viaggi e cultura prima edizione - Anno 3 n°9 autunno 2013
STOCCOLMA BOLIVIA INDIA ROMANIA DANIMARCA BIJAGOS KAZAN
Sommario
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pag. 6
Un merletto sull'acqua
Stoccolma di Teresa Carrubba
pag. 14 LA FESTA DEI NOBEL di Teresa Carrubba
Pag. 26 INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train di Annarosa Toso pag. 34 ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale di Pamela McCourt Francescone pag. 42 COPENAGHEN una storia “reale” di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 48 BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo di Anna Maria Arnesano pag. 54 KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari di Teresa Carrubba pag. 60 KAZAN l'icona della discordia di Teresa Carrubba pag. 64 FES una città imperiale che resiste al tempo di Cora Ebeling pag. 72 REPUBBLICA CECA fascino Belle Epoque di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 76 FERRARA la grandezza degli Estensi di Luisa Chiumenti pag. 82 EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali di Mariella Morosi pag. 88 SLOVENIA Valvasor e il Castello di Bogensperk di Giulio Badini pag. 92 LA FANTASIA DEL GIOCO un museo per i nostri sogni di Giuseppe Garbarino
anno 3 - n°9 autunno 2013
Pag. 18 BOLIVIA un sogno ad alta quota di Anna Alberghina
editoriale Autunno. Non è la fine di vacanze ed evasioni. Anzi, si apre la stagione per i viaggiatori i quali, a differenza dei turisti, vedono il “Viaggio” come un'avventura e non come una villeggiatura. Ecco prospettarsi mete di raffinato interesse culturale come la Stoccolma dei Nobel, quella che si fregia di ospitare la crema dell'intellighenzia e della genialità mondiale in una settimana di dicembre focalizzata sugli Insigniti ma che offre anche una città libera dal turismo di massa e avviluppata nella coinvolgente dimensione del Natale. O come la Slovenia del barone Valvasor, celebre incisore del Seicento la cui presenza si può cogliere ancora oggi visitando l'elegante castello rinascimentale di Bogensperk. O come la Copenaghen riprodotta nel recente film “Royal Affair”, tra un castello e l'altro, dal teatro di corte alle scuderie reali, tra stanze segrete e tesori della corona. O la mitica Transilvania in Romania, con tutti i suoi tesori medievali, sulle orme di Vlad Dracul III, Principe della Valacchia. O la Ferrara degli Estensi in tutta la sua grandezza culturale ed artistica, dalla pianificazione geometrica ed esatta del Rinascimento con quella che venne chiamata “Addizione Erculea” alle viuzze del Centro storico. Viaggi inusuali all'insegna del lusso come la regione del Maharashtra in India vista attraverso il Deccan Odyssey Train. Viaggi esplorativi e antropologici che portano nell'aspra Bolivia con le polle di fango ribollente dei Geysers di Sol de Manana a 4.850 metri e il Salar de Uyuni, la più grande distesa salina del mondo a 3.600 m. con, al centro, l'Isla Incahuasi ricoperta di cactus. Ma anche con il folklore e la storia delle “cholitas”, le donne indigene che amano fare pugilato. Oppure alle isole Bijagos, a metà strada tra Tropico del Cancro ed Equatore, sconosciute ai più, alla scoperta delle tribù che vivono allo stato brado e di una natura selvaggia dove ancora nidificano le tartarughe marine.
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STOCCOLMA un merletto sull'acqua
STOCCO un merletto sull'acqua testo di Teresa
F
Carrubba
rastagliata su 14 isole che ne fanno un merletto sull'acqua, Stoccolma presenta anche in certe architetture il richiamo con Venezia. Non ultimo il fatto che lo svedese Ragnar Ostberg sia rimasto davvero aascinato davanti al
Palazzo dei Dogi prima di mettersi al lavoro per la costruzione del Municipio. Quando venne fondata, Stoccolma era una fortezza su un'isoletta sassosa tra il lago Malar e il Baltico. Nessuno si curava molto di valorizzare la bellezza dei luoghi. Era un posto sicuro e un buon punto di osservazione e di controllo. Oggi, nella sua estesa dimensione, fatta di isole, insenature e colline granitiche che dominano la pianura circostante, la bellezza è una preoccupazione evidente degli amministratori e dei cittadini. Lo si vede dai parchi, dai viali, dalle fontane.
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OLMA
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STOCCOLMA un merletto sull'acqua
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E' palese anche solo scendendo in una qualsiasi stazione
cile immaginarlo guardando questa città così sparsa da
della Metro, trasformata da numerosi artisti in una lun-
sembrare molte città in una. Qui ci sono isole completa-
ghissima galleria d'arte, vale la pena visitarla anche se non
mente diverse tra loro, per struttura e atmosfera. Nor-
dovete andare in nessun posto. Il senso di ospitalità e di
malm, a Nord, brulica di grattacieli. Ostermalm è sede di
calda partecipazione dei cittadini, poi, arriva al massimo
ambasciate e case signorili. Soder, alta sulle rocce, sembra
durante le festività. A dicembre, per esempio, l'atmosfera
una piccola Montmartre. Djurgarden, un immenso parco
natalizia è creata in modo così sottile e coinvolgente che è
dove sono riuniti musei, giochi, ristoranti. E Gamla Stan, la
praticamente impossibile restarne fuori. A cominciare da
città vecchia, dal tipico aspetto medievale, con vie strette
un semplicissimo candeliere a scaletta che da tutte le fine-
e tortuose. Cercate qui la strada più stretta del mondo, la
stre di Stoccolma, nessuna esclusa, lascia trapelare la luce
Marten Trotzigs Grand, larga neppure un metro. In una
e il sentimento di ogni famiglia. Senza parlare poi della
tipica piazzetta, un cerchio di baracchini in legno dove
dolcezza dei canti intonati da gruppetti di ragazzi, in ogni
vendono, tra l'altro, saporitissimi mum's, cialde appena
dove: per le strade, in un bar, alla stazione, in un grande
sfornate con gelatina di bacche e panna montata. Affac-
magazzino. Immaginate di vivere a Stoccolma. Con molta
ciatevi dal ponte che unisce il Palazzo Reale al Teatro,
probabilità avreste una barca. E' un bene comune per le
vedrete dei gorghi. E' lì che il lago Malar si unisce col Balti-
famiglie svedesi. E in ogni week-end non avreste altro che
co. Nel cortile del palazzo reale si può curiosare libera-
l'imbarazzo della scelta tra le 24mila isole, verso il Baltico
mente e gran parte delle sale interne sono aperte al pub-
o verso il lago. Ma anche in città c'è di che svagarsi. A Stoc-
blico. Dall'altra parte della strada c'è la Cattedrale di Stoc-
colma vive un settimo della popolazione svedese; è diffi-
colma e l'Accademia svedese dove ogni anno una giuria si
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STOCCOLMA un merletto sull'acqua riunisce per decidere sull'assegnazione dei premi Nobel. E' a Stoccolma, infatti, l'appuntamento culturale più prestigioso: il Premio Nobel, consegnato agli insigniti dal re Carlo XVI Gustavo nella Konserthuset, il Palazzo dei Concerti, in una solenne e rituale cerimonia, ogni 10 dicembre. Ma per farsi un'idea della cultura e delle tradizioni della Svezia, è necessario recarsi a Skansen, un borgo di Stoccolma, museo all'aperto più antico del mondo. Ovviamente meta di intere famiglie svedesi nella stagione estiva, Skansen ha un fascino del tutto particolare in
inverno, specialmente a dicembre quando un doveroso manto di neve conferisce al paesaggio un'aria decisamente natalizia. Un caratteristico mercatino, tutto in legno, con commercianti in abiti folkloristici dell'Ottocento, fa bella mostra di oggetti artigianali e di leccornie prodotte nelle fattorie locali. Il periodo clou è dal 4 all'11 dicembre, giorno in cui, in un teatro aperto, a
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forma di guscio, viene eletta una quattordicenne Lucia,
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STOCCOLMA un merletto sull'acqua
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“regina della luce”, con tanto di candele in testa e di appla-
abitanti che sembrano assolutamente compenetrati nel
usi, attutiti dai grossi guanti a protezione di un freddo
ruolo. Camminano con la massima indifferenza verso chi li
davvero incredibile! Tutto a Skansen sembra irreale e fuori
osserva, illuminandosi la strada con antiche lanterne a
dal tempo. Circa 150 tra casette e fattorie d'epoca, rico-
olio e zoppicando per via di rigidi zoccoli contadini. Skan-
struite di tutto punto, raccontano la storia insieme ai loro
sen è però molto conosciuto anche per il suo giardino
13 arcipelago che si inoltra ad Est, nel Baltico, per 50 miglia. Attraverso un sistema di ponti, le grandi isole sono collegate con la terraferma e quindi sono raggiungibili anche con la macchina oltre che con un servizio frequente di battelli. La strada principale di Varmdo va da Slussen, ai margini della Città Vecchia, direttamente nell'arcipelago. A metà strada verso Gustavsberg, c'è un'uscita per Saltsjobaden, che appartiene al comune di Nacka. Qui c'è l'osservatorio di Stoccolma e la bellissima Chiesa della Rivelazione. Da Slussen ci vogliono 20 minuti di macchina per raggiungere Gustavsberg, conosciuta per la sua fabbrica di porcellane dove è possibile, per i bambini, dipingere i proprio piatto prima di portarselo a casa. Inoltre, molte delle escursioni per l'arcipelago partono da qui. Dirigendosi da Gustavsberg verso Stavsnas, la strada si divide ad Alstaket. Andando a sinistra si arriva a Stenslàtten da dove parte il traghetto per Rindo e Vaxolm. Lungo la navigazione si passa accanto alla chiesa medievale di Varmdo e, guardando attentamente, si può scorgere la strada per Bullando Marina dove è consigliabile fermarsi per il pranzo. Se all'incrocio di Alstaket si va invece a destra, si giunge a Stavsnas. Qui si può prendere il battello per Sandhamn, un vero eden per marinai ed esploratori. Il villaggio è affascinante con le sue viuzze arrampicate e le sue case costruite alla rinfusa sulle rocce e sulla spiaggia. Se invece di andare a Stavsnas, decidete di visitare DjuroVindo, potrete ammirare lo spettacolare ponte di Djuro sotto il quale numerosi piccoli pescherecci tirano su le famose aringhe del Baltico. Le spiagge di Namdo e Kanholmen sono raggiungibili con la macchina o con la bicicletta, per arrivare più in là è necessario prendere il battello. Ma a Stoccolma non si vive di solo mare. Poche altre grandi città, infatti, possono vantare una così vasta superficie verde e una così ampia scelta di escursioni a piedi. E' possibile addirittura camminare sui passi dei vichinghi che di tracce ne hanno lasciate tante. Nella zona di Stoccolma ci sono molti monumenti e resti dell'era vichinga (1050-800 a.C.). In ogni parte della regione è possibile fare lunghe passeggiate tra le pietre runiche sparse dovunque, ripercorrendo antichi suggestivi itinerari. A dieci minuti di metropolitana da Stoccolma si arriva a Bjòrkhagen, ci si può subito inoltrare nella riserva naturale di Nacka e raggiungere il sentiero di Sòrmlandsleden. Se volete camminare verso Nord, lungo il sentiero Roslagsleden per arrivazoologico con circa 90 specie di animali che vanno dai
re (si fa per dire, perché sono 65 km. !) a Norrtàlje, dovete
coccodrilli alla tipica fauna nordica. E c'è il più grande
partire da Danderyd, proprio sopra la città. In tutta la
aquarium-terrarium della Svezia, che include un settore
regione ci sono più di 70 aree verdi con sentieri per jog-
tropicale. Se Stoccolma è una città da sogno, qualcuno
ging e trekking che in inverno si trasformano in passi per
sostiene che il paradiso cominci poco più in là, nel suo
lo sci di fondo.•
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LA FESTA DEI NOBEL
LA FESTA DEI NOBEL testo di Teresa
“
Carrubba
Le conquiste della ricerca scientifica ci fanno spe-
rare nella graduale eliminazione dei microbi, quelli
dell'anima e quelli del corpo...”,sosteneva lo svede-
se Alfred Nobel, ricco inventore, scienziato, scrittore e filantropo che nel 1895 istituì, per testamento l'omonimo premio. E nei risultati della scienza ripose non solo la sua fiducia ma anche la maggior parte della sua fortuna, quasi 33 milioni di corone, per la costituzione di un fondo i cui interessi sarebbero stati devoluti ogni anno alle cinque persone, o gruppi di persone, che si fossero distinte nel campo della fisica, della medicina, della chimica, della letteratura e dell'economia. E da allora si rinnova, nel rigido rispetto della tradizione, l'appuntamento culturale più ambito e prestigioso. Ogni anno a Stoccolma, il 10 dicembre, nella ricorrenza della morte dello scienziato. Già dai primi giorni del mese le menti elette vengono coinvolte in un turbinìo di impegni ufficiali organizzati meticolosamente dalla Fondazione Nobel e dal Ministero degli Affari Esteri. Un attaché culturale, a completa disposizione di ogni vincitore, si occupa di risolvere qualunque problema relativo alla cerimonia d'investitura con molte settimane di anticipo. A partire dal noleggio del frac, obbligatorio per tutti i partecipanti, compresi i giornalisti, alla programmazione delle conferenze, degli incontri stampa e
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delle visite alla città. Tutti gli spostamenti avvengono a
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LA FESTA DEI NOBEL
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bordo di una limousine nera disponibile per l'insignito e i
nella Sala Blu del Municipio dove vengono imbanditi
suoi familiari. Fino al fatidico 10 dicembre. Nella Konser-
tavoli per circa 1.300 invitati. Al centro spicca ovviamente
thuset, la sala dei Concerti, si svolgono in mattinata le
il tavolo addobbato per la famiglia reale, per i premi
prove della cerimonia. Un rituale imbastito su rigorose
Nobel e i loro parenti, con una sfolgorante composizione
regole d'etichetta. Migliaia di garofani gialli offerti ogni
in oro zecchino, pesanti candelabri e fiori a non finire.
