EMOTIONS MAGAZINE - FEBBRAIO - MARZO 2024 - ANNO 14 N 62

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SOMMARIO FEBBRAIO | MARZO 2024 www.emotionsmagazine.com

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LA RÉUNION UNA NATURA BIZZARRA MODELLATA IN FUNZIONE DEI DUE VULCANI CHE LA DIVIDONO A METÀ ANCHE MORFOLOGICAMENTE


SOMMARIO

L’ISOLA DEI VULCANI E DELLA VANIGLIA

IN 48 ORE: MODERNISMO, TAPAS E ATMOSFERA MEDITERRANEA

Giovane donna, Etiopia - Ph Anna Alberghina

Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com Ideazione testata Ilenia Cairo

Progetto grafico e impaginazione Elisabetta Alfieri e.alfieri@emotionsmagazine.com

IL CULTO DELLA BELLEZZA PRESSO I POPOLI DELLA VALLE DELL’OMO

Collaboratori Anna Alberghina Luigi Gnaccarini Luisa Chiumenti Pamela McCourt Francescone

redazione@emotionsmagazine.com

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Fotografi Anna Alberghina Teresa Carrubba Responsabile Marketing e Pubblicità Enrico Micheli e.micheli@emotionsmagazine.com Pubblicazione Online Paolo Milanese grafico@idra.it

LE ISOLE ESOTICHE DEL GIAPPONE; STILE DI VITA E CUCINA SONO LE CHIAVI DI UNA STRAORDINARIA LONGEVITÀ

LIBRIEMOTIONS

Editore Teresa Carrubba Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 – N° 310/2011 Copyright © – Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.



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SCRIVIAMO ARTICOLI PER SUSCITARE EMOZIONI Non si può descrivere appieno un’emozione, si deve viverla. Vero. Ma Emotions cerca di farlo al meglio attraverso le parole e le immagini dei giornalisti che hanno visitato luoghi e paesi trasferendo ai lettori uno scenario reale ma filtrato da una personalità avvezza al viaggio. Fidiamoci del loro sguardo sensibile e attento e voliamo per altri lidi. Voliamo sull’Oceano Indiano per planare su un’isola eccitante, La Réunion, territorio francese. Qui, la durezza spettacolare dei vulcani, che caratterizzano la geologia di tutta l‘isola, si stempera nella frescura delle cascate che sgorgano tra la vegetazione tropicale e nel dolce aroma della vaniglia locale, considerata la più pregiata al mondo. Andiamo in Etiopia, al sud, presso la Valle dell’Omo, dove vivono popoli che inviano messaggi sociali e culturali per mezzo del corpo o meglio delle scarificazioni, pigmentazioni o mutilazioni che esso presenta. Si potrebbe definire un linguaggio “per impressionare il nemico, camuffare il cacciatore, definire una posizione rituale o semplicemente sedurre”. E’ ancora il corpo a dettare legge anche in Giappone, ad Okinawa, l’isola depositaria del segreto della longevità. Qui le persone vivono più a lungo degli altri giapponesi i quali, come è noto, superano di gran lunga l’età media nel mondo. Attività fisica, come il Tai Chi e un’alimentazione fatta di cereali, pesce e verdure, tofu e soya. Sembra essere questo il loro elisir di lunga vita. Salutismo a parte, Okinawa vale un viaggio, per le sue spiagge candide e la sua storia, vanta ben cinque siti dell’Umanità UNESCO. Invertiamo la rotta e atterriamo a Barcellona per un fine settimana dinamico ed eccitante. Immancabile la visita a la Manzana de la Discordia, un isolato famoso per alcuni degli edifici più importanti del Modernismo catalano tra cui Casa Batlló, Patrimonio UNESCO, del celeberrimo Antoni Gaudí che ha punteggiato la città con le sue opere oniriche che sembrano uscite da una favola. Per poi vivere un altro tipo di magia, quella del mare, della vivacità delle Ramblas e della movida.

TERESA CARRUBBA

EDITORE, DIRETTORE RESPONSABILE

tcarrubba@emotionsmagazine.com

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LA RÉUNION, L’ISOLA DEI VULCANI E DELLA VANIGLIA

A sud il territorio prevalentemente montuoso ruota tutto attorno al Piton de la Fournaise un vulcano di 2.632 metri ancora attivo le cui eruzioni spettacolari attraggono in quest’isola geologi, studiosi e amanti della natura straordinaria

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re milioni di anni fa un’eruzione vulcanica creò La Réunion. E di quell’esplosione rimasero i caratteri geologici che tuttora fanno di quest’isola una terra dalla Natura forte e maestosa. tanto più affascinante in quanto non ancora toccata da un turismo invadente, come invece accade per le altre due isole nell’Oceano indiano, Mauritius, e Madagascar che insieme a La Réunion formano il gruppo delle Mascarene, così nominate dal navigatore portoghese Pedro de Mascarenhas, che le vide per la prima volta nel 1513. Una natura bizzarra, dunque, quella de La Réunion, modellata in funzione dei due vulcani che in qualche modo la dividono a metà anche morfologicamente. A sud il territorio prevalentemente montuoso ruota tutto attorno al Piton de la Fournaise un vulcano di 2.632 metri ancora

attivo le cui eruzioni spettacolari attraggono in quest’isola geologi, studiosi e amanti della natura straordinaria. Questo vulcano occupa addirittura il 40% dell'area sud-orientale dell’isola, possente com’è grazie alla lava molto fluida che scorre facilmente lungo le sue pendici arrivando quindi a depositarsi più lontano. Il Piton de la Fournaise è uno dei vulcani più attivi del pianeta per la frequenza di eruzioni, ogni nove mesi circa, e per questo è tra i più sorvegliati. L’Osservatorio di Vulcanologia de La Réunion è famoso in tutto il mondo. L'accesso al Gigante buono, così affettuosamente viene chiamato visto che non crea pericoli all’ambiente, è relativamente facile, soprattutto con la strada del Vulcano o quella della Lava che permettono alle persone di poter assistere allo spettacolo della lava incandescente.

