Emotions magazine rivista viaggi e turismo primavera 2013 anno3 n7

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viaggi e cultura prima edizione - Anno 3 n°7 primavera 2013

BATWA TANZANIA VIENTIANE VENEZUELA BORNHOLM LESBO COSTA DEI TRABOCCHI ROVERETO CORTONA



Sommario

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pag. 6

speciale Africa

Batwa di Anna Alberghina

pag 14 Speciale Africa TANZANIA per chi ama l'Africa veta di Annarosa Toso

pag. 28 VENEZUELA dalle vette andine alle cascate amazzoniche di Anna Maria arnesano pag. 36 BORNHOLM isola degli usignoli di Teresa Carrubba pag. 44 Speciale Grecia Indimenticabile LESBO di Teresa Carrubba pag. 60 SIFNOS il tesoro dell'Egeo di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 68 LOMBARDIA il regno dei laghi di Giulio Badini pag. 74 Costa dei Trabocchi di Mariella Morosi pag. 78 GRIFFIN'S RESORT di Raaella Ansuini pag. 82 L'arte passa sopra un ponte di Giuseppe Garbarino pag. 86 Le emozioni di un viaggio a ROVERETO di Luisa Chiumenti pag. 90 L'etrusca CORTONA di Mariella Morosi pag. 94 Kaleidoscope

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pag. 20 VIENTIANE uno stato d'animo di Pamela McCourt Francescone



editoriale Il mal d'Africa passa anche attraverso l'antropologia culturale che guarda ad etnie remote, nella geografia e nel tempo. I pigmei Batwa, antichi abitatori della regione dei grandi laghi dell'Africa equatoriale che dividono l'ugandese foresta di Bwindi con i gorilla di montagna. Restiamo in Africa, in Tanzania, dove il desiderio di natura sarà appagato negli odori, nei colori, nella vista dei big five, i grandi predatori che popolano i parchi naturali. E che dire della natura selvaggia del Venezuela, una delle maggiori biodiversità del pianeta, con il Gran Sabana, un insieme di piatti rilievi dalle pareti precipiti, i Tepuy, formati da alcune delle rocce più antiche del continente, da canyon e da imponenti cascate, compreso il Salto Angel, la più alta del mondo. Una ventata d'Oriente arriva dal Laos e dalla sua capitale Vientiane dove il profumo inebriante di frangipani soffia dolcemente e dove le tuniche arancioni dei monaci buddhisti sono un richiamo costante alla profonda e secolare spiritualità. Più vicina, la Grecia con le sue due facce contrapposte. Lesbo, di saffiana memoria, con milioni di ulivi da cui si produce il famoso olio esportato in tutto il Paese, la foresta pietrificata, le terme e persino un monte Olimpo. L'altra faccia è Sifnos con le sue 235 chiese dello stesso bianco abbacinante delle casette dagli infissi blu, come da stereotipo. E poi l'immancabile fascino dell'Italia, dai languidi laghi della Lombardia, quasi degli acquerelli, alla storia rinascimentale del Ponte Pecchio di Firenze con le sue prestigiose botteghe orafe. Dalla suggestione dei trabocchi sulla costa d'Abruzzo che come “ragni colossali dalle lunghe zampe infisse nella sabbia e tra gli scogli”, segnano un paesaggio fermo nel tempo, a Rovereto con l'imponente castello medievale costruito dai Castelbarco come presidio del loro potere feudale in Val Lagarina. Per giungere ai vicoli di Cortona che raccontano antiche storie di magnificenza e di sconfitte.

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speciale Africa

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BATWA il popolo della foresta


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Batwa il popolo della foresta testo e foto di

Anna Alberghina

I

pigmei Batwa sono i pi첫 antichi abitanti della regione dei grandi laghi dell'Africa equatoriale. Attualmente vivono in Uganda, Rwanda, Burundi

e Repubblica Democratica del Congo. Rappresentano meno dell'1% della popolazione di questi Paesi, per un totale di non pi첫 di 80.000 individui. Alcuni Antropologi stimano che i Pigmei siano esistiti nelle foreste equatoriali dell'Africa per pi첫 di 60.000 anni.

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speciale Africa

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BATWA il popolo della foresta

La foresta impenetrabile di Bwindi, in

di Bwindi diventò parco nazionale e

stanziale, che cercano un ritorno

territorio ugandese, ospita

patrimonio dell'umanità per dare

immediato dal loro lavoro, non accu-

un'impressionante quanto fragile

rifugio a 350 esemplari di gorilla di

mulano proprietà, non possiedono

biodiversità, tra cui i famosi gorilla di

montagna. I Batwa furono cacciati e,

nulla di superfluo e sono completa-

montagna. Per migliaia di anni que-

poiché non potevano rivendicare

mente concentrati sul momento pre-

sta foresta pluviale è stata anche la

alcun diritto sulla terra, non ebbero

sente. La condivisione dei beni è indi-

dimora dei Batwa che, in perfetto

alcun risarcimento. Diventarono così

spensabile alla sopravvivenza del

equilibrio con l'ambiente e le sue

“vittime dell'ecologia”, “ rifugiati” in

gruppo e questo fa sì che non vi siano

creature, sono sopravvissuti caccian-

un territorio estraneo ed ostile, priva-

sperequazioni sociali. Le decisioni

do con frecce e trappole e racco-

ti degli strumenti indispensabili per

importanti vengono prese da tutta la

gliendo frutti e piante medicinali. In

la vita. Sono, ancora oggi, uno dei

collettività , eliminando la necessità

costante movimento, alla ricerca di

gruppi etnici più emarginati

di un vero e proprio leader ,benchè,

cibo fresco, i Batwa costruivano ripari

dell'Africa. Le società pigmee differi-

in situazioni di emergenza, venga

provvisori di rami e foglie.

scono enormemente dalle altre pre-

accettata l'autorità dei più esperti.

Nel 1992 la vita dei Batwa è cambiata

senti sul territorio. Si tratta di indivi-

Conflitti, problemi o situazioni imba-

per sempre. La foresta impenetrabile

dui incapaci di condurre un'esistenza

razzanti vengono evitati semplice-


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BATWA il popolo della foresta


11 mente allontanandosi dalla fonte di difficoltà. La foresta è parte integrante dell'identità Batwa ed è in grado di soddisfare tutti i loro bisogni. Attraverso i rituali, i canti e le danze, essi mantengono il contatto con le entità soprannaturali che la popolano. Privati delle risorse indispensabili alla loro vita, hanno praticato il bracconaggio e si sono dedicati a forme minori di artigianato ma, nella maggor parte dei casi, sono diventati mendicanti. Il termine “Batwa” viene spesso usato con significato spregiativo dalle altre culture che li considerano alla stregua di animali. Quasi totalmente esclusi dalle cure sanitarie e dall'educazione, non hanno rappresentanti politici in grado di tutelare i loro diritti. Isolati e discriminati, sono tuttora vittime di intimidazioni e violenze, costretti ad abbracciare nuove fedi religiose e ad adattarsi ad un moderno

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speciale Africa

BATWA il popolo della foresta

stile di vita a loro totalmente estraneo. Nel tentativo di preservare il loro inestimabile patrimonio di conoscenze, la fondazione Kellermann ha acquistato a Bwindi numerosi ettari di foresta ed ha stabilito vari programmi con l'intento di integrare i Batwa nella vita del Paese. E' quindi possibile accompagnare una piccola comunità Batwa in un'escursione nella foresta, partecipando, insieme ad un folto gruppo di bambini, ad un'esperienza unica ed emozionante. Gli anziani ci raccontano le loro leggende, ci mostrano trappole e tecniche di caccia, ci spiegano come costruivano i ripari, come seppellivano i morti e dove si mettevano in contatto con gli spiriti della natura. Ci mostrano come si procuravano il miele, come utilizzavano le piante medicinali e come fabbricavano gli abiti di corteccia. I bimbi sgranano gli occhi. A scuola insegnano a leggere e scrivere ma non certo a sopravvivere nella foresta! Le danze rinnovano la gioia di un tempo ma nei loro sguardi leggo solo il rimpianto per la vita che non potranno mai piÚ riavere.•

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speciale Africa

TANZANIA per chi ama l'Africa vera

Tanzania per chi ama l'Africa vera Le emozioni del safari, che in lingua swahili significa viaggio

testo di

Annarosa Toso

L

mente il territorio fu amministrato dagli inglesi fino

re sulla loro vita, tifando per la preda o per il predatore. E il

agli anni Sessanta, quando lo Stato divenne indipendente.

raziocinio in quei momenti si offuscherà, perché si sarà

a Tanzania, la cui capitale è Dar es Salaam è stata

saranno appagati negli odori, nei colori, nella vista della

colonia tedesca dal 1880 fino al 1919. Successiva-

lotta per la sopravvivenza dove si potrà anche scommette-

Paese molto vasto, grande come Italia, Germania e Francia

troppo coinvolti da quelle immagini che stiamo fissando

messe insieme, da anni ha adottato una politica per un

nella nostra mente, dove i protagonisti principali ci stanno

turismo a garanzia e a salvaguardia della natura. I suoi

raccontando l'eterna storia per la vita che si ripete ogni

parchi naturali sono tra i più famosi del mondo. I più noti

giorno, dove i più deboli soccomberanno sempre e i più

sono il Serengeti e l'immenso cratere di Ngorongoro,

forti vivranno per riprodursi. Se il predatore fallirà la preda,

dove sono stati realizzati numerosissimi documentari natu- non potrà cibarsi e dovrà riprendersi dallo sforzo, rinun-

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ralistici che hanno allietato e informato, ma anche inchio-

ciando alla caccia anche per due giorni. Nel caso di piccoli

dato sulle poltrone e divani di casa, milioni di telespettato-

da allattare o da sfamare, questi rischieranno la vita perché

ri in tutto il mondo. Ma nessuna immagine e nessuna

gli verrà a mancare il nutrimento. E la preda designata

descrizione somiglieranno alle sensazioni e agli stati

scampata alla morte, per quella volta tornerà alle consuete

d'animo di chi si trova in mezzo alla savana a vivere in

abitudini che sono quelle di mangiare, bere, accoppiarsi,

diretta quanto la natura si appresta ad offrire agli occhi del

accudire i piccoli e sfuggire ai predatori. E' una storia già

visitatore. Il desiderio di natura o la semplice curiosità

letta e conosciuta ma sempre nuova e vera: la lotta per la


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TANZANIA per chi ama l'Africa vera

sopravvivenza che in Africa si ripete in continuazione e non solo dall'alba quando prede e predatori si sveglieranno, ma anche al tramonto e durante il buio della notte dove avvengono le cacce più spietate per la ricerca del cibo. Per la gioia dei turisti, da qualche anno vengono organizzati anche dei safari notturni, che a volte consentono di intravedere più animali che durante il giorno. Safari, in ogni caso molto emozionanti, anche se a volte gli animali - e bisogna metterlo in conto - non si concedono alla vista di nessuno e beffano anche gli esperti ranger che ne seguono le tracce. Certamente nessun tour operator che organizza safari in Tanzania come in altri paesi dell'Africa Australe, potrà garantire al cento per cento, la vista dei big five, che ricordiamo sono elefante, rinoceronte, leone, leopardo e bufalo. Tutto dipende dalla fortu-

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na e dalla casualità. In Tanzania ci sono un'infinita varietà di paesaggi di rara bellezza.


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Il paese vanta l'11% del suo territorio adibito a parco naturale, una tra le più alte concentrazione di animali selvatici e nessun animale familiarizzante con gli uomini, tranne i pochi che vivono ai margini dei lodge, che nella maggiore parte dei casi sono facoceri o scimmie. Queste ultime le potremmo definire sfacciate quando si intrufolano nei giardini alla ricerca di cibo e di qualsiasi cosa da rubare, solo per il gusto di fare un dispetto. In Italia sono molti gli appassionati dell'Africa, degli animali e della natura in genere. Un viaggio in Africa è la realizzazione di un sogno e la Tanzania è in grado di

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speciale Africa

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TANZANIA per chi ama l'Africa vera


19 appagare questo desiderio. Tra l'altro, è bene sottolineare che il Kilimangiaro si trova in Tanzania e non sul territorio keniota. Chiamato familiarmente il kili, questa imponente montagna alta quasi sei mila metri si trova in un'aerea proclamata dalla Tanzania parco nazionale da oltre cinquant'anni. E vale la pena ricordare una frase di Ernesto Hemingway riferita a questa grande montagna; “Vasta come il mondo, immensa, alta ed incredibilmente bianca nel sole, era la cima squadrata del Kilimangiaro”. Il Serengeti National Park è uno dei parchi più grandi della Tanzania e uno dei più conosciuti di tutta l'Africa. Ha una superficie di 14.763 km quadrati e vanta una importante concentrazione di animali, molti dei quali mammiferi. Caratterizzato da vastissime savane e una ricchezza faunistica straordinaria, il Serengeti che in lingua swahili significa grande pianura, è inserito tra i patrimoni naturali dell'umanità dall'Unesco. Nella zona sono stati trovati i resti dell'homo zinjanthropus risalenti a due milioni di anni fa, precisamente nella Gola di Olduvai. Si tratta di alcuni dei più antichi fossili umani rinvenuti là dove si è sviluppata la razza umana. Il cratere di Ngorongoro si trova a 2200 metri sul livello del mare e misura oltre 16 km di diametro. In totale, occupa un'area di circa 265 km quadrati. Si tratta della caldera più intatta del mondo. A Ngorongoro, anche in estate, durante la notte si dorme con le coperte e con il riscaldamento, mentre di giorno è caldo secco. Dopo cena è abitudine di riunirsi all'esterno dei lodge intorno al fuoco, per commentare la giornata trascorsa nella savana. E ascoltando i diversi racconti si scoprirà che molti hanno visto i “big five”, da vicino, anzi da vicinissimo. Erano proprio lì, leoni, leopardi, bufali, elefanti, rinoceronti, tutti con le famiglie al seguito, tutti in posa per farsi vedere dai fortunati occupanti di quella jeep, che purtroppo non era la nostra! Oggi con le digitali è più difficile mentire, ma si può anche essere più credibili, mostrando le prove. Un viaggio in Tanzania ha sicuramente dei costi superiori rispetto ad altri tipi di vacanza a partire dal volo aereo che normalmente è di linea e non charterizzato e questo ha una notevole influenza sul prezzo finale, ma le aspettative del viaggiatore in partenza per la Tanzania saranno sicuramente soddisfatte. Sono diversi i percorsi e gli itinerari per visitare la Tanzania: tutti prevedono i parchi più famosi che sono il Serengeti e Ngorongoro ma anche Arusha, Lake Manyara, il Tarangire National Park e le gole di Olduvai. Ricordiamo, tra le perle della Tanzania, anche Zanzibar, pregevole destinazione balneare sull'Oceano Indiano.• www.tanzania-gov.it www.africanexplorer.com

