viaggi e cultura prima edizione - Anno 3 n°8 estate 2013
SAMOS CAMPECHE ISRAELE NEW YORK OLANDA KIRGHIZISTAN LAZIO
Sommario
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pag. 6
incantevole
Samos di Teresa Carrubba
pag 16 SUMBA sotto lo sguardo degli antenati di Anna Alberghina
pag. 28 TANTO DI CAPPELLO! di Pamela McCourt Francescone pag. 34 ISRAELE il paese che non ti aspetti di Annarosa Toso pag. 42 48 ORE A NEW YORK di Pamela McCourt Francescone pag. 48 KIRGHIZISTAN tra le Vette dell'Asia Centrale di Anna Maria Arnesano pag. 54 UTRECHT e L'AJA tutto il fascino dell'Olanda di Teresa Carrubba pag. 60 In Slovenia il benessere scorre sull'acqua di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 64 BENEVENTO Città d'arte da scoprire passo passo attraverso i suoi secoli di storia di Luisa Chiumenti pag. 68 VELEIA una città romana nell'Appennino piacentino di Giulio Badini pag. 72 Lazio insolito: andar per borghi di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 76 PISCINA un lusso scenografico di Teresa Carrubba pag. 82 YACHT un sogno da vivere di Teresa Carrubba pag. 88 Donald Francis pioniere del ballo storico di Giuseppe Garbarino pag. 94 La Confetteria Mucci di Andria di Mariella Morosi
anno 3 - n°8 estate 2013
pag. 22 CAMPECHE un tripudio di colori e di storia di Pamela McCourt Francescone
editoriale Estate. Tempo di evasione. Gli esterofili cercheranno mete esotiche, atolli incontaminati, atmosfere lontane e inusuali. Altri, e ne hanno ben donde, apprezzeranno le bellezze nostrane, lidi, montagne, laghi, città d'arte, non c'è che da scegliere. Ecco stagliarsi nel cielo azzurro i profili abbacinanti di casette in calce e infissi blu apotropaico della Grecia insolita, Samos, ricca di simbologie e natura selvaggia. Il mito dei templi Maya del Campeche ci riportano a retaggi suggestivi mentre la Grande Mela ci proietta in un mondo rutilante di mondanità riflesse nei grattacieli specchiati. Dalla spiritualità coinvolgente dei percorsi in Israele, che sta celebrando l'anno della fede, al mondo circoscritto del Kirghizistan che dell'Asia Centrale conserva i dettami di un popolo nomade dedito alla pastorizia, ma anche spettacolari rarità della natura. Che dire poi del fascino languido dell'olandese Utrecht che rimanda alle tele fiamminghe e dell'architettura “democratica” dell'Aja che armonizza palazzi seicenteschi a strutture avveniristiche. E della termalissima Slovenia, fonte di benessere nelle spa di sontuosi alberghi moderni o fin de siècle, che unisce il fitness al turismo balneare. Poi, l'Italia. Benevento, con testimonianze monumentali longobarde e chiese Patrimonio Mondiale Unesco; Veleia, con i resti archeologici di una città romana nell'Appennino piacentino e i borghi del Lazio, tra castelli e necropoli scavate nel tufo. Non potevano mancare argomenti estivi come le piscine d'autore, spesso disegnate con nerbo artistico da architetti d'esterni, e gli yacht che nell' immaginario collettivo concretizzano un sogno. Per finire in dolcezza, una confetteria storica a cui da Casa Savoia vennero commissionati i rituali bonbon per le nozze tra Umberto e Maria Josè.
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INCANTEVOLE SAMOS
incantevole
SAMOS Un crogiolo di cultura e di genialità in una terra benedetta dal carisma della mitologia testo di - text by
Teresa Carrubba
C
hi è attratto dalla natura, ama Samos per il suo aspetto incontaminato, riflesso di una terra antica capace di selezionare sull'isola più di
mille specie di alberi. Chi cerca il mare viene a Samos per le sue spiagge riservate, per le baie spettacolari, per i tramonti che accendono l'acqua di un fuoco struggente. Gli appassionati della storia qui cercano
enchanting
SAMOS
A cradle of culture and of genius in a land blessed by the charisma of mythology
A
nyone who is attracted by nature loves Samos
for its uncontaminated nature, which is the
reflection of an ancient land, but also for the
more than one thousand different species of trees which grow on the island. Anyone who is looking for the sea comes to Samos for its reserved beaches, spectacular bays, and sunsets which turn the water into a
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incantevole SAMOS / enchanting SAMOS
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le tracce del matematico Pitagora e del tiranno più "in-
sea of fire. Anyone who loves history come here to retrace
gegnoso" dell'antichità classica, Policrate. Ma anche i siti
the footsteps of the mathematician Pythagoras and those
archeologici sparsi in tutta l'isola tra gli affascinanti
of Polycrates, the most "ingenious" tyrant of antiquity and
panorami montuosi che creano un'atmosfera incantata.
to discover the many archaeological sites which are scat-
Gli amanti della cucina conoscono Samos per i suoi sapo-
tered all over the island among fascinating mountain
ri mediterranei, per i suoi profumi intensi, per la storia
vistas which create a magical atmosphere.
infusa in quei piatti ammanniti dall'esperienza di fami-
Gourmets know Samos for its Mediterranean flavours, for
glia e dal legame alla tradizione. E per il suo vino dolce
its intense perfumes and for its history infused with dishes
liquoroso, il celeberrimo moscato di Samos, dalla repu-
which have been passed down from family to family
tazione internazionale, in vendita presso alcune enote-
losing none of their traditional charm. And for its sweet
che di buon livello, anche in Italia. Selezionato persino
wine, the famous Muscat wine of Samos, which has a
dal Vaticano, per le celebrazioni religiose. E che dire
world-wide reputation and is on sale in good wine stores
dell'ouzo, bevanda nazionale, fiore all'occhiello
even in Italy. And is used by the Vatican for religious cele-
dell'isola? Si fanno amicizie nuove o si coltivano le vec-
brations. And then what can one say about the national
chie bevendo ouzo e piluccando pezzetti di polpo asciu-
drink, the ouzo, which is the feather in the island's cap?
gato al sole come aperitivo o sorseggiando la retzina,
You make new friends and cultivate old ones over a glass
tipico vino resinato, con una fresca insalata greca o con il
of ouzo and a plate of sun-dried octopus or sipping the
formaggio feta. Per godersi le bellezze di Samos, una
retzina resinous wine with a fresh green salad or a slice of
vacanza deve durare almeno 15 giorni. Per visitarla sol-
feta cheese. To enjoy the beauty of Samos a holiday must
tanto basta una settimana, ma in questo caso è bene
last at least 15 days. Just to visit it takes a full week but in
tracciare delle aree, che si stringono per lo più in quattro
this case it is a good idea to trace out the four most intere-
punti. Karlovasi, il primo porto che si incontra sull'isola
sting areas: Karlovassi is the first port you encounter on
venendo da Nord o dal Pireo; Samos (Vathy) leggermen-
the island coming from the North or Piraeus; Samos
te a nord dello stretto che unisce alla Turchia, centro
(Vathy) slightly north of the strait which unites to Turkey, is
amministrativo e capitale dell'isola (capolinea della rotta
the administrative seat and capital of the island (and the
Pireo - Samos); la scintillante Kokkari ad ovest di Samos
terminus of the Piraeus-Samos route); sparking Kokkari
sulla costa nordorientale e lungo la dorsale che unisce il
west of Samos on the North-Western coast and along the
capoluogo a Karlovasi (superstrada); e Pithagorio (Tiga-
ridge which links the capital to Karlovassi (a highway) and
ni), mondana e frivola, centro pulsante dell'industria
Pythagorion (Tigani), the bustling hub of the local tourist
turistica locale e di quella del Mar Egeo, attrezzatissima
industry and of the Aegean Sea with its many attractions
in fatto di servizi dell'accoglienza e capacità ricettiva. A
and with accommodation of all types. At Karlovassi, there
Karlovasi si può accostare Kambos, il porticciolo affac-
is Kambos, the little port overlooking the South-West
ciato sulla costa sudovest, sbocco sul mare del più
coast, the sea port of Marathocambos, the most important
importante centro di Samos occidentale, Marathocam-
town of western Samos. A must for visitors and a gem of
pos. Un must del turismo locale, un gioiello della natura.
nature. And the same is true for the small towns along the
Lo stesso vale per i paesi della costa settentrionale, Agios
northern coast: Agios Kostandinos and Avlakia which
Kostantinos e Avlakia e dei loro suggestivi pendii monta-
snuggle under the flank of the mountains.
ni. A nord, le sorgenti danno luogo a corsi d'acqua che in
To the North springs feed waterways which along their
certi punti formano cascate di grande bellezza paesag-
way become stunning waterfalls, like the famous falls of
gistica, come quelle famose di Potami nella regione di
Potami in the Karlovassi region which are in an atmo-
Karlovasi, lungo il percorso di un bosco davvero sugge-
spheric wood which shelters an ancient little church. The
stivo, chiuso intorno a una chiesetta antichissima. Più
Southern coast is quieter with the main sandy beaches
tranquilla la costa a sud, dove si estendono le principali
and most important tourist resorts: south-east of Karvou-
spiagge a sabbia dell'isola e dove vivono i centri turistici
nis, in the region of Pythagorion, and west of the mounta-
più importanti: a sudest di Karvounis, nella regione di
in range, we come to the little Marathokambos plain
Pithagorio, e a ovest del massiccio, nella piccola pianura
which lies at the feet of the Karvounis and of th Kerketeas.
di Marathokampos che si forma tra i piedi del Karvounis
Marathokambos, which is 13 kilometres from Karlovasi, is
stesso e del Kerketeas. Marathokambos, a 13 km da Kar-
one of the largest towns on the island and its port. Omos,
lovasi, è uno dei paesi più grandi dell'isola e Il suo porto,
attracts a lot of tourists to its long Votsalakia and Psili
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incantevole SAMOS / enchanting SAMOS
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11 Ormos, attrae molti turisti per le sue lunghe spiagge di
Ammos beaches. The ancient city of Samos was located
Votsalakia e Psilì Ammos. L'antica città di Samos era
exactly where Pythagorion is today. Even the modern port,
situata esattamente dove ora sorge Pithagorio. Anche il
which is the emblem of the island, is built on the ruins of
moderno porto, emblema dell'isola, è costruito sulle
the ancient port. Many traces of the old city walls, built by
rovine di quello antico. Molti i resti delle mura della città
Polycrates, which were 6,220 metres long and had 35
fatte costruire da Policrate, lunghe 6220 metri, con 35
towers and 12 gates, can still be admired today. As can
torri e 12 porte. E inoltre ruderi di case del periodo elleni-
ruins of houses dating back to Hellenistic days with the
stico, con il caratteristico portico a colonne, gradinate di
typical columned portico, the tribunes of an old theatre
un antico teatro, resti di costruzioni romane e bizantine.
and remains of Roman and Byzantine buildings. In the
Nella stessa città, sulla collina Casteli, sorge il castello di
same city, on the Casteli hills, we find the Castle of Logot-
Logothetis, la vecchia chiesa di Saviour e i ruderi della
hetis, the old Church of the Saviour and the ruins of the old
fortificazione dell'antica Astypalaia. Molto interessanti i
Astypalaia fort. The objects brought to light from excava-
ritrovamenti dei vari periodi come statue e oggetti fune-
tions of various periods such as statues and archaic fune-
rari arcaici del sesto secolo, conservati nel museo di Pit-
ral objects of the same century, now in the museum in
hagorio. Pithagorio, a sudest di Samos, è in una posizio-
Pythagorion, are of particular interest. Pythagorion,
ne strategica. Da qui si possono organizzare varie escur-
which lies south-east of Samos, is in a strategic position
sioni nelle vicine isolette greche dalle spiagge semide-
from which to organise excursions to the nearby Greek
serte, con pochissimi abitanti, tutti molto ospitali, dove
islands from the semi-deserted beach, with only a few,
si gusta una deliziosa cucina tipica. E, sempre da qui, ci si
extremely hospitable, inhabitants and where you can
può imbarcare alla volta di Efeso, in Turchia, per una gita
enjoy the delicious local cuisine. And it is from here that
di un giorno con visita guidata in una delle località
you can take a boat to visit Ephesus in Turkey, for a day trip
archeologiche più famose della civiltà greca. Samos è
with a guide to one of the most famous archaeological
vicina anche alla bella isoletta di Patmos, meta naturali-
sites of the Greek civilisation. Samos is close to the beauti-
stica, ma anche religiosa. Qui, si può visitare la caverna in
ful little island of Patmos, a nature and religions attrac-
cui San Giovanni scrisse l'”Apocalisse”, con le famose
tion where you can visit the cave in which St. John wrote
premonizioni riguardo alla fine del mondo. A 10 chilo-
the "Apocalypse," with the famous premonitions regar-
metri da Samos (Vathy), la capitale, c'è Kokkari, il più pit-
ding the end of the world. Some ten kilometres from
toresco porticciolo di Samos, ora sviluppato in un viva-
Samos (Vathy), we come to Kokkari the capital and the
cissimo centro turistico. Natura e mondanità. Una sorta
most picturesque port in Samos, now a lively tourist resort
di penisola con le case arrampicate sulla collina; il porto
which blends nature with jet-setting. A kind of peninsula
da un lato e una magnifica spiaggia sabbiosa dall'altra,
with houses clinging onto a hillside, the port on one side
con lingue di scogli che frantumano a pelo d'acqua il
and a magnificent sandy beach on the other with rocky
bagliore di tramonti mozzafiato. Poi, a sera, le luci della
outcroppings which break up the glowing colours of bre-
natura lasciano il posto alle scintillanti insegne dei caffè
athtaking sunsets across the surface of the water. And
alla moda, legati uno all'altro in un'allegra cordata lungo
then, at night, the natural light takes a bow and leaves the
il porto. E da Kokkari ci si spinge verso graziosi villaggi
stage to the neon signs of the trendy cafes which, like a
come Platanakia, Valeontates, Stavrinides, da dove si
colourful necklace, wind their way around the port. From
può godere della superba bellezza dell'isola, spesso a
Kokkari we can discover charming little villages like Plata-
picco sul mare. In quest'area ci sono due tra le insenature
nakia, Valeodates and Staurinides, and delight in the
più belle di Samos, le baie di Lemonakia e Tsamadou. La
superb beauty of this island, often overlooking sheer drops
seconda città più grande dell'isola è Karlovasi, con un bel
down to the sea. Two of Samos's most beautiful bays,
porto, divisa in 5 sezioni: vecchia, media e nuova Karlo-
Lemonakia e Tsamadou, are in the environs.. The second
vasi, la baia e il porto. In passato era la capitale commer-
largest city is Karlovassi, with a handsome port and divi-
ciale e industriale di Samos e prima dell'ultima guerra
ded into five parts: the old city, middle and new Karlovassi,
visse un momento di ricchezza grazie alla lavorazione
the city and the port. In the past it was the commercial and
della pelle. Un giro per la città mostra ancora le glorie del
industrial capital of Samos and, before the last war, it enjo-
passato, molti esempi dell'architettura tradizionale, case
yed a period of well-being thanks to the tanning industry.
ricche e monumenti sontuosi. Tutta la zona ha mantenu-
Strolling around the city you can still see traces of its glo-
to molti segni dell'architettura tradizionale come la
rious past in the many wealthy traditional homes and
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incantevole SAMOS / enchanting SAMOS
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superba chiesa della Santa Trinità, che domina la verde
sumptuous monuments. The entire area has maintained
collina di Karlovasi vecchia. A quattro chilometri ad est di
many traces of traditional architecture like the superb
Karlovasi, c'è Potami, una delle spiagge più belle di
Church of the Holy Trinity which dominates the green hill
Samos. La passeggiata che porta fino al mare è davvero
of old Karlovasi. Four kilometres east of Karlovassi we find
rilassante. Alla fine della spiaggia di Potami la strada si
Potami, one of the most beautiful beaches on Samos. An
apre verso altri due incantevoli posti: Mikro and Megalo
ideal place to enjoy a relaxing stroll and at the end of the
Saitani, rifugio delle foche mediterranee.
beach the road leads to another two enchanting spots:
SAMOS CITTA' – LA CAPITALE
Mikro and Megalo Saitani, the refuge of the Mediterrane-
Qui, affettuosamente la chiamano Vathy, questa splen-
an seals.
dida città che si apre sul golfo con il porto più importan-
SAMOS TOWN - THE CAPITAL
te dell' isola. La città vecchia, arrampicata sulla collina ha
This beautiful city, here affectionately called Vathy, opens
la suggestione della storia di Samos, delle sue tradizioni,
on the bay with the most important port of the island. The
dei suoi silenzi, della sua intimità. Tra questi tetti di terra-
old town, climbing the hill has the suggestion of the his-
cotta che spesso s'intrecciano in profili superbi, sembra
tory of Samos, its traditions, its silences, its intimacy.
che il tempo si sia fermato impedendo al progresso di
Among these terracotta roofs that often combine superb
cancellare le tracce della storia. Tutto diverso in riva al
in profiles, it seems that time has stopped preventing the
mare, nella Samos moderna. Vivacissima e mondana,
progress to erase the traces of history. Quite different at
specie sul lungoporto punteggiato di caffè, ristoranti,
the seaside, in the modern Samos. Lively and fashionable,
alberghi e negozi di artigianato locale, che si allargano
especially on the harbor quayside dotted with cafes, res-
ad anfiteatro. Ma il luogo di ritrovo tradizionale è la
taurants, hotels and shops selling local crafts, spreading
piazza Pitagora con il leggendario monumento del leo-
like an amphitheater. But the traditional meeting place is
ne, simbolo della città. Lì c'è un caffè con tavolini dove si
the square Pythagoras with the legendary lion monu-
gusta il miglior galactoboureko dell'isola, un dolce tipico
ment, symbol of the city. There is a cafe with tables where
a base di crema. Chi cerca la cultura, invece, gira per le
you can taste the best galactoboureko of the island, a typi-
stradine interne dove risiedono vari interessanti edifici e
cal cake made with cream. Find the culture, however,
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incantevole SAMOS / enchanting SAMOS musei tra cui, quello archeologico considerato uno tra i
turns to the internal streets where they live many interest-
più importanti della Grecia, che conserva numerosi
ing buildings and museums including, the archaeological
reperti locali di varie epoche. Un magnifico ritrovamen-
considered one of the most important in Greece, which
to, la statua di Kouros, una scultura di Samos del sesto
contains numerous remains from various periods. A great
secolo prima di Cristo, ha portato alla costruzione di un
discovery, the statue of Kouros, a sculpture of Samos in the
nuovo edificio del museo archeologico per le sue ingenti
sixth century before Christ, led to the construction of a
dimensioni: è alta circa 5 metri. Parlando poi di prodotti
new building of the archaeological museum for its huge
tipici, non possiamo non citare l'ouzo che qui a Samos ha
dimensions: it is about 5 meters high. Speaking of typical
una delle fabbriche più prestigiose, quella di Giokarinis.
products, we can not forget that here in Samos ouzo has
Uno dei modi di essere cordiale ed ospitale, per un greco
one of the most prestigious factories, to Giokarinis. One
di Samos, è offrire ouzo agli amici o agli ospiti. E' un
way to be friendly and hospitable, for a greek Samos, ouzo
benvenuto, un abbraccio. E' la natura di questi posti che
is to offer to friends or guests. It 'sa welcome, a hug. And
rende l'ouzo così particolare, anice ed altri aromi locali
'the nature of those places that makes it so special ouzo,
ed alcool. Alcuni produttori non ne riveleranno mai la
anise and other local flavors and alcohol. Some manufac-
ricetta, spesso è un segreto di famiglia. E' il caso del famo-
turers do not ever reveal the recipe, it is often a family
so Ouzo Giokarinis, meglio conosciuto come ouzo della
secret. It 's the case of the famous Ouzo Giokarinis, better
vedova visto che a inventarlo fu un'antenata della fami-
known as ouzo of the widow saw that invented it was an
glia, Heleni Giokarinis, vedova appunto, nel 1910. Oggi,
ancestor of the family, Heleni Giokarinis, widow indeed, in
lo stesso ouzo viene prodotto nello stesso modo di allo-
1910. Today, the same ouzo is produced in the same way
ra; ma alla tradizione si è aggiunta l'esperienza di quasi
then, but the tradition has been added to the experience of
cent'anni che arriva a selezionare ingredienti di prima
nearly a hundred years that get to select quality ingredi-
qualità per una distillazione curatissima. Il risultato? Uno
ents for a well-kept distillation. The result? One of the best
dei migliori ouzo non solo di Samos ma di tutta la Grecia,
ouzo but not only of Samos in Greece, with an interna-
con una reputazione anche internazionale visto che la
tional reputation as well as the company Giokarinis
ditta Giokarinis esporta ouzo in tutto il mondo.
export ouzo in the world.
