Emotions magazine rivista viaggi e turismo autunno 2013 anno3 n9

Page 1

viaggi e cultura prima edizione - Anno 3 n°9 autunno 2013

STOCCOLMA BOLIVIA INDIA ROMANIA DANIMARCA BIJAGOS KAZAN



Sommario

3

pag. 6

Un merletto sull'acqua

Stoccolma di Teresa Carrubba

pag. 14 LA FESTA DEI NOBEL di Teresa Carrubba

Pag. 26 INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train di Annarosa Toso pag. 34 ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale di Pamela McCourt Francescone pag. 42 COPENAGHEN una storia “reale” di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 48 BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo di Anna Maria Arnesano pag. 54 KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari di Teresa Carrubba pag. 60 KAZAN l'icona della discordia di Teresa Carrubba pag. 64 FES una città imperiale che resiste al tempo di Cora Ebeling pag. 72 REPUBBLICA CECA fascino Belle Epoque di Franca Dell'Arciprete Scotti pag. 76 FERRARA la grandezza degli Estensi di Luisa Chiumenti pag. 82 EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali di Mariella Morosi pag. 88 SLOVENIA Valvasor e il Castello di Bogensperk di Giulio Badini pag. 92 LA FANTASIA DEL GIOCO un museo per i nostri sogni di Giuseppe Garbarino

anno 3 - n°9 autunno 2013

Pag. 18 BOLIVIA un sogno ad alta quota di Anna Alberghina



editoriale Autunno. Non è la fine di vacanze ed evasioni. Anzi, si apre la stagione per i viaggiatori i quali, a differenza dei turisti, vedono il “Viaggio” come un'avventura e non come una villeggiatura. Ecco prospettarsi mete di raffinato interesse culturale come la Stoccolma dei Nobel, quella che si fregia di ospitare la crema dell'intellighenzia e della genialità mondiale in una settimana di dicembre focalizzata sugli Insigniti ma che offre anche una città libera dal turismo di massa e avviluppata nella coinvolgente dimensione del Natale. O come la Slovenia del barone Valvasor, celebre incisore del Seicento la cui presenza si può cogliere ancora oggi visitando l'elegante castello rinascimentale di Bogensperk. O come la Copenaghen riprodotta nel recente film “Royal Affair”, tra un castello e l'altro, dal teatro di corte alle scuderie reali, tra stanze segrete e tesori della corona. O la mitica Transilvania in Romania, con tutti i suoi tesori medievali, sulle orme di Vlad Dracul III, Principe della Valacchia. O la Ferrara degli Estensi in tutta la sua grandezza culturale ed artistica, dalla pianificazione geometrica ed esatta del Rinascimento con quella che venne chiamata “Addizione Erculea” alle viuzze del Centro storico. Viaggi inusuali all'insegna del lusso come la regione del Maharashtra in India vista attraverso il Deccan Odyssey Train. Viaggi esplorativi e antropologici che portano nell'aspra Bolivia con le polle di fango ribollente dei Geysers di Sol de Manana a 4.850 metri e il Salar de Uyuni, la più grande distesa salina del mondo a 3.600 m. con, al centro, l'Isla Incahuasi ricoperta di cactus. Ma anche con il folklore e la storia delle “cholitas”, le donne indigene che amano fare pugilato. Oppure alle isole Bijagos, a metà strada tra Tropico del Cancro ed Equatore, sconosciute ai più, alla scoperta delle tribù che vivono allo stato brado e di una natura selvaggia dove ancora nidificano le tartarughe marine.

anno 3 - n°8 estate 2013

5


STOCCOLMA un merletto sull'acqua

STOCCO un merletto sull'acqua testo di Teresa

F

Carrubba

rastagliata su 14 isole che ne fanno un merletto sull'acqua, Stoccolma presenta anche in certe architetture il richiamo con Venezia. Non ultimo il fatto che lo svedese Ragnar Ostberg sia rimasto davvero aascinato davanti al

Palazzo dei Dogi prima di mettersi al lavoro per la costruzione del Municipio. Quando venne fondata, Stoccolma era una fortezza su un'isoletta sassosa tra il lago Malar e il Baltico. Nessuno si curava molto di valorizzare la bellezza dei luoghi. Era un posto sicuro e un buon punto di osservazione e di controllo. Oggi, nella sua estesa dimensione, fatta di isole, insenature e colline granitiche che dominano la pianura circostante, la bellezza è una preoccupazione evidente degli amministratori e dei cittadini. Lo si vede dai parchi, dai viali, dalle fontane.

6


7

OLMA

anno 3 - n°9 autunno 2013


STOCCOLMA un merletto sull'acqua

8

E' palese anche solo scendendo in una qualsiasi stazione

cile immaginarlo guardando questa città così sparsa da

della Metro, trasformata da numerosi artisti in una lun-

sembrare molte città in una. Qui ci sono isole completa-

ghissima galleria d'arte, vale la pena visitarla anche se non

mente diverse tra loro, per struttura e atmosfera. Nor-

dovete andare in nessun posto. Il senso di ospitalità e di

malm, a Nord, brulica di grattacieli. Ostermalm è sede di

calda partecipazione dei cittadini, poi, arriva al massimo

ambasciate e case signorili. Soder, alta sulle rocce, sembra

durante le festività. A dicembre, per esempio, l'atmosfera

una piccola Montmartre. Djurgarden, un immenso parco

natalizia è creata in modo così sottile e coinvolgente che è

dove sono riuniti musei, giochi, ristoranti. E Gamla Stan, la

praticamente impossibile restarne fuori. A cominciare da

città vecchia, dal tipico aspetto medievale, con vie strette

un semplicissimo candeliere a scaletta che da tutte le fine-

e tortuose. Cercate qui la strada più stretta del mondo, la

stre di Stoccolma, nessuna esclusa, lascia trapelare la luce

Marten Trotzigs Grand, larga neppure un metro. In una

e il sentimento di ogni famiglia. Senza parlare poi della

tipica piazzetta, un cerchio di baracchini in legno dove

dolcezza dei canti intonati da gruppetti di ragazzi, in ogni

vendono, tra l'altro, saporitissimi mum's, cialde appena

dove: per le strade, in un bar, alla stazione, in un grande

sfornate con gelatina di bacche e panna montata. Affac-

magazzino. Immaginate di vivere a Stoccolma. Con molta

ciatevi dal ponte che unisce il Palazzo Reale al Teatro,

probabilità avreste una barca. E' un bene comune per le

vedrete dei gorghi. E' lì che il lago Malar si unisce col Balti-

famiglie svedesi. E in ogni week-end non avreste altro che

co. Nel cortile del palazzo reale si può curiosare libera-

l'imbarazzo della scelta tra le 24mila isole, verso il Baltico

mente e gran parte delle sale interne sono aperte al pub-

o verso il lago. Ma anche in città c'è di che svagarsi. A Stoc-

blico. Dall'altra parte della strada c'è la Cattedrale di Stoc-

colma vive un settimo della popolazione svedese; è diffi-

colma e l'Accademia svedese dove ogni anno una giuria si


9

anno 3 - n°9 autunno 2013


STOCCOLMA un merletto sull'acqua riunisce per decidere sull'assegnazione dei premi Nobel. E' a Stoccolma, infatti, l'appuntamento culturale più prestigioso: il Premio Nobel, consegnato agli insigniti dal re Carlo XVI Gustavo nella Konserthuset, il Palazzo dei Concerti, in una solenne e rituale cerimonia, ogni 10 dicembre. Ma per farsi un'idea della cultura e delle tradizioni della Svezia, è necessario recarsi a Skansen, un borgo di Stoccolma, museo all'aperto più antico del mondo. Ovviamente meta di intere famiglie svedesi nella stagione estiva, Skansen ha un fascino del tutto particolare in

inverno, specialmente a dicembre quando un doveroso manto di neve conferisce al paesaggio un'aria decisamente natalizia. Un caratteristico mercatino, tutto in legno, con commercianti in abiti folkloristici dell'Ottocento, fa bella mostra di oggetti artigianali e di leccornie prodotte nelle fattorie locali. Il periodo clou è dal 4 all'11 dicembre, giorno in cui, in un teatro aperto, a

10

forma di guscio, viene eletta una quattordicenne Lucia,


11

anno 3 - n°9 autunno 2013


STOCCOLMA un merletto sull'acqua

12

“regina della luce”, con tanto di candele in testa e di appla-

abitanti che sembrano assolutamente compenetrati nel

usi, attutiti dai grossi guanti a protezione di un freddo

ruolo. Camminano con la massima indifferenza verso chi li

davvero incredibile! Tutto a Skansen sembra irreale e fuori

osserva, illuminandosi la strada con antiche lanterne a

dal tempo. Circa 150 tra casette e fattorie d'epoca, rico-

olio e zoppicando per via di rigidi zoccoli contadini. Skan-

struite di tutto punto, raccontano la storia insieme ai loro

sen è però molto conosciuto anche per il suo giardino


13 arcipelago che si inoltra ad Est, nel Baltico, per 50 miglia. Attraverso un sistema di ponti, le grandi isole sono collegate con la terraferma e quindi sono raggiungibili anche con la macchina oltre che con un servizio frequente di battelli. La strada principale di Varmdo va da Slussen, ai margini della Città Vecchia, direttamente nell'arcipelago. A metà strada verso Gustavsberg, c'è un'uscita per Saltsjobaden, che appartiene al comune di Nacka. Qui c'è l'osservatorio di Stoccolma e la bellissima Chiesa della Rivelazione. Da Slussen ci vogliono 20 minuti di macchina per raggiungere Gustavsberg, conosciuta per la sua fabbrica di porcellane dove è possibile, per i bambini, dipingere i proprio piatto prima di portarselo a casa. Inoltre, molte delle escursioni per l'arcipelago partono da qui. Dirigendosi da Gustavsberg verso Stavsnas, la strada si divide ad Alstaket. Andando a sinistra si arriva a Stenslàtten da dove parte il traghetto per Rindo e Vaxolm. Lungo la navigazione si passa accanto alla chiesa medievale di Varmdo e, guardando attentamente, si può scorgere la strada per Bullando Marina dove è consigliabile fermarsi per il pranzo. Se all'incrocio di Alstaket si va invece a destra, si giunge a Stavsnas. Qui si può prendere il battello per Sandhamn, un vero eden per marinai ed esploratori. Il villaggio è affascinante con le sue viuzze arrampicate e le sue case costruite alla rinfusa sulle rocce e sulla spiaggia. Se invece di andare a Stavsnas, decidete di visitare DjuroVindo, potrete ammirare lo spettacolare ponte di Djuro sotto il quale numerosi piccoli pescherecci tirano su le famose aringhe del Baltico. Le spiagge di Namdo e Kanholmen sono raggiungibili con la macchina o con la bicicletta, per arrivare più in là è necessario prendere il battello. Ma a Stoccolma non si vive di solo mare. Poche altre grandi città, infatti, possono vantare una così vasta superficie verde e una così ampia scelta di escursioni a piedi. E' possibile addirittura camminare sui passi dei vichinghi che di tracce ne hanno lasciate tante. Nella zona di Stoccolma ci sono molti monumenti e resti dell'era vichinga (1050-800 a.C.). In ogni parte della regione è possibile fare lunghe passeggiate tra le pietre runiche sparse dovunque, ripercorrendo antichi suggestivi itinerari. A dieci minuti di metropolitana da Stoccolma si arriva a Bjòrkhagen, ci si può subito inoltrare nella riserva naturale di Nacka e raggiungere il sentiero di Sòrmlandsleden. Se volete camminare verso Nord, lungo il sentiero Roslagsleden per arrivazoologico con circa 90 specie di animali che vanno dai

re (si fa per dire, perché sono 65 km. !) a Norrtàlje, dovete

coccodrilli alla tipica fauna nordica. E c'è il più grande

partire da Danderyd, proprio sopra la città. In tutta la

aquarium-terrarium della Svezia, che include un settore

regione ci sono più di 70 aree verdi con sentieri per jog-

tropicale. Se Stoccolma è una città da sogno, qualcuno

ging e trekking che in inverno si trasformano in passi per

sostiene che il paradiso cominci poco più in là, nel suo

lo sci di fondo.•

anno 3 - n°9 autunno 2013


LA FESTA DEI NOBEL

LA FESTA DEI NOBEL testo di Teresa

Carrubba

Le conquiste della ricerca scientifica ci fanno spe-

rare nella graduale eliminazione dei microbi, quelli

dell'anima e quelli del corpo...”,sosteneva lo svede-

se Alfred Nobel, ricco inventore, scienziato, scrittore e filantropo che nel 1895 istituì, per testamento l'omonimo premio. E nei risultati della scienza ripose non solo la sua fiducia ma anche la maggior parte della sua fortuna, quasi 33 milioni di corone, per la costituzione di un fondo i cui interessi sarebbero stati devoluti ogni anno alle cinque persone, o gruppi di persone, che si fossero distinte nel campo della fisica, della medicina, della chimica, della letteratura e dell'economia. E da allora si rinnova, nel rigido rispetto della tradizione, l'appuntamento culturale più ambito e prestigioso. Ogni anno a Stoccolma, il 10 dicembre, nella ricorrenza della morte dello scienziato. Già dai primi giorni del mese le menti elette vengono coinvolte in un turbinìo di impegni ufficiali organizzati meticolosamente dalla Fondazione Nobel e dal Ministero degli Affari Esteri. Un attaché culturale, a completa disposizione di ogni vincitore, si occupa di risolvere qualunque problema relativo alla cerimonia d'investitura con molte settimane di anticipo. A partire dal noleggio del frac, obbligatorio per tutti i partecipanti, compresi i giornalisti, alla programmazione delle conferenze, degli incontri stampa e

14

delle visite alla città. Tutti gli spostamenti avvengono a


15

anno 3 - n°9 autunno 2013


LA FESTA DEI NOBEL

16

bordo di una limousine nera disponibile per l'insignito e i

nella Sala Blu del Municipio dove vengono imbanditi

suoi familiari. Fino al fatidico 10 dicembre. Nella Konser-

tavoli per circa 1.300 invitati. Al centro spicca ovviamente

thuset, la sala dei Concerti, si svolgono in mattinata le

il tavolo addobbato per la famiglia reale, per i premi

prove della cerimonia. Un rituale imbastito su rigorose

Nobel e i loro parenti, con una sfolgorante composizione

regole d'etichetta. Migliaia di garofani gialli offerti ogni

in oro zecchino, pesanti candelabri e fiori a non finire.

