banca. Ed ecco quindi sorgere ovunque veri e propri negozi no-cost, dove comprare oggetti di alta qualità senza spendere nulla. L’Atelier del Riciclo (www.atelierdelriciclo.it) a Milano e Barattiamo? (www.barattiamo.org) a Roma sono i primi nati che, ispirati da una filosofia del consumo etico e consapevole, invitano ad una svolta nel modo di fare acquisti. Con formule di abbonamento mensili, trimestrali e annuali consentono di swappare un numero illimitato di capi per un numero illimitato di volte sino alla scadenza dell’abbonamento stesso. Cosa si può barattare? Abiti, accessori moda, bijoux, oggetti di design. Per ogni oggetto scambiato è possibile portarne a casa un altro di pari valore. La qualità è l’unica condizione per lo scambio. I vestiti devono essere di buona fattura, non devono essere danneggiati né fuori moda. La filosofia dello swapping è infatti di riciclare gli sprechi e non gli scarti. L’abito, la cintura, l’accessorio moda perfetto per il baratto è datato, ma con stile. Ma la tendenza sbarca anche nei locali più trendy delle città attraverso gli Swap Party, eventi organizzati spesso dagli stessi ateliers, dove si “compra” senza denaro e si rinnova il proprio stile divertendosi, davanti ad un aperitivo o ad un caffè! Per l’occasione, si fruga negli armadi alla ricerca di capi che non si usano più o magari mai indossati per una taglia
o un colore errato al fine di potersi accaparrare l’occasione chic ed eliminare il superfluo dal proprio guardaroba utilizzando la formula commerciale più semplice e antica che ci sia. Le boutiques del baratto Glam invitano dunque ad un consumo ecosostenibile e si rivelano un successo. Le nuove tendenze del lifestyle sono dunque sempre più green. Etica e glamour: un binomio perfetto. Ma la swap mania dilaga. Riutilizzare è il diktat e ora ci si scambia di tutto: libri, quadri, case per vacanze, alloggi in hotel…. Strategia di risparmio all’insegna del rispetto dell’ambiente!
Eco-chic: a new wardrobe through swapping! Shopping at no-cost: the dream of fashion victims has now come true! In times of economic recession, there is a tendency to save money so even the fashion world recycles in a sustainable and elegant way. The last trend, started in Manhattan, is in fact, the swap. You can swap clothes from your wardrobe with somebody else without impacting on your bank account. So, real no-cost stores are everywhere where high quality items can be bought without spending anything. The Atelier del riciclo in Milan (www.atelierdelriciclo.it) and Barattiamo? (www.barattiamo.org) in Rome are the first ones to inspire a ethical and conscious philosophy of consumption and to
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using the easiest and oldest commercial form ever existed. Stores dealing with Glam swap invite to a eco-sustainable consumption and are a big success. The new trends of our lifestyle are then greener and greener. Ethics and glamour: a perfect match. The swap mania is spreading very quickly. To re-use is the “diktat” and now it is possible to swap also books, pictures, hotel packages, holidays residences…..a saving strategy aiming at the respect of the environment. //
foto (cc) di Rob Hayes /flickr
encourage a turning point in the way of shopping. With a quarterly or annual card, you are allowed to swap an infinite number of clothes for an infinite number of times until your card expires. What can you swap? Clothes, accessories, bijoux, interior design objects. For each swapped item, it is to possible to bring home one of the same value. Quality is the only term regulating the swap. Clothes must be in good conditions, not old-fashioned and well made. The swapping philosophy, in fact, is recycling surplus and not waste. The dress, the belt, the accessory perfect to be swapped is old but with stylish. The most trendy places of several cities give “Swap Parties” which are often organized by the same stores where you “buy” with no money and you renew your style while having fun before an aperitif or a coffee! For this occasion, you usually search your wardrobe for clothes that are not worn anymore or that have never been worn because of a wrong size or colour. All this not to lose the opportunity for an elegant bargain and to eliminate the surplus from your wardrobe by
by r e do Distribuito da INTERTRADE EUROPE srl via Portogallo, 11/125 - 35127 Padova Italia Ph. (+39) 049 762 5241 Fax (+39) 049 762 5177 www.intertradeurope.com 31 /ME
Quando la moda parla tedesco: la Mercedes Benz Fashion Week Mariano Bonavolontà
Un network di sessanta eventi attorno alla Mercedes Benz Fashion Week: oltre ottocento designers dall’estrema linfa creativa, un forte supporto istituzionale, un’organizzazione ineccepibile, nove scuole di moda solo nella capitale tedesca, un forte senso di appartenenza e di multiculturalismo, una filosofia della moda più genuina e meno estremizzata agli eccessi. Questi appaiono gli ingredienti giusti su cui Berlino sta puntando per divenire una grande fashion city. E c’è riuscita. Addio stigmatizzazioni grigie, Berlino è una nuova città. E tutto il carattere corposamente particolare e deciso tedesco sembra essere esploso in un vortice di colori ed abiti impeccabilmente glam. Il milieu culturale della capitale tedesca gioca un ruolo importante. Secondo stime, la sola industria culturale tedesca genera diciannove miliardi di euro. E la Mercedes Benz Fashion Week è cruciale in questo momento, facendo gravitare attorno a sé una serie impressionante di eventi, in cui nuove leve creative possono democraticamente confrontarsi con nomi quali Lagerfeld e Donna Karan, i vincitori, tra l’altro, del premio Lucky Strike Designer Award di Berlino. Sì, perché la MBFW è anche un grande territorio di marketing
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e mecenatismo: i brand sembrano amare molto la moda tedesca, come nel caso del Moët Chandon e Beck che firmano premi per scovare nuovi talenti. Anche dal punto di vista del city management, l’organizzazione perfetta ed i costi bassi attirano gli investimenti, ed appare palese lo sforzo istituzionale di rendere la Capitale tedesca sempre più attrattiva, facilitando addirittura le site locations, gli adempimenti burocratici e fornendo nuovi strumenti finanziari. Non a caso, in questo turbinio fatto di stoffe, materiali, colori e creatività, la Camera Nazionale della Moda Italiana ha sostenuto la partecipazione estera dei giovani emergenti del Fashion Incubator, i quali hanno sfilato nella Bebelplatz Tent con una propria capsule collection costituita da 15 outfits, nei quali hanno dovuto riassumere la propria visione della moda, nonché, nell’ultimo outfit, il cutting edge, ovvero l’avanguardia – tema molto caro alla Mercedes Benz. In generale, le collezioni appaiono fresche e creative, molto vicine al mercato ed ai buyers, ognuna con uno stile incisivo e, soprattutto, eterogeneo, proprio. Dunque, la grande scommessa sul fronte teutonico sembra essere vinta. La Germania si veste di una nuova luce e la Mercedes
When fashion speaks German: the Mercedes Benz Fashion Week Benz A network of sixty events around the Mercedes Benz Fashion Week, more than eight hundreds designers with an extreme creative lymph, a great institutional support, an exemplary organization, nine fashion schools just in the German Capital, a great sense of belonging and multiculturalism, a more genuine and less extremist philosophy of fashion. These are the right ingredients used by Berlin to become a great fashion city. And Berlin reached this goal. Goodbye to grey stigmatizations, Berlin is a new city. And all the particular and firm German temper seems exploded in a
whirlpool of colours and dresses very glam. The cultural milieu of the city plays a role of big relevance. Researches say that the only German cultural industry creates nine billions of Euros. And the Mercedes Benz Fashion Week is crucial in this moment, inciting a great number of events, where new creative generations could democratically compare themselves to names such as Karl Lagerfeld and Donna Karan, the winners, also, of the Lucky Strike Designer Award of Berlin. Yes, the MBFW is a great marketing and patronage territory, too: brands seem love the German fashion, as demonstrated by Moët Chandon and Becks that sign awards to discover new talents. From the city management point of view, the perfect organization and the low costs attract investors, and the institutional effort to make the German
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Dall’alto a sinistra in senso orario modelli di creazioni autunno inverno 2010. From high to left, clockwise outfits creations fall winter 2010 1 Frida Weyer, Custo, Goya, Lena Hoschek, NF, Miraldi, Hausachi
Photos kindly provided by Mercedes Benz Fashion Week
Capital even more attractive is evident, facilitating also site locations, bureaucratic works and providing also financial instruments. That’s why, within this vortex of fabrics, materials, colours and creativity, the National Fashion Chamber of Italy sustained the participation of the emerging talents of the Fashion Incubator;
they had a fashion show in Bebelplatz Tent, with a capsule collection, made by 15 outfits, where they summed up their view of fashion; and the last outfit was the “cutting edge”, or the vanguard, a very felt topic by Mercedes Benz. In general, collections seem fresh and creative, very closer to market and buyers; each
proposal has an incisive and own style. So, the great bet of the Teutonic front is won. Germany dresses a new light, and the Mercedes Benz Fashion Week (20th – 23rd Jan. 2010) asserts itself as a new deadline to write in the fashion people’s agendas, and as a great lesson and teaching.
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Milano, Varese, Bergamo, Mantova, Cremona, Piacenza, Torino, Treviso, Padova, Verona, Bologna, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Forte dei Marmi, Roma, Latina, Pescara, Napoli, Sorrento, Foggia, Palermo, Catania, Capo d’Orlando, Portorotondo. Giuseppe Bellora SpA Via XXV Luglio 11 - 21054 Fagnano Olona (VA) - tel. +39 0331 616111 - bellora@bellora.it www.bellora.it EM/ 34
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Tre stili per l’uomo invernale 2010/2011 Three moods for the winter men 2010/2011 Mariano Bonavolontà
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ortabilità. Questa sembra la matrice comune delle passerelle milanesi. Quasi un impegno istituzionale, dato che questo concetto risuona nelle parole del Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli. Dunque, una creatività che viene declinata alla comodità, all’eleganza, senza rinunciare all’estro made in Italy. Sembra infatti che ogni stilista abbia voluto sottolineare il proprio stile, le proprie radici estetiche, il proprio humus di provenienza, con risultati ineccepibili. Il brand conforma lo stile. E non il contrario. In un periodo di crisi, la moda cede il passo al sobrio più che alle sperimentazioni, e molte maison hanno preferito la presentazione alla sfilata, in quanto modalità più economica ma più profonda. Di seguito, tre proposte creative degli stilisti per l’Uomo 2010/2011; tre modi di intendere l’abbigliamento male winter, tre visioni della moda invernale, tre modi di vivere.
Free wearing. This is the common style of Milan’s catwalks. A sort of institutional engagement, because it is a concept that resonates in the words of the Italian Fashion National Chamber President, Mr. Mario Boselli. Thus, creativity declined to comfort, elegance, without renouncing to the made in Italy inspiration. Indeed, each designer highlighted his own style, own esthetical roots, own humus of provenience, with excellent outputs. So, the brand conforms the style, and not the opposite. In crisis times, fashion gives way to sober instead of experimentation, and several maisons have preferred the presentation to the fashion shows, a cheaper but deeper modality. In succession, three creative outfits for the winter man 2010/2011; three ways to intend male winter dress code, three views of winter fashion, three ways of life.
Dsquared ///////////////////////// Ermanno Scervino ///////////////////////// Gianfranco Ferré /////////////////////////
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Dsquared l’ironia teatrale in passerella in chiave horror chic Il mood della coppia creativa del momento è “Don’t dream it, be it”, quasi a voler lanciare un monito al savoir rever. La consueta drammatizzazione della moda raggiunge l’apoteosi ad apertura sfilata, con una rigida armatura da hockey ingentilita da piume teatrali, simboleggiando l’unione tra i due mondi che vengono proposti e mixati: The Rocky Horror Picture Show – da cui si ricavano i tratti più trasgressivi del mood – ed il mondo dell’Hockey – contemporaneamente freddo e virile. Due mondi opposti: l’anarchia dello show e le rigide regole dello sport, la nudità dello spettacolo in questione contro le gabbie protettive dello sport invernale. Il tutto in un cortocircuito creativo. Da questa unione quasi idiosincratica nasce una collezione fortemente ironica e per alcuni versi allegorica, con una fusione di materiali usuali e non. Ed ecco che vengono proposti con piglio sicuro papillon in vinile, ma anche borchie e catene, jeans laceri e maglieria sfilacciata, reminescenze del notissimo spettacolo teatrale, alternato con maxi canotte e rimandi alle divise da Hockey. Matissage anche negli accessori, grossati, verniciati, elaborati in metallo. I colori predominanti riprendono il tema della contrapposizione tra le due linfe vitali della collezione, il bianco ed il nero, ravvivati con tocchi horror di rosso. Rosso sangue, ovviamente.
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Dsquared theatrical irony on the catwalk from a horror-chic viewpoint IThe mood of the today’s creative couple is “Don’t dream it, be it, a sort of warning to savoir rever. The habitual dramatization of fashion reaches the highpoint with the opening of the show, with a rigid hockey scaffolding gentled by theatrical feathers, to represent the union between the two proposed and mixed worlds: The Rocky Horror Picture Show – from which the most freakish traces of the mood are taken – and the world of Hockey – contemporary cold and virile. Thus, two opposed planets: the show’s anarchy and the rigid sport rules, the show’s nudity and the protective frames of the sport. All mixed in a creative short circuit. From this idiosyncrasy, the collection is so ironic and allegoric, with a fusion of unusual and usual textures. So, with secure
air are proposed vinyl pavilions, studs and chains, torn jeans and frayed knitwear, all reminiscences of the theatre show, and contemporary maxi t-shirts and hockey uniforms. Mix also in the accessories, laboured, painted and iron worked. The main colours echo the topic of the contraposition between the two vital lymph of the proposal, the white and the black, brighten up the red horror touches. Sanguine.
Ermanno Scervino le note del fascino del tessuto Le note di “Be Italian” che aprono la sfilata sono un preavviso, una prolessi che anticipa l’ispirazione creativa della collezione: la grande tradizione del tessuto,
protagonista a volte fin troppo dimenticato, unita al fascino della divisa. La figura maschile di Ermanno Scervino si fa pulita, tutta concentrata sul busto, mentre le gambe vengono messe in risalto dalla comodità dei pantaloni. Le citazioni, agli occhi dei più esperti, sono molte e colte: dalla drapperia ai tessuti inglesi, alla riscoperta pied de poule, allo shearling ed il montone, o la bava dell’imperatore, che rende ogni capospalla leggero e caldissimo. Rimembranze di divise militari sono ravvisate invece nei tagli, a volte netti, ma mai truci, che accompagnano senza inibire, il passo dell’uomo di Scervino per il 2010/2011. Per gli accessori, irrinunciabili e sofisticate ghette in pelle trattate. I colori sono freddi, quali il grigio, il blu, il cammello e, ovviamente, il verde militare.
Ermanno Scervino the fascinating notes of fabric The notes of “Be Italian” which open the show, are a notice, a flashforward of the creative insight of the collection: the great tradition of fabric, a persona too many times forgotten, mixed to the fascination of the uniform. The male figure of Ermanno Scervino is tidy, concentrated on the male bust, and legs are highlighted by the comfortable trousers. Lots of quotation are displayed but catchable for the most expert: drapes, English fabrics, pied de poule, shearling, mutton, Emperor’s foam, that makes each coat lighter and hotter. Military memories are visible in the cuts, clear but never fierce,
Gianfranco Ferré per un fall/winter in “verticale” La verticalità sembra essere il punto di partenza di Tommaso Aquilano e Roberto Raimondi, che disegnano un uomo dai tratti lunghi ed affusolati, grazie ai capospalla, veri principi della collezione proposta. Cappotti lunghi fino a quasi la caviglia, avvolgono l’uomo, e sono proposti in abbinato con gilet in pelliccia rivista in chiave high tech anti vento, quasi a voler creare una sorta di armatura contro il freddo. Le giacche sono doppiopetto, e tradiscono la volontà di non rinunciare a continui rimandi alla sartoria tradizionale, così come appare quasi impertinente l’attenzione sui dettagli, come denotano gli stemmi che divengono le decorazioni di abiti ed accessori. E questi ultimi puntano alla eleganza senza dimenticare la praticità: la bowling bag viene presa in prestito e proposta in versione glam, così come la Messanger, una ventiquattro ore da usare per lavoro, e non solo. I colori di punta appaiono l’immancabile nero, il bianco ed il cachi. which follow without embarrassing the Scervino’s 2010/2011 man. Concerning the accessories, irreconcilable and sophisticated leather spats. Colours are cold, such as grey, blue, camel, and military green, obviously.
Gianfranco Ferré a “vertical” fall/winter Verticality seems the starting point of Tommaso Aquilano and Roberto Raimondi, that designed a man with long and tapering skills thanks to coats, the main characters of the collection. Long to the ankle coats wrap the man,
and they are combined with high tech waistcoat fur, a sort of building against the cold weather. Double breasted jackets betray the aim to traditional couture, and the attention to details is impertinent, as testimony of shoulder patches which become decorations of dresses and accessories. The latest mire to elegance without renouncing to a pragmatic use:
the bowling bag turns out to be glam, and the Messanger, a 24/7 to use not only for work. Main colours are the black, white and khaki.
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a cura di r2 advertising
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GLAMOUR/FIT: 1. abito nero in paillettes ENTRÈ AMIS, 2. mini abito nero A-STYLE, 3. collant “diamante” FRANZONI, 4. collant “ardisia” FRANZONI, 5.collana LILLA BLUMA, 6.cerchietto LILLA BLUMA, 7. occhiali HOOLI eyewear, 8. occhiali PLAYBOY eyewear, 9. borsa SEDUZIONI DIAMONDS di Valeria Marini. (nella pagina accanto). ROMANTIC/FIT: 1. abito A-STYLE, 2. abito PLAYBOY, 3. borsa SWEET YEARS, 4. parure orecchini/collana LILLA BLUMA, 5, cerchietto LILLA BLUMA, 6. occhiali da sole MARILYN MONROE eyewear. STREET/FIT: 1. cerchietto LILLA BLUMA, 2. jeans ENTRÈ AMIS, 3. felpa in ciniglia FRUTTA, 4. felpa PLAYBOY, 5. borsa in pelle SWEET YEARS, 6. sacca SWEET YEARS, 8. occhiali da sole HOOLI eyewear, 9. occhiali da sole PLAYBOY eyewear. Credits: E N T R È AM I S : 0 8 1 . 5 1 0 8 5 5 5 , A- S T YL E : 0 2 . 9 7 3 7 3 3 1 9 , L I L L A B LU MA : 0734.903121, HOOLI / PLAYBOY / MARILYN MONROE eyewear - ESPRESSIONI DI MODA: 055.8826161, SEDUZIONI DIAMONDS di Valeria Marini / SWEET YEARS - CODI S.r.l.: 080.3385800, FRUTTA - SEVEN SEASONS: 081.8269412, FRANZONI CALZE: 0376.74760.