anno dal comune di Sanremo, dove morì Alfred Nobel,
Quattromiladuecento garofani rossi e otto chili di mimo-
simbo1eggiano con l'azzurro della moquette i colori
se, anche questi provenienti da Sanremo, tra vasellame
della bandiera svedese che campeggia, a mo' di coccar-
pregiato e tovaglie di fiandra. Un esercito di camerieri
da, sullo sfondo del palco. Il gran cerimoniere, fa le veci
altamente selezionati e istruiti a scattare ai cenni a catena
del re nell'atto della consegna dei premi e spiega ripetu-
del cerimoniere e dei suoi assistenti e una squadra ben
tamente gesti e movimenti pretendendo repliche come
affiatata di chef, vengono impegnati nei preparativi con
se, invece che di cervelloni, si trattasse di timidi scolaretti.
notevole anticipo. Il clou della serata è il gran ballo che si
La scena vera e propria, ormai perfetta e prevedibile, si
apre a suon di valzer nella Sala Dorata, rutilante di mosai-
apre qualche ora più tardi quando alle note del
ci d'autore. In un salone attiguo, durante le danze, il re
Kungssangen, inno reale, re Carlo Gustavo XVI fa il suo
riceve i parenti degli insigniti, contraddistinti con una
ingresso seguito dalla regina Silvia. Sottolinea invece
spillina a forma di N. Ma per i premiati non è ancora fini-
l'entrata dei laureati un minuetto di Beethoven intonato
ta. Nei giorni successivi alla cerimonia li attendono le
dall'Orchestra Filarmonica di Stoccolma.
pratiche per il deposito del premio in denaro e la visita
L'appuntamento mondano è per la sera. Una cena di gala
alle varie Accademie.•
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BOLIVIA un sogno ad alta quota
BOLIVIA un sogno ad alta quota
testo e foto di Anna
D
Alberghina
efinire la Bolivia una terra di contrasti non basta.
dunque, ha tutto, tranne il mare! Questo viaggio inizia a La
Questo è, in realtà, un paese di estremi. E' la
Paz, o meglio, Nuestra Senora de La Paz, inebriante non
nazione più elevata, più isolata e più aspra
solo per la sua altitudine ( 3.660 m.) ma anche per la sua
dell'emisfero. E', nel contempo, uno dei luoghi più freddi,
eccentrica bellezza con gli edifici abbarbicati ai fianchi
più aridi, più salati e più paludosi del pianeta. Pur essendo
della montagna, i suoi mercati ed i suoi vicoli ancora pre-
uno dei paesi più poveri del Sud America è anche uno dei
gni delle tradizioni indigene. In realtà, secondo la Costitu-
più ricchi in termini di risorse naturali. E' la nazione suda-
zione, l'unica vera capitale è Sucre, la città bianca, fiera ed
mericana con la più alta percentuale di popolazione indi-
elegante, simbolo della nazione. Ma per apprezzare il cuo-
gena: oltre il 60% degli abitanti appartiene alle etnie Ayma- re indigeno del paese, bisogna vedere Potosì, “ il tesoro rà, Quechua, Guaranì e ad altri trenta gruppi. La Bolivia,
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del mondo e l'invidia del re”. L'antica città coloniale, ai
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piedi del Cerro Rico, raggiunse il suo apogeo in seguito alla scoperta accidentale di ricchi filoni d'argento che hanno arricchito per generazioni i regni e le dinastie europee. Le chiese in stile barocco-mestizo sono la testimonianza di un passato di splendore e follie. Indios e schiavi di colore erano obbligati dalla Ley de la Mita, istituita dal viceré Toledo, al lavoro forzato nelle miniere. La mortalità era elevatissima per i disgraziati segregati sotto terra, in cunicoli privi d'aria, a contatto con ogni sorta di effluvi velenosi. Oggi, allo sfruttamento dell'argento, si è sostituito quello dello stagno ma, benché il lavoro sia affidato a delle cooperative, i minatori continuano a scavare con metodi arcaici e turni massacranti, come ai tempi dei conquistadores. La visita delle miniere è un'esperienza che lascia il segno, una vera e propria discesa agli inferi! Un folto gruppo di Indios quechua attende fuori il suo turno, masticando foglie di coca fino a formare un bolo che deforma la guancia. Le gallerie sono un vero labirinto su più livelli, nessuna misura di emergenza, nessun piano di evacuazione! La flebile luce delle lampade a carburo, fissate sul casco, illumina l'intrico di cunicoli scavati nella roccia e privi di travi di sostegno. Il trasporto del minerale viene effettuato a mano e gli incidenti, dovuti ai crolli o alle esplosioni, sono all'ordine
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BOLIVIA un sogno ad alta quota
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del giorno. Il protettore dei minatori è
in Bolivia assolutamente unico, sono i
con, al centro, l'Isla Incahuasi ricoper-
il diavolo in persona, chiamato affet-
grandiosi panorami degli altopiani: la
ta di cactus. Durante la stagione sec-
tuosamente “el tio”, lo zio, la cui effige
sconvolgente bellezza delle lagune,
c a , i l s a l a r s i p re s e n t a c o m e
rossa e spaventosa si cela in una crip-
verde, blanca e colorada nelle cui
un'accecante distesa bianca con la
ta. Qui vengono depositate le offerte:
acque si specchiano i vulcani con le
superficie segnata da una rete di
sigarette, alcool puro e foglie di coca.
cime innevate, le polle di fango ribol-
esagoni regolari. Con l'arrivo delle
Quando si riemerge alla luce del gior-
lente dei Geysers di Sol de Manana a
piogge, da dicembre a marzo, si tra-
no, si osserva il mondo con occhi nuo-
4.850 metri ma, soprattutto, il Salar
sforma in un immenso specchio
vi, grati e consapevoli di essere dei
de Uyuni, la più grande distesa salina
d'acqua che crea incredibili effetti
privilegiati. Ciò che rende un viaggio
del mondo a 3.600 metri di altitudine
ottici. Sulle pendici dei monti circo-
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25 stanti si possono visitare le caverne con mummie di 3.000 anni e nella cittadina di Uyuni si trova lo spettrale cimitero dei treni. Tappa successiva: le rovine Inca di Tiahuanaco ed il lago Titicaca ( 3.820 m.), macchia blu zaffiro nella piana desolata dell'altopiano. A Copacabana, sulle sponde del lago, ci si imbarca per raggiungere l'Isla del Sol, una delle isole sacre degli Inca, ma l'attrattiva principale è la chiesa di Nuestra Senora de la Candelaria. Questo santuario è meta di pellegrinaggi per le popolazioni indigene che si rivolgono alla Virgen de la Candelaria o Virgen Negra per chiedere grazie di ogni sorta: soldi, lavoro, figli. I sacerdoti si danno un gran daffare a benedire le automobili che aspettano, in fila, il loro turno, addobbate con fiocchi multicolori. Le famiglie riunite, festeggiano rumorosamente con copiose libagioni. In Bolivia, più che altrove, l'anima della famiglia e della società sono le donne, le famose “cholitas”. Queste signore ben piazzate indossano con disinvoltura le ampie gonne colorate, in strati sovrapposti e la mitica bombetta, in bilico sulle lunghe trecce nere. Buffe e poco curate ispirano immediata simpatia. Vivono alla giornata, spesso inventandosi un lavoro per sostentare la famiglia. Sanno farsi rispettare in una società dura e patriarcale dove devono difendersi da continue minacce e violenze. Oggi queste donne piccole e tozze hanno deciso che il pugilato non è solo uno sport maschile e si guadagnano rispetto e dignità sul ring! Le “ fighting cholitas”, senza spogliarsi degli abiti tradizionali, si esibiscono nei quartieri popolari delle grandi città ottenendo successi strepitosi in cambio di modesti guadagni. Sono l'emblema più significativo e toccante del coraggio e della voglia di riscatto di una nazione che ,da secoli, combatte per la propria libertà.•
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INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train
INDIA tutto il lusso Testo di Annarosa Foto di Annarosa
Toso Toso e Archivio
T
roppo ovvio il riferimento al film “Delitto sull'Orient Express”. Ma prima della partenza non potevo
togliere dalla mente le scene di quel film e mi imma-
ginavo seduta al ristorante del treno elegantemente vestita o a sorseggiare una tazza di tè sul divano del bar o pigramente sdraiata sul letto della mia cabina arredata con mobili d'epoca. Un sogno molto vicino alla realtà, tranne le modernità e la tecnologia che sul Deccan Odyssey abbondano e che sull'Orient Express cinematografico erano assenti. Ma eccomi, sono arrivata a Bombay, pardon a Mumbay, pronta ad imbarcarmi sul treno che per una settimana mi porterà a fare un giro nella regione del Maharashtra e che mi riporterà a Mumbay. Alla partenza, dalla storica stazione Vittoria, grande accoglienza agli ospiti con musica, fiori, pois rosso sulla fronte, brindisi. I facchini hanno pensato alla mia valigia, mentre il mio maggiordomo si prende cura del mio bagaglio a mano. Dico, attention please, my tablet and my camera! Avrà capito? Certo che sì. Mi sorride, ha un'aria sorniona, di uno che sa il suo mestiere, come dubitare dell'attenzione che dedicherà al mio bagaglio! Finite le cerimonie di benvenuto salgo sul mio vagone diviso in quattro cabine, confortevoli e lussuose con un altrettanto confortevole bagno. Il maggiordomo mi spiega le cose pratiche, dove sono le prese di corrente, la cassaforte, l'armadio che in effetti è una sola anta dove appendo le cose più eleganti. Il maggiordomo mi sorride e mi chiede se desidero una tazza di tè. Siamo in India, certo che sì. Il tè qui è buonissimo. E siamo quasi arrivati all'ora dell'aperitivo in una sala comune, appuntamento dato a tutti gli ospiti del treno per dare l'opportunità di conoscerci. A proposito, sul Deccan Odyssey sono stati invitati dall'Ente del turismo indiano giornalisti e tour operator
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provenienti da tutto il mondo. Circa 54 persone per testare
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del Deccan Odyssey Train
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un prodotto turistico inusuale e diverso e ancora pochissimo sfruttato dagli italiani. Riconosco dalla loro sobria eleganza, dalla pettinatura, dal modo di porsi le altre due italiane. Ci troviamo e familiarizziamo Prima cena a bordo, cibo ottimo e servizio impeccabile. Ci sarà sempre una scelta tra cibo continentale e indian experience. Entrambi eccellenti, sempre e per tutta la durata del viaggio. La prima notte ho difficoltà ad addormentarmi per via del rumore. Direi che mi sono svegliata quasi in continuazione, ma poi mi sono abituata e ho dormito sempre, soprattutto quel paio di notti che il treno è stato fermo in stazione. Il giorno dopo al momento di fare colazione, mi sono ricordata dei miei proponimenti: prendere, per quanto possibile cose semplici, quindi niente di strano, soprattutto in un Paese come l'India. Chiedo delle fette tostate calde e apro un invitante barattoletto di marmellata rosso fuoco. Ma che saporaccio aspro! E poi non lega con il caffè. Per forza è salsa rubra, meglio cercare con più attenzione della marmellata di arance e spalmarla sulle mie fette tostate. Sul treno, ristrutturato per ospitare turisti con un bel portafogli, c'è anche una Spa, una palestra, un centro business dove collegarsi via internet. Mi prenoto massaggi in base agli orari in cui saremo sul treno. Un'esperienza non male farsi massaggiare quando il treno corre sulla strada ferrata. Concilia ancora di
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più il relax. Ma torniamo al treno. Il concetto è quello della
e una vaga speranza per illudersi per chi li compra. Cadere
crociera. Il treno cammina, per lo più di notte tranne qual-
nella trappola dell'emotività, dell'illusione e del contorno
che raro trasferimento diurno, al mattino si arriva alla sta-
emozionale fa parte del gioco, ma tutto sommato è bello.
zione prevista, si scende, grande accoglienza ad ogni fer-
Crediamoci, sì, che l'offerta votiva a un fiume più o meno
mata con balli, musica, disegni sulla pelle, turbanti, sguardi
sacro, serva a far cambiare in meglio il nostro destino e
curiosi dei passanti e dei viaggiatori. Mi sono domandata
quello delle persone che ci sono care a cui dedichiamo un
più volte: ma dove sono i poveri, i derelitti, quelli che van-
nostro pensiero. Ma torniamo al viaggio. Non ho ancora
no a morire per la strada, dove sono le mucche sacre?
parlato dell'itinerario e del periodo. Il mio viaggio ha coin-
Dove sono tutte quelle negatività che mi avevano impres-
ciso con la Pasqua, cosa che non interessa affatto gli
sionato e indotto a rimandare sempre questa India
indiani, tranne i cattolici della zona di Goa, una delle prime
dall'elenco dei miei viaggi? Sì, in qualche stazione ho visto
tappe del viaggio. Qui ci sono stati i portoghesi e hanno
qualche poveretto che dormiva per terra, ma niente di più
lasciato il segno. E come tutti i cristiani che vivono in un
o di meno di quelli che occupano la stazione Termini e
contesto religioso diverso, sono molto più credenti e
dintorni. E come mai non sono stata male dopo essermi
osservanti di tanti cattolici solo di nome e non di fatto. In
lanciata già dal secondo giorno ad assaggiare tutto igno-
quegli stessi giorni in India si festeggiava anche la festa dei
rando i miei proponimenti? Certamente sul Deccan
colori, avvenimento che dura una settimana. In cosa con-
Odyssey igiene e cucina sono di altissimo livello e qualità,
siste? Nel gettarsi addosso polveri colorate, giocando e
ma io non ho rinunciato a provare per la strada quello che
ridendo. Ed è veramente divertente vedere soprattutto i
mi intrigava, come la frutta secca e i dolci al mercato della
giovani completamente dipinti che si rincorrevano lan-
città più indiana del tour, Nashik, dove ho assaporato
ciandosi le polveri colorate, il tutto condito da mille risate.
anche la magica atmosfera fino ad esserne travolta emoti-
Quello sul treno è un sistema diverso e inusuale per visita-
vamente. Certamente, qui la “purificazione” del corpo
re l'India, ma da poter provare almeno una volta nella vita.