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Nell’aria aleggia un lieve sentore di fiori, di frutti e di spezie dai campi di gerani a quelle dell’orchidea vaniglia Altri vanno a godersi la colata a Bois-Blanc e a Tremblet, là dove precipita in mare, mentre i più audaci optano per l’elicottero dell’Heli Réunion, che parte da Saint-Gilles-les-Bains e punta verso sud-est, in direzione della grande bocca del vulcano. Ma c’è un altro protagonista della Natura de La Réunion, la più alta montagna dell’isola, il vulcano Piton des Neiges con i suoi 3.069 metri. Ora è definitivamente spento, ma è dalla sua esplosione, tre milioni di anni fa, che tutto ha avuto origine. Il crollo devastante del vulcano ha disegnato un’orografia dell’isola del tutto singolare e perciò unica; dall’antico cratere si generarono magnifici anfiteatri naturali, oggi chiamati - circhi - che delimitano, in cerchio appunto, altrettante zone dell’isola ben caratterizzate. Cirque di Mafate, di Salazie e di Cilaos. Il territorio compreso tra i due massicci vulcanici, insieme alle tre imponenti caldere dei circhi costituisce il Parco Nazionale de La Réunion recentemente inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNEsCO. Un territorio di grande suggestione e varietà: si spazia dai paesaggi erosi e frastagliati simili a scenari lunari delle pianure vulcaniche alle vaste distese di canna da zucchero dalla quale


si ricaverà un pregiato rum, dalla foresta tropicale ai pascoli quasi alpini. Qualche zona dell’isola, per esempio Plain des Cafres, potrebbe infatti evocare un paesaggio svizzero con tanto di mucche che brucano l’erba, se non fosse per le palme che spuntano qua e là e per gli angoli esotici rigogliosi di orchidee, che tradiscono il fatto che qui siamo ai tropici. L’esuberanza della vegetazione di Réunion ha un’origine sorprendente che conferma ancora una volta la tenacia della Natura. E’ prodigioso, infatti, che proprio sulla lava solidificata da tempo immemorabile abbiano attecchito semi africani e asiatici trasportati fin qui dal mare, dal vento e dagli uccelli, germogliando muschi, felci e quant’altro fino a sviluppare una rigogliosa foresta tropicale. Ma La Réunion, rimasta isolata a lungo, vanta anche molti preziosi endemismi, piante che crescono solo qui come il bois de chandelle, il bois de senteur, il bois de fer, il vavangue e il preistorico fanjan. Nell’aria aleggia un lieve sentore di fiori, di frutti e di spezie, dai campi di gerani - géranium de Bourbon, antico nome dell’isola de La Réunion-, dalle piantagioni di ananas Victoria, e da quelle dell’orchidea vaniglia. Fu nel 1840 che uno schiavo di 12 anni di nome Edmond che viveva sull’isola di Bourbon, dove si stava tentando di impiantare la coltivazione della vaniglia, mise a punto un sistema di impollinazione artificiale dell’orchidea che viene usato ancora oggi. EMOTIONS

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Un territorio di grande suggestione e varietà: dai paesaggi erosi e frastagliati delle pianure vulcaniche alle distese di canna da zucchero Questa invenzione tecnica fece dell’isola di Bourbon la prima zona nella quale fu possibile ottenere il prezioso baccello al di fuori del suo habitat naturale. Oggi la vaniglia de La Réunion è considerata la migliore del Mondo. E furono ancora gli schiavi, in fuga dalle piantagioni, i protagonisti della nascita di una comunità montana oggi assurta al più autentico villaggio creolo dell’isola. Parliamo di Hell Bourg, nel Cirque de Salazie.

Hell Bourg

Il nome glielo diede nell’Ottocento Anne Chrétien Louis de Hell, il governatore dell’isola, allora Bourbon, che nel villaggio aveva una casa di vacanza per via delle benefiche acque termali. Poi arrivarono i coloni europei che esaltarono la bontà di quelle sorgenti e alla fine di quel secolo la fama di Hell Bourg divenne tale da attrarre visitatori da tutta l’Africa. Un’età d’oro che durò fino a quando le acque termali persero efficacia e il villaggio conobbe il declino. Fino a quando, alle soglie del duemila, furono restaurate 26 delle case creole originali restituendo al luogo l’importanza storica e culturale che aveva in passato. da allora Hell Bourg fa parte de “Les Plus Beaux Villages de France” - I più bei villaggi di Francia -, un premio destinato a 150 delle piccole comunità più sorprendenti in Francia. Perché sì, La Réunion è un dipartimento della Francia d’Oltremare, francese a tutti gli effetti. 18

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Saint-Denis

E’ la capitale dell’isola, saint-denis, città coloniale che si apre con un bel lungomare punteggiato da palme e una singolare terrazza con una raggiera di cannoni che ricordano la difesa dell’isola dall’assalto dei pirati. Pur avendo l’aspetto di una vivace città europea che offre vari locali alla moda, l’inequivocabile architettura coloniale o creola dei palazzi e locali dove si possono sorseggiare caffè alla vaniglia e rum arrangé ascoltando il segà e il maloya, antiche musiche degli schiavi africani, ricorda che qui siamo ai tropici. Nel cuore di saint-denis un immerso parco botanico, ex giardino del re, situato in centro con le sue molte fontane e palme in cui si trova il Museo di Storia Naturale. In questa città coloniale sono da vedere soprattutto i luoghi di culto islamici, cristiani, indù e cinesi. da non mancare Il pittoresco Grand Marché, un immenso e coloratissimo mercato dell’artigianato locale dove si trova un po’ di tutto, anche molti prodotti malgasci. La Réunion, ovviamente, è anche mare. L’atmosfera languida dell’Oceano Indiano si riverbera su cale e calette della costa. Poche le spiagge di sabbia dorata, prime tra tutte Saint-Gilles-les-Bains e Saint-Leu (classificata la quarta più in voga del mondo per il surf), le altre hanno sabbia nera e vulcanica, come saint-Paul, perlopiù ombreggiate dai caratteristici palmeti. Qui si praticano sport acquatici, il surf, la vela, la pesca subacquea e soprattutto quella d’altura, con

L’atmosfera languida dell’Oceano Indiano si riverbera su cale e calette della costa. Poche le spiagge di sabbia dorata le altre hanno sabbia nera e vulcanica prede come i marlin e bonites di oltre 200 chili. La Réunion è un luogo dalle emozioni forti, anche per via degli sport estremi. scalare montagne a Salazie o a Plaine des Palmistes, arrampicarsi lungo le cascate di Takamaka e Trou de Fer, fare rafting negli impetuosi corsi d’acqua o provare l’emozione del parapendio o del deltaplano, possono sembrare sport insoliti se fatte ai tropici. tant’è. Insomma La Réunion può essere a buon diritto considerata l’isola ideale. Non ultimo per lo spirito della società. Questo è infatti un crogiuolo di razze, ma non esistono né razzismo né tensioni. Convivono in buona armonia creoli nati nell’isola da pionieri francesi e malgasci, africani discendenti dagli schiavi, tamil arrivati nel secolo scorso come tagliatori di canna da zucchero e malgasci. La lingua ufficiale è il francese che convive, influenzandolo, con un dialetto creolo locale. Anche la cucina rispecchia l’atmosfera isolana con piatti fusion della tradizione creola, francese e indiana. www.reunion.fr www.france.fr https://www.atout-france.fr/


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IL CULTO DELLA BELLEZZA

PRESSO I POPOLI DELLA

VALLE DELL’OMO tEstO E FOtO dI ANNA ALBERGHINA

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UOMO HAMER CON ACCONCIATURA TRADIZIONALE, TURMI

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IL CULTO DELLA BELLEZZA PRESSO I POPOLI DELLA VALLE DELL’OMO

La pittura corporea è una decorazione effimera, le scarificazioni e le cicatrici, invece, sono un segno di appartenenza clanica. Il corpo diventa una scultura vivente che non emana semplice bellezza, racconta una storia.