anno dal comune di Sanremo, dove morì Alfred Nobel,

Quattromiladuecento garofani rossi e otto chili di mimo-

simbo1eggiano con l'azzurro della moquette i colori

se, anche questi provenienti da Sanremo, tra vasellame

della bandiera svedese che campeggia, a mo' di coccar-

pregiato e tovaglie di fiandra. Un esercito di camerieri

da, sullo sfondo del palco. Il gran cerimoniere, fa le veci

altamente selezionati e istruiti a scattare ai cenni a catena

del re nell'atto della consegna dei premi e spiega ripetu-

del cerimoniere e dei suoi assistenti e una squadra ben

tamente gesti e movimenti pretendendo repliche come

affiatata di chef, vengono impegnati nei preparativi con

se, invece che di cervelloni, si trattasse di timidi scolaretti.

notevole anticipo. Il clou della serata è il gran ballo che si

La scena vera e propria, ormai perfetta e prevedibile, si

apre a suon di valzer nella Sala Dorata, rutilante di mosai-

apre qualche ora più tardi quando alle note del

ci d'autore. In un salone attiguo, durante le danze, il re

Kungssangen, inno reale, re Carlo Gustavo XVI fa il suo

riceve i parenti degli insigniti, contraddistinti con una

ingresso seguito dalla regina Silvia. Sottolinea invece

spillina a forma di N. Ma per i premiati non è ancora fini-

l'entrata dei laureati un minuetto di Beethoven intonato

ta. Nei giorni successivi alla cerimonia li attendono le

dall'Orchestra Filarmonica di Stoccolma.

pratiche per il deposito del premio in denaro e la visita

L'appuntamento mondano è per la sera. Una cena di gala

alle varie Accademie.•


17

anno 3 - n°9 autunno 2013


BOLIVIA un sogno ad alta quota

BOLIVIA un sogno ad alta quota

testo e foto di Anna

D

Alberghina

efinire la Bolivia una terra di contrasti non basta.

dunque, ha tutto, tranne il mare! Questo viaggio inizia a La

Questo è, in realtà, un paese di estremi. E' la

Paz, o meglio, Nuestra Senora de La Paz, inebriante non

nazione più elevata, più isolata e più aspra

solo per la sua altitudine ( 3.660 m.) ma anche per la sua

dell'emisfero. E', nel contempo, uno dei luoghi più freddi,

eccentrica bellezza con gli edifici abbarbicati ai fianchi

più aridi, più salati e più paludosi del pianeta. Pur essendo

della montagna, i suoi mercati ed i suoi vicoli ancora pre-

uno dei paesi più poveri del Sud America è anche uno dei

gni delle tradizioni indigene. In realtà, secondo la Costitu-

più ricchi in termini di risorse naturali. E' la nazione suda-

zione, l'unica vera capitale è Sucre, la città bianca, fiera ed

mericana con la più alta percentuale di popolazione indi-

elegante, simbolo della nazione. Ma per apprezzare il cuo-

gena: oltre il 60% degli abitanti appartiene alle etnie Ayma- re indigeno del paese, bisogna vedere Potosì, “ il tesoro rà, Quechua, Guaranì e ad altri trenta gruppi. La Bolivia,

18

del mondo e l'invidia del re”. L'antica città coloniale, ai


19

anno 3 - n°9 autunno 2013


BOLIVIA un sogno ad alta quota

20


21

piedi del Cerro Rico, raggiunse il suo apogeo in seguito alla scoperta accidentale di ricchi filoni d'argento che hanno arricchito per generazioni i regni e le dinastie europee. Le chiese in stile barocco-mestizo sono la testimonianza di un passato di splendore e follie. Indios e schiavi di colore erano obbligati dalla Ley de la Mita, istituita dal viceré Toledo, al lavoro forzato nelle miniere. La mortalità era elevatissima per i disgraziati segregati sotto terra, in cunicoli privi d'aria, a contatto con ogni sorta di effluvi velenosi. Oggi, allo sfruttamento dell'argento, si è sostituito quello dello stagno ma, benché il lavoro sia affidato a delle cooperative, i minatori continuano a scavare con metodi arcaici e turni massacranti, come ai tempi dei conquistadores. La visita delle miniere è un'esperienza che lascia il segno, una vera e propria discesa agli inferi! Un folto gruppo di Indios quechua attende fuori il suo turno, masticando foglie di coca fino a formare un bolo che deforma la guancia. Le gallerie sono un vero labirinto su più livelli, nessuna misura di emergenza, nessun piano di evacuazione! La flebile luce delle lampade a carburo, fissate sul casco, illumina l'intrico di cunicoli scavati nella roccia e privi di travi di sostegno. Il trasporto del minerale viene effettuato a mano e gli incidenti, dovuti ai crolli o alle esplosioni, sono all'ordine

anno 3 - n°9 autunno 2013


BOLIVIA un sogno ad alta quota

22


23

del giorno. Il protettore dei minatori è

in Bolivia assolutamente unico, sono i

con, al centro, l'Isla Incahuasi ricoper-

il diavolo in persona, chiamato affet-

grandiosi panorami degli altopiani: la

ta di cactus. Durante la stagione sec-

tuosamente “el tio”, lo zio, la cui effige

sconvolgente bellezza delle lagune,

c a , i l s a l a r s i p re s e n t a c o m e

rossa e spaventosa si cela in una crip-

verde, blanca e colorada nelle cui

un'accecante distesa bianca con la

ta. Qui vengono depositate le offerte:

acque si specchiano i vulcani con le

superficie segnata da una rete di

sigarette, alcool puro e foglie di coca.

cime innevate, le polle di fango ribol-

esagoni regolari. Con l'arrivo delle

Quando si riemerge alla luce del gior-

lente dei Geysers di Sol de Manana a

piogge, da dicembre a marzo, si tra-

no, si osserva il mondo con occhi nuo-

4.850 metri ma, soprattutto, il Salar

sforma in un immenso specchio

vi, grati e consapevoli di essere dei

de Uyuni, la più grande distesa salina

d'acqua che crea incredibili effetti

privilegiati. Ciò che rende un viaggio

del mondo a 3.600 metri di altitudine

ottici. Sulle pendici dei monti circo-

anno 3 - n°9 autunno 2013


BOLIVIA un sogno ad alta quota

24


25 stanti si possono visitare le caverne con mummie di 3.000 anni e nella cittadina di Uyuni si trova lo spettrale cimitero dei treni. Tappa successiva: le rovine Inca di Tiahuanaco ed il lago Titicaca ( 3.820 m.), macchia blu zaffiro nella piana desolata dell'altopiano. A Copacabana, sulle sponde del lago, ci si imbarca per raggiungere l'Isla del Sol, una delle isole sacre degli Inca, ma l'attrattiva principale è la chiesa di Nuestra Senora de la Candelaria. Questo santuario è meta di pellegrinaggi per le popolazioni indigene che si rivolgono alla Virgen de la Candelaria o Virgen Negra per chiedere grazie di ogni sorta: soldi, lavoro, figli. I sacerdoti si danno un gran daffare a benedire le automobili che aspettano, in fila, il loro turno, addobbate con fiocchi multicolori. Le famiglie riunite, festeggiano rumorosamente con copiose libagioni. In Bolivia, più che altrove, l'anima della famiglia e della società sono le donne, le famose “cholitas”. Queste signore ben piazzate indossano con disinvoltura le ampie gonne colorate, in strati sovrapposti e la mitica bombetta, in bilico sulle lunghe trecce nere. Buffe e poco curate ispirano immediata simpatia. Vivono alla giornata, spesso inventandosi un lavoro per sostentare la famiglia. Sanno farsi rispettare in una società dura e patriarcale dove devono difendersi da continue minacce e violenze. Oggi queste donne piccole e tozze hanno deciso che il pugilato non è solo uno sport maschile e si guadagnano rispetto e dignità sul ring! Le “ fighting cholitas”, senza spogliarsi degli abiti tradizionali, si esibiscono nei quartieri popolari delle grandi città ottenendo successi strepitosi in cambio di modesti guadagni. Sono l'emblema più significativo e toccante del coraggio e della voglia di riscatto di una nazione che ,da secoli, combatte per la propria libertà.•

anno 3 - n°9 autunno 2013


INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train

INDIA tutto il lusso Testo di Annarosa Foto di Annarosa

Toso Toso e Archivio

T

roppo ovvio il riferimento al film “Delitto sull'Orient Express”. Ma prima della partenza non potevo

togliere dalla mente le scene di quel film e mi imma-

ginavo seduta al ristorante del treno elegantemente vestita o a sorseggiare una tazza di tè sul divano del bar o pigramente sdraiata sul letto della mia cabina arredata con mobili d'epoca. Un sogno molto vicino alla realtà, tranne le modernità e la tecnologia che sul Deccan Odyssey abbondano e che sull'Orient Express cinematografico erano assenti. Ma eccomi, sono arrivata a Bombay, pardon a Mumbay, pronta ad imbarcarmi sul treno che per una settimana mi porterà a fare un giro nella regione del Maharashtra e che mi riporterà a Mumbay. Alla partenza, dalla storica stazione Vittoria, grande accoglienza agli ospiti con musica, fiori, pois rosso sulla fronte, brindisi. I facchini hanno pensato alla mia valigia, mentre il mio maggiordomo si prende cura del mio bagaglio a mano. Dico, attention please, my tablet and my camera! Avrà capito? Certo che sì. Mi sorride, ha un'aria sorniona, di uno che sa il suo mestiere, come dubitare dell'attenzione che dedicherà al mio bagaglio! Finite le cerimonie di benvenuto salgo sul mio vagone diviso in quattro cabine, confortevoli e lussuose con un altrettanto confortevole bagno. Il maggiordomo mi spiega le cose pratiche, dove sono le prese di corrente, la cassaforte, l'armadio che in effetti è una sola anta dove appendo le cose più eleganti. Il maggiordomo mi sorride e mi chiede se desidero una tazza di tè. Siamo in India, certo che sì. Il tè qui è buonissimo. E siamo quasi arrivati all'ora dell'aperitivo in una sala comune, appuntamento dato a tutti gli ospiti del treno per dare l'opportunità di conoscerci. A proposito, sul Deccan Odyssey sono stati invitati dall'Ente del turismo indiano giornalisti e tour operator

26

provenienti da tutto il mondo. Circa 54 persone per testare


27

del Deccan Odyssey Train

anno 3 - n°9 autunno 2013


INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train

28


29

un prodotto turistico inusuale e diverso e ancora pochissimo sfruttato dagli italiani. Riconosco dalla loro sobria eleganza, dalla pettinatura, dal modo di porsi le altre due italiane. Ci troviamo e familiarizziamo Prima cena a bordo, cibo ottimo e servizio impeccabile. Ci sarà sempre una scelta tra cibo continentale e indian experience. Entrambi eccellenti, sempre e per tutta la durata del viaggio. La prima notte ho difficoltà ad addormentarmi per via del rumore. Direi che mi sono svegliata quasi in continuazione, ma poi mi sono abituata e ho dormito sempre, soprattutto quel paio di notti che il treno è stato fermo in stazione. Il giorno dopo al momento di fare colazione, mi sono ricordata dei miei proponimenti: prendere, per quanto possibile cose semplici, quindi niente di strano, soprattutto in un Paese come l'India. Chiedo delle fette tostate calde e apro un invitante barattoletto di marmellata rosso fuoco. Ma che saporaccio aspro! E poi non lega con il caffè. Per forza è salsa rubra, meglio cercare con più attenzione della marmellata di arance e spalmarla sulle mie fette tostate. Sul treno, ristrutturato per ospitare turisti con un bel portafogli, c'è anche una Spa, una palestra, un centro business dove collegarsi via internet. Mi prenoto massaggi in base agli orari in cui saremo sul treno. Un'esperienza non male farsi massaggiare quando il treno corre sulla strada ferrata. Concilia ancora di

anno 3 - n°9 autunno 2013


INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train

30

più il relax. Ma torniamo al treno. Il concetto è quello della

e una vaga speranza per illudersi per chi li compra. Cadere

crociera. Il treno cammina, per lo più di notte tranne qual-

nella trappola dell'emotività, dell'illusione e del contorno

che raro trasferimento diurno, al mattino si arriva alla sta-

emozionale fa parte del gioco, ma tutto sommato è bello.

zione prevista, si scende, grande accoglienza ad ogni fer-

Crediamoci, sì, che l'offerta votiva a un fiume più o meno

mata con balli, musica, disegni sulla pelle, turbanti, sguardi

sacro, serva a far cambiare in meglio il nostro destino e

curiosi dei passanti e dei viaggiatori. Mi sono domandata

quello delle persone che ci sono care a cui dedichiamo un

più volte: ma dove sono i poveri, i derelitti, quelli che van-

nostro pensiero. Ma torniamo al viaggio. Non ho ancora

no a morire per la strada, dove sono le mucche sacre?

parlato dell'itinerario e del periodo. Il mio viaggio ha coin-

Dove sono tutte quelle negatività che mi avevano impres-

ciso con la Pasqua, cosa che non interessa affatto gli

sionato e indotto a rimandare sempre questa India

indiani, tranne i cattolici della zona di Goa, una delle prime

dall'elenco dei miei viaggi? Sì, in qualche stazione ho visto

tappe del viaggio. Qui ci sono stati i portoghesi e hanno

qualche poveretto che dormiva per terra, ma niente di più

lasciato il segno. E come tutti i cristiani che vivono in un

o di meno di quelli che occupano la stazione Termini e

contesto religioso diverso, sono molto più credenti e

dintorni. E come mai non sono stata male dopo essermi

osservanti di tanti cattolici solo di nome e non di fatto. In

lanciata già dal secondo giorno ad assaggiare tutto igno-

quegli stessi giorni in India si festeggiava anche la festa dei

rando i miei proponimenti? Certamente sul Deccan

colori, avvenimento che dura una settimana. In cosa con-

Odyssey igiene e cucina sono di altissimo livello e qualità,

siste? Nel gettarsi addosso polveri colorate, giocando e

ma io non ho rinunciato a provare per la strada quello che

ridendo. Ed è veramente divertente vedere soprattutto i

mi intrigava, come la frutta secca e i dolci al mercato della

giovani completamente dipinti che si rincorrevano lan-

città più indiana del tour, Nashik, dove ho assaporato

ciandosi le polveri colorate, il tutto condito da mille risate.

anche la magica atmosfera fino ad esserne travolta emoti-

Quello sul treno è un sistema diverso e inusuale per visita-

vamente. Certamente, qui la “purificazione” del corpo

re l'India, ma da poter provare almeno una volta nella vita.