nell'acqua del fiume si limita ai piedi, almeno nel momen-
In India molti treni nati per trasportare i maharaja o i viceré
to in cui sono capitata io ed è una scena quasi unica cui
dell'India sono stati riattati per le esigenze del viaggiatore
assistere. E i cestini votivi da far scivolare sull'acqua alle luci
moderno e partono da diverse città dell'India e attraversa-
del tramonto sono un business per chi li prepara e li vende
no varie regioni. Questi treni sono molto popolari tra gli
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INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train
inglesi e gli americani. Pochissimi, per ora, per gli italiani. Il
pomeriggio il Bibi-ka-Maqbara, la replica del più famoso Taj
viaggio calza a pennello per chi vuole fare un'esperienza
Mahal. Settimo giorno le cave di Ajanta, anche queste patri-
veramente unica. Ideale per i viaggiatori repeaters
monio dell'umanità e la città di Nashik, la città più indiana di
dell'India. Le tappe più importanti: si parte da Mumbay e la
tutto il tour con il grande mercato e templi molto suggesti-
prima sosta è Sindhudurg e Tarkali. Si visita il Sea Fort rag-
vi. Per finire il ritorno a Mumbay, affascinante e caotica. Ma
giunto da una imbarcazione, poi la spiaggia di Tarkali dove
come potrebbe non esserlo una città di 20 milioni di abitan-
si pranza e ci si dedica alle attività balneari, poi la visita di
ti? Un aspetto tipicamente vittoriano, una vita quotidiana
qualche tempio lungo la strada. Terzo giorno Goa, la cattoli-
febbrile, traffico e via vai di persone, qualche mucca per la
ca, con le rovine della basilica di Sant'Agostino, la basilica
strada e rumori di clacson molto poco inglesi. Ma eccola la
del Buon Gesù e la cattedrale di San Francesco d'Assisi, il
prepotente riminiscenza di un passato non così remoto
quartiere latino nella città di Panjim. Serata tipica in un
come i bus rossi a due piani, l'ottimo tè, la guida a sinistra. O
resort al mare e rientro sul treno alla stazione di Madgaon.
la lingua inglese, a volte incomprensibile, ma che sta diven-
Quarto giorno: ancora Goa e Vasco, la visita del parco natu-
tando la prima lingua del Paese, pronto per quella svolta
rale Sahakari Spice Farm, famoso per la coltivazione di spe-
che dovrebbe portarlo a breve ad essere una delle econo-
zie ed erbe medicinali. Tripudio di elefanti, banane e frutti
mie più forti del mondo.•
tropicali in genere. Immersione nell'India naturalistica. Quin-
32
to giorno: Kolhapur con il suo antico palazzo e i dintorni di
www.indiatourismmilan.com
grande fascino. Sesto giorno: Aurangabad per raggiungere
www.deccanodyssey.com
le fantastiche Cave di Ellora, patrimonio dell'umanità, e nel
tel. : +39 02 804952
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anno 3 - n°9 autunno 2013
ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale
ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale
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35 Testo di Pamela
McCourt Francescone Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio
Q
uello che colpisce della Romania è stico, culturale e storico che, come insieme che, o per simbiosi tra antico e armonioso, non ha uguali in Europa. E sve-
moderno, o come reazione alle la questi suoi tesori come facevano quei
peripezie che ha subito nei secoli - anche potentati delle Mille e Una Notte, estraendo fino a tempi assai recenti - è un paese che da antichi forzieri monili scintillanti che racha saputo custodire un retaggio paesaggi- contavano di abbondanze e conquiste,
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ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale
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battaglie e rinascite, imprese epiche e leggende. Al primo
Dal cuore storico della capitale, dove sorge il nucleo del
sguardo Bucarest si presenta come una città austera, per
Palazzo di Vlad III, una bella chiesa ortodossa e vestigia
poi rivelarsi accogliente e a misura d'uomo. Imponente e
delle antiche mura, bastano pochi passi per trovarsi nel
smisurato il Palazzo del Popolo, costruito negli anni '80 da
dedalo delle viuzze del quartiere Lipscani.Tanti e tutti invi-
Ceausescu come apoteosi del suo regime, che vanta
tanti i locali e ristoranti tipici, ma quello più famoso è il
1.100 stanze. Lungo larghi viali alberati sorgono graziosi,
Caru' cu Bere, una vecchia taverna in stile neo-Gotico con
e spesso abbandonati, palazzi Belle Époque che risalgo-
vetrate colorate. Sul menu molti i piatti tipici come il Sar-
no agli ultimi anni in cui la città era conosciuta come la
male, un involtino di carne di maiale avvolto in foglie di
Piccola Parigi, accanto a strutture abitative di chiaro stam-
verza e servito con panna acida e polenta. Un piatto robu-
po comunista: funzionali, senza orpelli e privi di grazia.
sto ma gustosissimo. Quando si parla della Romania è
37 impossibile non soffermarsi sulla Transilvania, anche per-
Vlad Dracul non ci abbia mai messo piede. Poco importa,
ché nell'immaginario collettivo questa bucolica regione è
il castello evoca alla perfezione quella spettrale dimora
conessa inscindibilmente alla leggenda di Dracula, quel
del Principe delle Tenebre descritta dall'irlandese Bram
Vlad Dracul III, Principe della Valacchia, conosciuto, non
Stoker nel suo best-seller noir vittoriano. Negli anni '20 il
a torto, come Vlad Tepeş, cioè l'impalatore che nel 15°
Castello di Bran fu anche una delle residenze della fami-
secolo governò con mano ferrea il suo esteso regno. Sor-
glia reale e si dice che la Regina Maria, consorte di Re
ge ai confini con la frontiera tra la Transilvania e la Bucovi-
Ferdinando I e nipote della Regina Vittoria, amava passa-
na il Castello di Bran. Altero, arcigno e solitario, inerpicato
re i caldi mesi estivi nella frescura delle sue stanze medie-
su un massiccio roccioso è passato alla storia come il
vali. Stanze spesso lugubri, molte delle quali nascondono
Castello di Dracula anche se gli studiosi sostengono che
passaggi e scale segreti, arredate con semplicità borghe-
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ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale se in contrasto con la più pomposa dimora reale, il Castello di Peles, costruito in stile neo-rinascimentale dal Re Carlo 1 tra il 1873 e il 1914. Attraversando paesaggi sospesi nel tempo che sembrano le poetiche scene pastorali del pittore francese Jean-Francois Millet, lungo le strade di campagna passano carretti tirati da asinelli, mentre l'erba viene ancora tagliata con la falce e i pagliai fatti a mano seguendo l'antica tradizione contadina. L'occhio viene rapito dalle sfumature dorate dei campi di grano, dal giallo intenso delle distese di girasoli e dal verde scuro delle foreste che ricoprono i rilievi montuosi. Di straordinaria bellezza le città medievali di questa regione, conosciuta nel Medioevo come Siebenburgen il Paese delle sette fortezze. Protetta dall'abbraccio dei Monti Carpati, Braşov, una delle città più fortificate della regione con una ricchezza inestimabile di architettura gotica, barocca e rinascimentale. Sighişoara, che diede i natali a Vlad Tepeş, una delle poche città-fortezza ancora abitate
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39
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ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale
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41 dell'Europa, affascina per il suo centro storico meraviglio-
suo antico splendore. A Prejmer sorge una magnifica
samente conservato. Sibiu, dove furono costruite 39 torri
chiesa fortificata con quattro livelli di locali che servivano
di difesa ha una piazza centrale, la Piata Mare, di raffinata
da granaio e rifugio per gli abitanti dei villaggi vicini durante
eleganza e una vita culturale molto vivace. Per celebrare
le invasioni dei Mongoli, dei Tartari e degli Ottomani. Luo-
l'entrata della Romania nell'UE nel 2007 Sibiu era stata
ghi di grande fascino e bellezza che meglio di qualsiasi
designata Capitale Europea della Cultura. La cittadella di
lettura spalancano le porte sul Medioevo e sui suoi arcani.
Alba Iulia, nata sul castro romano di Apulum, a forma di
E scusate se è poco!•
stella e con sette bastioni, fu la residenza ufficiale dei
www.romania.it
governatori dell'antica Dacia ed è stata da poco riportata al
www.romaniantourism.com
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COPENAGHEN una storia “reale”
COPENAGHEN una storia “reale”
Testo di Franca
Dell'Arciprete Scotti Foto di Franca Dell'Arciprete Scotti e dell'Ente del Turismo Danese
E
' arrivato nelle sale italiane il film danese pluripre-
miato “Royal Affair”. Un re, una regina e il medico
di corte. Una storia a tre. Una storia comune a
molte corti e ambienti nobiliari europei nei secoli passati. Una storia che accadeva alla corte di Danimarca nel diciottesimo secolo. Qui tuttavia la vicenda che riguardò il re Cristiano VII, la regina Caroline Mathilda e il dottor Johann Struensee ebbe risvolti particolari e profondi, che determinarono un cambiamento radicale nella società e nella cultura dell'epoca. E poiché le storie intriganti fanno sognare a occhi aperti, sarà questa l'occasione per ripercorrere a Copenaghen i luoghi teatro della storia. Luoghi reali, ovviamente, vista la condizione dei protagonisti della vicenda. Tra un castello e l'altro, dal teatro di corte alle scuderie reali, tra stanze segrete e tesori della corona, si dipana il filo che lega i tre protagonisti. I castelli, dunque, sono al centro del nostro “itinerario reale”. Prima tappa a Frederiksborg, a 35 chilometri dalla capitale, al centro del Seeland settentrionale. Costruito per ordine del re Cristiano IV verso il 1620 su tre isolotti di un lago, é grandioso e magnifico, dominato da un'enorme torre, con una fontana ornata da figure in bronzo, alte guglie con sfere dorate e corone, una serie di palazzi che introducono a quello centrale, un meraviglioso parco in stile barocco con terrazze, siepi e viali di tigli. E dovunque ornamenti, splendidi portali, cornici di pietra, pareti di mattoni rossi. Tutto il complesso, oggi Museo di storia nazionale danese, è una vera e propria galleria che attraversa secoli, eventi e personaggi. Nella fuga di sale, mobili intarsiati e splendide boiserie, domina la sala con i ritratti dei nostri tre protagonisti,
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accostati anche dopo la tragica conclusione della
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COPENAGHEN una storia “reale” vicenda. Fissi nel formalismo dei ritratti di genere, non potrebbero mai rivelare il dramma della loro storia, che durò soltanto quattro anni, il tempo dell'innamoramento, della nascita della figlia, della rivoluzione sociale nel paese e poi del crollo precipitoso con la decapitazione del dottore e l'esilio improvviso e definitivo di Caroline in Germania. A Copenaghen ci attende il castello Frederiksberg, in cima alla collina Valby, con una magnifica vista sulla città. Qui il luogo più intrigante é la stanza da bagno in marmo, cui si accede da una scaletta tortuosa, che vide gli incontri segreti della regina e del dottore. Paradossalmente era stata costruita proprio per il re, a cui il dottore consigliava frequenti bagni caldi per sedare il sistema nervoso. In pieno centro ecco lo splendido castello Rosenborg, scrigno dei tesori della corona. Tra giardini fioriti, salici piangenti sull'acqua e filari di tigli, il castello Rosenborg svela nella stanza del tesoro i mirabolanti gioielli della corona danese, che é la monarchia più antica del mondo, con 1200 anni di continuità e gode tuttora di grandissima popolarità presso i cittadini danesi. Sotto vetro le due preziosissime corone indossate da Cristiano VII e Caroline Mathilde, lo scettro e i simboli del potere, la broche di diamanti della regina, la sua collana di perle scaramazze e quella d'oro e smeraldi, in parte restituiti al re dopo la condanna all'esilio. Durante la loro breve storia d'amore, che rivela risvolti inediti, se pensiamo che Caroline Mathilde era arrivata quindicenne, timi-
44
45 dissima e inesperta alla corte danese, i due amanti godettero di relativa sicurezza e poterono vivere i loro rapporti indisturbati, anche perché il re, preso dalle sue nevrosi, era un grande ammiratore di Struensee. Ecco dunque le loro fughe a cavallo, soprattutto nel buen retiro dell'Eremitage, il casino di caccia reale costruito dall'architetto di corte per organizzare la caccia al cervo nell'enorme foresta di Dyrehaven. Restaurato nel corso di quest'anno, Eremitage è stato appena aperto al pubblico e rappresenta un'altra tappa nell'ambito dell'itinerario reale che lega i nostri tre protagonisti. Qui i due amanti si ritiravano spesso godendo la solitudine, la privacy, le lunghe passeggiate a cavallo nel bosco. Bello il panorama che spazia all'infinito fino allo stretto di Øresund, bellissima la decorazione di interni con stucchi, maioliche bianche e azzurre, specchi e preziose tappezzerie in seta. E arriviamo alla tappa conclusiva del “Royal Affair”, che si concentra nel Castello di Christiansborg nel centro di Copenaghen. Oggi questo castello, stratificato su 800 anni e distrutto più volte da incendi, sede del Parlamento danese, si visita essenzialmente per le sue sale di rappresentanza, in cui i reali attuali rice-
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COPENAGHEN una storia “reale”
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47 vono i capi di Stato in visita ufficiale. Noi inseguiremo invece i luoghi della vicenda drammatica del 18° secolo. Nella chiesa del castello Cristiano VII sposò Caroline Mathilde, nelle scuderie reali si allevavano i magnifici cavalli che Caroline cominciò a cavalcare, su suggerimento di Struensee, per uscire dalla sua depressione, nel teatrino di corte si tenevano rappresentazioni amatissime dai sovrani. E proprio al termine di una rappresentazione, nel cuore della notte, Struensee fu svegliato e arrestato all'improvviso, per essere poi portato alla decapitazione. Dai fasti della corte, dalla gloria dell'incarico di Primo Ministro, dalle grazie della regina, alla umiliazione e alla morte. Ma la storia, pur dopo molti anni e con i suoi imprevedibili passaggi, doveva dare ragione alle idee portate alla corte di Copenaghen da Johann Struensee e riabilitarlo agli occhi del mondo. Un altro luogo - icona a Copenaghen è legato alle vicende reali. E' il Flagship Store della Royal Copenhagen, fondata nel 1775, fornitore ufficiale della monarchia danese. La regina madre Juliane Marie, matrigna del folle re Christian VII, ebbe un ruolo molto importante nella nascita della Royal Porcelain Factory, mentre proprio Cristiano VII ordinò la produzione del più famoso corredo di porcellane della Royal Copenhagen, il Flora Danica, decorato con disegni della flora danese e destinato in regalo a Caterina la Grande di Russia. www.royalcopenhagen.com Informazioni storiche e turistiche: www.visitdenmark.it, viaggi illimitati su tutti i mezzi di trasporto e ingresso a oltre 70 musei ed attrazioni, a prezzi convenientissimi con la CPH card, valida per 24, 72 o 120 ore. www.copenhagencard.com Dove alloggiare: ottimo per alloggiare in centro, a pochi passi dal pittoresco canale Nyhavn, il Copenhagen Admiral Hotel, un imponente edificio di archeologia industriale, che risale alla fine del 1700. www.admiralhotel.com Admiral Hotel propone pacchetti legati al tema del film: pernottamento e visita al Palazzo Christiansborg. www.admiralhotel-copenhagen.com/offers-en.html Anche l'Hotel Kong Arthur propone un ottimo pacchetto legato al film: pernottamento, ingresso ad Amalienborg Castle e Rosenborg Castle, per vedere tutte le collezioni di gioielli reali. www.hotelkongarthur.com Dove mangiare: novità del 2013, il concept restaurant Kälher in Tivoli. Oltre agli innovativi sandwich aperti e un menù per la cena con gli ingredienti stagionali della regione, il ristorante offre anche una vendita al dettaglio delle celebri ceramiche Kähler, combinando design Nordico e cultura gastronomica. www.tivoli.dk/en •
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BIJAGOS BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo
arcipelago tropicale fuori dal tempo
I
l Kirghizistan costituisce la più orientale e la più montuosa delle cinque repubbliche sorte nel 1991 dal dissolvimento dell'Unione Sovietica e note con il nome generico di Asia centrale, un territorio grande 13 volte l'Italia (abitato da appena
57 milioni di abitanti in gran parte ancora nomadi) poco noto in Europa e dall'incerta collocazione geografica, famoso testo di di Mariail tratto Arnesano soprattutto perAnna aver ospitato mediano di quella straordinaria via di interscambio per merci e conoscenze che è stata e foto di
Q
Giulio Badini
uando mi proposero di andare a realizzare un
alcun modo l'ambiente spontaneo originale, ne fa un
reportage alle Bijagos, aderii con il consueto entu- eccezionale parco naturale ricco di lussureggiante vege-
siasmo da inguaribile giramondo, astenendomi
tazione e di uccelli terresti e marini, richiamati
da qualsiasi legittima domanda sulla destinazione e
dall'abbondanza di pesce in questo tratto dell'oceano
barando spudoratamente nell'ostentare una sicurezza
Atlantico. Tra gli animali di grossa taglia spiccano le tarta-
che sottintendeva una specifica conoscenza. Ovviamen-
rughe marine, che vi trovano un ambiente ideale per la
te mi precipitai appena possibile a consultare un atlante
deposizione delle loro uova su spiagge deserte, scimmie,
(allora non esisteva ancora internet), in quanto non avevo
coccodrilli e qualche residuo esemplare di ippopotamo,
nemmeno la più pallida idea di dove si trovassero, non
qui (unico posto al mondo) costretti a vivere nelle acque
avendo mai nemmeno sentito pronunciare questo nome.