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idea di bellezza, per quanto possa essere pensata in modo oggettivo, subisce comunque delle modifiche in base alle influenze storiche e alla posizione geografica. A questo proposito può essere utile confrontarsi con i canoni di bellezza di altri luoghi e con il significato che essa assume nel contesto sociale. Presso altre culture, la ricerca dell’eleganza e del garbo non è mai fine a sé stessa ma è sempre orientata a scopi socialmente definiti e, talvolta, si rivela un antidoto alla desolazione e all’ostilità dell’ambiente. La modificazione del corpo con ferite, mutilazioni e pigmentazioni è una pratica antica quanto l'essere umano. All'alba del mondo i nostri antenati scoprono le terre colorate, il carbone di legna, il gesso, il succo delle bacche, il sangue degli animali e ben altre fonti di colore e li utilizzano come un alfabeto del corpo per impressionare il nemico in battaglia, camuffare il cacciatore, definire una posizione

FANCIULLE ERBORE NUBILI

rituale o semplicemente sedurre. Ogni colore ha un significato. Il bianco è associato al lutto e alla purificazione. Il rosso, colore del sangue, è simbolo di energia vitale e fecondità. Il nero che evoca la notte e il caos primordiale, simboleggia il nulla. Grazie alle decorazioni corporee, l'individuo cambia identità, si trasfigura, si sublima. Le cicatrici ornamentali e le tecniche di pigmentazione cutanea sono tuttora utilizzate in tutto il mondo. Là, dove l'anatomia serve a identificarsi, deformazioni, scarificazioni, tatuaggi e acconciature sono il passaggio obbligato da uno stato indifferenziato all'appartenenza a una cultura. La pittura corporea è una decorazione effimera, appropriata alle circostanze, quali una danza, un matrimonio, una cerimonia di caccia, un lutto o la fine di un divieto. Le scarificazioni e le cicatrici, invece, sono un evidente segno di appartenenza clanica e di status sociale. In questo modo il corpo diventa una scultura vivente ma da esso non emana semplice bellezza, racconta una storia. EMOTIONS

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DONNA DORZE CHE FILA

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I Mursi sono una società acefala, organizzata in clan e basata sul sistema delle classi di età. La loro economia si fonda, per lo più, su di un’agricoltura di sussistenza, anche se il bestiame ha tradizionalmente mantenuto un’importante valenza patrimoniale e simbolica. Ciò che li caratterizza è, senza dubbio, l’uso del piattello labiale femminile che può essere largo fino a 20 centimetri.


ETIOPIA - VALLE DELL’OMO

VILLAGGIO MURSI

Al linguaggio si sostituisce la comunicazione non verbale che si esprime attraverso l'arte dei segni, delle forme e dei colori. Le iscrizioni sulla pelle sono, dunque, una forma ancestrale di linguaggio. L’Etiopia meridionale è una terra remota, immobile nel tempo, tra le ultime ad apparire sulle carte geografiche dell’Africa. I primi esploratori europei vi scoprirono un complesso mosaico di popoli rimasti isolati per secoli. Nonostante tutto, questi popoli hanno fino ad oggi mantenuto pressoché intatti i propri costumi: Surma, Nyangatom, Dassanech, Mursi, Karo, Hamer, Banna, Erbore… solo per citarne alcuni. Gruppi imparentati, amalgamati tra loro o dispersi da un passato di oscure migrazioni, ma allo stesso tempo culturalmente diversi e consci della propria identità. Ben 45 etnie abitano i territori dai confini fluidi che si affacciano sulla valle dell’Omo: un intrico di lingue e culture che resiste ad ogni tentativo di rigida classificazione. Per il governo di Addis Abeba contano poco o nulla; anzi sono il simbolo di un’arretratezza inaccettabile per una nazione moderna. Insomma, del destino dei popoli del sud non importa niente a nessuno. Non hanno voce, sono invisibili. Parliamo pure dei Mursi e degli Erbore, degli Hamer o dei Karo: descriviamo il loro sistema sociale, i loro costumi, cercando di capire come affrontano e risolvono le difficoltà del quotidiano esistere. Il loro mondo strano ed esotico esiste ancora. teniamo però presente che quel che vediamo oggi rischia di avere i giorni contati. Questi popoli sono fondamen-

talmente pragmatici. Nessuna religione organizzata, inclusi il Cristianesimo e l’Islam, ha avuto presa duratura sulla loro concezione dell’esistenza. dio è lontano, indifferente al destino degli uomini sanno di doversela cavare da soli, un giorno dopo l’altro. Compito tutt’altro che facile vivendo in un posto dove le piogge sono erratiche e torrenziali e dove, nella stagione secca, il sole picchia come un maglio dall’alba al tramonto. Come se non bastasse, malaria e tripanosomiasi, la malattia del sonno portata dalla mosca tse-tse, sono endemiche. Non c’è da stupirsi che gli insediamenti governativi nella zona siano una rarità: presidi sanitari poco attrezzati, pochissime scuole, qualche improbabile posto di polizia dove i disgraziati di turno passano il tempo a maledire il giorno in cui si sono arruolati. La durezza dell’ambiente e del clima, unite al fatto che la regione non offre particolari attrattive economiche, hanno avuto il fatale merito di proteggere questi popoli dalle ingerenze esterne, permettendo loro di conservare praticamente intatte cultura e indipendenza politica.