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a cura di Mariateresa D’Agostino
Intertrade Europe 1 // Clive Christian Profumo in boccetta di cristallo, posto su un foulard di seta. Il tutto racchiuso in una confezione di ebano nero. 30ml. Perfume in a crystal bottle laid on silk scarf. All in a black ebony package. 30ml. 3.900,00 €
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2 // Amore & Baci bracciale componibile e personalizzabile: argento, murano, smalti colorati, swarovski ed altri materiali nobili per creare modelli unici. Modular and customized bracelet: Silver, murano, coloured enamels and other noble materials can be used to compose unique models. Prezzo su richiesta Price upon request ///////////////////////////
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Glam Rock Watches: 3 // Gr10144 Miami cronografo in acciaio inossidabile con cassa e cinturino in vero pitone naturale. Chronograph in Stainless Steel with Genuine Natural Python Case Cover & Strap. 1.395,00 $ 4 // Gr90105 Racetrack cronografo con cassa e cinturino di silicone nero “ippodromo”. Chronograph with Black Silicon Case Cover & Black Racetrack Silicon Strap. 1.525,00 $ ///////////////////////////
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in canavas with leather trim, five interior drawers, brass hardware. Also available in black leather. 1.800,00 $ 6 // Alligator Calf shave kit: necessaire in morbida pelle di piccolo alligatore, con due spaziosi scompartimenti nella parte anteriore. Alligator Calf Shave Kit: necessaire soft alligator calf leather, with two roomy main compartments. $ 295,00 /////////////////////////// Tiffany 7 // Pendente Hearts pendente in platino e diamanti. Hearts pendant: pin platinum and diamonds. 885,00 € 8 // Orecchini Hearts orecchini in platino e diamanti. Hearts Earrings: earrings in platinum and diamonds. 2.045,00 € 9 // Pendente Open Heart disegnato da Elsa Peretti pendente in argento. Open Heart Pendant, designer by Elsa Peretti: the pendant in silver. A partire da 155,00 € Starts from 155,00 € 10 // Keys Collection ciondolo in argento. Keys Collection: pendant in silver. 15,00 €
T. Anthony 5 // Jewelry Wardrobe baule in tela con rifiniture di pelle, cinque tasche interne, struttura in ottone. Disponibile anche di pelle nera. Jewelry Wardrobe: trunk
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ST Dupont 11 // Minijet, accendino in palladio laccato di cina verde. Minijet, palladium lighter covered by green China polish. 89,00 €
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12 // Chic, accendino “Ligne 2” in palladio laccato di Cina nera. Chic, lighter “Ligne 2” in palladium covered by black China polish. 695,00 € 13 // Gemelli, gemelli placcati in palladio, con punta di diamante. Palladium plated cuff links, with diamond tip. 160,00 € 14 // Défi Limited Edition, business bag di lusso di pelle con l’aereoSTDTEX, un materiale innovativo ultraleggero, ispirato direttamente alle tute degli astronauti. Défi Limited Edition, luxury business bag of leather with aeroSTDTEX,
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an ultra-light innovative material, directly inspired by astronauts’ suits Prezzo si richiesta Price upon request 15 // Défi Ballpoint pen, penna simile alla fusoliera di un aereo, corpo in fibra di carbonio e dettagli in palladio. Défi Ballpoint pen, the pen just like an aircraft fuselage, carbon fibre body and palladium details. Prezzo si richiesta Price upon request 16 // Penna USB 4 GB, usb in palladio con punta di diamante. USB key 4 GB, usb in palladium with Diamond Head pattern 340,00 € D.L. & C.° 17 // Lady Rhubarb candle, candele profumate al gusto di arancia sanguigna, mandarino rosso, pompelmo e legno di sandalo. 40/60h di durata. Lady Rhubarb candle, red orange, red tangerine, grapefruit and sandalwood scented candles. 40/60 hours lasting. 10oz - 90,00 € 15oz - 135,00 € 18 // Poison Apple, candela a forma di mela, di color rosso e ricoperta di swarosky cristallizzati, con frizzante fragranza di mela. 30h di durata. Poison Apple, red apple shaped candle covered with crystallized swarosky, with sparkling apple fragrance. 30h lasting. Prezzo si richiesta Price upon request
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Un viaggio negli ingranaggi della complessa macchina del fitness. Mariano Bonavolontà
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imentichiamo la bellezza giunonica à la Tiziano, oppure il perlaceo colorito amato da Leonardo. L’ideale della bellezza proposto dalla società e dalla moda viaggia nella direzione opposta: un corpo tonico e muscoloso (che allora era considerato sintomo di vita da schiavo), un colorito abbronzato (che invece nel Medioevo significava lavorare nei campi), il tutto per entrare nelle creazioni sempre più fashionable. Nuove istanze estetiche si sono imposte ormai da decenni e,
recentemente, sono diventate ancora più impellenti, se possibile. Dinnanzi a questa incombenza, l’industria del fitness ha fatto passi da gigante, specie dagli anni Novanta in poi. La dinamica di questo particolare business è peculiarmente intrigante se analizzata nei suoi movimenti: la domanda di fitness in realtà è stata trainata dall’offerta; in altri termini, il settore wellness & fitness è stato in grado di carpire quei “bisogni latenti e non comunicati” (da molti teorizzati, ma davvero da pochi individuati) di una buona fetta della società: chi
mai avrebbe pensato di necessitare di un tapis roulant con un ventilatore e tv per intrattenersi mentre si simula una corsa? Eppure per l’home fitness è ormai un accessorio irrinunciabile. Come aver vissuto per anni senza la seduta settimanale di pilates? Un mistero. L’era, dunque, della palestra per pochi appassionati, nel sottoscala, con qualche attrezzo e tanto tanto sudore è ormai terminata, e con essa un consumo per così dire professionale del fitness. Ormai, la palestra è un centro commerciale dove si vende benessere, con molti servizi
offerti paralleli, come la ristorazione. Questo è il punto di partenza di molte strutture odierne, tra cui spicca la catena Motus. La sede principale della Motus, a Milano, è una struttura di oltre tre mila metri quadrati con diverse sale per i corsi, una sterminata sala cardio, un’altrettanto grande sala pesi, una piscina, un ristorante, un campo da squash, un centro benessere, una spa con tanto di bagno turco, sauna, tiepidarium, percorso Kneipp ed idromassaggio, il tutto curato nei minimi dettagli: colori, una radio interna, personale professionale in divisa. Un vero e proprio concentrato del benessere. «È un format ben preciso», spiega il patron di Motus, Damiano Tristano: «Il circuito Motus è diviso in Village, che è quello di Milano, con una quadratura ampia, poi abbiamo il format Motus club, che invece si aggira attorno ai mille e settecento metri quadrati (ne è prevista un’apertura in zona Città Studi a Milano ed una a Riccione), e che prevede le medesime attività di wellness, fitness e spa, e poi c’è il format Motus Fitness, con metrature più piccole, dove ci si concentra esclusivamente sul fitness». Quale strategia viene adoperata per la continua gestione ed innovazione di servizi? «Quella di focalizzarsi sul proprio core business, che rimane sempre il fitness. >
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Motus village: sala gym sopra e benessere in acqua a sinistra
Paradossalmente, il consumatore apprezza tutta la struttura, ma il 70% del core business è sempre il fitness. La mia è dunque un’operazione di educazione al consumatore per tentare di fargli comprendere che vi è la necessità di usare il club a 360°. Questa è una mia mission, perché io non ne ho riscontro economico, ma è importante far intendere alla clientela che alternare zona fitness con piscina ed un percorso in spa dà maggiori risultati. La piscina, ad esempio, fa leva nel momento dell’iscrizione, ma è poco usata rispetto alle sale fitness».
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Come gestire il consumatore sempre più esigente da un punto di visto estetico? «L’estetica influisce molto se ci rivolgiamo ad un certo target di clienti. C’è una fascia di target che è invece attratta solo da un buon prezzo, ma ci sono delle strutture che offrono prezzi più bassi, ma con allestimenti meno curati». Tenendo conto delle strategie per il consumatore e per gestire la concorrenza, sembra che oggi per una palestra, il must è un orientamento strategico in ottica aziendale. «Certo. Il concetto della palestra
Motus Village: on the left gym hall and water wellness
nello scantinato a conduzione familiare è terminata, passando ad una proposta più aziendale, capendo che la palestra è un’azienda. Io ho seguito corsi di marketing generale, marketing del fitness, investo in HR, in comunicazione, relazioni esterne, web, telemarketing, eventi. C’è da dire che le strategie di marketing hanno avuto un’evoluzione graduale. Tra le aziende del benessere si devono annoverare anche le palestre, dunque. Ma questo settore non ruota solo attorno ad esse. Vi sono anche i Personal Trainer. Per fare un paragone, se la palestra è un
mega centro commerciale di classe del fitness, il Personal Trainer è il one2one. Una testimonianza preziosa è quella di Roberta Pedretti, milanese, ex grafica con la passione per la ginnastica artistica, la quale racconta con passione le motivazioni che spingono una persona a richiedere il sostegno di un personal trainer: Non mentiamoci: innanzitutto per moda. Poi perché magari si ha poco tempo ed i miei clienti, molti manager, devono ottimizzare il loro. Un altro caso è di persone con problemi fisici particolari che necessitano di un’attenzione in più, oppure persone
che non amano la palestra».
Si spieghi meglio … «Bisogna tener presente che una mia seduta costa molto di più rispetto ad un semplice
corso in una palestra. E questo crea da sé una selezione nei clienti». Quali sono le altre attività di un professionista one2one del fitness? «Ad esempio, servizi di medicina cinese, come la Tuenà, che ho imparato in Cina,
che ha un approccio diagnostico simile all’agopuntura, ma usa le mani. Oppure dei corsi autogestiti nelle grandi aziende, nelle quali, durante l’intervallo, i dipendenti si riuniscono per fare ginnastica. Questa è una parte molto gratificante del mio >
foto (cc) di Rance Costa /flickr
Il suo lavoro è dunque all’opposto dei grandi centri del fitness? «In qualche modo sì. Io ho una relazione esclusiva con il cliente, lo conosco, ed offro una qualità che a volte non viene
garantita nei grandi centri per le numerose persone che frequentano corsi e, soprattutto, dal punto di vista economico».
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del corpore sano. Ma siamo sicuri che altrettanto sana sia la mente?
Move! A trip into the mechanisms of the complicated machine of fitness
lavoro, perché è un momento ludico per loro, di incentive per le risorse umane, le quali si sentono messe in gioco». Dunque, se la vita è stressante, anche ciò che sta dietro al leisure time è estremamente complesso. Oltre il sipario dei volti allegri di istruttori e dei professionali Personal, si celano dinamiche aziendali e sociali di un settore che appare sempre più presente nella vita quotidiana, soprattutto di grandi metropoli. Ed ecco che, proprio in queste ultime, fioriscono sempre più
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complesse macchine per organizzare il benessere della persona, adattandosi alle estreme velocità oggi raggiunte: nascono luoghi unici in cui entrare e far tutto ciò che serve per rigenerarsi, così come sono nati i supermercati per ottimizzare i tempi di rifornimento; oppure nuove professionalità di spicco che si prendono completamente cura della persona, tasche permettendo. Se si dovesse scrivere un trattato sull’odierno concetto di bellezza, dunque, si ritornerebbe indietro nel tempo, alle effigi greche del corpo perfetto,
Let’s forget the Junonesque beauty à la Tiziano, or the pearl’s rosy loved by Leonardo. The idea of beauty, proposed by society and fashion goes to an opposed direction: a tonic and muscled body (at those times it was considered as slaves life symptom), a bronzed colour (in Middle Ages it was seen as fields labour); it is to enter in the even more fashionable creations. New esthetical issues are imposed from ages, and, recently, they are even more pressing, if it’s possible. So, the fitness industry did giant steps, from ‘90s to today. The dynamics of this particular business are so intriguing, if they are analysed in their movements: the fitness demand is tow by the supply; in other words, the wellness and fitness sector understood the “latent and non communicated needs” (which are theorized by everybody but singled out by few people) of a great part of society; didn’t everybody need a tapis
roulant with a ventilator and TV to entertain himself while running? And yet, home fitness is a irreconcilable accessory. How did we live without our week pilates session? A mystery. That’s the end of the era of a gym for few passionate, with a more professional consumption and lot of sweat. Actually, the gym is a Mall of wellness, with lots parallel services, such as a restaurant. This is the starting point of modern buildings, such as the Motus. Its headquarters, in Milan, is a building of 3000 mq, with classes rooms, a swimming pool, body building room, a restaurant, a squash champ, a wellness centre, a spa with Turkish bath, sauna, tiepidarium, Kneip path and whirlpool bath; everything is cured in each detail: colours, an internal radio, professional human resources in uniform. A real wellness concentrated. «It is a precise format» teaches Mr. Damiano Tristano, the CEO of Motus: «The Motus Circuit could be divided in Village, in Milan, with a big squaring; then there is the Motus Club, about 1700 mq (a new opening of this format is foreseen in the Studies Area in Milan and another in Riccione), with the same activities of wellness, fitness, spa; and at the end there is the Motus Fitness format, with littler squaring, with just fitness». Which strategy is adopted for
a continuous management of innovation for services? «We focus on our core business, which is fitness. As a paradox, the consumer loves the building, but the 70% of our core business remains the fitness. I aim to teach to clients the importance to use the club in all of its services. This is my mission, because it does not give me a revenue, but it is important to educate my clients to alternate fitness to swimming and spa in order to reach better results. The swimming pool, for instance, is crucial at the moment of enrolment, but it is not used so much». How do you manage the even more exigent consumer under the esthetical point of view? «Aesthetic details have a big influence to a particular target of clients. There is a target group who is attracted only by the price of other structures, which provide lower prices but also
less cured buildings». In order to fight the competitors, today’s gym needs a strategic management. «Obviously yes. The gym under the basement as family enterprise ended, to give way to a more entrepreneurial concept, because today’s gym is an enterprise. I attended general marketing and fitness marketing courses, I invest in HRs, in communication, external relations, web, telemarketing, events. And my marketing strategies had a gradual evolution. Thus, wellness enterprises are gyms, too. But this field has got also another element: the Personal Trainers. Making a comparison, if the gym is a class commercial centre for fitness, Personal Trainer is the one2one. A precious testimony comes from Mrs. Roberta Predetti, Milan born and ex-graphic designer with a passion for
Da sinistra: Sala relax, reception e sala attrezzi
By left: Relax room, reception and bodybuilding hall
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artistic gymnastic. She tells with passion the motivations that push people to look for the sustain of a Personal Trainer: Don’t lie: first of all, having a Personal Trainer is fashionable; the other reasons could be the lack of time, such as lots of manager who have to optimize their work times; or people with particular physical problems that need more attention, or other people with no love for the gym». So, the Personal Trainer job is the opposite of the fitness centres. «In some ways yes. I have got an exclusive relation with the client: I know him, and I provide a quality which is not, in several cases, given by the big centres, also for the number of people attending courses. And there is also the economical point of view». What do you mean? «You have to take into account that a session of mine is more expensive than a simple lesson at the gym. And it creates a sort of selection between clients».
in great enterprises, in which, during the break, dependents have a gymnastic lesson. This is a very gratifying of my job, because it is a joyful moment for them, and an incentive for HRs, who feel playing a role».
And which are the other activities of a professional Personal Trainer – one2one of Fitness? «For instance, I provide Chinese medicine services, such as the Tuenà; I learned it in China, and it has a diagnostic approach similar to acupuncture, but using hands. Other times I manage self-created courses
So, if life is stressful, also what is behind the leisure time is so complex. Under the curtains of happy instructors and professional Personal Trainers, there are social and entrepreneurial dynamics of a sector which is central in the everyday life, even more in great cities. And so, in those cities, bloom complicated machines for the organization
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of people’s wellness, adapting to the extreme velocities of today’s life: so, there is the birth of unique places where to enter and do everything to regenerate, as supermarkets have been created to optimize stocks; or there is the origin of new professionals who take care of the client, money allowing. So, to write an essay on the contemporary concept of beauty, there is the need to come back to the Greek’s issues of the perfect body, the corpore sano. But, are we very convinced that the mind is sane as much? //
Piscina attrezzata Equipped swimming pool
PROMO ITALIA TECNOLOGIA E SCIENZA AL SERVIZIO DELLA BELLEZZA TECHNOLOGY AND SCIENCE AT THE SERVICE OF BEAUTY INTERVIEW WITH PROMO ITALIA
di tecniche che possono essere definite “soft”, si pensi ad esempio al botulino, all’acido ialuronico, in breve a tutti quegli espedienti a cui si ricorre per ottenere dei risultati veloci ed efficaci. Tutto ciò viene, ovviamente, coniugato all’utilizzo degli strumenti più all’avanguardia, difatti tutti i nostri prodotti hanno una certificazione medicale, in quanto il nostro stesso staff lavora con centri di ricerca e Università per portare a termine dei test di sicurezza e funzionalità, per verificare l’alta qualità di ogni singolo prodotto, 100% made in italy».
Chiara Nespoli Quando nasce Promo Italia? «Vantiamo ormai un’esperienza ventennale nel settore, in quanto a soli ventuno anni decisi di intraprendere questo percorso professionale, nato fondamentale come semplice lavoro di rappresentanza. Poi negli anni l’esperienza acquisita ed accumulata nel tempo mi ha portato a comprendere l’importanza di aver un proprio brand, e di fatti nel 2000 nasce Promo Italia, che oggi è un marchio italiano conosciuto in tutto il mondo».
Molti credono che la bellezza e la forma fisica dipendono da Madre Natura e dal Tempo. Noi no. Questa è, in una riga, la vision Promo Italia, azienda leader nei settori del beauty instruments, medical device e cosmetic line. Nata nel 2000 dall’esperienza e dall’intraprendenza dell’attuale Presidente Valerio Matanò, l’azienda si pone ad oggi come una vera e propria fonte di giovinezza e bellezza, esaudendo i desideri di tutti coloro che vogliono migliorare il proprio aspetto fisico per piacere e piacersi. In una società in cui l’estetica funge da variabile primaria nei rapporti sociali, Promo Italia si propone
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come risposta interessante per innalzare la qualità della vita. EM/ME incontra nella sede di Napoli, il Presidente Matanò pronto a svelarci le ultime novità e le eccellenze di questo affascinante settore. Ci descriva l’azienda: di cosa si occupa Promo Italia? «Promo Italia è un’azienda leader nel settore della medicina estetica. La nostra filosofia aziendale è orientata all’ideazione di prodotti con una particolare attenzione alle esigenze dell’universo del benessere, incentriamo la nostra attenzione su chi vuole fermare il tempo, avendo cura del proprio aspetto e del proprio corpo, senza dover necessariamente ricorrere ad espedienti totalmente invasivi, come ad esempio la chirurgia plastica. Difatti, i nostri punti di forza sono proprio l’utilizzo
La scelta del naming non rievoca nell’immediato il core business della vostra attività, qual è il significato nascosto? «Promo Italia, sta per Promotion Italia ed esprime difatti la volontà di voler promuovere il made in italy in tutto il mondo. Tutto ciò per me vent’anni fa era solo un sogno, che fortunatamente si è trasformato in realtà, in quanto tutti sanno che al giorno d’oggi il nostro Paese si attesta tra i leader del settore della medicina estetica». Come si è evoluto negli anni il core business di PromoItalia? «Il nostro core business si articola in tre divisioni aziendali. Medical Device, specializzata nel settore della produzione e del commercio di apparecchiature, attrezzature e prodotti medicali per la chirurgia plastico-ricostruttiva ed estetica e per il settore medico-estetico. Beauty Instruments è, invece, la divisione specializzata nella ricerca e produzione
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Antiaging Cafè: benessere e bontà ipocaloriche
Antiaging Café: hypo caloric wellness and excellence
degli strumenti di bellezza, ed infine la divisione Cosmetic Line. Posso dire a testa alta, che il ventaglio di prodotti offerti oggi da Promo Italia deriva proprio dalla conoscenza accumulata negli anni, in quanto vent’anni fa questo era un settore ancora acerbo, si pensi ad esempio al fatto che a quei tempi bastava una semplice crema di bellezza per far gridare al miracolo. Oggi invece i tempi sono cambiati. Nascere in quegli anni ci ha permesso di crescere e di accumulare il know how tecnico, che ci è servito per diventare la realtà che siamo». In termini temporali qual è l’efficacia dei trattamenti? «Ovviamente dipende dai casi. Ci sono ad esempio dei macchinari che danno un’efficacia immediata, come ad esempio quelli per la rigenerazione cutanea, adatti per la levigazione delle rughe. Altri invece hanno un’operatività meno veloce, con i quali un
buon risultato è ottenibile per lo meno effettuando due o tre sedute». Rispetto al passato come si è sviluppato il mercato dell’estetica? «Di sicuro rispetto a vent’anni fa il mercato della medicina estetica è cresciuto enormemente. Per rendere l’idea, oggi si stima che solamente l’acido ialuronico in Italia ha un mercato di circa quaranta - cinquanta milioni di euro». Promo Italia è presente anche all’estero? «La nostra azienda è presente oltre che in Italia, anche negli Stati Uniti, in Asia e Sud America. Difatti abbiamo una distribuzione capillare che può raggiungere qualunque parte del mondo. Siamo tra le poche aziende italiane presenti con sedi anche a Dubai e, di recente lo sviluppo interessa anche nuovi mercati, come quelli dell’Europa dell’Est, ad esempio la Polonia.