salate di mare e canali anziché in fiumi e laghi di acqua
Scoprii così che le Bijagos, o Bissagos, sono una sessan-
dolce come i loro fratelli africani. Evidentemente si tratta
tina di piatte isole tra grandi e piccole situate 25 miglia al
di un'antica popolazione residua, risalente all'epoca in cui
largo della costa occidentale dell'Africa di fronte alla Gui-
l'arcipelago si separò dal continente, che per poter
nea Bissau, a cui politicamente appartengono, a sud del
sopravvivere si è dovuta adattare all'acqua salata. Fa
Senegal e circa a metà strada tra Tropico del Cancro ed
comunque una certa impressione vedere gli ippopotami
Equatore. A conoscerle sono davvero in pochi, ad esserci
nuotare in mezzo ai delfini. Le coste, prive di porti naturali,
stato quasi nessuno, essendo ubicate fuori da ogni rotta
alternano grovigli inestricabili di radici aeree di mangrovie
usuale, e anche sull'atlante bisogna cercarle con la lente
ad immense e deserte spiagge di sabbia bianca o ocra.
d'ingrandimento. Le navi che costeggiano il continente se
La benefica influenza degli Alisei tempera il normale clima
caldo umido, dalla finead ne tengono a debita per evitarequanto le frequenti per oltre dueinfatti millenni la Via distanza della Seta. Esteso due-terziequatoriale dell'Italia, il Kirghizistan confinaconsentendo a nord con il Kazakistan, alla primavera inoltrata una piacevole temsecche, di fango, le correnti infide e, soprattutto, ovest coni fondali l'Uzbekistan, a sud con il Tagikistan e ad est con ladell'autunno Cina; montuoso per il 94 % del territorio con un'altitudine peratura risulta secca.solcato Le poche migliaia di abitanti, concentrati le maree di dimensioni decisamente media di 2.750 m e coperto per tre-quartirilevanti. da nevi eUniche ghiacciai perenni, dalle più imponenti catene del contiuna ventina di isole, continua a viveredell'Hindu come da sempre presenze straniere cooperanti e i in nente che dal Pamir, ilqualche Tetto del missionario, Mondo, si irradiano a formare massicci dell'Himalaya, del Karakorum, Kush, del fuorim dal tempo e dal contatto con km2. la civiltà, secondo ritmi è pescatori ambite prede. Italiani Kunlun, delfrancesi, Tian Shanqui finoattirati all'Altajdamongolico, con vette di 5-7.000 e ghiacciai estesi per 8.000 La cima maggiore modalità ataviche: vestono ancora con gonne nessuno, o quasi. Eppure legame con il nostro edel data dal Pic Pobedy, 7.439un m.debole Tra le montagne settentrionali Tian Shan si apreleil donne lago Issyk-Kul, riserva della biosfera di paglia, abitano in capanneal di fangocon e frasche, sono paese esiste: a scoprirle, nel 1456, e ad 17 esplorarle per Garda) Unesco, secondo per dimensione (grande volte il nostro e quarto per profondità mondo, la caratteristica animisti e lelauniche autorità riconosciute sonoin il capo vilprimi il savonese Antonio da si Noli e il veneziano di nonfurono ghiacciare mai. Piccole pianure trovano a nord e al centro, lungo fertile valle di Fergana, che taglia due il paelaggio e losull'allevamento: stregone. Vige il pecore, matriarcato culto degli anteAlvise Cadamosto, in geografiche, perlustrazione lungo la costa africase. Date le premesse l'economia si basa essenzialmente yak e ilcavalli con tre capi nati, riti di iniziazione seguono un vita rigido codice chetrascorregona per del a resfruttare portoghese Enricorisorsa il Navigatore. Dav-l'erba per ogniconto abitante la maggior del paese, deiipascoli d'alta quota, con una seminomade la eEscandisce tutte le fasi della vita, la superstizione vero unoledegli più sperduti e ignorati mondo, sa entro yurteangoli di feltro come millenni or sonodel i loro progenitori. per integrare i magri introiti familiari della pastorizia, in regna sovrana, il rispetto per gli anziani assoluto. Quando un vero paradiso perdutodaper Robinson mancanza di monumenti unanovelli ventina di anni si Crusoe. è incredibilmente sviluppato un tipo diffuso di turismo rurale sostenibile
48
segni denotano in un presenza di spiriti e La presenza dell'uomo, non ha modificato in a dire per utilizzare discreta l'altra grande risorsache naturale nazionale, vale le palesi montagne più belle delvillaggio mondo,lacon escursionismo
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BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo negativi, gli abitanti si allontanano abbandonando ogni cosa e spostandosi piano piano giorno dopo giorno, per ingannare gli spiriti e non essere così inseguiti, fino a raggiungere una spiaggia e dopo una certa permanenza scomparire definitivamente solo dopo essersi imbarcati un po' alla volta ogni notte sulle loro silenziose canoe verso altri lidi. I morti non vengono seppelliti nel villaggio o nelle vicinanze, ma portati in canoa e sepolti in un'altra isola, affinché lo spirito non disturbi la comunità; toccherà poi ai parenti portare regolarmente cibo sulla sepoltura, per ingraziarsi lo spirito. Quando una giovane raggiunge la pubertà, i ragazzi del villaggio si fanno avanti offrendole ogni loro avere, nella speranza di acquistarne il favore. La ragazza ne sceglie uno ed inizia la convivenza, ma se entro un anno non rimane incinta o si stanca di lui, oppure se un altro pretendente le fa un'offerta migliore, lo può scacciare e cominciare un'altra relazione. Se la donna rimane incinta l'uomo resta in genere con lei fino alla nascita del figlio, quindi ritorna dalla propria famiglia d'origine e può essere scelto per un nuovo legame. I bambini prendono pertanto il nome della madre, non essendo sempre agevole attribuirgli un'indiscussa paternità. Non praticano, se non marginalmente, né l'agricoltura né l'allevamento, in quanto i pesci e i molluschi del mare da una parte, gli animali e la frutta della foresta dall'altra, risolvono egregiamente ogni loro problema alimentare senza doversi impegnare più di tanto, limitandosi a costruire in proprio – come nella preistoria – i pochi oggetti essenziali all'uso quotidiano. In piccoli orti coltivano fagioli, miglio, patate dolci e pistacchi, riso durante la stagione delle piogge, da giugno ad ottobre; ricavano olio per condimento dalla palma. In compenso sono ottimi produttori di miele. Non conoscono la tessitura, e il danaro è comparso di recente, basando fino ad ora le loro poche acquisizioni esterne sul baratto. Gli unici segni tangibili della civiltà sono rappresentati da qualche recipiente di plastica, più versatili e longevi di quelli di terracotta da loro prodotti, e da sdrucite magliette ricevute chissà come. La maggior parte del tempo viene pertanto dedicata al riposo, ai riti magici, alla cura dei figli, alle relazioni sociali e al sesso, che costituisce il principale divertimento. Occorre davvero parecchia stupidità per definirli selvaggi ed a preferire i nostri modelli di vita ai loro. Ovviamente in un simile contesto primordiale, dove mancano luce elettrica, acqua e telefono, non c'è spazio per insediamenti turistici e per visitare l'arcipelago bisogna pertanto possedere una buona dose di spirito di adattamento. La soluzione migliore risiede nel fare base nell'isola di Bubaque, dove grazie alla presenza di una residenza presidenziale esistono anche un paio di alberghetti, oppure in quella di Maio, dove un
50
imprenditore italiano ha creato un piccolo villaggio di bun-
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anno 3 - n°9 autunno 2013
BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo galow, e da queste organizzare escursioni di uno o più giorni in barca alle diverse isole. Un ultimo possibile retaggio dei tempi eroici dell'esplorazione africana alla Livingstone. Si potrà così scoprire un vero eden naturalistico incontaminato e, soprattutto, un mondo umano incredibile per la sua unicità, che si stenta a credere possa ancora esistere. Ma occorre fare presto, prima che i cosiddetti progresso e civiltà arrivino anche qui a cambiare tutto. La Guinea Bissau, ex colonia portoghese indipendente dal 1974, è uno dei paesi più poveri del mondo, occupando il 168° posto nella graduatoria per ricchezza; la speranza di vita non arriva a 47 anni e un quinto dei bambini non raggiunge i 5 anni. Le Bijagos si estendono su una superficie complessiva di 15 mila kmq, sono tutte piane e di natura vulcanica, contano circa 20 mila abitanti, in netta maggioranza animisti molto legati alle proprie tradizioni tribali. Una delle loro peculiarità è la produzione di statue e maschere in legno duro, assai ricercate dai collezionisti. Le varie fonti differiscono sul numero esatto di isole componenti l'arcipelago, in quanto parecchie sono davvero piccole, ed anche la divisione tra popolate e non appare discutibile, in quanto non poche vengono abitate solo a periodi. Le principali sono Bolama, la più vicina alla costa di fronte alla capitale Bissau, fino al 1941 capoluogo della Guinea portoghese, oggi in decadenza ma con alcuni pregevoli edifici coloniali, e Bubaque, l'unica a poter essere definita centro urbano in quanto possiede un porto, aeroporto, polizia, ospedale, scuole e alberghi; le sue spiagge sono tra le più belle e frequentate, con alle spalle foreste di acacie, palme da cocco e bombax giganti, in un contesto davvero paradisiaco. Di recente il governo ha deciso di tutelare alcune isole, facendone aree protette. Sono così sorti il parco di Chacheu per proteggere le foreste di mangrovie, il parco di Orango per salvaguardare palmeti, tartarughe, ippopotami e coccodrilli, e il parco di Cantanhez a tutela di scimmie, scimpanzé e uccelli, mentre l'Unesco ha deciso di fare delle Bijagos una riserva della biosfera. Tra i pochissimi ad organizzare viaggi alle isole Bijagos troviamo da quest'anno il tour operator milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel.02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), il quale nel proprio catalogo “Alla scoperta dll'insolito” vi propone una spedizione di 12 giorni. Partenze mensili con voli di linea da Milano e Roma da novembre ad aprile, quote da 2.970 euro in pensione
52
completa con guida italiana.