45 etnie abitano i territori che si affacciano sulla valle dell’Omo: un intrico di lingue e culture che resiste ad ogni tentativo di classificazione EMOTIONS

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LAGO CHAMO

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La durezza dell’ambiente e del clima, unite al fatto che la regione non offre particolari attrattive economiche, hanno protetto questi popoli dalle ingerenze esterne tra tutti questi gruppi spiccano i Mursi. si tratta di una società acefala, organizzata in clan e basata sul sistema delle classi di età. La loro economia si fonda, per lo più, su di un’agricoltura di sussistenza, anche se il bestiame ha tradizionalmente mantenuto un’importante valenza patrimoniale e simbolica. Ciò che li caratterizza è, senza dubbio, l’uso del piattello labiale femminile che può essere largo fino a 20 centimetri. Questo ornamento, che tanto affascina i turisti odierni, fece inorridire e disgustò i primi viaggiatori che si addentrarono nell’Etiopia meridionale. Vittorio Bottego, nel 1896, lo giudicò frutto di “tendenze detestabili e abitudini bestiali”: roba da selvaggi insomma. In effetti, deformare il labbro inferiore in tale misura non è cosa da poco. Per fare spazio al pesante disco di argilla o legno bisogna sottoporsi ad un processo lungo e non proprio indolore. Prima si taglia il labbro, poi si allarga gradatamente il foro inserendo cilindri in legno di misura crescente. Infine, si estraggono gli incisivi inferiori. Come, é meglio non saperlo. Inoltre, lo stiramento eccessivo dei tessuti, fino al limite della lacerazione, crea ANZIANO KARO

PALI FUNERARI KONSO

difficoltà nell’uso del linguaggio e complica anche le normali funzioni fisiologiche come bere e mangiare. Perché le donne mursi si sottopongano a questa lenta tortura è un mistero. Un tempo si pensava che il piattello labiale, sfigurando il viso, servisse da deterrente contro i cacciatori di schiavi. La merce umana perdeva così gran parte del suo valore di mercato. In tal caso non si capisce perché la pratica non fosse estesa agli uomini, pur ricercati dai negrieri come manodopera a costo zero. Probabilmente la verità è molto più semplice. Generalizzando, per numerosi popoli africani gli orifizi del corpo sono vie attraverso cui possono entrare influssi malefici e vanno di conseguenza difesi.


DANZE DASSANECH

Nulla impedisce che gli oggetti che assolvono a questa funzione diventino ornamenti e simboli di prestigio. sta di fatto che, nonostante le campagne governative volte a proibire la “barbara usanza”, l’uso del piattello labiale è ancora in voga, se pur in lento declino. Ciò che ai nostri occhi appare orribile e privo di senso è invece per loro motivo di orgoglio e simbolo di bellezza, tanto che una ragazza priva di piattello labiale non conta nulla e rischia persino di rimanere zitella. Collari in metallo, perle di vetro colorato e bandoliere di conchiglie adornano il corpo delle ragazze Hamer. I capelli, unti con ocra e grasso, sono impastati a formare delle treccine. Una visiera di alluminio (kallé) sporge dalla fronte e file di bracciali mettono in risalto la rotondità delle braccia. solo le donne sposate possono portare al collo il “bignere”, un pesante cerchio di ferro che termina con una vistosa protuberanza fallica. Gli uomini, invece, sfoggiano complicate pettinature, abbellite da fango colorato e piume di struzzo e preservate grazie all’immancabile poggiatesta. durante le cerimonie di iniziazione, i giovani maschi devono dimostrare il proprio valore correndo, senza cadere, sulle schiene allineate di numerosi tori. Le donne, per solidarietà, si fanno frustare la schiena ed esibiscono con orgoglio vistose cicatrici sanguinanti. Imperscrutabili sono le vie del pensiero africano.

Sono fondamentalmente pragmatici. Nessuna religione ha avuto presa duratura sulla loro concezione dell’esistenza

CAPANNA DASSANECH EMOTIONS

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DONNE NYANGATOM

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OKINAWA. LE ISOLE DELLA GIOVINEZZA Le isole esotiche del Giappone, dove lo stile di vita e la cucina sono le chiavi di una straordinaria longevità. tEstO dI PAMELA McCOURT FRANCESCONE

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IL CIBO VIENE CHIAMATO NUCHI GUS U

Su questa collana di 160 isolotti, che si trovano alla stessa latitudine della Florida, ci sono ben 34 centenari per ogni 100.000 abitanti, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di 10 a 100.000

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l segreto della longevità si nasconde nel bel mezzo del Pacifico, su una manciata di piccole isole tropicali. Un segreto che tanto segreto non è, visto che si tratta di combattere i radicali liberi, quelle fastidiose molecole che recano danni irreparabili ai nostri tessuti e al nostro dNA. Le isole sono l’arcipelago di Okinawa, e i loro abitanti vivono più a lungo degli altri giapponesi i quali, si sa, sono i più longevi al mondo. Perché su questa collana di 160 isolotti, che si trovano alla stessa latitudine della Florida, ci sono ben 34 centenari per ogni 100.000 abitanti, mentre negli stati Uniti il rapporto è di 10 a 100.000. Inoltre, l’aspettativa di vita è di 81.2 anni, la più alta al mondo, e gli abitanti dell’arcipelago hanno incidenze di cancro, diabete e malattie cardiache drammaticamente al di sotto della media. Gli anziani di Okinawa sono sorprendentemente arzilli e in forma grazie alle lunghe passeggiate, al giardinaggio e al tai chi, attività alle quali dedicano molte ore della giornata. E sono in grado di affrontare i momenti difficili della vita con encomiabile auto-controllo grazie alla loro dedizione alla spiritualità.

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UI CHE S IGNIFICA “MED ICINA PER L A V ITA”

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Ma il vero segreto della loro longevità risiede nella dieta. Un’alimentazione fatta di cereali, pesce e verdure, con minime quantità di carne, uova e latticini. Inoltre è ricca di tofu e altri prodotti di soya che contengono flavonoidi, quei nutrienti che combattono alcuni tipi di cancro e malattie cardiache. Anche il pesce gioca un ruolo fondamentale, soprattutto il tonno, il maccarello e il salmone che sono ricchi in omega-3, grassi polinsaturi che aiutano a combattere i danni al cuore e i tumori al seno. Niente di strano, quindi, se la gente di Okinawa, parlando del cibo, lo chiama nuchigusui che significa “medicina per la vita”. Altri alimenti nella loro dieta sono il maiale, il cetriolo del mare e il melone amaro. si, il maiale! Che viene lessato per lunghe ore - un procedimento che rimuove i grassi nocivi - e poi servito con salse saporitissime, sciogliendosi in bocca. Il cetriolo del mare è un tipo di riccio, chiamato hai sen in cinese che vuol dire “ginseng del mare”. E’ considerato afrodisiaco, ma essendo ricchissimo in vitamine e condroitina solfato, serve per alleviare i dolori delle articolazione e l’artrite. Mentre il melone amaro, che somiglia a un cetriolo spinoso, è un ingrediente essenziale nella specialità locale chiamata Champuru, un saporitissimo piatto di verdure saltate.

