SOMMARIO
YORUBALAND: L’ALTRA NIGERIA
UNA
Maschera Ibo, Nigeria - Foto di Anna Alberghina
Direttore Responsabile
Teresa Carrubba
tcarrubba@emotionsmagazine com
Ideazione testata
Ilenia Cairo
Progetto grafico e impaginazione
Elisabetta Alfieri
SPETTACOLARE E SINGOLARE LO STREET FOOD
e.alfieri@emotionsmagazine.com
Collaboratori
Anna Alberghina
Luisa Chiumenti
Dino Latella
Pamela McCourt Francescone
redazione@emotionsmagazine.com
Fotografi
Anna Alberghina
Dino Latella
Pinak Pou Restaurant
Responsabile Marketing e Pubblicità
Enrico Micheli e micheli@emotionsmagazine com
Pubblicazione Online
Paolo Milanese grafico@idra it
Editore
Teresa Carrubba Pubblicazione
TRA BORGHI E ROCCHE, STORIA DI UNA TERRA GENEROSA STORIA CHE EMERGE DALLE MAREELe vestigia della storia tracciano itinerari a volte sorprendenti che possono fare di un viaggio o di un lungo fine settimana un’esperienza intrigante e curiosa. Alcuni borghi della Romagna prendono in prestito al Medioevo quell’alone di mistero che sprigionano le possenti rocche o fortezze restituendo alla cittadina un fascino del tutto particolare. Il senso dell’ospitalità, l’ottima cucina e il vino d’eccellenza, poi, fanno il resto.
Ad altre latitudini, altre colline evocano invece misticismo, come l’Olumo Rock, un’altura rocciosa ricca di storia e dal profondo significato spirituale.
Siamo nello YORUBAL AND, l’altra Nigeria, dove vivono ancora popoli che custodiscono i propri riti e le proprie tradizioni. Sulle Maldive, che dire? Si commentano da soli quegli atolli onirici su cui spesso si ergono resort di lusso, alcuni dei quali tendono a preser vare l’ambiente rigenerando addirittura la barriera corallina Anche il Mont Saint-Michel sulla costa settentrionale della Francia, sembra uscito da una favola, possente e aleatorio insieme, in balia delle più grandi maree d’Europa che ora lo avvolgono, ora lo mettono a nudo sulle distese di sabbia. Per gli incontri di Emotions una nota esotica con l’inter vista ad un giovane chef cambogiano che elabora con creatività lo street food locale aggiungendo ingredienti insoliti nel suo ristorante a Siem Reap,
ROMAGNA
T R A B O R G H I E R O C C H E ,
S T O R I A D I U N A T E R R A G E N E R O S A
TESTO di TERESA CARRUBBA
ROMAGNA
TRA BORGHI E ROCCHE, STORIA DI UNA TERRA GENEROSA
Tra i borghi della Romagna si respira nell’aria quel senso profondo dell’ospitalità radicato nella storia. La sapevano lunga gli aristocratici che già nel 1247 utilizzavano la colonna nella piazza principale di bertinoro su cui erano fissati 12 anelli da assegnare a turno alle famiglie nobili per avere l’opportunità di ospitare i forestieri che passavano in città il viandante che legava il cavallo a un anello veniva ospitato dalla famiglia corrispondente La “Colonna delle Anella”, famosa a tal punto da essere citata nel XiV canto del Purgatorio della divina Commedia dove dante incontra il giudice Guido del duca, fu fatta costruire proprio da quel notabile della città insieme al suo amico Arrigo Mainardi E dell’ospitalità di Bertinoro si giovò anche dante rifugiandosi
da Scarpetta Ordelaffi, signore ghibellino di Forlì e Bertinoro
La simbolica colonna si trova in Piazza della libertà dove si affacciano il possente Palazzo Ordelaffi e l’antica torre dell’orologio e dove, a memoria di quella encomiabile tradizione, ogni anno la prima domenica di settembre si celebra la Festa dell’Ospitalità, giunta alla 97a edizione dal 31 agosto al 3 settembre 2023, quattro giorni di iniziative per rinnovare la vocazione all’ospitalità dei bertinoresi, ma anche per gustare i tanti prodotti d'eccellenza di queste generose colline sulla dorsale dello Spungone Scendendo da Piazza della Libertà, si entra nel medievale borgo dei mainardi dove, all’angolo di via Fossato, si apre il palazzo della giudecca e di lì tutto il quartiere ebraico che risale alla fine del XiV secolo
Sulla facciata del palazzo sono visibili formelle in terracotta che riproducono i motivi della cornucopia e della lampada del Ner Tamid E vari rilievi di spungone, una pietra calcarea con inclusione di frammenti di conchiglie fossili, nostalgica testimonianza che qui, in un lontanissimo passato, arrivava il mare A Bertinoro, annoverato tra i Borghi Autentici d’italia, il pittoresco intrico di stradine acciottolate che s’inerpicano tra scorci dal sapore antico, mura e torri verso la cima del colle Cesubeo, evoca la tipica struttura urbanistica medievale che culmina nella maestosa struttura della rocca di bertinoro Un edificio anteriore al secolo X, dove soggiornò l’imperatore Federico Barbarossa nel 1177 con la sua cor te e le sue milizie, poi sede vescovile dal 1584. Oggi la Rocca, che mantiene ben conser-
vato il suo aspetto medievale, ospita il Centro Residenziale Universitario dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e il Museo interreligioso, istituito dalla diocesi di Forlì-Bertinoro il Museo consente un approfondimento degli aspetti comuni delle tre grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo, e islam.