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KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari
KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari
54
55 testo di
Teresa Carrubba
D
pelli di ermellino. E poi le stoffe, la mitica “via
alla Cina importava tè e a sua volta esportava della seta” passava proprio da qui. Forse è per
la sua posizione strategica tra Oriente e Occidente che Kazan, la capitale del Tatarstan, ad 800 chilometri ad est di Mosca, vive fin dal passato un florido commercio, o forse perché i tartari hanno da sempre il bernoc-
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KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari
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colo degli affari. La città bassa si allunga sulle rive del
quella dell'ultima regina di Kazan, Suyumbika appunto,
lago Kaban e sulle due sponde del Canale Bulak che un
che sembra si sia gettata dalla sua cima quando la città fu
tempo costituiva il limite di separazione tra la Kazan russa
occupata dalle truppe moscovite. La torre trae la sua per-
e quella tartara, un confine che quasi si annullò
fezione architettonica dal periodo pre-russo di Kazan.
nell'Ottocento quando il commercio e l'industria di
Ma il nuovo fiore all'occhiello del Cremlino è la moschea
Kazan si svilupparono. Il Canale servì allora per il traspor-
Kul Sharif che domina tutta la città dall'alto del suo bian-
to di merci dal Volga e da Kazanka. Il cuore pulsante di
co abbacinante. La nuovissima moschea, rimpiazza la
Kazan è nell'area sottostante il Canale Bulak, dove era
precedente demolita nel XVI secolo ed è il frutto di un
insediato l'antico popolo tartaro. Ma è la parte alta della
laborioso concorso internazionale vinto da due architetti
città la sintesi della storia, dell'arte, della cultura. A partire
di Kazan: Sattaron, tartaro e Safronov, russo. E qui ci si
dal Cremlino, inserito nel patrimonio culturale
collega ad una singolare caratteristica di Kazan, una paci-
dell'Unesco, un magnifico insieme architettonico che
fica convivenza tra etnie e religioni diverse. Russi e tartari,
porta le tracce di molti secoli, chiuso in un giro di bianche
musulmani, ortodossi ed ebrei. Tolleranza estrema e stra-
mura di cinta con le caratteristiche feritoie e 13 torri. Per-
ordinaria. Nutrite comunità di ortodossi, musulmani ed
sino Ivan il Terribile ebbe ad esaltarne la bellezza. Nel
ebrei sembrano far parte di una grande famiglia pur con-
Medioevo i bastioni del Cremlino erano di travi di quercia
servando ovviamente ognuno i propri luoghi di culto e le
e gli edifici in legno e pietra. La sua costruzione più
proprie tradizioni. Etnie diverse, dunque, ma amalgama-
importante è la torre Suyumbika la cui caratteristica sago-
te da un'unica storia e da un unico ceppo culturale. E qui a
ma, visibile da tutti i lati è bilanciata dai contorni della
Kazan la cultura ha radici importanti e porta il segno di
Torre Spassky, nel lato opposto del Cremlino. La torre
singolari personalità. Tolstoy, Aksakov e Lenin studiarono
Suyumbika, un vero gioiello, assurto a simbolo e orgo-
proprio qui, nell'Università di Kazan, la seconda per
glio della città è imbibito di suggestive leggende come
importanza dopo quella di Mosca. Fondata nel 1804, in
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KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari
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59 un bellissimo stile neoclassico a colonnato, ha una libre-
mo Teatro dell'Opera e del Balletto, il Musa Dzhalil, che
ria che custodisce quella che è considerata la collezione
ricorda da vicino il mitico Bolshoi di Mosca e in cui ballò
di libri più importante al mondo: comprende 15.000
per la prima volta Rudolf
manoscritti e 3.000 libri rari. Oltre l'Università e il Cremli-
meglio sul treno per arrivare a Kazan.
Nureyev, nato a Kazan, o
no, Kazan alta ha anche una serie di bellissimi palazzi
Un'Amministrazione attenta quella di Kazan, a giudicare
dell'Ottocento, ognuno con il suo carattere e la sua sto-
dallo stato in cui si trovano questi magnifici edifici del
ria. La loro linea architettonica mostra vari elementi del
centro storico. •
lezioso barocco italiano o dell'antica Grecia, dei tradizionali bassorilievi scolpiti nella pietra dai Tartari e del lan-
Columbia Turismo
guore moresco che avvolge le residenze dei nobili e dei
Via Po, 10 - 00198 Roma
ricchi mercanti. Edifici signorili a volte impreziositi dal
Tel. 06/8550831 Fax 06/8552708
verde dei numerosi parchi di Kazan. Molti vecchi giardini
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non ci sono più, ce n'era uno nella Piazza del Teatro, ora
www.columbiaturismo.it
chiamata piazza della Libertà in cui campeggia il bellissi-
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KAZAN l'Icona della discordia
KAZAN l'Icona della discordia
testo di Teresa
P
60
Carrubba
iĂš di mille pietre preziose tra cui 663 diamanti, 158
una grazia ricevuta. Stiamo parlando dell'Icona della
rubini, 32 smeraldi, 6 zaďŹƒri e 150 perle incastona-
Madonna di Kazan, l'icona della discordia, quella inse-
te in una pregevole riza d'argento renderebbero
guita per decenni in percorsi rocamboleschi, quella che
davvero appetibile qualsiasi icona. Figuriamoci un'icona
ha fatto il giro del mondo per poi approdare, nel 1993
che sembra essere fortemente miracolosa, almeno a giu-
nell'appartamento di Papa Wojtyla, come dono
dicare dal fatto che ogni pietra preziosa è attribuibile ad
dell'Armata Azzurra. Sembra certo che non si tratti
61 dell'originale, quella dipinta nel
giato polaccco, appunto. Il gioiellie-
del Papa in Russia. Almeno così mali-
1400 e ritrovata nel 1579 da Matro-
re decise di donare l'icona al santua-
ziosamente la vide Alessio II, Patriar-
na, una bambina di 10 anni, sotto le
rio di Fatima, in Portogallo, e lì rima-
ca di Mosca e di tutta la Russia. E
ceneri di una casa distrutta
se fino a quando, grazie ad una
quando Joaquin Navarro-Valls, allo-
dall'incendio che devastò buona
sottoscrizione di 2 milioni di dollari
ra direttore della Sala stampa vatica-
parte di Kazan. Andò persa di nuovo
da parte dell'organizzazione cattoli-
na ha parlato della possibilità che il
nel 1918, un anno dopo la rivoluzio-
ca internazionale “Armata Azzurra”
Papa si recasse in Russia per restitui-
ne comunista in Russia, forse finì in
fu offerta a Giovanni Paolo II. E qui
re la copia dell'icona della Madonna
Polonia. Nel 1935 l'icona fu rintrac-
cominciarono i guai. Perché questa
di Kazan in suo possesso, il Diparti-
ciata a Londra, nella vetrina di un
icona, per anni richiesta indietro da
mento per le relazioni esterne della
famoso gioielliere, tale Weisz che
Kazan, sembrò essere diventata un
Chiesa del Patriarcato di Mosca ha
disse di averla acquistata da un rifu-
oggetto di scambio per una visita
messo subito le mani avanti. Ha
anno 3 - n°9 autunno 2013
KAZAN l'Icona della discordia sostenuto che la restituzione di questa icona come quella di altre numerose opere d'arte religiose che sono state illegalmente trafugate nel periodo della rivoluzione comunista, non poteva essere considerata un buon motivo perché Giovanni Paolo II si recasse in Russia. Che in passato altre icone rubate sono state restituite al Paese con semplici procedure ufficiali o attraverso benefattori che ne sono venuti in qualche modo in possesso. Che il tentativo di collegare la restituzione dell'icona di Kazan con la questione della visita del Papa in Russia era sorprendente tanto più che il Vaticano non prese accordi per tale visita con la Chiesa Ortodossa. Che la possibilità di un incontro tra Sua Santità Alessio II Patriarca di Mosca e di tutta la Russia e il Papa di Roma dipendeva esclusivamente dal fatto che il Vaticano fosse pronto a fare dei passi per risolvere i problemi che esistono tra le due Chiese, come il proselitismo cattolico tra i popoli di religione ortodossa e le tensioni che viveva la Chiesa Ortodossa nell'Ucraina occidentale. Dal canto suo, anche Hamil Iskhakov, allora sindaco di Kazan, in grande fermento per i festeggiamenti del millenario della città (luglio 2005), esprese il suo accorato desiderio che almeno per quella data l'immagine della Madonna tornasse a “casa”. Iskhakov sottolineava: “Anche se non si tratta dell'icona trovata nel 1579, quella in possesso del Papa è comunque la copia più miracolosa di tutte. Dunque è giusto che ritorni a Kazan. Certo Kazan si dette un gran daffare per un'icona che non è neanche l'originale! E questo sembra assodato sulla base delle analisi effettuate l'1 aprile 2003 a Roma da un comitato di autorevoli scienziati per metà delegati dal Ministero della Cultura della Federazione Russa e per metà dal Vaticano. Dmitri Khafizov,
62
responsabile della parte russa del
63
comitato ci aveva infatti dichiara- alcune fonti che l'icona è autentica è to:”L'icona della Madonna di Kazan giustificata solo dal fatto che non si attualmente conservata negli apparta- tratta di una riproduzione moderna ma menti del Papa a Roma è una copia del corrisponde pienamente al periodo in XVIII secolo realizzata da un pittore di cui gli specialisti l'hanno datata”. icone anonimo nello stile tipico della Autentica o no, Il 28 agosto del 2004 la fine del XVII – inizio XVIII secolo. Per le delegazione vaticana, guidata dal carsue dimensioni e per alcune sue carat- dinale Kasper faceva il suo solenne teristiche come quella che il dipinto è ingresso nella Cattedrale della Dormistato realizzato in funzione della riza, la zione al Cremlino di Mosca per la riconparte metallica in uso solo a partire dal segna dell'icona durante una cerimo'600 , e non viceversa, questa icona non nia in cui era presente il presidente può essere identificata con l'originale Putin, presenza che sanciva definitivache è stata trovata a Kazan nel 1579 e mente il nuovo periodo di rinascita che risale al 1400. L'affermazione di della Fede in Russia•
anno 3 - n°9 autunno 2013
FES una città imperiale che resiste al tempo
FES
una città imperiale che testo di Cora
Ebeling e foto di Oliver Blum
P
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erdendosi per i vicoli della la
smo di massa, anche perché rag-
che cercano di strappare denaro al
città vecchia di Fes, la più anti-
giungibile con alcuni vettori low cost,
malcapitato e spesso disorientato
ca città imperiale del Maroc-
tra cui Ryanair. Oggi la parte vecchia,
turista. E al ristorante è consigliabile
co, il tempo sembra essersi fermato.
chiamata Fes el-Bali, si presenta al
controllare se il conto corrisponde a
La medina di Fes è stata inserita nel
primo sguardo affollata, caotica,
quello che si ha effettivamente con-
1981 nella lista del Patrimonio Mon-
rumorosa, sporca e allo stesso tem-
sumato. Per poter fotografare le per-
diale Unesco per aver conservato la
po dedita a un consumismo freneti-
sone, solitamente restie, basta distri-
propria storia e autenticità. Questo
co. Anche qui l'uso del cellulare ormai
buire qualche dirham (la valuta loca-
ha però contribuito negli ultimi
fa parte della vita quotidiana e i tetti
le) e tutto diventa più facile. Tuttavia
decenni a generare un crescente
sono disseminati di antenne satellita-
questo non vale per le persone in
arrivo di turisti e ormai la città è, dopo
ri. Ovunque si viene assediati da ven-
preghiera o le donne, le quali tuttora
Marrakech, la meta preferita del turi-
ditori, mendicanti o sedicenti guide,
sono convinte che essere fotografate
65
resiste al tempo equivale a consegnare la propria anima al diavolo. Se con-
dono la visita guidata a negozi di amici e parenti. Lascian-
sumismo e globalizzazione hanno cambiato
dosi alle spalle la città nuova di Fes el-Jadid si arriva alla
l'atteggiamento degli abitanti soprattutto nei confronti
porta principale Bab Boujloud (porta blu) in cima alla città
degli stranieri, i loro ritmi quotidiani sono comunque rima-
vecchia. Da lì si entra nella più grande zona urbana pedo-
sti gli stessi. Per dare uno sguardo più approfondito biso-
nalizzata al mondo che scende gradualmente fino ad
gna esplorare la medina al di là delle piste battute. Il consi-
arrivare in fondo nella parte più antica della medina.
glio è immergersi nel groviglio di vicoli, case e negozi
All'inizio le strade sono ancora abbastanza larghe, con
lasciandosi trasportare senza meta da quel fiume inces-
ristoranti e negozi di abbigliamento e souvenir. Man mano
sante di colori, sapori e rumori che caratterizza il suq di Fes
che si scende, le vie si fanno sempre più strette e buie e
el-Bali. Chi invece vuole andare sul sicuro può chiedere
sono in parte coperte da stuoie o tetti di legno. L'unico mez-
una guida all'ufficio del turismo, meglio evitare le guide
zo di trasporto possibile qui sono gli asini, che con i loro
improvvisate che pretendono un prezzo esoso ed esten-
enormi carichi di merce vengono spinti senza sosta su e
anno 3 - n°9 autunno 2013
FES una città imperiale che resiste al tempo giù per i tortuosi vicoli. Sicuramente per noi europei questo aspetto tipico delle città orientali, come anche i numerosi animali di ogni genere stipati in strette gabbie che si vendono ad ogni angolo, suscitano un certo disappunto. Con un po' di attenzione al dettaglio si noteranno le decorazioni su porte, mura e soffitti che spesso si trovano inaspettatamente anche nei vicoli abbandonati. Come la città vecchia ha conservato il suo aspetto urbanistico dal XII secolo, anche l'artigianato locale, che costituisce il guadagno principale della gente, è rimasto quello di sempre. Sbirciando nelle retrobotteghe si possono osservare gli artigiani mentre lavorano il legno, l'ottone, il vetro, la ceramica, il cuoio o tessono i famosi tappeti berberi oppure le donne che schiacciano le noci di Argan per ricavare il prezioso olio, elisir di bellezza ormai noto in tutto il mondo. I prodotti e manufatti che nascono qui vengono venduti non solo negli innumerevoli negozietti della città, ma esportati in tutto il Marocco e soprattutto all'estero. Chi compra a Marrakech o altrove nel mondo un tappeto berbero, una lampada di ottone oppure una tajine, il caratteristico recipiente in coccio a forma di cilindro nel quale vengono preparati la maggior parte dei piatti maghrebini, può stare sicuro che provengono da queste parti. Gli abitanti di Fes sono lavoratori instancabili, questo si nota soprattutto nelle concerie, le più grandi del Paese, che rappresentano la meta turistica principale della medina. Qui ogni giorno vengono conciate le pelli con procedimenti faticosissimi e chi ci lavora non solo mette a rischio la pro-
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anno 3 - n°9 autunno 2013
FES una città imperiale che resiste al tempo
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pria salute ma si deve accontentare anche di una paga
dentale si sognerebbe mai di assaggiare. Ma Fes non è
misera. Ai visitatori vengono distribuiti all'entrata ciuffi di
solo un bazar colorato e animato, è anche, ovvero innanzi-
foglie di menta da mettere sotto il naso contro il cattivo
tutto, un centro spirituale e intellettuale del mondo islami-
odore che regna per le scale e i corridoi bui e umidi attra-
co. La prima parte della città fu fondata in una valle sulla
verso i quali si arriva a una terrazza panoramica. Da qui si
riva destra del fiume Fas tra il 789 e il 808 dal discendente
può guardare non solo sui tetti e minareti circostanti, ma
di Maometto Idris I e ingrandita poi sulla parte sinistra del
anche sulle centinaia di vasche dove vengono colorate le
fiume da suo figlio Idris II, che la nominò capitale del suo
pelli dopo essere state pulite, lavate e fatte asciugare al
regno. I musulmani andalusi prima e gli ebrei dopo,
sole. Uno scenario caratteristico e interessante, bello da
entrambi in fuga dalla Spagna, si insediarono qui lascian-
vedere e da fotografare, nel quale ci si dimentica però trop-
do la loro impronta culturale e architettonica. Ancora oggi
po facilmente che non si tratta di un'attrazione turistica ma
esistono il quartiere andaluso nella parte vecchia e il ghet-
di un luogo di duro lavoro. Vale la pena proseguire fino alla
to, chiamato Mellah, nella parte nuova della città, dove
parte più antica della medina, che è la più trasandata e
attualmente vivono un centinaio di ebrei.