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VIENTIANE uno stato d'animo

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VIENTIANE

Uno stato d'animo

testo di

Pamela McCourt Francescone

Il Laos,” scriveva Tiziano Terzani “non è un posto, è uno stato d'animo”. Uno dei paesi meno conosciuti e meno

visitati dell'Asia, il Laos, come una Bella Addormenta-

ta, si sta lentamente svegliando, e con esso la sua capitale Vientiane. Una città a misura d'uomo, che conserva l'aria sonnacchiosa di una cittadina di provincia e, nonostante il traffico e gli ingorghi –impensabili solo tre anni fa – è un luogo dove il tempo scorre ancora lento, dove l'odore inebriante di frangipani soffia dolcemente e dove le tuniche arancioni dei monaci buddhisti sono un richiamo costante alla profonda e secolare spiritualità del popolo laotiano. Vientiane, l'unica grande città del Laos – Luang Prabang è un piccolo gioiello e Pakse e Savannakhet modesti centri provinciali – è diventata capitale nel 16° secolo quando Re Setthathirat spostò la sua corte da Luang Prabang, mentre nel 19° secolo, con l'arrivo dei francesi, è diventata la capitale del protettorato francese. Oggi l'influenza francese echeggia ancora nella cucina locale con pane, paté e vini francesi, mentre le strade sono ancora indicate come “Rue”. A differenza di Saigon e Hanoi, i francesi non hanno lasciato edifici importanti a Vientiane, limitandosi a costruire basse case coloniali lungo le strade polverose della città. E stanno ancora lì, gomito a gomito con templi dorati, piccoli ristoranti e negozietti che vendono artefatti tradi-

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zionali in legno e bronzo e la bellissima seta laotiana.

e bronzo. Ma sotto il magnifico tetto a cinque sbalzi del Si

Templi come il Wat Hai Sok e il Wat Mixai sulla Rue Settat-

Saket sono conservati in totale 7.000 statue di buddha,

hirat , la strada principale della città, due oasi di tranquillità

una concentrazione che fa del venerato Wat un museo

con giardini lussureggianti dove statue di buddha e scali-

straordinario nonché un luogo di spiritualità di grande

nate con la forma di naga - il dio cobra - contendono lo

suggestione.

spazio con alberi secolari e terrazze ombreggiate. Il Wat Si

Ma sono il Patuxai e il Pha That Luang i due monumenti

Saket è il tempio più antico della città. Uno scrigno bud-

più importanti della città. Il primo, dalla forma che richia-

dhista con un chiostro che conserva in nicchie scavate nei

ma l'Arco di Trionfo di Parigi, costruito nel 1960 con

muri oltre 2.000 statue di buddha in legno, argento, pietra

cemento donato dagli americani per costruire un nuovo


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aeroporto che non è mai stato realizzato a quel tempo, e

di missili. Distrutto più volte nei secoli, si dice che quando

scherzosamente chiamato dagli abitanti di Vientiane “la

la piramide centrale fu eretta dal re era stata ricoperta con

pista verticale”. Vale la pena salire i due piani per la vista

cinquecento chili di fogli d'oro. Il vero splendore di Vien-

sulla città dalla terrazza superiore. Il Pha That Luang è il

tiane è il Mekong, il fiume più lungo e importante

monumento simbolo non solo della città ma anche del

dell'Indocina che nasce nell'altopiano del Tibet e attraver-

Paese, e la sua immagine si trova sia sui francobolli che sul

sa la provincia cinese dello Yunnan, il Myanmar, la Thailan-

Questa imponente stupa dorata fu

dia, il Laos e la Cambogia prima di sfociare nel mare meri-

costruita da Re Settathirat sul sito di un antico tempio

dionale cinese in Vietnam. Oggi l'argine del fiume si chia-

Khmer, e visto da lontano sembra un gigantesco grappolo

ma il Chao Anouvong Park, un lungofiume di cemento sul

sigillo nazionale.

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25 Mekong che ha preso il posto del secolare argine fangoso. Un intervento che l'ha senz'altro reso più agevole per chi la mattina usa il lungofiume per fare il Tai Chi o salutari passeggiate, o per chi la sera si siede in uno dei tanti bar per sorseggiare una Beerlao e ammirare i tramonti sul Mekong che non mancano mai di stupire per la gamma di sfumature dorate che spalmano sulle placide acque del grande fiume. Meno estrosa della gastronomia cinese, vietnamita o cinese (dalla quale è stata fortemente influenzata), la cucina lao si distingue per l'uso di khao niaw, il riso glutinoso che viene invariabilmente servito insieme ad altre pietanze tradizionali quali il laap, un'insalata di carne macinata con succo di lime, aglio e croccante riso tostato, o il tam maak-hung una piccante insalata di papaya e peperoncino preparata in un mortaio. Vanno molto fieri della loro birra i laotiani, e la qualità del Beerlao ha avuto un riconoscimento prestigioso qualche anno fa quando la Carlsberg è entrata come uno dei maggiori investitori nella birreria di stato.

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VIENTIANE uno stato d'animo

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27 Da tempo in città c'è un fermento di lavori

torre del World Trade Centre che svetterà a

in corso. Molte le nuove costruzioni, ma

150 metri di altezza. Perché purtroppo a

indubbiamente quella più imponente sarà

Vientiane sembra che gli urbanisti abbiano

per il nuovo World Trade Centre che sorge-

preferito disattendere quel pregevole pre-

rà non lontano dall'elegante Palazzo Presi-

cetto che consigliava di mantenere, nei

denziale e dal fiume Mekong. Una progres-

paesi tropicali, le nuove costruzioni al di

sione verticale che getterà nell'ombra i 45

sotto dell'altezza delle palme. E così, nel

metri d'altezza dell'Arco Patuxay e i 14 pia-

nome del progresso anche il Laos - cono-

ni del Don Chan Palace Hotel, costruito

sciuto anticamente come la Terra del Milio-

sulle sponde del grande fiume e attual-

ne di Elefanti – perderà per sempre qualco-

mente l'edificio più alto della città, ma che

sa del suo fascino armonioso e seducente. •

prossimamente verrà eclissato dalla nuova

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VENEZUELA dalle vette andine alle cascate amazzoniche

Venezuela testo di

Anna Maria Arnesano Badini e Archivio

foto di di Giulio

S

ituato nell'estremo nord-est del continente suda-

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Mar dei Carabi e sull'oceano Atlantico, confina ad ovest

mericano il Venezuela, grande tre volte l'Italia, offre

con la Colombia, a sud con il Brasile e ad est con la Guyana.

incredibili peculiarità naturalistiche, una delle mag-

Ad occidente, dopo il lago Maracaibo (in realtà un antico

giori biodiversità del pianeta e un'estrema varietà geogra-

tratto di mare impaludato, sede di quegli ingenti giaci-

fica, valori stranamente finora ignorati dal turismo, alme-

menti petroliferi che hanno trasformato l'economia del

no nel suo interno dove si concentra la maggior ricchezza

paese nell'ultimo secolo) si elevano i picchi perennemente

ambientale. Affacciato a nord con 3.000 km di candide

innevati, alti fino a 5.000 m, della Sierra Nevada, tratto

spiagge da cartolina, fondali da sballo e isole da sogno

iniziale della cordigliera andina ricca di laghi glaciali, lagu-

(per tutte Isla Margarita e l'arcipelago di Los Roques) sul

ne, villaggi indios e di flora e fauna alpina, sorvolata dai

dalle


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vette andine alle cascate amazzoniche

voli del condor andino. Al centro, tagliato latitudinalmente

giaguari, alligatori, delfini di fiume, iguana, scimmie,

in due dall'Orinoco, terzo fiume del continente, si esten-

anaconda e 300 specie di uccelli, soprattutto acquatici. A

dono Los Llanos, pianura alluvionale semiallagata durante

sud le piane dei Llanos confinano con le intricate giungle

la stagione delle piogge e grande quanto l'Italia, caratte-

della foresta umida amazzonica con i suoi corsi d'acqua,

rizzata da praterie erbose a perdita d'occhio simili alla pam- popolata da un mosaico di isolate comunità indigene, pa argentina o al West statunitense, dedicata

mentre ad est si eleva nuovamente fino a 2.800 m nel

all'allevamento del bestiame. Questo ambiente ospita una

massiccio della Guyana chiamato Gran Sabana, un insie-

delle maggiori concentrazioni di fauna selvatica sudame-

me di piatti rilievi isolati dalle pareti precipiti, i Tepuy, for-

ricana: capibara, armadilli, pecari, opossum, tapiri, puma,

mati da alcune delle rocce più antiche del continente vec-

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VENEZUELA dalle vette andine alle cascate amazzoniche

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chie di 2-3 miliardi di anni, solcati da

Colombo nel 1498, primo paese suda-

do; una volta constatato che l'interno

profondi canyon e da imponenti

mericano, e l'anno successivo

non offriva apparenti

ricchezze,

cascate, compreso il Salto Angel, la

Vespucci la chiamò piccola Venezia

ripiegarono sulla costa dove ancora

più alta del mondo. Una terra assai

(in spagnolo Venezuela) per la pre-

oggi si concentra la stragrande mag-

suggestiva, magistralmente descritta

senza sulla costa di abitazioni degli

gioranza della popolazione. E' la terra

dal medico e scrittore scozzese Artur

indigeni su palafitte. Le popolazioni

natale di Simon Bolivar, il Libertador

Conan Doyle, il padre di Sherlock Hol-

locali seminomadi di caribi e arawak

che combattè

mes, nel romanzo “Mondo Perduto”.

non avevano espresso alcuna impor-

l'indipendenza non soltanto del Vene-

tutta la vita per

Metà del territorio venezuelano risul-

tante civiltà, ma si opposero strenua-

zuela (1811, primo paese sudameri-

ta ancora coperto da foreste e il 36 %

mente ai conquistatori spagnoli

cano), ma anche per quella di Colom-

è protetto. Venne scoperto da

intenti alla ricerca del mitico El Dora-

bia, Equador, Perù e Bolivia; nono-


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VENEZUELA dalle vette andine alle cascate amazzoniche

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33 stante un simile eroe, dal 1821 al 1958 ha vissuto tra dittature, guerre civili e colpi di stato, conseguendo la democrazia soltanto nell'ultimo mezzo secolo. A parte la sua notevole multietnicità (europei, meticci, creoli, africani e indigeni), si tratta di una nazione assai omogenea per lingua (spagnolo) e religione (cattolica). Un itinerario che tocchi i tre peculiari ambienti geografici dell'interno venezuelano parte da Merida, bella cittadina coloniale e epicentro culturale fondata nel 1558 a 1.600 m di quota ai piedi delle Ande: non a caso possiede la più lunga e alta teleferica del mondo. Con la panoramica Caretera Transandina si attraversa in altutudine il parco nazionale della Sierra Nevada, dominato da imponenti cactus a candelabro. Si scende quindi nell'immensa pianura del Llanos, dove tra fiumi e zone paludose i cowboys locali allevano buoi e cavalli in sperdute fattorie. Puntando a nord-ovest si raggiunge la Montagna della Sorte, famosa in tutto il paese per le erbe medicamentose usate da maghe e stregoni per le loro pozioni miracolose; qui infatti è sorta una setta religiosa che mischia credenze indigene, riti voodoo, pratiche cristiane ed esoterismi. In aereo si raggiunge la Gran Sabana, grande due volte la Sicilia: dopo le miniere d'oro e di diamanti di El Callao, luogo dove forse è nato il mito dell'El Dorado, si entra in una savana di lussureggiante vegetazione tropicale dalla quale spuntano come isole i 150 immensi blocchi di roccia con pareti verticali su ogni lato e cima piatta dei tepui. Il parco nazionale di Canaima sulla laguna omonima, tra i più estesi in assoluto (più grande del Belgio) e sito Unesco, offre una delle maggiori concentrazioni di

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VENEZUELA dalle vette andine alle cascate amazzoniche cascate del pianeta: centinaia di veli d'acqua che scendo-

viaggilevi.it), specializzato in turismo di scoperta ambien-

no dai tepui con salti vertiginosi, formando alla base pisci-

tale e geografica, propone come novità un percorso di 15

ne e vasche naturali. Tra queste il Salto Angel, la più alta del

giorni attraverso gli habitat peculiari del Venezuela. Par-

mondo (980 m), 20 volte quelle del Niagara, scoperta

tenze di gruppo bimestrali con voli di linea da Milano e

casualmente nel 1935 da uno spericolato pilota. I tepui

Roma da ottobre a marzo 2013 (poi in luglio e agosto),

costituiscono importanti isole biologiche, in gran parte

pernottamenti in confortevoli hotel, lodge e pousadas con

ancora inesplorate, con 300 specie endemiche conosciute,

pensione completa, accompagnatore dall'Italia.•

comprese alcune piante carnivore. L'operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-

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BORNHOLM isola degli usignoli

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BORNHOLM isola degli usignoli testo di

Teresa Carrubba

Splendida isola della Danimarca sospesa tra Svezia e Polonia nel cuore del Mar Baltico Il primo impatto con l'isola è il verde tenero di foglie abbagliate da un sole che, sinceramente, non ci aspettavamo di trovare qui al Nord. Infilati in un immenso bosco di betulle dai tronchi bianchi e sottili, ci stupiamo di come la brezza marina e i forti venti abbiano lasciato intatto questo mondo che sembra fermato da un incantesimo. Un'atmosfera dolce e piena, confermata dal profumo intenso di erba e resina che riempie l'aria. E dal canto di una miriade di usi-

gnoli. Ma la prima vera sorpresa è quando, alla fine di questo lunghissimo tunnel di alberi dal colore avvolgente e riposante, ci appare improvviso lo squarcio tagliente di una ripida scogliera. Rocce di un grigio lucido su di un mare incredibilmente azzurro e piatto. Immobile, anch'esso cristallizzato nel tempo. Presi da un'intima emozione, tradita solo da uno sguardo rapido e denso, percorriamo la strada asfaltata a costeggiare il mare di quest'isola che si rivela piena di promesse. E' una terra di contrasti vio-

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BORNHOLM isola degli usignoli lenti che eccitano la fantasia e stimolano alla scoperta. E di tempo per scoprirla ce n'è a iosa. Senza tema di esagerare possiamo dire che qui il sole non tramonta mai o, per lo meno, si appisola solo un po'. Ricorderemo sempre la nostra prima notte a Bornholm. Tutta, completamente svegli, davanti a questo mare senza onde, in attesa che scendesse il buio. Ma buio vero non è mai.. Alle 22, il sole è ancora alto in questo cielo pulito, senza ombre. Poi, a poco a poco, i lineamenti del paesaggio si sfumano: la scogliera, le casette arroccate a picco sul mare, il peschereccio lontano, l'orizzonte. Tutto cade in una penombra soffusa, ma ad un occhio abituato ed attento continua a non sfuggire la presenza di questa natura selvaggia e dolce. Alle tre e mezzo del mattino, il sole ci riapre di nuovo agli occhi tutto quanto. Sempre lì, immutato spettacolo di colori. Questa notte luminosa ed insonne, invece di stancarci, ci riempie di entusiasmo. Siamo pronti ad esplorare l'isola. Sappiamo già che per viverla appieno è consigliabile girare in bicicletta. Ne noleggiamo per una settimana. Tracciamo sulla cartina vari itinerari in modo da visitare l'isola in lungo ed in largo. Una fitta rete di stradine ciclabili con tanto di segnaletica ci facilita il compito. Partiamo da RØnne, la città più grande di Bornholm, famoso porto naturale tra due barriere di scogli, a metà della costa occidentale. Ci dirigiamo verso il Nord. Scorrono davanti ai nostri occhi paesaggi mozzafiato che le stradine lungo la costa ci offrono sempre diversi. Sulla via in fila indiana e sotto di noi, a sinistra, uno strapiombo di rocce antiche, tipiche di varie ere geologiche -pare che l'esistenza dell'isola risalga a 300 milioni di anni fa-. Pietre di quarzo e granito -qui uniche in tutta la Danimarca- sovrapposte le une alle altre, digradano fino a lambire l'acqua del Baltico, che verrebbe voglia di bere tanto è limpida e pura. Sugli scogli più alti, non lontano dalla riva, si posano gabbiani ed edredoni chiudendo con incredibile eleganza le ali, dopo un breve volo sul mare. E ancora, vicino all'acqua, famigliole di urie, dal cui morbido piumaggio nasce il calore delle notti danesi -il famoso piumino da letto-, ed un uccello in livrea, forse imparentato con il pinguino: il razorbill, strettamente legato all'atmosfera dell'isola. Bornholm, negli ultimi anni, è diventata un importante posto di osservazione per gli ornitologi data la presenza di numerose specie di uccelli che vi abitano e di altre che, durante le migrazioni dai paesi scandinavi verso il Sud, sostano qui per riposare. Sul lato destro, uno spettacolo com-