Ma Bertinoro è nota anche come città del Vino Pare che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, di passaggio in questo borgo, assaggiato un vino ser vito in un ’umile coppa abbia detto: «Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro», da qui il nome della città. L’eccellenza di Bertinoro è sicuramente la sua tradizione vinicola da citare l’Albana, chiamato anche l’oro di Ber tinoro, un vino bianco dOCG prodotto da vitigni autoctoni romagnoli e ovviamente il Sangiovese, che qui produce il Romagna Sangiovese dOC Riser va Oltre a due vini molto particolari: il Pagadebit e il Cagnina di Romagna, vini locali sopravvissuti grazie alle capacità dei viticoltori Tipici di Bertinoro sono inoltre la Saba, uno sciroppo d’uva utilizzato per insaporire bevande e cibi e il Savor, una deliziosa marmellata, prodotta dopo la vendemmia. La cucina è ricca di primi piatti creati dalle mani delle sfogline, che lavorano la sfoglia ancora con il matterello, spesso preparata al momento, negli vari chioschi La cittadina è anche meta ideale per un soggiorno benessere grazie al vicino centro termale di Fratta terme
I comuni Castrocaro Terme e Terra del Sole hanno ottenuto anni fa la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale assegnato dal Touring Club Italiano
ROMAGNA
mura medieVali, castrocaro
E a proposito di Terme, come non citare quelle di castrocaro, di origini etrusche e già famose al tempo dei Romani, oggi sviluppate come complesso polifunzionale all avanguardia, sfruttando le rinomate proprietà delle acque salsobromoiodiche e sulfuree i comuni abbinati Castrocaro Terme e Terra del Sole hanno ottenuto anni fa la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra assegnato dal Touring Club italiano. Un’onorificenza ben meritata se si considera la qualità della vita in questi borghi e la suggestione architettonica della struttura medievale, mossa da edifici rinascimentali e monumenti antichi. di grande pregio stilistico il Padiglione delle Feste di Castrocaro, un gioiello di Art decò progettato da diego Corsani e il grand Hotel delle terme del Piacentini, splendidi esempi di architettura Razionalista che hanno conser vato il fascino degli anni Venti e Trenta L' imponente Fortezza che domina Castrocaro è uno dei più antichi castelli italiani. Risalente alla fine del iX secolo È visitabile attraverso il Museo storico e archeologico della città, gli Arsenali Medicei e l'Enoteca dei vini pregiati locali, ed è spesso sede di feste medievali, concer ti e rievocazioni storiche terra del sole è la “città ideale” voluta da Cosimo i de' Medici, Granduca di Toscana, per presidiare il confine con lo Stato Pontificio Una città-for tezza con oltre 2 chilometri di un’imponente cinta muraria con i palazzi disposti in modo simmetrico Uno straordinario esempio del modello urbanistico rinascimentale che si impose in italia nel Cinquecento il quale si rifaceva ad un armonioso rispetto tra spazio e volume Sulla centrale Piazza d’armi si affacciano la chiesa di santa reparata e il Palazzo Pretorio quasi ad evidenziare la convivenza dei due poteri in un composto vivere civile
All'interno del Palazzo Pretorio, il Museo dell’Uomo e dell’Ambiente ripercorre l'origine e lo sviluppo della cittadella
Al Museo Archeologico di Forlimpopoli, invece, i reper ti parlano della città antica e testimoniano la tradizionale vocazione agricola della città Le numerose anfore romane dal fondo piatto, prodotte esclusivamente dalle fornaci di Forlimpopoli, per esempio, erano
destinate al trasporto del vino e dell’olio il Museo è ospitato all’interno della rocca di Forlimpopoli appartenuta alla famiglia degli Ordelaffi, signori di Forlì tra il Xiii e il XVi secolo, che è anche sede degli uffici comunali e del piccolo teatro giuseppe Verdi, ottocentesco, passato alla storia per la drammatica incursione della banda del brigante Stefano Pelloni, il Passatore, nel 1851 L’evento criminale colpì anche la famiglia di un illustre cittadino di Forlimpopoli che qui ebbe i natali nel 1820, Pellegrino Artusi, scrittore e gastronomo, padre riconosciuto della cucina italiana
Probabilmente di origine romana, invece, un altro significativo borgo della Romagna, Predappio, sviluppatosi in seguito attorno al castello medievale inevitabile l’accostamento della cittadina con Benito Mussolini che qui ebbe i natali e che si impegnò, tra gli anni Venti e Quaranta, per valorizzare Predappio grazie alla creatività di famosi architetti dell’epoca facendone un vero e proprio museo urbano, originale testimonianza degli stili architettonici del Razionalismo Certamente rappresentativa di questo sviluppo urbanistico è l’ex casa del Fascio e dell’ospitalità, costruita tra il ’34 e il ’37 su progetto dell’Architetto Arnaldo Fuzzi, edificio possente e vistoso per il contrasto dei colori rosso e bianco E Palazzo Varano, per circa vent’anni dimora di Mussolini, attuale sede del Municipio Situato in posizione dominante rispetto al paese, il Palazzo fu ricostruito tra il '26 e il '27 su progetto del Genio Civile di Forlì e in seguito totalmente trasformato dall'architetto Florestano di Fausto, che ne modificò l'aspetto da massiccio fortilizio a quello più elegante di villa comunale. imponente la scalinata di accesso e la torre dell'orologio, che caratterizza l'edificio
Al Museo Archeologico di Forlimpopoli i reperti parlano della città antica e testimoniano la tradizionale vocazione agricola della città
L’EREDITÀ DI PELLEGRINO ARTUSI
Il famoso gastronomo ha lasciato in eredità alla cittadina l’impronta della sua scienza attraverso il primo Centro di Cultura Ga s t ro no m i c a i n I t a l i a d e d i c ato a l l a c u c i n a d o mes t i c a , C a s a Artusi, in cui si svolgono corsi di cucina seguendo i suoi dett a m i e ce ne d e g u s t a z i o ne a l l ’ i n te r no d e l l ’ex co nve n to d e l l a Chiesa dei Ser vi dove si trova anche la biblioteca, il tempio del sapere artusiano che conser va circa 45.000 volumi. La chiesa, d i i m p i a n to r i n a s c i me n t a l e, mo s t ra o pe re d i g ra nd e va l o re, come la pala d’altare con L’Annunciazione di Marco Palmezzano ( 1 5 3 3 ) . L’ i l l u st re g a st ro no mo v i e ne r i co rd ato o g n i a n no ne l l a Festa Artusiana di fine giugno
I L L U S S U O S O
E D E N T R O PI CA L E
SHERATON MALDIVES FULL MOON RESORT & SPA
Situato sull'isola di Furanafushi, tra le più grandi dell'Atollo di Malé Nord, lo sheraton maldives Full moon resort & spa è raggiungibile in 15 minuti in motoscafo dall'Aeroporto internazionale di Velana. il suolo fertile dell'isola, arricchito di sostanze nutritive essenziali, fornisce un ambiente ideale per la crescita di diversi alberi e piantagioni che assorbono grandi quantità di anidride carbonica Sull'isola prosperano oltre 65 varietà di piante, tra cui specie significative come il Ficus Benghalisis o il Banyan Tree, che offre un ampio riparo dal sole cocente. il popolo maldiviano ha storicamente consumato il frutto del Banyan Tree per scopi medicinali, mentre le sue radici sono state utilizzate per fabbricare i boma delle barche a vela Si dice che uno dei più grandi alberi di banyan dell'isola è datato 1921 Un'altra specie vegetale degna di nota è l'iron Wood, che è stato utilizzato nella costruzione navale tradizionale Apprezzato per la sua forza e durata, l'iron Wood funge da alternativa ai chiodi, tenendo insieme abilmente le assi dello scafo. Riconoscendo l'importanza di nutrire l'ecosistema, il Resort ha implementato uno speciale programma di decomposizione Le foglie e i legni caduti vengono frantumati e lasciati decomporsi naturalmente, trasformandosi infine in fertilizzante ricco di sostanze nutritive inoltre, il Resort ha anche convertito con successo un'area di rifiuti un tempo trascurata in un rigoglioso giardino di angurie che produce un raccolto abbondante di succose angurie biologiche e presto aggiungerà cetrioli e mais. Lo sheraton maldives Full moon resort & spa rimane fermo nella sua missione di offrire agli ospiti un'esperienza condivisa in linea con i principi della sostenibilità Attraverso la conser vazione del suo ambiente naturale e l'attuazione di iniziative eco-compatibili, il Resort esemplifica il rapporto armonioso tra lusso e coscienza ambientale. Lo sheraton maldives Full moon resort & spa cattura i sensi e consente di vivere una vacanza indimenticabile, sullo splendido Atollo di Malé Nord, circondato da una scintillante laguna blu, spiagge di
sabbia bianca e palme ondeggianti. E’ possibile svolgere varie attività acquatiche organizzate dal Resort, tra cui immersioni, snorkeling e moto d'acqua. Per poi riposarsi in una delle 176 camere dal design accattivante, progettate per fondersi con le acque turchesi circostanti, le spiagge incontaminate e la vegetazione lussureggiante Oppure nei bungalow sull'acqua e nelle ville con vista sull'oceano, molte dotate di piscina privata il Resort vanta 7 ristoranti e bar esclusivi, dove gustare piatti freschi e deliziosi della cucina internazionale, cocktail d'autore e vista mozzafiato sull'atollo di North Malé Al benessere sono dedicati i trattamenti esclusivi della Shine Spa for Sheraton situata sull’isola privata e le 3 piscine tropicali di acqua dolce all'aperto Molto richiesto il Mother & daughter Spa day maldive formato famiglia!