sporca, ma anche la più autentica. Proprio qui si trovano i
Fes el-Bali ebbe il suo periodo di prosperità culturale e
banchi alimentari che vendono oltre a frutta e verdura, che
commerciale tra il XIII e il XIV secolo sotto il regno dei Meri-
in Marocco crescono in abbondanza, anche carne e
nidi, una dinastia di berberi che regnò per oltre due secoli
pesce, a richiesta preparati sul luogo, e che nessun occi-
in Marocco ed estese il proprio sultanato su tutto il Mag-
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anno 3 - n°9 autunno 2013
FES una cittĂ imperiale che resiste al tempo
70
71 hreb e parte della Spagna meridiona-
attira artisti e spettatori da tutto il mon-
consigliata solo a chi non ha problemi
le. Sotto il loro dominio furono fondate
do. Nonostante questo, gran parte
ad affrontare tortuose discese e salite.
le più importanti scuole coraniche a
della borghesia e degli intellettuali di
Ovviamente abbigliamento e scarpe
Fes, tra cui la Medersa Bou Inania e la
Fes si sono trasferiti in città più grandi
comode sono fondamentali. Il miglior
Medersa el-Attarine, costruite nel XIV
e moderne come Rabat o Casablan-
modo per ritemprare anima e corpo
secolo e capolavori dell'architettura
ca, lasciando libere le loro case, che
dal faticoso saliscendi durante la visi-
merinide con meravigliosi decorazioni
spesso si trovavano in edifici storici.
ta può essere una sosta su una terraz-
di maioliche dipinte e mosaici in cera-
Molte di queste tipiche dimore maroc-
za di uno dei tanti locali nella medina.
mica nonché gessi e legni scolpiti. La
chine, chiamate Dar o Riad, sono sta-
Da lì solitamente si gode una splendi-
moschea Al-Qarawiyyin, che si trova
te poi trasformate in strutture ricettive
da vista fino alla catena montuosa
accanto alla Medersa el-Attarine, è
a volte anche di lusso. Anche se
dell'Atlante che si erge maestosa
una delle principali del Marocco. Fu
ristrutturate hanno conservato il loro
all'orizzonte. Sorseggiando il tipico tè
costruita a metà del IX secolo ed è
fascino orientale con pareti e porte
alla menta si può sentire all'ora giusta
tuttora sede della più antica università
decorate e il classico cortile interno
la voce del muezzin che echeggia
islamica nonché di una biblioteca di
arredato con divani e cuscini a dispo-
cinque volte al giorno dai numerosi
antichi testi coranici. Purtroppo ai non
sizione degli ospiti. Chi prenota un
minareti della città. È in questi
musulmani l'accesso alle moschee è
soggiorno in una di queste strutture
momenti che si avvertono l'autenticità
negato, ma le scuole coraniche si
dovrebbe assicurarsi però che qual-
e la magia di questo posto che segue
possono visitare. A tutt'oggi Fes con-
cuno lo venga a prendere a un punto
gli stessi ritmi da oltre mille anni.•
serva, oltre al ruolo di città d'arte e di
prestabilito, dato che spesso si trova-
artigianato, anche quello di capitale
no in vicoli nascosti nel cuore della
Marocco
intellettuale e religiosa del Marocco.
medina e non sono facili da raggiun-
www.visitmorocco.com
Ogni anno a giugno qui ha luogo il
gere, soprattutto se si viene per la
www.visitfes.org
festival mondiale di musica sacra, che
prima volta. La città vecchia di Fes è
www.fesfestival.com
anno 3 - n°9 autunno 2013
REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque
REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque
Nel triangolo delle città termali della Boemia occidentale lo sfarzo e l'eleganza di atmosfere fin de siècle
testo e foto di
Franca Dell'Arciprete Scotti
U
n tesoro sotterraneo è nascosto nel territorio
72
medioevo e sfruttate spontaneamente, queste acque
della Repubblica Ceca. Sono le fonti di acque,
sono il tesoro che ha dato origine al “Triangolo d'oro” del-
ricchissime di minerali, che sgorgano in superfi-
le città termali della Repubblica Ceca. Sorte in epoche
cie a centinaia, nella Boemia occidentale, ai bordi e
successive, hanno tutte l'impronta inconfondibile
all'interno della foresta di Slavkov. Acque ricche di mine-
dell'architettura “fin de siècle”, addirittura fiabesca.
rali e benefiche, che si bevono, si usano per bagni caldi,
Frequentate da principi, re e imperatori, queste città ter-
per impacchi, fanghi o inalazioni. Prodigiosamente effica-
mali non potevano essere altro che sontuose e fiabesche.
ci per una serie di disturbi: della pelle, dell'intestino, delle
Palazzi, castelli, torrioncini, stucchi bianchi e oro, colonna-
articolazioni. Senza dimenticare l'effetto di ossigenazione
ti e padiglioni in ghisa laccata, statue, pinnacoli, soffitti
e quindi di ringiovanimento cellulare. Scoperte già nel
affrescati, coperture in vetro e ferro battuto, specchi e
73 ottoni. Il tutto sullo sfondo di meravigliosi giardini dise-
zampillante per Karlovy Vary, la scoperta da parte di un
gnati da architetti specializzati, boschi e parchi fittissimi.
medico e di un abate, della sorgente Mariana che dà
All'origine di queste città “d'oro” ci sono vicende casuali e
origine a Marianske Lazne nel primo '800, la decisione
diverse: una battuta di caccia del re Carlo IV nel 1350, in
dell'imperatore Francesco I° di valorizzare gli stabilimenti
cui un enorme cervo ferito cade in una sorgente calda e
termali sorti, alla fine del '700, intorno ad una fonte dove
anno 3 - n°9 autunno 2013
REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque
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si curavano contadini e popolani, all'origine della terza
Epoque. In buona parte di questi hotel si svolgono le cure
città Frantiskovy Lazne. Costruite in funzione delle cure
internamente, i reparti sono attrezzati perfettamente con
termali, queste città hanno quindi un'impostazione di
tutte le più avanzate tecnologie e terapie del XXI° secolo.
città giardino in cui si passeggia amabilmente, sostando a
Esempio eccellente é l'hotel Nove Lanske, cinque stelle
lungo, intrecciando le cure idropiniche all'ascolto di
del gruppo Danubius che, a Marianske Lazne ha un intero
orchestrine all'aperto, alle piacevoli conversazioni e alla
complesso di hotel, tutti collegati internamente. Dalle
contemplazione del passeggio altrui. Atmosfere eleganti
cabine di cura degli anni '10 sono state ricavate camere e
e rilassate in cui si sfoggiavano le migliori toilettes e i gio-
suites che conservano le pareti piastrellate originali, men-
ielli più preziosi, trascorrendo spesso anche intere stagio-
tre a pochi privilegiati è riservato il lusso di un bagno nella
ni, tra un ballo e un concerto, prima di tornare nella capi-
Sala da bagno reale fatta costruire dal re Edoardo VII
tale. Il soggiorno nelle città termali diventava un appun-
d'Inghilterra, innamorato della città, e nel Bagno Imperia-
tamento mondano, in cui tutti i potenti d'Europa
le, fatto costruire per la visita dell'imperatore Francesco
s'incontravano e tessevano accordi, matrimoni, trattati,
Giuseppe. A tutti gli ospiti dell'albergo, invece, è riservato
spartizioni di terre. E con loro frequentavano questo mon-
il piacere di immergersi nelle vasche del Bagno Romano
do dorato intellettuali e artisti: Goethe, Beethoven, Cho-
decorato da colonne, marmi e mosaici. A Marianske Laz-
pin, Kipling, appassionati habitués, che costituiscono
ne, che all'inizio del '900, dopo la svizzera St.Moritz, era la
l'albo d'oro di queste città. Nell'800 e nei primi anni del
località termale più cara e più lussuosa d'Europa, altro
'900, le cure si svolgevano nei famosi bagni, edifici sfarzosi
must imperdibile é il famoso colonnato progettato da due
con cabine attrezzate per tutti i trattamenti. Oggi gran
architetti viennesi con la sua struttura merlettata di ghisa
parte di questi stabilimenti sono trasformati in hotel
in stile neobarocco, e, di fronte al colonnato, la moderna
altrettanto sfarzosi, dove si può sognare di rivivere la Belle
“fontana cantante”. A Karlovy Vary, invece, simbolo dello
75 sfarzo di altri tempi é il Bagno Imperiale aperto nel 1895,
no con i padiglioni eleganti, le fontane, i colonnati sparsi
considerato uno tra i più lussuosi edifici del suo tempo,
all'interno di enormi parchi che invitano al passeggio. •
dotato di ogni comfort, cabine per massaggi, bagni caldi e a vapore, metodo Kneipp, elettroterapia.Tuttavia oggi si
Proprio per assaporare al meglio cultura e atmosfera Bel-
possono visitare solo alcuni saloni con soffitti affrescati,
le Epoque, la scelta ideale sarà il Dvorak Spa hotel
pareti di legno intarsiato e ricchi lampadari di cristallo,
Carlsbad del Vienna International Hotels & Resorts, certi-
dove sono state girate alcune scene del film 007 Casino
ficato recentemente quattro stelle superior per
Royale. Karlovy Vary presenta una disposizione scenogra-
l'eccellente servizio e il comfort offerto ai viaggiatori. Con
fica lungo la stretta valle del Teplà. Punto di incontro per
la sua elegante facciata Art Nouveau, legata proprio ai
tutta la città é anche il colonnato anni '70, costruito
tempi d'oro di Karlovy Vary, si affaccia sul fiume Teplà, nel
nell'età della Repubblica socialista, che contiene la famo-
cuore della città.