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pletamente diverso. Verde a non finire, addirittura macchie di tipo mediterraneo, pini e fiori dal profumo penetrante. Ci sono piante che esistono solo qui. L'albero di carpino, ad esempio, è originario dell'isola ed è di molto simile al nocciolo. E fiori, anche. Qui c'è un anemone del tutto particolare: bianco col bordo blu, che pare fiorisca da più di un secolo. Verso il Nord dell'isola, sempre sulla costa occidentale, arriviamo a Jons Kapei. Trasciniamo a mano le biciclette su di una salita, un po' dura per le nostre gambe affaticate, e le lasciamo in cima ad una ripida scalinata di 108 gradini che conduce ad una gola rocciosa. Da qui si dice che Jons Munk predicasse ai contadini protestanti di Bornholm. Naturalmente, monaci e predicatori scelgono sempre il meglio della natura. E' infatti una vista unica che ripaga pienamente della fatica per arrivare fin quassù. Riscendiamo. Ora la nostra meta è il castello di Hammershus -o, meglio, le rovine di esso- che raggiungiamo dopo aver percorso tutta la costa di Hammer. Hammer è un enorme gradino di granito, che s'innalza per 82 metri dal livello del Baltico, staccato dal resto di Bornholm da un'ampia valle dove giace il lago più grande dell'isola: HammersØ. Nella valle crescono più di cinquan-

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BORNHOLM isola degli usignoli

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ta specie di alberi e piante, tra cui alcune molto rare. Parte

de di tre isole vicinissime. ChrjstiansØ è collegata a Frede-

di questa vegetazione selvatica si rinnova da circa 10.000

riksØ da un ponte pedonale sospeso con delle funi. A bre-

anni e ciò fa di Hammer una delle attrattive naturali più

vissima distanza emerge la rocciosa Graesholmen, riserva

suggestive della Danimarca. Alla punta Nord, attraversia-

di uccelli, chiusa al pubblico. L'intera zona è protetta, i visi-

mo Sandvig e Allinge, paesini di pescatori riuniti in un uni-

tatori sono tenuti ad osservare rigorose norme ecologi-

co comune -siamo a più di 30 km da RØnne-,e poi scen-

che. Da Gudhjem a Svaneke. Pare che la costa orientale

diamo ad Est fino a Gudhjem, delizioso villaggio di circa

dell'isola sia la più favorita dal clima tant'è che qui la sta-

900 abitanti, inserito in una piccola baia naturale. Qui il

gione estiva si protrae fino ad ottobre. A Svaneke è di

commercio del pesce ha origini antiche, risale al Medioe-

rigore la degustazione dell'aringa affumicata ancora

vo. Oggi il paese è rinomato anche per la lavorazione del

calda. In alti forni a muro che si aprono come un armadio e

vetro e della ceramica.

in cui brucia legno di ontano, sono inserite griglie multiple

Da Gudhjem parte ogni giorno un battello diretto a Chri-

dalle quali pendono a testa in giù aringhe o salmoni. Un

stiansØ, un'isoletta che in passato fu adibita a fortezza

fumo infernale avvolge i pesci fino quasi a nasconderli. Ne

grazie alla sua posizione strategica. In realtà è la più gran-

vengono fuori con la pelle croccante e di un bel colore oro


41 antico. Il sapore è eccellente. Aringhe e salmoni saranno i protagonisti principali dei nostri pasti nell'isola. Niente male come prospettiva! Gustosissimi, comunque anche altri piatti della cucina danese come le “frikadeller”(sorta di polpette fritte), il maiale con le mele e un particolare spuntino, lo “smØrrebrød”, che consiste in una fetta di pane integrale spalmato di burro salato, con sopra carne, pesce o formaggio. Il tutto guarnito con tuorlo d'uovo sodo,cipolline e radicchio. Meritano un accenno i formaggi danesi, risultato di una tradizione secolare. Se ne potrebbero nominare oltre 50 tipi. In ogni caso vale la pena assaggiare almeno il “danablu”, forte e piccante, caratterizzato da una diffusa muffa blu,e lo “svenbo” che ha un lieve sapore di noci. Sulla costa a Sud di Bornholm si estende una lunga spiag-

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BORNHOLM isola degli usignoli

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gia dalla sabbia impalpabile e straordinariamente bianca -ancora un paesaggio diverso-, nella zona di Dueodde, abitata spesso da anatre e trampolieri. Passiamo poi nella foresta di Almindingen, nel cuore dell'isola, fitta di alberi, di laghetti e di osservatòri per birdwatching, naturalmente ancora in bicicletta. Le zone boschive di Bornholm occupano il 20% della superficie totale. Proseguiamo il nostro giro tra i paesini dove si respira un'aria di familiarità. Il silenzio delle strade vuote non è desolazione, anzi, tutto intorno a noi sprigiona il sentore di una vita calda racchiusa tra le mura domestiche. Il rispetto per le proprie cose ed il senso di ospitalità dei danesi è nascosto nei particolari. Queste casette basse, dalle tinte vivaci e fresche -è fatto obbligo ad ogni famiglia di tinteggiare l'esterno della casa tutti gli anni prima di Pasqua, pena il “disonore” e, forse, un'ammenda-, precedute da un giardinetto ben tenuto, ne sono un esempio. E più ancora le finestre bianche, con le immancabili tendine, dietro cui sono in mostra i ninnoli più preziosi della famiglia, sembrano renderci partecipi della loro intimità. Speriamo solo che il fruscio delle nostre biciclette sull'asfalto non risulti indiscreto e non disturbi l'atmosfera incantata di questi luoghi che sembrano davvero uscire da una fiaba di Andersen.• www.visitdenmark.com

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speciale Grecia

INDIMENTICABILE LESBO - UNFORGETTABLE LESBOS

INDIMENTICABILE

Lesbo

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testo di /Words by

Teresa Carrubba Isola greca del nord Egeo, scrigno di mille emozioni, Lesbo imprime nei ricordi il segno indelebile di una Grecia diversa ed eccitante.

S

elvaggia e intrigante la bellezza di Lesbo, intrisa di profonda mediterraneità. Un fascino che sprigiona dai trentamilioni di ulivi che illuminano di luce ver-

deargento il cuore montuoso dell'isola, l'Olympos col suo eterno carisma di divinità, e le sue valli, digradando verso il mare dello splendido Golfo di Geras. E dalle serratissime foreste di pini del Mylopotamo, odorose di resina e di grecità, che regalano a questa terra un respiro balsamico e rilassante. Una suggestione che, altrove nell'isola, è rimasta cristallizzata da venti milioni di anni per il prodigio di

UNFORGETTABLE

Lesbo Greek island in the north of Egeus, coffer of a thousand emotions, Lesbos stamps the indelibile mark of an exciting and different Greece in the memory.

T

he beauty of Lesbos is savage and intriguing, soaked

with that mediterranean quality of being. Charm

escapes from the 30 million olives that illuminate the

mountainous silver-green heart of the island, Olympus with its eternal charisma of its divinity, and its valleys, sloping down to the sea of the splendid Gulf of Geras. And from

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speciale Grecia

INDIMENTICABILE LESBO - UNFORGETTABLE LESBOS

una lava incandescente che gemendo dal vulcano

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the dense pine forests of Mylopotamo, odorous with resin

Ordymnou ha preservato dal tempo 15 mila ettari di coni-

and with Greek-ness, that endow this earth with a balmy

fere, palme e sequoie, facendone uno spettacolo sor-

and relaxing breath. A suggestion that, elsewhere on the

prendente tra fossili preistorici e arbusti “novelli”. E' il

island, has remained crystallized for 20 million years in the

bosco pietrificato, nella regione di Eressos, ad ovest di

prodigious and incandescent lava that, trickling out of the

Lesbo. Eressos, dove, nel 7° secolo a.C., nacque la celeber-

volcano Ordymnou, preserved 15 thousand hectares of

rima poetessa lirica Saffo, che celebrava l'amore e la

conifers, palms and sequoias from time, creating a surpri-

bellezza femminile alle sue allieve, cui si affezionava forse

sing spectacle of prehistoric fossils and "new" shrubs. This

“oltre misura”. E dall'acropoli di Eressos, che vive ancora

is the petrified forest, in the Eressos region, to the west of

nelle tracce delle mura pre-elleniche, delle torri genovesi

Lesbos. Eressos, where, in the 7th century B.C.E., the renow-

e della cisterna romana, Saffo prendeva un passaggio

ned lyric poetess Saffo was born, who sang the praises of

segreto per raggiungere il mare, e quella che oggi è

love and feminine beauty to her students, who she may

l'animatissima spiaggia di Skala Eressos. Un'incantevole

have loved in more than a sisterly way. From the acropolis

baia a mare aperto il cui orizzonte si frastaglia in un sug-

of Eressos, which lives still in the traces of the pre-Helenistic

gestivo faraglione. Lungospiaggia, vivaci taverne portica-

walls, and in the Genoan towers and Roman cisterns, Saffo

te di legno in cui ci si ferma anche solo per bere un ouzo e

used a secret pathway to reach the sea, that which today is

spiluccare pezzettini di quel polpo che qui si vede appeso

the lively Skala Eressos beach. It is an enchanting bay open

a un fil di ferro per asciugare al sole.

to the sea, whose horizon is notched by suggestive crags

Di “Skala”, cioè porto o marina, ce ne sono molti a Lesbo.

rising from the water. Along the beach, one can stop in one

In realtà rappresentano gli antichi villaggi dell'isola,

of the wooden-doored taverns to drink an ouzo or to pick at

costruiti tutti lungo la costa e poi abbandonati per via

pieces of those octupus that one sees hanging by a metal

delle incursioni dei pirati. La gente scappava all'interno

wire to dry in the sun.

insediandosi per lo più sulle colline e fondando un nuovo

There are many Skalas -- ports or marinas -- in Lesbos. In

paese con lo stesso nome del primo. In seguito, passato il

reality, they represent the antique villages of the island,

pericolo brigantesco, molti ritornavano ai villaggi sul

built along the entire coast, and then abandoned because

mare, battezzandoli “Skala”, oltre al vecchio nome. Il

of pirate raids. The populace escaped to the interior, setting


47 magnetismo del mare può dunque essere irresistibile, qui

up new homes mostly in the hills, and founding a new

più che altrove. La costa, versatile al punto da sorprende-

country with the same name as the first. Afterwards, when

re ad ogni tratto, ora si mostra in spettacolari fenditure

the danger of the brigands had passed, many returned to

rocciose che si aprono in piccoli ventagli di sabbia, ora si

the villages on the sea, baptizing them Skala, along with

stende al sole in rilassanti spiagge di ciottoli, ora si racco-

the old name. The attraction of the sea can be irresistable,

glie tra le braccia protettive di golfi insinuanti, come

more here than elsewhere. The coast is varied to the point

quello spettacolare di Kalloni che stringe l'isola fino a

that every region holds a surprise -- now showing off in

farne una farfalla. Il mare. A Lesbo ha la trasparenza e i

spectacular rocky clefts that open up into small fans of

riflessi di una gemma preziosa, smeraldo e zaffiro, ma

sand, now laying itself out in relaxing pebble beaches, now

anche diamante, il più puro e limpido. In molte marine di

embracing insidious gulfs in protective arms -- like that

quest'isola sventola la Bandiera Blu d'Europa, nel massi-

amazing one of Kalloni that squeezes the island into a but-

mo rispetto dell'ecologia.

terfly shape. The sea. In Lesbos, it has a transparency and

Tra tutte primeggia la spiaggia di Vatera, nella regione di

reflectiveness like a precious gem, emerald and saphire, as

Polychnitos: otto chilometri di sabbia e ciottoli ne fanno

well as diamond, the most pure and clean. In many mari-

uno dei golfi più apprezzati dell'isola. Qui il mare, imper-

nas of this island waves the Blue Flag of Europe, in the

turbabile a dispetto di ogni possibile vento, mostra al sole

highest respect for ecology.

la sua trasparenza assoluta, venata a volte di una luce tur-

Vatera beach, in the Polychnitos region, stands above the

chese nel lievissimo sciabordìo dell'onda, a riva. Qui, il

rest. Eight kilometers of sand and pebble beach makes it on

tramonto infuoca il mare come in nessun'altra isola

of the most highly regarded gulfs in the island. Here the

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INDIMENTICABILE LESBO - UNFORGETTABLE LESBOS

dell'Egeo. Ed è allora che le tartarughe marine migrano in

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sea, impassive in spite of the wind, shows the sun its abso-

processione ad Agios Fokas, nella punta ovest di questo

lute transparency, sometimes veined with a Turkish light in

golfo. Guardando dal centro della spiaggia di Vatera, pro-

the quiet lapping of the waves at the shore. Here, the sunset

prio dove sorge l' Hotel Aphrodite, la linea d'orizzonte si

sets the sea aflame as no other island of the Egeus. At this

tende in un arco perfetto mosso solo da un accenno di

time the marine turtles migrate in procession in Agios

costa turca e dall'isola di Chios che a notte si avvicinano

Fokas, at the western-most point of this gulf. Looking from

per via delle luci che si accendono. Di notte qui, più che

the center of the Vatera beach, the exact point where Hotel

altrove, le stelle sembrano a portata di mano e si vedono

Aphrodite rears into view, the line of the horizon stretches

cadere anche a giugno, numerose quanto lo sono i desi-

in a perfect arc, marred only slightly by the Turkish coast

deri di chi sta a guardarle per ore. In posizione strategica

and the isle of Chios, which comes closer at night due to the


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per ogni emozione, dunque, l'hotel Aphrodite riassume la

lights. Here at night, more than anywhere else, the stars

grecità dell'isola nei suoi colori bianco e azzurromare,

seem to be hand painted, and they fall even in June, nume-

nelle ringhiere a colonnine, nelle pietre a vista, nella cor-

rous as the wishes of those that sit hours to watch them. In

dialità degli ospiti. A un giro di costa, all'imbocco del Gol-

a strategic position for emotion, the Aphrodite hotel assu-

fo di Kalloni, Skala Polychnitos si allunga nelle candide

mes the Greek-ness of the islands, in its white and sea-blue

saline offrendo lo spettacolo mozzafiato degli stormi di

colors, in the columned railings, in the rocky sites, in the

uccelli rari che si posano sulla lingua di sabbia, accanto a

cordiality and hospitality.

una moltitudine di fenicotteri. Per addentrarsi nella citta-

Around the coast, at the mouth of the Gulf of Kalloni, Skala

dina di Polychnitos dove sboccano quelle acque termali

Polychnitos stretches out in white saltiness offering a bre-

che per un'antica attività vulcanica premono dalla pro-

athtaking show of storms of rare birds that rest on the ton-

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INDIMENTICABILE LESBO - UNFORGETTABLE LESBOS


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fondità della terra a una temperatura che raggiunge i 90°,

gue of sand, beside a multitude of flamingos. Penetrating

le più calde d'Europa. Rilassanti e terapeutiche, le acque

the city of Polychnitos, one finds the thermal waters that

calde di Lesbo trovano fonti rinomate anche a Lisvori,

rise from the depths of the earth due to ancient volcanic

Therma, Argeno, ed Eftalou, esaltate nella loro efficacia in

activity. The waters reach a temperature of 90 degrees (C),

Bagni attrezzati, dall'atmosfera coinvolgente. Eftalou, per

the hottest in Europe. Relaxing and therapeutic, the hot

esempio, proprio al nord dell'isola, offre uno spunto

waters of Lesbos spring forth in Lisvori, Therma, Argeno

salutare a chi sceglie le spiagge più vivaci di Lesbo: Moli-

and Eftalou, exalted in their efficacy in prepared baths of

vos, Anaxos e Petra. Molivos, villaggio tra i più suggestivi

inviting atmosphere. Eftalou, for example, in the north of

di questa terra greca, si arrocca sul mare con le sue splen-

the island, offers a healthful dip to those who choose the

dide case di pietra antica mostrando un'eleganza singo-

most lively beaches of Lesbos: Molivos, Anaxos and Petra.