https://www.marriott.com/ sheraton.maldives@sheraton.com
UN PROGRAMMA INTELLIGENTE PER FAMIGLIE
Lo Sheraton Maldives Full Moon Resort & Spa annuncia la partecipazione al lancio del primo programma per famiglie di Sheraton, Side by Side
Family il programma multigenerazionale offre attività coinvolgenti per riunire la famiglia creando esperienze condivise che promuovano momenti di unione Side by Side offre una meravigliosa gamma di attività che consentono agli ospiti di concedersi insieme esperienze rilassanti, di esplorare la comunità vivendo la natura e la cultura in modi nuovi e coinvolgenti e di celebrare momenti con i propri cari. Che si tratti della ricreazione dei bambini, dei nonni e dei genitori che imparano nuove esperienze con i bambini o dei coniugi che celebrano occasioni speciali, il programma per famiglie offre tutte le attività familiari per creare significativi ricordi insieme
Picnic in famiglia all'isola di Furanafushi
Gli ospiti possono isolarsi nel loro posto preferito sull'isola di Furanafushi o su uno degli isolotti della laguna con un cestino da picnic. il team di cucina guidato dall'Executive Chef Riccardo Pinna ha progettato una varietà di prelibatezze per tutta la famiglia
Corso di cucina in famiglia
Vengono organizzati corsi di cucina interattivi per famiglie Si può scegliere tra cucina tailandese, maldiviana o indiana sotto la guida di un team culinario esperto. Per le prenotazioni, visitare www.SheratonMaldives.com
Giornata termale in famiglia
Si può intraprendere un viaggio in una tonificante Spa dove anche i più piccoli sono benvenuti! i piccoli ospiti possono creare le loro maschere facciali nella zona fai-da-te commestibile piena di prelibatezze
Sheraton Kids' Club
il club per bambini offre numerose attività in tutto il Resort, che vanno dagli sport acquatici, ai corsi di cucina e alle attività interattive in spiaggia
UN PARADISO TROPICALE
L orchid garden è uno dei luoghi fotografici più belli e naturali del Resort Sono presenti 25 specie di orchidee tra cui la Vender Orchids e Dendrobium Orchids Sono oltre 500 le orchidee in mostra che circondano il lussureggiante giardino. Tra le attività di conservazione del Resort, c’è un progetto di propagazione dei coralli dall'inizio del 2020 “adopt a coral” , in collaborazione con Reefscapers, consiste nel piantare frammenti di corallo in un telaio per aiutare a ripristinare l’habitat della barriera corallina Un esperto biologo marino li collocherà nell'acqua e ne monitorerà la crescita il telaio verrà contrassegnato con un numero di serie univoco e visualizzato sul sito web dedicato il nostro team pubblica aggiornamenti regolari online in modo che gli ospiti possano seguire la crescita dei loro coralli da casa Gli ospiti riceveranno anche aggiornamenti fotografici due volte l'anno man mano che i coralli maturano e prosperano nel tempo. Ciò migliorerà l'habitat marino e aumenterà il numero di specie ittiche e la vita marina nelle aree
circostanti Entro 6 mesi dall'attaccamento ai telai, i coralli iniziano a formare nuovi rami e i pesci iniziano a tornare Entro 3 anni, si sviluppa una piccola barriera corallina che alla fine crescerà sul substrato naturale. i telai di corallo sono progettati e realizzati su un isola locale nell'atollo di Baa chiamata Fulhadhoo, dando lavoro a 250 abitanti locali e consentendo loro di sviluppare abilità al di fuori della pesca tradizionale. Le Maldive ospitano oltre mille barriere coralline. A causa dell'innalzamento della temperatura del mare, è in corso lo sbiancamento dei coralli, che minaccia questo ecosistema bellissimo e ricco di biodiversità, che è un fondamento vitale della vita marina Oltre a perdere i loro colori vivaci, lo sbiancamento può causare il deterioramento e la morte del corallo. Le barriere coralline non sono solo uno spettacolo meraviglioso per lo snorkeling: sono l'ecosistema più ricco di biodiversità del mondo, fornendo sia cibo che protezione per la vita marina, offrendo protezione dalle inondazioni per le isole e sostenendo la pesca locale
IL VIAGGIO DI NOZZE DAVVERO MEMORABILE
SHERATON MALDIVES FULL MOON RESORT & SPA
IL GIARDINO PER GLI SPOSI
Lo Sheraton Maldives Full Moon Resort & Spa svela un giardino per la luna di miele appena completato, progettato appositamente per gli sposi novelli per celebrare le loro nozze nel più pittoresco degli scenari. Circondati da un incantevole frutteto di fogliame lussureggiante e fiori esotici, le coppie sono invitate a crogiolarsi nel giardino della luna di miele durante il loro soggiorno
Per festeggiare l'amore e l'impegno condiviso nella loro cerimonia, gli sposi in luna di miele sono invitati a un esclusivo cocktail di benvenuto in cui gli ospiti saranno accolti con un gettone di legno inciso personalizzato da appendere all'albero al centro del giardino, per ri-