DOVE DORMIRE. Chi vuole visitare l'isola di Samos ha
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WHERE TO STAY. Who wants to visit the island of
varie opzioni di alloggio. Si può fare della capitale un
Samos has a variety of accommodation options. You
punto di riferimento rimanendo nel centro della città
can make a landmark of the capital remaining in the
scegliendo il VIRGINIA HOTEL. Costruito nella città alta,
city center choosing HOTEL VIRGINIA. Built in the
in un panorama variegato che spazia tra la montagna, il
upper town, in a varied landscape that ranges from the
porto e l'altro braccio di costa del bellissimo golfo di
mountains, the port and the other arm of the coast of
Vathy. Un ambiente ospitale, dall'atmosfera dignitosa e
the beautiful bay of Vathy. A welcoming atmosphere,
accogliente, con il calore tutto greco di una famiglia.
with all the warmth of a greek family. Ideal for a relax-
Ideale per una vacanza rilassante e un soggiorno
ing holiday full of discretion and privacy.
all'insegna della discrezione e della privacy. Costruito in
Built in a traditional style, recently renovated with an
uno stile tradizionale, recentemente ristrutturato con
impressive lobby breath, has 34 rooms with all com-
una hall di grande respiro, ha 34 camere con tutti i com-
forts, each with its own terrace, sometimes great,
forts, ognuna con il suo terrazzo, a volte grandissimo,
almost consider it a small apartment. Free wireless
quasi da considerarlo un appartamentino. Sul roof gar-
internet access, elevator, parking place. There is a pool
15 den c'è una piscina, un luogo tranquillo che si affaccia sul
on the roof garden, a quiet place overlooking the bay of
golfo di Vathy, in cui rilassarsi prendendo il sole nella mas- Vathy, where to relax sunbathing in complete privacy. sima privacy. L'hotel Virginia ha un ristorante con piatti Virginia Hotel has a restaurant with homemade Greek tradizionali della cucina greca, prima colazione a buffet e dishes, offers buffet breakfast with local products and a snack bar. Ma la caratteristica più importante dell'Hotel snack bar. But the most important feature is the hospitalVirginia è l'ospitalità. Difficilmente è possibile assomma- ity at Hotel Virginia. Unlikely you can add up in a hotel re in un albergo il comfort, il panorama, la privacy, e lo comfort, views, privacy, and the spirit of hospitality. In spirito dell'accoglienza. Al Virginia si può, qui ci si sente a Virginia you can, here you feel at home, in the family. And casa, in famiglia. E quale turista non desidera questo pur what tourists do not want this while in the vortex of a nel vortice di una vacanza movimentata e dinamica? Alla dynamic and eventful vacation? At the end of the day, it is fine della giornata, è importante rientrare – a casa-! Chi important to come - at-home! Anyone wishing to rent a volesse affittare una villa, può riferirsi sempre all'Hotel villa, can always refer to the Hotel Virginia. There are two Virginia. Ce ne sono due deliziose, ognuna con la sua delightful, each with its own swimming pool in a lovely piscina in un posto incantevole poco lontano, proprio spot not far away, just above a solitary and secluded little sopra una baietta solitaria ed appartata, a Nisi. www.vir- bay, at Nisi. www.virginiavillas.gr Open from April to giniavillas.gr Aperto da Aprile ad ottobre.
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SUMBA sotto lo sguardo degli antenati
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sotto lo sguardo degli antenati testo e foto di
Anna Alberghina
U
l'Oceano Indiano e il Pacifico: questa è
indonesiane, Sumba custodisce le sue tradizioni feudali e
l'Indonesia, uno dei paesi più interessanti del sud-est asia-
guerriere che culminano nel periodo tra febbraio e marzo
na costellazione di 17.000 isole che si estendono
vi vengono offerte delle noci di betel. E' un onore ricever-
per 5.000 chilometri sulla linea dell'Equatore, tra
le, un'offesa rifiutarle. Diversamente dalle altre isole
tico. Il suo territorio racchiude quasi tutto ciò che l'Asia
col torneo dei Pasola, una battaglia a cavallo fra clan, un
può offrire. Le isole della Piccola Sonda, Nusa Tenggara,
autentico rito propiziatorio per ingraziarsi il mondo degli
l'arcipelago di sud-est ad oriente di Giava e Bali sono uno
antenati e per ottenere un buon raccolto. Questa celebra-
degli angoli più affascinanti del Paese, con enormi valen-
zione vuole anche rievocare il taglio delle teste dei nemici,
ze etnografiche, naturalistiche e paesaggistiche. Arida,
largamente praticato sull'isola fino a pochi decenni fa.
remota, affascinante, Sumba ospita la cultura tribale più
Ancora oggi, nei villaggi, si possono vedere gli alberi sec-
interessante delle Nusa Tenggara. E' un'isola dove
chi a cui venivano appese le teste trofeo. L'isola è stata
sopravvivono l'atmosfera e la cordialità tipiche
convertita al cristianesimo dagli Olandesi, tuttavia la tra-
dell'Oriente, di un mondo che viaggia con un ritmo diver-
dizione animista, basata sul culto dei Marapu, caratterizza
so. Avere fretta è un segno di scortesia, ovunque si viene
ogni aspetto della vita quotidiana dei sumbanesi. Con il
accolti con cordialità e curiosità, ad ogni nuovo incontro
termine Marapu si indicano sia gli spiriti divini che gli spi-
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SUMBA sotto lo sguardo degli antenati
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19 riti degli antenati. Essi vengono consultati in occasione di eventi speciali come il matrimonio, le nascite, la costruzione di una casa oppure viene loro chiesta la lettura del futuro attraverso le interiora degli animali. Il Marapu simbolizza il mondo invisibile ed è un elemento tipico della cultura megalitica in cui il mondo materiale e quello immateriale interagiscono continuamente e questa relazione è resa viva attraverso i rituali e le offerte. Le case sono costruite con alti tetti piramidali di paglia, che svettano sulla foresta, per facilitare l'ingresso degli spiriti degli antenati affinché diano protezione alla loro discendenza. Le cerimonie più importanti per i Sumbanesi sono quelle funebri durante le quali vengono effettuati sacrifici di animali, per lo più maiali e bufali e viene offerto un sontuoso banchetto alla vasta parentela. L'organizzazione dei funerali rappresenta un notevole sforzo economico per le famiglie. Per questo motivo i defunti spesso attendono la loro sepoltura anche un anno. Durante questo periodo, il corpo, avvolto da strati e strati di tessuti ikat, tale da sembrare un grosso fagotto , viene conservato in casa. Sono proprio gli ikat più preziosi, tinti di indaco e rosso, decorati con splendidi disegni che raccontano miti e leggende, ad accompagnare i defunti nel loro ultimo viaggio. Vengo invitata al funerale di un'anziana signora, che aspetta da tempo il gran giorno, coperta da magnifici tessuti. Per l'occasione il cortile della casa è stato trasformato in un piccolo teatro. Centinaia di seggiole sono pronte per gli invitati che assisteranno con entusiasmo al sacrificio degli animali. Fin dalle prime ore del mattino arrivano, accompagnati da musica e canti, i vari gruppi familiari che portano in dono un maiale o un bufalo. Come se presentissero ciò che li attende, le povere bestie recalcitranti osservano la
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SUMBA sotto lo sguardo degli antenati
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21 folla con occhi terrorizzati. Un comitato di anziani, sceglierà, dopo accese discussioni, i capi da sacrificare: otto maiali e cinque bufali. Il governo, infatti, ha fissato un numero massimo, ponendo fine alle sanguinose mattanze di un tempo. La cucina è in fermento, nei grossi pentoloni fumanti stanno cuocendo gustose pietanze. Le conversazioni si animano. Tutti masticano noci di betel, incuranti del succo rossastro che macchia i denti e le labbra in modo indelebile. Ben presto la musica si fa assordante, l'eccitazione palpabile. E' l'inizio dei sacrifici. Si tratta di una cerimonia arcaica e cruenta che evoca epoche lontane ed esercita un suo fascino morboso. Un numeroso gruppo di uomini armati di spade ed eccitati dal betel trascina nell'arena le bestie, una ad una. Macabri e grotteschi, con le corna decorate di tessuti colorati, i bufali fissano su di me lo sguardo reso ormai vitreo dalla morte. Difficile comprendere questo bisogno di sangue, questa follia collettiva, ma non sono lì per giudicare le tradizioni millenarie di un popolo che sembra sfuggito, per chissà quale miracolo, alle contaminazioni dell'era tecnologica.•
anno 3 - n°8 estate 2013
Campeche un tripudio di colori e di storia / Campeche A Riot of Colours and History
testo di - text by
Pamela McCourt Francescone
T
ra i nomi di maggior spicco c'erano Pie' de Palo e Lauren Graff, meglio conosciuto come Lorencillo ,
poi William Parker, Lewis Scott e Jacob Hendrikszo-
on Lucifer, detto Diego el Mulato, per non parlare di Rock Brasiliano ed Edward Mansvelt; ma fra tutti primeggia il famigerato Sir Henry Morgan. Erano i pirati, bucanieri, corsari, predatori del mare e filibustieri che nel 17° secolo solcavano le acque del Mar dei Caraibi e del Golfo del Messico saccheggiando le stive stracolme di tesori delle flotte dell'Armada spagnola, e razziando e terrorizzando le popolazioni delle isole dove, a bordo delle loro galeoni, cercavano rifugio. Porti come Campeche, sulla penisola messicana dello Yucatan, che fu fondata nel 1540 dallo spagnolo Francisco Montejo del Mozo, presto diventò uno dei principali porti della Nuova Spagna e, come tale, una delle città più esposte ad incursioni e predazioni piratesche. Nel 1680 un ingegnere militare, Don Martin de la Torre, convinto della necessità di proteggere Campeche da queste scorribande criminali, scrisse al re spaganolo Carlos II che le città non fortificate erano
“come corpi senza anima…senza
vigore, inutili ed esposte all'invasione del nemico….a loro manca l'anima….cioè muraglie e fortificazioni”. E allora nel
A Riot of Colours and History
T
he most legendary were Pie de Palo and Lauren Graff, better known as Lorencillo, then there were
William Parker, Lewis Scott and Jacob Hendrikszoon
Lucifer, nicknamed Diego el Mulato, and also Rock Brasiliano, Edward Mansvelt and the notorious Sir Henry Morgan. They were the pirates, buccaneers, corsairs, freebooters, sea raiders and filibusters who sailed the Caribbean Sea and the Gulf of Mexico in the 17th century, sacking the treasure-laden galleons of the Spanish Armada and pillaging and terrorising the populations on the islands where they sought refuge and in the ports where they docked. Ports like Campeche, on Mexico's Yucatan penin-
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sula which was founded in 1540 by Francisco Montejo del
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Un tripudio di colori e di storia
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Campeche un tripudio di colori e di storia / Campeche A Riot of Colours and History
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gennaio del 1686 ebbero inizio i lavori di costruzione di
Mozo and which quickly became of the main ports of the
due sistemi di fortificazione, portati a termine una trentina
Nueva Espana and, as such, one of the cities most exposed
di anni dopo, dotando il cuore di Campeche, la ciudad
to the threat of pirate incursions and plundering. In 1680
hexagonal, di una difesa imponente di baluardi, molti dei
Don Martin de la Torre, a military engineer, convinced of
quali si alzano ancora fieri sul lungomare. Anche se oggi le
the necessity to protect Campeche from these criminal
uniche invasioni sono di natura turistica, visto il numero
forays, wrote to the Spanish king Carlos II that cities with-
crescente di visitatori che ogni anno scoprono la città e lo
out fortifications were… ”like bodies without souls…without
stato del Campeche con i suoi straordinari siti Maya come
vigour, useless and exposed to invasion by the enemy…they
Calakmul, Edzna e Chicannà. Campeche, dal nome pre-
lack a soul…which is to say walls and fortifications.” And so
hispanico Kin-Pech, divenne quindi il più importante porto
in January 1686 work started on two systems of fortifica-
commerciale per prodotti come il cuoio, l'henéquen (un
tion which were completed some thirty years later, giving
tipo di agave dal quale si ricavava il sisal, che a sua volta
the heart of Campeche, the ciudad hexagonal, an impos-
veniva trasformato in funi e cavi), il riso, il sale, il pesce
ing system of bulwarks, many of which can still be admired
sotto sale, articoli in cotone nonché il palo de tinte, un
today although today the only invasions are those of the
legno duro dal quale veniva estratto un colorante molto
growing numbers of tourists who are discovering the city
richiesto dall'industria tessile. E furono fortificazioni come il
and the state of Campeche with its extraordinary Maya
Forte di San Benito, El Bonete, il Baluarte de Santo Cristo de
sites like Calakmul, Edzna e Chicannà. And so Campeche,
Román, La Fuerza de Santa Cruz, la Fuerza de San Bartolo-
from the pre-Hispanic name Kin-Pech, became the most
mé e il Baluartillo de la trinchera de San Román a salva-
important commercial port for products like leather,
guardare questi fiorenti commerci. Come ulteriore prote-
henéquen (a kind of agave from which they made sisal
zione contro i francesi e gli inglesi, tra il 1779 ed il 1793
which was then transformed into cables and ropes), rice,
intorno alla città fu edificato un terzo sistema di fortifica-
salt, salted fish, cotton and palo de tinte, a hard wood from
zioni con piazzeforti e capisaldi, facendo di Campeche una
which they extracted a colorant used in the textile industry.
delle città meglio difese delle Americhe. Erano quattro le
Bastions and bulwarks like the Forte di San Benito, El
porte per entrare in città, la Puerta de Mar, la Puerta de San
Bonete, the Baluarte de Santo Cristo de Román, the Fuerza
Román, la Puerta de Guadalupe e la Puerta de Tierra e oggi
de Santa Cruz, the Fuerza de San Bartolomé and the
possiamo ammirare ancora la prima e l'ultima. Il duomo
Baluartillo de la Trinchera de San Román safeguarded the
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Cristo de Román, La Fuerza de Santa Cruz, la Fuerza de
city and its thriving trade. As further protection against the
San Bartolomé e il Baluartillo de la trinchera de San
French and the British, between 1779 and 1793 they built a
Román a salvaguardare questi fiorenti commerci. Come
third system with strongholds, garrisons and fortresses,
ulteriore protezione contro i francesi e gli inglesi, tra il
making Campeche one of the best defended cities in the
1779 ed il 1793 intorno alla città fu edificato un terzo
Americas. The city had four gates the Puerta de Mar, the
sistema di fortificazioni con piazzeforti e capisaldi, facen-
Puerta de San Román, the Puerta de Guadalupe eand the
do di Campeche una delle città meglio difese delle Ame-
Puerta de Tierra and today we can still admire the first and
riche. Erano quattro le porte per entrare in città, la Puerta
the last of these ancient passageways. The cathedral de la
de Mar, la Puerta de San Román, la Puerta de Guadalupe
Concepcion stands on the Plaza de la Independencia, the
e la Puerta de Tierra e oggi possiamo ammirare ancora la
main square which has an elegant portico running along
prima e l'ultima. Il duomo della Concezione si trova sulla
one side with a handsome black and white tiled floor. The
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Campeche un tripudio di colori e di storia / Campeche A Riot of Colours and History
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della Concezione si trova sulla Plaza de la Independencia, la
houses in the old heart of the city are low, with internal
piazza principale della città che su un lato è delimitata da
courtyards and brightly coloured facades. Many details
uno lungo portico con uno splendido pavimento di maioli-
bring us back a step in time like the many wrought-iron
che bianche e nere. Le case nei quartieri vecchi sono basse,
lamps and balconies, the knockers and heavy studs on the
con cortili interni e facciate variopinte. Molti sono i dettagli
doors and the elegant windows with eyebrows in contrast-
che riportano indietro nella storia come i vecchi lampioni e
ing colours to the facades. In fact, after its majestic fortifi-
i balconi in delicato ferrobattuto, i batacchi e le borchie
cations the thing that strikes you about Campeche is its
sulle porte e le finestre eleganti incorniciate in tonalità che
colours. And its people. In Spanish the word campechano
contrastano con le facciate. Infatti, dopo la maestà delle
means “a sincere, frank and good-humoured person who
sue fortificazioni quello che più colpisce a Campeche sono
treats everyone without standing on ceremony.” Smiling
i suoi colori. E la sua gente. In spagnolo la parola campe-
and courteous, curious but never pushy, the people of
chano è sinonimo di “persona sincera, franca e di buonu-
Campeche welcome visitors with good humour and spon-
more, che tratta tutti senza cerimonia.” Ed è proprio così.
taneity. And the local cuisine is every bit as appealing as
Sorridenti e garbati, curiosi ma mai invadenti, i campechia-
the locals, with many fish dishes such as the famous
ni accolgono il visitatore con allegria e spontaneità. Altret-
Campeche prawns, which everyone knows are the most
tanto accattivante è la cucina locale, con tante specialità di
flavoursome and succulent in Mexico. And they are at their
frutti di mare come i famosi gamberi del Campeche che,
best in a local speciality, the Gambas al coco, large juicy
come molti sanno, sono i più succulenti e saporiti del Mes-
prawns deep-fried in shredded coconut, an unusual and
sico. Da non mancare quindi le Gambas al coco, fritti dorati
delicious blend of flavours to be enjoyed with a miscelada,
in polvere di cocco, un abbinamento mare e monti davvero
a highly thirst-quenching drink of iced beer with chilli pep-
inusuale e goloso, da gustare con un bicchere di miscelada,
per, lemon juice and Worchester sauce. Champoton, the
una bibita altamente disettante a base di birra ghiacciata,
second most important city in the state of Campeche, is a
peperoncino, succo di limone e salsa Worchester. Champo-
lively fishing town. The long, red town hall on the main
ton, la seconda città dello stato di Campeche, è un vivace
square has an elegant arcaded facade while the many
centro commerciale e di pesca. Sulla piazza principale sor-
cocktelerias on the esplanade serve a wide range of fish
ge il municipio, un lungo edificio rosso con un'elegante
specialities. In Campeche there are over 40 Maya archaeo-
arcata, mentre sul lungomare si trovano molti cocktelerias
logical sites, many of which are still hidden in the depths of
dove vengono servite specialità locali a base di pesce fre-
the jungle while others, like the majestic Calakmul and
schissimo. Nel Campeche ci sono oltre 40 siti archeologici
Edza and the smaller Becan and Chicannà have been
maya, molti ancora nascosti dalla fitta vegetazione della
cleared, or partly cleared. Calakmul, (ca-lak-mul means
penisola mentre altri, tra i quali il maestoso Calakmul, Edza
two-near-pyramids) which is very close to the border with
e i più piccoli Becan e Chicannà, sono stati riportati alla
Guatemala and some 300 kilometres from the city of
luce. Calakmul, (il nome ca-lak-mul significa due-vicine-
Campeche, is one of the most extensive Maya sites ever
piramidi) sorge sul confine con il Guatemala, a oltre 300
found. To get to it, once off the state highway, you have to
kilometri dalla città di Campeche, ed è uno dei siti Maya più
drive for another 60 kilometres through the jungle, into the
grandi mai scoperti. Per arrivarci, una volta usciti dalla stra-
depths of a 750-hectare biosphere. From the second to the
da statale, bisogna percorrere circa 60 chilometri attraverso
sixth century Calakmul was the most important city of the
una biosfera che si estende per oltre 750 ettari nella giun-
Kingdom of the Snake, and had over 50,000 inhabitants.