Ad oggi il 60% del nostro fatturato proviene dal mercato interno, in quanto siamo presenti in ogni regione con circa dieci agenti, mentre il restante 40% proviene dal mercato estero, dove anziché effettuare una vendita diretta, lavoriamo essenzialmente attraverso una serie di distributori, che in pratica comprano e rivendono i nostri prodotti. La nostra filosofia aziendale ci vede, quindi, maggiormente orientati alla vendita diretta, perché ci consente di controllare al meglio il mercato e soprattutto il prezzo». Dove si concentra la domanda più elevata? «In passato di sicuro la domanda più elevata era concentrata negli Stati Uniti, ma allo stato attuale si può tranquillamente affermare che essa risulta, ormai, alquanto uniforme. >
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Al momento ad esempio la Russia è tra i Paesi in cui si registra una domanda abbastanza consistente, difatti nonostante la crisi economica, questo fortunatamente, è un settore che non si è mai arrestato, anzi continua a crescere». Quali sono le variabili su cui puntare per ottenere valore aggiunto rispetto ai competitor? «La prima variabile su cui puntiamo per fare la differenza è data proprio dall’innovazione. Per essere sempre i primi sul mercato, bisogna essere in grado di poter offrire un prodotto sempre innovativo, e ciò lo si può ottenere solo investendo in ricerca e in sviluppo». In merito di R&S, quanti brevetti conta, ad oggi, Promo Italia? «Allo stato attuale Promo Italia dispone di circa venti brevetti che rendono i nostri prodotti unici al mondo, in quanto parte del nostro fatturato viene regolarmente investito in ricerca e sviluppo. Di conseguenza abbiamo un ufficio legale dedito esclusivamente alla tutela dei nostri brevetti e del nostro marchio». Come fate a carpire quelle che saranno le tendenze future del vostro settore? «Penso che il segreto sia quello di tenere sempre gli occhi aperti. È importante essere attenti a tutte le tendenze, anche a quelle dei settori e dei mercati vicini ed affini dai quali possono arrivare continui input e intuizioni. Io viaggio molto, soprattutto per lavoro, e ciò mi ha portato ad essere una persona curiosa e quindi attenta». A parte il core business dell’attività, parliamo di tutto ciò che gira intorno, come si amplia l’offerta merceologica e quali sono i servizi offerti? «Negli ultimi anni abbiamo notato che i nostri prodotti stanno riscuotendo un enorme successo non solo per il settore medico-estetico, quindi la nostra azienda
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oltre che porsi come canale business to business, ha deciso di porsi anche come canale business to consumer. Nello specifico abbiamo inaugurato gli Antiaging Center, situati nei punti nevralgici della città, nati per soddisfare l’esigenza dei clienti che perseguono il concetto del bello e del benessere. Collegato all’Antiaging Center, vi è inoltre L’Antiaging Café, il cui concept è quello di riunire l’esperienza medico-estetica in un luogo in cui è premiante anche la socializzazione, bevendo magari qualcosa di leggero e sano. All’interno di queste strutture infatti è possibile non solo conoscere tutte le novità sul mondo dell’estetica, ma si possono effettuare trattamenti rapidi ed efficaci, sorseggiando allo stesso tempo un drink integratore».
Many think that beauty and physical shape depend on Mother Nature and Time. We don’t agree. This is in one line, Promo Italia vision, a company leader in the sectors of beauty instruments, medical devices and cosmetic line. Founded in 2000 as a result of the experience and energy of its current President, Valerio Matanò, the company present itself as a true source of beauty and youth, makes true the desires of those who want to improve their body to feel fit and appealing. In a society where aesthetics plays is a primary variable in social relationships, Promo Italia is an interesting response to better the quality of life. In his Naples based office, EM/ME meets President Matanò who is ready to disclose the latest news and excellences of this fascinating sector.
Can you describe us the company: what does Promo Italia do? «Promo Italia is a company leader in the aesthetic medicine sector. Our business vision is oriented towards the creation of products with particular attention to the world of wellness. We concentrate our attention to those who wish to stop the time by caring for their body, their look without necessarily seek the help of invasive treatments like plastic surgery. In fact, our strengths are the so-defined “soft” techniques. Think for a moment of botulin or hyaluronic acid or all of those ways to obtain quick and efficient results. Of course, all this is combined with the use of avant-guard instruments. All our products have a medical certification since our own staff works in collaboration with research centres and Universities for the security and functional tests, to verify the high quality of each product and the 100% made in Italy label». When did Promo Italia come to life? «By now, we have 20 years of experience in this field since when I was twenty-one, I decided to start this professional career when I was a simple sales representative. Later on, the acquired experience made me understand the importance of having a brand. So, in 2000, Promo Italia comes to life and, nowadays, is a brand known all over the world». The choice of the name does not evoke the immediate core business of your activity. What is the hidden meaning? «Promo Italia stands for Promotion Italy and, in fact, expresses the will of promoting the made in Italy at a global level. All this was only a dream for me twenty years ago. Hopefully, this dream has come true since it’s of common knowledge that our Country ranks among the leader ones in the aesthetic medicine field».
Antiaging Cafè un nuovo concept di arredo trendy
Antiaging Café: a new concept of trendy furniture
How Promo Italia core business had evolved in the years? «Our core business includes three divisions. Medical Device, specialized in the production and commerce of devices, equipment and medical product for plastic-reconstructive and aesthetic surgery and for the medical-aesthetic field. Beauty instruments is, instead, the division specialized in research and production of beauty instruments and finally the Cosmetic Line. I can proudly say that the range of products offered nowadays by Promo Italia is the result of the knowledge acquired along the years. Twenty years ago, this sector was still unripe. If you remember a beauty cream was considered a miracle. Today, things have evolved. To be born in those years gave us the opportunity to obtain the technical
know-how and become what we are today». As far as time, what is the efficiency of the treatments? «Of course, it’s on a case by case basis. For example, there are machineries that give an immediate result like the ones for the skin regeneration cut to wrinkles smoothing. Others, instead, are slower and need more than one appointment to be efficient». How has the aesthetic market evolved from the past? «Well, for sure, it has enormously grown compared to twenty years ago. To give you an idea, it is estimated that today, in Italy, the hyaluronic acid has a market of about forty – fifty million euros».
Is Promo Italia present also abroad? «Besides Italy, the company is present also in the United States, Asia and South America. We have a capillary distribution that could reach any part of the world. We are among the few Italian companies with offices in Dubai, and recently, the expansion includes also new markets like those of Eastern Europe -and to be more specific- Poland. Until now, our billing comes from the internal market since we are present in each region with about ten agents, while the remaining 40% comes from the external market where instead of selling directly, we essentially work through a series of distributors who buy and sell our product». >
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Where is the highest demand? «In the past, the highest demand was in the United States. Today, it is quite uniform. Right now, for example, Russia is among the countries with a consistent demand. In fact, despite the economic crisis, this is a sector that hasn’t stopped. On the contrary, it continues to grow». Which are the variables that could bring added value with respect to your competitors? «The first variable on which we are concentrated is innovation. To be always the first on the market, you need an innovative product which you can obtain only by investing in research and development». As far as R&D is concerned, how many patents Promo Italia has today? «Promo Italia now has about twenty patents which make our products unique in the world since part of our billing is regularly invested in research and development. So, we have a legal office dedicated only to the protection of our patents and brand». How do you recognize the future trends in your sector? «I think the secret is that of keeping your eyes always open. It is important to notice all the trends, even those in the neighbour markets from which new input and ideas can come from. I travel a lot, especially on business and this has made me a curious and attentive person». Besides your core business, let’s talk about the collateral activities. How does the product offer is enlarged and which are the services offered? «In the latest years, we have noticed that our products are very successful not only in the medical-aesthetic sector so our company has decided to use also the channel business to consumer in addition to the business to business one. In the specific case, we have opened the
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Anti-aging Centres, located in strategic points of the city and founded to satisfy the needs of those clients pursuing the concepts of beauty and wellbeing. Annexed to the Anti-aging Centre, you can also find the Anti-aging café where the idea is that of gathering the doctors’ experience in a place favouring socialization and promoting healthy food and drinks. Inside these facilities, quick and efficient treatments can be done while drinking a supplement.». //
Prodotti ed innovativi macchinari PromoItalia PromoItalia’s innovative products and machines
Christy Turlington wears Love Chain Collection - robertocoin.com JOIN US TO SUPPORT CARE’S WORK TO HELP EMPOWER WOMEN WORLDWIDE.
Rome Via Vittoria 9 Tel. 06 32652439
Venice P.zza S. Marco 131 Tel. 041 5224563
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Vendesi la Casa del Presidente degli Stati Uniti Valeria Vittozzi
Vendesi abitazione signorile dotata di cancelli in ferro battuto, trentasei camere da letto ampie e luminose, cura dei dettagli, lussuoso arredamento, ampio parcheggio e … una Stanza Ovale! Tutto porterebbe a pensare che Barack Obama abbia deciso di vendere la propria residenza per sanare la crisi economica, ma due indizi confutano l’ipotesi; questa splendida abitazione è situata ad Atlanta e non a Washington DC e la metratura totale è di 1550 metri quadrati contro i 5000 della Casa Bianca. Si tratta di una vera e propria replica in versione ridotta della Casa Presidenziale, in vendita per 9,88 milioni di dollari. Il proprietario del Palazzo è Fred Milani, un imprenditore americano di origini iraniane, che sette anni fa decise di costruire una residenza che fosse quanto più rispondente possibile alla White House, nella quale ha vissuto fino a poche settimane fa. Il bizzarro proprietario l’ha adornata con tappeti, litografie dei Presidenti degli Stati Uniti, ambientazioni medio-orientali e con simboli di autocelebrazione, come un busto dello stesso Milani collocato in piscina. Non mancano L’Oval Office, molto simile a quello nel quale svolgono i propri affari lavorativi i Presidenti degli Stati Uniti, una camera degli ospiti denominata Lincoln e il balcone Truman. Frequente meta per turisti muniti di macchine fotografiche, la Casa Bianca di Atlanta è diventata un vero e proprio status symbol della città. Una dolorosa decisione per Frank Milani, che a causa della recessione economica, è stato costretto a mettere in vendita la singolare e maestosa abitazione; tra i possibili acquirenti figurano uomini facoltosi di tutto il mondo tra i quali spiccano degli imprenditori di Dubai. Una dimora certamente non usuale, che donerà al futuro proprietario l’illusione di poter vivere, almeno tra le proprie mura domestiche, come se fosse il Presidente degli Stati Uniti.
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The house of the President of the United States on sale On sale: elegant house with wrought iron gates, thirty-six large and lighted bedrooms, care for details, luxurious furniture, ample parking lot and…an Oval Room! All might lead us to think that Barack Obama has decided to sell his own residence to heal the economic crisis but two clues rebut this hypothesis; this gorgeous house is located in Atlanta and not in Washington D.C. and its total surface is of 1550 square meters versus the 5000 ones of the White House. It’s a true reproduction on a smaller scale of the Presidential
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Residence on sale for 9,88 million dollars. The owner is Fred Milani, an American entrepreneur of Iranian origins who, seven years ago, decided to build a residence as much similar as possible with the White House and in which he has lived until a few weeks ago. The bizarre owner has decorated the house with rugs, lithographs of Presidents of the United States, Middle-East settings and symbols of auto-celebration like a bust of himself in the pool. There is also the Oval Office, very similar to the one where United States’ Presidents carry their businesses out, a guest-room called Lincoln and a balcony with the name of Truman. A popular attraction for tourists with cameras, the Atlanta White House has become a true status symbol of this city. This is a painful decision for Frank Milani who has decided to sell
this unique and gorgeous house because of the economic crisis; among the potential buyers, there are wealthy men from all over the world and, in particular, some entrepreneurs from Dubai. Certainly, this is not a common house which will give to its new owner the illusion of living as if he was the President of the United States.
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Amorex la pillola contro il mal d’amore Raffaella Maiullo
Photo courtesy Photos8.com
Chi, almeno una volta, non ha sofferto per amore? Magari per un tradimento, o perché si sentiva trascurato dal partner, o perché non era ricambiato in modo equo e per altri mille motivi. Fatto sta che chiunque ci è passato. Così, l’unico modo per attenuare il dolore era tuffarsi nei dolci, agguantare il buon vecchio cioccolato… oppure sfogarsi con il migliore amico di turno. Oggi invece si può confidare in un nuovo alleato tutto da scoprire, è stata inventata Amorex: la pillola contro il mal d’amore che promette a tutti gli amanti e non solo, di porre fine alle loro sofferenze. Il ritrovato che rende liberi dalle pene d’amore si ricava da un frutto esotico che si chiama Griffionia simplicifolia e cresce su di un albero in Costa d’Avorio; tuttavia il suo utilizzo non è nuovo alle popolazioni africane, che già da tempo godono dei suoi frutti per non dolersi, infatti si può utilizzare anche per mali di altra natura, come la perdita di persone care. Funzionerà? Cancellerà davvero il dolore? La pillola, infatti, funziona intervenendo sui messaggeri chimici del cervello che si alterano quando si soffre per amore. E allevierà così, i dolori sentimentali più angosciosi. La si può trovare per ora, in Austria, poiché la Coropharm, la casa farmaceutica produttrice è situata in Carinzia, il più meridionale degli Stati federali Austriaci; la compressa è acquistabile senza ricetta medica al prezzo di 18 euro per confezione.
Amorex the pill against lovesickness Who, at least for one time, has not suffered of lovesickness? Maybe for a cheating or because neglected by the partner or not equally loved back or for a thousand of other reasons. However, it’s a fact that everybody has gone through this experience. So, the only way to alleviate the grief was to dive into sweets, eat the good old chocolate or pouring out with the occasional best friend. Today, instead, you can rely on a new ally, all to be discovered. Amorex the pill against lovesickness has been invented with the purpose of ending all lovers’ pains. The invention that sets free from love suffering comes from an exotic fruit called
Griffonia Simplicifolia growing on the Ivory Coast; however, its use is not new to African populations who have been using its fruits against pain. In fact, it can be used also for pains of other nature like in the case of the loss of a dear one. Will it work? Will it truly cancel pain? The pill, in fact, works intervening on the chemical messengers of the brain that get altered when someone is love sick. And so, it will alleviate the most anguished sentimental pains. You can find it in Austria since, Coropharm, the pharmaceutical house producing it, is located in Carinzia, the most southern Austrian Federal State. The pill costs 18 euro a box and can be purchased with no prescription.
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PROFUMO DI DNA Mentre le maisons de perfumes di tutto il mondo si affannano ogni anno alla ricerca di nuove e sorprendenti fragranze da lanciare sul mercato, Carlton Enoch e la sua azienda si fanno strada tra i nasi più esigenti, lanciando un prodotto esclusivo e atipico, ricavato dalla doppia elica dei propri clienti. Il procedimento utilizzato dalla californiana My DNA Fragrance è apparentemente molto semplice: attraverso un tampone salivare inviato a coloro che effettuano l’ordine online, l’azienda estrae un campione di DNA e da questo ne ricava una fragranza unica e inimitabile, quanto lo è il DNA di ciascun individuo. Il costo di questa meraviglia customizzata si aggira tra gli 80,00 e i 140,00 Dollari a seconda che si tratti di un eau de toilette maschile o femminile, una cifra più che modesta tenuto conto dell’originalità del prodotto! Nonostante i dubbi degli internauti, convinti che dietro il business del profumo personalizzato My DNA Fragrance si nasconda il meno nobile scopo di creare una banca dati internazionale, sono abbondanti le garanzie sulla privacy offerte ai consumatori sul sito mydnafragrance.com. Per i più diffidenti, o per chi non fosse
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soddisfatto dell’ odore dei propri geni, l’azienda propone la linea Antiquity, frutto dei DNA di celebrità defunte dell’ultimo secolo, ottenuti attraverso una partnership con il più grande collezionista di capelli famosi, tale John Reznikoff. Da Marilyn Monroe ad Albert Einstein, dal Barone Rosso ad Elvis Presley, fino all’ultimo mito moderno, Michael Jackson, punta di diamante della collezione e campione di vendite indiscusso. Eppure, tra chi storce il naso al sol pensiero e chi è affascinato dal feticcio, non è difficile intravedere una nuovissima frontiera per la vanità dei vip di tutto il mondo.
DNA scent While “maisons de perfumes” all over the world search for new and surprising fragrances to launch on the market,
Carlton Enoch and his firm are advancing among the most demanding noses with an unusual and atypical product derived from their customers’ double helix. The proceeding used by the Californian My DNA Fragrance is apparently very easy: the company – through a salivary pad sent to those who make their order online – draws a sample of their DNA thus producing a unique and non-imitable fragrance, just like everybody’s DNA. The cost of this customized marvel is about 80,00 and 140,00 dollars whether it is a male or female eau de toilette, a quite modest price considering the originality of the product! Internauts are convinced that the personalized perfume business – My DNA Fragrance – hides the less noble purpose of creating an international data bank. Despite these doubts, there are many privacy warrants offered to consumers
on the web site mydnafrangrance.com. For the most sceptical ones, or for those unhappy with the “perfume of their own genes”, the company offers the Antiquity series resulted from the DNA of celebrities died in the recent century and obtained thanks to a partnership with the greatest collector of popular hair, a certain John Reznikoff. From Marilyn Monroe to Albert Einstein, from the Red Baron to Elvis Presley and the most recent legend of Michael Jackson who is the diamond point of this collection and undisputed champion of sales. And among those who are against this business or those who are fascinated by fetishism, it is not difficult to foresee a very new frontier for VIPs’ vanity from all over the world.
foto (cc) di blprnt van /flickr
Gilda Ruzzi
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Quando la rinascita economica passa All’ombra degli Urali: un’intervista esclusiva al Presidente della MESI, Vladimir Tikhomirov, sul possibile sviluppo delle imprese del Mezzogiorno in Russia Manlio Del Giudice
The economic renaissance in the Urals’: an exclusive interview with the President of MESI, Vladimir Tikhomirov, on the potential development of Mezzogiorno’s companies in Russia
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2010
anno della ripresa economica: non ancora voce corale, ma polifonia accennata ed ancora spezzettata, riecheggiante negli ambienti economici del globo; mentre il rilancio dell’economia non accenna ancora a varcare le soglie finanziarie dei mercati, ma in buona parte solo quelle strategiche. Eppure, in un simile clima di incertezza, ci sono nazioni che non hanno arrestato il proprio sviluppo: la Russia, secondo i dati di Index Mundi del 2009, ottava potenza al mondo nella classifica del PIL, con solo il 15,8% della popolazione sotto la soglia della povertà (meno degli Emirati Arabi Uniti), primo produttore al mondo di gas naturale (656 miliardi di metri cubi all’anno) e secondo produttore al mondo di petrolio (dopo l’Arabia Saudita), un tasso di disoccupazione al 6,2% (contro il 6,8% dell’Italia ed il 7,2% degli USA), un tasso di accrescimento industriale del 3,5% (contro il tasso negativo italiano del -2,8%), candidata naturale a trainare lo sviluppo economico mondiale ed a rappresentare uno dei mercati più appetibili per le industrie dello Stivale. Ma la produzione di valore aggiunto serpeggia come il Volga attraverso percorsi fatti di fertilizzazione culturale e di trasferimento di conoscenze: ed è così che, nella cornice del nuovo Trattato di Lisbona, della cooperazione Nato-Russia, nata a Pratica di Mare nel 2002 e rilanciata dal recente vertice di Corfù, con Roma secondo partner europeo di Mosca e suo quarto partner commerciale nel mondo, nasce il felice sodalizio tra le Università MESI (Moscow State University of Economics, Statistics and Informatics) e la SUN (Seconda Università degli Studi), a marcare l’inizio di una lunga e proficua serie di progetti, nel segno dello sviluppo imprenditoriale delle due nazioni. La MESI, fondata nel 1932, forte di oltre 150.000 iscritti, vanta una forte esperienza nel campo delle tecniche di blended learning, l’applicazione delle nuove tecnologie informatiche ai percorsi formativi. Riconosciuta nel 2004 migliore Università di Mosca, nell’ottica di rendere quanto più interessante ed allettante la sua offerta formativa, l’Ateneo russo ha varato diversi progetti di rilievo internazionale, programmi di ricerca e progetti formativi (TACIS, UNESCO, Banca Mondiale, Fondo Eurasia, National Training Foundation, solo per citarne alcuni). E guardando alla nostra Penisola, è stavolta l’area casertana a tingersi di bianco, blu e rosso. Lo scambio di docenti e studenti, i corsi di laurea in comune, la creazione di uno spazio virtuale di cooperazione economica in-
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ternazionale, l’outline di un progetto di incubazione d’impresa a distanza, l’esportazione delle eccellenze italiane in territorio russo, la pianificazione di investimenti russi in Italia in settori strategici. Tante tessere di un unico mosaico. Forse enigmatico, per chi guarda ancora con diffidenza il mercato russo e le sue enormi potenzialità. Quasi come se il tempo si fosse fermato a quando, più di ottanta anni fa, Winston Churchill diceva che «La Russia è un rebus avvolto
in un mistero che sta dentro a un enigma». Fortunatamente, per chi ha voglia di fare affari, oggi, i mercati russi non sono poi così enigmatici come sembrano… In esclusiva per EM/ME, il Presidente della MESI, Vladimir Tikhomirov (nella foto) racconta cosa bolle in pentola per le imprese italiane.