cordare il loro amore per l'eternità. «Parte del nostro ricco patrimonio come Sheraton Maldives è la formazione di tradizioni che derivano da valori profondamente radicati Crediamo di essere il luogo di ritrovo del mondo e che l'amore ci avvicini» dice il direttore generale mohamed el aghoury
Per celebrare ulteriormente l'occasione, gli sposi in luna di miele che soggiornano per cinque o più notti possono godersi una crociera dei delfini gratuita e un trattamento spa per coppie di 60 minuti per assicurarsi che il tempo trascorso insieme sia prezioso. inoltre, all arrivo, le coppie riceveranno un'accoglienza speciale
Lo Sheraton Maldives Full Moon Resort & Spa ha annunciato a maggio 2023 il lancio del suo innovativo menu senza emissioni di carbonio per celebrare la Giornata mondiale dell'ambiente Questa iniziativa è testimonianza del costante impegno del Resort per la sostenibilità e mette in mostra i suoi sforzi per allinearsi con "Serve 360: Doing Good in Every Direction" di Marriott international e per offrire agli ospiti un'esperienza culinaria eccezionale riducendo al minimo il suo impatto ecologico
Guidato dall Executive Chef riccardo Pinna, il team culinario del Resort è orgoglioso di offrire agli ospiti i piatti più freschi e rispettosi dell'ambiente Sottolineando la sua dedizione alle pratiche sostenibili, il Resort utilizza verdure raccolte direttamente dal proprio chef's garden Con una superficie impressionante di 130 mq, lo Chef's Garden è una fiorente oasi verde, che ospita varie piante come pomodori, lattuga, gombo, basilico, peperoncini, citronella e molte altre Queste verdure biologiche sono coltivate con cura dai paesaggisti, guidati da ali thakan, riducendo significativamente il livello di carbonio del Resort.
Oltre alle verdure fresche biologiche, lo Sheraton Maldives Full Moon Resort & Spa pone grande enfasi sul sostegno alle comunità locali e sulla riduzione delle miglia alimentari il Resort acquista pesce localmente e direttamente dai pescatori vicini che praticano metodi di pesca sostenibili. Collaborando con i fornitori locali, il Resort assicura che gli ospiti possano gustare i sapori dei mari delle Maldive riducendo al minimo il livello di carbonio associato al trasporto a lunga distanza
MENÙ CARBON FREE
il menu Carbon Free offre una gamma di piatti per eccellenza come anguria biologica e marmellata di pomodori con cocco e basilico locali, pesce di barriera corallina cucinato in acqua di cocco e spinaci Furanafushi, stufato di aragosta di barriera corallina con lattuga frisee e citronella
in qualità di sostenitore della tutela dell ambiente, il direttore generale, mohamed el aghoury, ha dichiarato: «Allo Sheraton Maldives, comprendiamo che ogni azione conta quando si tratta di preservare il nostro pianeta. L'introduzione del nostro menu senza emissioni di carbonio è un passo significativo verso la riduzione al minimo del nostro impatto ecologico, offrendo allo stesso tempo straordinarie esperienze culinarie ai nostri ospiti».
in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente, il Resort si è anche impegnato con la comunità organizzando una speciale attività di semina per i suoi piccoli ospiti Questa esperienza pratica mira a favorire una connessione tra i bambini e la natura, promuovendo pratiche sostenibili fin dalla tenera età. Coinvolgendo gli ospiti più anziani, il Resort ha piantato 50 alberi di cocco ibridi nani intorno al Resort oltre alle sue oltre 65 varietà di piante che crescono naturalmente sull'isola
L A L T R A N I G E R I A YO R U B A L A N D
YORUBALAND L’ALTR A NIGERIA
A Lagos vivono 23 milioni di persone ma nessuno sa con certezza quante anime siano ammassate negli slums abusivi che assediano i quartieri residenziali. Questa megalopoli, fra le più grandi dell’Africa, continua a crescere con un ritmo vertiginoso
Lagos ti toglie il fiato e non solo per l’afa opprimente che ti inzuppa i vestiti appena sceso dall’aereo Sei fortunato se riesci ad uscire dall’aeroporto senza aver dovuto spargere il contenuto della tua valigia dinanzi ad un doganiere a caccia di mance i cambiavalute ti aspettano al varco con mucchi di banconote lerce e puzzolenti e la strada è un vero far west. il codice non lo rispetta nessuno e, del resto, sarebbe impossibile in mezzo a quella baraonda infernale dove tutto è lecito pur di arrivare a destinazione Sul third mainland bridge, che collega la terraferma con le isole, si procede a
passo d’uomo ed è meglio non abbassare mai la guardia. Frotte di venditori ambulanti approfittano degli ingorghi per proporre una vasta gamma di merci improbabili A lagos vivono 23 milioni di persone ma nessuno sa con certezza quante anime siano ammassate negli slums abusivi che assediano i quartieri residenziali Questa megalopoli, fra le più grandi dell’Africa, continua a crescere con un ritmo vertiginoso. Arrivano da tutto il Paese in cerca di un destino migliore per finire sotto un tetto di lamiera ondulata, in una palafitta malferma che galleggia su di un mare di fango e rifiuti, sotto la costante minaccia degli sgomberi.