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THE OKINAWA DIET PLAN E’ stato uno specialista giapponese il dottor Makoto Suzuki a documentare in un libro best-seller, The Okinawa Diet Plan, scritto insieme ad altri due medici geriatrici Craig e Bradley Willcox, l’approccio degli isolani non solo alla longevità ma ad uno stile di vita sano e al mantenimento del peso giusto. Secondo Suzuki la dieta di Okinawa è la migliore e più sana al mondo, anche se il sorridente dottore non nasconde la sua grande stima per la dieta Mediterranea.

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OKINAWA L’isola principale di Okinawa è Okinawa Honto. Gaia e facile da girare grazie alla strada principale che parte dal sud a Naha City, il capoluogo della prefettura, e arriva a Nago al punto più settentrionale, la Highway 58 attraversa molte delle località di più forte interesse turistico. Un’isola vacanziera con acque cristalline, ottimi siti per le immersioni, lunghe spiagge bianche e siti storici, alcuni dei quali sono patrimonio dell’UNEsCO. Famose anche per le loro danze tradizionali e le gare sull’acqua con barche a forma di drago, le isole possono vantare cinque siti dell’umanità dell’UNEsCO. Il più imponente e visitato è il Castello Shuri-jo che domina le colline sopra Naha City. Fino al 1879 l’arcipelago di Okinawa era il Regno Ryuku, prima di essere annesso all’Impero del sol Levante dai giapponesi che soppressero la lingua, le usanze e la cultura secolare Ryuku. tra le tradizioni messe al bando il possesso delle armi, un divieto al quale gli isolani risposero prontamente inventando una letale arte marziale: il karate, che significa “a mani vuote”.

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Con la sua miscela affascinante di architettura straordinaria, delizie culinarie e atmosfera mediterranea, si rivela una destinazione da sogno che in soli due giorni ti rimarrà nel cuore per sempre

IL DRAC

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GIORNO 1 ESPLORARE IL CUORE MODERNISTA DI BARCELLONA

l tuo viaggio a Barcellona inizia con una visita al capolavoro architettonico di Antoni Gaudí: la Sagrada Família. Ammira la magnificenza di questa basilica in continua costruzione e lasciati affascinare dalle sue forme stravaganti e colorate. Prenota i biglietti online per evitare le code e goditi l'interno, ricco di luce e dettagli spettacolari. dopo questa esperienza mozzafiato, dirigiti verso il Parc Güell, un altro gioiello di Gaudí. Esplora i mosaici colorati, i singolari padiglioni e goditi la vista panoramica sulla città dal celebre Drac, il drago con la coda a forma di scala.

Per il pranzo, immergiti nell'atmosfera vivace del quartiere Gràcia, noto per i suoi caffè accoglienti e le piazze animatissime. sperimenta le prelibatezze locali e lasciati conquistare dai sapori autentici della cucina catalana. Nel pomeriggio, passeggia nell'Eixample di Barcellona, nel Passeig de Gràcia, dove si trova la Manzana de la Discordia, un isolato famoso per alcuni degli edifici più importanti del Modernismo catalano: Casa Lleó Morera, Casa Amatller e Casa Batlló. Quest'ultima, progettata da Gaudí nel 1907, è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNEsCO nel 2005. EMOTIONS

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CASA AMATLLER

Gli esterni si rifanno alla leggenda di san Giorgio (patrono della città). Le ceramiche blu e verdi che rivestono le pareti ricordano la pelle a scaglie del drago, il tetto curvilineo il suo dorso crestato, le inferriate e i parapetti dei balconi le ossa e i teschi delle sue vittime, facendo guadagnare alla casa il soprannome di casa delle Ossa. All'interno si possono ammirare altre strutture ondeggianti. degno di nota è il caminetto a forma di fungo. Nel tardo pomeriggio, passeggia nel quartiere gotico di Barcellona, il Barri Gòtic percorrendo strade medievali piene di storia. Visita la Cattedrale di Barcellona e percorri il Carrer del Bisbe, famoso per il suo Pont del Bisbe, un ponte gotico che sembra uscito da una fiaba. Fermati a Plaça Reial per ammirare l'architettura neoclassica e respirare l'energia vibrante della piazza. E' giunta l'ora dell'aperitivo, e gli spagnoli che amano rilassarsi in buona compagnia, lo fanno con Las tapas, deliziose mini-porzioni di diverse specialità a base di pesce, crostacei, carne salumi e verdure. Las tapas per eccellenza è pan con tomate, non si tratta di semplice salsa di pomodoro. La tradizione vuole che il pomodoro venga tagliato a metà e strofinato sulla fetta di pane, si possono aggiungere olio, un po’ di sale e c’è chi aggiunge anche qualche spezia. Accompagnare il cibo non puo mancare il vermut, composto da vino bianco o rosso e altre bibite amare e toniche. ti consiglio di bere sempre quello "casero", fatto in casa che è molto più gustoso. Per la cena, in Carrer d'en Quintana,5 troverai il Can Culleretes, il ristorante più antico di Barcellona. Nato nel 1786 come pasticceria, ha 56

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CASA BATLLÓ, PARTICOLARE

conservato la struttura architettonica originaria. Le tre irregolari sale da pranzo sono decorate con piastrelle e candelabri in ferro battuto; alle pareti sono appese fotografie autografate da clienti celebri. Il ricco menù comprende piatti catalani tradizionali come lo stufato di cinghiale, i canelons e la paella, assolutamente da non perdere!