Il 15 dicembre 2009 è stato firmato un importante accordo tra Mesi e S.U.N. (Seconda Università degli Studi di Napoli) per la realizzazione di una ricerca sulle opportunità di penetrazione nel mercato russo per alcuni prodotti tipici casertani. Un altro rapporto è stato avviato tra la Camera di Commercio di Caserta ed i magazzini russi GUM per la possibile apertura di uno shop corner, “Terra di lavoro”, presso il prestigioso centro espositivo
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foto (cc) di Satbir /flickr
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nella nostra Università che nella Seconda Università degli Studi di Napoli. I risultati sono stati esposti durante un incontro svoltosi il 19 gennaio presso la Camera di Commercio di Caserta, in presenza di un folto numero di imprenditori e di personalità di rilievo appartenenti al mondo della scienza e dell’ educazione. Devo ammettere di essere molto soddisfatto di come proseguono i lavori, seguiti alla firma formalizzante l’accordo, difatti si è avuto il massimo sostegno dall’universo degli affari e delle imprese. In tal modo, si sono potuti ampliare piani e progetti futuri; la definizione della seconda fase avrà luogo a marzo a Mosca. Già oggi,
foto (cc) di Ultimate Competitions Ltd /flickr
che affaccia sulla piazza Russa. Questi progetti hanno l’evidente obiettivo di dare rilievo all’esportazione dei prodotti casertani in Russia. Qual è il reale riscontro da essi già ottenuto? «L’idea di fondo era di portare avanti una ricerca formata da quattro valevoli progetti elaborati da ricercatori sia italiani che russi. Queste ricerche mirano a creare le condizioni necessarie per il trasferimento di know- how dall’Italia, o meglio dalla provincia di Caserta, verso la Russia. In questo breve periodo si è formalizzata la scelta dei ricercatori, che avrebbero preso parte al progetto, e si è compiuta la prima fase di ricerca. Il lavoro è stato effettuato sia in Italia che in Russia, sia
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possiamo constatare gli effetti sinergici di questo lavoro, testimoniato da valide attività svolte in partnership dai ricercatori della Seconda Università di Napoli e della nostra Università a Mosca, su cui alcuni imprenditori italiani hanno mostrato interessi concreti e reali». Qual è percezione del Mezzogiorno d’ Italia in Russia? «Sfortunatamente in Russia si conosce realmente poco dei prodotti tipici del Sud e della produzione italiana in genere, difatti occorrerebbe lavorare molto seriamente in quest’ambito ed incrementare le comunicazioni in merito». Cosa consiglierebbe agli imprenditori nostrani che vogliono esportare in Russia, come agire e quali strategie utilizzare? «Io consiglierei di rivolgersi ad un interlocutore professionale, prima su tutti alla Seconda Università degli Studi, laddove grazie all’esperienza ed alle capacità del Preside Maggioni si traccerebbe, senza dubbio, la strategia più idonea da perseguire. In seguito si potrebbe effettuare uno studio sul campo e creare utili sinergie tra le parti: la SUN, con il gruppo di ricercatori e professionisti coordinati dal Prof. Maggioni curerebbe la parte italiana e l’Università MESI di Mosca potrebbe dedicarsi a quella russa: queste sarebbero le prassi ottimali per offrire una consulenza molto qualificata agli imprenditori». I rapporti Mesi-S.U.N. sono stati instaurati anche per un progetto che tenda a dare alle piccole-medie imprese casertane una qualche visibilità, se vogliono presentarsi sul mercato russo. Alla luce di questa realtà e degli accordi firmati si prevede una concreta prospettiva per tendere ad amplificare questi rapporti commerciali? In che modo essi potrebbero produrre un plus valore? «Approvo in pieno la prospettiva tendente all’amplificazione di questi rapporti commerciali e culturali, difatti si cerca di incrementare le politiche di comunicazione, di marketing e rafforzare le Pubbliche Relazioni, affinché con la promozione del business e delle imprese, le stesse possano diventare più conosciute e visibili sul mercato russo». Per quanto concerne i rapporti Italia-Russia, nell’ultimo bimestre si è parlato di rapporti privilegiati con un forte interscambio commerciale, nel quale le nostre esportazioni in Russia sono soprattutto macchinari, tessili, arredamento, mentre le importazioni russe in Italia sono per lo più prodotti energetici, all’incirca il 70%, quali sono i reali investimenti russi in Italia? «Non escludo naturalmente la possibilità di investimenti russi in Italia, ma non vedo una strada particolarmente auspicabile, piuttosto vedrei molte possibilità di creazioni di joint-ventures tra le
imprese del casertano e imprese russe in Russia». Quali sono gli aspetti di scambio cross-culturale e quale il ruolo dell’Information Technology per incrementare questa sinergia? «La ricerca che abbiamo effettuato ha dimostrato che in Russia si conosce poco del Mezzogiorno italiano ed, a mio parere, occorrerebbe divulgare e popolarizzare la conoscenza e l’eredità culturale dell’Italia del Sud e dell’Italia in generale, così come bisognerebbe incrementare la conoscenza in Italia della cultura russa. Sabato 16 gennaio si è conclusa la mostra sui Tesori del Kremlino svoltasi nel museo di Caserta, è stato, secondo me, il primo evento di forte rilievo nel campo cross-culturale, allo stesso modo l’ingegnere Crispino aveva organizzato poco tempo prima una mostra sulla Reggia di Caserta al Museo Puskin di Mosca. Direi che si sta creando una buona sinergia negli scambi crossculturali, ma c’è bisogno di concentrarsi sempre più per produrre efficaci cross fertilization nel campo della scienza, dell’ arte contemporanea e dell’educazione. L’orientamento è incentrato sulla necessità di convogliare idee, interessi e necessità dei giovani. E’ grazie alla forza delle brillanti menti che si produce valore aggiunto, difatti i giovani, con la loro grande volontà, costruiscono il presente e progettano il futuro, cercando di raggiungere, con tutte le loro forze importanti traguardi, ed è nostro compito aiutarli attraverso progetti di crescita professionale e scambi cross-culturali».
The economic renaissance in the Urals’: an exclusive interview with the President of MESI, Vladimir Tikhomirov, on the potential development of Mezzogiorno’s companies in Russia 2010, the year of the economic renaissance: it is not an unanimous voice yet but a hinted and still fragmented polyphony echoing in the global economic environment while the economy’s restart is hardly overcoming financial – and strategic - markets’ thresholds . Yet, in such an uncertain time, there are nations who have not stopped their growth: according to 2009 Index Mundi’s data, Russia is one of them. It is the eighth world power for its GPL, with only 15,8% of its population under the threshold of poverty (less than the United Arab Emirates), first producer in the world of natural
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gas (656 billions of cubic meters a year) and second producer of oil (after Saudi Arabia), with an unemployment rate of 6,2% (against Italy’s 6,8% and USA’s 7,2%), a 3,5% of industrial growth rate (against the Italian negative one of -2,8%), a natural candidate to draw the world economic development and to represent one of the most appealing market for Italian companies. But the production of added value flows like the Volga through paths made of cultural fertilization and technological transfer: so
following the new guidelines of the Lisbon Treaty, of the cooperation NATO-RUSSIA established at the Pratica di Mare Summit in 2002 and recently renewed in Corfu, with Rome as Moscow’s second European partner and its fourth commercial partner, the MESI University (Moscow State University of Economics, Statistics and Informatics) and the SUN (Second University of Naples) have signed an agreement for a long and productive series of project encouraging the entrepreneurial growth of the two countries. Established in 1932, MESI counts more than 150.000 students, it is a leader in the blended learning field and the application of new technologies in informatics applied to educational training. Recognized as the best University of Moscow in 2004, with the perspective of making its educational offer more interesting and appealing, the Russian University has screened several international projects, research programs and training projects (TACIS, UNESCO, Global Bank, Eurasia Fund, National Training Foundation, just to mention some). Now, looking at our peninsula, it’s the Caserta area that embraces the white, blue and red colours.
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the mobility of faculties and students, joint degrees, the creation of a virtual space of international economic cooperation, the outline of a “distance” incubator for enterprises, the export of Italian excellencies, the planning of Russian investments in strategic sectors in Italy. Many tiles of the same mosaic, maybe still a little enigmatic for those who are not persuaded by the potentials of the Russian market. Just as if time had stopped more than eighty years ago, when Winston Churchill said that «Russia is a rebus wrapped in a mystery contained by an enigma». Hopefully, for those who want to do business today, Russian markets are not that enigmatic as they might seem… In an exclusive interview for EM/ME, Vladimir Tikhomirov, President of MESI tells us what is brewing for Italian companies.
On December 15th 2009, an important agreement has been signed between MESI and S.U.N. (Second University of Naples) aiming at carrying out a research about the opportunities some typical products from Caserta have in order to enter the Russian market. At the same time, a collaboration between the Caserta Chamber of Commerce and the Russian GUM department stores has started for the possible opening of a shop “Terra di Lavoro” inside the prestigious expo centre overlooking the Red square. These projects’ goal is to emphasize the export of Caserta products in Russia. What has been achieved so far? «The main idea was to carry on a research made of four valid projects elaborated by both Italian and Russian researchers. These researches aim at creating the necessary conditions to transfer Italian know-how, or to better say from the province of Caserta, towards Russia. In this short period we have completed the official selection of the researchers participating in the project and the first phase of the research. The work has been carried out both in Italy and Russia, in our University and at the Second University of Naples. The results have been presented at a meeting that took place on January 19th at the Caserta Chamber of Commerce before a large audience of entrepreneurs and prominent representatives of the scientific and academic world. I need to say I am very satisfied with how the works are progressing after the signature of the agreement. We have obtained the support of business people and companies. For this reasons, we have enlarged plans and projects for the future; the definition of the second phase will take place in Moscow in March. Today, we can already see the synergic effects of this work thanks to valid activities carried out in partnership by researchers from the Second University of Naples and by our University in Moscow that are of real interest for some Italian entrepreneurs».
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exclusive interview
How is the Italian Mezzogiorno perceived in Russia? «Unfortunately, in Russia there is little awareness of the production of typical products from the South and of Italian production in general. In fact, there is the need for a better communication at this regard.».
«I totally share the perspective of expanding cultural and commercial ties. In fact, we’re trying to increase communication and marketing policies, to strengthen Public Relations so to make companies more popular and visible on the Russian market». As far as bilateral relations between Italy and Russia are concerned, the last two months have spoken about strong and privileged commercial ties. Italian exports in Russia are above all machineries, textiles products, furniture while Russian importation in Italy are mainly energetic products which represent about 70%. What are the true Russian investments in Italy? «Naturally, I don’t exclude the possibility of Russian investments in Italy but I don’t see a foreseeable path right now. I would rather see joint-ventures between companies in Caserta and Russia».
The collaboration MESI-SUN has started also with the aim of giving visibility to Caserta small and medium companies willing to enter the Russian market. On the basis of this and according to the signed agreements is there a real strategy to expand these commercial ties? And in what way this collaboration might produce an added value?
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What is your advice for our entrepreneurs willing to export in Russia? What strategies would they need to use? «I would suggest to involve a professional interlocutor like the Second University of Naples where thanks to Dean Maggioni’s experience and professional skills, it would be easy to understand the most appropriate strategy to follow. Then, a sectorial study could be conducted in order to create useful synergies between the parties: the SUN, with the group of researchers and professionals coordinated by Prof. Maggioni would develop the Italian part while the University MESI in Moscow could develop the Russian one. This could result in a very qualified consultancy to offer to entrepreneurs».
What are the cross-cultural aspects and what is the role of Information Technology that could improve this synergy? «The research we have made has shown that in Russia the Italian Mezzogiorno is not known. In my opinion, we should work in order to increase awareness of the Southern Italian and Italian culture and legacy in general. At the same time, also the Russian culture should be promoted and better spread in Italy. On Saturday, January 16, the exhibit of the Kremlin’s treasure at the Caserta Royal Palace ended. I think this has been the first important cross-cultural event. In the same way, Engineer Crispino had organized on the Caserta Royal Palace at the Puskin Museum in Moscow. I would say that a good synergy is arising in the cross-cultural field but there is always need of concentration to create efficient results in the fields of science, contemporary art and education. We are oriented towards youth, their needs and interests. It is thanks to brilliant minds that we can produce added value and young people, with their will, build the present and plan the future trying to reach important goals. And we have to help them through projects aiming at their professional growth and cross-cultural exchange».
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Il logo “si stacca” e prescinde dal (la descrizione del) prodotto. Il marchio FIAT. Carlo Camerlingo, Phyllis De Stavola
Nella storia del logo si può talvolta ritracciare la storia aziendale e addirittura il richiamo della storia di un paese. Attraverso lo sforzo di rispondere all’evoluzione del gusto e delle tendenze, non solo nella gamma e nell’assortimento dei prodotti ma, anche nelle rielaborazioni grafiche della comunicazione visiva che parte appunto dal logo, le aziende riflettono in qualche modo le attitudini collettive e i movimenti ideologici del loro mercato-target. In questa risposta-riflesso aziendale al gusto epocale, nella percezione da parte del mercato il logo, a sua volta, “si stacca” e prescinde dalla descrizione del prodotto. Nel caso FIAT, non occorre affiancare alcun prodotto al logo per riconoscerlo. FIAT è un nome proprio, celeberrimo, che designa quasi come un sinonimo in Italia l’automobile. Lo svuotamento, la scarnificazione del logo, privato –come semi dalla polpa del frutto– del contenuto letterale, è reso possibile dalla pregnanza della componente puramente grafica il cui significato evocativo è pienamente sufficiente al raggiungimento dell’obiettivo. La stessa parola FIAT è di per sé un acronimo (una sigla) senza significato che rimanda a un gruppo di parole che, nel loro insieme hanno senso compiuto: Fabbrica Italiana Automobili Torino. Il simbolo stilizzato rimanda a una sigla “senza significato”. Per inciso anche l’Alfa Romeo nasce come marchio in parte così: Alfa sta per Anonima Lombarda Fabbrica Automobili mentre Romeo è il cognome del fondatore; il marchio Lancia rimanda invece esclusivamente al nome del fondatore.
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Ripercorriamo velocemente la storia del logo FIAT. Il primo marchio della casa automobilistica compare per la prima volta addirittura nel 1899, vale a dire oltre un secolo fa, e da allora è stato oggetto di numerosi re-styling. La riprogettazione del logo è avvenuta inizialmente (otto volte nel periodo 1901-1939) in occasione del lancio di un nuovo modello (1901, 1904, 1921, 1925, 1929, 1931, 1932, 1939), per poi rimanere immutato per trent’anni (fino al 1959) ed essere poi periodicamente rimaneggiato nel 1965, 1968, 1982, 2000, 2006 fino al più recente restyling del logo FIAT, nel 2006, che richiama nuovamente lo scudo del 1939. Solo il primo logo di fine ottocento riportava per esteso il nome e l’acronimo. Da inizio ‘900 in poi si è optato esclusivamente per l’acronimo. A differenza di altri logo rimasti immutati, come ad esempio quello della casa automobilistica Mercedes, la stella a tre punte, il logo FIAT ha subito numerosi rimaneggiamenti evolvendosi in oltre un secolo nella geometria dello scudo (ovale, tondo, quadrato), nella presenza o assenza di linee, nelle opzioni cromatiche dello sfondo che oscilla in prevalenza tra il blu e il rosso, nel font delle lettere con stirature del carattere – moderno ma sempre evocativo dei caratteri storici, nel frame con la cornice di alloro (argento o dorato) o contorno liscio (in rilievo o piatto). Un esempio di logo-riflesso evocativo della storia è dato da quello apparso nel 1968, anno della rivoluzione culturale giovanile in Europa, in cui fa la sua comparsa la concept car “City Taxi” della FIAT e con essa un
nuovo logo rivoluzionario che sarà utilizzato fino al 1972. In esso, il nome è posto all’interno di un reticolo. Le linee delle lettere e del reticolo sono rette e inclinate, la scritta è suddivisa in 4 rombi affiancati orizzontalmente e per la prima volta le lettere sono separate fra di loro. Il carattere cambia radicalmente, per la prima volta dal 1901. Non a caso compare su una “concept car”, un prototipo non destinato alla produzione di serie ma ad essere dimostratore, laboratorio per soluzioni tecnologiche da trasferire alla produzione in seguito, su più modelli e in tempi diversi, a seconda del loro grado di maturità e delle esigenze del mercato. In una versione ulteriormente stilizzata (1982) il logo veniva svuotato dal contenuto letterale riducendosi a cinque aste inclinate a destra riproducenti i limiti delle nicchie in cui le singole lettere erano incastonate (limiti verticali, essendo scomparsi i corrispondenti elementi orizzontali che concorrevano a costituire il reticolo). Il nuovo logo stilizzato con le 5 barre inclinate, che compare sulla Fiat Panda. non sostituisce il precedente, ma i due marchi coesistono e risultano sempre rappresentati entrambi sulle carrozzerie delle auto. Ma come fa un logo a staccarsi dal(la descrizione) del prodotto? Innanzitutto, un logo ha a che fare con simboli e archetipi. È una porta verso un universo di significati che designa sinteticamente e ai quali dà accesso come fosse una scorciatoia. In retorica si usa il termine “icastico”, dal greco eikastikòs, >
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concernente la rappresentazione (cfr. il verbo eikàzo, rappresento attraverso un’immagine): aggettivo che designa un elemento (parola o locuzione) dotato di particolare efficacia rappresentativa, di una forza prodotta dall’immagine. Nel caso di persone cieche-sordo-mute sicuramente i canali sensoriali vista-udito non sarebbero utilizzabili, e occorrerebbe percorrere altre vie e i contenuti dovrebbero assumere forme alternative. Questi fenomeni rimandano a vari meccanismi di natura psicofisiologica. Hanno quindi a che vedere con la psicologia della percezione e della forma (Gestalt) e con la neurofisiologia (con le parti “profonde” e quelle corticali - associative dell’organizzazione cerebrale). Il rendersi autonomo del logo rispetto alla sua parte descrittiva (verbale) ricorda il
meccanismo del “riflesso condizionato” di Pavlov. La grafica “vive” di percezione e psicologia della forma, non può farne a meno come ogni forma di arte. A pubblicitari e artisti questo argomento interessa molto da vicino. Il loro problema è veicolare attraverso un prodotto “non verbale” (a meno che si tratti di scrittori o poeti) un contenuto, con un prodotto grafico.
The logo is “separate” and leaves the description of the product aside. The FIAt. In the logo history, sometimes, you can trace the history of a business and that of a country. Through the effort of responding
to changes of tastes and trends, not only in the range and variety of products, but also in the graphic revisions of visual communication – that begins with a logo – companies, somehow, reflect collective attitudes and ideological moves of their target-market. In this business response-reflex to the current trend, in the perception of the market, the logo, in turn, “is separate” and leaves the description of the product aside. In the FIAT case, it is not necessary to associate any other product to recognize it. FIAT is a very popular proper noun and in Italy is synonym of “automobile”. The emptying, the stripping of the logo deprived – as in the case of the pulp from the fruit – of its literal meaning is possible thanks to the importance of the graphic component whose evocative meaning is fully sufficient
Proposizione di cibo
Attivazione (salivazione)
Cibo + campanello
Attivazione (salivazione)
Solo campanello
Attivazione (salivazione)
Proposizione di nome
Attivazione (decisione di acquisto)
Proposizione di nome
Attivazione (decisione di acquisto)
Solo logo
Attivazione (decisione di acquisto)
FIAT
FIAT
Proposizione di logo
Caso FIAT
Meccanismo del riflesso condizionato di Pavlov.