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gla. Dal secondo al sesto secolo Calakmul fu il centro prin-
Up to now some 6,000 structures have been uncovered on
cipale del “Regno del serpente”, con oltre 50.000 abitanti.
the site including the Structure 2, which, at 45 metres high,
Finora sul sito sono stati rinvenuti più di 6.000 strutture tra
is the largest classical era Mayan pyramid ever found.
le quali la Struttura 2, il più grande tempio dell'era classica
Down the centuries Calakmul had many emperors but
Maya mai trovato, che svetta a 45 metri di altezza. Sugge-
those with the most intriguing names were undoubtedly
stivi i nomi di alcuni degli imperatori di Calakmul: Testimo-
Sky Witness, First Axe Wielder, Scroll Serpent and Split
ne del Cielo, Primo Branditore di Ascia, Serpente Arrotolato
Earth. Edzna, unlike Calakmul much of which is still
e Terra Spaccata. Edzna, a differenza da Calakmul che è
shrouded by the jungle, is a Mayan city with large open
tuttora ammantata dalla giungla, è una città Maya di
spaces and a majestic 5-storey pyramid. Dating back to
ampio respiro con grandi spazi e una maestosa struttura a
the late-classical era Edzna emanates a sense of elegance
cinque piani. Risalente al periodo tardo classico, Edzna
and majesty which contrasts sharply with the more som-
trasmette un senso di eleganza e regalità in forte contrasto
bre, obscure and mysterious Calakmul. Smaller, but by no
con il più tenebroso e misterioso Calakmul. Più piccoli ma
means less fascinating are the sites of Becan and Chicannà
non per questo meno affascinanti sono i due siti di Becan e
which are also inside the Calakmul biosphere. The first
Chicannà, anch'essi nella Biosfera di Calakmul. Il primo fu
was an important political and military city and the only
un importante centro politico e militare ed è l'unica città
Mayan city to have a moat. Among its many decorative
Maya interamente circondata da un fossato. Tra i rilievi
elements the sculpted mask of the sun god Kinichna merits
decorativi spicca la maschera scolpita del dio-sole Kinic-
particular attention. Chicannà, which was discovered in
hna. Chicannà, scoperto solo nel 1966 risale, come Becacn,
1966, like Becan dates back to the 6°-8° centuries. The
al 6°-8° secolo. Dei suoi molti templi e strutture ciò che
most striking element of its many temples and structures is
colpisce di più è la facciata della Struttura 2, un intricato
the facade of the Structure 2, an intricate weave of geo-
intreccio di figure geometriche che rappresentano il
metrical figures which represent the monster of the earth
mostro della terra con fauci spalancate che estende i propri
with gaping jaws and with teeth and a tongue protruding
denti e lingua verso la piazza antistante. La porta che si
towards the square. The door on the facade is highly sym-
apre sulla facciata è di grande simbolismo essendo la “Por-
bolic as it is the “Door of the middle world” and gives
ta del mezzo mondo” da dove deriva il nome di Chicannà:
Chicannà its name which is “Serpent-mouth House” in
Casa delle fauci del serpente. www.visitmexico.com/it•
ancient Mayan. www.visitmexico.com/it•
anno 3 - n°8 estate 2013
TANTO DI CAPPELLO! / HATS OFF TO BECAL
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29
TANTO DI
testo di - text of
Pamela McCourt Francescone foto di P.M.F. e archivio - photo by P.M.F. and archive
Q
uando suonano i rintocchi per la prima messa nella Chiesa della Navidad, un magnifico edificio con
due alte torri risalente al 17° secolo che sorge sulla
piazza principale di Becal accanto a una fontana moderna con cinque grandi sombreri che non lascia dubbi sulla vocazione della piccola cittadina a 85 chilometri dalla capi-
HATS OFF TO BECAL
R
amona Cazares Cauich is already at work when the bells announcing the early-morning mass ring out
from the Church of the Nativity, a magnificent 18th-
century building with two tall belfries which stands on the main square of Becal (a little town 85 kilometres from the regional capital, Campeche) next to a modern monument
anno 3 - n°8 estate 2013
TANTO DI CAPPELLO! / HATS OFF TO BECAL
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tale del Campeche, Ramona Cazares Cauich è già al lavo-
with 5 large sombreros which leaves little doubt as to the
ro. Si è alzata prima dell'alba e, dopo aver preparato una
town's vocation.
colazione di panuchos, i panini tipici della zona e fagioli per
When Ramona got up it was still dark and, having prepared a
i suoi due figli, ha attraversato la strada e, scendendo una
breakfast of panuchos, the typical local bread, and beans for
decina di ripidi gradini, ha raggiunto il suo posto di lavoro.
her three children she crossed the road and, climbing down
Una fresca grotta scavata nella pietra calcare appartenen-
a dozen or so rough-hewn steps, entered the cool grotto
te ad una sua sorella che, insieme ad altre due donne e ad
dug out of limestone which belongs to one of her sisters
un uomo, sono già al lavoro. Sono i tessitori di Becal, gli
where two other local women were busy pegging their wares
artigiani che lavorano i cappelli di paglia che hanno reso
onto the clothes lines hanging around the walls and arrang-
celebre questa località, i famosi cappelli jipi becalenos o
ing them on benches and tables. They are the weavers of
Calkini hats dal nome della cittadina vicina a Becal dove
Becal, artisans who make the straw hats which have made
sorge un antico monastero che risale al 16° secolo ed è
this town famous and are called jipi becalenos or Calkini
dedicato a San Luigi di Tolosa. Jipijapa (si pronuncia hepe-
hats after the nearby town which attracts tourists who come
hapa) è una cittadina in Ecuador dove la produzione di
to admire the ancient 16th-century monastery of Saint Louis
cappelli di paglia ha avuto origine nel 19° secolo, proprio
of Toulouse. Jipijapa (pronounced hepehapa) is a little town
per fornire copricapi ai lavoratori che
in Ecuador where the production of these hats started in the
stavano allora
costruendo il canale di Panama: ecco perché in inglese si
19th century, and which provided protective headgear to
chiamano Panamas. Ma c'è chi sostiene che il cappello di
the workers who were then constructing the Panama Canal:
paglia risalga addirittura al 16° secolo e che furono gli Inca i
this is why they are known as Panamas in English.
It is said
31 primi ad usare le fibre di una pianta chiamata toquilla per fare copricapi che li proteggessero dal sole. E si legge che nel 1898 il governo americano ordinò 50.000 sombrero de paja toquilla per le truppe in partenza per il fronte caraibico durante la Guerra AmericanoSpagnola. La produzione del sombrero ebbe inizio in Messico nel 1859 quando una famiglia locale introdusse nella regione del Campeche una palma nana dal vicino Guatemala chiamata appunto jipi o huano - dalla quale si poteva ricavare la fibra per la produzione di cappelli. Oggi Becal e Jipijapa lavorano in piena sintonia, scambiando nuove tendenze e collaborando per perfezionare sempre di più questa antica e raffinata arte. Durante l'epoca coloniale Becal era l'ultimo baluardo del Camino Real, l'arteria commerciale dei colonizzatori spagnoli nello stato del Campeche, ed era la sede del cosiddetto capitan a guerra de that straw hats were first produced by the Incas in the 16th century to protect them from the Andean sun and that they used the fiber of a plant called toquilla.
An 1898 chronicle
recounts that the American government ordered 50,000 sombrero de paja toquilla for the troops who were leaving for the Caribbean front in the American-Spanish war. The production of the sombrero in the Campeche region dates back to 1859 when a local family introduced a dwarf palm from nearby Guatemala – called the jipi or huano - the fibers of which began to be used for straw hats like those made in Ecuador. Today Becal and Jipijapa work closely together, exchanging new trends and finding ways to further refine this ancient craft, which is indeed more of an art. In colonial days Becal was the last bastion of the Camino Real, the commercial thoroughfare used by the Spanish colonizers, in the state of Campeche and
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TANTO DI CAPPELLO! / HATS OFF TO BECAL
camino real. Oggi ci sono circa 2.000 grotte a Becal, quasi the town was the seat of the so-called capitan a guerra de ogni casa ne ha una, alcune naturali ed altre scavate nella camino real. Today there are around 2,000 grottos in Becal, roccia. La lavorazione dei cappelli avviene in questi luoghi almost every house has one, some natural and others manfreschi ed umidi che mantengono flessibili le fibre che made. The hats are woven in these cool and damp grottos sopraterra, dato le temperature estreme in questa parte which keep the fibres supple as above ground, given the interna della penisola dello Yucatan, diventerebbero frangi- extreme temperatures in this internal part of the Yucatan penbili e rischierebbero di spezzarsi o sfaldarsi. Quando arriva- insula, they would split and break. When the fresh green palm no a Becal, le fronde fresche delle palme vengono tagliate leaves arrive in Becal they are sliced into long ribbons of varyin tante lunghe strisce di vari spessori che vengono poi ing thickness and then hung out in the sun to dry until they appese al sole dove si seccano e scoloriscono fino a rag- have turned that pale, pearly and luminous straw colour that giungere quel tipico colore di pallidissima paglia con sfu- makes these famous hats so unique. The narrowest fibres, mature perlate e luminose che contraddistingue i famosi which are no wider than a silk thread, are used to weave the cappelli. Mentre per ottenere gli allegri colori oggi di moda best hats, which can be folded and tucked into a pocket and vengono usate tinture naturali. Dai fili più sottili, che non then unrolled without a crease thanks to their extremely fine sono più larghi di un filo di seta, vengono tessuti i cappelli weave. They are also the most expensive hats. The weaver più pregiati, che si possono piegare ed infilare in tasca. starts from the crown of the hat and the finely woven circle Data la loro fittissima trama sono impermeabili. E sono grows wider and wider as the long trailing fibres are deftly quelli che, chiaramente, costano di più. La lavorazione del woven by the able and fast hands of the weavers. To produce cappello inizia dalla calotta e il cerchio cresce in diametro a medium-grain hat it takes about three days while the ultraman mano che i lunghi filamenti di fibra vengono tessuti da fine models can take up to three months. Painstaking and mani abili e veloci. Per produrre un cappello di grana media highly skilled craftsmanship. Today, alongside the classical ci vogliono due o tre giorni, per uno ultra fino anche tre hats, the weavers also produce straw handbags, key rings, mesi. Un lavoro di grande pazienza anche per questi arti- boxes, purses and other accessories, and natural dyes are giani specializzati. Oggi i cappelli vengono prodotti in una used to produce the range of bright colours which are so popuvasta gamma di colori e stili, e la produzione comprende lar today.The Becal weavers sell their production to wholesalanche borse, portachiavi, scatole, portamonete e altri ers who, using heavy presses, transform them into a wide oggetti ed accessori. becalGli artigiani di Becal vendono i range of different shapes and models, although the most popcappelli finiti a grossisti che, usando pesanti presse, li ular remain the classical Cubana,
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Tejana,
Veracruzana
trasformano in forme diverse a seconda dei dettami della Havana and Fedora. These hats are exported throughout
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moda anche se quelli classici rimangono la Cubana, la
South America but the finest ones are also to be found in
Tejana, la Veracruzana, l'Havana e la Fedora. I cappelli di
luxury shops in Europe and in America where on Bond
Becal si trovano in tutto il Sud America, ma i più pregiati
Street or Ffth Avenue they can easily cost 3,000 dollars.
finiscono in negozi di lusso in America ed in Europa dove
For a hat which one of Becal's skilled weavers will have
possono costare anche 3.000 dollari; per un cappello che
sold for a mere 150 dollars.
l'abile tessitore di Becal ha venduto per non più di $150. www.visitmexico.com/it
www.visitmexico.com/it
www.vivecuador.com info@turismo-ecuador.it
www.vivecuador.com info@turismo-ecuador.it
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Israele il paese che non ti aspetti
il paese che non ti aspetti
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35 testo di Annarosa
Toso foto di Annarosa Toso e Archivio
I
sraele, da almeno un decennio, è
da, Israele è passato da ricrescite
ni difendono la terra dei padri asse-
meta turistica altalenante. Dai pic-
straordinarie a situazioni di stallo, cau-
gnata loro nel 1948 come risarcimen-
chi record ottenuti nel 2000 dopo la
sate dalle schermaglie non sempre
to dell'olocausto, mentre i palestinesi
visita di papa Carol Woitila, ai fermi
incruente che periodicamente coin-
si sentono espropriati in casa propria.
negli arrivi dovuti alla seconda Intifa-
volgono le due parti. Gli ebrei israelia-
Ma questo tocca poco il turista che
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Israele il paese che non ti aspetti
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decide di andare in Israele, vuoi per quel forte legame affet-
tigliette di acqua o di qualsiasi altro liquido superiore a 100
tivo se si tratta di persone della comunità ebraica, vuoi per
centilitri. Ma tant'è. Il paese è tecnologicamente avanzato,
fede cristiana se si tratta di pellegrini o per pura cultura se si
aldilà di quanto il turista possa immaginarsi. Una piacevole
tratta di persone desiderose di immergersi nella vasta storia
sorpresa scoprire che il pullman che per una settimana ci
del Paese. In una settimana, anche con il sistema fly and
ha trasportato per tutto il Paese, aveva collegamento wi-fi
drive, si può visitare tutto il paese da sud a nord. Ci si può
che ha consentito agli occupanti di restare aggiornati con il
concentrare sulle tradizioni di uno Stato dalle attrattive uni-
mondo, di telefonare con skype, di controllare le proprie
che come la suggestiva Gerusalemme, il sito di Masada, il
caselle di posta elettronica. Insomma senza perdere quelle
Mar Morto con le sue incredibili e salatissime acque, Haifa
abitudini di cui siamo tutti ormai schiavi.
con i giardini di Bah, fino al viaggio di ritorno passando per
La lingua ufficiale in Israele è l'ebraico moderno, ma anche
le spiagge di Eilat. Si possono mettere da parte i pregiudizi
inglese e arabo sono considerate lingue correnti. In Israele
e arrivare fino alle Gole del Golan o attraversare il posto di
vivono ebrei provenienti da oltre 80 paesi del mondo e il
blocco per entrare a Betlemme. Con calma e con il tempo
risultato è una gioventù strepitosa che vive con gioiosità e
giusto per fotografare quel muro condannato dalla comuni-
fatalismo l'età verde, in attesa degli obblighi militari che
tà europea, ma indispensabile per la sicurezza degli israe-
sono di tre anni per gli uomini e due per le donne. Il totale
liani, che non esitano ad evidenziare le statistiche sugli
della popolazione è intorno agli otto milioni di abitanti di cui
attentati prima e dopo la costruzione del muro. I controlli i
oltre un milione sono arabi israeliani e una piccola percen-
sicurezza eseguiti da personale israeliano, da qualsiasi
tuale è composta da cristiani ortodossi. A Tel Aviv e a Geru-
aeroporto si parta, sono minuziosi, farciti con domande che
salemme abita la maggiore concentrazione di arabi israe-
sembrano ovvie, ma non lo sono. Tra l'altro sui voli per Israe-
liani che vivono in tranquillità, ma a dignitosa distanza dagli
le e viceversa si possono imbarcare tutti i tipi di liquidi nel
ebrei israeliani, finché va tutto bene e non succede nulla di
bagaglio a mano e se la sicurezza israeliana li considera
grave. In caso contrario, quando accadono attentati, si
non pericolosi, non si capisce perché per partire in aereo
deve tener conto delle rappresaglie di Israele, che con ogni
verso altre destinazioni, dobbiamo privarci delle nostre bot-
mezzo difende la sua popolazione e non esita ad usare
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anno 3 - n°8 estate 2013
Israele il paese che non ti aspetti
mezzi forti. A Tel Aviv, città vivacissima “dove non si dorme mai”, si arriva in tre ore e mezzo di volo e da qui partono tutti gli itinerari per la visita del Paese. A pochi chilometri si trova Jaffa, vecchio borgo marinaro completamente ristrutturato e porto più antico del Mediterraneo. Qui si riuniscono giovani, artisti per trascorrere piacevoli serate, nei tanti bar e ristorantini tipici, ma anche solo passeggiando. E' un posto di moda sempre frequentato fino a tarda notte, che attira oltre i locali anche i turisti. La leggenda o meglio una parabola ci racconta che in questo luogo il profeta Giona fu inghiottito da un pesce grande – nella storia non si accenna però alla balena - e una statua ne ricorda l'avvenimento. La sorpresa di Tel Aviv è scoprire che molte attività commerciali sono funzionanti anche di notte, oltre alle classiche aperture di bar e ristoranti. Inoltre la maggior parte degli alberghi internazionali sono costruiti sul lungo mare e regalano splendidi panora-
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mi. Ma è Gerusalemme che ti prende il cuore. Sede del governo e capitale, la città trasuda fascino da ogni pietra e da ogni angolo. Meta sacra per tutti i credenti, dal punto più panoramico si scorgono il muro di cinta con la porta dove entrò Gesù la Domenica delle Palme, la spianata delle moschee, il muro del pianto, la cupola del Santo Sepolcro, una delle chiese più visitate al mondo. Tante le emozioni, entrando in quella chiesa sacra, custodita da secoli da una famiglia islamica che ogni giorno ne apre e chiude la porta. La città vecchia ospita quattro quartieri, ognuno abitato da un diverso gruppo religioso: ebraico, musulmano, armeno e cristiano. Questo è il luogo che più di ogni altro al mondo riunisce in poco spazio le tre religioni monoteiste. E poi il muro del pianto dove donne e uomini sono divisi nelle preghiere e dove è difficile trovare uno spazio tra le fessure delle pietre per lasciare come tradizione un bigliettino a quel Dio che è anche nostro, una
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Israele il paese che non ti aspetti
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supplica, una richiesta di aiuto. Un accenno sui Kibbutz.