BARCELLONA IN 48 ORE

E' giunta l'ora dell'aperitivo, e gli spagnoli che amano rilassarsi in buona compagnia, lo fanno con Las tapas, deliziose mini-porzioni di diverse specialità a base di pesce, crostacei, carne salumi e verdure

CASA DELLE OSSA EMOTIONS

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GIORNO 2 MARE, MOVIDA E MAGIA Il secondo giorno inizia con una passeggiata sul lungomare di Barcellona, La Barceloneta. Respira l'aria salmastra del Mediterraneo, rilassati sulla spiaggia e goditi una colazione con vista in uno dei chioschi sulla sabbia. Qui si fa colazione con un “bocadillo” (panino) preparato con il prosciutto o con la tortilla di patate. Accompagnato dal caffè, ovvio. se sei avventuroso, prova una lezione di surf o paddleboarding per un'esperienza indimenticabile. dopo una rilassante passeggiata sul lungomare di La Barceloneta, immergiti in un mondo sottomarino affascinante e magico all''Aquàrium de Barcelona. Questo straordinario acquario è uno dei più grandi e completi d'Europa, offrendo un'esperienza indimenticabile sia per gli amanti del mare che per le famiglie. L'Aquàrium è situato nei pressi del Port Vell e ospita una vasta gamma di creature marine provenienti da tutti gli angoli del globo. Al tuo ingresso, sarai accolto da uno spettacolare tunnel sottomarino, attraverso il quale potrai camminare mentre gli squali e altre specie marine nuotano sopra di te. L'effetto è stupefacente, facendoti sentire come se stessi camminando sul fondo dell'oceano. Nel pomeriggio, girovaga per le Ramblas, l'arteria principale della città, popolata da artisti di strada, negozi affascinanti e caffè all'aperto. Nel cuore della città è situato il Mercato de la Boqueria, un caleidoscopio di colori, profumi e sapori che affascina i sensi. tra le bancarelle di frutta fresca, verdure vibranti e pesce appena pescato, il mercato offre un'esperienza gastronomica unica. Il profumo avvolgente di spezie e formaggi artigianali crea un'atmosfera emozionante. I chioschi delle tapas invitano a gustare il meglio della cucina spagnola. La Boqueria è un luogo dove tradizioni culinarie si fondono, offrendo un'esperienza che risveglia l'anima della cucina catalana. 60

L'Aquàrium è situato nei pressi del Port Vell e ospita una vasta gamma di creature marine provenienti da tutti gli angoli del globo Per concludere la tua avventura barcellonese, fai un salto nei club della città, come Razzmatazz o Pacha Barcelona, per ballare tutta la notte al ritmo della musica elettronica o del pop internazionale. Per un weekend unico e indimenticabile, lasciati trasportare dalla magia di Barcellona, dove ogni istante è un'opportunità per creare ricordi indelebili sotto il cielo catalano!

MERCATO DE LA BOQUERIA FEBBRAIOMARZO


AQUÀRIUM

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KALEIDOSCOPE SPECIALE VIETNAM

ALMA RESORT CAM RANH POSIZIONE PRIVILEGIATA SULLA LONG BEACH: 9 KM DI SABBIA DORATA SULLA COSTA MERIDIONALE DEL VIETNAM Pamela McCourt Francescone

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https://www.alma-resort.com/

Alma Resort Cam Ranh nominato "il mi in Vietnam", gode di una posizione pr costa meridionale del Vietnam, a 15 min moderna lineare dei 196 padiglioni co ubicate nelle due torri. Per gli ospiti 12 13 sale per trattamenti nella spa, 18 bu di infrastrutture per l’intratteniment panoramiche a tutta altezza delle suit sul mare e sui giardini lussureggianti, verso la spiaggia, le numerose attratti di un divano, un tavolo da pranzo, ang


iglior resort balneare di lusso in Vietnam e "il resort n. 1 per famiglie rivilegiata sulla Long Beach: nove chilometri di sabbia dorata sulla nuti dall’aeroporto internazionale di Nha Trang. Colpisce l’architettura on piscine private (o Jacuzzi sui piani superiori), e delle 384 suite piscine (108 contando anche quelle nei padiglioni), 14 punti di ristoro, che sul putting green, 70 posti nel cinema, e una vertiginosa gamma to e lo sport che abbracciano tutte le generazioni. Dalle finestre te e dei padiglioni con una, due o tre camere da letto, ci sono viste attraverso i quali i buggy da golf elettrici trasportano gli ospiti da e ve e i ristoranti. Spaziosi e luminosi, le suite e padiglioni dispongono olo cucina con frigorifero, forno a microonde e una macchina per il

caffè. Tutti hanno un bagno aggiuntivo oltre a quello ensuite, e quelli con due e tre camere da letto hanno tavoli per ospitare fino a dieci persone. Nel ristorante italiano La Casa, sul menù dello Chef de Cuisine Francesco Leone, ci sono piatti della più autentica tradizione italiana e ottime pizze cotte al forno a legna, mentre la prima colazione è servita à la carte a La Casa e a buffet nell'Alma Garden. L'Alma Food Court propone una scelta di specialità internazionali e nel ristorante Atlantis sulla spiaggia c’è un ampio assortimento di frutti di mare, tra cui il pescato di giornata, oltre a specialità vietnamite e carni alla brace. Per gli ospiti la possibilità anche di cenare nei punti panoramici del resort, o di fare colazioni galleggianti in una delle 12 piscine che scendono a cascata sulla spiaggia. Per la gioia dei piccoli c’è un grande parco acquatico con una piscina a onde, un cinema, i club per bambini e ragazzi, il minigolf, il volo degli aquiloni, campi da tennis, pallavolo e pallacanestro, e la possibilità di praticare molti sport acquatici. Per chi desidera scoprire le usanze locali, c’è il vivace mercato mattutino nella vicina cittadina di Cam Duc, e gli chef di The Alma organizzano lezioni di cucina vietnamita.


KALEIDOSCOPE SPECIALE VIETNAM

AVANA RETREAT, MAI CHAU UNA ZONA ANCORA RELATIVAMENTE INCONTAMINATA DAL TURISMO, A 4 ORE DI STRADA DALL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DI HANOI Pamela McCourt Francescone

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https://avanaretreat.com/

Avana Retreat è un santuario di sostenib zona ancora relativamente incontami dall'aeroporto internazionale di Hanoi, l colline e in cima a campi terrazzati di r Ferns Grand Mountain Suites, cinque i L Villas, una con una camera da letto e d tradizionali case su palafitte locali con p Ariosi e luminosi, dispongono di una zo matrimoniale o twin, un angolo finestra sulla vallata, mentre le tre Hilltop Pool V profilo sinuoso delle terrazze delle risa valle, offre una vista sulla cascata Pung,


bilità, serenità e incanto nelle montagne settentrionali di Mai Chau, una inata dal turismo, a quattro ore di strada verso l’interno del paese a capitale vietnamita. Ubicati tra la vegetazione tropicale, sparsi sulle riso a oltre 1.300 metri di altitudine, sono 22 le Bauhania Suites, sei le Lantana Bungalow con due camere da letto, e tre le Senna Hilltop Pool ue con due camere da letto. Tutti con tetti di paglia, sono ispirati alle pareti in terra battuta, infissi in bambù e alti soffitti in rattan intrecciato. na giorno con arredi in legno e comodi divani, una zona dotata di letto a con scrivania e grandi bagni. Tutti hanno lunghe terrazze con vista Villas hanno piscine private riscaldate a due livelli che hanno lo stesso aie. La Cloud Pool anch’essa riscaldata, è a tre livelli e, arroccata sulla che è il cuore del rifugio. La tenuta, dove sono stati piantati oltre 10.000