museo di ile iFe aNziaNi iN abito tradizioNale
Questa è makoko, dove si condivide la casa con blatte e topi e dove, per sopravvivere, devi imparare a sopportare la promiscuità, le urla dei vicini e l’umido che ti entra nelle ossa Poco più in là, a Victoria island, dietro mura di cinta protette da filo spinato e guardie armate, si intravedono le ville faraoniche e, magari un po' kitsch, degli uomini d’affari. Sono state costruite con i soldi del petrolio, quel petrolio che è stato una manna per una ristretta élite e una maledizione per molti, cancellando la piccola economia agricola che mandava avanti le famiglie con dignità. Episodi efferati di cronaca nera riempiono le pagine dei quotidiani Gangs di ragazzini, gli Area Boys, taglieggiano interi quartieri e nessuna attività può sopravvivere senza l’approvazione dei capi-mafia locali, conniventi con il potere politico Ma non tutto è negativo! Lagos è una città dalla doppia personalità dove i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Una vita culturale raffinata, una frizzante vita notturna e una ricca offerta artistica e musicale ne fanno un palcoscenico che non ha nulla da invidiare a una capitale occidentale. Nel “quartiere brasiliano” i vecchi edifici, ormai fatiscenti, costruiti dagli ex-schiavi sopravvissuti alla tratta, vengono abbattuti per lasciare il posto a sfavillanti grattacieli in stile Manhattan Gli abiti tradizionali in tessuto wax sono stati rimpiazzati da vistosi occhiali da sole, lucide scarpe in pelle, parrucche appariscenti e abiti leopardati che fasciano sinuosi corpi femminili. insomma, questa città in bilico tra il tracollo e l’opulenza o la odi o la ami, certo non lascia indifferenti! L’esperienza emotiva continua a badagry, affacciata sul Golfo di Guinea e importante centro della tratta degli schiavi. Quanto valeva un essere umano? 40 schiavi in cambio di un ombrello ma anche di uno specchio, di una bottiglia di liquore o di un fucile: queste erano le merci con cui venivano barattate milioni di vite
Ma non tutto è negativo! Lagos è una città dalla doppia personalità dove i cambiamenti sono all’ordine del giorno
immagini sbalorditive ne raccontano la dolorosa odissea nell’Her i t a g e m u s e u m , a l m o be e Fa m i l y m u s e u m , a l c h i ef s e r i k i a b a ss s l ave m u s e u m e a l b ra z i l i a n b a r ra co o n , l ’ o s c u r a p r i g i o ne d ove g l i s c h i a v i ve n i v a n o a m m a ss a t i p r i m a d i ve n i r e t r a s fe r i t i s u l l e n a v i d i r e t te ve r s o l e A m e r i c h e Q u e s to c o m m e r c i o è a n d a to ava n t i pe r q u at t ro s e co l i m a no n s a re b be s t ato po ss i b i l e s e n z a l a co m p l i c i t à d e g l i Af r i c a n i s tess i
Cento chilometri a nord di Lagos, circondata da lussureggianti piantagioni di palme da olio, abeokuta deve le sue origini ai popoli Egba in fuga dagli schiavisti provenienti dal regno di dahomey e dall’impero Oyo. Questi popoli diedero origine a una libera confederazione di molti gruppi distinti, ognuno dei quali ancora preser va i propri riti e le proprie tradizioni. La città, che diede i natali a Fela Kuti, il padre dell’Afrobeat, è dominata dall’olumo rock una collina rocciosa ricca di storia e dal profondo significato spirituale Ospita nascondigli, santuari, alberi sacri e altari vudù sui quali le sacerdotesse compiono sacrifici propiziatori dall’alto si gode una splendida vista sui quartieri afro-brasiliani in mezzo ai quali spicca la grande moschea di grande impatto è, senza alcun dubbio, il mercato dei feticci, una
specie di farmacia tradizionale a cielo aperto dove stregoni e guaritori possono trovare tutti gli ingredienti necessari per preparare pozioni e intrugli Aggirandosi tra i banchetti di questo bizzarro bazar, si possono vedere mucchi di teste essiccate di ratti, scimmie, cani, coccodrilli ma anche serpenti, camaleonti, istrici, uccellini e quant’altro vi possa venire in mente Macinando il tutto si ottengono rimedi per ogni tipo di problema: dai dolori articolari all’infertilità, dalla possessione demoniaca al malocchio! il confine tra magia e medicina è molto labile Le conoscenze si tramandano di padre in figlio e ci vogliono anni di pratica per dominarne i segreti Una delle tappe irrinunciabili del viaggio è oshogbo, una tranquilla cittadina, centro tradizionale della spiritualità Yoruba e fertile incubatore di arte contemporanea La principale attrattiva è il “Sacred Groove” considerato la dimora di Osun, la dea Yoruba della fertilità
Per poter respirare l’atmosfera degli antichi regni africani è obbligatorio fermarsi a Ife, città-stato cosmopolita, ricca e potenteoggetti sacri iN uN saNtuario Vudu-abeoKuta
Alla fine degli anni ‘50 l’artista austriaca Susan Wenger, divenuta a sua volta sacerdotessa Yoruba, vi collocò decine di sculture realizzate da lei e dagli artisti del New Sacred Movement in onore delle varie divinità Molto interessante anche il laboratorio artigianale di tessuti batik nel Nike Center for Arts and Culture. Per poter respirare l’atmosfera degli antichi regni africani è obbligatorio fermarsi a ife, città-stato cosmopolita, ricca e potente, fulcro di commerci e arte, che raggiunse il suo apogeo nel Xiii secolo e venne successivamente conquistata dal Regno di Benin Secondo gli Yoruba, ife era il centro della creazione del mondo La sorprendente raffinatezza degli oggetti ivi ritrovati agli inizi del ‘900 dal tedesco Leo Frobenius, fece credere di essere di fronte alla mitica Atlantide Volti dai tratti morbidi, in pietra, terracotta e bronzo ritraggono, con sor-
prendente maestria e realismo, gli abitanti della città Fra tutti i reperti, il più famoso: la maschera in bronzo di Obalufon ii, custodita nel piccolo museo. Ricordi sepolti di un passato glorioso. A benin city, capitale dello Stato di Edo, che fondò la sua passata ricchezza sulla vendita degli schiavi, non rimane traccia degli antichi palazzi rasi al suolo dagli inglesi nel 1897. durante la feroce “spedizione punitiva” al comando dell’ammiraglio Sir Harr y Rawson, la maggior parte dei tesori artistici del Regno andò distrutta e razziata ed è oggi visibile nei principali musei europei Benin City divenne la capitale ar tistica della Nigeria intorno al Xiii secolo ereditandone la tradizione e lo stile da ife. L’ar te, espressione di una celebrazione di cor te, ritrasse i volti e le imprese dei sovrani, gli Oba Le famose teste e placche celebrative in bronzo vengono ancora oggi realizzate dagli abili artigiani con la tecnica della fusione a cera persa. Ai giorni nostri, il ruolo, molto più religioso e culturale che politico, dell’Oba regnante è ricoperto da Ewuare ii, incoronato nel 2016 Ha destato grande interesse il suo pronunciamento contro la tristemente famosa “tratta degli esseri umani” che rappresenta una delle principali fonti di reddito della città. Svincolandole dalle maledizioni poste in atto dagli stregoni vudù, molte giovani donne, costrette alla prostituzione, riusciranno, forse, a spezzare i legami con le confraternite criminali che le portano in Europa. delegittimando l’azione dei medici nativi, l’Oba ne ha coraggiosamente minato il potere Certo, non sarà semplice scardinare la rete di superstizioni e pregiudizi che controlla da sempre la vita dei Nigeriani
Non sarà semplice scardinare la rete di superstizioni e pregiudizi che controlla da sempre la vita dei NigerianiParata a caVallo, Ijebu ode gioielli tradizioNali, beNiN city bimba di badagry
Su un isolotto roccioso di 92 metri d’altezza, lungo la costa settentrionale francese si trova uno dei luoghi più affascinanti al mondo: Mont Saint-Michel Teatro delle più grandi maree dell’Europa continentale, "Una piramide sul mare" così lo definì lo scrittore Victor Hugo Qui il vescovo d’Avranches, Auber t, avrebbe fondato un santuario nel 708 sul Mont-Tombe, così veniva chiamata questa collina, dopo tre apparizioni successive dell’arcangelo San Michele con le quali gli intimava di costruire lì un santuario in suo onore.