da poteva vantare magazzini per le provviste ed enormi
Nati come insediamenti agricoli, i kibbutzim (al plurale)
cisterne per l'acqua. Tutto quello che è arrivato a noi è il rac-
sono diventati in molti casi degli hotel, offrendo però al visi-
conto di un ebreo sopravvissuto, Flavio Giuseppe.
tatore la visione di uno stile di vita, in molti casi ancora atti-
Un puzzle di storia e leggenda ben miscelate, con tanti tas-
vo.
selli vuoti e con un finale tragico, quello della morte cruenta
Molti tour operator inseriscono nei loro tour, almeno un per-
di quei mille ebrei zeloti che avevano occupato Masada nel
nottamento nei kibbutzim ed è sicuramente una bellissima
66 d.C. Dall'alto, si scorgono ancora gli accampamenti
esperienza mischiarsi nella sala ristorante con le famiglie
dove le guarnigioni romane per circa due anni sostarono e
ebraiche e tentare di capire quella scelta di vita. Per chiude-
studiarono l'assedio. Per Israele, Masada, riscoperta
re, qualche parola sulla fortezza di Masada. Fatta costruire
all'inizio del 1800, non è solo il sito storico per eccellenza,
da Erode quale eventuale rifugio in caso di pericolo, Masa-
ma anche un luogo sacro e un simbolo della resistenza.•
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48 ore a New York
48 ore a New
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43 testo di Pamela
McCourt Francescone Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio
S
i può visitare una metropoli come New York in 48
York
ore? Assolutamente sì. Basta organizzarsi bene,
cercando di concentrare nelle quattro mezze gior-
nate più cose da visitare in zone non troppo lontane l'una dall'altra. Certo non sarà possibile vederla tutta, ma si potrà venire via con la sensazione di aver gustato sia la New York da cartolina che quella più intima ed elegante. La metropolitana è il modo più veloce per spostarsi in città, ma se il tempo è bello meglio comprare un biglietto di 48 ore per gli Hop-on Hop-off, gli autobus panoramici a due piani che permettono di scendere e risalire a volontà e collegano i luoghi più visitati e importanti della città, permettendo anche di fare dei tour di notte. Una buona colazione, magari da Starbucks, un'istituzione qui come in tante grandi metropoli, è sempre un'esperienza divertente per chi, venendo dall'Italia, è abituato a limitarsi a un espresso o un cappuccino la mattina. Poi giù al West Side per visitare due siti che sono i simboli universali di questa città: la Statua della Libertà e Ground Zero, l'area dove, prima dell'11 settembre sorgevano le Torri Gemelle. Oggi si può visitare la galleria fotografica e fare un tour guidato a piedi del Tribute World Trade Center dove sono in costruzione nuovi edifici e torri, come la Freedom Tower che, quando sarà inaugurata nel 2014, sarà l'edificio più alto degli Stati Uniti. Ben 1.776 piedi, non un numero casuale, ma l'anno della dichiarazione dell'indipendenza degli Stati Uniti. Dalla vicina Battery Park partono i traghetti che portano all'isolotto dove sorge la Statua della Libertà (non molti lo sanno ma non si trova a New York ma in New Jersey!) attualmente chiusa dopo i danni di Hurricane Sandy come il vicino Museo dell'Immigrazione su Ellis Island, ma che aprirà nuovamente al pubblico il 4 luglio prossimo. Spostandosi sempre verso nord si arriva a una delle attrazioni più nuove e belle della città: la High Line, la storica linea ferroviaria merce elevata che è stata trasformata in un bellissimo parco verde con piste ciclabili e zone attrezzate per passeggiate e relax. E perché non fermarsi qui in uno dei tanti punti di ristoro per un pranzo veloce? Il pomeriggio lo dedichiamo alla cultura visitando due dei più affascinanti musei della città: Il Guggenheim, il capolavoro dell'architetto Frank Lloyd Wright costruito a spirale, e il Metropolitan Museum of Art con una magnifica collezione di opere del XlX e XX secolo fino ai nostri giorni.
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48 ore a New York
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Di sera una passeggiata per ammirare le luci sfavillanti di
vivevano gli immigrati irlandesi, italiani, cinesi, tedeschi
Times Square e per cena uno dei tanti ristoranti specializ-
ed ebrei, che hanno cercato lavoro nella città tra la fine
zati nel piatto simbolo di New York: the hamburger. Come
del 1800 e l'inizio del 1900. Questo museo non è molto
The Lion dove è facile incontrare personalità del cinema e
conosciuto ma vale veramente la pena fare una visita
della tv che vengono qui per il famoso Special Blend fatto
guidata (le guide sono bravissime) del vecchio palazzo
con carne di maiale, provolone e cipolle caramellate. La
dove non è cambiato niente e dove si toccano con mano
seconda mattina inizia nel Lower East Side, nel Tenement
le condizioni di estrema povertà in cui vivevano le famiglie
Museum per fare un tuffo nel passato e vedere come
all'epoca.
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Un'altra esperienza gastronomica di rigore è il pranzo in un
porzioni sono più che sufficienti per due persone. Non si
deli di Manhattan. Tra i più conosciuti c'è il Carnegie Deli,
può non fare una passeggiata a Central Park, il grande pol-
accanto all'omonima sala concerti. Se ordinate un Ruben o
mone verde della città. Come è d'obbligo una tappa al Roc-
un tramezzino con pastrami, il primo con manzo sotto sale
kefeller Centre per salire al 70° piano e ammirare la città
e il secondo con manzo affumicato, è bene sapere che le
dall'alto. E, visto che ci troviamo a due passi dalla Mecca
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47 dello shopping dedichiamo il resto del pomeriggio alla Quinta Strada e alla parallela Madison Avenue, le due vie più sofisticate di New York, con negozi di lusso, antiquari, gallerie d'arte, boutique e grandi magazzini come Macey's e Bergdorf Goodman sulla 5th e l'elegante Barney's su Madison dove si trova il meglio del design americano e internazionale. All'ora dell'aperitivo è bello rilassarsi al bar Salon de Ning nell'Hotel Peninsula sulla 5th Strada. E per cena – visto che finora il conto per pranzi e cene è stato assai modesto – Nobu. Una piacevole passeggiata dal The Peninsula, questo è il ristorante giapponese più famoso della città, con una stella Michelin e tre dal New York Times, di proprietà dello chef Nobu Matsuh i s a
e
dell'attore Robert De Niro. Un'esperienza gastronomica di assoluta eccellenza in un ambiente sofisticato e rilassante, nonché un addio in grande stile dopo due splendide giornate passate alla scoperta di una delle città più affascinanti al mondo.•
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Kirghizistan tra le Vette dell'Asia Centrale
tra le Vette dell'Asia Centrale testo di di e foto di
Anna Maria Arnesano Giulio Badini
I
l Kirghizistan costituisce la più orientale e la più montuosa delle cinque repubbliche sorte nel 1991 dal dissolvimento dell'Unione Sovietica e note con il nome generico di Asia centrale, un territorio grande 13 volte l'Italia (abitato da appena
57 milioni di abitanti in gran parte ancora nomadi) poco noto in Europa e dall'incerta collocazione geografica, famoso
soprattutto per aver ospitato il tratto mediano di quella straordinaria via di interscambio per merci e conoscenze che è stata
per oltre due millenni la Via della Seta. Esteso quanto due-terzi dell'Italia, il Kirghizistan confina a nord con il Kazakistan, ad ovest con l'Uzbekistan, a sud con il Tagikistan e ad est con la Cina; montuoso per il 94 % del territorio con un'altitudine media di 2.750 m e coperto per tre-quarti da nevi e ghiacciai perenni, risulta solcato dalle più imponenti catene del continente che dal Pamir, il Tetto del Mondo, si irradiano a formare i massicci dell'Himalaya, del Karakorum, dell'Hindu Kush, del Kunlun, del Tian Shan fino all'Altaj mongolico, con vette di 5-7.000 m e ghiacciai estesi per 8.000 km2. La cima maggiore è data dal Pic Pobedy, 7.439 m. Tra le montagne settentrionali del Tian Shan si apre il lago Issyk-Kul, riserva della biosfera Unesco, secondo per dimensione (grande 17 volte il nostro Garda) e quarto per profondità al mondo, con la caratteristica di non ghiacciare mai. Piccole pianure si trovano a nord e al centro, lungo la fertile valle di Fergana, che taglia in due il paese. Date le premesse geografiche, l'economia si basa essenzialmente sull'allevamento: pecore, yak e cavalli con tre capi per ogni abitante a sfruttare la maggior risorsa del paese, l'erba dei pascoli d'alta quota, con una vita seminomade trascorsa entro le yurte di feltro come millenni or sono i loro progenitori. E per integrare i magri introiti familiari della pastorizia, in mancanza di monumenti da una ventina di anni si è incredibilmente sviluppato un tipo diffuso di turismo rurale sostenibile
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per utilizzare l'altra grande risorsa naturale nazionale, vale a dire le montagne più belle del mondo, con escursionismo e
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Kirghizistan tra le Vette dell'Asia Centrale trekking a piedi e a cavallo tra pascoli e vette, accolti dalla tradizionale ospitalità dei nomadi. Il paese offre infatti un repertorio unico di ecosistemi, con enorme varietà di flora e fauna. In estate i pascoli montani offrono un tripudio di fiori selvatici, con marmotte e pika prede di aquile e gipeti, e il raro leopardo delle nevi (qui presente con la seconda popolazione della terra) intento a cacciare stambecchi e mufloni, mentre le foreste del Tian Shan ospitano linci, lupi, cinghiali e orsi bruni. I kirghizi, discendenti da guerrieri sciti arrivati dalla Siberia in epoca preistorica, parlano una loro lingua turcofona oltre al russo e sono islamici sunniti assai moderati e con influenze sciamaniche; nel territorio vivono 80 clan etnici (66 % kirghizi, 14 uzbeki e 10 russi), con notevoli differenze economiche e sociali tra nord e sud. Il clima è continentale secco, con inverni rigidi e estati calde. Molti sport tradizionali si svolgono a cavallo, dalla caccia con l'aquila fino al Kok Boru, una specie di polo violento con i cavalieri che si contendono la carcassa di una capra senza esclusione di colpi. Vige ancora l'usanza che per sposarsi occorre “acquistare” la donna con una costosa dote; per evitarla, spesso le giovani vengono rapite – consenzienti o meno – dagli aspiranti coniugi, mettendo le famiglie di fronte al fatto compito. I prodotti artigianali più noti sono gli shyrdak, tappeti di feltro dai colori vivaci usati dai nomadi, mentre gli uomini calzano un cappello conico di feltro bianco.
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Kirghizistan tra le Vette dell'Asia Centrale Il viaggio Un possibile itinerario della durata di due settimane parte dalla meridionale Osh, seconda città con forte presenza uzbeka, importante bazar lungo la Via della Seta; anche se non esiste alcun monumento a provarlo, per la distruzione operata dai mongoli, tutti vi diranno che è più antica di Roma. Si imbocca la valle dell'Alay, estrema appendice montuosa meridionale del paese, cuore del versante kirghizo del Pamir, una delle aree più remote e selvagge dell'Asia Centrale al confine con Tagikistan e Cina e punto ideale di accesso al Pik Lenin, uno dei 7.000 più facilmente accessibili. Nella regione centrale si attraversa la fertile Valle di Fergana, definita il granaio dell'Asia centrale, per raggiungere un noto caravanserraglio del X-XV
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53 che porta fino ad alti pascoli a 3.500 m di quota, e si toccano
presenta un'estrema varietà ambientale: deserto e steppe,
le sorgenti termali di Jalal-Abad, note fin dal Mille anche in
praterie, foreste subalpine e glaciali, abitata da stambec-
India e Afganistan per le loro proprietà curative. Nel nord-est
co, cinghiale, pecora di Marco Polo, leopardo delle nevi,
tappa d'obbligo al lago Issyk-kol, il lago caldo che non gela
ibis, gatto della steppa, gallo himalayano e oca selvatica.
per l'attività geotermica e l'elevata salinità, lungo 170 km e
Da qui si diparte la Valle del Karkara, che segna il confine
largo 70 e perla dei monti Tian Shan, disseminato di com-
con il Kazakistan e conduce a rigogliosi pascoli d'alta quo-
plessi termali. La circostante riserva della biosfera Unesco
ta nel cuore dei Tian Shan centrali, le montagne celestiali al confine con la Cina. Qui si trova l' Inylchek, il ghiacciaio maggiore del Tian Shan (lungo 60 km) che a 3.300 m forma un lago stagionale punteggiato da iceberg, che verrà sorvolato in elicottero. Siamo nel pieno della miglior regione dell'Asia centrale per la pratica di trekking, escursionismo e alpinismo, tra le più belle montagne della terra. L'operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it), specializzato in percorsi di scoperta geografica, ambientale e etnografica e specialista su tutte le nazioni dell'Asia centrale, propone in Kirghizistan un itinerario di 14 giorni alla scoperta di tutte le principali valenze turistiche del paese. Uniche partenze con voli di linea da Milano e Roma il 13 luglio e 10 agosto 2013, pernottamenti in hotel, campi tendati, guest house e yurte, possibile volo in elicottero. •
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Utrecht e l'Aja tutto il fascino dell'Olanda
Utrecht e l'Aja tutto il fascino
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dell' testo e foto di
Teresa Carrubba Sembra uscita da una favola fiamminga, Utrecht, con i ghirigori della sua architettura dai frontoni triangolari che svettano oltre l'edificio sfidando un cielo tenue con i mattoni rossi e i candidi stucchi decorativi. Un fascino immortalato nel tempo che ben si accorda con il silenzio che aleggia nell'aria. Tra le strade senza traffico dove si percepisce appena il fruscìo di alcune biciclette tra passanti discreti e felpati e dove può capitare che un gruppo di turisti segua la sua guida camminando indisturbato al centro della via. Nell'intrico dei languidi canali alberati su cui scivolano senza rumore barche di ogni tipo dalle quali si apprezza la magnifica architettura medievale, tardogotica e rinascimentale di Utrecht e la sua vivacità nei numerosi locali a pelo d'acqua, sulla banchina, frutto di un sapiente restauro di antichi magazzini usati nel Medioevo per scaricare le merci di un fiorente sistema commerciale, facilitato dall'ingegnosa canalizzazione che percorreva tutta la città. Oggi l'Oudegracht, il canale vecchio, e il Nieuwegracht, il canale nuovo, sono un prezioso moltiplicatore del turismo che rimane comunque sobrio e non invasivo. Utrecht fu la prima sede vescovile e centro ecclesiastico dei Paesi Bassi settentrionali. Qui nacque e visse l'unico Papa olandese, Adriano VI, eletto nel 1522, anche se la sua missio-
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Utrecht e l'Aja tutto il fascino dell'Olanda
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ne durò solo un anno. E qui sorse un gran numero di
usciti ben 10 Premi Nobel e che conta 65.000 studenti. Le
monasteri e chiese, ma la diocesi venne di fatto sospesa a
lauree vengono festeggiate in grande stile nello Acade-
causa della Riforma dopo l'iconoclastia del 1566. Fu allo-
miegebouw, magnifico edificio in stile rinascimentale
ra che le chiese passarono alle comunità protestanti o
adiacente al Duomo, a cui è stato integrato il Kapittelzaal
vennero adibite a scopi non religiosi. I cattolici si riuniva-
dove nel 1713 le potenze europee firmarono la pace di
no nelle cosiddette “schuilkerken”, chiese nascoste, come
Utrecht, che segnò la fine della Guerra di Successione
la cappella di Santa Gertrude e la chiesa Mennonita. Solo
Spagnola. Un evento di cui quest'anno ricorre il trecente-
nell'Ottocento si ricominciò a costruire chiese cristiane,
simo anniversario e che viene festeggiato per tutto il
tra cui la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa di San Willi-
2013 con un variegato programma culturale internazio-
brordo e la cattedrale di San Martino. La conversione di
nale: “The Art of making peace”. Un motivo in più per
ex chiese cattoliche ad uso prosaico ha offerto ad Utrecht
visitare questa romantica e coinvolgente città olandese.
delle realtà singolari come il caffè ristorante Olivier, che
Tra gli eventi in corso, una bellissima mostra dal titolo
della chiesa Maria Minor ha conservato i simboli originali
“Peace was made here” è stata allestita nel museo cult
come il magnifico organo, gli arredi sacri e le statue dei
della città, il Centraal Museum, dedicata proprio al tratta-
santi nelle nicchie. All'inizio mette un po' a disagio
to di Utrecht firmato 300 anni fa. Ma Utrecht è anche
lasciarsi andare alle prelibatezze della cucina olandese in
altro. E', per esempio, la città della riconversione degli
un luogo così imponente e con tutti i segni della sacralità,
edifici con particolare attenzione alle classi meno
ma a sera tarda, quando il locale si affolla in modo esube-
abbienti. Un esempio è costituito dalle Beyerskameren,
rante di giovani chiassosi con in mano un boccale di birra,
nel Lange Nieuwstraat, una volta orfanotrofio, trasfor-
tutto sembra rientrare nei canoni della mondanità. E
mato dal nobile Adriaen Beyer e da sua moglie Maria van
sono proprio i giovani la fonte del magnifico contrasto di
Pallaes in abitazioni per i poveri, oggi case di riposo per
Utrecht, una città che rievoca i dipinti del Seicento ma la
anziani. Poi Springweg; tra il Duecento e il Cinquecento
cui vivacità riempie i numerosi caffè all'aperto delle piaz-
era un complesso di case, panifici, botteghe e stalle utiliz-
ze, i piccoli locali lungo i canali, l'immancabile mercato
zati da persone che lavoravano per un convento. Quando
dei fiori del sabato mattina, un vero tripudio di profumi e
questo fu chiuso nel 1580, Cornelis van Myrop, prete del
di colori, e la piazza del Duomo, eletta per consuetudine
Duomo di Utrecht, trasformò i diversi edifici in piccoli
a luogo d'incontro. Giovani locali, ma anche provenienti
appartamenti assegnandoli ai poveri. Questi edifici si
da altre città per via della famosa Università di Utrecht,
trovano nei pressi dei cosiddetti “Sette Vicoli” dove tale
considerata tra le più prestigiose del mondo, da cui sono
Ribbius Peletier, proprietario di una fabbrica di sigari,
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costruì tra il 1840 e il 1860 le abitazioni per i suoi operai,
Den Haag, familiarmente conosciuta come l'Aja, elegan-
piccole ma comode. Un gesto dell'altruismo di Peletier
te sede governativa dell'Olanda, con il Parlamento, la
tramandato anche a sua figlia Anna la quale fece parte
Corte Internazionale di Giustizia, il Tribunale Penale Inter-
del primo partito socialista S.D.A.P nel Senato battendosi
nazionale ed altre 150 organizzazioni internazionali, non-
per l'introduzione della donna nel mondo del lavoro.