sa Polla, madre di tutte le sorgenti di Karlovy Vary: lo zam-
La vicinanza alle fonti calde e la presenza di una Spa inter-
pillo sale da una profondità di circa 2 chilometri lungo una
na che offre i trattamenti di cura e benessere permette
profondissima frattura del terreno, lanciandosi ad
agli ospiti dell'Hotel Dvorak di godere i vantaggi specifici
un'altezza di 12 metri giorno e notte, ad una temperatura
di una permanenza in città. www.hotel-dvorak.cz
di 73°, la più calda tra tutte le fonti della città. Mentre le altre sorgenti riescono a produrre alcuni litri al minuto, la
Info turistiche: Ente Nazionale Ceco per il Turismo
fumante Polla nello stesso tempo getta in superficie 2000
Via G. B. Morgagni, 20 - 20129 Milano,
litri. Se Karlovy Vary è la città più sfarzosa e scenografica,
tel. 02 20422467
Frantiskovy Lazne é la più quieta e appartata. Dominata
info-it@czechtourism.com
dal colore “giallo Asburgo”, appare come una città giardi-
www.turismoceco.it
anno 3 - n°9 autunno 2013
FERRARA la grandezza degli Estensi
FERRARA la grandezza degli Estensi testo di
Luisa Chiumenti
N
umerosi furono i viaggiatori che nel tempo,
rimasero affascinati dalle strade, larghe e
rettilinee dell'”Addizione Erculea” o dalle viuz-
ze del Centro storico, come la famosa “via delle Volte” e dall'opulenza della grandiosa cattedrale, retablo stupendo di architettura-scultura. Esempio anomalo rispetto alle analoghe strutture di cattedrali coeve, la grande facciata tricuspidata rappresenta un momento di fusione della cultura architettonica romanica e gre-
76
77 ca. Attribuita a Nicholaus, fu eretta a cominciare dal
chiamata “Addizione Erculea” e che sempre dal castello
1135, secondo un'iscrizione che compare sulla faccia-
prese le mosse con l'asse centrale del Corso Giovecca,
ta. Forte e maestoso è, poco lontano dalla cattedrale, il
tuttora arteria cittadina rettilinea che porta fino alla
castello, uno dei pochi esempi ancora circondati dal
cerchia muraria. Completamente restaurata di recente
fossato e accessibili con il ponte levatoio. Ferrara è una
con i suoi poderosi bastioni, tale cerchia fu ispirazione
città che dovrebbe essere vista dall'alto, in quanto una
di pittori e fotografi, ma anche meta di deliziose, lun-
visione zenitale fa ben comprendere la sua storia urba-
ghe passeggiate a piedi o in bicicletta (la vera regina
na, il suo sviluppo nel tempo dal centro medievale,
della città). Situata nella pianura emiliana, Ferrara sor-
attorno al Castello, alla pianificazione geometrica ed
ge a pochi chilometri a sud del Po, a circa 50 chilometri
esatta dovuta al Rinascimento con quella che venne
dal mare e manifesta ancora nei sui palazzi, monumen-
anno 3 - n°9 autunno 2013
FERRARA la grandezza degli Estensi seguito al miracolo eucaristico che
da sempre, un tempo per una
go ed orgoglio cittadino, quella gran- qui avvenne nel XII secolo e pur-
romantica passeggiata ed oggi
ti e nella stessa atmosfera di sussie-
78
dezza culturale, civile ed artistica e
troppo alquanto danneggiata dal
soprattutto paradiso dei ciclisti, “par-
l'ottimo livello di qualità della vita
recente sisma. La chiesa è posta non
co” preferito dai ferraresi per fare
che le dette la dinastia degli Estensi,
lontano da uno dei più affascinanti
jogging sono i nove chilometri quasi
che la governò per tre secoli e che
Musei di Ferrara: quello allestito
ininterrotti da percorrere sul terra-
oggi le ha fatto conferire
all'interno del Palazzo Schifanoia,
pieno, tra il verde dei tigli e dei plata-
dall'Unesco il meritato riconosci-
con il suo splendido Salone dei Mesi
ni e il rosso dei mattoni della cortina
mento quale “Patrimonio
affrescato nel XV secolo dai pittori
della cinta muraria. Anche se per i
dell'Umanità”. E tutto ciò si coglie
dell'Officina ferrarese. E la sugge-
ciclisti ideale è anche il circuito alla
subito, fin da una prima visita alla
stione delle strade è tutt'oggi fortis-
base delle mura, che può essere pro-
città, che mostra il suo impianto
sima e particolare è l'atmosfera ver-
lungato fino alla ciclabile “Destra Po”
urbanistico, prodigiosamente fuso
so sera, ad esempio attorno alla cat-
con un percorso attraverso il Parco
tra Medioevo e Rinascimento,
tedrale dove ancora si protendono,
urbano a nord della città. E il verde è
costellato da numerosissimi giardi-
lungo il prospetto laterale, gli
infatti un'altra potenzialità di Ferra-
ni, spesso “segreti” e pronta ad esse-
ingombri delle antiche botteghe. E
ra: ben 400 ettari di Natura e 11.000
re percorsa lentamente, anche a pie-
proseguendo, sulla sinistra, ecco le
alberi, fanno della città uno dei capo-
di o in bicicletta, spesso immersi in
strade anguste del Ghetto, contras-
luoghi più verdi In Italia. Ma c'è un
un silenzio impensabile, come quan-
segnato di bei palazzetti alternati a
Evento a cui bisogna essere presenti
do si raggiunga ad esempio, pur in
case più modeste in cui fu insediata
almeno una volta: quello del Palio di
pieno centro, ma appartata con il
una delle comunità ebraiche più
San Giorgio, che sembra sia il più
suo atrio e il famoso ciliegio anti-
grandi in Italia. Fu per questo che,
antico del mondo (contendendosi il
stante la facciata, il monastero di
recentemente, Ferrara fu scelta
primato con quello di Siena), che si
Sant'Antonio in Polesine. E numerosi
come sede del Meis, primo Museo
svolge l'ultima domenica di maggio
sono i gioielli di arte religiosa, come
nazionale dell' Ebraismo italiano e
con uno splendido corteo formato
la Chiesa di S.Maria in Vado dalla
della Shoah, allestito nella restaura-
da più di mille figuranti che sfilano in
armoniosa facciata e l'interno son-
ta sede dell'ex Carcere di via Piangi-
costume rinascimentale per rag-
tuoso, meta di pellegrinaggi in
pane. Ma forse il percorso preferito
giungere la Piazza Ariostea, dove si
79
anno 3 - n°9 autunno 2013
FERRARA la grandezza degli Estensi
80
disputano le gare tra le otto contra-
riempie il cielo di coloratissime mon-
zionato in un punto – chiave per la
de. Il Palio di Ferrara, nella tutela e
golfiere: è il Ferrara Ballons Festival,
bellezza dell'immagine del Castello,
valorizzazione della storia della cit-
che da tempo si è aggiudicato il
appresentava quel “modulo aureo”,
tà, è inoltre una manifestazione in
posto in primo piano di manifesta-
che era alla base dell'intera costru-
continua crescita, perché ogni suo
zione del genere in tutta Europa. Si
zione della Ferrara rinascimentale,
aspetto, dalla organizzazione, ai
tratta di un evento che racchiude
collegando in una ideale unità
costumi, alle gare delle bandiere,
insieme sport, cultura, spettacolo e
Medioevo e Rinascimento.
alle corse in piazza, strettamente
manifestazioni aerostiche: tradotto
E se particolare è stato il rapporto
coordinati dall'Ente Palio, si diffon-
in numeri, 30 discipline sportive
che legò i viaggiatori del Grand Tour
de sempre di più nel tessuto capilla-
diverse, 20 esibizioni di modellismo,
alla città estense, come Montaigne,
re della città. Basti pensare all' impe-
3000 mq di spazio per i bambini, 4
gno per la creazione dei abiti realiz-
ristoranti e 150 gazebo dedicati allo
zati ex novo ogni anno, secondo una
shopping, oltre a equipaggi di mon-
riproduzione fedele dei costumi
golfiere provenienti da ogni angolo
delle dame e cavalieri della Corte
del mondo. D'estate poi, nell'ultima
Estense nel Rinascimento per i più di
settimana d'agosto, un evento ricor-
mille personaggi destinati a far par-
rente si sposta anche dal centro del-
te del maestoso Corteo Storico della
la città alle periferie ed ai sette Lidi
Corte Ducale e delle Contrade. La
Ferraresi, con il Ferrara Busker Festi-
prima cerimonia si svolge nella Cat-
val che vede artisti di strada rallegra-
tedrale, intitolata a San Giorgio,
re ogni angolo e ogni via, di musica e
Patrono della città ed è al suo inter-
colori. Il castello è comunque un
no che avviene la benedizione dei
perno da cui si dipartono le varie
palii e dei ceri donati al santo Patro-
possibilità di percorsi da cui é possi-
no dalle Congregazioni delle Arti e
bile avvicinarsi allo spirito di una
Mestieri.
città antica che vive appieno la
Queste infatti hanno avuto sempre
modernità di scambi continui cultu-
grande importanza a Ferrara, aven-
rali ed artistici, come suggellano le
do propri statuti ben precisi ( con-
continue esposizioni ad esempio
servati con cura in Palazzo Paradiso
all'interno di quel sontuoso, quanto
presso la splendida e ricca Biblioteca
originale Palazzo dei Diamanti. Il
Ariostea), fin dal Medioevo e i loro
palazzo si raggiunge appunto dal
principi sono ancora ben rispettati,
castello, imboccando l'elegante via
se si osservi quanto sia attenta e
Ercole d'Este, fiancheggiata da pre-
precisa la tutela di quel meraviglioso
stigiosi palazzetti con annessi giar-
materiale, il rosso mattone, che
dini; una serie continua e perfetta di
caratterizza e dà quel tipico lumino-
bugne a forma di diamante ne carat-
so cromatismo a tutto il complesso
terizzano le due facciate ad angolo,
urbano: dal castello ai palazzi, alle
con significato astrologico: la luce e
case. Arti, Scole, Compagnie, Socie-
quindi il sole come fulgore e bellez-
tà, Collegi, Università: queste erano
za e i diamanti come produttori e
le denominazioni con cui venivano
contenitori di luce, a celebrazione
indicate a Ferrara, fin dal Medioevo,
della gloria di Ercole, grande
le Associazioni corporative che riu-
costruttore della città. Ma i simboli
nivano in un sistema organizzato
non terminano qui: il palazzo domi-
artigiani, mercanti o imprenditori
na infatti la via degli Angeli (corso
che esercitavano una attività comu-
Ercole I d'Este appunto), che il Car-
ne o affine. Ma un'altra gioiosa festa
darelli, esimio poeta, ebbe a definire
è quella che alla fine di settembre,
“la strada più bella del mondo”, posi-
81 che ne rimase estremamente affascinato, oggi il visita-
tramandata la salama da sugo, un insaccato di maiale
tore non potrà limitarsi ad una visita frettolosa: Ferrara è
arricchito di spezie e vino e fatto stagionare, il pasticcio
una città da “conoscere”, perché immediatamente si fa
di maccheroni, il panpepato ferrarese, dolce creato nel
amare. Ma che dire della sua ricca e originale cucina? A
Seicento dalle monache del convento Corpus Domini
cominciare dal pane, la famosa "ciupèta" (coppia) che
per la corte e i prelati. La cucina a Ferrara mescola il gras-
sembra sia nata in occasione del carnevale del 1536
so fondo padano a delicatezze francesi provenienti da
durante il quale fu presentato un pane ritorto ( forse i
ricette che Renata di Francia importò quando venne
"grustin"(crostini). Il sapore è davvero eccezionale, dovu-
sposa. Piatti a volte anche poveri, ma sempre gustosi
to forse all'acqua e all'aria e quindi la lievitazione. Dalle
insieme a elaborate ricette di pesci e selvaggina, che si
antiche ricette della corte estense ancora oggi viene
possono ritrovare nelle proposte di tutti i ristoranti. •
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EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali
EMILIA ROMAGN
l'affascinante mondo delle acque ter
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NA
rmali
83 Testo di Mariella
Morosi e Foto di Riccione Terme Spa
I
l mito “salus per aquam”, cioè la salute che viene dall'acqua, ha radici antiche. Ma la pratica termale, nei secoli, oltre a mirare alla ricerca della salute aveva anche fini edonistici divenendo espressione della vita sociale. Lo
dimostrano le archeologie e i mosaici dell'antica Roma, che indicano come le terme fossero un raffinato
luogo d' incontro per discutere e trattare affari e nello stesso tempo preziose per ritemprare i gladiatori dalle fatiche della guerra. L'arte del rigenerarsi con le acque non ha avuto confini in ogni epoca. Certamente Saturno vide giusto quando -secondo la leggenda- gettò un fulmine nel cratere di un vulcano facendone scaturire acqua calda per calmare gli uomini litigiosi e inquieti. Tante le fonti frequentate fin dall'antichità da malati e pellegrini, ma le vere e proprie strutture termali nacquero dopo il XVIII secolo, come quelle modenesi di S. Agnese dove il Granduca Leopoldo II di Toscana edificò una sontuosa costruzione "per rendere pubblici e comodi questi
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bagni". Proprio la regione Emilia Romagna vanta il maggior numero di acque benefiche con principi attivi per ogni esigenza e intorno alle sue fonti sorsero capolavori di architettura e di arte. Basti pensare al liberty di Salsomaggiore, all'Art Deco del Centro Benessere Barzieri, all'arte razionalista delle Terme di Castrocaro e al suo padiglione delle Feste affrescato da Tito Chini. Creati per essere palcoscenici per i protagonisti del bel mondo, oggi questi luoghi magici sono alla portata di tutti. La regione vanta 25 stabilimenti con acque che sgorgano dalla terra con benefici principi attivi per ogni esigenza, dislocati in 19 località nelle sue 8 province. Il termine cura in senso stretto si è esteso al fitness e al wellness, c'è voglia di mantenere giovinezza ed efficienza combattendo lo stress e il benessere è sentito come un diritto. Sono spuntati come funghi le beauty farm o gli health center ma se si trovano fuori dai contesti termali classici non possono offrite acque davvero salutari. Per questo le nuove esigenze del mercato hanno richiesto una radicale riqualificazione dell'offerta anche delle più famose località termali e quelle dell'Emilia Romagna sono oggi considerate all'avanguardia per numero, livello e specializzazione. Il Coter, Consorzio del Circuito Termale, in collaborazione con l'Unione Regionale Terme Salute e Benessere ha pubblicato una guida che riunisce i maggiori centri con ampia scelta di acque curative, garantendo efficaci trattamenti terapeutici e programmi benessere. Nelle località proposte, ricche di fascino, le virtù delle acque si coniugano alla perfezione con la tipica ospitalità della gente cordiale, con città ricche di storia e di opere d'arte e con una cucina ricca di prodotti di grande eccellenza. "Qualunque sia la destinazione prescel-
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EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali
ta, alle Terme dell'Emilia Romagna il benessere diviene piacere" recita lo slogan promozionale. La garanzia è la totale è la remise en forme, in un ambiente sano e incontaminato, come nelle storiche Terme Felsinee di Bologna, o nelle Terme di Porretta o in quelle di Castel San Pietro, tutte immerse nel verde. Molte, come le Terme di Punta Marina di Ravenna e quelle di Cervia, Rimini e Riccione, sono sul mare e offrono trattamenti di talassoterapia. La provincia di Parma vanta il complesso termale più completo d'Europa: da Tabiano a S. Andrea fino a quelle del Baistrocchi, da Monticelli alla celeberrima Salsomaggiore, con acque dalle proprietà antinfiammatorie, rigeneratrici e riabilitative. D'obbligo le visite ai monasteri e ai medioevali castelli di Fontanellato, con un bellissimo ciclo di affreschi del Parmigianino, o a quello imponente di Montechiarugolo, nel comune di Monticelli. Si possono visitare ville e antiche dimore e le stesse sedi termali spesso sono capolavori di architettura, come il Grand Hotel Fratta Terme ai piedi del Colle di Bertinoro. Dovunque è possibile praticare una vera e propria poli-terapia che comprende attività fisica, estetica, bellezza e una sana alimentazione, come in quelli situati in zone climatiche di alta collina come Bagno di Romagna e Porretta. Efficaci trattamenti terapeutici e riabilitativi, innovativi percorsi salutari e nuovi programmi benessere fanno bene all'anima e al corpo. Le strutture alberghiere sorte intorno alle fonti garantiscono trattamenti di livello e vantano Spa che sono a volte veri e templi del lusso, con trattamenti diversificati di estetica preventiva e rigenerativa. Tutti gli alberghi, anche stellatissimi, offrono pacchetti che comprendono trattamenti completi per una settimana o anche solo per il week end, stanze confortevoli, eccellente ristorazione e anche escursioni turistiche ed attività sportive. C'è anche un numero verde, 800.88.88.50, per orientarsi nella scelta secondo le proprie esigenze. Sull'origine del termine Spa, ormai di uso comune, ci sono due interpretazioni: potrebbe essere l'acronimo di salus per aquam, ma anche il nome della città del Belgio orientale, famosa fin dai tempi antichi per le sue acque minerali. Qualsiasi sia quella giusta, il termine è associato in tutto il mondo e in qualsiasi lingua all'idea del benessere che viene dall'acqua.• www.termemiliaromagna.it
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info@termemiliaromagna.it
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SLOVENIA, Valvasor e il Castello di Bogensperk
SLOVENIA Valvasor e il Castello di Bogensperk testo di Giulio
S
Badini
ulle vecchie banconote slovene da 20 talleri campeggiava l'effigie del barone Janez
Vajkard Valvasor (1641-1693), uno dei figli più illustri di questa terra, tanto che un suo monumento bronzeo sorge nel parco antistante il Museo Nazionale di Lubiana. Difficile definire in poche parole questo personaggio poliedrico, perché durante la sua breve vita si occupò un po' di tutto: fu storiografo, etnografo, naturalista, geografo, geologo, alchimista e numismatico, ma anche scrittore, editore, cartografo, disegnatore e incisore. Il suo colto eclettismo lo fa annoverare tra gli antesignani dell'enciclopedismo illuminista settecentesco e non a caso fu accolto come membro della Royal Geographical Society inglese, la più prestigiosa accademia culturale dell'epoca.Tra i tanti meriti gli va riconosciuto quello di essere stato il primo a spiegare scientificamente il complesso meccanismo idrologico di intermittenza dei laghi carsici di Cerknica e Planina, di aver intuito e verificato i percorsi ipogei dei fiumi carsici Reka-Timavo,
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nia alla fine del 1500, mentre la nobile famiglia
Piuca e Lokva, a descrivere il proteo, il più straordina-
materna, i Rauber, avevano dato alla città uno dei
rio abitante delle grotte slovene, a tramandarci
primi vescovi), il giovane Janez studiò dai Gesuiti
l'avventurosa storia del cavaliere Erasmo Lueger, il
prima in patria poi in Germania, combatté assieme
Robin Hood della Carniola, e dell'imprendibile
agli Ungheresi contro i Turchi e viaggiò parecchio
castello di Predjama, a descriverci i primitivi sci con
per la sua epoca, visitando Germania, Austria, Sviz-
cui si spostavano d'inverno i montanari carniolani, a
zera, Francia, Italia e nord Africa. Ma soprattutto
misurare l'altezza di parecchie montagne ed a pro-
visitò accuratamente le regioni slovene di allora, che
gettare un tunnel sotto la catena delle Caravanche.