Con il tempo, l'Abbazia di Mont Saint-Michel divenne un centro importante di pellegrinaggio, preghiera e devozione, e venne ampliata in più volte, arrivando a creare una vera prodezza architettonica: quattro cripte, due edifici a tre piani, il chiostro e il refettorio dei monaci, in uno
esiguo e limitato. Solo al tempo della Guerra dei Cent’Anni, l’isola fu protetta da fortificazioni militari, che le consentirono di resistere a un assedio di quasi 30 anni. Tra i tanti mutamenti, durante il regno del re Luigi Xi, Mont Saint-Michel divenne la versione francese di Alcatraz, una prigione davvero particolare, che solo nel 1860 tornò ad essere un luogo di culto La visita, che segue un percorso obbligato, permette di poter visitare quasi tutti gli ambienti del santuario: i suoi cortili, il chiostro silenzioso, l’abbaziale con il refettorio, arrivando fino alle cripte romaniche che è il nucleo più antico La visita del borgo parte dalla grand rue, la via principale, da qui si sale verso l’Abbazia attraversando il borgo, che ha conser vato le sue botteghe e le sue insegne medievali, fino a un’imper via scalinata di ben 350 gradini La struttura è un po' come un labirinto nel quale si possono scoprire angoli appartati e ricchi di fascino. Purtroppo durante il giorno, specialmente in estate, il villaggio è preso d’assalto dai turisti, che si affollano lungo i vicoli stretti e si accalcano nei negozi di souvenir.
All’interno del villaggio ci sono alcuni musei interessanti per capire la vita e la storia di Mont Saint
Michel: il musée Historique, racconta 1 300 anni di storia grazie all’ausilio di una ricca collezione di oggetti antichi; il musée maritime, vi farà conoscere ogni segreto del fenomeno delle maree e conser va anche una ricca collezione di 250 modelli di navi, mentre l’archéoscope, uno spettacolo multimediale racconta la storia di questo luogo
Ma una volta giunti in cima lo spettacolo è veramente mozzafiato La baia del Mont-Saint-Michel fa da teatro alle più grandi maree d’Europa, tanto da arrivare ad un dislivello delle acque del mare di circa 14 metri e, nel giro di poche ore, torna ad essere un’isola Queste maree della baia hanno molto contribuito nei tempi antichi all'inespugnabilità del monte e, grazie ai lavori di ripristino iniziati nel 2005 e conclusi nel 2015, senza i quali si stava rischiando di perdere questo fenomeno, è oggi di nuovo possibile vedere il Mont Saint-Michel come nel passato, ovvero come una vera e propria isola in mezzo al mare.
Per consultare il calendario delle date e orari delle maree basta visitare il sito ufficiale della regione normandia: https://www.ot-montsaintmichel.com/marees/
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https://www.atout-france.fr/
https://www.ot-montsaintmichel.com/
M o n t S a i n t- M i c he l è a nc he r i no m ato pe r l a s u a t r a d i z i o ne g a s t ro no m i c a , l e c u i s pe c i al i t à s o no l e o me l et te a u fe u d e bo i s , l e o s t r i c he, l e c o z z e e l e e c c e l l e n t i c a r n i p r e g i a te, t r a c u i i l fa mo s o a g ne l l o p rés s a l és a l l evato s u i p a s co l i d e l l a b a i a , ve ro e p ro p r i o f i o re a ll ’ o c c h i e l l o d e l l a c u c i n a l o c a l e. È u no d e i s i t i p i ù v i s i t at i d i t u t t a l a Fr a nc i a c o n p i ù d i t re m i l i o n i d i v i s i t ato r i a l l 'a n no, d i et ro s o l o a l l a To u r E i f fe l e a l l a R e g g i a d i Ve r s a i l l es , e i l b ig l i et to d ’ i n g ress o i n q u es to mo nd o i nc a n t ato è d i 1 1 e u ro
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lo Street food cambogiano fa centro
LO STREET FOOD CAMBOGIANO FA CENTRO
Mengly Mork, un talentuoso giovane chef cambogiano, decodifica ed esalta le tradizioni dello street food più autentico della Cambogia, deliziando gli ospiti nel suo ristorante Pinak Pou a Siem Reap, con una sinfonia di piatti complessi e ingredienti inusuali
Nel quartiere di Wat bo Village a siem reap, la città del maestoso complesso religioso di angkor Wat, il ristorante Pinak Pou è un gioiello culinario sullo scenario gastronomico, dove il giovane chef Mengly Mork dà vita al suo sogno di “fare conoscere al mondo l autentico street food della Cambogia” E lo fa alzando a livelli d’eccellenza il cibo di strada tradizionale, plasmando ingredienti locali - spesso atipici e poco diffusi – per portare in tavola prelibatezze genuine ma sofisticate, ricche di sapori, aromi e colori che stuzzicano i palati più raffinati Wat Bo Village, insignito del titolo di distretto più cool dell'Asia dalla
prestigiosa guida Timeout, vanta bar trendy, hotel boutique di charme, caffè e ristoranti all'avanguardia Al Pinak Pou, Mengly e la sua brigata di cucina - la moglie Votey, direttore food & beverage, è una preziosa collaboratrice - sfoderano le loro straordinarie doti culinarie nel festoso e colorato cortile interno di una tradizionale casa di legno cambogiana, accanto al venerato tempio di Wat Bo Raffinata e divertente, la cucina di Mengly è un esilarante viaggio sensoriale che trascende le convenzioni. Le sue ispirazioni provengono dalle sue radici familiari, avendo imparato dalla madre e dalla nonna sin da giovane
All’età di solo sei anni inizia ad aiutare la mamma in cucina, «Lei è una cuoca bravissima, e sin da molto piccolo sognavo di portare la cucina di casa a livello professionale Con mamma raccoglievo le verdure nell'orto di casa e accompagnavo mio padre a pescare e ricercare piante ed erbe nei boschi. Ogni estate, le visite a mia nonna erano un'occasione per scoprire i segreti della cultura culinaria contadina, come i sottaceti fatti in casa con piante e radici raccolte nelle campagne»
dopo due anni alla scuola alberghiera Paul Dubrule a Siem Reap, e trascorso un periodo in cucine a Siem Reap e nella capitale Phnom Penh, nel 2013 Mengly vince un concorso culinario, visitando il Vietnam e la Thailandia E con l’apertura pre-Covid del suo primo ristorante, insegue il suo sogno, abbracciando il classico street food delle grandi città, e quello ancora più autentico e singolare radicato nella cultura secolare dei villaggi e delle aeree rurali del grande paese del Sudest-asiatico Molti dei suoi ingredienti provengono dai mercati locali, e lui li trasforma nella sua visione culinaria «grazie anche agli antichi saperi dei venditori che si avventurano in luoghi sperduti per raccogliere ogni tipo di pianta, erba, spezie e flora commestibile» Tutto ciò che entra nella cucina di Mengly – dalle verdure, alla carne, al pesce - molto del quale proviene dal vicino lago Tonle Sap - è salutare, semplice e fedele alle tradizioni E lui porta la sua arte a nuovi livelli di spettacolarità usando componenti atipici: alveari che contengono ancora le lar ve, fiori di banana, prahok un paté di pesce fermentato, ocimum tenuiflorum meglio conosciuto come basilico santo, coriandolo rosso, aglio della giungla e formiche rosse impeccabili le sue presentazioni, con un'attenzione
Una “cucina povera” e altamente creativa la sua, che si misura a testa alta con altre grandi cucine asiatiche universalmente conosciute e amate
Sul menu colpiscono proposte come il Grill Bee-Hive, un alveare con le sue larve
particolare alla bellezza dei piatti Una “cucina povera ” e altamente creativa la sua, che si misura a testa alta con altre grandi cucine asiatiche universalmente conosciute e amate.