nell'acqua del fiume si limita ai piedi, almeno nel momen-

In India molti treni nati per trasportare i maharaja o i viceré

to in cui sono capitata io ed è una scena quasi unica cui

dell'India sono stati riattati per le esigenze del viaggiatore

assistere. E i cestini votivi da far scivolare sull'acqua alle luci

moderno e partono da diverse città dell'India e attraversa-

del tramonto sono un business per chi li prepara e li vende

no varie regioni. Questi treni sono molto popolari tra gli


31

anno 3 - n°9 autunno 2013


INDIA tutto il lusso del Deccan Odyssey Train

inglesi e gli americani. Pochissimi, per ora, per gli italiani. Il

pomeriggio il Bibi-ka-Maqbara, la replica del più famoso Taj

viaggio calza a pennello per chi vuole fare un'esperienza

Mahal. Settimo giorno le cave di Ajanta, anche queste patri-

veramente unica. Ideale per i viaggiatori repeaters

monio dell'umanità e la città di Nashik, la città più indiana di

dell'India. Le tappe più importanti: si parte da Mumbay e la

tutto il tour con il grande mercato e templi molto suggesti-

prima sosta è Sindhudurg e Tarkali. Si visita il Sea Fort rag-

vi. Per finire il ritorno a Mumbay, affascinante e caotica. Ma

giunto da una imbarcazione, poi la spiaggia di Tarkali dove

come potrebbe non esserlo una città di 20 milioni di abitan-

si pranza e ci si dedica alle attività balneari, poi la visita di

ti? Un aspetto tipicamente vittoriano, una vita quotidiana

qualche tempio lungo la strada. Terzo giorno Goa, la cattoli-

febbrile, traffico e via vai di persone, qualche mucca per la

ca, con le rovine della basilica di Sant'Agostino, la basilica

strada e rumori di clacson molto poco inglesi. Ma eccola la

del Buon Gesù e la cattedrale di San Francesco d'Assisi, il

prepotente riminiscenza di un passato non così remoto

quartiere latino nella città di Panjim. Serata tipica in un

come i bus rossi a due piani, l'ottimo tè, la guida a sinistra. O

resort al mare e rientro sul treno alla stazione di Madgaon.

la lingua inglese, a volte incomprensibile, ma che sta diven-

Quarto giorno: ancora Goa e Vasco, la visita del parco natu-

tando la prima lingua del Paese, pronto per quella svolta

rale Sahakari Spice Farm, famoso per la coltivazione di spe-

che dovrebbe portarlo a breve ad essere una delle econo-

zie ed erbe medicinali. Tripudio di elefanti, banane e frutti

mie più forti del mondo.•

tropicali in genere. Immersione nell'India naturalistica. Quin-

32

to giorno: Kolhapur con il suo antico palazzo e i dintorni di

www.indiatourismmilan.com

grande fascino. Sesto giorno: Aurangabad per raggiungere

www.deccanodyssey.com

le fantastiche Cave di Ellora, patrimonio dell'umanità, e nel

tel. : +39 02 804952


33

anno 3 - n°9 autunno 2013


ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale

ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale

34


35 Testo di Pamela

McCourt Francescone Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio

Q

uello che colpisce della Romania è stico, culturale e storico che, come insieme che, o per simbiosi tra antico e armonioso, non ha uguali in Europa. E sve-

moderno, o come reazione alle la questi suoi tesori come facevano quei

peripezie che ha subito nei secoli - anche potentati delle Mille e Una Notte, estraendo fino a tempi assai recenti - è un paese che da antichi forzieri monili scintillanti che racha saputo custodire un retaggio paesaggi- contavano di abbondanze e conquiste,

anno 3 - n°9 autunno 2013


ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale

36

battaglie e rinascite, imprese epiche e leggende. Al primo

Dal cuore storico della capitale, dove sorge il nucleo del

sguardo Bucarest si presenta come una città austera, per

Palazzo di Vlad III, una bella chiesa ortodossa e vestigia

poi rivelarsi accogliente e a misura d'uomo. Imponente e

delle antiche mura, bastano pochi passi per trovarsi nel

smisurato il Palazzo del Popolo, costruito negli anni '80 da

dedalo delle viuzze del quartiere Lipscani.Tanti e tutti invi-

Ceausescu come apoteosi del suo regime, che vanta

tanti i locali e ristoranti tipici, ma quello più famoso è il

1.100 stanze. Lungo larghi viali alberati sorgono graziosi,

Caru' cu Bere, una vecchia taverna in stile neo-Gotico con

e spesso abbandonati, palazzi Belle Époque che risalgo-

vetrate colorate. Sul menu molti i piatti tipici come il Sar-

no agli ultimi anni in cui la città era conosciuta come la

male, un involtino di carne di maiale avvolto in foglie di

Piccola Parigi, accanto a strutture abitative di chiaro stam-

verza e servito con panna acida e polenta. Un piatto robu-

po comunista: funzionali, senza orpelli e privi di grazia.

sto ma gustosissimo. Quando si parla della Romania è


37 impossibile non soffermarsi sulla Transilvania, anche per-

Vlad Dracul non ci abbia mai messo piede. Poco importa,

ché nell'immaginario collettivo questa bucolica regione è

il castello evoca alla perfezione quella spettrale dimora

conessa inscindibilmente alla leggenda di Dracula, quel

del Principe delle Tenebre descritta dall'irlandese Bram

Vlad Dracul III, Principe della Valacchia, conosciuto, non

Stoker nel suo best-seller noir vittoriano. Negli anni '20 il

a torto, come Vlad Tepeş, cioè l'impalatore che nel 15°

Castello di Bran fu anche una delle residenze della fami-

secolo governò con mano ferrea il suo esteso regno. Sor-

glia reale e si dice che la Regina Maria, consorte di Re

ge ai confini con la frontiera tra la Transilvania e la Bucovi-

Ferdinando I e nipote della Regina Vittoria, amava passa-

na il Castello di Bran. Altero, arcigno e solitario, inerpicato

re i caldi mesi estivi nella frescura delle sue stanze medie-

su un massiccio roccioso è passato alla storia come il

vali. Stanze spesso lugubri, molte delle quali nascondono

Castello di Dracula anche se gli studiosi sostengono che

passaggi e scale segreti, arredate con semplicità borghe-

anno 3 - n°9 autunno 2013


ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale se in contrasto con la più pomposa dimora reale, il Castello di Peles, costruito in stile neo-rinascimentale dal Re Carlo 1 tra il 1873 e il 1914. Attraversando paesaggi sospesi nel tempo che sembrano le poetiche scene pastorali del pittore francese Jean-Francois Millet, lungo le strade di campagna passano carretti tirati da asinelli, mentre l'erba viene ancora tagliata con la falce e i pagliai fatti a mano seguendo l'antica tradizione contadina. L'occhio viene rapito dalle sfumature dorate dei campi di grano, dal giallo intenso delle distese di girasoli e dal verde scuro delle foreste che ricoprono i rilievi montuosi. Di straordinaria bellezza le città medievali di questa regione, conosciuta nel Medioevo come Siebenburgen il Paese delle sette fortezze. Protetta dall'abbraccio dei Monti Carpati, Braşov, una delle città più fortificate della regione con una ricchezza inestimabile di architettura gotica, barocca e rinascimentale. Sighişoara, che diede i natali a Vlad Tepeş, una delle poche città-fortezza ancora abitate

38


39

anno 3 - n°9 autunno 2013


ROMANIA da Bucarest alla Transilvania medievale

40


41 dell'Europa, affascina per il suo centro storico meraviglio-

suo antico splendore. A Prejmer sorge una magnifica

samente conservato. Sibiu, dove furono costruite 39 torri

chiesa fortificata con quattro livelli di locali che servivano

di difesa ha una piazza centrale, la Piata Mare, di raffinata

da granaio e rifugio per gli abitanti dei villaggi vicini durante

eleganza e una vita culturale molto vivace. Per celebrare

le invasioni dei Mongoli, dei Tartari e degli Ottomani. Luo-

l'entrata della Romania nell'UE nel 2007 Sibiu era stata

ghi di grande fascino e bellezza che meglio di qualsiasi

designata Capitale Europea della Cultura. La cittadella di

lettura spalancano le porte sul Medioevo e sui suoi arcani.

Alba Iulia, nata sul castro romano di Apulum, a forma di

E scusate se è poco!•

stella e con sette bastioni, fu la residenza ufficiale dei

www.romania.it

governatori dell'antica Dacia ed è stata da poco riportata al

www.romaniantourism.com

anno 3 - n°9 autunno 2013


COPENAGHEN una storia “reale”

COPENAGHEN una storia “reale”

Testo di Franca

Dell'Arciprete Scotti Foto di Franca Dell'Arciprete Scotti e dell'Ente del Turismo Danese

E

' arrivato nelle sale italiane il film danese pluripre-

miato “Royal Affair”. Un re, una regina e il medico

di corte. Una storia a tre. Una storia comune a

molte corti e ambienti nobiliari europei nei secoli passati. Una storia che accadeva alla corte di Danimarca nel diciottesimo secolo. Qui tuttavia la vicenda che riguardò il re Cristiano VII, la regina Caroline Mathilda e il dottor Johann Struensee ebbe risvolti particolari e profondi, che determinarono un cambiamento radicale nella società e nella cultura dell'epoca. E poiché le storie intriganti fanno sognare a occhi aperti, sarà questa l'occasione per ripercorrere a Copenaghen i luoghi teatro della storia. Luoghi reali, ovviamente, vista la condizione dei protagonisti della vicenda. Tra un castello e l'altro, dal teatro di corte alle scuderie reali, tra stanze segrete e tesori della corona, si dipana il filo che lega i tre protagonisti. I castelli, dunque, sono al centro del nostro “itinerario reale”. Prima tappa a Frederiksborg, a 35 chilometri dalla capitale, al centro del Seeland settentrionale. Costruito per ordine del re Cristiano IV verso il 1620 su tre isolotti di un lago, é grandioso e magnifico, dominato da un'enorme torre, con una fontana ornata da figure in bronzo, alte guglie con sfere dorate e corone, una serie di palazzi che introducono a quello centrale, un meraviglioso parco in stile barocco con terrazze, siepi e viali di tigli. E dovunque ornamenti, splendidi portali, cornici di pietra, pareti di mattoni rossi. Tutto il complesso, oggi Museo di storia nazionale danese, è una vera e propria galleria che attraversa secoli, eventi e personaggi. Nella fuga di sale, mobili intarsiati e splendide boiserie, domina la sala con i ritratti dei nostri tre protagonisti,

42

accostati anche dopo la tragica conclusione della


43

anno 3 - n°9 autunno 2013


COPENAGHEN una storia “reale” vicenda. Fissi nel formalismo dei ritratti di genere, non potrebbero mai rivelare il dramma della loro storia, che durò soltanto quattro anni, il tempo dell'innamoramento, della nascita della figlia, della rivoluzione sociale nel paese e poi del crollo precipitoso con la decapitazione del dottore e l'esilio improvviso e definitivo di Caroline in Germania. A Copenaghen ci attende il castello Frederiksberg, in cima alla collina Valby, con una magnifica vista sulla città. Qui il luogo più intrigante é la stanza da bagno in marmo, cui si accede da una scaletta tortuosa, che vide gli incontri segreti della regina e del dottore. Paradossalmente era stata costruita proprio per il re, a cui il dottore consigliava frequenti bagni caldi per sedare il sistema nervoso. In pieno centro ecco lo splendido castello Rosenborg, scrigno dei tesori della corona. Tra giardini fioriti, salici piangenti sull'acqua e filari di tigli, il castello Rosenborg svela nella stanza del tesoro i mirabolanti gioielli della corona danese, che é la monarchia più antica del mondo, con 1200 anni di continuità e gode tuttora di grandissima popolarità presso i cittadini danesi. Sotto vetro le due preziosissime corone indossate da Cristiano VII e Caroline Mathilde, lo scettro e i simboli del potere, la broche di diamanti della regina, la sua collana di perle scaramazze e quella d'oro e smeraldi, in parte restituiti al re dopo la condanna all'esilio. Durante la loro breve storia d'amore, che rivela risvolti inediti, se pensiamo che Caroline Mathilde era arrivata quindicenne, timi-

44


45 dissima e inesperta alla corte danese, i due amanti godettero di relativa sicurezza e poterono vivere i loro rapporti indisturbati, anche perché il re, preso dalle sue nevrosi, era un grande ammiratore di Struensee. Ecco dunque le loro fughe a cavallo, soprattutto nel buen retiro dell'Eremitage, il casino di caccia reale costruito dall'architetto di corte per organizzare la caccia al cervo nell'enorme foresta di Dyrehaven. Restaurato nel corso di quest'anno, Eremitage è stato appena aperto al pubblico e rappresenta un'altra tappa nell'ambito dell'itinerario reale che lega i nostri tre protagonisti. Qui i due amanti si ritiravano spesso godendo la solitudine, la privacy, le lunghe passeggiate a cavallo nel bosco. Bello il panorama che spazia all'infinito fino allo stretto di Øresund, bellissima la decorazione di interni con stucchi, maioliche bianche e azzurre, specchi e preziose tappezzerie in seta. E arriviamo alla tappa conclusiva del “Royal Affair”, che si concentra nel Castello di Christiansborg nel centro di Copenaghen. Oggi questo castello, stratificato su 800 anni e distrutto più volte da incendi, sede del Parlamento danese, si visita essenzialmente per le sue sale di rappresentanza, in cui i reali attuali rice-

anno 3 - n°9 autunno 2013


COPENAGHEN una storia “reale”