ché il braccio operativo dell'Esa, l'agenzia spaziale euro-
Oggi i Sette Vicoli sono ancora una singolarità di Utrecht;
pea. Oltre alla residenza dei reali d'Olanda. L'Aja è un
le casette, ora abitate da privati, rimangono dignitose e
audace quanto sapiente amalgama di passato e futuro
discrete pur rendendo partecipi i rari passanti della loro
che conferisce all'architettura cittadina una fisionomia
intimità familiare grazie a ninnoli e oggetti cari esposti
davvero interessante. Se da un lato, infatti, i magnifici
sul davanzale delle finestre. Un segno di ospitalità e di
palazzi del Barocco olandese influenzato dalla sobrietà
accoglienza espresso anche da cuori o coroncine di fiori
calvinista testimoniano la storia della città, nulla tolgono
appesi alla porta d'ingresso. Tuttavia, l'emblema di
le superfici traslucide di grandi vetrate, le linee stilizzate
Utrecht rimane il Domtoren, la Torre del Duomo, tra le più
di eccentriche architetture e persino gli aggressivi gratta-
belle dei Paesi Bassi, oltre che la più alta, con i suoi 112
cieli a ridosso del Binnenhof, sede del Parlamento olan-
metri. Costruita tra il 1321 e il 1382 è dotata di un carillon,
dese risalente alla metà del XIII secolo, con la Sala dei
molto amato dalla popolazione locale, che il sabato offre
Cavalieri, un magnifico edificio gotico all'apparenza
piacevoli concerti. La Torre domina la città e la sua cima,
simile ad una chiesa, dove ogni anno la Regina Beatrice
visibile da ogni scorcio, emerge dallo skyline di Utrecht
ha tenuto il discorso di apertura dell'anno parlamentare.
quasi ad imporre la sua simbologia. E quel suono ipnoti-
Ora toccherà al re Willem-Alexander. Già le generazioni
co del carillon penetra nel silenzio, tra i vicoli, nelle case e
di architetti olandesi degli Anni Cinquanta erano state
nella mente accentuando l'atmosfera fiabesca e sognan-
influenzate dall'architettura dello statunitense Wright
te della città. Un suono che dagli inizi del Novecento fu
del quale condividevano il principio secondo cui gli ideali
molto presente nelle vie grazie agli organi di strada, son-
dell'architettura classica si potessero fondere con le nuo-
tuose costruzioni meccaniche che sprigionavano musica
ve tecnologie. Una sorta di architettura democratica. Un
“letta” da una scheda perforata. Una tradizione degna di
esempio eclatante di questo ardito connubio tra antico e
un vero artigianato artistico raccolto nel Museum Speel-
moderno è l'imponente Vredespaleis, il Palazzo della
klok dove si viene proiettati in un fantastico mondo musi-
Pace, in stile neo-rinascimentale, a cui è stata accorpata
cale generato da monumentali organi da strada, orologi
un'avveniristica biblioteca tramite un corridoio che funge
con carillon, pianole e casse armoniche.Tutto diverso a
da sala di lettura. Il palazzo è considerato la sede del
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Utrecht e l'Aja tutto il fascino dell'Olanda
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59 Diritto internazionale in quanto ospita la Corte costituzionale di Giustizia, la Corte permanente di arbitrato e
Come arrivare
l'Accademia del Diritto internazionale. Merita una visita.
transavia.com
Così come la merita l'antico palazzo della regina Emma,
La compagnia è membro dell'Air France / KLM Group,
nel centro dell'Aja, ora adibito all'esposizione perma-
offre un servizio di linea e voli charter per oltre 90 desti-
nente di Escher. Una visita che permette dunque di sco-
nazioni, principalmente nel bacino del Mediterraneo e
prire le diverse sale e una parte importante della storia
per le destinazioni dei più popolari sport invernali. tran-
della famiglia reale d'Olanda e allo stesso tempo di
savia.com si distingue per la politica del 'low fare with
seguire il percorso artistico di Maurits Cornelis Escher,
care' e per l'offerta di un prezzo base con l'aggiunta di
incisore e grafico olandese del Novecento, che ha perse-
prodotti e servizi (a pagamento). Nei Paesi Bassi, la com-
guito con scientifico virtuosismo l'arte grafica
pagnia aerea vola dall'aeroporto nazionale di Amster-
dell'illusione ottica creando un mondo onirico con stu-
dam Airport Schiphol, e dagli aeroporti regionali di Rot-
pefacenti metamorfosi da geometrie a figure animali,
terdam The Hague Airport, Eindhoven e Groningen Eel-
costruzioni impossibili e paesaggi dalle prospettive
de. transavia.com opera anche da Parigi con Transavia
invertite. Nella piazza antistante il Palazzo, la domenica
France. Quasi il 90% dei biglietti aerei sono venduti attra-
mattina viene allestito un vivace mercatino delle pulci
verso il sito web, che riceve mensilmente oltre 1,5 milioni
con libri e oggetti molto ben tenuti dove si può scovare
di visitatori, facendo di questa compagnia low-cost uno
qualche piccolo affare. Magari premiandosi a fine giro
dei più grandi negozi online nei Paesi Bassi. Nel 2013
con un'aringa del banco accanto, sfilettata al momento.
durante gli annuali Feather Awards (Verenuitreiking),
A proposito di aringhe, la prima “retata” della stagione
transavia.com è stato scelto per la quinta volta di fila
viene festeggiata a giugno, a Scheveningen, la spiaggia
come Best Low-Cost e Best Charter Airline dagli esperti
dell'Aja raggiungibile con un breve tragitto anche con un
olandesi del settore viaggi. Per maggiori informazioni:
comodo trenino. Il primo impatto nella località balneare
www.transavia.com
è con il magnifico Kurhaus, lussuoso stabilimento termale nella fine dell'Ottocento, oggi prestigioso hotel che ha mantenuto degli spazi per i trattamenti estetici e cura-
Rotte per l'Olanda:
tivi. Dal Kurhaus si accede direttamente alla spiaggia che
Roma (fiumicino) - Rotterdam, Napoli-Amsterdam,
si estende per 4 km, tra la darsena e il molo “De Pier” inin-
Eindhoven-Bologna, Pisa-Amsterdam, Treviso-
terrottamente delineata da beach club, ristoranti, bar e
Amsterdam, Verona-Amsterdam, Catania-Amsterdam,
casinò che conferiscono una vivacità incredibile a Sche-
Palermo-Amsterdam, Lamezia Terme-Amsterdam e dal
veningen. In più, grazie al frequente vento tipico del
10 ottobre 2013 Torino-Amsterdam.•
Mare del Nord, questa località è meta ambita dai surfisti. www.holland.com Dove dormire Utrecht Grand Hotel Karel V (5*) Geertebolwerk 1, T: +31 (0)30 233 75 55 www.karelv.nl L'Aja Parkhotel Den Haag (centro città) Molenstraat 53 2513 BJ Den Haag T: +31 (0)70 362 43 71 www.parkhoteldenhaag.nl
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In Slovenia il benessere scorre sull'acqua
A Portorose, Strugnano, Novo Mesto grandi modernissimi complessi balneari e sontuosi alberghi invitano a relax, trattamenti all'avanguardia, cure riabilitative
testo di
Franca Dell'Arciprete Scotti
M
are e fiumi della Slovenia ci offrono tratta-
menti energici e insoliti. Seppure in un breve
tratto di costa, Portorose sfrutta al massimo i
benefici della talassoterapia e delle saline di Sicciole, un parco naturale nel quale il sale e gli altri prodotti vengono ancora estratti con metodi tradizionali che risalgono al Medioevo. La cittadina, infatti, era conosciuta come stazione di cura già nel 13° secolo quando i benedettini del convento di San Lorenzo facevano uso del fango marino e dell'acqua ad alta concentrazione salina per la cura dei dolori reumatici. Sale, fango e acqua madre sono appunto i prodigiosi prodotti utilizzati sia a scopo terapeutico che estetico. Il fango è un'argilla istriana satura di Acqua Madre, di colore nerastro, pastosa, morbida ed omogenea. Nelle saline l'argilla assorbe dalla salamoia alte concentrazioni di minerali. Nei trattamenti, si sfruttano in modo particolare l'azione termica e chimica del fango, che viene applicato sotto forma di impacchi sulle zone doloranti, oppure come bagni di fango, mescolato con l'Acqua Madre e l'acqua marina. L'acqua madre è un'acqua caratterizzata da un'alta concentrazione di bromo, iodio, magnesio e zolfo. Quando si procede alla raccolta del sale cristallizzato, infatti, sul fondo dei bacini delle saline rimane una soluzione altamente concentrata - l'Acqua Madre, appunto – al di sotto della quale si trova poi il fango. L'effetto termico
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intenso e profondo generato dai minerali contenuti
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In Slovenia il benessere scorre sull'acqua
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nell'acqua madre stimola la circolazione sanguigna in
LifeClass. Costruito intorno al 1910 per le vacanze
ogni parte del corpo, specialmente nello strato sottocu-
dell'aristocrazia austriaca, in quella che, all'epoca, era
taneo, aumentando l'apporto d'ossigeno e rendendo la
insieme al lido di Venezia la più importante ed elegante
pelle più elastica, liscia, e sana. Inoltre, stimolando la
stazione balneare dell'Impero Austro-Ungarico, il Kem-
sudorazione, l'acqua madre contribuisce all'espulsione
pinski Palace Portorose ha di quell'epoca tutto lo charme
di molte tossine e scarti di processi cellulari. Due centri
e la grandeur. Il restauro ne ha fatto un gioiello anche per
sul mare sloveno sono particolarmente specializzati nei
il più esigente dei viaggiatori di oggi: una spa moderna e
trattamenti benessere. A Portorose il LifeClass Hotels &
attrezzata, una piscina esterna immersa nel grande parco
Spa è un grande complesso alberghiero, che vanta uno
secolare, due ristoranti di altissimo livello, 181 camere e
dei centri benessere più grandi e dall'offerta più varia
suites, tutte dotate di wi-fi gratuito. Al centro di una zona
d'Europa. Nel centro Thalasso sale, fango e acqua madre
ricca di storia e tradizione, è circondato da uliveti, vigneti,
vengono utilizzati in modo eccellente per eliminare dolo-
giardini dalla flora mediterranea e, ovviamente, da uno
ri, disintossicare e depurare l'organismo. Nel segno della
dei mari e delle coste più belle del Mediterraneo.
natura anche i programmi ayurvedici proposti dal LifeC-
www.kempinski.com/portoroz
lass ed eseguiti nel bellissimo centro Shakti: qui i prota-
All'interno della Slovenia, spostandoci dal mare al fiume,
gonisti sono gli oli essenziali e le erbe utilizzati sapiente-
troviamo i grandi complessi gestiti da Terme Krka. Dà
mente da personale specializzato. www.lifeclass.net
loro il nome il fiume che attraversa il cuore del paese con
L'altro centro di talassoterapia, il “Salia” si trova a Stru-
la sua acqua limpida, accompagnando nel suo percorso
gnano, nella incantevole Baia della Luna, e rappresenta la
oasi verdi, vegetazione rigogliosa, boschi e foreste. Vici-
continuità con una lunga tradizione di talassoterapia in
no a Novo Mesto, una pittoresca cittadina dai campanili
un parco naturale protetto, dove si rifugiano ogni anno
a pinnacolo, si apre Balnea, un angolo zen nel cuore ver-
un gran numero di uccelli acquatici. Piante marine, fango
de della Slovenia, in cui il rigore del Giappone si fonde
e il tipico clima salmastro mediterraneo offrono un
con l'armonia della natura. Passeggiate, jogging lungo il
approccio olistico ideale per curare e accrescere la quali-
sentiero che si addentra in un delizioso boschetto nei
tà della vita. In questo centro, che appartiene al comples-
dintorni dell'albergo, escursioni nella macchia ancora
so delle Terme Krka, un complesso di piscine rigorosa-
selvaggia di Kocevski Rog o lungo il fiume Krka immer-
mente d'acqua di mare e tre vasche idromassaggio si
gono nei benefici del verde e dell'ossigeno naturale. A
aggiungono alla piscina all'aperto utilizzabile in estate.
questi si aggiungono i benefici del centro Balnea che
Particolarmente interessante qui l'utilizzo dell'ozono
sfrutta le acque della zona, utilizzate già nel XIII secolo
come metodo di depurazione delle piscine: naturale al
per la cura delle malattie reumatiche e negli stati riabili-
100%, l'ozono non produce rifiuti o inquinamento, è più
tativi post-operatori. Ricchissima l'offerta di piscine,
efficace dei prodotti chimici ed elimina efficacemente i
saune, bagni freddi – caldi, trattamenti e massaggi di
fumi fastidiosi e irritanti del cloro. E se proprio bisogna
ogni tipo e provenienza. A breve distanza, sempre
scegliere tra i trattamenti, non rinunceremo al particola-
all'interno dell'importante complesso Terme Krka, il Vita-
rissimo “massaggio del salinaio” che unisce peeling e
rium Spa & Clinique del centro termale di Smarjeske
massaggio in un unico rituale di benessere. www.terme-
Toplice, é ad oggi l'unica Medi-Spa della Slovenia. A par-
krka.com
tire da un'attenta diagnosi individuale si individuano
Da non perdere assolutamente, anche per il suo décor fin
trattamenti ad hoc e vere e proprie sezioni di formazione
de siècle, il Kempinski Palace che apre la sua imponen-
specifiche sui diversi temi: alimentazione, disintossica-
te facciata sul lungomare di Portorose. Per la stagione
zione, attività motoria, antiaging. Cancellare i segni del
estiva offre una serie di proposte di grande interesse che
tempo dal viso, ridefinire una linea “stanca” e appesanti-
vanno dal pacchetto dedicato agli sportivi e nella fatti-
ta, ritrovare energia e entusiasmo: ecco gli obiettivi rag-
specie ai tennisti, alle proposte bellezza, a quella per i
giunti con un benefico soggiorno al Vitarium, ossigenati
fanatici dello shopping. Il pacchetto “Coccola il tuo cor-
dall'aria del bosco e affidati alle sapienti cure di medici
po” ad esempio propone, oltre al soggiorno, l'Ingresso
specializzati. Le acque ricche di calcio, magnesio e sodio,
alla Rose Spa (zona sauna, piscine e centro fitness),
grazie a moderne attrezzature, sono sfruttate per trattare
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malattie cardiovascolari, traumi del sistema locomotorio,
gio corpo completo, pedalata Nordica, massaggio tai-
malattie del sistema nervoso centrale e periferico.
landese con olii aromatici presso il centro Wai Thai del
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anno 3 - n°8 estate 2013
Benevento - Città d'arte da scoprire passo passo attraverso i suoi secoli di storia
Città d'arte da scoprire passo passo attraverso i suoi secoli di storia
testo di Luisa
Chiumenti e Foto di Pio Muto
B
essere “scoperta”. enevento, una cittadina che, con il suo centro storico com-
patto si insinua dolcemente in una
64
E in effetti stupisce ad ogni passo per la ricchezza del suo patrimonio storico, architetto-
gobarde esi-
piana fra colline e lievi alture della
nico, archeologico e monumentale.
stenti sul territorio
regione Campania, mostrando
Il sito seriale “I Longobardi in Italia. I
italiano, che si situano dal nord al
all'intorno vigneti e frutteti in una
luoghi del potere (568-774 d.C.) ,
sud della penisola, laddove si esten-
campagna molto curata e rigoglio-
46° sito iscritto per l'Italia nella lista
devano i domini dei più importanti
sa. Forte delle sue secolari tradizioni,
del Patrimonio Mondiale dell'
Ducati Longobardi che formarono
la città non si espone al visitatore,
UNESCO, ha incluso, nel 2011, la
quella che possiamo definire la
ma, orgogliosa e un po' chiusa come
chiesa di Santa Sofia in Benevento.
prima "nazione" italiana da nord a
i suoi cittadini, chiede al visitatore
La serie comprende le più importan-
sud. La Chiesa di Santa Sofia a Bene-
un'attenzione particolare: vuole
ti testimonianze monumentali Lon-
vento - una delle strutture longobar-
65
anno 3 - n°8 estate 2013
Benevento - Città d'arte da scoprire passo passo attraverso i suoi secoli di storia de più complesse e meglio conservate dell'epoca, che
tere medievale, il progetto affronta il tema della ridefini-
sulle pareti mostra ancora importanti brani dei cicli pit-
zione dei margini entro i quali mettere in scena la rappre-
torici altomedievali, testimonianza più alta della cosid-
sentazione dell'arte: gli elementi del sistema scultoreo e
detta "pittura beneventana", con l'attiguo chiostro che
pittorico si distribuiscono con un ordine preciso dentro
oggi ospita il Museo del Sannio. Ma ecco, allontanandoci
lo spazio e tracciano il disegno di un'altra architettura.
di poco e superato il bel campanile prima di raggiungere
Tra i vari interventi colpisce la vasca d'acqua che riflette
la Rocca, negli spazi a volta in mattoni dei sotterranei del
l'immagine del cavallo di bronzo posto sul muro di confi-
sontuoso palazzo del Governo, aprirsi Arcos, l' interes-
ne, mentre sulla parete di fondo della galleria, una testa anch'essa di bronzo emette dal suo orecchio un filo continuo di acqua. Altro punto di erogazione è dato da un'altra scultura composta da un otre e tre serpenti posta ai margini esterni della vasca rettangolare; la differente sonorità di caduta dell'acqua rimanda alle tradizioni arabe espresse magistralmente nell'Alhambra. Chiuso per restauri dal 2005, finalmente, dopo sette anni si é riaperto alla devozione dei fedeli ed all'ammirazione dei visitatori, il Duomo di Benevento, primo tempio Cristiano quando la nuova religione fece il suo ingresso nel Sannio, mostra in ogni sua parte quale sia stata la sua funzione di vero e proprio specchio dell'identità della città attraverso tutti gli eventi di distruzione e ricostruzione, in cui é stato coinvolto attraverso I secoli. Le colonne dell'antico tempio si innalzano quindi nuovamente così come sono state ritrovate, in gran parte muti-
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sante Museo d'arte contemporanea del Sannio. Ricor-
late, dopo le distruzioni causate dagli ultimi eventi belli-
diamo solo una delle prime mostre realizzate dalla Pro-
ci. Ma, oltre a tale riposizionamento sono state anche
vincia di Benevento e dall'Agenzia dei Beni Culturali Art
eliminate alcune opere degli anni '50 e '60 (come alcune
Sannio Campania, dal suggestivo titolo: “La città che
cappelle), che non corrispondevano in effetti a quella
sale”. We try to build the future”, a cura di Danilo Eccher
che era la semplicità e la purezza dell'impianto architet-
con Odile Decq. Si trattava di progetti architettonici spe-
tonico originario. Era infatti il 1º luglio 1950 quando
rimentali la cui energia giocava sull'equilibrio tra tensio-
venne posta la prima pietra, con una grande cerimonia
ne al futuro, forte coefficiente estetico e nuova attenzio-
alla quale presenziò anche
l'allora
ne al rapporto tra uomo e ambiente. “Sogno di un azzar-
Repubblica Luigi Einaudi
e la ricostruzione della
do e possibilità di futuro” che corrisponde all'atmosfera
Cattedrale venne poi realizzata negli anni Cinquanta e
Presidente della
come sospesa appunto tra passato e futuro che si coglie
Sessanta, su progetto dell'architetto veneto Paolo Rossi
penetrando attraverso pochi passi nei vicoli, nell'”Hortus
De Paoli. Il nucleo primitivo risale al VII secolo e conserva
Conclusus” in Corte San Domenico, realizzato da Mim-
reperti ed epigrafi di età tardoantica. la Soprintendenza,
mo Paladino, parte di un restauro più ampio, che ha inte-
una volta catalogati i beni, ha ritenuto necessario
ressato il recupero funzionale dell'ex Convento seicente-
sollevare il pavimento della navata, per una visione più
sco di S. Domenico, dopo la dismissione da sede del Tri-
completa dell'interno della cattedrale. Durante I lavori di
bunale.