oltre alla Carniola comprendevano anche la Carinzia
E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Nato a
e l'Istria, descrivendola nella monumentale opera
Lubiana nel 1641 in un palazzo tuttora esistente
“La Gloria del ducato carniolano”, un libro in 4 volumi
affacciato sulla Piazza Vecchia, da una ricca famiglia
scritto in lingua tedesca e pubblicato in appena 500
di origine bergamasca (il nonno Girolamo Vavassori
esemplari a proprie spese a Norimberga nel 1689,
era un commerciante di Telgate trasferitosi in Slove-
frutto di ben otto anni di peregrinazioni e di ricerche
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SLOVENIA, Valvasor e il Castello di Bogensperk
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in biblioteca. Se le sue 3.532 pagine
km ad est della capitale Lubiana, che
bel castello, per ritirarsi a vivere in
costituiscono ancora oggi la più
Valvasor acquistò nel 1672 per tra-
una modesta abitazione a Krsko,
ricca messe di informazioni geogra-
sferirvi la sua ampia biblioteca, tra le
dove morì un anno dopo, solo, pove-
fiche, storiche, etnografiche, natura-
più ricche dell'Europa Centrale e
ro e negletto. A Bogensperk, ora
listiche e descrittive sulla Slovenia
ancora oggi conservata quasi intat-
trasformato in museo, la presenza di
del 1600, le 535 stupende incisioni
ta presso la Biblioteca Nazionale di
Valvasor è rimasta però immutata
allegate illustrano e fotografano
Zagabria in Croazia, e le sue molte-
nel tempo: c'è ancora il suo studio,
città, villaggi, castelli e monasteri,
plici collezioni e per impiantarvi la
una copia originale del suo ponde-
chiese e monumenti come erano a
sua preziosa stamperia, la più antica
roso libro, il laboratorio della carta e
quei tempi, che ne fanno la più anti-
della Slovenia. A quei tempi infatti
la macchina per la stampa, un' espo-
ca e completa guida turistica ante
per fare l'editore occorreva per pri-
sizione delle sue suggestive incisio-
litteram di una regione europea.
ma cosa produrre la carta e per tra-
ni, gli strumenti cartografici e geo-
Anche la motivazione che lo portò
durre i disegni in immagini incidere
detici, i trofei di caccia, una raccolta
ad intraprendere una iniziativa tanto
lastre di rame e poi stamparle con
di costumi sloveni seicenteschi e
impegnativa, e priva di altri prece-
inchiostro e pressa. Prima della sua
una curiosa collezione di oggetti di
denti, risulta decisamente moderna:
opera più famosa aveva già scritto e
medicina popolare, di magia e di
il fatto di aver constatato nel corso
stampato, la maggior parte proprio
stregoneria, materie di cui fu pro-
dei suoi frequenti viaggi all'estero
nel castello di Bogensperk, altri otto
fondo cultore.
quanto fosse poco conosciuta la sua
libri illustrati, principalmente di
terra; un misto di orgoglio e di
carattere geografico. L'attività di
Informazioni sul castello di Bogen-
nazionalismo da parte di un erudito
scrittore, ricercatore ed editore, se
sperk possono essere richiesti
che in realtà era, almeno in parte,
da un lato gli garantì una fama impe-
all'Ufficio del Turismo Sloveno in
sloveno solo per acquisizione piut-
ritura, dal punto di vista economico
Italia, tel. 02 29 51 11 87, e-mail:
tosto recente. La presenza del colto
non si può purtroppo dire che gli
info@slovenia-tourism.it. oppure
barone si può cogliere ancora oggi
portò fortuna. Oberato dai debiti,
visionabili sul sito www.slovenia.in-
visitando l'elegante bianco castello
nel 1692 fu infatti costretto a vende-
fo.
rinascimentale di Bogensperk, 40
re tutte le sue proprietà, compreso il
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La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni
La fantasia del gioco, un testo e foto di Giuseppe
È
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Garbarino
un mondo di arte e di fantasia quello del giocattolo
gli occhi estasiati di un bambino oggi forse sopravvissuto
antico; la magia è tutta racchiusa in una chiavetta in
ad una terza età che troppo presto lo ha rapito ai sogni
metallo da girare, un ingranaggio nascosto dietro
dell'infanzia. Il bambino giocava ieri come gioca oggi, uti-
una sottile latta colorata e quell'aeroplanino attaccato ad
lizzando quello che realizza per lui l'Homo Ludens,
un filo che comincia a girare rievocando dimenticati eroi
quell'uomo per il quale il gioco è fondamento della civiltà.
dell'aria e Piccoli Principi. Il tutto una volta avveniva sotto
L'adulto continua la sua ricerca del gioco realizzando
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museo per i nostri sogni balocchi per coloro che sono ancora bambini, perché è dal
Milano e di Santo Stefano Lodigiano, vicino a Piacenza. Ad
gioco che emerge la possibilità di abbandonarsi ad un
accogliermi i due geniali autori di questo avventuroso viag-
altro mondo ed entrare in una sfera spirituale dove
gi nel mondo del giocattolo antico e d'autore; sono Paolo
l'aspetto ludico è importantissimo. Questo mondo di vec-
e Franzoni Tibaldeo, un cognome che affonda le sue origi-
chi balocchi lo incontro nelle due sedi del Museo del Gio-
ni nei momenti più brillanti del periodo risorgimentale, ma
cattolo e del Bambino, quella di Cormano, nella periferia di
questa è un'altra storia. Teche di bambole, modellini di
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La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni
casette riccamente arredate come se fossero vere abita-
nella mano, a significare che nei giocattoli non esiste razzi-
zioni, gioiellini di artigianato ottocentesco, Pinocchi di
smo. Tra le chicche della collezione il catalogo completo
ogni forma e storia, soldatini, trenini e macchinine che
della Cardini, un'azienda di giocattoli in latta litografata di
farebbero la gioia di ogni collezionista. Sono migliaia i pez-
Omegna, piccoli capolavori che si possono osservare con
zi pregiati che con artistica e precisa collocazione si incon-
la loro scatola originale in cartone. La particolarità, oltre
trano nel percorso museale, divisi per periodo storico, con
alla bellezza dei pezzi, è nel fatto che le scatole non funge-
abbinamenti e inserimenti di immagini, riviste e altre pic-
vano solo come contenitore, ma una volta aperte assume-
colezze che rilevano la professionalità di chi da decenni si
vano la forma di garage, hangar per aerei, stazioni ferro-
dedica alla ricerca e allo studio del giocattolo. Qua e là
viarie, una vera genialità nel settore del packaging di inizio
l'occhio cade su curiosità, scatole magiche, oggetti inu-
Novecento. Autore d'eccezione fu Attilio Mussino, storico
suali e spesso di difficile interpretazione, ma ecco che la
disegnatore del Corriere dei Piccoli. Ricordando il Corriere
mano di Paolo trasforma l'oggetto misterioso in un coin-
dei Piccoli segnalo che al museo si trova una collezione
volgente gioco di altri tempi, magari mettendo in moto
unica di disegni e ricordi di un altro grande illustratore,
uno zootropio, precursore del più moderno cinema. Ecco
Antonio Rubino, tra i fondatori del Corriere dei Piccoli e
che si apre una valigetta e appare un campo di battaglia, si
autore di delicatissime illustrazioni, degne da sole di una
carica la molla del meccanismo e via che i soldatini in piom-
esposizione separata. Luisa attira la mia attenzione e mi
bo vanno alla carica infilzandosi alla baionetta, sullo sfon-
mostra un pupazzo, una specie di ginnasta clown che ese-
do rigorosamente dipinto a mano, le immagini di un pano-
gue delle semplici piroette grazie alla base che nasconde il
rama collinare. In un angolo è appoggiato il classico e sem-
meccanismo. “Questo è stato utilizzato dal regista Marco
plicissimo cavallino di legno rivestito di pezza, poco più in
Tullio Giordana per il suo film Romanzo di una strage.
là i suoi cugini a dondolo in carta pesta e telaio rigido, men- Capita spesso che ci richiedano giochi particolari per le tre in un altro lato della sala una scolaresca di bambole, a
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ambientazioni dei film e devo dire che è sempre un piacere
due a due, sembrano passeggiare in occasione di una
fornirli, un modo per farli rivivere in un contesto che li
scampagnata, tenendosi per mano. Tra loro una Piccola
riporta quasi nel loro mondo d'origine.” Una delle tante
Italiana e una negretta leziosamente vestita, tutte mano
curiosità sono le lastre di ardesia scolpite con le immagini
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La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni
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97 di soldatini, queste venivano utilizzate per colare il piombo nelle fessure e ottenere le figurine metalliche. Moltissimi dei pezzi collezionati ed esposti ricordano l'epopea Risorgimentale italiana, quella citata nel libro Cuore del De Amicis e che trasformarono i piccoli italiani in tanti bersaglieri, cavalieri, ecc… tutti armati di fucilini in legno, vestiti da giovanissimi ed improbabili soldati, pronti ad organizzare battaglie e vittoriose campagne militari con nel cuore il ricordo al Tamburino Sardo. Il periodo delle Guerre di Indipendenza ispirò fortemente la produzione di giocattoli legati al mondo militare, non solo semplici soldatini di piombo e latta, ma anche piccoli gioielli dove si vedono gli esempi di fedeli riproduzioni dei reparti militari dell'epoca. La produzione di questo filone legato al Risorgimento ebbe il suo massimo sviluppo a cavallo tra l'Ottocento e Novecento, quando la produzione dei giocattoli iniziò ad avere un carattere industriale e quindi alla portata economica di molte famiglie. In fin dei conti questo scarto temporale tra i fatti Risorgimentali e le produzioni dei giocattoli è dovuto chiaramente al fatto che i produttori avevano vissuto in prima persona gli eventi delle Guerre di Indipendenza e ne riproducevano il ricordo per far giocare i loro figli e nipoti. Tra le iniziative future del Museo del Giocattolo e del Bambino è proprio una mostra di giocattoli legati al mondo ottocentesco, da realizzare in occasione del 150° di Firenze Capitale d'Italia. “Stiamo prendendo contatti per trovare una sede idonea a questa mostra” afferma Paolo Franzoni Tibaldeo, “siamo disponibili a privare per alcuni mesi le nostre collezioni dei pezzi più pregiati e speriamo davvero che sarà possibile organizzare il tutto con il supporto di un' associazione culturale di Firenze, la PRIMA, ispiratrice dell'evento e che ha già all'attivo altre manifestazioni, oltre a essere parte del Comitato Promotore dei festeggiamenti per il 150° di Firenze Capitale”. E' questa sicuramente un'occasione da non perdere, non è cosa di tutti i giorni poter ammirare in una città come Firenze, anche se incommensurabilmente ricca d'arte, una raccolta come quella del Museo del Giocattolo. Quello che appare subito da una visita alle due sedi museali di Cormano e Santo Stefano Lodigiano è l'amore con il quale i pregiati pezzi sono esposti, il modo, le forme che vengono fatte assumere a bambole e bambolotti, addirittura la ricostruzione di una classe scolastica con i banchi originali dell'Ottocento, sembra quasi di essere nella classe di Garrone, in un angolo del Museo non manca nemmeno un quadro con l'immagine della Maestrina dalla Penna Rossa, mentre Pinocchio diventato ragazzo in carne ed ossa (si fa per dire) sbircia dal fondo della sala. www.museodelgiocattolo.it
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Foto di Anna Alberghina: Bolivia
Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com www.emotionsmagazine.com Progetto Grafico, impaginazione e creazione logo Emotions Ilenia Cairo icairo@emotionsmagazine.com Collaboratori Anna Alberghina, Anna Maria Arnesano, Giulio Badini, Luisa Chiumenti, Franca Dell'Arciprete Scotti, Cora Ebeling, Giuseppe Garbarino, Pamela McCourt Francescone, Mariella Morosi, Annarosa Toso Traduzione testi Pamela McCourt Francescone Responsabile Marketing e Comunicazione Mirella Sborgia msborgia@emotionsmagazine.com Editore Teresa Carrubba Via Tirso 49 - 00198 Roma Tel. e fax 068417855
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 - N° 310/2011 Copyright © - Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.
arte
n
La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria. Karl Kraus
srl
viaggi e cultura
falegnami dal 1841