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speciale Grecia

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INDIMENTICABILE LESBO - UNFORGETTABLE LESBOS

lare che ben si armonizza, per contrasto, con i moderni

Molivos, one of the more suggestive villages in this Greek

caffè alla moda nelle viuzze medievali e attorno al

land, sits on the sea among its splendid ancient stone

porticciolo. Anaxos vive attorno a un piccolo golfo la

houses which display a singular elegance, in harmony

sua vivacità giovane e spigliata, così come Petra che

with the modern cafes -- popular in the medieval alleys

però ha una chance in più tra le attrattive di viaggio, la

and around the main port. Anaxos lives its vivacity,

chiesa rupestre di Glykofiloussa, meta irrinunciabile per

young and easy, around a small gulf, as does Petra, tho-

via di un'icona miracolosa.

ugh this town has an extra attraction, the Rupestral

Chiude il cerchio dell'isola il fulcro vitale di Lesbo, Myti-

church of Glykofiloussa, a must see for its miraculous

lene, la capitale che gravita intorno al bellissimo porto.

icon. The vital fulcrum of Lesbos, Mytilene, closes the

Una città densa di spunti archeologici, come il teatro

circle of the island. The capital gravitates around a beau-

ellenistico sull'antica acropoli e la villa di età Romana

tiful port. It is a city dense with archeological finds, like

dove furono trovati mosaici del III secolo a.C., rappre-

the Hellenistic theater on the ancient acropolis and

sentanti scene delle commedie di Menandro, e i prezio-

Roman villa where 3rd century B.C.E. mosaics represen-

si musei che conservano statue di Fidia e splendidi

ting scenes from Menandros comedies were found, and

mosaici pavimentali. Spunti storici, come il castello

the precious museums that conserve the statue of Fidia

medievale, uno dei più grandi e meglio conservati del

and splendid pavement mosaics. Historical sites, like the

Mediterraneo, costruito sui ruderi di un castello bizan-

medieval castle -- one of the biggest and best conserved


53

tino in cui si trova ancora la scuola Teologica Turca di

in the Mediteranean, built on the remains of a Byzantine

Mendresès e magnifiche chiese, come quella di

castle in which the Turkish Theological school of Mendre-

Aghios Therapon, con la sua cupola imponente. E

sès and magnificent churches are still found, like that of

spunti architettonici come i sorprendenti “Archonti-

Aghios Therapon, with its imposing cupola. Architectural

chà”, palazzetti in stile neoclassico con facciate

sites abound, like the surprising Archontichà, small pala-

pastello a stucchi bianchi, un tempo residenze della

ces in neo-Classic style with pastel and white stucco faca-

nobiltà di Lesbo. •

des, in its time the residence of the nobility of Lesbos. •

Info: per tutte le informazioni Ente Nazionale Ellenico per il Turismo www.ente-turismoellenico.com; www.visitgreece.gr

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L'APHRODITE HOTEL DI LESBO - HOTEL APHRODITE OF LESBOS

L'APHRODITE

HOTEL di Lesbo

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55 testo di /Words by

Teresa Carrubba

F

orse la dea della bellezza e dell'amore, Afrodite, è emersa proprio dallo splendido mare di questo golfo, Vatera! E ha lasciato in questa spiaggia l'alone

della sua incomparabile grazia. Vatera. Di certo la più suggestiva baia di Lesbo, otto chilometri di sabbia e ciottoli per un arco perfetto e ininterrotto di costa a sud della regione di Polychnitos, fanno di Vatera il luogo ideale per una vacanza memorabile e il punto di riferimento per visitare tutta l'isola. Ancor più se la scelta cade su un albergo carico di fascino tutto mediterraneo che di quella dea leggiadra, figlia di Giove e di Didone, ne assume nome e sensualità: l' Aphrodite Hotel. Un bel complesso di edifici ben articolati e mossi da un'architettura che assomma in sé la modernità delle linee

HOTEL

L'APHRODITE ofLesbo

It's hard to forget a place where dreams are so close they seem to be real!

P

erhaps the goddess of beauty and love, Aphrodite, emerged from the splendid sea of this very gulf, Vatera. And she left on this beach the halo of her incom-

parable grace. Vatera. Certainly it is the most suggestive bay of Lesbos, the Greek island of the North Egeus that fills one with a truly indelible emotion. Eight kilometers of sand and pebbles in a perfectly uninterrupted coast-line to the south of the Polychnitos region make Vatera an ideal spot for memorable vacation, and a jumping off point to visit the entire island. Even more so if one chooses a particular hotel, full of an entirely Mediterranean fascination, that takes from that legendary goddess, daughter of Jove and of Dido, both her name and her sensuality: the Aphrodite Hotel A beautiful complex of buildings, gorgeously decorated in an architectural style that combines cutting edge modernity and the traditional elements of the most ancient Greece. An intriguing mix. The design is clean, white and simple, to elevate the Greek-ness of the profiles present in the columned ring of balconies and of gracious ramps of angu-

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speciale Grecia

L'APHRODITE HOTEL DI LESBO - HOTEL APHRODITE OF LESBOS

e la tradizione degli elementi greci più veri. L' Aphrodite

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lar stairs; of the ample Greek-blue borders with beautiful

Hotel si snoda in nuclei indipendenti ma che in qualche

frosted glass. Most elegant of all is the refined use of stones,

modo si collegano tra loro, con scalette e camminatoi, nel

perhaps the same that nature brings forth right here, on

lievissimo declivio verso il mare. Un disegno squadrato,

the extreme point of the gulf of Vatera.

bianchissimo ed essenziale,dalle ampie bordure blu-

The interior. Modern and functional, but above all well loo-

Grecia, vetri smerigliati, e un raffinato uso delle pietre,

ked after and full of atmosphere. In the various areas, the

forse le stesse che la natura schiude proprio qui, nel pun-

Aphrodite Hotel offers every type of lodging: rooms, apar-

to più estremo del golfo di Vatera.

tments, and studios furnished with all the comforts. A

L'Aprhodite Hotel offre nei vari ambienti ogni opportuni-

large swimming pool makes the holiday very enjoyable. At

tà di soggiorno: camere, appartamenti e studios attrezza-

the Aphrodite Hotel, the kitchen is kept in great condition.

ti di tutti i comfort e un'ampia piscina che rende il sog-

Naturally, the kitchen is all Greek, respecting the rules and

giorno a Vatera ancora più piacevole. All'Aphrodite Hotel,

the odors of the truest Mediterranean traditions. Of course

la cucina è tenuta in grande considerazione. Una cucina

there has to be at Lesbos, where the best olive oil in Greece

rigorosamente greca, naturalmente, che rispetta le rego-

(on this island there are 30 million olives!), the most genui-

le e i profumi della più vera tradizione mediterranea. E

ne feta cheese. Then the fish. The celebrated sardines they

come non potrebbe proprio a Lesbo, dove nasce l'olio

catch here, in the Gulf of Kalloni, which flanks the

d'oliva più apprezzato della Grecia (in quest'isola ci sono

Polychnitos region. And the perfumed octopus, here consi-


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anno 3 - n°7 Primavera 2013


speciale Grecia

L'APHRODITE HOTEL DI LESBO - HOTEL APHRODITE OF LESBOS

30 milioni di olivi!), la feta più genuina. Il pesce, poi. Le

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dered a snack to eat along with ouzo, a typical Greek beve-

celebri sardine pescate qui, nel Golfo di Kalloni su cui si

rage whose true home is Mytilene, the capital of Lesbos.

affaccia la regione di Polychnitos. E il profumatissimo

The dishes of the Aphrodite Hotel take advantage of the

polpo, qui considerato soprattutto uno stuzzichino da

islands resources to offer the best of the tastes of Greece,

gustare con l'ouzo, tipica bevanda greca che a Mytilene,

without overwhelming the refinement in the dishes pre-

capitale di Lesbo trova la sua patria assoluta. Le proposte

sentation. Small rolls of grape leaves, delicious grated pat-

dell'Aphrodite Hotel si avvalgono delle risorse dell'isola

ties of vegetables and pasta, mousaka, stuffed eggplants,

per offrire al meglio i sapori della Grecia, senza trascurare

savory salad, and, naturally, fish and meat of the best qua-

la raffinatezza della presentazione dei piatti. Piccoli

lity -- grilled, fried, in souvlaki, the famous kebabs. The

involtini di foglie di vite, deliziosi pasticci gratinati di ver-

desserts deserve their own section -- from the typical, deli-

dure e pasta, mousaka , melanzane ripiene, insalate pro-

cate rice ball and sumptuous cakes, perfectly realized.

fumatissime e, naturalmente, pesce e carne della migliore

What about the service? Accommodation, smiling, family

qualità, grigliati, fritti, in souvlaki, i famosi spiedini.

like, attentive. The sense of hospitality at the Aphrodite

Discorso a parte meritano i dolci: dal tipico, delicatissimo

Hotel is truly pleasant. It's not something one learns in even

budino di riso a torte sontuose, perfettamente realizzate.

the best hotelier schools. It's something one has inside. Of

Cosa dire del servizio? Accoglientissimo, sorridente, fami-

course, there are also the practical considerations offered

liare, attento.

by the Aphrodite. Apart from the internal services -- money

A parte i servizi interni di cambio, posta, fax e internet,

changing, mail, fax, and internet -- the hotel offers the

l'albergo dà la possibilità di noleggiare macchine e bici-

possibility to rent cars and bicycles, equipment for water

clette, l'equipaggiamento per gli sport acquatici, com-

sports -- including canoes, umbrellas and beach chairs --

prese le canoe, ombrelloni e sdraio e tutto ciò che può

that could serve to get the most out of a seaside vacation at

servire per godersi al massimo una vacanza balneare su

a truly enchanting beach. And that's not to mention the

questa spiaggia davvero incantevole. All'Aphrodite Hotel

sea, which here is the crystal clearest of all Lesbos.

ci sono tutti gli ingredienti, compresa la musica che qui si

Aphrodite Hotel has all the ingredients, including music

diffonde penetrante fino all'emozione, per una vacanza

that invitingly spreads, penetrating and emotional, for a

davvero indimenticabile!•

truly unforgettable vacation.•


59 Apphrodite Hotel - loc. Vatera -

Apphrodite Hotel - loc. Vatera - Lesbos-

Lesbos- Greece

Greece

Owner: Hahathakis

Owner: Hahathakis

tel. : 0030 22520 61288

tel. : 0030 22520 61288

0030) 22510 48100 (Winter)

0030) 22510 48100 (Winter)

(0030) 694 5708928 (Mob)

(0030) 694 5708928 (Mob)

e-mail : aphroditehotel@hellasnet.gr

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anno 3 - n°7 Primavera 2013


speciale Grecia

SIFNOS il tesoro dell’Egeo

Sifnos

il tesoro d

testo e foto di Franca

Dell'Arciprete Scotti e foto di Franca Dell'Arciprete Scotti e Archivio

Nelle Cicladi Occidentali, Sifnos, collocata dal Natio-

ma di minerali preziosi, oro e argento, nel primo millen-

nal Geographic tra le prime dieci isole al mondo,

nio prima dell'era cristiana, Sifnos, il cui nome deriva pro-

offre, oltre allo splendido paesaggio, anche tracce di

prio da “vuoto”, perché scavata nel sottosuolo, era famo-

una storia affascinante

sa in tutto il Mare Egeo per le sue miniere, tanto che il

Un gioiello delle Cicladi oggi, anticamente un'isola ric-

di Delfi: un tempio, l'unico allora, interamente costruito

tesoro dei Sifni era il più superbo all'interno dell'oracolo

60

chissima per le miniere d'oro e d'argento, Sifnos ha tutti i

in marmo bianco di Paro.

canoni delle isole greche dell'Egeo: panorami spettaco-

Ma la Pizia annunciò il disastro e puntualmente si veri-

lari, chiese bianche e blu stagliate in cima alle colline,

ficò.

terrazze coltivate a uliveti e bassi cespugli piegati dal

Un attacco per mare dei nemici da Samo, l'esaurimento

vento, ginestre, piante di capperi, muretti a secco che

dei filoni metalliferi, l'allagamento delle miniere e Sifnos

dividono gli appezzamenti di terra, villaggi bianchissimi

collassò. La sua splendida ricchezza, però, era durata

in riva al mare o aggrappati ai pendii, acqua cristallina,

davvero a lungo.

clima splendido.