restauro sono venuti anche alla luce antichi sepolcri,
Una sorta di “cerniera” urbana di connessione tra livelli
grazie ad uno staff di archeologi che li ha riportati in vita
differenti della città; una vera e propria “agora” che,
dopo il bombardamento del 1943. Ma il mondo romano
dall'asse principale della città e attraverso il cortile del
è presente a Benevento con innumerevoli testimonianze,
convento, confluisse all'interno del giardino per poter
dall'Arco Traiano, al Ponte Leproso al bellissimo Teatro
poi raggiungere la parallela via Annunziata a quota infe-
che vanta un'acustica eccellente ed è oggi utilizzato per
riore. Nello spazio giardino, definito dal fronte del con-
manifestazioni musicali e culturali, in particolare la "Città
vento da un vecchio muro finemente composto di ciot-
Spettacolo" e la stagione lirica. Costruito nel II secolo,
toli e mattoni e da una quinta di edilizia minore di carat-
con dimensioni grandiose (90 m di diametro e una
67
capienza originaria di ben di 15mila
riscontro, nell'eco “multimediale”
come non accennare anche qui al
persone). sotto l'imperatore Adria-
che ne è stata realizzata nella vicina
tema delle “streghe di Benevento”:
no nelle vicinanze del cardo maxi-
chiesa di Sant'Ilario, detta appunto a
una ben strana leggenda in
mus appare oggi immerso in quello
“Port'Aurea” con riferimento al
città tanto ricca di storia narrata da
una
che resta, specie nel tessuto viario,
nome originario dell'Arco. Di origine
un così variegato e ricco patrimonio
del medievale Rione Triggio. Anche
longobarda,
monumentale? Eppure vogliamo
navigazionericer-
se il teatro fu inaugurato nel 126
cal'edificio è stato affidato alla
ricordare il famoso “noce”, che si
sotto Adriano, recentemente sono
Soprintendenza per i Beni Archeolo-
può vedere in una gola poco lonta-
emerse sotto di esso strutture sepol-
gi di Salerno, Avellino e Benevento,
no dalla città, che raccoglieva i famo-
te da un' alluvione avvenuta nel I
per l'allestimento del videomuseo
si “sabba”, ma forse più volentieri
secolo d.C.: si suppone quindi che
dell'Arco: un sistema di proiettori
pensiamo alle belle serate estive al
sia stato costruito sui resti di un edi-
visualizza sulle pareti interne della
Ninfeo di Villa Giulia a Roma, dove,
ficio anteriore. L'Arco Traiano, creato
costruzione un filmato dal titolo “I
per tradizione, si continua da molti
al momento dell'apertura dell'Appia
racconti dell'Arco”. L'edificio si trova
decenni ad assegnare il “Premio
Traiana (via più diretta della consola-
in un prato recintato, digradante
Strega”, premio letterario legato alla
re Appia, in direzione sud per giun-
verso nord, circondato da rovine,
storica industria produttrice del
gere ai luoghi Santi), appare impo-
forse relative al monastero annesso
liquore Strega. E così il liquore, con i
nente nella sua lussureggiante deco-
alla chiesa, proprio lungo il primo
cioccolatini ed un'ottima cucina tipi-
razione scultorea che descrive i
tratto della Via Appia Traiana. E se
ca permetteranno al viaggiatore, di
trionfi dell'imperatore sui Daci. E
poeti e scrittori di tutti i tempi si
penetrare anche negli antichi sapori
questi trovano un interessante
sono fermati su questo argomento,
della terra beneventana.•
anno 3 - n°8 estate 2013
VELEIA una cittĂ romana nell'Appennino piacentino
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una città romana nell'Appennino piacentino testo e foto di
Giulio Badini
D
a quasi un'ora, dopo l'uscita dal casello autostra-
fratello, che già aveva iniziato a mettere in luce i resti delle
dale di Fiorenzuola, la macchina procede dub-
città vesuviane di Ercolano e Pompei, ricavandone enor-
biosa tra curve, salite e discese, superando crinali
me prestigio, e diede il via agli scavi nel 1760. Comincia-
e fondivalle, quando finalmente un cartello arriva a tran-
rono così ad affiorare dall'oblio le fondamenta delle
quillizzare: Velleia, scavi romani. Di tutto ci si potrebbe
terme, strade porticate, negozi, taverne, magazzini, labo-
aspettare di trovare in questo tratto interno
ratori e diversi quartieri residenziali, il tempio e la curia,
dell'Appennino piacentino caratterizzato da boschi, prati
nonché un'enorme cisterna idrica scambiata – a causa
e calanchi, dove abbondanti rinvenimenti di pesci fossili
della sua forma ovale – per i resti di un anfiteatro, il tutto
attestano la presenza del mare milioni di anni or sono,
attorno ad un monumentale foro centrale – considerato
fuorché i resti di una città romana. Ma fondamenta di abi-
oggi come il meglio conservato in Italia – con annessa
tazioni, pavimenti delle terme, colonne e monumenti
basilica, quest'ultima contenente un pregevole gruppo di
dell'antico foro sono lì a dimostrarlo. Curioso il fatto di
dodici statue in marmo apuano della famiglia imperiale
dover salire tra queste colline, distanti un'ora d'auto dalla
giulio-claudia. Nonostante l'immetodicità degli scavi,
Via Emilia, per trovare l'insediamento romano meglio
condotti ovviamente con criteri poco scientifici e modali-
conservato dell'intera regione. Tutti i numerosi altri, e ben
tà poco ortodosse, e il trafugamento o la dispersione di
più consistenti centri, distribuiti lungo l'importante via
parecchio materiale, gli scavi di Veleia furono alla base
consolare da Piacenza a Rimini giacciono infatti sepolti
della creazione dell'attuale Museo Archeologico Nazio-
sotto le omonime, o quasi, città moderne. Tutto inizia nel
nale di Parma, uno dei primi a sorgere in Italia. Ma prima
1747, quando viene casualmente scoperta in un campo di
ancora di apprezzare le vestigia del passato, una doman-
una frazione del comune di Lugagnano Val d'Arda
da assale prepotente il visitatore: perché mai creare un
un'enorme lastra di bronzo scritta, la maggiore finora
insediamento così lontano dalle grandi vie di comunica-
rinvenuta in tutto l'impero romano (m 1,38 x 2,86), conte-
zione, distante dalle città della pianura, su un terreno erto
nente la Tabula alimentaria traianea, un complesso docu-
e franoso che obbliga a costruire costosi terrazzi e muri di
mento censuario e catastale del territorio veleiate risalen-
sostegno? La risposta va cercata a cavallo tra il III° e il II°
te alla prima metà del II° sec. d.C., che elencava i nomi dei
secolo a.C. con l'espansione romana nella Gallia Cisalpina,
proprietari terrieri, l'ubicazione dei fondi ed i loro valori.
la creazione della Via Aemilia, che a Piacenza si raccorda-
Una specie di cartella esattoriale collettiva, forse poco
va con la Via Postumia per unire Genova e Aquileia, la
apprezzata dai diretti interessati. Poco dopo venne rinve-
nascita o la romanizzazione degli importanti centri posti
nuta nello stesso luogo, che poi si rileverà essere la basili-
lungo questo percorso. Sulle colline piacentine, lungo
ca, un'altra lastra bronzea contenente un frammento del-
un'antica via di transito commerciale tra Po e Tirreno, sor-
la Lex Rubria de Gallia Cisalpina, un testo giuridico ema-
se a 460 m. di quota un villaggio della tribù ligure dei Vele-
nato da Giulio Cesare tra il 49 e il 42 a.C. Chiari segnali che
iates. La legge del più forte finì presto per funzionare
sotto doveva esserci qualcosa di importante. A quel tem-
anche qui. Senza colpo ferire legionari veterani, commer-
po il ducato di Parma e Piacenza era retto da Filippo di
cianti, liberti e pubblici funzionari affiancarono pian piano
Borbone, fratello minore di Carlo, re di Napoli. Al giovane
gli elementi indigeni, sostituendo le vecchie capanne con
Borbone non parve vero di poter emulare le gesta del
abitazioni di pietra decorate da pitture, statue e mosaici,
anno 3 - n°8 estate 2013
VELEIA una città romana nell'Appennino piacentino
70
ed elevando pregevoli edifici pubblici resi pomposi da
esteso dal fiume Taro al Trebbia, dalla pianura al crinale
marmi provenienti dalle Apuane, dai monti veronesi e
appenninico, il piccolo municipio diventò in breve tempo
finanche dalla lontana Istria. Ai legionari congedati ven-
anche un ricercato luogo di villeggiatura ante litteram,
nero assegnati in premio appezzamenti di terreno di for-
con i forestieri impegnati a dimostrare la loro gratitudine
ma quadrata, che ancora oggi contraddistinguono il pae-
per la ritrovata vigoria a suon di lapidi, statue e opere pub-
saggio, e questi cominciarono a produrre un vino, il Gut-
bliche. Nel 42 d.C ottenne anche il diritto di cittadinanza
turium, ancora oggi apprezzato. Il posto è salubre, il clima
romana. La posizione defilata sulle colline, più che un
mite in ogni stagione, ricco di legname, di selvaggina, di
inconveniente, finì per rivelarsi ben presto come un enor-
pascoli per gli armenti, di sorgenti naturali e termali (Sal-
me pregio, lontana dalle beghe della politica, dai capricci
somaggiore e Tabiano non sono distanti) e in più ci si può
delle legioni, dal passaggio degli eserciti invasori, tanto
anche divertire incendiando gli idrocarburi (gas metano e
da non richiedere nemmeno la presenza di mura o di qual-
petrolio) che sgorgano spontanei dal terreno, fenomeno
siasi altra opera difensiva, come troviamo invece in tutti
che sa tanto di magia e capace di richiamare parecchi
gli altri centri coevi. E per almeno due secoli, dalla tarda
secoli più tardi l'attenzione anche di Alessandro Volta. E
età repubblicana alla piena epoca imperiale, Veleia (o
per finire ci si mise pure Plinio, rivelando come a Veleia si
Velleia) costituì una vera oasi di tranquillità e di prosperi-
contassero non pochi ultracentenari; dal censimento com-
tà, celata tra le selve dell'Appennino piacentino. In epoca
piuto da Vespasiano nel 72 d.C. risultava infatti che vi
augustea era uno dei 300 municipi italici, che godevano
risiedevano sei persone che avevano superato i 110 anni –
di una larga autonomia amministrativa locale e non abbi-
un limite enorme considerato che all'epoca si faceva fati-
sognavano di presidi militari, quando tutta la nazione –
ca ad arrivare ai 60-70 – quattro i 120 e un certo Marcus
dai piedi delle Alpi fino allo stretto – contava 6 milioni di
Mutius Marci era arrivato al lusinghevole traguardo dei
abitanti con una densità di 27. Non sappiamo cosa ne
140 anni. Errori dell'anagrafe o merito delle acque salate
decretò il declino nel IV° secolo e la scomparsa definitiva
termali e del buon vino elogiato da Cicerone? Da centro
poi: forse una serie di concause, legate al dissolversi
commerciale e amministrativo di un vasto comprensorio
dell'impero ed alla fine della pax romana. Ma il fatto di
71 sorgere sulle pendici di due monti chiamati Morìa e Rovi-
(è proprio vero che noi moderni non abbiamo inventato
nasso, in una zona soggetta a movimenti franosi ed a
nulla), e infine i quartieri residenziali, dove prevale il
smottamenti del terreno, potrebbe fornirci una plausibile
modello abitativo di domus monofamiliare di tipo italico,
risposta. A colpire il visitatore, oltre al contesto bucolico,
composta da diversi vani affacciati sul cortile dell'atrium.
sono in particolare il Foro, lastricato in arenaria e con tre
La presenza del mulino e del frantoio ci fanno intuire le
lati porticati, dove gli spazi venivano dilatati per effetto
abitudini alimentari. Sorprende la modernità e la funzio-
ottico dalla presenza di pitture murali; sui suoi lati si apri-
nalità del complesso: tutti gli edifici pubblici e privati
vano botteghe e ambienti pubblici. Era il centro della vita
erano dotati di fognature e di impianti di riscaldamento:
pubblica e privata della città, e in mancanza di un anfitea-
potere dell'ingegneria idraulica romana. Una visita merita
tro vi si tenevano anche gli spettacoli. Ha restituito varie
infine anche il piccolo Antiquarium, ospitato nell'edificio
statue bronzee, tra cui una vittoria alata, ed epigrafi dedi-
della direzione: contiene vari corredi provenienti da una
cate agli imperatori Domizio, Aureliano, Marco Aurelio e
vicina necropoli preromana, una scultura mutila in arena-
Adriano. Su un fianco sorgeva la basilica, a navata unica
ria di uomo barbuto, una patera di vetro murrino, una
con esedre rettangolari alle testate, dove erano collocate
situla in rame, un mosaico policromo con maschera tea-
le dodici statue in marmo apuano della famiglia giulio-
trale dal Foro e una stele in marmo lunense con figura di
claudia, ora esposte al Museo di Parma, dono del console
cacciatore. I reperti più importanti sono però conservati
e pontefice piacentino Lucio Calpurnio Pisone, fratello
nel Museo Archeologico di Parma. Museo e scavi sono
della moglie di Giulio Cesare e protettore di Veleia. Inte-
visitabili ogni giorno, escluso il lunedì, dalle 9 ad un'ora
ressanti anche le terme, che utilizzavano acque cloruro-
prima del tramonto.
sodiche dalle indubbie proprietà terapeutiche (bisogne-
Info: tel. 0523.807113. Da ricordare che ogni estate il Foro
rebbe poter chiedere conferma agli antichi ultracentena-
di Veleia ospita una rassegna di teatro latino. Si raggiun-
ri), strutturate nei tre classici ambienti di calidarium, tepi-
ge uscendo al casello di Fiorenzuola d'Arda dell' auto-
darium e frigidarium, con spogliatoi separati per uomini e
strada A 1, e proseguendo per Carpaneto Piacentino e
donne, dotato di un termopolio, cioè del bar delle terme
Veleia.•
anno 3 - n°8 estate 2013
Lazio insolito: andar per borghi
Lazio insolito: andar per borghi Un itinerario in libertà tra castelli e mura megalitiche, necropoli scavate nel tufo e chiesette isolate, in eccellenti strutture all'aria aperta immerse nella quiete delle colline laziali testo e foto di
Franca Dell'Arciprete Scotti
N
on solo Roma. Si potrebbe dire, parafrasando
il titolo di una trasmissione di successo. Se è
indiscutibile che la capitale catalizza l'attenzione di visitatori italiani e stranieri, è però piacevole ricordare che tutto il Lazio ha tesori segreti e insoliti. Che varrebbe la pena scoprire con curiosità e attenzione, con qualche giorno in più da aggiungere alla classica sosta nella città eterna. Si scoprirà così la quiete della campagna e delle colline laziali, arrampicandosi per piccoli borghi fortificati, tra castelli e mura megalitiche, necropoli scavate nel tufo e chiesette isolate. E, per godere al massimo del piacere di girovagare in libertà, niente di meglio di un itinerario in camper o roulotte o motorhome. Per sostare, le strutture sono tante e perfettamente
72
attrezzate. Il consorzio Lazio Outdoor raccoglie camping,
co, rappresentano la testimonianza più imponente e
villaggi turistici, agriturismi che permettono di sostare
significativa dell'architettura funeraria dell'epoca etru-
una o più notti comodamente, secondo varie formule e
sco-falisca, tra il quinto e il quarto secolo avanti Cristo. In
varie tariffe, usufruendo di servizi eccellenti e massimo
posizione strategica tra l'Etruria, l'agro falisco e Roma,
comfort. In provincia di Viterbo ci attende “l'antichissima”
Sutri passò in breve sotto la sfera di influenza romana. Al
città di Sutri, che probabilmente risale all'età del bronzo.
primo secolo a.C. risale la costruzione dell'anfiteatro,
La sua fama corrisponde però ad epoche successive. Le
scavato interamente nel tufo e ritenuto il monumento più
necropoli scavate negli alti banchi di tufo, presenti in tutto
importante della città, unico nel suo genere, capace di
il territorio cittadino e preservate in un parco archeologi-
accogliere più di 5.000 spettatori. Ma il monumento più
73
affascinante di Sutri, dall'ingresso seminascosto, è il
del Treja il borgo di Calcata, di impianto medievale, che si
Mitreo, un antro scavato come luogo di culto per il dio
alza, quasi per miracolo, sopra uno sperone di tufo circo-
Mitra e poi in periodo medievale trasformato in Chiesa
lare, traforato qua e là da antiche abitazioni trogloditiche.