Sul menu colpiscono proposte come il Grill Bee-Hive, un alveare con le sue lar ve, il Nam Kruk, gnocchi di riso leggerissimi con una salsa di barbabietola rossa e mais giallo, il Jungle Sour Beef with Red Tree Ant, manzo marinato e cotto in un brodo di formiche rosse, citronella, pepe di Kampot e basilico santo, l’Angkor Leaf Salad, un misto di foglie del bosco, fiori di banana e boccioli di piante selvatiche, il Kulen Mountain Sausage, una salsiccia di maiale con spezie, fiori di banana e salsa di formiche rosse e il Num Banh Chok, spaghettini di riso con granchio cotto in un brodo di cocco Ogni piatto è la rivisitazione di una cultura alimentare plurisecolare, fatto di sapidità e fragranze, colori e curiosità che confluiscono in un connubio di ineccepibile estetica e straordinaria seduzione
... con mamma raccoglievo le verdure nell'orto, accompagnavo mio padre a pescare e ricercare piante ed erbe nei boschi. Le visite a mia nonna erano un'occasione per scoprire i segreti della cultura culinaria contadina
JAYA HOUSE RIVER PARK, SIEM REAP
A SOSTENIBILITÀ
A
A CAMBOGIA
IL FONDATORE E DIRETTORE CHRISTIAN DE BOER HA L ANCIATO L'INIZIATIVA REFILL NOT
VIETA
DELL A PL ASTICA A FAVORE DI BOTTIGLIE RICARICABILI, E SOSTIENE ANCHE DELLE ONG LOCALI
Jaya House River Park sorge sul fiume Siem Reap, vicino a tutto ciò che ogni visitatore deve vedere e fa nella piccola città omonima: dal famoso Parco Archeologico di Angkor con i resti di Angkor Wat, il p grande complesso religioso del mondo, ai numerosi mercati e musei della città, alle strade dello shoppi come Kandal Village e Wat Bo Village, a Pub Street, il famoso punto di ritrovo notturno con i suoi ba caffè. L'hotel dispone di 36 camere e suite spaziose, tutte con un balcone o una terrazza che si affacc sui giardini tropicali, e le quattro Junior Pool Suite hanno piscine private. Le camere sono dotate di minibar con bevande analcoliche e birra in omaggio, e una macchina per il caffè, e nei bagni doccia vasca da bagno, e prodotti per la cura del corpo Jaya Organics.
Ci sono due belle piscine, quella centrale - solo per adulti - e la piscina piastrellata d'argento nel gran giardino tropicale. Colpisce la premura per gli ospiti ai quali all’arrivo non viene chiesto il passapo
L ANDFILL, CHE
L'USO
are più ng r e cia un a o de rto
perché "fai parte della famiglia" e ai quali viene dato un telefono cellulare per le chiamate locali Il ristorante Trorkuon offre l’all-day dining e un menu con una varietà di specialità internazionali e locali, oltre la prima colazione nella sala con la sua arte Khmer, statue di Buddha e dipinti, o all'esterno accanto alla piscina seduti su comodi dondoli Il rooftop Sky Bar è la scelta migliore per un aperitivo al tramonto La sostenibilità permea ogni angolo della Jaya House, che è il primo hotel plastic-free della Cambogia. Il fondatore e direttore Christian de Boer ha lanciato l'iniziativa Refill not Landfill, che vieta l'uso della plastica a favore di bottiglie ricaricabili, e sostiene anche delle ONG locali Gli ospiti possono partecipare al programma tree-planting di Christian - che in sei anni ha messo a dimora oltre 2.600 alberi sul lungo fiume, trasformandolo in un rigoglioso polmone verde tropicale - donando una piccola somma che viene aggiunta al conto.