46


47 vono i capi di Stato in visita ufficiale. Noi inseguiremo invece i luoghi della vicenda drammatica del 18° secolo. Nella chiesa del castello Cristiano VII sposò Caroline Mathilde, nelle scuderie reali si allevavano i magnifici cavalli che Caroline cominciò a cavalcare, su suggerimento di Struensee, per uscire dalla sua depressione, nel teatrino di corte si tenevano rappresentazioni amatissime dai sovrani. E proprio al termine di una rappresentazione, nel cuore della notte, Struensee fu svegliato e arrestato all'improvviso, per essere poi portato alla decapitazione. Dai fasti della corte, dalla gloria dell'incarico di Primo Ministro, dalle grazie della regina, alla umiliazione e alla morte. Ma la storia, pur dopo molti anni e con i suoi imprevedibili passaggi, doveva dare ragione alle idee portate alla corte di Copenaghen da Johann Struensee e riabilitarlo agli occhi del mondo. Un altro luogo - icona a Copenaghen è legato alle vicende reali. E' il Flagship Store della Royal Copenhagen, fondata nel 1775, fornitore ufficiale della monarchia danese. La regina madre Juliane Marie, matrigna del folle re Christian VII, ebbe un ruolo molto importante nella nascita della Royal Porcelain Factory, mentre proprio Cristiano VII ordinò la produzione del più famoso corredo di porcellane della Royal Copenhagen, il Flora Danica, decorato con disegni della flora danese e destinato in regalo a Caterina la Grande di Russia. www.royalcopenhagen.com Informazioni storiche e turistiche: www.visitdenmark.it, viaggi illimitati su tutti i mezzi di trasporto e ingresso a oltre 70 musei ed attrazioni, a prezzi convenientissimi con la CPH card, valida per 24, 72 o 120 ore. www.copenhagencard.com Dove alloggiare: ottimo per alloggiare in centro, a pochi passi dal pittoresco canale Nyhavn, il Copenhagen Admiral Hotel, un imponente edificio di archeologia industriale, che risale alla fine del 1700. www.admiralhotel.com Admiral Hotel propone pacchetti legati al tema del film: pernottamento e visita al Palazzo Christiansborg. www.admiralhotel-copenhagen.com/offers-en.html Anche l'Hotel Kong Arthur propone un ottimo pacchetto legato al film: pernottamento, ingresso ad Amalienborg Castle e Rosenborg Castle, per vedere tutte le collezioni di gioielli reali. www.hotelkongarthur.com Dove mangiare: novità del 2013, il concept restaurant Kälher in Tivoli. Oltre agli innovativi sandwich aperti e un menù per la cena con gli ingredienti stagionali della regione, il ristorante offre anche una vendita al dettaglio delle celebri ceramiche Kähler, combinando design Nordico e cultura gastronomica. www.tivoli.dk/en •

anno 3 - n°9 autunno 2013


BIJAGOS BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo

arcipelago tropicale fuori dal tempo

I

l Kirghizistan costituisce la più orientale e la più montuosa delle cinque repubbliche sorte nel 1991 dal dissolvimento dell'Unione Sovietica e note con il nome generico di Asia centrale, un territorio grande 13 volte l'Italia (abitato da appena

57 milioni di abitanti in gran parte ancora nomadi) poco noto in Europa e dall'incerta collocazione geografica, famoso testo di di Mariail tratto Arnesano soprattutto perAnna aver ospitato mediano di quella straordinaria via di interscambio per merci e conoscenze che è stata e foto di

Q

Giulio Badini

uando mi proposero di andare a realizzare un

alcun modo l'ambiente spontaneo originale, ne fa un

reportage alle Bijagos, aderii con il consueto entu- eccezionale parco naturale ricco di lussureggiante vege-

siasmo da inguaribile giramondo, astenendomi

tazione e di uccelli terresti e marini, richiamati

da qualsiasi legittima domanda sulla destinazione e

dall'abbondanza di pesce in questo tratto dell'oceano

barando spudoratamente nell'ostentare una sicurezza

Atlantico. Tra gli animali di grossa taglia spiccano le tarta-

che sottintendeva una specifica conoscenza. Ovviamen-

rughe marine, che vi trovano un ambiente ideale per la

te mi precipitai appena possibile a consultare un atlante

deposizione delle loro uova su spiagge deserte, scimmie,

(allora non esisteva ancora internet), in quanto non avevo

coccodrilli e qualche residuo esemplare di ippopotamo,

nemmeno la più pallida idea di dove si trovassero, non

qui (unico posto al mondo) costretti a vivere nelle acque

avendo mai nemmeno sentito pronunciare questo nome.

salate di mare e canali anziché in fiumi e laghi di acqua

Scoprii così che le Bijagos, o Bissagos, sono una sessan-

dolce come i loro fratelli africani. Evidentemente si tratta

tina di piatte isole tra grandi e piccole situate 25 miglia al

di un'antica popolazione residua, risalente all'epoca in cui

largo della costa occidentale dell'Africa di fronte alla Gui-

l'arcipelago si separò dal continente, che per poter

nea Bissau, a cui politicamente appartengono, a sud del

sopravvivere si è dovuta adattare all'acqua salata. Fa

Senegal e circa a metà strada tra Tropico del Cancro ed

comunque una certa impressione vedere gli ippopotami

Equatore. A conoscerle sono davvero in pochi, ad esserci

nuotare in mezzo ai delfini. Le coste, prive di porti naturali,

stato quasi nessuno, essendo ubicate fuori da ogni rotta

alternano grovigli inestricabili di radici aeree di mangrovie

usuale, e anche sull'atlante bisogna cercarle con la lente

ad immense e deserte spiagge di sabbia bianca o ocra.

d'ingrandimento. Le navi che costeggiano il continente se

La benefica influenza degli Alisei tempera il normale clima

caldo umido, dalla finead ne tengono a debita per evitarequanto le frequenti per oltre dueinfatti millenni la Via distanza della Seta. Esteso due-terziequatoriale dell'Italia, il Kirghizistan confinaconsentendo a nord con il Kazakistan, alla primavera inoltrata una piacevole temsecche, di fango, le correnti infide e, soprattutto, ovest coni fondali l'Uzbekistan, a sud con il Tagikistan e ad est con ladell'autunno Cina; montuoso per il 94 % del territorio con un'altitudine peratura risulta secca.solcato Le poche migliaia di abitanti, concentrati le maree di dimensioni decisamente media di 2.750 m e coperto per tre-quartirilevanti. da nevi eUniche ghiacciai perenni, dalle più imponenti catene del contiuna ventina di isole, continua a viveredell'Hindu come da sempre presenze straniere cooperanti e i in nente che dal Pamir, ilqualche Tetto del missionario, Mondo, si irradiano a formare massicci dell'Himalaya, del Karakorum, Kush, del fuorim dal tempo e dal contatto con km2. la civiltà, secondo ritmi è pescatori ambite prede. Italiani Kunlun, delfrancesi, Tian Shanqui finoattirati all'Altajdamongolico, con vette di 5-7.000 e ghiacciai estesi per 8.000 La cima maggiore modalità ataviche: vestono ancora con gonne nessuno, o quasi. Eppure legame con il nostro edel data dal Pic Pobedy, 7.439un m.debole Tra le montagne settentrionali Tian Shan si apreleil donne lago Issyk-Kul, riserva della biosfera di paglia, abitano in capanneal di fangocon e frasche, sono paese esiste: a scoprirle, nel 1456, e ad 17 esplorarle per Garda) Unesco, secondo per dimensione (grande volte il nostro e quarto per profondità mondo, la caratteristica animisti e lelauniche autorità riconosciute sonoin il capo vilprimi il savonese Antonio da si Noli e il veneziano di nonfurono ghiacciare mai. Piccole pianure trovano a nord e al centro, lungo fertile valle di Fergana, che taglia due il paelaggio e losull'allevamento: stregone. Vige il pecore, matriarcato culto degli anteAlvise Cadamosto, in geografiche, perlustrazione lungo la costa africase. Date le premesse l'economia si basa essenzialmente yak e ilcavalli con tre capi nati, riti di iniziazione seguono un vita rigido codice chetrascorregona per del a resfruttare portoghese Enricorisorsa il Navigatore. Dav-l'erba per ogniconto abitante la maggior del paese, deiipascoli d'alta quota, con una seminomade la eEscandisce tutte le fasi della vita, la superstizione vero unoledegli più sperduti e ignorati mondo, sa entro yurteangoli di feltro come millenni or sonodel i loro progenitori. per integrare i magri introiti familiari della pastorizia, in regna sovrana, il rispetto per gli anziani assoluto. Quando un vero paradiso perdutodaper Robinson mancanza di monumenti unanovelli ventina di anni si Crusoe. è incredibilmente sviluppato un tipo diffuso di turismo rurale sostenibile

48

segni denotano in un presenza di spiriti e La presenza dell'uomo, non ha modificato in a dire per utilizzare discreta l'altra grande risorsache naturale nazionale, vale le palesi montagne più belle delvillaggio mondo,lacon escursionismo


49

anno 3 - n°9 autunno 2013


BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo negativi, gli abitanti si allontanano abbandonando ogni cosa e spostandosi piano piano giorno dopo giorno, per ingannare gli spiriti e non essere così inseguiti, fino a raggiungere una spiaggia e dopo una certa permanenza scomparire definitivamente solo dopo essersi imbarcati un po' alla volta ogni notte sulle loro silenziose canoe verso altri lidi. I morti non vengono seppelliti nel villaggio o nelle vicinanze, ma portati in canoa e sepolti in un'altra isola, affinché lo spirito non disturbi la comunità; toccherà poi ai parenti portare regolarmente cibo sulla sepoltura, per ingraziarsi lo spirito. Quando una giovane raggiunge la pubertà, i ragazzi del villaggio si fanno avanti offrendole ogni loro avere, nella speranza di acquistarne il favore. La ragazza ne sceglie uno ed inizia la convivenza, ma se entro un anno non rimane incinta o si stanca di lui, oppure se un altro pretendente le fa un'offerta migliore, lo può scacciare e cominciare un'altra relazione. Se la donna rimane incinta l'uomo resta in genere con lei fino alla nascita del figlio, quindi ritorna dalla propria famiglia d'origine e può essere scelto per un nuovo legame. I bambini prendono pertanto il nome della madre, non essendo sempre agevole attribuirgli un'indiscussa paternità. Non praticano, se non marginalmente, né l'agricoltura né l'allevamento, in quanto i pesci e i molluschi del mare da una parte, gli animali e la frutta della foresta dall'altra, risolvono egregiamente ogni loro problema alimentare senza doversi impegnare più di tanto, limitandosi a costruire in proprio – come nella preistoria – i pochi oggetti essenziali all'uso quotidiano. In piccoli orti coltivano fagioli, miglio, patate dolci e pistacchi, riso durante la stagione delle piogge, da giugno ad ottobre; ricavano olio per condimento dalla palma. In compenso sono ottimi produttori di miele. Non conoscono la tessitura, e il danaro è comparso di recente, basando fino ad ora le loro poche acquisizioni esterne sul baratto. Gli unici segni tangibili della civiltà sono rappresentati da qualche recipiente di plastica, più versatili e longevi di quelli di terracotta da loro prodotti, e da sdrucite magliette ricevute chissà come. La maggior parte del tempo viene pertanto dedicata al riposo, ai riti magici, alla cura dei figli, alle relazioni sociali e al sesso, che costituisce il principale divertimento. Occorre davvero parecchia stupidità per definirli selvaggi ed a preferire i nostri modelli di vita ai loro. Ovviamente in un simile contesto primordiale, dove mancano luce elettrica, acqua e telefono, non c'è spazio per insediamenti turistici e per visitare l'arcipelago bisogna pertanto possedere una buona dose di spirito di adattamento. La soluzione migliore risiede nel fare base nell'isola di Bubaque, dove grazie alla presenza di una residenza presidenziale esistono anche un paio di alberghetti, oppure in quella di Maio, dove un

50

imprenditore italiano ha creato un piccolo villaggio di bun-


51

anno 3 - n°9 autunno 2013


BIJAGOS arcipelago tropicale fuori dal tempo galow, e da queste organizzare escursioni di uno o più giorni in barca alle diverse isole. Un ultimo possibile retaggio dei tempi eroici dell'esplorazione africana alla Livingstone. Si potrà così scoprire un vero eden naturalistico incontaminato e, soprattutto, un mondo umano incredibile per la sua unicità, che si stenta a credere possa ancora esistere. Ma occorre fare presto, prima che i cosiddetti progresso e civiltà arrivino anche qui a cambiare tutto. La Guinea Bissau, ex colonia portoghese indipendente dal 1974, è uno dei paesi più poveri del mondo, occupando il 168° posto nella graduatoria per ricchezza; la speranza di vita non arriva a 47 anni e un quinto dei bambini non raggiunge i 5 anni. Le Bijagos si estendono su una superficie complessiva di 15 mila kmq, sono tutte piane e di natura vulcanica, contano circa 20 mila abitanti, in netta maggioranza animisti molto legati alle proprie tradizioni tribali. Una delle loro peculiarità è la produzione di statue e maschere in legno duro, assai ricercate dai collezionisti. Le varie fonti differiscono sul numero esatto di isole componenti l'arcipelago, in quanto parecchie sono davvero piccole, ed anche la divisione tra popolate e non appare discutibile, in quanto non poche vengono abitate solo a periodi. Le principali sono Bolama, la più vicina alla costa di fronte alla capitale Bissau, fino al 1941 capoluogo della Guinea portoghese, oggi in decadenza ma con alcuni pregevoli edifici coloniali, e Bubaque, l'unica a poter essere definita centro urbano in quanto possiede un porto, aeroporto, polizia, ospedale, scuole e alberghi; le sue spiagge sono tra le più belle e frequentate, con alle spalle foreste di acacie, palme da cocco e bombax giganti, in un contesto davvero paradisiaco. Di recente il governo ha deciso di tutelare alcune isole, facendone aree protette. Sono così sorti il parco di Chacheu per proteggere le foreste di mangrovie, il parco di Orango per salvaguardare palmeti, tartarughe, ippopotami e coccodrilli, e il parco di Cantanhez a tutela di scimmie, scimpanzé e uccelli, mentre l'Unesco ha deciso di fare delle Bijagos una riserva della biosfera. Tra i pochissimi ad organizzare viaggi alle isole Bijagos troviamo da quest'anno il tour operator milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel.02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), il quale nel proprio catalogo “Alla scoperta dll'insolito” vi propone una spedizione di 12 giorni. Partenze mensili con voli di linea da Milano e Roma da novembre ad aprile, quote da 2.970 euro in pensione

52

completa con guida italiana.