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Meccanismo del riflesso condizionato di Pavlov.
to purse the goal. The word “FIAT” is already an acronym without “meaning” but indicating a group of words that together have a specific meaning “Fabbrica Italiana Automobili Torino” (Italian Automobile Factory Turin). The stylized symbol indicates an acronym “without meaning”. Incidentally, the Alfa Romeo brand comes to life this way: Alfa stands for Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (Lombard Anonymous Automobile Factory) while Romeo is the last name of ist founder; the Lancia brand indicates, instead, exclusively the name of the founder. Let’s quickly trace back the history of the FIAT logo. The first one of the automobile company appears for the first time in 1899, almost a century ago. Since then, it has undergone much re-styling. The revision of the logo has started, initially, (eight times from 1901 to 1939) in occasion of the presentation of the new model (1901, 1904, 1921, 1925, 1929, 1931, 1932, 1939), to stay unchanged for thirty years (until 1959) and be periodically revised in 1965, 1968, 1982, 2000 and 2006, year in which the revision recalls the 1939 shield. Only the first logo toward the end of the nineteenth century had the name and the acronym in full. At the beginning of ‘900 and later on, only the acronym was chosen. Despite other unchanged logos, like the Mercedes one, the three pointed star, the FIAT logo has undergone numerous changes in more than a century, in its shield geometry (oval, circle, square), in the presence of lines, in the background chromatic options shifting mainly from blue and red, in the letters’ font with a more stretched one – modern but always evocative of the historical fonts, in the frame with a laurel wreath (silver or golden) or a smooth outline (relief or flat). An example of reflected-logo evocative of history is given by the one appeared in 1968, year of the European cultural youth revolution when the FIAT (concept car)
“City Taxi” appears and, with it, the new “revolutionary” logo that will be used until 1972. In this one, the name is placed inside a reticulation. The lines of the letters and of the reticulation are straight and inclined. The writing is divided in 4 horizontal diamonds one next to the other and, for the first time, the letters are separated. The font radically changes in 1901 for the first time. It’s not by chance that it appears on a “concept car”, a prototype not destined to mass production but to be a tester, a laboratory for technological solutions that will be later transferred to production on many models and at different times according to their maturity degree and market needs. In a further stylized version (1982), the logo was emptied of its literal content reproducing only five inclined forward bars indicating the limits of the niches where single letters were set (vertical limits since the horizontal ones that made the reticulation had disappeared). The new stylized logo with the 5 forward bars which will appear on Fiat Panda will not replace the previous one but the two logos will co-exist and will always be both present on the autos’ body.
nature. They then deal with the psychology of perception and form (“Gestalt”) and with neuro-physiology (with the “inner” parts and the cortical-associative ones of the brain organization). The logo autonomy from the descriptive (verbal) part reminds of the Pavlov “conditioned reflex” mechanism. Graphics “nurtures” itself of perception and psychology of shape, it can’t live without them as every form of art. Advertisers and artists are very interested in this topic. Their problem is to spread through a “non-verbal” product (unless they are poets or writers) a content with a graphic product.//
First of all, a logo has to deal with symbols and archetypes. It’s a window on the world of meanings which designates in a synthetic way and to whom it gives access as if taking a short way. In rhetoric, it can be compared to the word “icastico” (figurative) from the Greek eikastikos, concerning representation (cfr. The verb eikàzo, I represent through an image): an adjective designating an element (a word or a locution) with a lot of figurative effect, of a force produced by an image. In the case of blind-thumb-deaf people, the audio-visual sensorial channel would not be used. It would become necessary to pursue alternative ways to display contents. These phenomena evoke various mechanisms of psycho-physiological
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QUATTRO SCHERZI SULLA BELLEZZA RECITATI NEL TEATRO DELL’ECONOMIA Piero Formica
Il bello nella recessione Il viso della recessione è tetro, grigio. Eppure ha un punto di colore rosso, sulle labbra. Anche la Grande Recessione che ha preso tutta la scena nel teatro dell’economia mondiale indulge al rossetto. A dispetto delle brutte notizie economiche, a Singapore sette donne su dieci non rinunciano ai prodotti di bellezza. Magari quelli meno costosi, come il rossetto per labbra. Pare sia stato Leonard Lauder, presidente della Maison Estee Lauder, a coniare l’espressione “fattore rossetto”, dopo aver notato che nei tempi bui dell’economia le vendite di rossetto aumentavano. Addirittura raddoppiarono dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 alle torri di New York. Se, come e quanto si muoverà l’indicatore rossetto nei mesi a venire? Teniamolo d’occhio, perché c’è del bello nella recessione. Il consumo di rossetto è un segno di fiducia nel futuro. Ed è la fiducia che muove il mondo. Il bello delle idee È nei momenti di serendipità che gli esploratori nella foresta delle idee s’imbattono in qualcosa che non cercavano, ma di cui subito percepiscono il significato e riconoscono l’importanza. Sono proprio gli eventi casuali che molto di più generano successi anziché provocare fallimenti. Il bello delle idee che cambiano il mondo è nel circuito di energia da esse innescato. Quel circuito che accelera il metabolismo del corpo sociale ed economico. Esploratore nella foresta delle idee, Henry Ford non ascoltò il canto dei consumatori che chiedevano un cavallo in grado di correre a 60 miglia orarie. Aprì la pista dell’industria automobilistica. L’innovazione chiude un circuito, per quanto virtuoso, e ne apre uno nuovo. Il bello del denaro Si vuole che ci sia del bello nel denaro. Prodotti di bellezza, centri di benessere, vacanze nei Mari del Sud e negli atolli tropicali: una panoplia di proposte che il denaro mette in moto, cambiando in snelle figure che erano appesantite, rendendo come madreperla volti prima aggrinziti, rilassando corpi che erano tesi. Come meravigliarsi, allora, se la bellezza s’arrampica sulla scala del reddito, tentando di raggiungere il ballatoio della perfezione estetica? Più brutti i poveri privi di quella scala; più belli i ricchi che l’hanno a portata di mano. Eppure c’è del veleno nelle pozioni di denaro. Un
veleno che riduce l’attività mentale. Adagiati sul canapè dello status quo, viene il momento in cui ci si trova per terra. L’onda d’urto dell’innovazione ci ha fatto cadere. La nostra bellezza si è infranta. A provocarla non sono gli yachts e i velieri di lusso, ma le modeste e brutte barchette manovrate da giovani menti creative e ambiziose che stravolgono i canoni della società. Il brutto muta in bello. Per chi era bello il clima cambia di brutto. Il concorso di bellezza Chi è la più bella del reame? Attratti da un bel premio in denaro, decidete di entrare nell’agone del premio di bellezza, ma nella metà campo dei giurati. Se vincesse la vostra prescelta, vi aggiudichereste il premio insieme a tutti gli altri che con voi hanno formato il giudizio di maggioranza. Voi pensate di aver un gran gusto estetico che vi porta dritti dritti a scegliere la più bella. Ma, un momento! E se il vostro vedere, il migliore in assoluto, non corrispondesse all’opinione media che si è andata formando tra tutti i giurati? Non paga starsene da soli in cima alla torre per giudicare dall’alto in basso, senza tener conto di quel che gli altri pensano. E non basta. Dovreste far leva sul vostro acume per anticipare ciò l’opinione media si attende che sia l’opinione media. Anche questa scalata di terzo grado potrebbe non essere sufficiente. Ad arrampicate di grado superiore potrebbero ricorrere i vostri colleghi in giuria, come l’economista inglese John Maynard Keynes (1883-1946) faceva notare nel dodicesimo capitolo della sua Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta (1936). Le chance di vincere dipendono allora dalla vostra capacità di interagire strategicamente col gruppo di cui fate parte lungo un certo percorso, per riuscire a cogliere la percezione della bellezza che ha la maggioranza. Rinunciate ritenendo troppo ardua la scalata al premio? Forse è più facile starsene rilassati in un bar a bere con gli amici e attendere che entri la più bella di tutte? Siete al bar di Beautiful Mind, frequentato da John Forbes Nash jr, premio Nobel per l’economia nel 1994 grazie ai suoi studi sulle forze che governano chance ed eventi all’interno dei sistemi complessi nella vita quotidiana. Entra al bar la più bella in un gruppo di cinque belle ragazze. Vada per la bionda! – pensate. Ma se voi con tutti i vostri amici voleste la bionda, nessuna l’avrebbe. Vi ostacolereste l’un l’altro e, per di più, >
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offendereste le altre bellezze. Non resta che rinunciare alla bionda. Il risultato migliore è decidere il meglio per se stessi e per il gruppo di amici. Ancora una volta la scelta del bello s’incrocia con l’interazione strategica. Forse non dovremmo mai fare a meno di prendere in esame aspettative e reazioni degli altri coinvolti insieme a noi in una scelta, anche di quella che pare essere in assoluto la più accattivante per comportamenti unilaterali – la bellezza.
the mental activity. Laid down on the status quo sofa, there it comes the time you find yourself on the floor. The shock wave of innovation made us fall. Our beauty is broken. And it is not because of yachts or luxury ships but modest and ugly little boats manoeuvred by young creative and ambitious minds able to twist social values. The ugly becomes beautiful. For those who were beautiful, the climate dramatically changes.
Four jokes about beauty played in the theatre of economics
The beauty contest Who is the fairest one of all? Attracted by a nice money award, you decide to enter the arena of the beauty contest but as a juror. If your favourite girl won, you would be awarded the price together with those who, like you, represented the majority vote. You think you have a good sense of aesthetics leading you to choose the fairest one. But, wait a moment! And if your backside, the best of all, would not correspond to the average opinion of the other jurors? It does not pay back to be alone on top of the hill to judge from top to bottom without taking into account what others think. And this is not enough. You should count on your intelligence to anticipate what the average opinion thinks an average thought is. Even this third grade climb might not be enough. Your colleagues in the jury might seek the help of more difficult climbs, as the English economist, John Maynard Keynes (1883-1946) underlined in the twelfth chapter of his General Theory of Employment, Interest and Money (1936). Chances to win depend on your ability of interacting in a strategic way with the group you belong to during a certain path in order to seize the perception of beauty shared by the majority. Do you give in because you think the climb to the price is too difficult? Maybe it’s easier to sit at a café for a drink with friends and wait for the most fairest of all to enter? You are at the Beautiful Minds café frequented by John Forbes Nash jr, Nobel prize for Economics in 1994 for his studies on forces controlling chances and events within the complex systems of daily life. The fairest of a group of five girls comes in the café. Yes, the blond! – you all think. But if you with all your friends wanted the blond, nobody would have had her. You would fight each against the other and what is more, you would offend the other ones. The only solution is to give in on the blond. The best result is to decide what is better for oneself and for the group of friends. Once more, the choice of the best crosses a strategic interaction. Maybe we would never give up on expectations and reactions of others involved with us in a choice, even for the one that seems to be the most appealing one for unilateral behaviours – beauty. //
The best of recession The face of recession is dark, grey. Yet, it has lightly red coloured lips. Even the Great Recession that has occupied the entire scene in the theatre of global economics indulges lipstick. Despite the bad news of the economic crisis, in Singapore, seven women out of ten do not renounce to buy beauty products. Maybe they buy cheaper ones like lipstick. It seems that Leonard Lauder, President of the Esteee Lauder brand, is the one who has invented the expression “lipstick factor” after noticing that in the dark days of economics lipstick sales had increased. They doubled after the 9/11 attack against the towers in New York. Will the lipstick indicator move in the months to come? If so, how and how much? Let’s keep it under observation because recession has a good side too. The use of lipstick is a sign of trust in the future. And trust is what makes the world go on. The best of ideas It’s in times of serendipity that explorers in the forest of ideas meet something that they were not looking for, yet immediately perceiving its meaning and importance. Casual events are those that generate more successes than failures. The best of ideas that changes the world is in the network generated by ideas themselves. A network that accelerates the metabolism of a social and economic body. Explorer in the forest of ideas, Henry Ford did not listen to consumers who were asking for a horse able to run 60 miles an hour. He opened the automobile industry. Innovation closes a network, even a virtuous one, and opens a new one. The best of money Even money has its best side. Beauty products, spa, vacations in tropical or Southern seas; a panoply of proposals that money generates changing in nice silhouettes heavy shapes, transforming wrinkled faces in soft mother-of-pearl surfaces or relaxing bodies previously tense. So, why wandering whether beauty climbs the stairs of income trying to reach the gallery of aesthetic perfection? Uglier are the poor ones with no such stairs; nicer the rich ones who own it. Yet, there is poison in money potions. A poison that reduces
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Quando l’e-commerce ti fa grande. Camera Nazionale della Moda e Luisa Via Roma impegnati nel sostegno del progetto “Incubatore” finanziato dal Comune di Milano. Mariano Bonavolontà Internet è, per molti, la piazza dove si realizzano i sogni. Promettenti scrittori usano i blog per pubblicare i propri pensieri, fotografi virtuosi espongono come in una vetrina internazionale le proprie opere, cantanti emergenti usano il web per diffondere le proprie canzoni. Così come nel dopoguerra, quando gli “emigranti” andavano in America per cercar fortuna, vedendola come “Il Posto” dove tutti possono diventare “qualcuno”, oggi con un clic, il mondo ha – forse – la possibilità di vedere ciò che vali. Ripetiamo, clic. Un’onomatopea tanto in voga negli ultimi tempi da averne quasi perso il vero significato. Ma non è una questione linguistica o etimologia, bensì di marketing. Uno dei più fervidi immaginatori dell’attuale epoca, Peter Drucker, non a caso parlava di “economia dell’informazione”, nella quale l’e-commerce avrebbe avuto un enorme successo. Altro lemma che oggi ricorre sempre: e. Non una congiunzione, ma un’abbreviazione. Ciò che veramente fa impazzire, è che Internet non è facilmente preventivabile: troppo reticolare, la sua crescita troppo esponenziale, troppo innovativa anche per i più bravi analisti. Si diceva che
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i libri sarebbero scomparsi con Internet, ma non è stato così, come le concessionarie di automobili. Mentre i vestiti, gli abiti, che per antonomasia sono “da provare”, ecco che sono venduti su internet. Una nuova forma di shopping. Sarebbe troppo lunga la lista delle motivazioni che hanno portato a tale situazione, termini quali “costi di transazione bassi”, oppure “relazione con il consumatore forzata” non renderebbero completamente giustizia ad un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più. E, mentre
vengono scritte queste righe, probabilmente, qualcuno starà comprando qualcosa. La moda, pare il caso di sottolineare “ovviamente”, ha seguito questa scia. Il consumatore fashion è cambiato. Non ritiene più Internet come un surrogato della vita, adatto per i “nerd”. Ormai è divenuto un internauta che molto probabilmente, ha iniziato ad imparare ad aggiungere nella cartella “preferiti” i siti delle maison amate, ha un account su e-Bay per spulciare qualche arnese vintage, è iscritto su
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Facebook a tutte le fan pages degli stilisti più in voga. Ecco allora che Internet diventa davvero la piazza dei sogni. E, con un supporto istituzionale, le sue potenzialità aumentano all’ennesima potenza. È il caso dell’operazione , patrocinata dal Comune di Milano tramite il programma “Incubatore della Moda”, con il supporto della Camera Nazionale della Moda e della celeberrima boutique fiorentina Luisa di via Roma. Il comune, in altri termini, ha finanziato un percorso di start-up per nuove aziende nel campo della moda. Il focus dell’attenzione sono i giovani stilisti emergenti. Selezionati da addetti del settore – giornalisti, imprenditori e buyers - sottoposti a programmi di training e di formazione, sono giunti alla fase finale del loro percorso, forse la più ambita, dopo le passerelle: vedere le proprie opere in “vetrina”, in questo caso, virtuale. La virtualità, qui, è essenziale per aumentare la visibilità di costoro, dando la possibilità, dunque, anche ai non fiorentini, di poter ammirare ed acquistare gli abiti. Da sottolineare anche che Luisa Via Roma è da sempre stata alla fervida ricerca delle nuove tendenze nonché inclinata alle nuove forme di distribuzione, in questo caso, on line. Nel suo accattivante sito, la sezione dedicata ha il profetico titolo di “Italy’s Next Generation”. I designer presenti sul sito sono A Lab Milano; Chicca Lualdi BeeQueen; Cristina Miraldi; Cristiano; Federico Sangalli; Gilda Giambra; Paolo Errico; San Andres Milano. Commenta a questo proposito Mario Boselli, il Presidente della Camera Nazionale della Moda: “ L’e-commerce per i giovani designer è in assoluto una novità e rappresenta la prima esperienza di questo genere per Camera della Moda. L’obiettivo è quello di favorire le vendite attraverso nuovi approcci al consumatore più diretti e immediati grazie alla rapidità di internet”. È annosa la questione della necessità di un ricambio generazionale nella creatività di moda. Tutti ne parlano, ma le iniziative di
valore a favore dei giovani sembrano delle oasi nel deserto. Rare ma pur presenti. E questa è la prova tangibile. Qualcosa si sta muovendo nella folle corrente della moda. E questi ragazzi sono le pietre di questo dolce e virtuoso progetto. Ed ecco che le aspettative diventano bit binari, le vetrine sfavillanti delle icone da ingrandire, il tatto si fa mouse, i sogni acquisiscono la veste di un monitor. Ma la speranza, il talento, l’eleganza e la passione hanno un’unica forma, come quella dell’acqua. In bocca al lupo!
logical issue, it’s a marketing one. It is not by chance that Peter Drucker, one of the most fervid creative individuals of our days, spoke about the “economy of information” in which e-commerce would have had a huge success. This is another current and redundant dilemma: “e“ not as a conjunction but as an abbreviation.