FATTORIA PARADISO DI BERTINORO
NICCHIE RISERVATE PROTEGGONO VINI NOBILI IN BOTTIGLIE COPERTE
DELL A DOVEROSA PATINA DEL TEMPO E NUMEROSI SCAFFALI SORREGGONO
IN BELL A MOSTR A VINI DI ANNATE REMOTE
Testo e Foto di Teresa Carrubba
Decine di splendidi pavoni a "ruota aperta" sono un comitato di benvenuto d'eccellenza in questa fattoria che già dal nome la dice lunga: Paradiso. Un vero Eden per enologi e grandi amatori di vini pregiati. Qui c'è un'enoteca preziosa, un tempio della sacra bevanda che mette in soggezione i profani e delizia gli intenditori. Nicchie riservate proteggono vini nobili in bottiglie coperte della doverosa patina del tempo e numerosi scaffali sorreggono in bella mostra vini di annate remote Vi si accede da un corridoio tappezzato da bottiglie perfettamente allineate in un reticolo di sostegno che copre persino il soffitto. E' il vino della Fattoria Paradiso, nelle sue pregiate varietà che spesso maturano e s'impreziosiscono in maestose botti di rovere francese o in barrique Un vino che ha beato palati illustri come quello di C l i n t o n,
degustazione dei vini, che si svolge con la guida dell'enologo secondo tutte le regole del bon ton, ha luogo nella suggestiva Sala dello Stemma, taverna rinascimentale sede anche di cenacoli e incontri culturali, che mostra lo stemma patrizio degli Ugarte Lovatelli, antichi proprietari della villa e della tenuta che dal 1853 passarono alla famiglia Pezzi. Negli anni Sessanta, Mario Pezzi, consigliato dal poeta Aldo Spallicci, selezionò i cloni di Pagadebit gentile di Bertinoro e Cagnina dal peduncolo rosso e li coltivò in vigneto, ottenendone la DOC. Ma cavalli di battaglia della Fattoria Paradiso sono anche il frutto di due cru autoctoni, il Barbarossa e il Sangiovese Vigna delle Lepri. Quest’ultimo, nel 1962, fu la prima riser va in assoluto di sangiovese in purezza, presente sulle tavole di VIP e presidenti, Sandro Pertini lo volle al Quirinale per il banchetto ufficiale in onore di Ronald Reagan Nel 1954 alla Fattoria Paradiso venne scoperto un vitigno
FATTORIA PAR ADISO
VIA PALMEGGIANA 285 -BERTINORO (FO)
TEL.0543/445044
INFO@FATTORIAPAR ADISO.COM
HTTP://WWW.FATTORIAPARADISO.COM
di Bologna e dell’Istituto di Conegliano Veneto, se ne ricavò un grandissimo rosso di grande struttura. Un vino fra i più longevi che si conoscano, che ha guadagnato a Mario Pezzi il riconoscimento di "Vignaiolo del Mondo". Qui si producono anche una vendemmia tardiva di Albana che Federico Fellini e Tonino Guerra vollero chiamare Gradisca dal personaggio del film Amarcord; il Mito, blend di Cabernet, Merlot e Syrah che il premio Nobel Dario Fò volle firmare e lo Strabismo di Venere, blend di uve bianche che ha entusiasmato New York e Las Vegas Non solo vino, La Fattoria Paradiso produce la Grappa Stravecchia di Barbarossa, l’olio extra vergine “Palmezzano” ed il “Vignatico”, salsa balsamica d’uva
L'amore per il vino di Mario Pezzi, ebbe la prima sublime espressione quando egli piantò una rosa rossa all'inizio di ogni filare: un omaggio alla vite. E i vigneti, qui, sono spettacolari e immensi. Più di quaranta ettari che av volgono la collina e digradano a valle. In questo verde, non lontano dalla cinquecentesca casa-madre in cui si trova l'enoteca, vivono la loro tranquillità due cascine ben ristrutturate, dedicate all'Agriturismo Appartamentini autonomi di cucina, arredati in modo essenziale e sobrio L'agriturista può passeggiare nella proprietà a piedi o in bicicletta, ma può anche visitare il Museo della civiltà contadina, il Museo del vino e dell’etichetta e la collezione di auto d'epoca che il poliedrico Mario Pezzi ha costruito Una bella storia di famiglia, questa, che da 5 generazioni tramanda da padre in figlio un’eredità che porta in sé una radicata esperienza, ma soprattutto l’amore per la vite e per il territorio
Questo saggio si presenta al lettore con grande originalità, non è infatti una vera e propria guida di viaggio con le consuete indicazioni stradali e notizie pratiche, ma piuttosto un compendio di tutte quelle osservazioni, brevi connotazioni ed anche a volte, curiosi commenti, che l’autore ha saputo scoprire dopo anni di riletture e di attente esplorazioni di tutti gli scritti di Shakespeare. E’ così che il lettore viene condotto nei luoghi percorsi realmente e nelle ambientazioni create da Shakespeare, in Inghilterra ma anche in numerosi altri luoghi d'Europa, inclusa l’Italia. Molte le curiosità, tante le notizie nascoste da scoprire fra le righe, circa le abitudini, le osservazioni spontanee anche semplici, che il Poeta fa durante i suoi spostamenti e i contatti con le persone che lo accoglievano Si tratta in effetti di un tour nei luoghi che hanno caratterizzato un percorso “ umano ” del drammaturgo nella sua identità completa Ma eccoci a Stratford-upon-Avon, la città natale del Poeta, che offre al viaggiatore le atmosfere che lo stesso Shakespeare visse, e che oggi si possono visitare: dalla casa in cui nacque alla chiesa in cui fu sepolto. E possiamo quindi suggerire vivamente la piacevole e originale lettura del Saggio di Caramelli perché, ricco di consigli e curiosità, francamente espone anche le contrarietà del viaggiatore in hotel infestati da fantasmi oppure indicare spunti scenografici che l’autore rende, con leggera ironia, vivacemente impreziositi dai suoi disegni, tracciati sul posto, come è consuetudine spontanea di “noi” architetti.
a cura di Luisa ChiumentiSempre vicina al teatro, come rappresentazione artistica poliedrica, sia sul piano umano, che ambientale, architettonico e scenografico, la Severi, storico e critico d arte, scrittrice, e curatrice di mostre, si presenta qui come professionista appassionata, che ha saputo dare al lettore uno spaccato completo e veritiero di ciò che in realtà racchiude in sé il Teatro, in tutte le sue componenti. Si concentra su Roma dove fu sempre alta la cura e la passione per il teatro, come hanno testimoniato anche i diari dei grandi viaggiatori stranieri presenti a Roma per il Grand Tour o i versi del Belli. Ed eccoci nel “sistema teatrale” nel tempo, con il divieto alle donne di calcare le scene, o la periodicità degli eventi o le pratiche per ottenere l’agibilità fino all’analisi delle varie architetture Leggiamo quindi come sia stata Roma che, nel teatro Tordinona-Apollo (non più esistente per la costruzione degli argini del Tevere), ad imporre la pianta “ a ferro di cavallo” tipica del “teatro a palchetti o all’Italiana”. Ed ecco poi succedersi, nell agile testo, in rigoroso ordine alfabetico, i nomi dei tanti teatri che, fin dall’antichità sono sorti a Roma. Ben 361 sono quelli citati dall’autrice, che ne presenta in particolare al lettore 289 con una specifica scheda compilata per ogni struttura, in base alla sua precisa storia Interessante il risvolto sociale, politico (di adesione o di condanna), che il Teatro stesso in sé ebbe a subire nel tempo E via via, di secolo in secolo, fino ad oggi, toccando anche i Caffè Chantant e i teatri nelle cantine.
a cura di Luisa Chiumenti
Roberto Caramelli iN ViAGGiO CON SHAKESPEARE CON LE iLLUSTR AziONi dELL’AUTORE ELLIOT EDIZIONI