Per afferrare con uno sguardo questi mille anni di storia,

A questi stereotipi, peraltro molto invitanti per tutti i

bisogna arrampicarsi al centro dell'isola in cima alla colli-

vacanzieri del mondo, Sifnos aggiunge qualche nota in

na oggi dedicata ad Aghios Andreas. Dall'alto un

più che la rende unica e l'ha collocata, in una classifica del

panorama mozzafiato sul mare, sulle altre

National Geographic, tra le prime dieci isole al mondo.

isole dell'Egeo e sul paesaggio intor-

Riservata e discreta rispetto alle battutissime Mykonos,

no. Le testimonianze recupera-

Ios e Santorini, prediletta dal turismo dei Greci benestan-

te da campagne di scavi

ti, offre anche tracce di una storia affascinante. Ricchissi-

recentissimi rive-


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dell'Egeo

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speciale Grecia

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SIFNOS il tesoro dell’Egeo

lano un grandioso passato: il mura-

chissimo di Aghios Andreas del

traghetti e dallo Speedrunner che

glione ciclopico esterno alto 4 metri

1700, con le sue immancabili cupole

arrivano dal Pireo, molte sono le

e lungo 250, di età micenea, del

e il piccolo campanile a vela aperto

case che affittano stanze. Tra tutte la

1300 a.C., cisterne, tombe a tumulo,

sull'azzurro perfetto del cielo e del

migliore é Sifnaika Konakia, che uni-

fondamenta di magazzini e di un

mare.

sce tutti i comfort di una sistemazio-

santuario dedicato ad una divinità

In uno sguardo si abbraccia tutta

ne alberghiera alla socievolezza ospi-

femminile. Tutto intorno tracce di un

l'isola che in fondo è estesa solo 73

tale dei padroni di casa: arredo nello

sistema difensivo di torri circolari

km² e conta oggi 2500 abitanti. Tutti

stile e nei colori tradizionali, terrazzi-

che permettevano ingegnosamente,

felici di abitare qui, legati fra loro da

ni sul mare e sul verde, pergolato e

con segnali di fumo e specchi riflet-

grande familiarità, accoglienti e ospi-

barbecue per le colazioni all'aperto,

tenti, di segnalare pericoli dal mare,

tali con gli stranieri. In effetti il consi-

giare interrate, fiori ovunque, bou-

come anche ogni incidente che avve-

glio migliore per una vacanza breve

ganvillee, ibiscus, oleandri multico-

nisse nelle miniere e nei campi. Su

o lunga a Sifnos è quello di alloggia-

lori. Una base perfetta per una

questo mondo scomparso veglia

re in una casa privata. A Kamares, il

vacanza a Sifnos, sia di mare che di

benevolo oggi il monastero bian-

porticciolo dove si sbarca dai grandi

terra.


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speciale Grecia

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SIFNOS il tesoro dell’Egeo


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Il monastero della Panagia Chryso-

www.sifnaikakonakia.com www.sif-

si stacca dalla costa e si insinua

nos-vacations.com

nell'acqua.

pigi del 1650 è, non solo spettacola-

Le spiagge sono varie, dislocate in

La loro posizione quindi è quasi sem-

re, ma anche teatro della festa reli-

tutta l'isola. Spesso si raggiungono a

pre spettacolare.

giosa più importante dell'isola, che

piedi per qualche sentiero sterrato,

Imperdibile, ad esempio, soprattut-

si svolge ogni anno 40 giorni dopo la

come anche i monasteri più isolati.

to al tramonto, la chiesetta dei Sette

Pasqua ortodossa. L'icona, che ricor-

D'altronde a Sifnos le chiese, ben

Martiri vicino a Kastro, ideale per

da il miracolo della Madonna appar-

235, sono spesso isolate, o appog-

romantici matrimoni, oppure il

sa dal mare a salvare molte vite, vie-

giate in cima ai cocuzzoli da cui spic-

monastero della Panagia Tou Vou-

ne portata in barca fino al monaste-

ca la mole candida, oppure collocate

nou o Madonna delle Montagne,

ro, accompagnata dai sacerdoti con i

sullo sfondo del mare, alla fine di un

che domina la spiaggia dall'alto di

loro paramenti ricchissimi color ros-

piccolo istmo o di un sentierino che

una collina.

so e oro, e da una lunga processione

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speciale Grecia

SIFNOS il tesoro dell’Egeo

che testimonia la devozione popolare. Da non dimenticare la convivialità e la buona cucina, uno dei caratteri distintivi di Sifnos. Merito del famoso chef Nikos Tselementes, che ha formato una scuola nell'isola, dando origine a una serie di ristoranti tipici dove si mangia benissimo. Tra questi eccellente è “Leonidas” a Kastro, con una terrazza affacciata a picco sul mare, che garantisce le ricette tipiche: il formaggio tradizionale “manoura”e “mizithra”, le polpette di ceci, l'insalata di capperi, la tzatzìkì, una salsa a base di yogurt, cetrioli, aglio e menta, la fava o purea di lenticchie gialle, le saporitissime melanzane al forno con formaggio, il “mastelo” speciale carne arrostita. Tra i tanti piccoli centri, Artemona merita una visita, immersa nel silenzio delle sue case in stile neoclassico e dei suoi giardini dai fiori colorati, appartenenti alla ricca borghesia dell'isola, dominata sullo sfondo dai mulini a vento in cima alla collina. Di solito invece, l'architettura tipica delle case cicladiche prevede tetti piatti per raccogliere l'acqua piovana, sagome cubiche o rettangolari, colore bianco spezzato dalle imposte blu, piccole finestre per ripararsi dal sole, i profili dei gradini sottolineati da sottili strisce bianche. Nonostante quello che si pensa, il colore bianco assoluto non è tipico delle case greche, che anni fa erano dipinte di giallo, ocra o verde. Il bianco e blu sono stati introdotti e diffusi a livello nazionale, sia per un riferimento alla bandiera greca, sia per un riferimento simbolico ai colori del paesaggio, del cielo e del mare. Dopo una giornata sulla spiaggia, la serata si trascorre ad Apollonia, il piccolo capoluogo dell'isola dal 1836, animato da negozi e piccoli laboratori artigianali di lavorazione di ceramica e argento e soprattutto deliziose “taverne” e ristoranti. L'eleganza di Sifnos e il suo turismo ricercato fanno sì che la vita notturna sia vivace, ma mai troppo chiassosa. Si mangia fino a sera inoltrata all'aperto nelle verande, in grande allegria, rimanendo a tavola per l'ultimo bicchiere di “ouzo” o di vino resinato. Info: per tutte le informazioni Ente Nazionale Ellenico per il Turismo www.ente-turismoellenico.com; www.visitgreece.gr; www.sifnos.gr Per arrivare a Sifnos dal Pireo: orari dei ferry e dello Speedrunner sono indicati in www.openseas.gr. Per le escursioni a Sifnos è consigliabile affittare un mezzo proprio, moto, o macchina. L'agenzia a cui rivolgersi è 1° Moto Car a Kamares, che per prima ha cominciato quest' attività

66

nell'isola e dà più garanzie: www.protomotocar.gr


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anno 3 - n°7 Primavera 2013


LOMBARDIA il regno dei laghi

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LOMBARDIA il regno dei laghi testo di Giulio e foto di

F

Badini Giulio Badini e Archivio

orse pochi lo sanno, ma in Lombardia esiste una

conseguente all'avanzamento dei ghiacciai alpini verso

regione all'interno della regione. E' la terra dei

la pianura avvenuta in epoca pleistocenica, all'inizio del

laghi, incastonata alle prime pendici delle Prealpi

Quaternario. Un grande patrimonio paesaggistico, natu-

dopo la fascia agricola meridionale e quella industriale

ralistico e turistico, un'oasi climatica nel cuore della

centrale, estesa da occidente ad oriente dalle dolci rive

regione più industrializzata e popolata d'Italia, a due

del Verbano fino a quelle scoscese del Bènaco, con natu-

passi dalle Alpi ma anche da metropoli come Milano,

rali prolungamenti in Piemonte e in Veneto. I nomi più

Varese, Como, Bergamo e Brescia. L'amenità dei luoghi e

noti sono Maggiore (o Verbano), Como (o Lario), Iseo e

l'aria salubre hanno spinto, già a partire dal Rinascimen-

Garda (o Bènaco), ma per le loro valenze ambientali non

to, la nobiltà e l'alta borghesia lombarda a scegliere i

possono essere ignorati i più piccoli Monate, Comabbio,

laghi come meta di villeggiatura, inondandone le spon-

Varese, Lugano, Ganna, Ghirla, Montòrfano, Alserio,

de di pregevoli ville circondate da altrettanti splendidi

Pusiano, Segrino, Annone, Garlate, Olginate, Mezzola,

giardini, dove hanno trovato ispirazione e riposo tra gli

Endine e Idro. Specchi d'acqua dalle dimensioni e dalle

altri Catullo, Virgilio, Leonardo, Petrarca, Manzoni,

caratteristiche assai diverse, legati però da un unico

Foscolo, Parini, Carducci e D'Annunzio. Poi, nel Sette-

denominatore: l'origine glaciale dovuta all'escavazione

cento, divennero tappe imprescindibili per gli spiriti

anno 3 - n°7 Primavera 2013


LOMBARDIA il regno dei laghi

70

inquieti del Grand Tour calati dal

di Santa Caterina al Sasso o di Santa

sono non ricordare quelli splendidi

nord, che videro la presenza di

Maria della Neve, quest'ultima deco-

di Villa Taranto o delle Isole Borro-

Byron, Shelly, Stendhal e Goethe,

rata da un pregevole ciclo di affre-

mee sul lago Maggiore, di Villa Mel-

quindi seguiti da Mann, Rilke, Heine,

schi cinquecenteschi del Romanino.

zi a Bellagio, del Vittoriale e del Giar-

Ibsen, Kafka, Nietzsche e Freud. Per-

Senza contare che sulle rive del Lario

dino botanico Hruska sul Garda. La

ché lago significa vacanza in tutte le

sorse attorno al Mille, ad opera dei

laboriosa presenza dell'uomo si

stagioni. In inverno le cime innevate

cosiddetti Maestri Comacini, un

traduce in una produzione di quali-

si specchiano nelle acque, la prima-

nuovo stile artistico, il romanico,

tà: i pizzi e le sete nel Comasco, le

vera offre un caleidoscopio di colori,

caratterizzato in architettura da un

ceramiche a Laveno, le pipe a Gavi-

l'estate invita alla pratica degli sport

forte senso plastico della materia,

rate, vini e olio in Franciacorta e sulle

nautici, l'autunno regala una tavo-

che si sarebbe poi espanso in tutta

colline moreniche del Garda, arti-

lozza di tinte tenui.

Europa. Anche se il maggior tesoro

gianato un po' ovunque. L'antica

La storia sui laghi lombardi inizia

d'arte è dato forse dalle mille e mille

tradizione di ricettività si connota

presto, con gli insediamenti palafit-

ville private disseminate sulle spon-

oggi in un'efficiente organizzazione

ticoli in epoca protostorica, per pro-

de, in stili che spaziano dal baroc-

turistica, che non sono solo alber-

seguire con i resti romani di Como e

chetto al neoclassico, dall'eclettico

ghi, residence, ristoranti e campeggi

delle ville patrizie di Desenzano e

al liberty. Un nome per tutte: Villa

di vario livello, ma un'ampia offerta

Sirmione, e con le fortificazioni

Carlotta a Tremezzo, sul lago di

per il tempo libero comprendente

medievali di Sirmione, Desenzano,

Como, con marmi di Antonio Cano-

attività culturali, escursioni organiz-

Moniga, Padenghe, Angera. E dopo

va e dipinti di Francesco Hayez e

zate, navigazione lacuale, sagre e

la storia ecco la fede, con significati-

cinquecento specie diverse di pian-

mercatini tipici, terme e beauty

ve testimonianze nell'abbazia di

te e fiori nel parco. Ma parlando di

farm, sedi congressuali, parchi gio-

Piona o nei santuari di Santa Maria

parchi, complice un clima estrema-

chi e discoteche, casinò e attività

del Soccorso, di San Pietro al Monte,

mente mite e favorevole, non si pos-

sportive di vario genere. Una ben


71

collaudata struttura ricettiva, capa-

Gardasee, mentre a New York il Lario

370, terzo quello di Como con 146; il

ce di attirare ogni anno – sui quattro

risulta più conosciuto di Milano.

più profondo è il Como, che arriva a

maggiori laghi – oltre due milioni di

E per concludere, qualche curiosità

toccare i – 410 metri, seguito da

turisti, la maggioranza dei quali pro-

amena. La Lombardia, come si sa,

Maggiore (- 372) e Garda (- 346). La

venienti dall'estero. Evidentemente

non si affaccia su alcun mare, eppu-

maggiore isola lacustre europea è

per loro, più che per noi, vale la defi-

re è la terza regione dell'Italia penin-

data da Monte Isola, al centro del

nizione che il lago riunisce le carat-

sulare per l'estensione di coste gra-

lago d'Iseo, alla quale spetta anche il

teristiche tipiche del mare e della

zie ai 400 chilometri di litorali lacu-

primato di più elevata. I più interes-

montagna, aggiungendo in più

stri. Ancora, nessuna altra area

santi esempi di ville liberty della

richiami climatici, ambientali, stori-

dell'arco alpino possiede una con-

re g i o n e s i t ro va n o a S a rn i c o

ci, culturali ed enogastronomici.

centrazione di specchi d'acqua pari

sull'Iseo: tra queste spicca villa Fac-

Insomma una vacanza per furbac-

a quella lombarda. A dispetto del

canoni, opera dell'architetto mila-

chioni che hanno capito tutto. In

nome il lago più esteso non è il Mag-

nese Sommariva. La non lontana

Germania, complice la breve distan-

giore, solo secondo con 212 chilo-

Lovere ospita, presso il neoclassico

za, il Garda si chiama familiarmente

metri quadrati, bensì il Garda con

palazzo Tadini, una delle più impor-

anno 3 - n°7 Primavera 2013


LOMBARDIA il regno dei laghi tanti raccolte private d'arte della Lombardia: assieme a preziose tele di pittura veneta e lombarda dal Trecento al Novecento si trovano infatti porcellane, sculture, arazzi ed armature. Arcumeggia costituisce il più antico borgo dipinto d'Italia: fin dal 1956 pittori del calibro di Aligi Sassu, Remo Brindisi, Renato Guttuso e Sante Monachesi hanno affrescato le pareti delle case di questo paesino sulle colline alle spalle della riva lombarda del Verbano. La medievale rocca Borromea di Angera ospita il singolare museo della bambola, mentre a Ranco si trova quello dei trasporti, ospitato in un parco privato. Nell'Ottocento il lago di Como ispirò non pochi musicisti: Rossini compose a Torno ilTancredi, Bellini a Moltrasio La Sonnambula, Verdi a Griante La Traviata, mentre Chopin creò la sua celebre sonata Al chiaro di luna sull'Iseo. Lo storico hotel Villa Serbelloni di Bellagio, ubicato sulla punta che divide in due rami il Lario, rappresenta uno degli alberghi più eleganti d'Italia; proprietà della fondazione americana Rockefeller, ha ospitato grandi personaggi e non pochi capi di stato, come Churchill, John Kennedy e Ciampi. Lenno, sempre sul Lario, costituisce la località più settentrionale d'Europa dove si produce l'olio di oliva, mentre Limone del Garda deve il nome alle limonaie che un tempo erano attive nell'area. Diversi paesini attorno a Lecco, città natale del Manzoni, fanno da sfondo a I Promessi Sposi: ad Olate si trovano la casa di Lucia e la canonica di Don Abbondio, a Zocco il palazzotto di Don Rodrigo, a Pescarenico il convento di Fra Cristoforo, a Vercurago il castello dell'Innominato. Musei curiosi anche sul Lario: quelli della seta a Como e a Garlate, quello della motocicletta a Mandello. A Varenna scorre il fiume più corto d'Italia: è il Fiumelatte, lungo appena 250 metri, citato anche da Leonardo. Infine una nota poco allegra: il minuscolo paese gardesano di Salò, non lontano