When e-commerce makes you successful The National Chamber of Fashion and the boutique Luisa in Via Roma together in support of the “Incubator” funded by the City of Milan For many, internet is the place where dreams come true. Prominent writers use blogs to publish their own opinions, virtuous photographers exhibit their works as in an international window, new singers use the web to spread their songs. So, as in the aftermath of World War II the “emigrants” went to America in search of a better life, since that was “the Place” where anybody could be “successful”, nowadays, with a simple click of the mouse, the world has – maybe- the opportunity to understand the importance of a specific project. Let’s say it again, a click – an onomatopoeia that has become so trendy lately that it has almost lost its own meaning. However, this is not a linguistic or etymo-
What is really driving people crazy is that Internet cannot be easily foreseen: it is too fragmented, its growth is too high, too innovative also for the greatest analysts. It was said that books would have disappeared with Internet but this has not happened as well as in the case of car dealers. While clothes, dresses –which are actually items that that have “to be tried” - are sold via internet. A new shopping method. >
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The list of reasons leading to this situation would be too long but words like “low transaction costs” or “forced relationship with the consumer” will not make the case for a more and more spreading phenomenon. Probably, somebody will be buying something while we are writing these lines. Fashion, and it is worth to underline
designers pages on Facebook. This is how internet becomes the place for dreams. And with an institutional support, its potentials can highly increase. This is the case of a project, supported by the City of Milan through the program “Fashion incubator”, by the National Chamber of Fashion and by the very popular boutique
“of course”, has followed this trend. The fashion consumer has changed. He does not consider Internet as a surrogate of life, a product only for “nerds”. He has become an internaut who has learned how to add in the “favourites” folders the web sites of the most love fashion brands, has an account on e-Bay to browse vintage tools and is a member of the most popular fashion
Luisa in Via Roma in Florence. In other terms, the City Hall has funded a start-up process for new enterprises in the fashion world. The focus are the up and coming fashion designers. Selected by experts – journalists, entrepreneurs and buyers, they have followed training courses and are now in the final phase of their path, maybe the most important one, after
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parades: to see their works “exhibited” in this case, in a virtual window. The virtual element, here, is crucial to increase the visibility of those who gave the opportunity to admire and buy clothes even to people who are not resident in Florence. It is worth to note that also Luisa in Via Roma has always been in search of new trends and inclined to new ways of distribution, in this case, on line. In its appealing web site, the dedicated section has the prophetic title “Italy’s Next Generation”. The designers present in the site are A Lab Milano; Chicca Lualdi BeeQueen; Cristina Miraldi; Cristiano; Federico Sangalli; Gilda Giambra; Paolo Errico; San Andres Milano. To this regard, Mario Boselli, President of the National Chamber of Fashion says: “E-commerce for young designers is an absolute new opportunity and represents the first experience of this genre for the National Chamber of Fashion. The goal is to encourage sales through new, direct and immediate approaches to the consumer thanks to internet’s speed”. The need for a generational change in the fashion creative world is an old issue. Many things have been said but good initiatives in favour of young people have been rare as desert’s oasis. Rare but present. And this is a tangible proof. Something is changing in the crazy fashion world. These young people are the stones of this sweet and virtuous project. And the web is the place where expectations become bit tracks, sparkling windows are icons to enlarge, the sense of touch is given by the mouse and monitors represents dreams. But hope, talent, elegance and passion have only one form just like water. Good luck! //
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Dal Delle Alpi al Juventus Arena: Torino segue la strada europea
From the Alps to Juventus Arena: Turin follows the European path
Filippo Laezza
Al di là delle ultime pene calcistiche, i tifosi juventini hanno di che gioire, nell’estate del 2011 è prevista difatti, l’inaugurazione del nuovo stadio della Juventus calcio.Nominato provvisoriamente Juventus Arena, avrà una capienza di oltre quaranta mila spettatori, ideato per essere un valido esempio di design ed efficienza, nel pieno rispetto di tutti gli standard europei di massima sicurezza. Il progetto prevede di recuperare tutta la parte interrata del Delle Alpi, compresa la zona del campo di gioco, lo stadio verrà costruito seguendo rigide direttive ecocompatibili: per edificarlo saranno, infatti, utilizzati materiali provenienti dalla demolizione del vecchio stadio. La copertura degli spalti verrà realizzata ispirandosi al profilo delle ali degli aerei: una struttura di grande leggerezza, realizzata in una membrana in parte >
Rendering del nuovo stadio
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trasparente e in parte opaca, per permettere una visione ottimale del campo, sia diurna sia notturna, e per garantire il passaggio di luce sufficiente alla crescita dell’erba del campo. Non sarà più presente la pista di atletica, la cui assenza consentirà di avvicinare le tribune al campo, e così anche la prima fila di tifosi sarà distante solo sette metri o poco più dai loro beniamini. L’alto livello dei servizi e la portata della struttura ne consentiranno una fruizione non solo per gli eventi calcistici, ma si prevede un’attività continuativa, difatti con la presenza di un’area commerciale che misura trentaquattro mila metri quadrati, sui quali sorgeranno una galleria di negozi, uno shopping center ed un magazzino di bricolage e fai-da-te. Sono previsti anche trenta mila metri quadrati di verde pubblico, aiuole, piazze e parcheggi per quattro mila auto, otto ristoranti e ventiquattro bar, più di quattrocento i posti stampa, ottantaquattro le sky box. Altra rilevante novità rispetto alla struttura precedente sarà la collocazione in quanto è prevista in pieno centro città, facilmente raggiungibile ed inserita nel tessuto cittadino.Grandi firme del design italiano ed internazionale, contribuiranno a dare all’opera un rilievo, un appeal co-
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smopolita: Giugiaro Design firmerà le aree esterne, il profilo dell’arena e i piloni dello stadio, le sedute saranno realizzate da Pininfarina, inoltre gli architetti Hernando Suarez (Studio Shesa) e Gino Zavanella (Studio Gau) saranno i progettisti dell’impianto; gli ingegneri Francesco Ossola e Massimo Majowiecki, saranno i responsabili della progettazione strutturale.
From the Alps to Juventus Arena: Turin follows the European path Besides the latest soccer disappointments, the Juventus supporters have something to be joyous about: in summer 2011, in fact, is foreseen the opening a the new soccer field of the Juventus team. With the temporary name of Juventus Arena, the stadium will be able to host forty thousands spectators. It has been planned to be a valid example of design and efficiency respecting all the European parameters for security.
Rendering dell’esterno Juve Arena Outside rendering Juve Arena
The plan aims at recuperating all the underground part of the Delle Alpi, including the field area. The stadium will be build following strict environmental guidelines. In fact, materials derived from the demolition of the older stadium will be used to build the new one. The roof for the terraces will reproduce an airplane profile: a very light structure carried out in a partially transparent and opaque membrane to allow the best vision of the field both at day and night and also to grant enough passage of light necessary to grass’ growth. There will be no race track anymore and this will allow the galleries to be closer to the field. This way, the first row of supporters will only be 7.5 meters away from the players. The high level of services and the size of the facility will encourage not only soccer events. It is foreseen a continuous activity thanks to a commercial area of thirty-four thousands square meters that will be equipped with stores, a shopping centre and a do-it-yourself shop. There will also be thirty thousands square meters of public green areas, flower-beds, squares and parking lots for four thousands cars, eight restaurants and twenty-four cafÊs, more than four hundred seats
Interni ed immagine d’insieme della nuova struttura
Interiors and overview of the new building
for press and eighty-four sky boxes. Moreover, unlike the old one, the new stadium will be located downtown, it will be easy to reach since it will be part of the city urban structure. Big names of the Italian and international design will contribute to give a relevant and cosmopolitan appeal to the facility: Giugiaro Design will build the external areas, the
profile and the stadium supporting posts; Pininfarina will make the seats; the architects Hernando Suarez (Studio Shesa) and Gino Zavanella (Studio Gau) will draw the whole structure; engineers Francesco Ossola and Massimo Majowiecki will be responsible for the structural plan. //
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TUPPER HOME LA RISPOSTA SPAGNOLA ALLA CRISI IMMOBILIARE Filippo Laezza
Dalla Tupperware, multinazionale americana produttrice di articoli da cucina utili alla conservazione, al trasporto di generi alimentari, nasce la rivoluzionaria idea di progettare abitazioni supertecnologiche in linea con la politica aziendale della casa madre: ottimizzazione degli spazi, materiali innovativi e colori brillanti. Nasce così dall’ufficio di Andrés Jaque Arquitectos la Tupper Home, il cui primo prototipo è stato sviluppato a Madrid: un appartamento di trenta metri quadri realizzato su due piani, con meccanismi a tenuta stagna e moderni elementi in acciaio, dipinti con colori brillanti. Nella capitale spagnola a causa dell’aumento del prezzo dei terreni edificabili, gli immobili hanno subito un ulteriore rincaro, la Tupper Home si pone come risposta architettonica e finanziaria a queste problematiche. In particolare si >
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si valuta che l’aumento dei prezzi degli immobili non risuona direttamente proporzionale alla qualità progettuale o funzionale degli stessi, in quanto la specializzazione nel design e nella gamma tecnologica sono cristallizzati come variabili indipendenti. Il sistema analizzato incrementa la specializzazione delle soluzioni tecnologiche e la standardizzazione dei processi di produzione, ottimizzando l’uso degli spazi, rendendo, così possibile mantenere le stesse prestazioni con una riduzione del 55% delle dimensioni delle abitazioni. Un’ulteriore novità risiede nel sistema di compra-vendita, ereditato dalla Tupperware, difatti sono gli stessi utenti a promuovere la validità del prodotto, costruendo un sistema piramidale, in cui gli acquirenti favoriscono un processo di trasformazione della città e diffondono la conoscenza necessaria per partecipare al processo di design, selezionando dei componenti nel catalogo di Tupper Home.
TUPPER HOME THE SPANISH RESPONSE TO THE REAL ESTATE CRISIS The American multinational Tupperware, producer of kitchen items useful to preserve, and transport food launches the revolutionary idea of designing supertechnological houses in line with the head office’s guidelines: optimization of space, innovative materials and lively colours. So, Tupper Home comes to life in the office of Andrei Jacque Arquitectos who, in Madrid, has developed the first prototype: a 30 square meters apartment on two floors with water tightness mechanism and modern steel elements painted with lively colours. In the Spanish capital, because of the rise of prices of building sites, houses have become more expensive. Tupper Home presents itself as the architectonic and financial response to these problems. In particular,
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it has been considered that the rise of the house prices is not directly proportioned to their designing or functional quality since specialization in design and technological offers are crystallized as independent variables. The examined system increases the specialization of technological solutions and standardization of production processes by capitalizing the use of spaces thus making it possible to maintain the same results with a reduction of 55% of houses size. Another new element is given by the sale system inherited by Tupperware. In fact, the
users themselves are those who promote the quality of the product building a pyramid system where the clients favour a transformation process of the city and spread the necessary know-how to participate in the design process by selecting components from the Tupper Home catalogue. //
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Scatti d’Autore Simona Di Carlo Nella suggestiva location di Palazzo della Ragione a Milano, nel cuore della città, si è svolta dall’11 novembre 2009 al 28 febbraio 2010, la mostra retrospettiva delle opere di Steve McCurry, uno dei maestri della fotografia. La personale dell’artista, Ambrogino d’Oro 2009, sarà poi itinerante per l’intero 2010, ospitata in Malaysia, Finlandia, Argentina e Inghilterra. L’evento ha raccolto una selezione di 240 fotografie scattate tra il 1980 e il 2009 nel Sud Est Asiatico, luoghi per i quali McCurry non ha mai nascosto la sua predilezione. «Il colore e la luce di questi paesi, insieme all’intenso rapporto con il passato e la forza delle più antiche tradizioni, sono unici al mondo», come più volte dirà. Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni fondamentali, è stato un trionfo di ritratti: volti senza data, luogo e tempo. Perché lui, l’artista, ama immortalare le facce di chi ha qualcosa da raccontare! Con lo scatto non cattura solo il semplice momento, ma una storia, un’esperienza di vita sublimata in un incontro intimo tra soggetto e fotografo dove emerge un profondo senso di dignità e di rispetto, di comprensione e di complicità. «La sequenza di immagini presentata – ha affermato McCurry – evoca l’ampio mosaico dell’esperienza umana e i miei incontri casuali con sagome e ombre, acqua e luce. Ho voluto trasmettere al visitatore il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità». Dal silenzio dell’uomo che si raccoglie dinanzi alla grandiosità della natura, alla bellezza contenuta nel disastro, nella povertà di quei luoghi che tanto lo affascinano, passando attraverso la celebrazione del viaggio come modo per avere sempre mente e cuore aperti, per conoscere un’altra cultura ed essere così capaci di guardare in tutte le direzioni. Must dell’esposizione, la celebre foto della bambina afghana dagli occhi verdi che McCurry scatta nel 1984 in un campo profughi, scelta poi come copertina del National Geografic Magazine, con cui il celebre fotografo collaborerà per moltissimo tempo. Sharbat Gula: questo il vero nome della giovane ritratta, nome che il fotoreporter scoprirà però solo nel 2001, quando, ritornato in Afghanistan, aiutato proprio da un’equipe del National Geografic, la ritrova oramai madre di famiglia. «L’ambiguità del suo sguardo – afferma l’artista – il mistero della sua espressione, quello che indossava e il modo in cui mi fissava. Tutti gli elementi dell’immagine si erano composti in modo magico». Luce e colori disegnano dunque i tratti dell’anima: la mano è quella di un’artista raffinato. Fotografo? Riduttivo... Pittore? Forse più corretto ma lui, in realtà, guarda attraverso l’obiettivo. A costo di imbarazzarlo, forse l’unico modo per definirlo è questo: «è un artista, senza aggiungere altro» (Paul de Grauve - fotoreporter).
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McCurry, Sharbat Gula, Afghan Girl, at Nasir Bagh refugee camp near Peshawar, Pakistan, 1984 Copyright Steve McCurry
Artistic Photos From November 11, 2009 to January 31st, 2010, the Palace of the Region, in Milan, in the heart of the city, has hosted a retrospective exhibit of one of the best photographers’ works, Steve McCurry. His personal exhibit, awarded with the price Ambrogino d’Oro 2009, will then travel to Malaysia, Finland, Argentina and England in 2010. The event proposes a selection of 240 photographs taken between 1980 and 2009 in South East Asia, McCurry’s favourite places. “The colour and the light of these places, he deep relationship with the past, the force of the most ancient traditions are unique in the world” – he will often repeat. The exhibit is articulated in four main sections and has offered numerous portraits: faces with no dates, place and time. Because the artist loves to capture faces of people who have something
art McCurry, Boy in Mid-Flight, Jodhpur, India, 2007 Copyright Steve McCurry
to tell! With his photos, he does not only seize the moment but a story, a sublime experience of life in an intimate meeting between the subject and the photographer where a deep sense of dignity, respect, comprehension and complicity arises. «This sequence of images – McCurry says – evokes the ample mosaic of human experience and my casual meetings with lines and shadows, water and light. I wanted to communicate to the visitor the visceral sense of beauty and marvel that I found before me in my trips when the surprise of being a foreigner becomes one with the joy of familiarity». From the silence of man before the grandiosity of nature to the beauty contained in the disaster, in the poverty of those places that he mostly loves, passing through the celebration of the journey as a way to keep our mind and heart always open when learning about another culture and thus being able of “looking” towards all directions. Icon of the exhibit, the popular photo of the Afghan girl
with green eyes taken by McCurry in 1984 in a refugee camp later chosen as the National Geographic Magazine’s cover with whom the photographer will collaborate for long time. Sharbat Gula: this is the real name of the little girl portrayed. A name that the photographer will find out only in 2001, when back in Afghanistan, helped by the National Geographic’s team, will find the girl now mother of a family. «The ambiguity of her look» – the artist says – «the mystery of her expression, the clothes she was wearing and the way she stared at me. All these elements together had something magic!». So, Lights and colours trace the soul’s traits: the touch is that of an elegant artist. Photographer? It might be reductive… Painter? Probably, it is more correct but he truly observes through the objective. It might be embarrassing for him but the only way to define him is “he’s an artist, period.” (Paul de Grauve – fotoreporter).
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foto (cc) di alterdimaggio 1957 /flickr
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Il libro secondo Lorenzo Perrone Maurizio Vitiello
Un libro diventa nelle mani di Lorenzo Perrone una base di riferimento per dire altro, per segnare altro, per comunicare altri ed ulteriori dettagli di disamine. Il libro di Lorenzo Perrone, aperto o chiuso che sia, capta un oggetto, integra un segno, s´abbina ad un utensile, ad un arnese per descrivere un fatto, circostanziare una realtà, ragguagliare su un evento; basta leggere le didascalie puntuali delle opere. Il bianco scelto, quale cromatismo mediterraneo ereditato, trasmette sì un invecchiamento, quasi una narcotizzazione epocale, che ha
digerito secoli, ma sostanzia, soprattutto, un peso ed intende segnalare una consistenza; il mondo greco e romano colorava le proprie sculture; ora quello che ci resta è il bianco delle sculture; è come se avessimo, a secoli di distanza, in lascito cedimenti dei colori ed una presunta neutralità, ma resta, inalterabile, una densità di emozioni. Le minime figurazioni intendono alternare memorie e finezze ecologiche, che l´artista precisa con volontà estrema. Lorenzo Perrone si diverte e si compiace nel sottoporre a decantazione sequenze di elementi figurativi, vitali per le
prerogative assiomatiche che intende sottolineare per precise ragioni emotive o per motivi ludici. Il libro con aggiunte o sottrazioni diventa storia ed appiglio nobile per determinare, sotto l´impulso di una fresca e consapevole vena inventiva, illustrate composizioni, tutte di tono garbato, talvolta, delicato, o appassionatamente forte e mai di soluzione solipsistica. L´immaginazione fertilissima riesce a combinare singolari risultati, in cui risucchiate cadenze visive misurano un profondo iter mentale, >
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Il libro secondo Perrone: nuove e singolari interpretazioni
che ripercorre passato e presente. Emerge, senza ombra di dubbio, la voglia dell´operatore di elaborare misure ed impronte, estensioni ideali e calchi di impressioni, che possono riprendere riflessi d´intelletto e di cuore.
The book according Lorenzo Perrone A book in Lorenzo Perrone’s hands becomes a reference point to say more, to outline something else, to communicate further details of close examinations. A book by Lorenzo Perrone, either open or closed, captures an object, includes a sign, matches a tool to describe a fact, a reality,
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an event; it is sufficient to read the precise captions of the works. The colour white is chosen as an inherited Mediterranean chromatism communicating aging and almost a total narcotization of centuries but represents, above all, substance and wants to indicate consistency; the Greek and Roman world used to colour their sculptures; now, what is left of these sculptures is white; it’s as if we had, after many centuries, inherited the subsidence of colours and an alleged neutrality. However, the density of emotions remains unaltered. The book with additions or subtractions becomes a story and a noble excuse to determine, under the impulse of a fresh and present inspirational vein, illustrated compositions, all of a gentle, sometimes delicate
The book according to Perrone: new and unique interpretations
or strong but never solipsist tone. A very fertile imagination manages to combine unique results where sucked visual cadences measure a deep mental itinerary tracing past and present. With no doubts, the operator’s will of elaborating measures and footprints, ideal extensions or impressions that can reproduce intellectual and emotional nuances arises. //
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FROM VALENTINE’S DAY TO CARNIVAL A MIX OF ROMANTICISM AND HAPPINESS
DA SAN VALENTINO A CARNEVALE: UN MIX DI ROMANTICISMO E ALLEGRIA di Assia Gilardi
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Romanticism and happiness are probably the terms that are more frequently used in the month of February that, although short with only twenty-eight or at the most twenty-nine days, is a month full of events. In fact, despite Christmas holidays are only a nice memory, a new count-down starts: Carnival, the most joyful and extravagant festivity of the year. For many, it is the time for evasion, for others the desire of being identified with other characters. The event has always been the symbol of joke where confetti and streamers are everywhere. It is also the feast that welcomes Spring and says goodbye to winter. This is not only the month of good humour and happiness but also the month of love because of Valentine’s Day. In fact, February 14th, in many countries, celebrates the day of those who are in love. A commercial and consumeristic occasion as the most scornful ones define it but always a lovely excuse for incurable romantics to surprise their partner.
foto (cc) di AngelsWings /flickr
Romanticismo e allegria, sono probabilmente i termini più frequentemente associati al mese di febbraio, che pur contando solo ventotto, al massimo ventinove giorni, è decisamente un periodo ricco di avvenimenti. Difatti, nonostante i giorni di Natale siano ormai un dolce ricordo, parte un nuovo count-down, ossia quello che conta quanto manca alla festa più gioiosa ed estrosa dell’anno: il Carnevale. Per molti un momento di evasione, per altri il desiderio di calarsi nei panni di chi non si è. L’evento, che da sempre è simbolo dell’abbandono allo scherzo, dove coriandoli e stelle filanti fanno da padroni, è anche la festa con cui ci si appresta a salutare l’inverno e ad accogliere con calore l’attesa primavera. Non solo mese del buonumore e dell’allegria, ma anche mese dell’amore, grazie alla festa di San Valentino. Infatti, il 14 febbraio è considerato in molti Paesi il giorno degli innamorati, ricorrenza definita dai più sprezzanti commerciale e consumistica, ma per gli inguaribili romantici rappresenta sempre una dolce scusa per poter stupire la propria anima gemella.
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Venice and Rio are certainly the places that soon come to our minds when thinking about carnival festivities often cancelling a whole range of richer and different opportunities. Less popular but as beautiful as the most famous ones is the Carnival of Rijeka in Croatia, better known as the Carnival of Fiume. A well-known destination for summer tourism but that, in this period, becomes attractive for those who love to wear typical funny costumes in a cheerfully way. From January 17th to February 17th, Croatian city streets are coloured with the lively nuances of the Carnival. Shows, streets shows and parades create a sparkling atmosphere that begins with the typical opening ceremony during which Rijeka’s Mayor symbolically gives the key of the city to the “Dominus (Master) of Carnival”. And it’s right at this moment that dances and folkloristic events begin. The last and crucial moment is the ending ceremony “Carnival’s Parade” with its typical masks and dozens of lively floats. The symbolic event of the Carnival in Fiume is the “Pust’s Fire”, the ending ceremony which marks not only the end of the period but also the restitution of the city’s keys to the Mayor. A puppet representing all negative episodes from last year is symbolically put on fire after being tried. An action showing the desire of wiping out anything bad happened before the festive days.