53

anno 3 - n°9 autunno 2013


KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari

KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari

54


55 testo di

Teresa Carrubba

D

pelli di ermellino. E poi le stoffe, la mitica “via

alla Cina importava tè e a sua volta esportava della seta” passava proprio da qui. Forse è per

la sua posizione strategica tra Oriente e Occidente che Kazan, la capitale del Tatarstan, ad 800 chilometri ad est di Mosca, vive fin dal passato un florido commercio, o forse perché i tartari hanno da sempre il bernoc-

anno 3 - n°9 autunno 2013


KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari

56


57

colo degli affari. La città bassa si allunga sulle rive del

quella dell'ultima regina di Kazan, Suyumbika appunto,

lago Kaban e sulle due sponde del Canale Bulak che un

che sembra si sia gettata dalla sua cima quando la città fu

tempo costituiva il limite di separazione tra la Kazan russa

occupata dalle truppe moscovite. La torre trae la sua per-

e quella tartara, un confine che quasi si annullò

fezione architettonica dal periodo pre-russo di Kazan.

nell'Ottocento quando il commercio e l'industria di

Ma il nuovo fiore all'occhiello del Cremlino è la moschea

Kazan si svilupparono. Il Canale servì allora per il traspor-

Kul Sharif che domina tutta la città dall'alto del suo bian-

to di merci dal Volga e da Kazanka. Il cuore pulsante di

co abbacinante. La nuovissima moschea, rimpiazza la

Kazan è nell'area sottostante il Canale Bulak, dove era

precedente demolita nel XVI secolo ed è il frutto di un

insediato l'antico popolo tartaro. Ma è la parte alta della

laborioso concorso internazionale vinto da due architetti

città la sintesi della storia, dell'arte, della cultura. A partire

di Kazan: Sattaron, tartaro e Safronov, russo. E qui ci si

dal Cremlino, inserito nel patrimonio culturale

collega ad una singolare caratteristica di Kazan, una paci-

dell'Unesco, un magnifico insieme architettonico che

fica convivenza tra etnie e religioni diverse. Russi e tartari,

porta le tracce di molti secoli, chiuso in un giro di bianche

musulmani, ortodossi ed ebrei. Tolleranza estrema e stra-

mura di cinta con le caratteristiche feritoie e 13 torri. Per-

ordinaria. Nutrite comunità di ortodossi, musulmani ed

sino Ivan il Terribile ebbe ad esaltarne la bellezza. Nel

ebrei sembrano far parte di una grande famiglia pur con-

Medioevo i bastioni del Cremlino erano di travi di quercia

servando ovviamente ognuno i propri luoghi di culto e le

e gli edifici in legno e pietra. La sua costruzione più

proprie tradizioni. Etnie diverse, dunque, ma amalgama-

importante è la torre Suyumbika la cui caratteristica sago-

te da un'unica storia e da un unico ceppo culturale. E qui a

ma, visibile da tutti i lati è bilanciata dai contorni della

Kazan la cultura ha radici importanti e porta il segno di

Torre Spassky, nel lato opposto del Cremlino. La torre

singolari personalità. Tolstoy, Aksakov e Lenin studiarono

Suyumbika, un vero gioiello, assurto a simbolo e orgo-

proprio qui, nell'Università di Kazan, la seconda per

glio della città è imbibito di suggestive leggende come

importanza dopo quella di Mosca. Fondata nel 1804, in

anno 3 - n°9 autunno 2013


KAZAN la capitale della Repubblica dei Tartari

58


59 un bellissimo stile neoclassico a colonnato, ha una libre-

mo Teatro dell'Opera e del Balletto, il Musa Dzhalil, che

ria che custodisce quella che è considerata la collezione

ricorda da vicino il mitico Bolshoi di Mosca e in cui ballò

di libri più importante al mondo: comprende 15.000

per la prima volta Rudolf

manoscritti e 3.000 libri rari. Oltre l'Università e il Cremli-

meglio sul treno per arrivare a Kazan.

Nureyev, nato a Kazan, o

no, Kazan alta ha anche una serie di bellissimi palazzi

Un'Amministrazione attenta quella di Kazan, a giudicare

dell'Ottocento, ognuno con il suo carattere e la sua sto-

dallo stato in cui si trovano questi magnifici edifici del

ria. La loro linea architettonica mostra vari elementi del

centro storico. •

lezioso barocco italiano o dell'antica Grecia, dei tradizionali bassorilievi scolpiti nella pietra dai Tartari e del lan-

Columbia Turismo

guore moresco che avvolge le residenze dei nobili e dei

Via Po, 10 - 00198 Roma

ricchi mercanti. Edifici signorili a volte impreziositi dal

Tel. 06/8550831 Fax 06/8552708

verde dei numerosi parchi di Kazan. Molti vecchi giardini

info@columbiaturismo.it

non ci sono più, ce n'era uno nella Piazza del Teatro, ora

www.columbiaturismo.it

chiamata piazza della Libertà in cui campeggia il bellissi-

anno 3 - n°9 autunno 2013


KAZAN l'Icona della discordia

KAZAN l'Icona della discordia

testo di Teresa

P

60

Carrubba

iĂš di mille pietre preziose tra cui 663 diamanti, 158

una grazia ricevuta. Stiamo parlando dell'Icona della

rubini, 32 smeraldi, 6 zaďŹƒri e 150 perle incastona-

Madonna di Kazan, l'icona della discordia, quella inse-

te in una pregevole riza d'argento renderebbero

guita per decenni in percorsi rocamboleschi, quella che

davvero appetibile qualsiasi icona. Figuriamoci un'icona

ha fatto il giro del mondo per poi approdare, nel 1993

che sembra essere fortemente miracolosa, almeno a giu-

nell'appartamento di Papa Wojtyla, come dono

dicare dal fatto che ogni pietra preziosa è attribuibile ad

dell'Armata Azzurra. Sembra certo che non si tratti


61 dell'originale, quella dipinta nel

giato polaccco, appunto. Il gioiellie-

del Papa in Russia. Almeno così mali-

1400 e ritrovata nel 1579 da Matro-

re decise di donare l'icona al santua-

ziosamente la vide Alessio II, Patriar-

na, una bambina di 10 anni, sotto le

rio di Fatima, in Portogallo, e lì rima-

ca di Mosca e di tutta la Russia. E

ceneri di una casa distrutta

se fino a quando, grazie ad una

quando Joaquin Navarro-Valls, allo-

dall'incendio che devastò buona

sottoscrizione di 2 milioni di dollari

ra direttore della Sala stampa vatica-

parte di Kazan. Andò persa di nuovo

da parte dell'organizzazione cattoli-

na ha parlato della possibilità che il

nel 1918, un anno dopo la rivoluzio-

ca internazionale “Armata Azzurra”

Papa si recasse in Russia per restitui-

ne comunista in Russia, forse finì in

fu offerta a Giovanni Paolo II. E qui

re la copia dell'icona della Madonna

Polonia. Nel 1935 l'icona fu rintrac-

cominciarono i guai. Perché questa

di Kazan in suo possesso, il Diparti-

ciata a Londra, nella vetrina di un

icona, per anni richiesta indietro da

mento per le relazioni esterne della

famoso gioielliere, tale Weisz che

Kazan, sembrò essere diventata un

Chiesa del Patriarcato di Mosca ha

disse di averla acquistata da un rifu-

oggetto di scambio per una visita

messo subito le mani avanti. Ha

anno 3 - n°9 autunno 2013


KAZAN l'Icona della discordia sostenuto che la restituzione di questa icona come quella di altre numerose opere d'arte religiose che sono state illegalmente trafugate nel periodo della rivoluzione comunista, non poteva essere considerata un buon motivo perché Giovanni Paolo II si recasse in Russia. Che in passato altre icone rubate sono state restituite al Paese con semplici procedure ufficiali o attraverso benefattori che ne sono venuti in qualche modo in possesso. Che il tentativo di collegare la restituzione dell'icona di Kazan con la questione della visita del Papa in Russia era sorprendente tanto più che il Vaticano non prese accordi per tale visita con la Chiesa Ortodossa. Che la possibilità di un incontro tra Sua Santità Alessio II Patriarca di Mosca e di tutta la Russia e il Papa di Roma dipendeva esclusivamente dal fatto che il Vaticano fosse pronto a fare dei passi per risolvere i problemi che esistono tra le due Chiese, come il proselitismo cattolico tra i popoli di religione ortodossa e le tensioni che viveva la Chiesa Ortodossa nell'Ucraina occidentale. Dal canto suo, anche Hamil Iskhakov, allora sindaco di Kazan, in grande fermento per i festeggiamenti del millenario della città (luglio 2005), esprese il suo accorato desiderio che almeno per quella data l'immagine della Madonna tornasse a “casa”. Iskhakov sottolineava: “Anche se non si tratta dell'icona trovata nel 1579, quella in possesso del Papa è comunque la copia più miracolosa di tutte. Dunque è giusto che ritorni a Kazan. Certo Kazan si dette un gran daffare per un'icona che non è neanche l'originale! E questo sembra assodato sulla base delle analisi effettuate l'1 aprile 2003 a Roma da un comitato di autorevoli scienziati per metà delegati dal Ministero della Cultura della Federazione Russa e per metà dal Vaticano. Dmitri Khafizov,

62

responsabile della parte russa del


63

comitato ci aveva infatti dichiara- alcune fonti che l'icona è autentica è to:”L'icona della Madonna di Kazan giustificata solo dal fatto che non si attualmente conservata negli apparta- tratta di una riproduzione moderna ma menti del Papa a Roma è una copia del corrisponde pienamente al periodo in XVIII secolo realizzata da un pittore di cui gli specialisti l'hanno datata”. icone anonimo nello stile tipico della Autentica o no, Il 28 agosto del 2004 la fine del XVII – inizio XVIII secolo. Per le delegazione vaticana, guidata dal carsue dimensioni e per alcune sue carat- dinale Kasper faceva il suo solenne teristiche come quella che il dipinto è ingresso nella Cattedrale della Dormistato realizzato in funzione della riza, la zione al Cremlino di Mosca per la riconparte metallica in uso solo a partire dal segna dell'icona durante una cerimo'600 , e non viceversa, questa icona non nia in cui era presente il presidente può essere identificata con l'originale Putin, presenza che sanciva definitivache è stata trovata a Kazan nel 1579 e mente il nuovo periodo di rinascita che risale al 1400. L'affermazione di della Fede in Russia•

anno 3 - n°9 autunno 2013


FES una città imperiale che resiste al tempo

FES

una città imperiale che testo di Cora

Ebeling e foto di Oliver Blum

P

64

erdendosi per i vicoli della la

smo di massa, anche perché rag-

che cercano di strappare denaro al

città vecchia di Fes, la più anti-

giungibile con alcuni vettori low cost,

malcapitato e spesso disorientato

ca città imperiale del Maroc-

tra cui Ryanair. Oggi la parte vecchia,

turista. E al ristorante è consigliabile

co, il tempo sembra essersi fermato.

chiamata Fes el-Bali, si presenta al

controllare se il conto corrisponde a

La medina di Fes è stata inserita nel

primo sguardo affollata, caotica,

quello che si ha effettivamente con-

1981 nella lista del Patrimonio Mon-

rumorosa, sporca e allo stesso tem-

sumato. Per poter fotografare le per-

diale Unesco per aver conservato la

po dedita a un consumismo freneti-

sone, solitamente restie, basta distri-

propria storia e autenticità. Questo

co. Anche qui l'uso del cellulare ormai

buire qualche dirham (la valuta loca-

ha però contribuito negli ultimi

fa parte della vita quotidiana e i tetti

le) e tutto diventa più facile. Tuttavia

decenni a generare un crescente

sono disseminati di antenne satellita-

questo non vale per le persone in

arrivo di turisti e ormai la città è, dopo

ri. Ovunque si viene assediati da ven-

preghiera o le donne, le quali tuttora

Marrakech, la meta preferita del turi-

ditori, mendicanti o sedicenti guide,

sono convinte che essere fotografate


65

resiste al tempo equivale a consegnare la propria anima al diavolo. Se con-

dono la visita guidata a negozi di amici e parenti. Lascian-

sumismo e globalizzazione hanno cambiato

dosi alle spalle la città nuova di Fes el-Jadid si arriva alla

l'atteggiamento degli abitanti soprattutto nei confronti

porta principale Bab Boujloud (porta blu) in cima alla città

degli stranieri, i loro ritmi quotidiani sono comunque rima-

vecchia. Da lì si entra nella più grande zona urbana pedo-

sti gli stessi. Per dare uno sguardo più approfondito biso-

nalizzata al mondo che scende gradualmente fino ad

gna esplorare la medina al di là delle piste battute. Il consi-

arrivare in fondo nella parte più antica della medina.

glio è immergersi nel groviglio di vicoli, case e negozi

All'inizio le strade sono ancora abbastanza larghe, con

lasciandosi trasportare senza meta da quel fiume inces-

ristoranti e negozi di abbigliamento e souvenir. Man mano

sante di colori, sapori e rumori che caratterizza il suq di Fes

che si scende, le vie si fanno sempre più strette e buie e

el-Bali. Chi invece vuole andare sul sicuro può chiedere

sono in parte coperte da stuoie o tetti di legno. L'unico mez-

una guida all'ufficio del turismo, meglio evitare le guide

zo di trasporto possibile qui sono gli asini, che con i loro

improvvisate che pretendono un prezzo esoso ed esten-

enormi carichi di merce vengono spinti senza sosta su e

anno 3 - n°9 autunno 2013


FES una città imperiale che resiste al tempo giù per i tortuosi vicoli. Sicuramente per noi europei questo aspetto tipico delle città orientali, come anche i numerosi animali di ogni genere stipati in strette gabbie che si vendono ad ogni angolo, suscitano un certo disappunto. Con un po' di attenzione al dettaglio si noteranno le decorazioni su porte, mura e soffitti che spesso si trovano inaspettatamente anche nei vicoli abbandonati. Come la città vecchia ha conservato il suo aspetto urbanistico dal XII secolo, anche l'artigianato locale, che costituisce il guadagno principale della gente, è rimasto quello di sempre. Sbirciando nelle retrobotteghe si possono osservare gli artigiani mentre lavorano il legno, l'ottone, il vetro, la ceramica, il cuoio o tessono i famosi tappeti berberi oppure le donne che schiacciano le noci di Argan per ricavare il prezioso olio, elisir di bellezza ormai noto in tutto il mondo. I prodotti e manufatti che nascono qui vengono venduti non solo negli innumerevoli negozietti della città, ma esportati in tutto il Marocco e soprattutto all'estero. Chi compra a Marrakech o altrove nel mondo un tappeto berbero, una lampada di ottone oppure una tajine, il caratteristico recipiente in coccio a forma di cilindro nel quale vengono preparati la maggior parte dei piatti maghrebini, può stare sicuro che provengono da queste parti. Gli abitanti di Fes sono lavoratori instancabili, questo si nota soprattutto nelle concerie, le più grandi del Paese, che rappresentano la meta turistica principale della medina. Qui ogni giorno vengono conciate le pelli con procedimenti faticosissimi e chi ci lavora non solo mette a rischio la pro-