72

dal Vittoriale di D'Annunzio, ospitò, dal


73

anno 3 - n°7 Primavera 2013


Costa dei Costa dei Trabocchi

testo di

Mariella Morosi

“Ragni colossali dalle lunghe zampe infisse nella sabbia e tra gli scogli”. Così Gabriele D'Annunzio definiva i Trabocchi, le arcaiche macchine da pesca che segnano la costa d'Abruzzo, tra Vasto e Francavilla a Mare. Ancorate su palafitte di legno e legate alla terra ferma da un sottile pontile, sostengono un capanno da dove viene governata la rete da pesca con un rudimentale ma

74


Trabocchi

eďŹƒcace sistema di tiranti e carrucole. Queste ragnatele

romantici, ma queste macchine per secoli hanno con-

di cavi e di assi, apparentemente fragili, possono resi-

sentito alle popolazioni costiere di integrare con il

stere alle mareggiate, anche se necessitano di continua

pescato – cefali, spigole, triglie e pesce azzurro- la loro

manutenzione. Il D'Annunzio poeta, nel descrivere i

scarna alimentazione. Non erano fertili quelle terre lun-

Trabocchi, ne aveva esaltato

go il mare, e anche senza possedere una barca, con i

gli aspetti estetici e

anno 3 - n°7 Primavera 2013

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Costa dei Trabocchi Trabocchi, collegati alla terra ferma da una sottile passerella, ci si poteva spingere nel mare, dove le acque erano più profonde e pescose. La cucina dell'entroterra è ricca di ricette che coniugano il pesce ai prodotti dell'orto, come le zuppe con dentro tutto ciò che si aveva. Rare le fritture di pesce, perché l'olio costava caro, ma c'era tanto sapore di mare perché uno degli ingredienti era proprio l'acqua marina che donava sapidità e aromi. E' infatti la storia e la necessità – nel senso di condizionamento ambientale – a formare dovunque la tradizione di una cucina. A provvedere alla manutenzione dei trabocchi, che non sono strutture stabili ma elastiche e dinamiche per interagire con le maree e le correnti marine, sono i traboccanti, uomini con saperi antichi, custodi di un'arte di cui sta per perdersi la memoria. Può sembrare un'arte primitiva, ma in realtà è evoluta quanto le più complesse tecniche ingegneristiche. Per secoli e soprattutto tra le due guerre mondiali, i Trabocchi ebbero un ruolo fondamentale nella microeconomia locale. Caddero in disuso negli anni Cinquanta, trascurati dalla corsa alla ricostruzione postbellica e dal miracolo economico che aspirava alla mitica fettina in tavola tutti i giorni. Per fortuna le istituzioni locali dei comuni della fascia costiera – Ortona, San Vito Chietino, Rocca S,Giovanni , Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo compre-

chiamata l'Atene dell'Abruzzo per i suoi luoghi di inte-

sero l'importanza dei Trabocchi e il loro significato, iden-

resse storico e architettonico. Fondata dai romani, con-

titario del territorio, e ne promossero gradualmente il

serva ancora la struttura urbanistica dell'epoca. Feudo

recupero. Oggi vengono visitatori da tutto il mondo per

dei D'Avalos, nel '400, vanta un immenso palazzo che

ammirarli, anche perché sorgono in luoghi di grande

ospita oggi tre musei. Magnifica è Ortona, col suo castel-

fascino. In genere sono fissati lungo le sporgenze della

lo aragonese sul mare. E' sopravvissuto al bombarda-

costa, quasi su una punta, per spingersi nel mare il più

mento di 6 mesi che distrusse tutta la città, durante

possibile, verso uno specchio di mare abbastanza pro-

l'ultima guerra, tanto che Winston Churchill la definì “la

fondo. La rete viene calata con l'ausilio di un argano fis-

Stalingrado d'Italia”. Proseguendo verso l'interno, è da

sato al centro della piattaforma di legno. Presenta

visitare Lanciano, dall' importante centro storico. Porta

un'infossatura dove scivolano i pesci catturati, tirati su

San Biagio e le Torri Montanare, da cui con un solo sguar-

con una specie di retino, la volega. Oggi le pesche mira-

do si abbraccia il mare, il Gran Sasso e la Maiella, è quan-

colose esistono solo nei racconti degli anziani, ma veder

to resta dell'antica cinta muraria. Il Museo Diocesano, nel

tirar su la rete suscita sempre emozione. Spesso, a bene-

seicentesco Palazzo del Seminario, espone pregiati pro-

ficio dei turisti, il pesce è cotto e servito al momento,

dotti di oreficeria, arte nella quale è da sempre famoso

fresco e saporitissimo. Le origini dei Trabocchi sono anco- l'Abruzzo. Lanciano è anche una città della fede: milioni

76

ra oscure, ma sembra certo che erano adoperati fin dal

di pellegrini vanno a rendere omaggio alle reliquie del

'700. Grazie a una legge regionale del 1994 che li tutela

miracolo eucaristico avvenuto nel Medioevo. Da vedere

come patrimonio ambientale e culturale da trasmettere

anche San Vito Chietino, a picco su una collina rocciosa

alle generazioni future, sono diventati una delle mag-

che si allunga fino al mare, così come Rocca San Giovan-

giori attrattive dell'Abruzzo. Passare poi a visitare i paesi

ni, tra le foci del fiume Sangro e del torrente Feltrino.

dell'entroterra costituisce un'esperienza appagante per

Il paesaggio è vario, a volte verdissimo di oliveti e vigneti

la grande quantità di chiese romaniche e di castelli e

e a volte aspro di gole e burroni, tra le sterminate spiag-

palazzi in genere poco conosciuti. Vasto, in provincia di

ge sul mare più azzurro e i picchi rocciosi delle montagne

Chieti, oggi divisa in Marina del Vasto e Vasto Alta, era

più alte della dorsale appenninica, fino al confine con i


77

Monti Sibillini. Per la mancanza di grandi vie di comuni-

oltre due anni dal sisma che uccise e che devastò il centro

cazione, per la sua conformazione geologica e per ragio-

storico de L'Aquila, una delle città più belle d'Italia.

ni storiche, l'Abruzzo è tra le regioni che meglio hanno

Anche il visitatore più distratto non può lasciare

saputo conservare il proprio territorio, sia per i suoi valo-

l'Abruzzo senza vederla. Dovunque rovine e crepe, fac-

ri culturali e storici, sia dal punto di vista ambientale.

ciate e finestre ingabbiate dai tubolari, ma il messaggio

Oltre un terzo della superficie è costituita da parchi e

della città è positivo, con le infinite iniziative della sua

riserve naturali. Il Parco Nazionale d'Abruzzo, fu costitui-

gente per tornare a vivere e lavorare. Ha resistito il suo

to nel 1921, primo in Italia insieme a quello del Gran Para-

monumento più noto, che è più di un simbolo, appena

diso. E' una terra ospitale, ma per nulla contaminata dalle

toccato dal sisma ma ormai riaperto alla fede: Santa

esigenze di un turismo troppo invasivo. Eppure fin dagli

Maria di Collemaggio, con la facciata romanica in due

inizi del '900 erano frequentati luoghi di vacanza come

colori, bianco e rosso, che sfumano in un suggestivo rosa-

Roccaraso, Campo Imperatore, Scanno, Rivisondoli o

to. I Trabocchi sono tra le tante cose da vedere in Abruz-

Perscocostanzo. I visitatori restano tuttavia presenze

zo. Dei gruppi italici che l'abitarono un tempo, i Peligni, i

episodiche, occasionali, dominati da un paesaggio forte,

Vestini, i Frentani, i Marrucini e i Marzi resta ancora il

dai toni intensi, che non può diventare solo un contorno

ricordo nei nomi delle città e dei borghi. E' una regione

a piste di sci o a insegne di locande o di trattorie. Ma ci

sostanzialmente agricola, ancorata ai ritmi della natura e

sono anche ragioni storiche che hanno preservato

delle stagioni. La pastorizia è ancora una delle principali

l'integrità di questa bella regione. “L'Abruzzo – scriveva

risorse, e rispetta i riti della transumanza, anche se oggi

Guido Piovene- ebbe nel Medio Evo i secoli più felici,

le greggi vengono spostate con i camion invece che lun-

quando tutta l'Italia partecipava in modo equo ad una

go i tratturi. Gli splendori del passato hanno prodotto un

civiltà diffusa. Divenne purtroppo provincia quando la

artigianato di qualità a tutti i livelli: sono piccole opere

civiltà cominciò ad accentrarsi nei vertici dei grandi cen-

d'arte le lane, i tappetti, le filigrane d'oro e d'argento, i

tri. La grande arte si arrestò così alla fine del '400 e i terre-

merletti, i ferri battuti e le maioliche. C'è davvero tutto

moti infierirono poi su quanto l'Abruzzo aveva di

per offrire il tanto invocato turismo slow, responsabile e

meglio”. Terremoto: una parola che dà ancora i brividi a

rispettoso dell'ambiente.•

anno 3 - n°7 Primavera 2013


GRIFFIN'S RESORT centro propulsore di energia

GRIFFIN'S centro propulsore di energia

testo di

Raffaella Ansuini

P

78

er Edith Wharton i luoghi dell'Umbria, ammantati

ultimo, alcune hanno un importante ruolo benefico per

di arcano fascino medievale e ancestrali bellezze

la cura e l'ornamento della casa. Il giardino ricorda un

naturalistiche, non sono solo pertinenza dello

sole che con i suoi raggi irradia di benessere. La simbolo-

studioso di architettura, di storia e di arte, ma anche e

gia del sole – nucleo centrale da cui si riparte il rigore

soprattutto del sognatore.
 Il Griffin's Resor t è

simmetrico dei raggi – può essere molto bene associato

un'affascinante realtà nel cuore verde di una terra lussu-

al concetto di centralità e di regolarità delle città ideali

reggiante, ma è anche tutto ciò che non si vede: è una

rinascimentali, la cui progettazione doveva dare una

suggestione, è un alito di vento, è un pensiero che porta

risposta allo stesso tempo alle nuove esigenze di difesa

lontano. Vi siamo tornati, a un anno di distanza, per il

militare e alla visione umanistica basata sui principi clas-

piacere di farlo e per vedere le novità, da condividere con

sici dell'uomo come centro dell'universo – per cui la per-

voi. Ad accoglierci, uno splendido sole, lo stesso che con

fezione del corpo umano doveva servire come similitu-

i propri raggi ha dato vita al giardino dei cinque sensi,

dine per l'organizzazione di nuovi spazi urbani.

mix perfetto di erbe officinali che vantano importanti

L'esercizio dunque, per la ricerca della forma più adatta

virtù; in primo luogo sono ricercate per il loro valore tera-

da dare al nuovo giardino, ha portato inevitabilmente

peutico, trovano sempre più un largo impiego culinario,

all'idea di un centro propulsore da cui s'irradiano i vari

hanno proprietà repellenti contro certi insetti e, non per

anelli, in un tutt'uno che combinasse insieme relazione e


79

RESORT

anno 3 - n°7 Primavera 2013


GRIFFIN'S RESORT centro propulsore di energia armonia tra le parti. Come dal centro del sole si emanano raggi di energia proporzionata e come nella piazza centrale dei nuovi nuclei urbani si controllavano le strade di accesso radiali che confluivano in essa, così dal cuore del corpo umano dipende il controllo degli altri organi che da esso si propagano. La raggiera è stata divisa in settori, ciascuno dei quali preposto per la cura di un particolare apparato del corpo umano. Ogni aiuola dei vari settori è caratterizzata da una pianta scelta non solo per le proprietà specifiche ma anche per un'assonanza di colori e aromi. Per ciascuna erba è poi stata creata una scheda (a disposizione degli ospiti del resort) indispensabile per approfondire le proprietà medicamentose attraverso la storia e le curiosità, per poi passare a dei consigli per il loro impiego: i suggerimenti più comuni per preparazioni erboristiche, per mettere in pratica i loro effetti curativi e infine alcune ricette per esaltare il loro aroma in cucina, conferendo sapore e profumo a piatti tipici del

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81 luogo. Immaginate di svegliarvi sempre, in qualsiasi stagione, con il Sole: un grande sole colorato, sorridente e invitante, che ammiccando al nuovo giorno, vi stimoli ad intraprendere un viaggio che risvegli tutti i sensi: potrete attraversarlo lentamente, potrete osservarlo attentamente, potrete accarezzarlo nelle sue diverse vesti, potrete inebriarvi dei suoi odori, potrete ascoltare per imparare a sentirvi meglio e infine potrete beneficiare dei suoi molteplici sapori. E se ne avrete voglia, potrete inerpicarvi tra i suoi splendenti raggi che, come sentieri misteriosi, vi condurranno alla scoperta dei tesori di una terra: una terra di sogni per soli sognatori. Una terra, quella del Griffin's, nella quale crescono uve, olive, frutta, che lavorate nell'azienda agricola, danno vita a vini, olio, marmellate ed erbe aromatiche. La natura al Griffin's penetra con piacevole prepotenza anche all'interno delle camere dove i molteplici colori di ogni tappezzeria dialogano e si mescolano con i paesaggi che appaiono come dipinti nelle grandi specchiature delle finestre.
 Incastonate in ambienti di raffinata bellezza, le camere emanano sognanti profumi di arte ed eleganza, ciascuna esclusiva per il suo stile di arredo, voce narrante della polifonia incantata di colori e magia. Le pareti di pietra locale convivono con rivestimenti moderni, arredi antichi si mescolano e si fondono con pezzi di design contemporaneo, restituendo ambienti di spregiudicata unicità. Dedicate ciascuna a una divinità etrusca, le camere del Griffin's Resort sono ambienti di charme e design, che offrono il privilegio dell'unicità e tutti i comfort alberghieri, anche per soggiorni prolungati. Info: http://www.griffinslands.com/it/ Come arrivare In auto
 Dall'autostrada A1 uscire al casello di Orvieto. Dopo il casello svoltare a destra direzione Orvieto, proseguire in direzione di Ciconia (prima rotatoria); arrivati alla seconda rotatoria seguire indicazioni per Fabro/Ficulle, superare la località La Svolta, proseguire fino al bivio per Morrano e svoltare a destra. Continuare in direzione Morrano per circa 8 Km; l'ingresso del Griffin's Resort lo troverete sulla vostra destra. In treno: 
 Linea ferroviaria Firenze-Roma. Fermata Orvieto, a 15 minuti di auto dal Griffin's Resort. Disponibile servizio taxi. In aereo: 
 Dall'aeroporto di Roma Fiumicino (o Ciampino) seguire le indicazioni per il GRA e successivamente quelle per l'autostrada A1 direzione Firenze con uscita Orvieto. Dall'aeroporto di Firenze Peretola seguire le indicazioni per Firenze città e successivamente quelle per l'autostrada A1, direzione Roma fino all'uscita Orvieto. Dopo l'uscita dal casello autostradale seguire le indicazioni riportate al punto 'In auto'.