Il Carne Rijeka in Croazia Rijeka’s Carnival in Croatia www.incroazia.net
foto (cc) di Roberat /flickr
Venezia e Rio sono di sicuro i luoghi che per antonomasia ci vengono alla mente quando si pensa ai festeggiamenti carnevaleschi e si finisce spesso con l’ignorare un ventaglio di opportunità decisamente più ricco e variegato. Meno conosciuto, ma sicuramente all’altezza dei più noti eventi mascherati, è il Carnevale di Rijeka in Croazia, meglio noto come Carnevale di Fiume. Meta gettonata soprattutto per il turismo estivo, ma che in questo periodo diventa di richiamo per tutti coloro che amano la spensieratezza dei buffi travestimenti tipici dell’evento. Difatti, dal 17 gennaio fino al 17 febbraio, le strade della città croata si tingono delle briose sfumature del Carnevale. Spettacoli, feste di strada e sfilate creano un’atmosfera spumeggiante che comincia con una caratteristica cerimonia d’apertura, durante la quale il sindaco di Rijeka consegna simbolicamente le chiavi della città al “Dominus del Carnevale”. Ed è proprio da questo momento che si aprono le danze, con una serie di eventi folkloristici, che trovano culmine nella manifestazione conclusiva della “Sfilata di Carnevale”, contraddistinta dalle più svariate maschere e da decine di carri sfavillanti. A decretare il finale, la cerimonia conclusiva, momento in cui avviene, non soltanto la riconsegna al Sindaco delle chiavi della città, ma anche l’evento simbolo del Carnevale fiumano, “l’incendio del Pust”. Un burattino emblematicamente associato a tutte gli episodi negativi accaduti durante l’anno precedente, che dopo essere stato processato viene simbolicamente messo al rogo. Un gesto che sta a dimostrare il desiderio di voler spazzar via tutto ciò che di brutto vi è stato prima degli esilaranti giorni di festa.
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Il Carnevale di Santa Cruz de Tenerife Santa Crux de Tenerife’s Carnival www.carnavaltenerife.es
Altrettanto festoso, ma certamente più caldo è invece il Carnevale di Santa Cruz, che si tiene a Tenerife, l’isola nell’arcipelago delle Canarie. Famosa per il suo clima favorevole durante tutto l’arco dell’anno e meno per il suo esplosivo e spettacolare Carnevale, che non tutti sanno essere secondo solo a quello di Rio de Janeiro. Colore, passione, balli e musica, sono i quattro elementi che contraddistinguono i festeggiamenti, che quest’anno si apriranno con un’ encomiabile sfilata il 22 gennaio, ma che culmineranno come di consueto il 12 febbraio in occasione del Gran Galà dell’elezione della Regina del Carnevale. Ed è proprio a partire da questa rappresentativa cerimonia che per le strade di Santa Cruz tutto impazza: passione, fervore, allegria e brio, è ciò che si respira nell’aria della città tutte le sere fino a tarda notte e fino al mercoledì delle ceneri, 17 febbraio, dove, a segnare la conclusione del Carnevale, vi sarà la cosiddetta “sepoltura della sardina”, cerimonia in cui un bizzarro corteo funebre sarà il protagonista indiscusso, che comunicherà la fine del Carnevale dando in fiamme
una grossa sagoma di pesce. Tuttavia se ben si conosce lo spirito solare e l’esuberanza degli abitanti del luogo, non ci si meraviglierà del fatto che nel fine settimana successivo è prevista una replica della festa, chiamata “Festa della Pignatta”, quasi a voler comunicare il desiderio di voler perennemente vivere in un clima gioioso.
As festive as the others but certainly warmer is the Carnival of Santa Cruz that taking place in Tenerife, one of the Canary islands. Well-known for its mild climate throughout the year but not very popular for its explosive Carnival, second only to the one in Rio de Jainero. Colours, passion, dances and music are the four characteristic elements of this period that this year begins with the commendable parade of January 22nd but that will reach its peak on February 12th for the Grand Gala when the Queen of Carnival is chosen. And right from this very representative ceremony in Santa Cruz’s streets passion, happiness and liveliness begin to rage. This is what you can breathe in the city every night until late in the morning and until February 17th , Ashes Wednesday, which marks the ending of the carnival. The so-called “burial of the sardine”, a bizarre funeral procession that will communicate the ending of the Carnival by putting a big fish shape on fire. However, since the lively spirit and exuberance of the natives is well known, nobody will be surprised by the fact that a replication of the event called “Festa della Pignatta” is planned for the following week-end, almost to show a lasting desire of living in a joyful atmosphere.
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San Valentino tra le nuvole Valentine’s Day in the clouds www.mongolfiere.it
Per chi, invece, desidera lasciare il proprio compagno letteralmente senza fiato, senza oltrepassare i confini nazionali, la Val d’Aosta potrebbe essere la soluzione ideale. Dal 10 al 15 febbraio 2010, in occasione del settimo Raduno Internazionale di Mongolfiere della Città di Aosta, quando una serie di mongolfiere provenienti da tutta Europa dipingeranno i cieli della città, Charbonnier Mongolfiere, azienda specializzata sui più svariati utilizzi dei caratteristici dirigibili ad aria calda, offre un’ occasione decisamente unica per poter sbalordire il proprio amato. Cinque giorni di spettacolo che culmineranno, infatti, proprio in occasione della festa di San Valentino, quando i voli della giornata saranno esclusivamente dedicati agli innamorati. Accompagnati da piloti professionisti e sospesi a tremila metri d’altezza, montagne innevate, panorami mozzafiato, champagne e fuochi d’artificio di carta, faranno da contorno a una magica esperienza che,
per i più esigenti, potrà essere arricchita da un’encomiabile pranzo ad alta quota. Difatti, per chi non volesse rinunciare alla tradizionale cena romantica di San Valentino, solo su prenotazione, vi è anche la possibilità di assaggiare le prelibatezze valdostane a bordo delle peculiari ceste di vimini, dove in tal caso l’atmosfera romantica non sarà frutto del classico lume delle candele bensì, a metterci lo zampino, sarà il tipico bruciatore della mongolfiera. Insomma, se si è certi del fatto che la propria metà non soffra di vertigini, la possibilità di trascorrere il San Valentino tra le nuvole, potrebbe essere l’occasione giusta per capire finalmente cosa significhi toccare il cielo con un dito!
For those who would like to make a special surprise to their partner by not going very far, Val D’Aosta might be the ideal solution. From February 10th to 15th, 2010, the City of Aosta will host the seventh international gathering of Hot-Air Balloons coming from all over Europe. During these days, Charbonnier Mongolfiere, a company specialized on the various uses of the hot-air dirigibles, offers a unique opportunity to surprise your partner. Five days of show that will reach their peak right on Valentine’s Day when the daily flights will be exclusively for couples. Accompanied by professional pilots and at an altitude of three thousands meters, mountains with snow, champagne and fireworks will be the distinctive elements of a magic experience that – for the most demanding ones – might be enriched with an unforgettable lunch at high altitude. In fact, for those who don’t want to give in the traditional romantic Valentine dinner, reservations can be made. There is also the possibility of tasting the traditional dishes from Val D’Aosta aboard these peculiar wicker baskets where the romantic atmosphere will not be generated by the classical candle light but the typical burner of the hot-air balloon. In short, if you’re sure that your partner does not suffer from vertigo, the opportunity of spending Valentine’s Day in the clouds could be the right occasion to finally understand what it means to walk on air!!
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Tavarua Island
Un cuore a forma di isola Tavarua Island An island shaped as a heart www.tavarua.com
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per l’ospitalità di coloro che ci vivono, ma soprattutto per la bellezza incontaminata del luogo. Ventinove ettari di terra rigorosamente a forma di cuore, che fanno da cornice ideale per un week end di sane coccole e romanticismo. Tredici capanne situate su una distesa di sabbia bianca e angoli solitari che possono ospitare solo 36 persone a settimana, sono tra gli aspetti che conquistano per sempre i cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vivere questi luoghi. Colazione afrodisiaca a base di papaia, cena a base di pesce e cocktail in riva al mare, sono gli elementi, che sommati alla magia dell’atmosfera ed ai magnifici tramonti , fanno di questa terra la meta congeniale non soltanto per gli amanti del surf, ma adatta soprattutto per chi è alla ricerca del posto ideale per dichiararsi amore eterno!
foto (cc) di mikebaird /flickr
Cene a lume di candela, fiumi di champagne, rose rosse e melodie romantiche, sono tutto ciò che da sempre caratterizzano lo scenario del San Valentino: la festa degli innamorati, attesa da tutti coloro che sono per definizione dei sentimentali allo stato puro. Ma per chi invece avesse voglia di uscire fuori dagli schemi, magari in cerca di una location originale per poter stupire la propria metà, Tavarua Island potrebbe essere la meta ideale per poter trascorrere la festa più romantica dell’anno. Situata nell’arcipelago delle Isole Fiji, nel sud dell’Oceano Pacifico, Tavarua è famosa soprattutto per essere tra le principali stazioni di surf nelle isole del Pacifico meridionale. Interamente circondata dalla barriera corallina e da un cangiante universo sottomarino, si contraddistingue non soltanto
Candle light dinners, rivers of champagne, red roses and romantic melodies, these the main elements characterizing Valentine’s Day: a day for those who are in love and are – by definition – mere sentimental. But for those who would like to be innovative and are looking for an original location to make a surprise to their partner, Tavarua Island could be the ideal destination where to spend the most romantic holiday of the year. Located in the Fiji Island, South of the Pacific Ocean, Tavarua is well known to be one of the most important surf stations in the Southern Pacific Islands. Entirely surrounded by the coral reef and by a colourful under-the-sea universe, it is not only popular for its hospitality but also for its natural beauty. twenty-nine hectares of land shaped as a heart, ideal for a very romantic week-end. Thirteen bungalows situated on a white sand beach and lonely corners that can only host 36 people a week. These are the elements that strike the hearts of those who have had the luck of visiting this island. Aphrodisiac breakfast with pawpaw, fish menu dinners and cocktails on the seashore – some elements that summed up to the magic atmosphere and the wonderful sun-settings make this land the ideal destination not only for surfers but above all for those who are looking for a special place where to declare their eternal love.
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DON ALFONSO 1890 Vincenzo D’Antonio
DON ALFONSO 1890 Corso Sant’Agata, 11 – 13 80064 Sant’Agata sui Due Golfi (NA) Tel. 081 8780026 www.donalfonso.com
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rrore grave voler considerare Sorrento il punto terminale della Penisola Sorrentina. Così non è, anche se il fatto che la stazione Circumvesuviana di Sorrento ne costituisce capolinea può indurre a questa considerazione. Peggio ancora, ma qui si travia proprio la geografia,
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voler ritenere Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana una sola area, un unico territorio. Così non è. E però queste due perle hanno un loro affascinante quanto tortuoso momento di giunzione in una frazioncina collinare di Massalubrense che già nel nome evoca il ruolo: Sant’Agata
sui Due Golfi. Un grande toscano, Renato Fucini, in visita ad Amalfi ebbe a dire che “Il giorno del Giudizio Universale per gli Amalfitani che andranno in Paradiso sarà un giorno come tutti gli altri”. Nel condividere appieno questo convincimento, ci sentiamo di estenderlo anche a Sant’Agata
Chiuso lunedì e martedì. Closed on Mondays and Tuesdays
sui Due Golfi: preview di Paradiso. Arrivare a Sant’Agata sui Due Golfi da Piano di Sorrento può generare sentore di capogiro in conducente e passeggeri. Man mano che si sale il mare ora appare sulla destra ed ora sulla sinistra, sorta di maliardo effetto morganatico. Infatti, a seconda del tornante,
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ci è dato alla vista il Golfo di Napoli, con dabbasso Piano di Sorrento e Sant’Agnello, e poi il Golfo di Salerno, con Praiano in lontananza. A Sant’Agata, oramai famoso in tutto il mondo, Cina inclusa, c’è il prode Alfonso Iaccarino che con la moglie Livia ed i figli Ernesto e Mario conduce la sua creatura di eccellenza, il D&B Don Alfonso. Il dolce passeggio degli anni che ci incamminano verso emozioni di suadente saggezza, giammai scalfendo gioiosi entusiasmi, lascia in Alfonso Iaccarino i gai segni di una vita scandita quasi sempre al rintocco di ore liete e naturalmente laboriose. Bello incontrarlo appena fuori dal cancello del suo D&B, magari con il suo bel grembiule verde, a chiacchierare con i suoi compaesani e nel mentre saper accogliere gli ospiti, sovente ospiti illustri. Ma ancora più bella una differente (oppure ulteriore) occasione di incontro con Alfonso. Si tratta di rimettersi in auto e dirigersi verso Termini, altra frazioncina di Massalubrense che nel nome svela ubicazione: laddove la Penisola Sorrentina ha termine. Da qui ci si incammina a piedi lungo la Via Minervia. Caprì è lì di fronte, ad allungare le dita, la si può accarezzare, a tendere le guance se ne riceve eterea carezza. E così passeggiando alle falde del Paradiso, si può avere la ventura di incontrare Alfonso, in compagnia dei suoi cani, che è di ritorno dalla sua attività di agricoltore presso la sua azienda agricola Le Peracciole, dove coltiva
ortaggi e cura agrumeto ed oliveto. Le Peracciole valgono ad Alfonso la cosiddetta filiera corta, altresì corroborata per il mare da pescatori di assoluta fiducia. L’eccellenza qualitativa pertanto comincia dall’elevata qualità degli ingredienti. Siamo a cena. I tavoli sono apparecchiati elegantemente, qualche tocco civettuolo in meno, rispetto ad un pur recente passato. Lodevole la distanza tra i tavoli, a garanzia di sana convivialità in cornice di riservatezza. Ernesto Iaccarino fa arrivare il suo benvenuto dalla cucina: spuma di caprino, peperoncino verde, pan grattato e chips di basilico. Si prosegue con ostrica, patate cotte al vapore con ripieno di formaggio, erba cipollina e lenticchie. Lodevole l’armonia e l’equilibrio tra ostrica e l’amido della patata. A rasentare la perfezione ci pensa la portata successiva: calamaretti affumicati ripieni di formaggio fresco locale in zuppa tiepida di piselli. Talentuosa l’intuizione di Ernesto, da competenza tecnica corroborata, di affumicare i calamaretti. A seguire: veli di cipolla con ripieno di gamberetti, lardo ed olive nere, croccante di gamberetti cristallizzati e salsa di basilico. La cipolla svolge il ruolo di scrigno edibile: ottimo il risultato in sapori calibrati a ché non confliggano. Si prosegue con piatto di eccellente esecuzione: nudi di ricotta ed ortiche con ristretto di
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cappone di mare. Chiamato a definirlo, estemporaneamente dissi: “smooth as silk”. Si passa ad una buona cernia alla vaniglia e limone su letto di spinaci, crocchetta di patate allo zenzero e salsa di colatura di alici e zabaione. Si salta direttamente ai dolci: concerto di profumi e sapori di limone, sfogliatella all’amarena e, a finire, un eccellente babà. Congruo un conto di 140 €. Rosmarino. Rosmarino è il nome della sontuosa suite che ci viene assegnata. Indimenticabile la prima colazione dell’indomattina.
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onsidering Sorrento the ending point of the Sorrento Peninsula is a big mistake. This is not like this. Even if, the fact that the Sorrento Circumvesuviana station is the terminal might induce to this consideration. Even worse, but in this case geography is disregarded, when stating that the Sorrento Peninsula and the Amalfi Coast are one area, one territory. This is wrong. However, these two beautiful locations have their own fascinating but tortuous moment of conjunction in a little town on a hill called Massalubrense that, already in its name, evokes its role: Sant’Agata sui Due Golfi. A famous man from Tuscany, Renato Fucini, in a visit to Amalfi said «The Day of the Last Judgement for the Amalfi people going to Heaven will be
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an ordinary day…» By totally sharing his thought, we would like to extend it to Sant’Agata sui Due golfi too: as a preview to Heaven. When arriving in Sant’Agata sui Due Golfi, the driver and passengers might feel dizzy. While going upwards, the sea is first on the right then on the left, as a bewitching morganatic effect. In fact, depending on the curve, you can see the Gulf of Naples with at the bottom Piano di Sorrento and Sant’Agnello and then the Gulf of Salerno with Praiano in the distance. In Sant’Agata, now known all over the world, China included, there is the brave Alfonso Iaccarino with his wife Livia and his sons Ernesto and Mario, leading his excellence creature, the D&B Don Alfonso. The nice passing of years that lead us towards wisdom, never scraping joyful enthusiasms, leaves in Alfonso Iaccarino the sings of a life marked by happy and laborious hours. It is nice to meet him outside his D&B gate, maybe in his green apron while chatting with his local friends and at the same time welcoming guests and, very often, important guests. Even nicer, a different (or additional) meeting opportunity with Alfonso. You have to drive towards Termini, another little town near Massalubrense, whose name discloses its location: the end of the Sorrento Peninsula. From here, you can walk in Via Minervia. Capri is right in front of you, if you reach your hands out you have the impression of caressing it, if you expose your
cheeks, you might receive an ethereal caress. And so while walking the foot of Paradiso, you might be lucky and meet Alfonso, with his dogs while coming back from his agricultural factory Le Peracciole where he grows vegetables and has an orange and olive field. For Alfonso, the Peracciole are the so-called short chain, likewise fortified for the sea by trusted fishermen. The excellence of quality starts from the high quality of ingredients. We are at dinner. The tables are elegantly prepared, a less frivolous touch with respect to a recent past. The distance between the tables is commendable. It grants a healthy conviviality in a reserved contest. Ernesto Iaccarino sends his welcome from the kitchen: goat’s mousse, green pepper, breadcrumbs and basil chips. Then , ostrich, steamed potatoes stuffed with cheese, chive and lentils. Excellent the harmony and balance between the ostrich and the potato amid. The next course is close to perfection: smoked calamari stuffed with local fresh cheese in a tepid peas’ soup. To follow: onions veils stuffed with shrimps, lard and black olives, crystallized shrimps pulp and basil sauce. The onion plays the role of an edible box: excellent the result of balanced tastes so not to conflict. Then, a course of excellent preparation: ricotta and weeds nudes with sea capon broth. Asked for a comment on the spot, I said “smooth as silk”. Then a good cernia with vanilla and lemon on a spinach-bed,
ginger potato croquette and sauce of anchovies filtering and eggnog. Then the sweets: concert of lemon perfumes and flavours, sour black-berry sfogliatella (a typical pastry) and an excellent babà to finish. All for Euro 140. Rosemary. Rosemary is the name of the sumptuous suite assigned to us. Unforgettable the breakfast of the following morning. //
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VERSO LA LETTURA MULTIMEDIALE Paola Del Prete
Per tutti gli amanti delle tecnologie più innovative e strane del mercato, dall’America arriva una novità davvero interessante: anche dalle riviste cartacee sarà possibile vedere dei veri e propri filmati. La nuova tecnologia, Video in print advertising, consente di guardare video grazie all’utilizzo di un chip collegato ad un piccolo schermo da due pollici, letteralmente incollato tra le pagine di una rivista. Il moderno sistema è stato sperimentato dal magazine americano Entertainment Weekly, una storica testata di cinema e spettacolo, che ha permesso ai propri lettori di guardare alcuni video mentre sfogliavano le pagine della rivista. Nello specifico si trattava di filmati pubblicitari della Pepsi, azienda leader del marcato soft drink da oltre un secolo, e della CBS,
noto broadcaster televisivo americano, che ha così pensato di giovarsi dell’iniziativa per promuovere, in modo assolutamente originale, un programma di punta del proprio palinsesto. Tecnicamente il sistema funziona grazie ad un chip realizzato dalla società americana Americhip, che ha brevettato questa soluzione registrando il marchio Video in Print. Il microchip ha uno spessore di 2,7 mm ed integra un piccolo display TFT LCD da 320 x 240 pixel, con una batteria che ha un’autonomia di circa settanta minuti, ricaricabile grazie alla presenza di una minuscola connessione Usb. Sullo schermo possono essere riprodotti con una buona qualità audio, diversi filmati fino ad un massimo di quaranta minuti, senza però la >
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possibilitĂ di controllarne di volume. Le potenziali applicazioni di questa moderna tecnologia potrebbero davvero essere numerose: partendo dal campo pubblicitario sino ad arrivare ad un vero giornalismo multimediale. Ovviamente, per adesso, si tratta solo di ipotesi tutte da testare e da verificare, ma che probabilmente, in un futuro non troppo lontano, rivoluzioneranno il modo di leggere i giornali.