66


67

anno 3 - n°9 autunno 2013


FES una città imperiale che resiste al tempo

68

pria salute ma si deve accontentare anche di una paga

dentale si sognerebbe mai di assaggiare. Ma Fes non è

misera. Ai visitatori vengono distribuiti all'entrata ciuffi di

solo un bazar colorato e animato, è anche, ovvero innanzi-

foglie di menta da mettere sotto il naso contro il cattivo

tutto, un centro spirituale e intellettuale del mondo islami-

odore che regna per le scale e i corridoi bui e umidi attra-

co. La prima parte della città fu fondata in una valle sulla

verso i quali si arriva a una terrazza panoramica. Da qui si

riva destra del fiume Fas tra il 789 e il 808 dal discendente

può guardare non solo sui tetti e minareti circostanti, ma

di Maometto Idris I e ingrandita poi sulla parte sinistra del

anche sulle centinaia di vasche dove vengono colorate le

fiume da suo figlio Idris II, che la nominò capitale del suo

pelli dopo essere state pulite, lavate e fatte asciugare al

regno. I musulmani andalusi prima e gli ebrei dopo,

sole. Uno scenario caratteristico e interessante, bello da

entrambi in fuga dalla Spagna, si insediarono qui lascian-

vedere e da fotografare, nel quale ci si dimentica però trop-

do la loro impronta culturale e architettonica. Ancora oggi

po facilmente che non si tratta di un'attrazione turistica ma

esistono il quartiere andaluso nella parte vecchia e il ghet-

di un luogo di duro lavoro. Vale la pena proseguire fino alla

to, chiamato Mellah, nella parte nuova della città, dove

parte più antica della medina, che è la più trasandata e

attualmente vivono un centinaio di ebrei.

sporca, ma anche la più autentica. Proprio qui si trovano i

Fes el-Bali ebbe il suo periodo di prosperità culturale e

banchi alimentari che vendono oltre a frutta e verdura, che

commerciale tra il XIII e il XIV secolo sotto il regno dei Meri-

in Marocco crescono in abbondanza, anche carne e

nidi, una dinastia di berberi che regnò per oltre due secoli

pesce, a richiesta preparati sul luogo, e che nessun occi-

in Marocco ed estese il proprio sultanato su tutto il Mag-


69

anno 3 - n°9 autunno 2013


FES una cittĂ imperiale che resiste al tempo

70


71 hreb e parte della Spagna meridiona-

attira artisti e spettatori da tutto il mon-

consigliata solo a chi non ha problemi

le. Sotto il loro dominio furono fondate

do. Nonostante questo, gran parte

ad affrontare tortuose discese e salite.

le più importanti scuole coraniche a

della borghesia e degli intellettuali di

Ovviamente abbigliamento e scarpe

Fes, tra cui la Medersa Bou Inania e la

Fes si sono trasferiti in città più grandi

comode sono fondamentali. Il miglior

Medersa el-Attarine, costruite nel XIV

e moderne come Rabat o Casablan-

modo per ritemprare anima e corpo

secolo e capolavori dell'architettura

ca, lasciando libere le loro case, che

dal faticoso saliscendi durante la visi-

merinide con meravigliosi decorazioni

spesso si trovavano in edifici storici.

ta può essere una sosta su una terraz-

di maioliche dipinte e mosaici in cera-

Molte di queste tipiche dimore maroc-

za di uno dei tanti locali nella medina.

mica nonché gessi e legni scolpiti. La

chine, chiamate Dar o Riad, sono sta-

Da lì solitamente si gode una splendi-

moschea Al-Qarawiyyin, che si trova

te poi trasformate in strutture ricettive

da vista fino alla catena montuosa

accanto alla Medersa el-Attarine, è

a volte anche di lusso. Anche se

dell'Atlante che si erge maestosa

una delle principali del Marocco. Fu

ristrutturate hanno conservato il loro

all'orizzonte. Sorseggiando il tipico tè

costruita a metà del IX secolo ed è

fascino orientale con pareti e porte

alla menta si può sentire all'ora giusta

tuttora sede della più antica università

decorate e il classico cortile interno

la voce del muezzin che echeggia

islamica nonché di una biblioteca di

arredato con divani e cuscini a dispo-

cinque volte al giorno dai numerosi

antichi testi coranici. Purtroppo ai non

sizione degli ospiti. Chi prenota un

minareti della città. È in questi

musulmani l'accesso alle moschee è

soggiorno in una di queste strutture

momenti che si avvertono l'autenticità

negato, ma le scuole coraniche si

dovrebbe assicurarsi però che qual-

e la magia di questo posto che segue

possono visitare. A tutt'oggi Fes con-

cuno lo venga a prendere a un punto

gli stessi ritmi da oltre mille anni.•

serva, oltre al ruolo di città d'arte e di

prestabilito, dato che spesso si trova-

artigianato, anche quello di capitale

no in vicoli nascosti nel cuore della

Marocco

intellettuale e religiosa del Marocco.

medina e non sono facili da raggiun-

www.visitmorocco.com

Ogni anno a giugno qui ha luogo il

gere, soprattutto se si viene per la

www.visitfes.org

festival mondiale di musica sacra, che

prima volta. La città vecchia di Fes è

www.fesfestival.com

anno 3 - n°9 autunno 2013


REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque

REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque

Nel triangolo delle città termali della Boemia occidentale lo sfarzo e l'eleganza di atmosfere fin de siècle

testo e foto di

Franca Dell'Arciprete Scotti

U

n tesoro sotterraneo è nascosto nel territorio

72

medioevo e sfruttate spontaneamente, queste acque

della Repubblica Ceca. Sono le fonti di acque,

sono il tesoro che ha dato origine al “Triangolo d'oro” del-

ricchissime di minerali, che sgorgano in superfi-

le città termali della Repubblica Ceca. Sorte in epoche

cie a centinaia, nella Boemia occidentale, ai bordi e

successive, hanno tutte l'impronta inconfondibile

all'interno della foresta di Slavkov. Acque ricche di mine-

dell'architettura “fin de siècle”, addirittura fiabesca.

rali e benefiche, che si bevono, si usano per bagni caldi,

Frequentate da principi, re e imperatori, queste città ter-

per impacchi, fanghi o inalazioni. Prodigiosamente effica-

mali non potevano essere altro che sontuose e fiabesche.

ci per una serie di disturbi: della pelle, dell'intestino, delle

Palazzi, castelli, torrioncini, stucchi bianchi e oro, colonna-

articolazioni. Senza dimenticare l'effetto di ossigenazione

ti e padiglioni in ghisa laccata, statue, pinnacoli, soffitti

e quindi di ringiovanimento cellulare. Scoperte già nel

affrescati, coperture in vetro e ferro battuto, specchi e


73 ottoni. Il tutto sullo sfondo di meravigliosi giardini dise-

zampillante per Karlovy Vary, la scoperta da parte di un

gnati da architetti specializzati, boschi e parchi fittissimi.

medico e di un abate, della sorgente Mariana che dà

All'origine di queste città “d'oro” ci sono vicende casuali e

origine a Marianske Lazne nel primo '800, la decisione

diverse: una battuta di caccia del re Carlo IV nel 1350, in

dell'imperatore Francesco I° di valorizzare gli stabilimenti

cui un enorme cervo ferito cade in una sorgente calda e

termali sorti, alla fine del '700, intorno ad una fonte dove

anno 3 - n°9 autunno 2013


REPUBBLICA CECA fascino Belle Èpoque

74

si curavano contadini e popolani, all'origine della terza

Epoque. In buona parte di questi hotel si svolgono le cure

città Frantiskovy Lazne. Costruite in funzione delle cure

internamente, i reparti sono attrezzati perfettamente con

termali, queste città hanno quindi un'impostazione di

tutte le più avanzate tecnologie e terapie del XXI° secolo.

città giardino in cui si passeggia amabilmente, sostando a

Esempio eccellente é l'hotel Nove Lanske, cinque stelle

lungo, intrecciando le cure idropiniche all'ascolto di

del gruppo Danubius che, a Marianske Lazne ha un intero

orchestrine all'aperto, alle piacevoli conversazioni e alla

complesso di hotel, tutti collegati internamente. Dalle

contemplazione del passeggio altrui. Atmosfere eleganti

cabine di cura degli anni '10 sono state ricavate camere e

e rilassate in cui si sfoggiavano le migliori toilettes e i gio-

suites che conservano le pareti piastrellate originali, men-

ielli più preziosi, trascorrendo spesso anche intere stagio-

tre a pochi privilegiati è riservato il lusso di un bagno nella

ni, tra un ballo e un concerto, prima di tornare nella capi-

Sala da bagno reale fatta costruire dal re Edoardo VII

tale. Il soggiorno nelle città termali diventava un appun-

d'Inghilterra, innamorato della città, e nel Bagno Imperia-

tamento mondano, in cui tutti i potenti d'Europa

le, fatto costruire per la visita dell'imperatore Francesco

s'incontravano e tessevano accordi, matrimoni, trattati,

Giuseppe. A tutti gli ospiti dell'albergo, invece, è riservato

spartizioni di terre. E con loro frequentavano questo mon-

il piacere di immergersi nelle vasche del Bagno Romano

do dorato intellettuali e artisti: Goethe, Beethoven, Cho-

decorato da colonne, marmi e mosaici. A Marianske Laz-

pin, Kipling, appassionati habitués, che costituiscono

ne, che all'inizio del '900, dopo la svizzera St.Moritz, era la

l'albo d'oro di queste città. Nell'800 e nei primi anni del

località termale più cara e più lussuosa d'Europa, altro

'900, le cure si svolgevano nei famosi bagni, edifici sfarzosi

must imperdibile é il famoso colonnato progettato da due

con cabine attrezzate per tutti i trattamenti. Oggi gran

architetti viennesi con la sua struttura merlettata di ghisa

parte di questi stabilimenti sono trasformati in hotel

in stile neobarocco, e, di fronte al colonnato, la moderna

altrettanto sfarzosi, dove si può sognare di rivivere la Belle

“fontana cantante”. A Karlovy Vary, invece, simbolo dello


75 sfarzo di altri tempi é il Bagno Imperiale aperto nel 1895,

no con i padiglioni eleganti, le fontane, i colonnati sparsi

considerato uno tra i più lussuosi edifici del suo tempo,

all'interno di enormi parchi che invitano al passeggio. •

dotato di ogni comfort, cabine per massaggi, bagni caldi e a vapore, metodo Kneipp, elettroterapia.Tuttavia oggi si

Proprio per assaporare al meglio cultura e atmosfera Bel-

possono visitare solo alcuni saloni con soffitti affrescati,

le Epoque, la scelta ideale sarà il Dvorak Spa hotel

pareti di legno intarsiato e ricchi lampadari di cristallo,

Carlsbad del Vienna International Hotels & Resorts, certi-

dove sono state girate alcune scene del film 007 Casino

ficato recentemente quattro stelle superior per

Royale. Karlovy Vary presenta una disposizione scenogra-

l'eccellente servizio e il comfort offerto ai viaggiatori. Con

fica lungo la stretta valle del Teplà. Punto di incontro per

la sua elegante facciata Art Nouveau, legata proprio ai

tutta la città é anche il colonnato anni '70, costruito

tempi d'oro di Karlovy Vary, si affaccia sul fiume Teplà, nel

nell'età della Repubblica socialista, che contiene la famo-

cuore della città.

sa Polla, madre di tutte le sorgenti di Karlovy Vary: lo zam-

La vicinanza alle fonti calde e la presenza di una Spa inter-

pillo sale da una profondità di circa 2 chilometri lungo una

na che offre i trattamenti di cura e benessere permette

profondissima frattura del terreno, lanciandosi ad

agli ospiti dell'Hotel Dvorak di godere i vantaggi specifici

un'altezza di 12 metri giorno e notte, ad una temperatura

di una permanenza in città. www.hotel-dvorak.cz

di 73°, la più calda tra tutte le fonti della città. Mentre le altre sorgenti riescono a produrre alcuni litri al minuto, la

Info turistiche: Ente Nazionale Ceco per il Turismo

fumante Polla nello stesso tempo getta in superficie 2000

Via G. B. Morgagni, 20 - 20129 Milano,

litri. Se Karlovy Vary è la città più sfarzosa e scenografica,

tel. 02 20422467

Frantiskovy Lazne é la più quieta e appartata. Dominata

info-it@czechtourism.com

dal colore “giallo Asburgo”, appare come una città giardi-

www.turismoceco.it

anno 3 - n°9 autunno 2013


FERRARA la grandezza degli Estensi

FERRARA la grandezza degli Estensi testo di

Luisa Chiumenti

N

umerosi furono i viaggiatori che nel tempo,

rimasero affascinati dalle strade, larghe e

rettilinee dell'”Addizione Erculea” o dalle viuz-

ze del Centro storico, come la famosa “via delle Volte” e dall'opulenza della grandiosa cattedrale, retablo stupendo di architettura-scultura. Esempio anomalo rispetto alle analoghe strutture di cattedrali coeve, la grande facciata tricuspidata rappresenta un momento di fusione della cultura architettonica romanica e gre-