F

ra fine settembre e l'inizio di ottobre, in colla-

borazione con l'Istituto Italiano di Cultura a

Rio de Janeiro, il Griffin's Resort organizza un corso di acquarello, di 40 ore di lezioni teoriche e pratiche, distribuite nell'arco di due settimane.

anno 3 - n°7 Primavera 2013


L'arte passa sopra un ponte

L'arte passa sopra un ponte testo di

Giuseppe Garbarino

Storie di beccai e di gioiellieri. La gioielleria Fratelli Piccini, quattro generazioni di orafi

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er tutto il mondo è il Ponte Vecchio, quello rico-

ciate sul vuoto, quasi in bilico e sorrette da semplici tra-

struito nel 1339 dopo una delle tante distruttive

vi di legno. Nel 1442 il Comune di Firenze, proprietario

alluvioni che ogni tanto colpiscono Firenze. Al suo

del ponte, decise di locare tutte le botteghe all'Arte dei

ingresso, verso Por Santa Maria si ergeva la “pietra sce-

Beccai, i macellai. Dopo qualche anno venne deciso di

ma”, una statua ormai illeggibile che il popolo voleva

vendere le botteghe e liberarsi dell'onere della loro

rappresentasse Marte, il dio romano al quale era stata

difficile manutenzione, ma questa operazione si rivelò

dedicata Fiorenza al momento della sua fondazione. La

rovinosa per la struttura dell'antico ponte. La specula-

“pietra scema” è poi scomparsa portata via della acque

zione prese infatti il sopravvento e gli ordinati negozi si

limacciose dell'Arno.

allargarono senza un piano comune, soprattutto con

Questo ponte era una volta fortificato e forse è il motivo

mensole e puntelli di legno o metallo. Un nuovo inter-

che contribuì alla sua caratteristica principale, le casu-

vento edilizio sul Ponte Vecchio si ebbe nel 1565, quan-

pole costruite sui due fianchi della strada che lo attra-

do per festeggiare le nozze tra Francesco de' Medici e

versava, molte delle quali sono oggi arditamente slan-

Giovanna d'Austria, il granduca Cosimo I affidò al noto


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architetto Giorgio Vasari la realizzazione del Corridore o Corridoio Vasariano, un'ardita costruzione che collegò Palazzo Vecchio alla reggia di Palazzo Pitti, un percorso per permettere alla famiglia granducale di andare nei due palazzi senza farsi vedere dal popolo. In quel periodo sul ponte vi erano 3 attività di beccai, 3 pizzicagnoli, 5 calzolai, 2 legnaioli, 2 biadaioli, 1 bicchieraio e una decina di venditori di generi diversi, tra i quali anche un'osteria. Al centro del ponte si teneva un mercato delle erbe che rendeva probabilmente il luogo molto caratteristico. Ma nel 1593 il granduca, stan-

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L'arte passa sopra un ponte

co della mancanza di decoro, degli odori e della volgari-

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dimostrare come la secolare arte dell'oreficeria fioren-

tà dei gestori delle botteghe del Ponte Vecchio volle

tina rimaneva al passo con i tempi. Le pregiate gemme,

risolvere una volta per tutte l'antipatica situazione. Agli

ben quattordici pezzi, vennero donate da Armando

odori del mercato si sostituirono in breve tempo i colpi

Piccini al Comune di Firenze nel 1993, quando in suo

degli orafi intenti a lavorare l'oro e l'argento, sicura-

onore venne organizzata una mostra rievocativa al

mente il tintinnio dei metalli nobili e il luccichio delle

Museo Bardini. Una curiosità conosciuta da pochi

pietre preziose sembrarono più adatte a Cosimo I, che

riguarda il rapporto tra Libero Andreotti, il grande arti-

aveva l'abitudine di far passare dal Corridore i suoi più

sta fiorentino e Armando Piccini, suo brillante e giovane

illustri ospiti che qui potevano ammirare la famosa qua-

allievo, forse solo una nota storica, ma dimostra come

dreria che era sistemata nel passaggio aereo. Con il pas-

anche un semplice monile sia il concentrato di studi e

sare del tempo il Ponte Vecchio diventò uno dei più

perfezione. Nel 1954 subentrarono al padre Pirro i fra-

famosi mercati di gioielli d'Europa, grazie alla sua unici-

telli Armando, Tebaldo ed Renzo Piccini, personaggi di

tà storica e architettonica. Oggi, simbolo di questo pri-

un'epoca a volte non facile in quel dopo guerra che ave-

mato, tra le tante botteghe con i tipici sporti chiamati

va visto la distruzione dei quartieri intorno al loro “pon-

“madielle”, si trova anche quella dei Fratelli Piccini, forse

te”, ma che seppero traghettare l'attività di famiglia

una delle più antiche, o quanto meno una di quelle in

nella seconda metà del novecento. Armando passò poi

cui la tradizione familiare è ben radicata, poiché oggi

alla nipote Laura la gestione della gioielleria. Chi ha

siamo alla quarta generazione. Era il 1903 quando Pirro

conosciuto Laura Piccini non può che descriverla come

Piccini decise di aprire una gioielleria sul Ponte Vecchio

un personaggio combattivo al centro di tante battaglie

e iniziare quell'avventura di incassatore di diamanti,

contro il degrado di questo angolo di Firenze, troppo

attività grazie alla quale si avvicinò al gran mondo

spesso violentato da una città distratta e poco attenta ai

d'inizio secolo, diventando fornitore di personaggi

suoi primati unici al mondo. Qualcuno ha detto che

come Gabriele D'Annunzio amante di gemelli e ferma-

entrando nel negozio dei Fratelli Piccini si entra in un

cravatte incastonate di brillanti. Ma il più noto di tutti è

sogno. Le creazioni sono da sempre uniche e una dimo-

stato sicuramente il figlio Armando, un brillante artigia-

strazione della pregiata attività la ebbe nel 1952 sem-

no orafo ed incisore che nel 1936, ancora giovanissimo

pre Armando, quando vinse l' International Diamond

e appena uscito dall'Istituto d'Arte di Porta Romana a

Award. Gli antichi disegni di gioielli sopravvissuti ad una

Firenze, vince uno dei più ambiti premi del tempo gra-

guerra che vide macerie e distruzione intorno al Ponte e

zie all'incisione di una serie di cammei, il primo premio

quelli scampati alle acque della grande alluvione del

della sezione Coralli alla XXa Biennale di Venezia, a

novembre del 1966 sono la testimonianza di un'arte


85 filosofia del brand Fratelli Piccini: il gioiello è ornamento del corpo e come tale è la massima espressione dell'io femminile. Ogni opera, ogni gioiello sono come un messaggio, oggi come ieri l'unicità della lavorazione è la parte vibrante della Fratelli Piccini, una unicità che, nel pieno rispetto della filosofia del brand, si riflette anche nei gioielli pret-a-porter. Le recenti collezioni sono in questo momento profondamente orientate al futuro e a quella visione che ha oggi l'attento sguardo di Elisa Tozzi Piccini, il tutto sotto lo sguardo di un testimone di eccellenza, il busto di Benvenuto Cellini, realizzato da quel grande scultore fiorentino che fu Raffaello Romanelli. Arte e storia, guerra ed alluvioni, vita e morte, sotto gli archi del ponte, quando le acque sono quiete, tutto sembra scorrere lento, sopra frotte di turisti a naso all'insù si mescolano con i frettolosi fiorentini che dal centro cittadino si recano in Oltrarno, passando su questo ponte unico e irripetibile, un capolavoro che racchiude gioielli.•

che solo grazie alla tenacia e alla grazia di questa città, dimostrano la secolare cultura dell'oreficeria fiorentina, un tempo al servizio della nobiltà locale, oggi padrona del mondo. Nel 2013 siamo alla quarta generazione, rappresentata da Elisa Tozzi Piccini, diplomata al G.I.A. di Los Angeles (Gemological Institute of America), una delle più importanti scuole mondiali per lo studio delle pietre preziose. Ma le attività della Fratelli Piccini, grazie anche alla instancabile dinamicità di Elisa, sono in continuo movimento; moltissime le iniziative di marketing in tutto il mondo, come quella che, per festeggiare i cento anni di attività, vide la sponsorizzazione del restauro del dipinto La Carità di Piero del Pollaiolo, un quadro conservato nella Galleria degli Uffizi, un modo per sottolineare il legame tra i gioiellieri Piccini e la città. Oggi oltre al famoso negozio sul Ponte Vecchio, viene gestito, dal 2008, anche una nuova boutique all'interno del prestigioso Four Seasons Hotel di Firenze. Il passaggio del timone tra la madre, Laura Piccini, e la figlia Elisa è il segno dei tempi e oggi più che mai è incentrato sulla

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Le emozioni di un viaggio a ROVERETO

Le emozioni di un viaggio a

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foto di Carlo Baroni


Rovereto testo di Luisa Chiumenti Courtesy Archivio Fotografico APT Rovereto e Vallagarina Adagiata lungo la valle dell'Adige e bagnata dal suo

anni, sotto la guida di Giuseppe Valeriano Vannetti, essa

affluente Leno, Rovereto è una ridente cittadina,

aggregò intorno a sé il meglio della cultura locale, insie-

capoluogo della Vallagarina. Una città che è stata sem-

me a numerosi esponenti del pensiero italiano ed euro-

pre in grado di accogliere l'innovazione, senza perdere il

peo quali Scipione Maffei o Gasparo Gozzi, Josef

contatto con la tradizione. Tenendo sempre in gran con-

Roschmann o Carlo Goldoni. Con il 1883 ebbe inizio poi

to infatti, nei principali suoi aspetti, il grande valore della

la pubblicazione regolare degli “Atti” accademici, desti-

sua particolare posizione da sempre considerata “ croce-

nati ad ospitare memorie originali ed editi ininterrotta-

via di commerci e luogo di conquista e transito tra nord e

mente sino ad oggi e fra i vari accademici, distinti in

sud Europa”, è pur sempre rimasta una “raffinata

diverse discipline a livello nazionale ed europeo, ricor-

promotrice di alta cultura”. Sede storica della prestigiosa

diamo gli archeologi Federico Halbherr e Paolo Orsi, il

Accademia degli Agiati e del Centro Studi Rosminiani,

musicista Riccardo Zandonai, il pittore Fortunato Depe-

vede da sempre un grande afflusso di appassionati e

ro. Ed è in corrispondenza del nucleo più antico della

studiosi che intendono seguire i Festival dei filmati

città, ai piedi del castello, che il visitatore verrà affascina-

archeologici o i grandi incontri Mozartiani e le mostre

to dalla Casa d'Arte Futurista di Fortunato Depero: una

accolte ora dal Mart, oltre agli Eventi e ai Premi prestigio-

casa che lo stesso artista roveretano aveva pensato

si attivati appunto da tale Accademia. Nata nel 1750 per

come Museo. Riaperto al pubblico nel 2009 dopo dieci

iniziativa di alcuni giovani intellettuali roveretani, cre-

anni di accurato restauro, il museo si propone come un

sciuti alla scuola di Girolamo Tartarotti, nel giro di pochi

vero e proprio “atelier”: un laboratorio d'artigianato da

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Le emozioni di un viaggio a ROVERETO

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cui nascono arazzi, mobili, piatti, scialli, giocattoli con il

migliori esempi di fortificazione alpina tardo-medievale.

segno e le fantasie cromatiche tipici dell'autore. Si vedo-

Con la sconfitta veneziana ad Agnadello, nel 1509, Rove-

no così opere d'arte e oggetti “d'uso comune”, secondo il

reto passò all'impero d'Austria. Persa ogni importanza

concetto di Depero per cui “l'arte futurista” deve “inva-

strategica, la roccaforte cadde in abbandono e subì

dere la vita quotidiana”. E proprio di fronte alla Casa

incendi e devastazioni. Fu ridotto a caserma, a prigione e

Depero, prima che la “Via della Terra” sbocchi sulla piaz-

danneggiata durante la Prima Guerra Mondiale. Qui

za del Municipio, ecco iniziare la rampa che porta al

sono esposti alcuni pezzi d'artiglieria, un carrello ferro-

castello che accoglie il Museo storico della guerra, nato

viario perforato da una granata e una delle carrozze di

non solo per documentare la prima guerra mondiale, ma

servizio di Francesco Giuseppe. Numerose le sale dedi-

anche come “custode” dell'identità nazionale italiana.

cate alla memoria di eroi e luoghi bellici. Sino al 1961 ha

Infatti, nelle intenzioni dei fondatori l'obiettivo era quel-

custodito la famosa Maria Dolens, la Campana dei Cadu-

lo di celebrare le glorie patriottiche proponendole alla

ti, la più grande campana del mondo ancora funzionante

popolazione come modello a cui ispirarsi. L'idea di fon-

e che ha trovato la sua sede sul colle di Miravalle. Rimane

dare un Museo Storico della Guerra fu di alcuni rovereta-

qui visibile il modello originale in gesso. La piazza del

ni, Giuseppe Chini, Giovanni Malfer, Antonio Piscel e

Municipio su cui incombe la mole del castello, mostra al

appunto don Rossaro, e fu formalizzata nella riunione

visitatore, nella struttura architettonica del Palazzo

del comitato promotore del 23 agosto 1920. I lavori di

comunale, quale sia stato il profondo legame della città

risistemazione del castello furono finanziati dal Munici-

con la Serenissima. E se, dal Medio Evo alla Serenissima

pio nel gennaio 1921 ed il 12 ottobre dello stesso anno i

Repubblica di Venezia e al secolo dei lumi, il centro abita-

Sovrani d'Italia visitarono le prime sale nel giorno della

to si è arricchito di palazzi di grande interesse architet-

solenne inaugurazione. Don Rossaro stesso racconta nel

tonico ecco che in epoca moderna l'impegno culturale e

suo libro “La Campana dei Caduti” come ne concepì

progettuale si è concretizzato nell'apertura del Mart, il

l'idea riprendendola dal diario definito “Albo storico

Museo di Arte Moderna e Contemporanea, ideato dalla

della Campana dei Caduti”. Situato in posizione strategi-

genialità dell'architetto Mario Botta, che ha saputo, con

ca, su un dosso roccioso sulla riva destra del Leno, il

il suo segno contemporaneo, inserirsi nel profilo della

Castello di Rovereto ha la struttura imponente di una

città settecentesca. Con essa infatti ha dovuto confron-

roccaforte militare. Il primo nucleo fu costruito dai

tarsi l'architetto Botta, che ebbe l'incarico di inserire la

Castelbarco tra il XIII e il XIV secolo come presidio del

struttura del Mart lungo il profilo dei palazzi settecente-

loro potere feudale in Val Lagarina. Nel Quattrocento il

schi del corso Bettini, a cominciare dal palazzo che ricor-

complesso passò ai Veneziani, che ne mutarono

da il passaggio di Goethe da Rovereto. Il settecentesco

l'aspetto: la pianta poligonale ed i quattro possenti

Palazzo Testori infatti (già Candelpergher), che fa da chiu-

bastioni angolari trasformarono il castello in uno dei

sura prospettica al Corso Bettini, costruito verso la fine


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del 1700, ospitava l'antico albergo "Rosa d'Oro" dove nel settembre 1798 pernottò J. W. Goethe in viaggio verso l'Italia. E ricordiamo l'interesse che il poeta ebbe per la città, se lasciò scritto fra l'altro, nelle sue memorie di viaggio, di “aver avuto a Rovereto l'impressione di trovarsi già in Italia ed aver avuto qui il primo e gradito saluto nella lingua italiana”. Ma anche W. A. Mozart fu ospite di tale albergo, per non parlare di altri ospiti come l'imperatrice Carlotta, lo zar Alessandro di Russia (1882) e Maria Luigia d'Austria (1839. Il proprietario dell'albergo era peraltro molto noto nel territorio perché faceva servizio di posta con una diligenza a cavalli sulla tratta Rovereto-Trento-Verona: l'ingresso alla posta a cavalli avveniva dal bel cancello in ferro all'inizio della piazza, esistente anche oggi, e all'interno vi erano le stalle per i cavalli. Ma che dire di Rovereto quale punto di partenza per le più belle vacanze in montagna? Polsa, San Valentino e San Giacomo accolgono nella più vicina “ski area” del Trentino, facilmente accessibile dall'uscita Rovereto Sud dell'A22. Non lontano, il Monte Baldo accoglie in un ambiente unico, con scorci mozzafiato e una bella giornata sulla neve si può così completare con una sosta nel tepore di una baita o nei rifugi in quota per assaporare i piatti tipici locali. Sull'Altopiano di Brentonico, così come in Lessinia, Val di Gresta ; Valli del Leno e Lago di Cei, l'inverno è anche sci nordico, escursioni guidate con le ciaspole, slittino e pattinaggio. •