cristiana. Sul tufo brillano i colori ancora vivaci di affreschi
L'arrivo a Calcata ha qualcosa di sorprendente e invita a
che raffigurano i pellegrinaggi medioevali verso il
parecchie soste fotografiche. Si entra nel borgo attraver-
santuario di San Michele sul monte Gargano, conservan-
so una doppia porta ad archi lunga circa 30 metri, sovra-
do tracce dell'abbigliamento tipico del tempo. www.co-
stata dall'antico stemma in pietra degli Anguillara, signori
mune.sutri.vt.it. Nel territorio della Tuscia viterbese, a
del luogo. Appare un paese sospeso tra Medioevo e un
pochi chilometri da Sutri, troviamo nel Parco della Valle
paesaggio da Far West, tra necropoli antichissime e sofi-
anno 3 - n°8 estate 2013
Lazio insolito: andar per borghi sticati abitanti, perlopiù stranieri, che si sono innamorati
dido giardino e un sistema di acque, che testimoniano il
negli anni di questo borgo, aprendo laboratori di cerami-
gusto e la volontà di una nobile famiglia. Anche qui i Cae-
ca, di tessuti, di pittura, di fotografia. Dovunque scorci
tani sono protagonisti. Signori del luogo fin dal '200,
pittoreschi di vicoli, scalette, muri in pietra, tetti merlati,
fecero costruire una città medioevale, la torre, il castello
antichi portoni e finestre aperte sullo strapiombo. Negli
merlato, le mura di pietra interrotte da bifore che si spec-
anni '50, infatti, quando Calcata appariva precaria e poco
chiano nell'acqua trasparente delle sorgenti e del laghet-
sicura igienicamente, le bellissime case medievali, rima-
to. Sottoposta a saccheggi, incendi e diffusione della
ste lì con porte e finestre spalancate come grandi occhi,
malaria, Ninfa fu abbandonata, tanto che nell'800 appari-
furono riscoperte da intellettuali, attori, giornalisti, che in
va ai visitatori semi sommersa nella palude, sepolta sotto
questo mondo sospeso trovavano serenità, libertà e ispi-
l'edera foltissima. Ma riprese vita dal 1920 quando il prin-
razione. Dalle grotte e dai magazzini in tufo sono derivate
cipe Gelasio Caetani avviò il restauro degli edifici e la
gallerie d'arte e centri di incontro. Come Il Granarone,
formazione di un giardino di piante rare e alberi gigante-
forse il più famoso, dell'artista olandese Marijeke Van Der
schi provenienti da tutto il mondo, man mano completa-
Maden, che si diverte ad assemblare bambole eleganti e
to dai suoi discendenti. Oggi la Fondazione Roffredo
ironiche: un enorme ex granaio del 1600 ristrutturato
Caetani gestisce Ninfa con il suo spettacolare paesaggio
negli anni '90 che ospita una piccola caffetteria. Materiale
che intreccia i magnifici scorci naturali, sviluppati in liber-
informativo sul territorio, il laboratorio delle marionette e
tà secondo il gusto “all'inglese”, con resti diroccati di case,
incontri letterari. www.ilgranarone.com www.parcotreja.it
chiese, strade, ponticelli sospesi sull'acqua. Si passeggia
Passando dal Viterbese alla provincia di Roma, ci attende
tra migliaia di cespugli, alberi di alto fusto, roseti, essenze
il più famoso tra tutti i castelli romani, Castel Gandolfo,
esotiche, disposti secondo un ordine cromatico che in
che sorge sull'antico luogo di Albalonga, affacciato sul
tutte le stagioni tesse spettacoli meravigliosi www.fonda-
suo lago tranquillo e armonioso. Dal '600 il borgo fu
zionecaetani.org www.latinaturismo.it
annesso alla Santa Sede e da allora le sue sorti sono lega-
www.parchilazio.it •
te alla presenza dei Papi, che hanno scelto Castel Gandolfo come residenza estiva. Nella piazza principale si alza
Info:
una fontana del Bernini, la chiesa di San Tommaso dello
Per viaggiare open air tutte le info sul sito www.lazio-outdoor.it
stesso grande architetto e il famoso palazzo papale
Tra le strutture più adatte e più confortevoli che consentono di
costruito nel '600, che, nel corso dei secoli, si è ingrandito
svolgere questo itinerario, con ospitalità e aree di sosta:
anche con i giardini e una fattoria, fino al punto da diven-
Seven Hills Camping Village, Roma, tel. 06/30310826, www.se-
tare una vera cittadella. In estate un gran viavai di ospiti di
venhills.it
gran nome, visitatori e turisti indicano la presenza del
Agriturismo La Rosa dei Venti, Castel S.Elia (VT), tel 06.9049748,
Papa. Il nostro itinerario di esplorazione dei piccoli, pitto-
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reschi, borghi laziali giunge rapidamente in provincia di
Agriturismo Regina Camilla, Priverno (Latina) , tel. 0773 904564
Latina, la più giovane provincia del Lazio. Qui almeno due
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tappe sono imperdibili. Sermoneta domina la pianura
Camping Flaminio Village, Roma tel.06/333 2604 www.villagefla-
Pontina dall'alto di una collina in cui evidentemente non
minio.com
arrivavano i miasmi delle paludi sottostanti. Una cinta muraria con cinque porte, un castello imponente che sovrasta il borgo, case in pietra, chiese e bastioni indicano la funzione difensiva di Sermoneta, che sotto la potenza dei Caetani fu organizzata come una mirabile macchina da guerra. Anche qui scorci pittoreschi, insegne antiche, torri slanciate, cammini di ronda. E, con il cielo sereno, si arrivano a intravedere al largo le isole pontine, mentre la pianura sottostante, ricavata dalla famosa bonifica degli anni '30, appare fertile e ricca di prodotti saporiti. Ninfa, invece, è una vera apparizione nella pianura Pontina. Definita dal New York Times “il più bel giardino romantico del
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mondo”, Ninfa é insieme una città medievale, uno splen-
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PISCINA un lusso scenografico
un lusso scenograco testo di
Teresa Carrubba
A
vverinistica, essenziale, classica, country, a
sfioro, coperta. La piscina è un progetto che
va oltre la semplice costruzione di una vasca
per rilassarsi, è un elemento che può esprimere la cultura e il gusto personali. E per progettare il proprio azzurro, la figura dell'architetto è determinante. A lui il compito di modellare la nostra idea sognata, in una piscina di prestigio, affidabile e ben armonizzata con l'ambiente. Tutto può giocare sul filo di un delicato equilibrio, o, al contrario, su un contrasto audace e di rottura. In ogni caso, difficilmente ci si ferma alle soluzioni più scontate, e la voglia d' inseguire la versatilità della natura e le sue infinite forme non può non influenzare chi le piscine deve pensarle, progettarle, realizzarle. E dalla materializzazione dell'idea nascono piscine oblunghe, rotonde e persino fuori dalle righe, tese a inseguire i volumi della casa e del giardino. Piscine su più livelli, sagome futuriste. Affacciate sul mare con sfioro panoramico che taglia il cielo, disegnate da un perimetro di siepe o di sassi, piscine en plein air o dentro le quattro mura o allungate tra giardino e salotto. Ecco i materiali confondersi con la natura
per creare un' armonia
discreta e le essenze arboree scelte per tutelare la privacy, per offrire lo sfondo più suggestivo, per plasmare giochi di luci e ombre. Ma niente raggiunge l'effetto scenografico spettacolare delle vasche con il bordo a sfioro. L'affaccio sul mare, poi, ne raddoppia l'emozione. L'idea è quella di una piscina senza confini, a un tratto sospesa nel nulla, dove i blu del cielo e del mare si fondono. E' questa la grande sorpresa architettonica degli ultimi anni che, così giurano i costruttori, ha moltiplicato la voglia di piscine. La tecnica di costruzione a sfioro, raffinatissima ed estremamente cretiva, elimina il bordo in un buon tratto del profilo della piscina, amplificando la
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suggestione della natura in cui si compenetra e ne
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PISCINA un lusso scenograďŹ co
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79 diventa parte integrante. Il sistema è affidato a sonde che gestiscono il livello dell'acqua nella vasca velocizzandone il ricambio e la filtrazione al crescere del volume tracimato nelle tubazioni di differente sezione; in egregia sostituzione del tradizionale impianto di depurazione che si avvale degli skimmer. E' un quadro elettrico computerizzato che dirige i comandi per un corretto funzionamento dell'insieme. Se da una par te, dunque, il sistema a sfioro consente l'eliminazione della vasca di compenso o di recupero, Il bordo sfioratore in acciaio o cemento armato offre il suggestivo effetto estetico della massa d'acqua "sospesa" nel vuoto. Va da sé che la realizzazione di un progetto del genere è considerata di nicchia. Altrettanto elitaria sembra essere la piscina coperta. Spesso vista come un vero e proprio tempio al fitness, per mantenersi in forma tutto l'anno, la piscina interna, per i costi connessi, è un lusso per pochi. Ma l'arricchimento architettonico è impagabile. I progetti più elaborati insinuano i contorni della piscina tra le strutture della villa e quelle del patio o del giardino, creando un incisivo gioco di pieni e di vuoti. Coperta ma non troppo anche la vasca costruita in un salone con archi che lo collegano al giardino, oppure con una parete tutta vetri per sfruttare l'energia solare che scalda il pavimento e l'acqua della vasca e per proiettare il paesaggio all'interno. Tra le piscine eclatanti spicca certamente quella installata sul terrazzo. Il sogno dell'azzurro privato può diventare infatti realtà persino per chi abita un appartamento in un palazzo cittadino. Su un attico, sempre che le strutture lo consentano, è possibile costruire una piscina, persino con giardino e barbecue. Ovviamente, i materiali scelti dovranno essere leggeri, come il Pvc che sostituirà le tradizionali piastrelle per il rivestimento della vasca. Vezzi a parte, la piscina da esterno può essere modellata con la classica colata in cemento armato, che permette la realizzazione anche dei progetti più complessi e bizzarri. Ma la sua struttura può essere costituita da doghe in alluminio estruso, che assicurano durata e versatilità di impiego tali da consentire la realizzazione di vasche di ogni forma e dimensione, oppure da legno o vetroresina. La piscina, fonte indiscussa di relax e sport, può giocare un grande ruolo nel fitness, se attrezzata di impagabili accessori. Bocchette che generano un flusso d'acqua arricchito da una certa ossigenazione, consentono di effettuare un salutare idromassaggio a cui, spazio permettendo, può essere dedicata una piccola vasca a parte, in comunicazione con la piscina. Inoltre, è possibile installare il dispositivo per il nuoto controcorrente, che recentemente ha contato molti estimatori. Due accorgimenti che fanno la differenza. Di qualche importanza anche estetica è il trampolino, che non deve essere trascurato dai disegni dell'architetto. Quello di
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maggior impatto formale ha il piede in cemento e l'asse in Dublas elastico, montato su supporti di gomma. UNA VASCA DA ARREDARE Decorare la piscina è un compito che viene affidato alle piastrelle, nelle sue infinite varietà. Ma l'effetto spettacolare è sempre assicurato con le tessere di mosaico. Il dilemma estetico si riflette anche nel costo finale della piscina. Visto che la decorazione a mosaico può richiedere anche cinquecento euro a metroquadro, è consigliabile utilizzarla, per esempio, per le vasche in cemento armato più costose. Il mosaico dona alle piscine un tocco di raffinatezza e permette di personalizzare anche una vasca di forma semplice:si possono creare cornici sulle pareti, disegni sul fondo e ogni soluzione decorativa che la nostra mente riesca a immaginare. Il rivestimento non si ferma alla sola vasca, anche il bordo ha un'importanza fondamentale nell'estetica d'insieme e in genere viene costruito con materiali che si armonizzino alla natura circostante. La pietra, specie se di estrazione locale, occupa un posto importante in questo spazio. Blocchi di pietra assemblati l'uno all'altro, in modo irregolare, possono formare un grezzo mosaico di bell'effetto. Per una piscina di campagna l'ideale è il cotto, adeguatamente trattato. Il legno dà un tono caldo e raffinato all'ambiente, ottimi quelli africani e soprattutto il tek. Un buon impatto estetico lo dà anche il contrasto di texture dei materiali, come tra il granito grezzo, dal gusto quasi primitivo, e l'estrema delicatezza del mosaico. Al rivestimento e al bordo della piscina, va raccordata anche la cosiddetta spiaggia, cioè la zona-living attorno alla vasca dove sono le sdraio, gli ombrelloni, il solarium e a volte un piccolo bar, magari con lo spazio attrezzato per il convivio. Il pavimento della spiaggia può anche non coincidere con il bordo. La fantasia del progettista vede piscine con il bordo in marmo trattato con tecniche antiche, cioè bocciardato o fiammato, e con la spiaggia in cotto artigianle oppure in pietra o addirittura seminata a prato. Fogge, materie e colori: tutto contribuisce a creare un ambiente naturale o sofisticato intorno alla piscina. Domina il tek per i mobili più classici che arredano, d'accordo con il gusto inglese, la spiaggia e il giardino attorno alla piscina. Resistente e piacevole, il tek, che all'aperto assume un'elegante sfumatura argentata, è usato per chaises loungues, lettini e tavolini bassi. Oppure vimini e canne di bambù e molto ferro battuto, per sedie e tavoli con il piano in pietra, magari arricchito da mosaici o maioliche. Una chicca: riprendere sul tavolo il motivo ornamentale della pavimentazione. Anche quando è sistemata in prossimità della piscina, la zona pranzo è spesso inserita all'interno di un padiglione o gazebo che ne sottolinea la funzione e la tiene separata dal giardino. Può avere forma tradizionale, a chiosco, o aerodinamica, con ali di tela svettanti verso il cielo. RIFLESSI SULL'ACQUA Un gioco di luci sapienti ha il potere di trasformare lo spazio-piscina e l'ambiente circostante in un'immagine di alta scenografia. Grazie infatti a un progetto mirato di illuminazione, la superficie trasparente dell'acqua della piscina può acquistare, tonalità e vibrazioni inconsuete e magiche. L'acqua, al pari di uno specchio, ha la duttile prerogativa di essere illuminata e di illuminare, esaltandolo, l'ambiente d'intorno. Un impianto subacqueo, per esempio, può far "scomparire" l'acqua e trasformare rivestimenti e mosaici del fondo piscina in superfici rutilanti; fari e spot esterni, invece, trasformano l'acqua in uno schermo riflettente. Ovviamente per ottenere la reazione voluta dall'acqua è necessaria una progettazione logisti-
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ca delle fonti luminose: l'effetto cambia a seconda di come sono orientati i fasci
81 luminosi che investono la superficie. I faretti sono in genere disposti sui lati lunghi della vasca (anche per non abbagliare chi nuota). La luce è dunque in grado di creare atmosfere particolari e di plasmare l'ambiente, ma molto dipende dal sistema adottato: quello alimentato elettricamente o quello a fibre ottiche, i quali rispondono in modo diverso a richieste di tipo estetico e tecnico. Il sistema a fibre ottiche, la più recente acquisizione della tecnica, offre sucurezza totale, ridotta manutenzione e possibilità di ottenere variazioni cromatiche programmabili della luce emessa. Se ne trova del tipo con faretto a luce puntiforme, perfettamente diffondente, e del tipo a tutta luce che si presenta come un tubo luminoso flessibile, utilizzato per seguire qualsiasi profilo. Le fibre ottiche consentono di ottenere atmosfere ricercate e spettacolari, grazie anche alla versatilità d'impiego che consente di giocare con contorni e superfici.•
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YACHT un sogno da vivere / YACHT a dream to live
YACHT un sogno da vivere a dream to live
testo di - text of
Teresa Carrubba
S
apere veramente "di che materia sono fatti i sogni", per dirla con Shakespeare, potrebbe voler dire visitare uno yacht, o, meglio ancora,
acquistarlo! Spesso è un vero capolavoro architettonico sull'acqua, frutto di un lavoro di ricerca che porta ad armonizzarlo più alle leggi del mare che ai capricci delle mode. E' per questo che il profilo esterno, pur nell'eleganza delle sue linee innovative, trasmette subito una sensazione di grande solidità. E dallo styling dello scafo, imponente e pulito, lo sguardo passa senza interruzione di continuità al décor degli interni. Qui, il lusso non è, come qualcuno può immaginare, ostentazione, ridondanza formale, sovrapposizione decorativa. La ricchezza d'interno, quella che dà, immediata, una forte sensazione di sontuosità, nasce proprio da un progetto di esplicita limpidezza ed essenzialità. L'uso di materiali innovativi e di tecnologie raffinate, mescolati ad elementi più tradizionali, costituisce, insieme all'ideazione di ogni minimo dettaglio, il fascino discreto ma penetrante di uno yacht la cui atmosfera è fatta di linee precise e senza fronzoli.