76


77 ca. Attribuita a Nicholaus, fu eretta a cominciare dal

chiamata “Addizione Erculea” e che sempre dal castello

1135, secondo un'iscrizione che compare sulla faccia-

prese le mosse con l'asse centrale del Corso Giovecca,

ta. Forte e maestoso è, poco lontano dalla cattedrale, il

tuttora arteria cittadina rettilinea che porta fino alla

castello, uno dei pochi esempi ancora circondati dal

cerchia muraria. Completamente restaurata di recente

fossato e accessibili con il ponte levatoio. Ferrara è una

con i suoi poderosi bastioni, tale cerchia fu ispirazione

città che dovrebbe essere vista dall'alto, in quanto una

di pittori e fotografi, ma anche meta di deliziose, lun-

visione zenitale fa ben comprendere la sua storia urba-

ghe passeggiate a piedi o in bicicletta (la vera regina

na, il suo sviluppo nel tempo dal centro medievale,

della città). Situata nella pianura emiliana, Ferrara sor-

attorno al Castello, alla pianificazione geometrica ed

ge a pochi chilometri a sud del Po, a circa 50 chilometri

esatta dovuta al Rinascimento con quella che venne

dal mare e manifesta ancora nei sui palazzi, monumen-

anno 3 - n°9 autunno 2013


FERRARA la grandezza degli Estensi seguito al miracolo eucaristico che

da sempre, un tempo per una

go ed orgoglio cittadino, quella gran- qui avvenne nel XII secolo e pur-

romantica passeggiata ed oggi

ti e nella stessa atmosfera di sussie-

78

dezza culturale, civile ed artistica e

troppo alquanto danneggiata dal

soprattutto paradiso dei ciclisti, “par-

l'ottimo livello di qualità della vita

recente sisma. La chiesa è posta non

co” preferito dai ferraresi per fare

che le dette la dinastia degli Estensi,

lontano da uno dei più affascinanti

jogging sono i nove chilometri quasi

che la governò per tre secoli e che

Musei di Ferrara: quello allestito

ininterrotti da percorrere sul terra-

oggi le ha fatto conferire

all'interno del Palazzo Schifanoia,

pieno, tra il verde dei tigli e dei plata-

dall'Unesco il meritato riconosci-

con il suo splendido Salone dei Mesi

ni e il rosso dei mattoni della cortina

mento quale “Patrimonio

affrescato nel XV secolo dai pittori

della cinta muraria. Anche se per i

dell'Umanità”. E tutto ciò si coglie

dell'Officina ferrarese. E la sugge-

ciclisti ideale è anche il circuito alla

subito, fin da una prima visita alla

stione delle strade è tutt'oggi fortis-

base delle mura, che può essere pro-

città, che mostra il suo impianto

sima e particolare è l'atmosfera ver-

lungato fino alla ciclabile “Destra Po”

urbanistico, prodigiosamente fuso

so sera, ad esempio attorno alla cat-

con un percorso attraverso il Parco

tra Medioevo e Rinascimento,

tedrale dove ancora si protendono,

urbano a nord della città. E il verde è

costellato da numerosissimi giardi-

lungo il prospetto laterale, gli

infatti un'altra potenzialità di Ferra-

ni, spesso “segreti” e pronta ad esse-

ingombri delle antiche botteghe. E

ra: ben 400 ettari di Natura e 11.000

re percorsa lentamente, anche a pie-

proseguendo, sulla sinistra, ecco le

alberi, fanno della città uno dei capo-

di o in bicicletta, spesso immersi in

strade anguste del Ghetto, contras-

luoghi più verdi In Italia. Ma c'è un

un silenzio impensabile, come quan-

segnato di bei palazzetti alternati a

Evento a cui bisogna essere presenti

do si raggiunga ad esempio, pur in

case più modeste in cui fu insediata

almeno una volta: quello del Palio di

pieno centro, ma appartata con il

una delle comunità ebraiche più

San Giorgio, che sembra sia il più

suo atrio e il famoso ciliegio anti-

grandi in Italia. Fu per questo che,

antico del mondo (contendendosi il

stante la facciata, il monastero di

recentemente, Ferrara fu scelta

primato con quello di Siena), che si

Sant'Antonio in Polesine. E numerosi

come sede del Meis, primo Museo

svolge l'ultima domenica di maggio

sono i gioielli di arte religiosa, come

nazionale dell' Ebraismo italiano e

con uno splendido corteo formato

la Chiesa di S.Maria in Vado dalla

della Shoah, allestito nella restaura-

da più di mille figuranti che sfilano in

armoniosa facciata e l'interno son-

ta sede dell'ex Carcere di via Piangi-

costume rinascimentale per rag-

tuoso, meta di pellegrinaggi in

pane. Ma forse il percorso preferito

giungere la Piazza Ariostea, dove si


79

anno 3 - n°9 autunno 2013


FERRARA la grandezza degli Estensi

80

disputano le gare tra le otto contra-

riempie il cielo di coloratissime mon-

zionato in un punto – chiave per la

de. Il Palio di Ferrara, nella tutela e

golfiere: è il Ferrara Ballons Festival,

bellezza dell'immagine del Castello,

valorizzazione della storia della cit-

che da tempo si è aggiudicato il

appresentava quel “modulo aureo”,

tà, è inoltre una manifestazione in

posto in primo piano di manifesta-

che era alla base dell'intera costru-

continua crescita, perché ogni suo

zione del genere in tutta Europa. Si

zione della Ferrara rinascimentale,

aspetto, dalla organizzazione, ai

tratta di un evento che racchiude

collegando in una ideale unità

costumi, alle gare delle bandiere,

insieme sport, cultura, spettacolo e

Medioevo e Rinascimento.

alle corse in piazza, strettamente

manifestazioni aerostiche: tradotto

E se particolare è stato il rapporto

coordinati dall'Ente Palio, si diffon-

in numeri, 30 discipline sportive

che legò i viaggiatori del Grand Tour

de sempre di più nel tessuto capilla-

diverse, 20 esibizioni di modellismo,

alla città estense, come Montaigne,

re della città. Basti pensare all' impe-

3000 mq di spazio per i bambini, 4

gno per la creazione dei abiti realiz-

ristoranti e 150 gazebo dedicati allo

zati ex novo ogni anno, secondo una

shopping, oltre a equipaggi di mon-

riproduzione fedele dei costumi

golfiere provenienti da ogni angolo

delle dame e cavalieri della Corte

del mondo. D'estate poi, nell'ultima

Estense nel Rinascimento per i più di

settimana d'agosto, un evento ricor-

mille personaggi destinati a far par-

rente si sposta anche dal centro del-

te del maestoso Corteo Storico della

la città alle periferie ed ai sette Lidi

Corte Ducale e delle Contrade. La

Ferraresi, con il Ferrara Busker Festi-

prima cerimonia si svolge nella Cat-

val che vede artisti di strada rallegra-

tedrale, intitolata a San Giorgio,

re ogni angolo e ogni via, di musica e

Patrono della città ed è al suo inter-

colori. Il castello è comunque un

no che avviene la benedizione dei

perno da cui si dipartono le varie

palii e dei ceri donati al santo Patro-

possibilità di percorsi da cui é possi-

no dalle Congregazioni delle Arti e

bile avvicinarsi allo spirito di una

Mestieri.

città antica che vive appieno la

Queste infatti hanno avuto sempre

modernità di scambi continui cultu-

grande importanza a Ferrara, aven-

rali ed artistici, come suggellano le

do propri statuti ben precisi ( con-

continue esposizioni ad esempio

servati con cura in Palazzo Paradiso

all'interno di quel sontuoso, quanto

presso la splendida e ricca Biblioteca

originale Palazzo dei Diamanti. Il

Ariostea), fin dal Medioevo e i loro

palazzo si raggiunge appunto dal

principi sono ancora ben rispettati,

castello, imboccando l'elegante via

se si osservi quanto sia attenta e

Ercole d'Este, fiancheggiata da pre-

precisa la tutela di quel meraviglioso

stigiosi palazzetti con annessi giar-

materiale, il rosso mattone, che

dini; una serie continua e perfetta di

caratterizza e dà quel tipico lumino-

bugne a forma di diamante ne carat-

so cromatismo a tutto il complesso

terizzano le due facciate ad angolo,

urbano: dal castello ai palazzi, alle

con significato astrologico: la luce e

case. Arti, Scole, Compagnie, Socie-

quindi il sole come fulgore e bellez-

tà, Collegi, Università: queste erano

za e i diamanti come produttori e

le denominazioni con cui venivano

contenitori di luce, a celebrazione

indicate a Ferrara, fin dal Medioevo,

della gloria di Ercole, grande

le Associazioni corporative che riu-

costruttore della città. Ma i simboli

nivano in un sistema organizzato

non terminano qui: il palazzo domi-

artigiani, mercanti o imprenditori

na infatti la via degli Angeli (corso

che esercitavano una attività comu-

Ercole I d'Este appunto), che il Car-

ne o affine. Ma un'altra gioiosa festa

darelli, esimio poeta, ebbe a definire

è quella che alla fine di settembre,

“la strada più bella del mondo”, posi-


81 che ne rimase estremamente affascinato, oggi il visita-

tramandata la salama da sugo, un insaccato di maiale

tore non potrà limitarsi ad una visita frettolosa: Ferrara è

arricchito di spezie e vino e fatto stagionare, il pasticcio

una città da “conoscere”, perché immediatamente si fa

di maccheroni, il panpepato ferrarese, dolce creato nel

amare. Ma che dire della sua ricca e originale cucina? A

Seicento dalle monache del convento Corpus Domini

cominciare dal pane, la famosa "ciupèta" (coppia) che

per la corte e i prelati. La cucina a Ferrara mescola il gras-

sembra sia nata in occasione del carnevale del 1536

so fondo padano a delicatezze francesi provenienti da

durante il quale fu presentato un pane ritorto ( forse i

ricette che Renata di Francia importò quando venne

"grustin"(crostini). Il sapore è davvero eccezionale, dovu-

sposa. Piatti a volte anche poveri, ma sempre gustosi

to forse all'acqua e all'aria e quindi la lievitazione. Dalle

insieme a elaborate ricette di pesci e selvaggina, che si

antiche ricette della corte estense ancora oggi viene

possono ritrovare nelle proposte di tutti i ristoranti. •

anno 3 - n°9 autunno 2013


EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali

EMILIA ROMAGN

l'affascinante mondo delle acque ter

82


NA

rmali

83 Testo di Mariella

Morosi e Foto di Riccione Terme Spa

I

l mito “salus per aquam”, cioè la salute che viene dall'acqua, ha radici antiche. Ma la pratica termale, nei secoli, oltre a mirare alla ricerca della salute aveva anche fini edonistici divenendo espressione della vita sociale. Lo

dimostrano le archeologie e i mosaici dell'antica Roma, che indicano come le terme fossero un raffinato

luogo d' incontro per discutere e trattare affari e nello stesso tempo preziose per ritemprare i gladiatori dalle fatiche della guerra. L'arte del rigenerarsi con le acque non ha avuto confini in ogni epoca. Certamente Saturno vide giusto quando -secondo la leggenda- gettò un fulmine nel cratere di un vulcano facendone scaturire acqua calda per calmare gli uomini litigiosi e inquieti. Tante le fonti frequentate fin dall'antichità da malati e pellegrini, ma le vere e proprie strutture termali nacquero dopo il XVIII secolo, come quelle modenesi di S. Agnese dove il Granduca Leopoldo II di Toscana edificò una sontuosa costruzione "per rendere pubblici e comodi questi

anno 3 - n°9 autunno 2013


EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali

84


85

bagni". Proprio la regione Emilia Romagna vanta il maggior numero di acque benefiche con principi attivi per ogni esigenza e intorno alle sue fonti sorsero capolavori di architettura e di arte. Basti pensare al liberty di Salsomaggiore, all'Art Deco del Centro Benessere Barzieri, all'arte razionalista delle Terme di Castrocaro e al suo padiglione delle Feste affrescato da Tito Chini. Creati per essere palcoscenici per i protagonisti del bel mondo, oggi questi luoghi magici sono alla portata di tutti. La regione vanta 25 stabilimenti con acque che sgorgano dalla terra con benefici principi attivi per ogni esigenza, dislocati in 19 località nelle sue 8 province. Il termine cura in senso stretto si è esteso al fitness e al wellness, c'è voglia di mantenere giovinezza ed efficienza combattendo lo stress e il benessere è sentito come un diritto. Sono spuntati come funghi le beauty farm o gli health center ma se si trovano fuori dai contesti termali classici non possono offrite acque davvero salutari. Per questo le nuove esigenze del mercato hanno richiesto una radicale riqualificazione dell'offerta anche delle più famose località termali e quelle dell'Emilia Romagna sono oggi considerate all'avanguardia per numero, livello e specializzazione. Il Coter, Consorzio del Circuito Termale, in collaborazione con l'Unione Regionale Terme Salute e Benessere ha pubblicato una guida che riunisce i maggiori centri con ampia scelta di acque curative, garantendo efficaci trattamenti terapeutici e programmi benessere. Nelle località proposte, ricche di fascino, le virtù delle acque si coniugano alla perfezione con la tipica ospitalità della gente cordiale, con città ricche di storia e di opere d'arte e con una cucina ricca di prodotti di grande eccellenza. "Qualunque sia la destinazione prescel-

anno 3 - n°9 autunno 2013


EMILIA ROMAGNA l'affascinante mondo delle acque termali

ta, alle Terme dell'Emilia Romagna il benessere diviene piacere" recita lo slogan promozionale. La garanzia è la totale è la remise en forme, in un ambiente sano e incontaminato, come nelle storiche Terme Felsinee di Bologna, o nelle Terme di Porretta o in quelle di Castel San Pietro, tutte immerse nel verde. Molte, come le Terme di Punta Marina di Ravenna e quelle di Cervia, Rimini e Riccione, sono sul mare e offrono trattamenti di talassoterapia. La provincia di Parma vanta il complesso termale più completo d'Europa: da Tabiano a S. Andrea fino a quelle del Baistrocchi, da Monticelli alla celeberrima Salsomaggiore, con acque dalle proprietà antinfiammatorie, rigeneratrici e riabilitative. D'obbligo le visite ai monasteri e ai medioevali castelli di Fontanellato, con un bellissimo ciclo di affreschi del Parmigianino, o a quello imponente di Montechiarugolo, nel comune di Monticelli. Si possono visitare ville e antiche dimore e le stesse sedi termali spesso sono capolavori di architettura, come il Grand Hotel Fratta Terme ai piedi del Colle di Bertinoro. Dovunque è possibile praticare una vera e propria poli-terapia che comprende attività fisica, estetica, bellezza e una sana alimentazione, come in quelli situati in zone climatiche di alta collina come Bagno di Romagna e Porretta. Efficaci trattamenti terapeutici e riabilitativi, innovativi percorsi salutari e nuovi programmi benessere fanno bene all'anima e al corpo. Le strutture alberghiere sorte intorno alle fonti garantiscono trattamenti di livello e vantano Spa che sono a volte veri e templi del lusso, con trattamenti diversificati di estetica preventiva e rigenerativa. Tutti gli alberghi, anche stellatissimi, offrono pacchetti che comprendono trattamenti completi per una settimana o anche solo per il week end, stanze confortevoli, eccellente ristorazione e anche escursioni turistiche ed attività sportive. C'è anche un numero verde, 800.88.88.50, per orientarsi nella scelta secondo le proprie esigenze. Sull'origine del termine Spa, ormai di uso comune, ci sono due interpretazioni: potrebbe essere l'acronimo di salus per aquam, ma anche il nome della città del Belgio orientale, famosa fin dai tempi antichi per le sue acque minerali. Qualsiasi sia quella giusta, il termine è associato in tutto il mondo e in qualsiasi lingua all'idea del benessere che viene dall'acqua.• www.termemiliaromagna.it

86

info@termemiliaromagna.it


87

anno 3 - n°9 autunno 2013


SLOVENIA, Valvasor e il Castello di Bogensperk

SLOVENIA Valvasor e il Castello di Bogensperk testo di Giulio

S

Badini

ulle vecchie banconote slovene da 20 talleri campeggiava l'effigie del barone Janez