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L'Etrusca CORTONA

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a n o t r Co L'Etrusca

testo di Mariella

Morosi Rovereto e Vallagarina

Archivio Fotografico APT

Non c'è un vicolo, un angolo di Cortona che non racconti

che attirarono artisti stimolando le produzioni d'arte. A

antiche storie, di magnificenza e di sconfitte, di fasti e di

finanziarle furono i ricchi mecenati, vogliosi di lasciare un

capitolazioni. Qualsiasi ruolo le abbia assegnato di volta

segno nella storia. La città fu poi di nuovo piegata fino a

in volta la storia, alla città non è mai venuto meno

diventare oggetto di scambio tra Ladislao Re di Napoli e

l'orgoglio di essere comunque una protagonista. Sorge

la Repubblica Fiorentina. Oggi Cortona è una frequenta-

su un colle che domina la Valdichiana aretina, quasi al

ta meta turistica, un piccolo gioiello della già tanto bella

confine con l'Umbria, in posizione strategica, circondata

Toscana, con i suoi palazzi, i suoi musei ed un'intensa vita

dalla massiccia cinta di mura etrusche. Incantevole la

culturale. Forse è più conosciuta dagli stranieri che dagli

vista sul Lago Trasimeno. Ha vissuto una grande storia

italiani. Accadde infatti, non molti anni fa, che una scrit-

oggi leggibile nelle piazze, nei palazzi e nei tanti luoghi

trice americana, Frances Mayes, vi acquistò un rudere e

della fede. Per l'agenzia di comunicazione canadese

lo ristrutturò, facendone la sua casa. Niente di particola-

QMI è al top ten delle più belle città collinari d'Italia. Cor-

re, fin qui, se non che l'avventura rurale diventò un libro:

tona fu una delle dodici Lucumonie nei secoli dello

"Sotto al sole della Toscana". Divenne di colpo un best

splendore della civiltà etrusca, come testimoniano i raffi-

seller di cui sono stati venduti milioni di copie, tradotte in

nati oggetti in bronzo e terracotta custoditi nel Maec, il

svariate lingue, e da cui fu tratto anche un film. Come se

Museo dell'Accademia Etrusca e della Città. Inglobata e

non bastasse il suo appeal storico e artistico, Cortona è

dominata in seguito dall'impero romano, risorse

così una meta particolarmente desiderata e non solo dai

all'epoca dei comuni come fiorente centro di commerci

turisti d'Oltreoceano. E' conosciuta al punto che arrivano

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L'Etrusca CORTONA in tanti a sposarsi. A Cortona si celebrano almeno 200

co con una splendida pala d'altare e dipinti di Beato

matrimoni tra cittadini stranieri, seconda solo a Venezia.

Angelico e Signorelli, la duecentesca Chiesa di San Fran-

Una perfetta organizzazione assiste chi vuole coronare il

cesco, con un bell'affresco di Pietro da Cortona, la piazza

suo sogno d'amore tra i palazzi medievali e rinascimen-

della Repubblica con l'antica Torre dell'Orologio e la For-

tali in pietra arenaria in un'atmosfera senza tempo, tra

tezza del Ghirifalco. E' un'offerta articolata che non

opere di grandi come Beato Angelico, Luca Signorelli,

trascura i golosi: a Ferragosto fumano le griglie per la

Pietro da Cortona o Francesco Laparelli. Preziose le rac-

Sagra della Bistecca, omaggio al nobile taglio di carne

colte ospitate nei due musei: il Maec e il Diocesano del

dei famosi manzi della Valdichiana. E poi c'è il vino, che

Capitolo della Cattedrale. Soprattutto nei mesi estivi il

qui non è soltanto un naturale abbinamento al buon

passato della città rivive in rievocazioni storiche o in

cibo toscano, ma è parte della storia del territorio, tutta

mostre tematiche, come l'offerta dei Ceri e la Giostra

scritta nelle sale del Maec. Dalle necropoli sono stati

dell'Archidado, con figuranti in costume, sbandieratori,

infatti recuperati reperti che mostrano come intorno alle

balestrieri, cavalli bardati e nobili cavalieri. A fine agosto

anfore colme di vino la società dei lucumoni esercitasse il

c'è Cortonantiquaria negli spazi settecenteschi di Palaz-

potere, stipulasse contratti, combinasse matrimoni. La

zo Vagnotti, la più antica mostra mercato nazionale

Tabula Cortonensis, una lamina di bronzo del V-III sec.

d'antiquariato col suo mezzo secolo, mentre la stagione

a.C., porta inciso il contratto di cessione di una "vina”

del Teatro Signorelli offre un cartellone notevole con una

(vigna) come dote di una fanciulla che andava sposa.

rassegna di prosa, musica e danza ambientata in perfet-

Anche il breakfast etrusco non era altro che una focaccia

to stile neoclassico. Ancora note d'autore con il Festival

di grano pestato da inzuppare nel vino. Se Plinio il Giova-

di Musica Sacra e con il Cortona Mix Festival, evento dedi- ne giudicava inarrivabile un bianco di Cortona che chia-

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cato anche alla letteratura. Tanti i monumenti e i luoghi

mava Etesiaca, la viticoltura subì nei secoli alterne vicen-

di culto da non perdere: dal Duomo, edificato su un

de fino a qualche decennio fa, quando il vino era consi-

tempio etrusco con una facciata dell'XI secolo e bellissi-

derato un alimento ed era la quantità a comandare. Oggi

mi dipinti di epoche successive, la Chiesa di San Domeni-

invece la produzione è di piccoli numeri ma di qualià


93 elevatissima. Il legame con i fasti passati legati al vino,

bistecca di vitella, i fegatelli di maiale, i funghi porcini. Tra

alla sua filosofia e al suo piacere, è tuttora vivo e motivo

i contorni non mancano mai i fagioli all'uccelletto e, se

di orgoglio dei cortonesi. Non a caso è stata scelta una

non ci si vuole negare proprio nulla, ci sono biscottini,

foglia di vite in bronzo, di scavo, come simbolo del Con-

torte rustiche e, nel periodo pasquale, la ciaramiglia. I

sorzio dei vini di Cortona e della Strada dei Vini, associa-

visitatori possono scegliere, in questo lembo di Etruria,

zioni impegnate a valorizzare il territorio e le sue tipicità.

vari itinerari a piedi con attività per conoscere meglio i

Il Syrah cortonese è giudicato il miglior d'Italia. Rosso

valori paesaggistici, enogastronomici e culturali del ter-

rubino dal profumo intenso, morbido ed elegante, di

ritorio. Molti gli agriturismi e proposte alloggiative per

media tannicità, è molto apprezzato, e la Doc Cortona ha

tutte le esigenze. L'obiettivo delle istituzioni locali è quel-

l'ambizione di non sfigurare con i blasonati Nobile di

lo di costruire con attività integrate un nuovo prodotto

Montepulciano e Brunello di Montalcino, prodotti non

turistico attraente, identitario della realtà locale e del

lontano. Le enoteche di Cortona sono frequentatissime

territorio, che comprende le bellezze dei dintorni, con

all'ora dell'aperitivo. E' bello aspettare il tramonto in

tanti piccoli borghi e chiese di campagna circondati da

un'atmosfera rilassata, seduti ai tavoli dei caffè o sulle

argentei oliveti. Nella Piazzetta della Seta è disponibile

gradinate delle chiese. Per mangiare la scelta è ampia,

un punto di informazioni turistiche, reperibili anche sui

nei ristoranti e nelle trattorie dove la cucina creativa o di

siti predisposti per i visitatori.

tendenza non è mai entrata. Rustici e dal sapore intenso gli antipasti, dai salumi ai crostini neri con fegatini di pol-

www.terreterusche.com

lo, dalla bruschetta con l'olio e il cavolo nero alla panza-

www.comune.cortona.ar.it

nella. Tra i primi sono apprezzati i pici o la pasta fatta in

www.cortonaweb.net

casa al ragù, la minestra di pane, le pappardelle alla lepre

www.turismointoscana.it

o con sugo di nana, come qui chiamano la papera muta.

www.stradavinicortona,itauro, il museo si propone come

Tra i secondi da non perdere gli arrosti (di oca, coniglio,

un vero e proprio “atelier”: un laboratorio d'artigianato

pollo, cacciagione), la trippa, il cinghiale in umido, la

da

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Kaleidoscope 94

Un'oasi di pace sul fiume

Mahaweli A

dagiata sulle colline di Kandy, l'Earl's Regency

della provincia centrale e luogo sacro per i buddhisti per il dente del Buddha conservato nel tempio che sorge sulle

Hotel, del gruppo Earl's Court con sei alberghi

sponde del lago Kiri Mahuda nel cuore della città. Lussu-

nello Sri Lanka, sorge a cinque chilometri dalla città in

reggianti I giardini che declinano verso il fiume e fanno

mezzo al verde sulle colline che dominano il fiume Maha-

da cornice alla grande piscina del complesso alberghiero

weli. Un'oasi di tranquillità lontano dal traffico caotico e

che è dotato di 104 camere e suite. Nell'ala nuova le came-

dall'inquinamento dell'antica città regale, la più visitata

re Deluxe, la Renaissance Spa e il Garden Restaurant, men-


95 tre le Executive Suite e le camere del piano executive si trovano nel corpo centrale insieme al vasto atrio e al ristorante principale che, nei mesi caldi, occupa anche un grande spazio verde con vista che spazia sulle montagne. Sono attualmente in fase di completamento una serie di nuove suite in stile coloniale-contemporaneo. Come tutte le camere e suite, anche le nuove spaziose Premium Suite saranno dotate di balconi con vista sulle montagne di Kandy. pmf

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Kaleidoscope

GIRO DEL MON le migliori SPA del mondo nell'edizione 2013 della guida Luxury Spas di Condé Nast Johansens

È

uscita l'edizione 2013 della guida “Luxury Spas” pubblicata da Condé Nast Johansens comprendente una sele-

zione delle migliori spa in 31 paesi del mondo, che presenta molte destinazioni esotiche come la l'isola caraibica

di Anguilla, Cina, Malesia e Vietnam. Il top per chi vuole rilassarsi e ringiovanire, scegliendo tra quattro diverse

tipologie: Day Spa, Hotel Spa, Medical Spa e Destination Spa. La guida Luxury Spas 2013 sarà presto disponibile in formato digitale e si potrà scaricare gratuitamente su iPad. Il maggior numero di Spa si trova in Asia & Australasia con 38 strutture di altissimo livello internazionale come l'Ananda nelle montagne himalayane, il Landmark Mandarin Oriental a Hong Kong, il Park Hyatt Resort & Spa a Goa, il Conrad Tokyo e il Banjaran Hotsprings Retreat in Malesia. In Oriente infatti la Spa è molto più di un soggiorno di benessere: è un modo di vivere. È proprio la fusione tra i rituali locali e l'ideologia occidentale a rendere così interessante e innovativo il concept delle Spa in questi paesi. L'esotismo, il lusso e lo spazio caratterizzano le 19 Spa situate tra Africa, Oceano Indiano e Medio Oriente. Dal Marocco al Kenya, Tanzania e Sud Africa; dalla Giordania al Sultanato di Oman e agli Emirati Arabi; nelle isole delle Maldive, Mauritius e Seychelles

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NDO IN

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SPA

per un'esperienza davvero eccitante ci si può sbizzarrire nella scelta tra resort iconici come il Royal Mansour a Marrakech, lo Shangri-La's Villingili Resort and Spa in un atollo delle Maldive o lo spettacolare Grosvenor House a Dubai. Sono 34 le Spa europee distribuite in Italia, Inghilterra, Irlanda, Portogallo, Spagna e Svizzera. Cinque si trovano in Italia: il Bagni di Bormio Spa Resort; L'Albereta a Erbusco (BS), L'Andana a Castiglione della Pescaia (GR), il Lefay Resort & Spa sul Lago di Garda, il Parco dei Principi Grand Hotel & Spa a Roma. Segnaliamo le Spa di nuova apertura: Ockenden Manor Hotel & Spa a Cuckfield, nel West Sussex (Inghilterra), The Bulgari Hotel & Residences a Londra e Layana Resort & Spa sull'isola di Koh Lanta, in Tailandia. La guida è ordinata per continente e paese ed è arricchita da articoli scritti da esperti. Ogni Spa è corredata da bellissime immagini e contiene informazioni sui trattamenti di punta e sui prodotti usati. Un glossario molto esauriente raccoglie i termini usati nelle Spa aiuta il lettore a decodificare la terminologia scientifica e scegliere il trattamento più rispondente alle sue esigenze. http://www.condenastjohansens.com

anno 2013 anno32- -n°7 n°6Primavera Inverno 2013


foto di Anna Alberghina

Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com www.emotionsmagazine.com Progetto Grafico, impaginazione e creazione logo Emotions Ilenia Cairo icairo@emotionsmagazine.com Collaboratori Anna Alberghina, Raffaella Ansuini, Anna Maria Arnesano, Giulio Badini, Luisa Chiumenti, Franca Dell'Arciprete Scotti, Giuseppe Garbarino, Pamela McCourt Francescone, Mariella Morosi, Annarosa Toso Responsabile Marketing e Comunicazione Mirella Sborgia msborgia@emotionsmagazine.com Editore Teresa Carrubba Via Tirso 49 - 00198 Roma Tel. e fax 068417855

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 - N° 310/2011 Copyright © - Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.


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La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria. Karl Kraus

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