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L'effetto finale dell'interior design dipende da ogni
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T
o really know "such stuff that dreams are made of,”
to quote Shakespeare, might just mean visiting, or
even better, buying a yacht! Very often yachts are
floating architectonic masterpieces, the result of long hours of research and design aimed at harmonizing these elegant craft more to the rules of the sea than to the whims of fashion. And this is why the external contour, with its elegant and innovative lines, immediately conveys a feeling of great solidity. From the striking and trim exterior, the eye is inexorably drawn inside to the interior decor. The interior is luxurious but not, as some might think, ostentatious, formal, flashy or pretentious. What makes it sumptuous are the simple and essential lines. Innovative materials and refined hi-tech blend with more traditional elements, and of course there is great attention to detail, resulting in the discreet but striking fascination of the yacht: an ambience where fuss and gimmicks are eschewed in favour of clean, simple, lines.The final effect of the interior design depends on the details and, of course, on the design, but the aim is to realise a perfect whole and harmonize the different functional and aesthetic elements, from the largest to the smallest of them. To quote Frank Lloyd Wright, a love for detail is not an end unto itself, but something essential for the continuity between the external form and the interior space. And
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YACHT un sogno da vivere / YACHT a dream to live particolare e la ricerca progettuale è un percorso che tende a raggiungere l'idea della completezza: l'armonia di tutti gli elementi, funzionali ed estetici, dal più grande al più piccolo. Del resto, l'amore per il dettaglio, come diceva F.L. Wright, non è fine a se stesso: la sua precisione è un aspetto necessario alla continuità tra forma esterna e spazio interno. Niente di più vero nel caso di uno yacht, in cui l'attenzione per la singola minuzia, è anche rispetto per la globalità del design: gli interni, funzionali e ben rifiniti, si integrano perfettamente con la struttura a vista dello scafo. Per qualche verso lo yacht, specie nello skylounge, può essere considerato un loft, con spazi fluidi e aperti, senza divisioni, capaci di trasformarsi con facilità seguendo le volubilità stilistiche o, più semplicemente, i cambiamenti di esigenze o di gusto personali. Spazi dove le diverse funzioni si integrano e gli interventi progettuali, leggeri e incisivi, creano personalità e prestigio rispettando e valorizzando le geometrie strutturali. Ecco il segreto del design più innovativo. L'importanza del progetto per uno yacht è il suo grado di flessibilità: è ottimale se di volta in volta sarà in grado di adattarsi senza difficoltà a diversi allestimenti e soluzioni ambientali, ma anche se il nuovo modo di pensare lo spazio si conformerà a quell'interno. Complementi d'arredo in legno, perspex, metallo o pelle, possono, tanto per fare un esempio, essere agganciati a un sistema di telai in acciaio appesi alla parete con speciali giunti antivibrazioni, permettendo così di creare un sistema elastico, trasformabile nel tempo e facilmente adattabile a ogni cambiamento di esigenze. Tavoli, divani e contenitori scorrevoli, poi, consentono di modificare continuamente gli spazi assecondando le
necessità del
momento: solo zona living, solo dining-room, oppure entrambe. La funzionalità degli elementi passa anche attraverso i materiali che, il più delle volte, sono familiari e caldi come può esserlo il legno. Il legno, per tradizione legato al sea-style, malleabile al punto da lavorarlo a contatto con l'idea, è la migliore soluzione, dall'ossatura fino al dettaglio, di ogni esigenza e di ogni gusto. Del resto, entrare nei segreti del legno, restituisce la tradizione dei maestri d'ascia, dell'artigianato, dell'alta qualità. Tuttavia, l'utilizzo di materiali consueti non esclude affatto, nel progetto di uno yacht, l'uso raffinato della tecnologia. Nuovi linguaggi, metodologie e materiali innovativi, possono essere la chiave per sti-
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molare la creatività di chi progetta e per adeguarsi a
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never is this truer than when it comes to yachts, where the attention to the most trivial detail means respect for the overall design. A functional and well-finished interior complements both the structure and the aesthetics of the craft. In some ways a yacht, especially in the skylounge, can be considered a kind of loft with fluid open spaces and no divisions that can be transformed according to the style required or, more simply, to changing needs and personal tastes. Spaces in which the different functions blend, and the incisive interventions of the designers give the interior its personality and prestige by respecting and enhancing the geometrical lines. This is the secret of the most innovative kind of design. The importance of yacht design is its degree of flexibility, and can be said to be optimal if it lends itself to being easily adapted to different layouts and environmental solutions, but also if the innovative way space is conceived complies with the interior. For example the use of accessories in wood, Perspex, metal and leather that can be fastened to a steel system fixed to the wall with special anti-vibration hooks, makes it possible to create a flexible system that can be easily adapted to any kind of requirement. Sliding tables, couches and containers make it easy to change the interior at will, turning it into a living room or an eating area, or a mixture of both. The functionality of the elements also depends on the materials which, more often than not, are familiar and warm. Wood is a common choice, an important part of the traditional sea-style, and can be used for many solutions, from the frame to smaller details, as wood responds to a wide range of tastes and needs. And then wood brings us into that magical world
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YACHT un sogno da vivere / YACHT a dream to live ogni tipo di richiesta. E consentono di avere a disposizione numerose soluzioni da un punto di vista non solo realizzativo, ma anche economico. Piccoli touch screen che controllano aria condizionata, luci e video, sostituendo gli interruttori tradizionali; maxi schermo video satellitare; avveniristici impianti centralizzati hifi; marchingegni professionali ed elettrodomestici all'avanguardia per la cucina; vasche per idromassaggio e quant'altro. La tecnologia, unita a un' idea di lusso come la preziosità dei materiali e la raffinatezza del lavoro artigianale, evidenzia l'attenzione alle qualità percettive dell'ambiente. E a un'atmosfera singolare, generata anche dall'effetto-luce. Sole a parte, la luce all'interno di uno yacht
non è mai invadente, ma
modulata, capace di disegnare ed esaltare gli spazi. Una serie di lampade fluorescenti incassate un una fascia metallica del controsoffitto, per l'illuminazione generale; un sistema di piccoli prismi in perspex dotati di fibre ottiche, per risolvere il problema della luce specifica; spot alogeni, orientabili di volta in volta su piccole zone. Sono tra le soluzioni più felici per la diffusione di una luce che, così come le geometrie degli spazi, rappresenta una precisa componente dell'arredo e che esalta, se nata dal design di un sapiente architetto, i mobili di pregio, le sete e i tessuti preziosi di poltrone e pareti. Una luce che, in certi ambienti come la cucina, scivola sulle superfici in legno laccato e sui piani di lavoro ammorbidendo l'ambiente. La cucina. Nei progetti d'architettura navale, da una parte c'è il minimalismo che la vede come spaziolaboratorio di purezza geometrica dove la preziosità e lo stile sono affidati all'uso di materiali rari e costosi; dall'altra, la visione della cucina intesa come crogiolo di piaceri irrinunciabili anche in alto mare. Tuttavia, nella cucina di bordo, generalmente si assommano con audace armonia tutti gli stili: funzionale, sobrio, tradizionale e avveniristico. Non c'è dubbio. Chi possiede uno yacht ha una forma mentis particolarmente avvezza al lusso confortevole dove non c'è spazio per i desideri inappagabili. Complici il funzionalismo architettonico e la tecnologia, la vita da yacht può offrire chicche straordinarie. Ecco il flying bridge trasformarsi in zona relax con vasca per l'idromassaggio, palestra con attrezzi professionali e bagno turco. Nello skylounge, invece, ci si può ritagliare un angolo d'intimità, con poltrona,
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libreria e persino un caminetto che dà calore, in tutti i foto diad Carlo Baroni sensi, eccitanti crociere invernali. •
87 of woodcutters and high-end artisans. However the use of traditional materials does not in any way exclude the refined use of hi-tech materials. New styles, methods and innovative materials can be the key that stimulates the creativity of the designers and reply to many requirements. They also make it possible to call on a wide range of solutions from a practical and economic standpoint. Miniature touch screens control the air conditioning, the lights and the video, in the place of traditional switches. There are maxi screens for satellite TV, futuristic centralized hi-fi systems, state-of-the-art electrical appliances and contraptions for the galley, Jacuzzis and a myriad of sophisticated accessories. The idea of hi-tech married to luxury, as in the use of precious materials and refined craftsmanship, underlines the perceptive quality of the environment. And then there are the lighting effects. With the exception of sunlight, on a yacht the lighting is always unobtrusive and helps to define and enhance the different areas. A series of fluorescent bulbs can be set into a metal strip on a false ceiling for the overall lighting, a system of small fiber optics Perspex prisms adopted to solve the problem of soft lighting, and then swivel halogen spotlights for the smaller areas. These are just some of the best lighting solutions, and they complement the different areas as well as being important accessories if they are designer pieces, in which case they enhance the elegant furniture, the silks and precious materials on the armchairs and walls. And, in certain areas, like the galley, the lighting glows on lacquered wooden and working surfaces creating a lovely soft ambience. The galley. In naval design there is, on the one hand, a minimalism which envisages the galley as a kind of laboratory space with pure geometrical lines, where style and preciousness depend on the rare and costly materials used and, on the other hand, the vision of the galley as a cradle of pleasures that can not be renounced, not even on the high seas. Actually, most galleys are an audacious mix of styles: functional, sober, traditional and futuristic. And of one thing there is no doubt. Yacht owners have a propensity for comfortable luxury and rarely deprive themselves of it, and today thanks to architectonic functionalism and high-tech, life on board a yacht can offer occasions for sophisticated solutions. Like the flying bridge which can be turned into a relaxation area with a Jacuzzi, a gym with professional equipment and a Turkish bath. And the skylounge which can be turned into an intimate corner with armchairs, bookshelves and even a fireplace that not only heats the lounge, but also the senses, on chilly winter cruises.•
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Donald Francis pioniere del ballo storico
Donald Francis pioniere del ballo storico
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Il fascino del tempo, tornano i Grand Bal viennesi testo di Giuseppe
Garbarino Fotografia di Roberto Caruso
S
empre più spesso si ha la notizia di balli storici organizzati da accademie e associazioni. Oggi lo spirito di riscoperta di balli ottocenteschi è mol-
to apprezzato e seguito da numerosi cultori di queste forme di intrattenimento del tempo che fu. Quando si partecipa ad uno di questi eventi sembra che il tempo si fermi, anzi no, il tempo gira vorticosamente sulle note delle musiche da ballo. Queste rievocazioni di balli d'epoca radunano moltissime persone e come in una scena del film Il Gattopardo di Luchino Visconti il sogno ci porta nelle corti regnanti europee, con i grandi valzer che riempivano le sale luccicanti d'oro e specchi. Un tempo il ballo era una delle poche occasioni che si aveva per conoscersi e soprattutto per fidanzarsi, oggi è diverso ma è sempre un modo per aprire i propri orizzonti. In tutte le città italiane si riescono ormai a trovare corsi e serate a tema nelle quali vengono ricreate atmosfere che vanno dal periodo napoleonico , attraversano tutto il secolo dei grandi fermenti europei e arrivano ai primi del Novecento, con il ragtime. Capita
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Donald Francis pioniere del ballo storico
così di essere travolti da un piccolo esercito di soldati napoleonici che intervengono con le loro dame ad un ballo nel Palazzo Ducale di Lucca, un'altra volta si festeggia il carnevale al Palazzo Borghese di Firenze o si organizza un ballo con merenda sull'erba alla Villa Gerini di Colonnata e così via. Il pioniere di queste rievocazioni è da tutti identificato con Donald Francis, un perfetto gentiluomo di stampo anglosassone che arrivò dall'Australia a Firenze per studiare arte e lingue. E' ovvio che il fascino della città rinascimentale per eccellenza ebbe il sopravvento e nel lontano paese agli antipodi del mondo non tornò più. “Qui si respirava la storia” – ci dice Donald mentre siamo rigorosamente davanti ad una tazza di tè – “da quando abito in questa città non ho più avuto bisogno di leggere un libro di storia, la storia è intorno a me, mi assorbe e mi fa diventare parte di lei”. Da sempre attratto dai balli storici Donald Francis mi racconta che nel suo Paese, nelle giornate di pioggia era consuetudine dedicarsi ai corsi sportivi di ballo e così a soli quattordici anni ballava già discretamente il valzer. Amante della musica, una volta a Firenze trovò una piccola occupazione come organista della chiesa anglicana di Sant Mark e dopo poco gli
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venne anche offerto un appartamentino nel sottotetto,
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oggi un gioiello dove si intreccia la storia personale di Donald con quella di Firenze. “Il mio sogno” – mi racconta Donald – “era di riuscire ad usare gli ambienti per creare l'atmosfera giusta di un ballo storico, credo che con il tempo ci sono riuscito. I ballerini sono come degli attori che trasformano la sala non per una rievocazione storica nel senso di teatro o spettacolo, chi partecipa a queste serate balla, si veste in costume per il semplice godimento personale. Facciamo degli eventi per noi stessi in ambienti che cerco di selezionare con attenzione allo stile, praticamente è un palcoscenico per noi stessi.” Oggi Donald Francis gestisce con uno staff di insegnati l'Atelier de Danse di Firenze, fondata nel 1984 e dove dal 1985 ha iniziato i primi corsi di valzer viennese, ballo del 19° secolo e danze folkloristiche delle isole britanniche. Vero anfitrione, durante le serate che organizza dà il meglio di sé come maestro da danza, dà indicazioni, gestisce i presenti, il tutto dopo attente ricerche sui passi e sulle musiche d'epoca. E' così che nelle splendide serate si assiste ad uno sfoggio di crinoline, sottogonne e bustier per ballare quadriglie, polka, valzer, polonaise. Tra i prossimi progetti nel calendario dell'Atelier de Danse si profila un ballo al Museo del Costume di Palazzo Pitti,
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Donald Francis pioniere del ballo storico
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93 raccolto nella Palazzina della Meridiana, dove si trovano circa seimila pezzi, fra abiti antichi e moderni, accessori e costumi teatrali che possono essere considerati l'unico museo di storia della moda in Italia e uno dei più importanti nel mondo. Qui si trova la sala da ballo, ornata da colonne di gusto neoclassico, perfetta per gli intenti di Donald Francis. Nel futuro dell'Atelier de Danse si ipotizza anche una partecipazione ai festeggiamenti per i 150 anni di Firenze Capitale, forse una promenade che attraverserà la
città e un grande ballo finale, ma è ancora tutto da progettare. Chi partecipa ai corsi dell'Atelier? “Molte coppie alla ricerca di novità, spesso è un'alternativa al ballo liscio, qui tutto è più elegante, ma anche giovani che vogliono essere in grado di ballare un valzer in qualche occasione mondana”. Il futuro di questi balli è quindi assicurato? “Direi di sì, è un continuo di stage di danza storica, seminari internazionali, gran balli, tè danzanti, feste, spettacoli, forse si assiste anche a troppi eventi, si rischia quasi il collasso, ma ad ogni momento corrisponde una necessità e quindi ben vengano tutte queste occasioni. http://www.atelierdedanse.it/
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La Confetteria Mucci di Andria
la di Andria Da qui sono usciti confetti commissionati da Casa Savoia per le nozze tra Umberto e Maria Josè testo di Mariella
Morosi
e Foto dell'Archivio Mucci
E
dicenne, nella famosa Bottega Caflish di Napoli.
ne, canditi, bon bon, dragées e cioccolatini. Ma soprattut-
creava pazientemente dolcezze dai mille sapori e colori
' dal 1894 che le vetrine della Confetteria Mario Muc-
capostipite della famiglia Mucci, Nicola, dedicò la sua pas-
ci di Andria attirano sguardi e desideri con un dol-
sione per l'arte dolciaria dopo aver lavorato, appena quin-
cissimo campionario di confetti e confettini, gelati-
94
Qui
to ad attrarre sono i confetti, andando col pensiero a
con metodo antico, come dimostrano i tre locali adiacenti
nostalgie di tempi vissuti o pensando a gioie future. Tutto
al negozio, sede ora del visitatissimo Museo del Confetto.
è rimasto com'era, nel negozio e nel laboratorio a cui il
Nulla è stato toccato: ci sono le bassine di rame che ruo-
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La Confetteria Mucci di Andria
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tando ricoprono l'anima del confetto (generalmente una
li verdi per il fidanzamento, rossi per lauree e compleanni
mandorla di Avola) di sottili strati di zucchero, ci sono i
e tanti altri decorati a richiesta. Importante, e rigorosa-
mortai, le tostatrici, le filettatrici, i setacci, i colini. Da qui
mente dispari, il numero dei confetti contenuti nelle bom-
uscivano tanti piccoli, deliziosi pezzi unici. “Confetto” deri-
boniere: 5 rappresentano salute, fertilità, lunga vita, felici-
va dal latino “confacere”, ossia avvolgere con qualcosa. In
tà e ricchezza; 3 simboleggiano la coppia ed il primo figlio
questo caso lo zucchero ne avvolge l'anima, cioè il conte-
e un confetto solo, come si usa sempre più spesso, si riferi-
nuto, che oltre alla mandorla può essere alla nocciola, al
sce all'unicità dell'evento. E pensare che nella notte dei
cioccolato, alle spezie o alla frutta: se ne possono fare oltre
tempi il confetto fu inventato da un tal arabo, Al Razi, roto-
150 tipologie. Anche la palazzina liberty dalle volte in pie-
lando nello zucchero amarissimi preparati medicamentosi
tra in cui ha sede il negozio contribuisce a invitare il pas-
per renderli più gradevoli. La storia però ci dimostra che
sante a un dolcissimo viaggio nella dolcezza. E se si varca
persino nell'antica Roma, anche se non si conosceva lo
la porta di cristallo, i delicati profumi e le essenze impri-
zucchero (si dovette attendere la scoperta delle Indie Occi-
gionate nei confetti non lasciano scampo ad un coinvolgi-
dentali) si rivestivano petali di rose, pistacchi e mandorle
mento totale in un mondo incantato, anche grazie al sorri-
con miele indurito. Erano apprezzatissime dalle matrone
so di Enza, moglie di Mario, e dei figli Loredana, Manuela e
romane che li sgranocchiavano, pigramente assise sui
Cristian. Difficile non accettare il loro invito a visitare il
gradini del pulvinare o sulle sedie eburnee. Nel primo
museo ed è inevitabile andar via, dopo una degustazione
Medioevo l'arte della confetteria era caduta in disuso ma
delle varie specialità, con in mano un sacchetto ben
nelle quiete dei conventi le suore carmelitane contribuiro-
infiocchettato. Da qui sono usciti confetti che hanno
no a traghettare la tradizione fino agli opulenti secoli
segnato momenti di gioia a generazioni di persone, più o
successivi. Gelatine e confetti erano e restarono a lungo
meno note, come quelli commissionati da Casa Savoia per
privilegio dei signori perché sia lo zucchero che le spezie
le nozze tra Umberto e Maria Josè. La simbologia è chiara:
costavano quasi come l'oro. Nel '600 il poeta satirico Scar-
le due metà della mandorla unite simboleggiano
ron lamentava l'avarizia della sorella che aveva fatto
l'indissolubilità dell'unione degli sposi. C'è un confetto per
restringere i fori della zuccheriera. I confetti venivano
ogni ricorrenza, oltre al classico bianco per le nozze. Cam-
distribuiti da paggi e scudieri solo nei banchetti organiz-
biano i tempi e ora è richiesto anche quello giallo per il
zati per eventi speciali e nozze di sangue blu. Nel 1487 per
secondo matrimonio. Lunga la serie per le varie occasioni:
il maritaggio di Annibale Bentivoglio ne vennero distribui-
rosa, fucsia, beige, blu, verde, argento e oro per le varie
te ben 350 libbre. Erano diventati talmente simboli di lusso
felici tappe di matrimonio da festeggiare, da un anno (noz-
e di sperpero di danaro che Venezia, che pure importava
ze di cotone) agli irragiungibili 60 (nozze di diamante).
lo zucchero in pani, vietò di donare confetti e canditi ai
Oltre ai classici rosa e azzurro per il battesimo ci sono quel-
Rettori di Terraferma “sotto pena di ducati 200”. Dolcetti e
97 zuccherini trionfarono liberamente nel '700 e '800. Goethe
La fabbrica ha collezionato nel tempo decine e decine di
inviava alla moglie scatole di confetti per farsi perdonare
premi e onorificenze, fino a quella recente del Gambero
le continue assenze per il suo Viaggio in Italia, ad accoglie-
Rosso che ha collocato il suo confetto al top di tutte le
re l'ingresso di Napoleone a Verdun nel 1806 furono alle-
produzioni italiane per la finezza, l'eleganza e l'equilibrio
stiti tre archi di confetti e Leopardi addolciva il suo pessi-
oltre che per l'accurata selezione delle materie prime. “E'
mismo con i lunghi cannellini con l'aromatica anima di
un riconoscimento che ci riempie di gioia –ha detto Mario
Cannella. Finalmente il confetto abbatté gli steccati sociali
Mucci- perché premia i sacrifici e la passione per il nostro
e fu alla portata di tutti: si moltiplicarono le dimensioni, le
lavoro che tanto amiamo. Fa onore alla nostra famiglia ed
forme e i contenuti. Lanciati alle feste di nozze, ai battesimi
è motivo di che prestigio per il territorio andriese”. Oggi
e nelle processioni, si stabilizzarono come simbolo di gioia
mentre il negozio di Andria resta l'unica sede, la lavorazio-
e di prosperità. Nel suo libro “Il confettiere moderno"
ne del prodotto, con macchinari moderni che rispettano la
(1907) Giuseppe Ciocca ne descrive decine di tipi, ma
tradizione artigianale è stata spostata in un attrezzato
avverte: “I segreti dell'arte non stanno solo nelle ricette ma
laboratorio alle porte di Trani. Ma il negozio e il museo
nell'abilità di chi le adopera, essendo esse solo un suggeri-
restano dove sono sempre stati, esempio di esperienza e
mento teorico”. Un principio ampiamente dimostrato dal-
di imprenditorialità di consolidate radici.•
la famiglia Mucci che per 120 anni ha creato e interpretato, inventando più che seguendo strade convenzionali. Si
Confetteria e Museo “Mario Mucci”
deve a loro la formula dei famosi e imitatissimi Tenerelli,
Via Gammarota 12 (Cattedrale)
confetti dal cuore tenero con mandorle di Puglia e noccio-
70031 ANDRIA - Tel. e Fax 0883 591871
le piemontesi, ricoperti da un doppio strato di cioccolato.
www.confettimucci.it - info@confettimucci.it
anno 2013 anno32- -n°8 n°6estate Inverno 2013
Mulino greco
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Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 - N° 310/2011 Copyright © - Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.
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La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria. Karl Kraus
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