Vajkard Valvasor (1641-1693), uno dei figli più illustri di questa terra, tanto che un suo monumento bronzeo sorge nel parco antistante il Museo Nazionale di Lubiana. Difficile definire in poche parole questo personaggio poliedrico, perché durante la sua breve vita si occupò un po' di tutto: fu storiografo, etnografo, naturalista, geografo, geologo, alchimista e numismatico, ma anche scrittore, editore, cartografo, disegnatore e incisore. Il suo colto eclettismo lo fa annoverare tra gli antesignani dell'enciclopedismo illuminista settecentesco e non a caso fu accolto come membro della Royal Geographical Society inglese, la più prestigiosa accademia culturale dell'epoca.Tra i tanti meriti gli va riconosciuto quello di essere stato il primo a spiegare scientificamente il complesso meccanismo idrologico di intermittenza dei laghi carsici di Cerknica e Planina, di aver intuito e verificato i percorsi ipogei dei fiumi carsici Reka-Timavo,

88

nia alla fine del 1500, mentre la nobile famiglia

Piuca e Lokva, a descrivere il proteo, il più straordina-

materna, i Rauber, avevano dato alla città uno dei

rio abitante delle grotte slovene, a tramandarci

primi vescovi), il giovane Janez studiò dai Gesuiti

l'avventurosa storia del cavaliere Erasmo Lueger, il

prima in patria poi in Germania, combatté assieme

Robin Hood della Carniola, e dell'imprendibile

agli Ungheresi contro i Turchi e viaggiò parecchio

castello di Predjama, a descriverci i primitivi sci con

per la sua epoca, visitando Germania, Austria, Sviz-

cui si spostavano d'inverno i montanari carniolani, a

zera, Francia, Italia e nord Africa. Ma soprattutto

misurare l'altezza di parecchie montagne ed a pro-

visitò accuratamente le regioni slovene di allora, che

gettare un tunnel sotto la catena delle Caravanche.

oltre alla Carniola comprendevano anche la Carinzia

E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Nato a

e l'Istria, descrivendola nella monumentale opera

Lubiana nel 1641 in un palazzo tuttora esistente

“La Gloria del ducato carniolano”, un libro in 4 volumi

affacciato sulla Piazza Vecchia, da una ricca famiglia

scritto in lingua tedesca e pubblicato in appena 500

di origine bergamasca (il nonno Girolamo Vavassori

esemplari a proprie spese a Norimberga nel 1689,

era un commerciante di Telgate trasferitosi in Slove-

frutto di ben otto anni di peregrinazioni e di ricerche


89

anno 3 - n°9 autunno 2013


SLOVENIA, Valvasor e il Castello di Bogensperk

90


91

in biblioteca. Se le sue 3.532 pagine

km ad est della capitale Lubiana, che

bel castello, per ritirarsi a vivere in

costituiscono ancora oggi la più

Valvasor acquistò nel 1672 per tra-

una modesta abitazione a Krsko,

ricca messe di informazioni geogra-

sferirvi la sua ampia biblioteca, tra le

dove morì un anno dopo, solo, pove-

fiche, storiche, etnografiche, natura-

più ricche dell'Europa Centrale e

ro e negletto. A Bogensperk, ora

listiche e descrittive sulla Slovenia

ancora oggi conservata quasi intat-

trasformato in museo, la presenza di

del 1600, le 535 stupende incisioni

ta presso la Biblioteca Nazionale di

Valvasor è rimasta però immutata

allegate illustrano e fotografano

Zagabria in Croazia, e le sue molte-

nel tempo: c'è ancora il suo studio,

città, villaggi, castelli e monasteri,

plici collezioni e per impiantarvi la

una copia originale del suo ponde-

chiese e monumenti come erano a

sua preziosa stamperia, la più antica

roso libro, il laboratorio della carta e

quei tempi, che ne fanno la più anti-

della Slovenia. A quei tempi infatti

la macchina per la stampa, un' espo-

ca e completa guida turistica ante

per fare l'editore occorreva per pri-

sizione delle sue suggestive incisio-

litteram di una regione europea.

ma cosa produrre la carta e per tra-

ni, gli strumenti cartografici e geo-

Anche la motivazione che lo portò

durre i disegni in immagini incidere

detici, i trofei di caccia, una raccolta

ad intraprendere una iniziativa tanto

lastre di rame e poi stamparle con

di costumi sloveni seicenteschi e

impegnativa, e priva di altri prece-

inchiostro e pressa. Prima della sua

una curiosa collezione di oggetti di

denti, risulta decisamente moderna:

opera più famosa aveva già scritto e

medicina popolare, di magia e di

il fatto di aver constatato nel corso

stampato, la maggior parte proprio

stregoneria, materie di cui fu pro-

dei suoi frequenti viaggi all'estero

nel castello di Bogensperk, altri otto

fondo cultore.

quanto fosse poco conosciuta la sua

libri illustrati, principalmente di

terra; un misto di orgoglio e di

carattere geografico. L'attività di

Informazioni sul castello di Bogen-

nazionalismo da parte di un erudito

scrittore, ricercatore ed editore, se

sperk possono essere richiesti

che in realtà era, almeno in parte,

da un lato gli garantì una fama impe-

all'Ufficio del Turismo Sloveno in

sloveno solo per acquisizione piut-

ritura, dal punto di vista economico

Italia, tel. 02 29 51 11 87, e-mail:

tosto recente. La presenza del colto

non si può purtroppo dire che gli

info@slovenia-tourism.it. oppure

barone si può cogliere ancora oggi

portò fortuna. Oberato dai debiti,

visionabili sul sito www.slovenia.in-

visitando l'elegante bianco castello

nel 1692 fu infatti costretto a vende-

fo.

rinascimentale di Bogensperk, 40

re tutte le sue proprietà, compreso il

anno 3 - n°9 autunno 2013


La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni

La fantasia del gioco, un testo e foto di Giuseppe

È

92

Garbarino

un mondo di arte e di fantasia quello del giocattolo

gli occhi estasiati di un bambino oggi forse sopravvissuto

antico; la magia è tutta racchiusa in una chiavetta in

ad una terza età che troppo presto lo ha rapito ai sogni

metallo da girare, un ingranaggio nascosto dietro

dell'infanzia. Il bambino giocava ieri come gioca oggi, uti-

una sottile latta colorata e quell'aeroplanino attaccato ad

lizzando quello che realizza per lui l'Homo Ludens,

un filo che comincia a girare rievocando dimenticati eroi

quell'uomo per il quale il gioco è fondamento della civiltà.

dell'aria e Piccoli Principi. Il tutto una volta avveniva sotto

L'adulto continua la sua ricerca del gioco realizzando


93

museo per i nostri sogni balocchi per coloro che sono ancora bambini, perché è dal

Milano e di Santo Stefano Lodigiano, vicino a Piacenza. Ad

gioco che emerge la possibilità di abbandonarsi ad un

accogliermi i due geniali autori di questo avventuroso viag-

altro mondo ed entrare in una sfera spirituale dove

gi nel mondo del giocattolo antico e d'autore; sono Paolo

l'aspetto ludico è importantissimo. Questo mondo di vec-

e Franzoni Tibaldeo, un cognome che affonda le sue origi-

chi balocchi lo incontro nelle due sedi del Museo del Gio-

ni nei momenti più brillanti del periodo risorgimentale, ma

cattolo e del Bambino, quella di Cormano, nella periferia di

questa è un'altra storia. Teche di bambole, modellini di

anno 3 - n°9 autunno 2013


La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni

casette riccamente arredate come se fossero vere abita-

nella mano, a significare che nei giocattoli non esiste razzi-

zioni, gioiellini di artigianato ottocentesco, Pinocchi di

smo. Tra le chicche della collezione il catalogo completo

ogni forma e storia, soldatini, trenini e macchinine che

della Cardini, un'azienda di giocattoli in latta litografata di

farebbero la gioia di ogni collezionista. Sono migliaia i pez-

Omegna, piccoli capolavori che si possono osservare con

zi pregiati che con artistica e precisa collocazione si incon-

la loro scatola originale in cartone. La particolarità, oltre

trano nel percorso museale, divisi per periodo storico, con

alla bellezza dei pezzi, è nel fatto che le scatole non funge-

abbinamenti e inserimenti di immagini, riviste e altre pic-

vano solo come contenitore, ma una volta aperte assume-

colezze che rilevano la professionalità di chi da decenni si

vano la forma di garage, hangar per aerei, stazioni ferro-

dedica alla ricerca e allo studio del giocattolo. Qua e là

viarie, una vera genialità nel settore del packaging di inizio

l'occhio cade su curiosità, scatole magiche, oggetti inu-

Novecento. Autore d'eccezione fu Attilio Mussino, storico

suali e spesso di difficile interpretazione, ma ecco che la

disegnatore del Corriere dei Piccoli. Ricordando il Corriere

mano di Paolo trasforma l'oggetto misterioso in un coin-

dei Piccoli segnalo che al museo si trova una collezione

volgente gioco di altri tempi, magari mettendo in moto

unica di disegni e ricordi di un altro grande illustratore,

uno zootropio, precursore del più moderno cinema. Ecco

Antonio Rubino, tra i fondatori del Corriere dei Piccoli e

che si apre una valigetta e appare un campo di battaglia, si

autore di delicatissime illustrazioni, degne da sole di una

carica la molla del meccanismo e via che i soldatini in piom-

esposizione separata. Luisa attira la mia attenzione e mi

bo vanno alla carica infilzandosi alla baionetta, sullo sfon-

mostra un pupazzo, una specie di ginnasta clown che ese-

do rigorosamente dipinto a mano, le immagini di un pano-

gue delle semplici piroette grazie alla base che nasconde il

rama collinare. In un angolo è appoggiato il classico e sem-

meccanismo. “Questo è stato utilizzato dal regista Marco

plicissimo cavallino di legno rivestito di pezza, poco più in

Tullio Giordana per il suo film Romanzo di una strage.

là i suoi cugini a dondolo in carta pesta e telaio rigido, men- Capita spesso che ci richiedano giochi particolari per le tre in un altro lato della sala una scolaresca di bambole, a

94

ambientazioni dei film e devo dire che è sempre un piacere

due a due, sembrano passeggiare in occasione di una

fornirli, un modo per farli rivivere in un contesto che li

scampagnata, tenendosi per mano. Tra loro una Piccola

riporta quasi nel loro mondo d'origine.” Una delle tante

Italiana e una negretta leziosamente vestita, tutte mano

curiosità sono le lastre di ardesia scolpite con le immagini


95

anno 3 - n°9 autunno 2013


La fantasia del gioco, un museo per i nostri sogni

96


97 di soldatini, queste venivano utilizzate per colare il piombo nelle fessure e ottenere le figurine metalliche. Moltissimi dei pezzi collezionati ed esposti ricordano l'epopea Risorgimentale italiana, quella citata nel libro Cuore del De Amicis e che trasformarono i piccoli italiani in tanti bersaglieri, cavalieri, ecc… tutti armati di fucilini in legno, vestiti da giovanissimi ed improbabili soldati, pronti ad organizzare battaglie e vittoriose campagne militari con nel cuore il ricordo al Tamburino Sardo. Il periodo delle Guerre di Indipendenza ispirò fortemente la produzione di giocattoli legati al mondo militare, non solo semplici soldatini di piombo e latta, ma anche piccoli gioielli dove si vedono gli esempi di fedeli riproduzioni dei reparti militari dell'epoca. La produzione di questo filone legato al Risorgimento ebbe il suo massimo sviluppo a cavallo tra l'Ottocento e Novecento, quando la produzione dei giocattoli iniziò ad avere un carattere industriale e quindi alla portata economica di molte famiglie. In fin dei conti questo scarto temporale tra i fatti Risorgimentali e le produzioni dei giocattoli è dovuto chiaramente al fatto che i produttori avevano vissuto in prima persona gli eventi delle Guerre di Indipendenza e ne riproducevano il ricordo per far giocare i loro figli e nipoti. Tra le iniziative future del Museo del Giocattolo e del Bambino è proprio una mostra di giocattoli legati al mondo ottocentesco, da realizzare in occasione del 150° di Firenze Capitale d'Italia. “Stiamo prendendo contatti per trovare una sede idonea a questa mostra” afferma Paolo Franzoni Tibaldeo, “siamo disponibili a privare per alcuni mesi le nostre collezioni dei pezzi più pregiati e speriamo davvero che sarà possibile organizzare il tutto con il supporto di un' associazione culturale di Firenze, la PRIMA, ispiratrice dell'evento e che ha già all'attivo altre manifestazioni, oltre a essere parte del Comitato Promotore dei festeggiamenti per il 150° di Firenze Capitale”. E' questa sicuramente un'occasione da non perdere, non è cosa di tutti i giorni poter ammirare in una città come Firenze, anche se incommensurabilmente ricca d'arte, una raccolta come quella del Museo del Giocattolo. Quello che appare subito da una visita alle due sedi museali di Cormano e Santo Stefano Lodigiano è l'amore con il quale i pregiati pezzi sono esposti, il modo, le forme che vengono fatte assumere a bambole e bambolotti, addirittura la ricostruzione di una classe scolastica con i banchi originali dell'Ottocento, sembra quasi di essere nella classe di Garrone, in un angolo del Museo non manca nemmeno un quadro con l'immagine della Maestrina dalla Penna Rossa, mentre Pinocchio diventato ragazzo in carne ed ossa (si fa per dire) sbircia dal fondo della sala. www.museodelgiocattolo.it

anno 3 - n°9 autunno 2013


Foto di Anna Alberghina: Bolivia

Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com www.emotionsmagazine.com Progetto Grafico, impaginazione e creazione logo Emotions Ilenia Cairo icairo@emotionsmagazine.com Collaboratori Anna Alberghina, Anna Maria Arnesano, Giulio Badini, Luisa Chiumenti, Franca Dell'Arciprete Scotti, Cora Ebeling, Giuseppe Garbarino, Pamela McCourt Francescone, Mariella Morosi, Annarosa Toso Traduzione testi Pamela McCourt Francescone Responsabile Marketing e Comunicazione Mirella Sborgia msborgia@emotionsmagazine.com Editore Teresa Carrubba Via Tirso 49 - 00198 Roma Tel. e fax 068417855

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 - N° 310/2011 Copyright © - Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.


arte

n

La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria. Karl Kraus

srl

viaggi e cultura

falegnami dal 1841



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.