alberi, ospita un allevamento di polli e un orto biologico dove si coltivano erbe e verdure per il Green Chilli Restaurant, che propone squisite specialità vietnamite, carni alla griglia, pasta e pizze. Per gli ospiti la possibilità di cenare nelle camere o sulle terrazze, accanto alla cascata o alla laguna di una sorgente nascosta nel verde, dove si può anche fare il bagno, e che è molto richiesto per matrimoni e feste private. Lungo un tortuoso sentiero di legno attraverso la giungla si arriva all’Orchid Spa per massaggi e trattamenti, cullati dal mormorio del ruscello che scorre intorno ai padiglioni. A bordo di un fuori strada lasciato dall’esercito americano nel 1975, si parte per emozionanti avventure alla scoperta di villaggi delle tribù di montagna attraversando strade sterrate, terreni montuosi, risaie e ruscelli di montagna. In questa struttura di lusso eco-friendly la conservazione culturale è una priorità assoluta, gli ospiti possono fare lezioni di batik, imparare i segreti della cucina locale con Chef Luong, fare laboratori di tessitura e lezioni di yoga e meditazione. Per i bambini l’incontro con la fauna selvatica nella Foresta di Bambù, l’invito a raccogliere uova nella fattoria free-range, a scoprire le tradizioni locali nel Museo della Casa su Palafitte e a cimentarsi con l'artigianato locale nel Kids Club.

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KALEIDOSCOPE SPECIALE VIETNAM

SOFITEL LEGEND METROPOLE HANOI NUOVO DESIGN E SEI NUOVE SUITE DI PRESTIGIO Pamela McCourt Francescone

www.sofitel-legend-metropole-hanoi.com

Il Sofitel Legend Metropole Han 1901, ha recentemente riaperto d Heritage Wing, introducendo a architetti hanno sapientemente tavolozza di ricche tonalità cla pareti, uno dei più prestigiosi L'attenzione all'illuminazione è terra, ora arricchita da un sof nostalgia del passato con accen


oi, un'icona dell’hôtellerie di lusso, inaugurata nel lontano dopo una ristrutturazione durata 21 mesi della sua originale l contempo sei nuove suite. Con un fascino retrò che gli e preservato, infondendo nuova vita alle camere con una ssiche e dettagli raffinati come modanature bianche sulle grand hotel di lusso al mondo, brilla di nuovo incanto. evidente nelle camere e nell'area della reception al piano ffitto a specchio antico, per un ambiente che rievoca la nti del presente.

Le camere e le suite sono state completate da nuovi arredi, letti lussuosi, scrivanie, divani su misura, tappeti esclusivi, e tende raffinate. Le sei nuove Metropole Suite, distribuite su tre piani, offrono viste suggestive sul giardino o sulla strada, hanno soffitti alti, un’accogliente salotto e, tra il soggiorno e la spaziosa camera da letto matrimoniale, un parlour con una scrivania e il minibar. L'atmosfera è quella del lusso più curato, con bagni in marmo italiano riccamente arredati e dotati di prodotti Balmain. La nuova apertura ha coinciso con il rilancio dello Spice Garden Restaurant con un look di nuovo fascino e menù rivisitati. Con più luce naturale, nuove tovaglie di provenienza locale, bicchieri e raffinati sottopiatti in ceramica, il ristorante offre un elaborato e vario menù di piatti forti della cucina vietnamita e dei profumi e delle spezie dell’Oriente.

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KALEIDOSCOPE SPECIALE VIETNAM

THE ANAM, MUI NE L'HOTEL FONDE SAPIENTEMENTE L’ARCHITETTURA COLONIALE E RICHIAMI ALLA CULTURA VIETNAMITA Pamela McCourt Francescone

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https://www.theanam.com/moi-ne

Adagiato lungo una splendida spiaggia Ne, The Anam, è un'elegante fusione di sette Private Pool Suite, l'hotel fond vietnamita. La lobby accoglie gli os un'atmosfera che riflette la fusione d mosaico nei corridoi e nelle stanze, m vita e paesaggi vietnamiti, sono stati re viste sul mare, sulle piscine (una di ac cittadina con i suoi locali e ristoranti. D e cucina, l’occhio spazia sull’oceano. Le privata e un patio per giornate d’ozio la sua terrazza ombreggiata, offre un


a, a tre ore da Ho Chi Minh City, che costeggia il mare turchese di Mui fascino indocinese e lusso moderno. Con 127 camere e suite, tra cui de sapientemente l’architettura coloniale e richiami alla cultura piti con mobili classici in legno e ventilatori a soffitto, creando di epoche e stili presenti nella struttura. Tradizionali i pavimenti a mentre i 250 dipinti sparsi in tutto l’hotel, che raffigurano scene di ealizzati da talentuosi artisti locali. Le camere e suite lussuose hanno qua dolce e una di acqua salata) e sulla lunga strada principale della Dalla spaziosa terrazza della Suite Presidenziale, che vanta un salone e sette Pool Suite sono nascoste tra il verde, ognuna con una piscina e romantiche cene. La colazione presso il ristorante Indochine, con n buffet con piatti occidentali e asiatici, tra cui il celebre brodo di

manzo Pho, il piatto iconico di Hanoi. Il Lang Viet Restaurant and Bar propone prelibatezze regionali a pranzo e cena, guidando gli ospiti attraverso i sapori del Nord, Centro e Sud del Vietnam con un menù ricchissimo che include anche specialità come l’anatra laccata e il maialino. La spiaggia di Mui Ne è la migliore del Vietnam per kitesurf, windsurf, vela, kayak e stand-up paddle-board, e la stagione dura quasi tutto l'anno, con i venti che cambiano direzione da maggio a ottobre e da ottobre a marzo. Di prima mattina al ritorno dalla pesca notturna, la grande baia di Mui Ne si popola di imbarcazioni di ogni sorta e grandezza, dai caratteristici pescherecci a strascico alle pittoresche barchette circolari "a cesto" tipiche di questo affascinante paese Sud-est asiatico. Da vedere nei pressi di The Anam, le dune di sabbia bianche e rosse, il Ruscello delle Fate con formazioni di calcare colorato e le Torre Cham, antiche strutture religiose risalenti al periodo dell'Impero Cham che prosperò in questa regione dal Vll secolo. D’obbligo una sosta sul lungomare per scegliere tra i pesci vivi nelle vasche dei tanti piccoli ristoranti, per poi sedersi a tavola e gustare un piatto a base di calamari, cernia, barramundi o aragosta alla griglia o saltati al wok, con un bicchiere di birra Bia Saigon ghiacciata.