TOWARDS MULTIMEDIA READING Directly from the United States, for those who love the most innovative and unusual technologies on the market, there is a very interesting piece of news: it will be possible to see real videos on hardcopies magazines. The new Video in print advertising
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technology allows to see videos by using a chip connected to a two inches screen literally glued on the magazine pages. Entertainment Weekly, a well-known American cinema and show business magazine has experimented the modern system. It has allowed its readers to see some videos while they were turning the magazine pages. In the specific case, the readers saw some Pepsi advertising clips, a leader company in the soft drink market for more than one century, and CBS’s, a popular broadcasting American channel, that has thus thought of taking advantage of this initiative to promote, in a very original way, one of its top programs. Technically, the system works thanks to a chip produced by the American company Americhip that has patented this solution and registered it with the name of Video in Print. The microchip is 2,7 mm thick and completes a small 320x240 pixel TFT LCD display with a seventy minutes
battery that can be recharged through a minuscule Usb connection. Several clips of maximum forty minutes can be reproduced on the screen with a good audio quality without the possibility of controlling the volume. The potential applications of this modern technology might be numerous: from the advertising field to a real multimedia journalism. Of course, for now, these are only hypothesis to be tested but that, probably in the near future, could bring a revolution in the way of reading newspapers. //
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TV ECOLOGICA? Paola Del Prete
Nasce un singolare prototipo per il risparmio energetico dei televisori di ultimissima generazione. Non occorre uno spiccato spirito di osservazione per rendersi conto dell’enorme successo che le televisioni di ultima generazione stanno riscuotendo, in maniera assolutamente trasversale, tra le diverse fasce della popolazione. Ma in quanti si sono davvero soffermati a pensare all’enorme dispendio di elettricità che i moderni apparecchi televisivi comportano? Proprio da questa osservazione è partita l’idea di pensare ad una soluzione in chiave ecologica, e tra i diversi tentativi, il risultato più concreto e interessante è arrivato sicuramente dalla Hitachi (www.hitachi. com), un’azienda giapponese leader nel settore high tech. E così al CEATEC 2009 di Tokyo, famosissima fiera del digitale, è stata presentata un’interessante quanto curiosa proposta: un televisore capace di andare automaticamente in standby nel momento in cui l’utente non sta guardando lo schermo. Tecnicamente il meccanismo funziona grazie ad un software di riconoscimento facciale che viene installato su una videocamera fissata nella parte superiore dello schermo, e successivamente puntata verso chi guarda. Nel momento in cui la telecamera non rileva più la presenza dello spettatore davanti al televisore, l’immagine video inizia lentamente a sbiadire fino a sparire del tutto, lasciando così attivo solo l’audio. Allo stesso modo nel momento stesso in cui l’utente torna nell’occhio della videocamera, le immagini sullo schermo automaticamente ricompaiono. Attualmente il prototipo dell’Hitachi è l’unico strumento presente sul mercato capace di coniugare tecnologia e risparmio.
Gli studiosi giapponesi sono però anche convinti del fatto che, questa singolare innovazione, sarà anche in grado di garantire una vita più lunga ai moderni televisori.
Ecological TV? An energy saving unique prototype of the last generation televisions You don’t need a great sense of observation to acknowledge the great success that last generation televisions are having, in a very transversal way and among the most different social classes. But how many people have paused to reflect on the energetic waste produced by modern televisions? And right from this observation, the idea of finding an ecologic solution arose. Among the various attempts, the most concrete and interested result came from Hitachi (www.hitachi.com) a Japanese company, leader in the high tech field. So, at the
2009 CEATEC, a popular digital fair held in Tokyo, an interesting as well as curious proposal has been made: a television able to automatically switch to a stand by function when the user is not watching it. From a technical point of view, the mechanism works thanks to a facial recognition software installed on a video camera in the upper part of the screen and then pointing towards the user. When the video-camera does not detect the presence of the spectator before the television anymore, images on the video start fading till they completely disappear thus leaving active only the audio function. In the same way, when the user is in the video-camera range of action again, images automatically re-appear on the screen. Now, the Hitachi prototype is the only tool present on the market able to conjugate technology and saving. However, Japanese researchers also believe that this unique invention will determine a longer life for modern televisions.
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Il codice genetico in una pen drive? La nuova frontiera per un elisir di lunga vita.
The genetic code in a pen drive? The new frontier for an elixir of life
Valeria Vittozzi
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n astuccio imbottito di morbido velluto nero e una pen drive in argento al “modico” prezzo di 70.000 dollari. Arriva dall’America una nuova opportunità per coloro i quali non sono più appagati dall’acquisto di beni materiali e oggetti di lusso sfrenato. Una semplice memoria di massa per l’immagazzinamento di dati multimediali, caratterizzata da un fine design e materiali preziosi? E se fossero, invece, i dati contenuti in un manufatto così piccolo a rendere l’ ordinario USB drive un oggetto del desiderio dal valore inestimabile? La Knome genetic key è un dispositivo di archiviazione che, attraverso le tecnologie più avanzate, fornisce le informazioni genetiche al suo proprietario; la versione digitale del genoma umano viene decodificata e sequenziata per essere consultata su un personal computer. Attraverso un innovativo sistema di crittografia è possibile proteggere i dati personali: l’accesso è, infatti, consentito solo al diretto proprietario. La procedura completa prevede un impegno lavorativo che va dalle sei alle otto settimane e include una visita privata da parte di un medico presso qualsiasi indirizzo del globo per effettuare il prelievo di sangue necessario alla mappatura. In abbinamento alla USB key, la società americana Knome, proprietaria del brevetto, propone il sistema operativo KnomeXplorer, il quale permette di eseguire un’analisi preliminare delle possibili associazioni tra le varianti genetiche e le differenti condizioni di salute. Sono circa cento i facoltosi di tutto il mondo che non hanno resistito al fascino della genetic Key, e molti altri sono in attesa per la ricezione del dispositivo, che potrà consentire loro di navigare e scoprire le caratteristiche specifiche del proprio codice genetico e constatare le variazioni che avvengono nel DNA. Una scommessa vincente per il futuro secondo la Knome, nonostante la diffidenza di alcuni scienziati, che permetterà di scongiurare patologie e forse prorogare le prospettive di vita ritardando il momento del trapasso…
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soft padded black velvet case containing a silver pen drive at the “moderate” price of 70.000 dollars. From the United States, a new opportunity for those who are not satisfied anymore by very luxurious objects to purchase. Is it a simple mass memory for multimedia data storage characterized by an elegant design and precious materials? Or what if the data contained in such a small device would make the ordinary USB drive a priceless object? The Knome genetic key is an archive device that, thanks to the most advanced technologies, provides genetic information to its owner; the digital version of the human genome is decoded and sequenced to be consulted at a personal computer. An innovative cryptographic system protects personal data giving access, in fact, only to the direct owner. The complete procedure requires from six to eight weeks work and includes a private visit by a doctor from anywhere in the world to take the blood test necessary for the mapping. Together with the USB key, the American company, owner of the patent, offers the operating system KnomeXplorer that allows to perform a preliminary analysis of the possible associations among the genetic alterations and various health conditions. About a hundred wealthy individuals in the world have not resisted to the charm of the genetic key, many others are on a waiting list to receive the device that will allow them to navigate, discover the specific characteristics of their own genetic code and verify the variations in the DNA. Despite the scepticism of some scientists, this is a successful bet for the future according to Knome that will allow to prevent pathologies and maybe to prolong life expectations by delaying the transition moment.
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BENEFICENZA IN TEMPO DI CRISI… HeroRat, anche i topi hanno un cuore
Charity in a time of crisis HeroRat, also rats are generous
Giovanna Iannone
Anche i ricchi piangono….eh si! Anche loro sono stati colpiti dalla crisi che li ha costretti a tagliare la spesa per la beneficenza. In effetti, gli ultimi dati ufficiali disponibili, fanno registrare il peggior calo di donazioni degli ultimi quarant’anni. Certo non bisogna disperare e come negli altri campi, anche per ciò che riguarda la beneficenza le parole d’ordine sono innovazione ed efficacia. Non a caso il settimanale finanziario americano Barron’s, nello stilare una top 25 dei benefattori mondiali, ha fatto dell’efficacia, insieme all’innovazione ed alla capacità di creare alleanze e di lanciare progetti facilmente replicabili, i criteri necessari creando, così, una interessante guida per capire come cambia la mappa della generosità nel mondo. Al secondo posto della classifica figura Jeff Skoll, presidente della Skoll Foundation. Tra i tanti progetti della fondazione spicca il programma “Herorat” che, incredibile ma vero, addestra topi a trovare mine antiuomo. I topolini, a differenza della vita reale in cui sono sempre stati il simbolo di tutte le paure, nei fumetti e nei cartoni animati hanno sempre riscosso molta simpatia. Oggi, grazie ai “cricetomys gambianus” l’ultima arma nella lotta contro le mine antiuomo, questi simpatici roditori sono tutt’altro che da paura. L’Herorat con i suoi trentacinque cm di lunghezza è il topo più grande del mondo, ma anche il più temerario dal momento che con il suo fiuto è in >
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charity
saliva umana, se nel corpo dell’ammalato c’è tubercolosi o ancora trovare sopravissuti sotto le macerie di un terremoto. La notizia interessante è che tutti possono contribuire a salvare vite umane: sul sito www.herorat.org si ha la possibilità di adottare un topolino con cinque dollari al mese e contribuire cosi alla sua istruzione. Chi avrebbe mai immaginato che mandare a scuola topi sarebbe stato tanto utile al mondo!
Charity in a time of crisis HeroRat, also rats are generous grado di riconoscerela presenza degli esplosivi nel terreno. L’idea di utilizzare questi mammiferi per scovare le mine nascoste sotto terra è venuta all’organizzazione non governativa belga, Apopo, che dal 1997 ha incominciato ad addestrare questi animali intelligentissimi e a sperimentarli sul campo. Ciò che rende ideale l’utilizzo di questo roditori è innanzitutto il fatto che il loro peso, ruotando intorno al chilo, non è in grado di far scattare la detonazione; per non parlare poi del fatto che sono degli animali adattabili ad ogni tipo di clima e di suolo, possono essere facilmente trasportati da un luogo all’altro e sono facilmente addestrabili. Se i metal detector non sono in grado di riconoscere le mine non metalliche, le più diffuse e le più insidiose, i bulldozer non riescono a lavorare sui terreni collinari e i cani antimine rischiano di finire vittime del loro lavoro, i topi possono invece perlustrare 200 metri quadrati in un’ora, una superficie che agli uomini richiederebbe almeno quindici giorni di lavoro. Le capacità di questo topolino, non a caso chiamato TopoEroe, non sono finite: il suo fiuto sensibilissimo sa fare di più come intercettare, annusando
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Wealthy people cry too….oh yes! The financial crisis has hit them too and forced them to cut donations. Unfortunately, recent official data show the worst fall donations have ever had in the last forty years. But it is not worth it to lose all hope and as in many other fields, also for charity, innovation and efficiency have become the new passwords. Not by chance, the American financial weekly magazine Barron’s has published a ranking with the 25 top world benefactors and showed that innovation, capacity of creating new alliances and projects that are easy to replicate are the necessary criteria of an interesting guide to understand the new mapping of a global generosity. Skoll Foundation’s President, Jeff Skoll, ranks second. Among the many project of his foundation, the most interesting one is “Herorat” that, hard to believe, trains rats to detect anti-personnel mines. Unlike in real life where they often symbolize fears, rats, in cartoons, have always been well loved. Today, thanks to the “cricetomys gambianus”, the newest weapon against anti-personnel mines, these funny rodents are even more appreciated. Herorat with his 35 cm in length is the
biggest but also the bravest rat in the world since, with his sense of smell, is able to detect explosive in the ground. The idea of using these mammals to find mines hidden underground belongs to the Belgian non-governmental association, Apopo, that since 1997 has started training these very clever animals and has used them on the ground. What makes ideal the use of these animals is above all their weight that not even reaching one kilogram does not trigger detonation; not to mention the fact that these are animals who easily adapt to all sorts of climates or soils, can be transported from one place to another and are easy to train. If metal detectors are not able to detect nonmetallic mines – that are the most spread and most dangerous ones, bulldozers cannot work on hill grounds and anti-mine dogs risk becoming victims of their own work. Rats, instead, can search a 200 square meters area in one hour, a surface that would take men at least fifteen days of work. The abilities of this mouse, called Herorat not by chance, are not finished: his very sensitive smell can even intercept human saliva, tuberculosis in the body of an ill person or find survivors under the ruins of an earthquake. The interesting news is that we can all save human lives: the website www.herorat.org gives the opportunity to adopt a rat at 5 dollars a month thus contributing to his training. Who could have ever imagined that sending rats to school would have been so useful to the world!? //
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IL DISASTRO DI HAITI HAITI’S DISASTER Giovanna Iannone
La natura si ribella: gli ultimi accadimenti sembrano davvero provare la volontà di ribellione del globo alle “prepotenze” umane. E ancora una volta, la forza della natura è stata veramente devastante, colpendo oltretutto chi già viveva in condizioni disastrose. Haiti è il Paese più povero dell’emisfero occidentale, già devastato da anni da una rivolta popolare, colpito nel 2004 da un violento uragano che ha portato morti e disperazione e, come se non bastasse, la notte tra il 12 e il 13 gennaio un violentissimo terremoto ha messo letteralmente in ginocchio il Paese e la sua capitale Portau-Prince. Di fronte ad un disastro del genere la prima sensazione di ognuno è quella di sentirsi piccoli come un puntino in mezzo all’universo. Ma a chi può giovare questa sensazione di impotenza e di inutilità? Non servirà certo ai bambini haitiani sopravvissuti, che con i loro occhietti spaventati chiedono aiuto. Perciò diamoci da fare, ognuno nel suo piccolo, ognuno come può. Un puntino in mezzo all’universo non si sentirà certo inutile circondato da milioni di altri piccoli puntini. Sono svariate le modalità per concretizzare un sostegno: Nature rebels against mankind: recent facts seem to truly prove the will of rebellion of the globe against human “impositions”. And, once again, the force of nature has been devastating and has hit those who already live in miserable conditions. Haiti is the poorest nation of the western hemisphere, already devastated by a civil war, in 2004 hit by a violent hurricane that caused casualties and despair and, if this was not enough, in the night between January 12 and 13 hit a very violent earthquake that has literally bent the nation and its capital, Port-au Prince, on its knees. Before such a disaster, the first general impression is always that of feeling as small as a spot in the Universe. But who can rejoice of being so unpowerful and useless? This will not help the survived Haitian children who – with their eyes full of fear- ask for help. So, let’s do our best in helping out. A small spot in the Universe will not feel useless if surrounded by millions of other spots. Following are the several ways to give a true contribution:
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LA CROCE ROSSA ITALIANA Le donazioni alla CRI si posso effettuare tramite: •
Sms da cellulari Wind o Tre per donare 2 euro “Pro Emergenza Haiti” al 48540.
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Conto Corrente Bancario: n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Romaintestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono: IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO EMERGENZA HAITI
•
Conto Corrente Postale n. 300004 intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma c/c postale n° 300004 Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004 Causale: Causale PRO EMERGENZA HAITI
•
Donazioni on line: attraverso il sito web www.cri.it, all’atto della scelta del progetto selezione “Pro emergenza Haiti”.
Inoltre la CRI ha attivato uno speciale sito Internet per aiutare gli haitiani ad avere notizie dei propri cari dopo il terribile sisma che ha colpito il Paese. L’indirizzo è www.icrc.org/familylinks.
LA CARITAS La caritas ha messo a disposizione un fondo di 100 mila euro, per sostenere gli interventi in corso ad Haiti. Si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite: •
C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Haiti”.UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119
•
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
•
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma ban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
•
CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
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VILLAGGI SOS Il Villaggio SOS di Santo e un Centro sociale SOS si trovano a soli 10 chilometri dall’epicentro del sisma.
MEDICI SENZA FRONTIERE
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Se vuoi aiutare i bambini e le famiglie di Haiti:
Per contribuire all’azione di soccorso di MSF a Haiti:
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Con 25 euro possiamo purificare acqua sufficiente per una famiglia per un mese;
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carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
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Con 50 euro acquistiamo 50 litri di latte;
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bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
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Con 100 euro diamo da mangiare a 80 bambini;
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Con 250 euro garantiamo un pasto al giorno a 5 bambini per un mese;
conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
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Con 500 euro assicuriamo un pasto al giorno per una famiglia con nove bambini per un mese.
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on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it
AGIRE FONDAZIONE PAIDEIA la Fondazione PAIDEIA ha deciso di sostenere con un proprio contributo di € 10.000 le attività di soccorso dell’Associazione Madian Orizzonti onlus dei Padri Camilliani di Torino. Chi volesse contribuire alla raccolta fondi può effettuare: •
una donazione in contanti presso la sede della Fondazione: Piazza Solferino 9b 10121 Torino - Italy
•
un bonifico intestato a: Fondazione PAIDEIA onlus Banca Monte dei Paschi di Siena Agenzia sede di Torino IBAN IT 75 H 01030 01000 000003039370 Causale: Paideia per Haiti
IL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE DELLE NAZIONI UNITE (WFP)
Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze, che raccoglie 11 ong italiane (ActionAid, AMREF, CESVI, CISP, COOPI, COSV, GVC, Intersos, Save the Children, Terre des Hommes e VIS). Le organizzazioni di AGIRE hanno deciso il lancio di un appello congiunto di raccolta fondi per garantire i necessari soccorsi alle popolazioni colpite e sostenere le attività di emergenza delle ONG italiane. Per farlo puoi: •
donare 2 euro, inviando un SMS solidale al numero 48541, da tutti i telefoni fissi abilitati dei clienti Telecom Italia e da tutti i telefonini personali di Rete Mobile dei clienti Telecom Italia;
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donare 2 euro chiamando da una linea fissa Telecom Italia il numero 48541;
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donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870.
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Versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti.
Emergenza Haiti: ecco come aiutare le vittime del disastro: •
Tramite internet su www.wfp.org/it
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Bonifico bancario Causale: emergenza Haiti c/c 6250156783/83 Banca Intesa ag. 4848 ABI 03069 CAB 05196 IBAN IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383;
Bonifico bancario sul conto BPM - IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti.
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Donazioni on line dal sito internet www.agire.it
Versamento su conto corrente postale c/c 61559688 intestato a: Comitato Italiano per il PAM IBAN IT45 TO76 0103 200 0000 6155 9688
MEDICI SENZA FRONTIERE
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Per contribuire all’azione di soccorso di MSF a Haiti: •
carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
ANPAS
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bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
L’Associazione nazionale pubbliche assistenze ha attivato una raccolta di fondi:
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conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
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on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it
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Versamenti sul conto corrente della Banca Etica, Filiale di Firenze IBAN: IT 52 X 05018 02800 000000556655, intestato Anpas per Haiti.
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charity
UNICEF Si possono effettuare donazioni tramite: •
c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’;
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carta di credito online sul sito www.unicef.it oppure chiamando il Numero Verde UNICEF 800745000;
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cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”
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Comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia (elenco sul sito-web www.unicef.it/comitati)
UCODEP-OXFAM Le donazioni si possono effettuare:
AUTOTUTELA PER HAITI
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sul sito www.ucodep.org con carta di credito, o telefonando al numero verde 800.99.13.99.
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Versamenti sul c/c postale 14301527 intestato a Ucodep, con causale Emergenza Haiti.
È aperta una sottoscrizione a favore della popolazione di HAITI:chiunque desideri partecipare potrà farlo inviando un bonifico bancario intestando a: AUTOTUTELA PER HAITI IBAN IT85U0504030110000001199737
SAVE THE CHILDREN
Presso Banca Antonveneta – Gruppo MPS
È possibile effettuare
MISERICORDIE
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donazioni on line con carte di credito sul sito www.savethechildre.it
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c\c postale n.4301207
Le Misericordie Italiane hanno aperto una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite dal terremoto, possibile effettuare una donazione sul: • •
c/c 000005000036, MONTE DEI PASCHI DI SIENA SPA, Firenze Agenzia 6, IBAN: IT 03 Y 01030 02806 000005000036 Conto Corrente Postale N° 000021468509, Firenze Agenzia 29, IBAN: IT 67 Q 07601 02800 000021468509
entrambi intestati a “Confederazione Nazionale” con causale “PRO HAITI”.
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CBM CBM Italia Onlus è un’Organizzazione Non Governativa (ONG), la cui finalità è sconfiggere le forme evitabili di cecità e di disabilità fisica e mentale nei Paesi più poveri del mondo, senza distinzione di razza, sesso e religione. per effettuare una donazione vai sul sito: www.cbmit.org
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