LIBRI EMOTIONS

Curzio Maltese

Salvatore Sciré

AZZURRO

dA RAGAZZO GIOCAVO A PIAZZA NAVONA

stRALCI dI VItA FELTRINELLI EDIZIONI

“Dentro c’è tutto il romanzo dell’Italia contemporanea”, così viene sottolineato nel retro della copertina di questo volume in cui realmente molti che hanno vissuto quel periodo, ritrovano se stessi. Un periodo vissuto comunque intensamente, in cui l’autore ci accompagna, con un linguaggio piano e scorrevole, fino alle più recenti, fatidiche “uscite da soli con il cane, durante il Covid”. Effettivamente si tratta di “stralci di vita”, come ci dice il sottotitolo, incredibilmente corrispondenti a quanto ciascuno di noi può avere attraversato in quegli anni senza rendersi conto di quali e quanti profondi cambiamenti di vita per il Paese si stessero realizzando. Ogni titolo del libro è espressione di un passaggio di vita, sistemato in una sorta di ricordo, ma anche di immagine fissa nella memoria visiva che ognuno di noi possiede senza rendersene ben conto. Ed ecco la Rinascente di Milano, della quale credo che ogni bambino abbia percepito la stessa impressione: “…uno spazio enorme, nel pieno centro di Milano, tutte quelle persone eleganti…”…”E a fine giornata,…si passava dal Pugliese,, accanto al Duomo, a mangiare i panzerotti più buoni di Milano”. Ma questo avveniva dopo incontri a dir poco favolosi, perché passavano alla Rinascente anche Carla Fracci o la Melato, che fra l’altro faceva anche un complimento al bambino che le passava accanto …” “Ven chi, fiorét. Te se propri un bel balos”. E poi le impressioni di un primo ingresso in una nuova scuola: “ con “l’intera classe in guerra contro la nuova maestra! Ma ecco poi il liceo, cui l’autore giunge proprio negli “anni di piombo”. E il fascino del cinema come arte emergente su cui spicca la figura di un uomo così particolare come Woody Allen, di fronte al quale il lettore sente di poter condividere quanto nota l’autore: “la qualità della recitazione, la generosità creativa, il meraviglioso modo di filmare senza retorica la città più grondante di luoghi comuni del mondo, rendono “Midnight in Paris” un gioiello e un viaggio indimenticabile”. E poi la tragica morte di Pasolini e l’impatto con una notizia tanto inattesa, quanto da discutere con passione. E veramente, condividendo un commento scritto su “La Repubblica, se “Curzio Maltese ci ha lasciato un libro in cui rivela che la ragione profonda e la vera missione del giornalismo è il bisogno di capire” , è proprio attraverso questa lettura, che ognuno di noi può, con la propria sensibilità, ripercorrere stralci di vita e approfondirne l’essenza nel riscontro con la propria, personale esperienza di vita. a cura di Luisa Chiumenti

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dICEMBREGENNAIO

LA MONGOLFIERA EDIZIONI

E’ l’autore stesso che spiega al lettore che non si tratta di un’autobiografia, ma piuttosto di un “racconto” che egli fa di tanti episodi e “momenti della sua vita irrequieta e multiforme“ e degli incontri spesso imprevedibili ed inimmaginabili, di livello tale da fargli credere in certi casi di “sfiorare la storia”. E comunque, mentre specifica che “tiene per sé” le cose strettamente personali o realmente intime”, espone tuttavia tutti i “ ricordi, emozioni, piccoli frammenti di storia vissuti in prima persona.” E veramente egli ebbe la fortuna di vedere una Roma che i bambini di oggi non possono più conoscere. la fantasia che veniva sollecitata (in un bambino di 4 anni, appena arrivato a Roma) e che poteva avere piazza Navona come spazio per i suoi giochi, pur avendo la nostalgia per la sua Sicilia. E poi abitare in pieno centro, frequentare le elementari a Vicolo Valdina, “una scuola che non esiste più in quanto fagocitata dall’elefantiasi spudorata del Parlamento”. Sono ricordi spesso sbiaditi, che tuttavia, meraviglioso risorgere contemporaneo, Facebook fa a volte rivivere. Ed ecco, proprio mentre trascorre a Roma i primi anni della sua vita, un profondo mutamento che l’autore descrive con geniale tenerezza: la sorellina che nasce in una clinica, perché “ormai non si nasce più in casa, come era avvenuto per lui, in Sicilia, con la levatrice…’ Il rapporto con le città sembra esaltarsi quando l’autore si ferma su Roma, di cui si confessa “innamorato”. Ed eccone a mano a mano le descrizioni, palpitanti di sensazioni vivissime, che molti di noi in effetti hanno modo di condividere, camminando a piedi per la città e trovandosi non di fronte ad un semplice muro o portone o fontana ma, come dice Sciré “ a vicoli, cortili, portoni che nascondono tesori e sorprese impensabili”. E la distinzione risulta molto interessante e dettata da una particolare sensibilità che è in grado di distinguere le sottili diversificazioni dei livelli del proprio sentire. Carattere speciale inoltre assume il percorso dei suoi racconti, che copre ben due secoli: il secolo XX (detto anche il “secolo breve), e il XXI che l’autore sta percorrendo e che si augura di continuare a percorrere ancora per un po’. E pian piano si sviluppa così la sua vita professionale, pur sempre ancorata a queste profonde suggestioni fra impressioni personali e realtà collettive coinvolgenti personaggi illustri nella veste di “free lance”. Si succedono le sue prime importanti interviste, dal cinema con grandi registi come Lizzani, alla politica con splendidi colloqui con personaggi come Andreotti e ancora poi originali episodi nel settore della “comunicazione” come quello legato al prestigioso Hotel Hassler Medici a Trinità dei Monti e al suo pianista che accoglie l’ospite all’ingresso. Pregevole la semplicità del linguaggio con cui Sciré ha saputo offrire al lettore tante profonde suggestioni che ognuno di noi può aver provato, senza rendersene conto e senza riuscire a comunicarle al lettore, con tanta efficacia come viene fatto dal nostro autore. a cura di Luisa Chiumenti


La magia

dell’inverno in…

Polonia.

Oltre ogni aspettativa

#poloniatravel

www.polonia.travel/it



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