Emotions magazine rivista viaggi e turismo settembre 2015 anno5 n17

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viaggi e cultura Anno 5 n°17 settembre 2015

SRI LANKA GIAPPONE CINA ALGERIA BELGIO VIA DELLA SETA DONNE DEL VINO CALCIO STORICO



Sommario

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pag. 6

SRI LANKA di Teresa Carrubba

pag.18 SRI LANKA A TAVOLA di Pamela McCourt Francescone

pag. 34 CINA Il Forte di Jiayuguan di Pamela McCourt Francescone pag. 40 LA VIA DELLA SETA ora è un'autostrada di Niccolò Garbarino pag. 46 ALGERIA il curioso mondo dei Mozabiti di Anna Maria Arnesano pag 54 BELGIO Bruxelles e Fiandre di Annarosa Toso pag. 58 IL BRENTA di Luisa Chiumenti pag.64 DONNE DEL VINO di Giuseppe Garbarino pag. 72 CALCIO STORICO di Giuseppe G. Pistone pag. 78 VALLE CAMONICA le incisioni rupestri di Giulio Badini pag. 84 KALEIDOSCOPE Speciale Sri Lanka a cura di Pamela McCourt Francescone e Teresa Carrubba

anno 5 - n°17 settembre 2015

pag. 26 GIAPPONE il luogo della perfetta armonia di Anna Alberghina



editoriale

C

'era una volta la vacanza stanziale. Si chiamava “villeggiatura”, durava anche un mese, in genere ad agosto, ed era quasi un vanto dire: “stessa città, stesso albergo, stessa spiaggia”. Ma per fortuna le cose cambiano. La vacanza è diventata dinamica e persino avventurosa, cresce la voglia di scoprire terre lontane, sempre diverse, si spezzano i periodi di ferie per fare più viaggi durante l'anno. Questo sì, è “viaggiare”. E di spunti per progettare ce ne sono all'infinito. Mete asiatiche, eccitanti, come la verdissima Sri Lanka, un tripudio di Natura, di profonda spiritualità, di aromi che aleggiano nell'aria come quello del pregiato tè Ceylon, in omaggio all'antico nome dell'isola. O come il Giappone, tra la frenetica vivacità di Tokyo e l'atmosfera rarefatta dei giardini fioriti tra ponticelli e piccole case in legno, e l'incedere elegante delle Maiko. O come la Cina, la cui possanza si esprime emblematicamente anche in quel capolavoro dell'ingegneria e della storia che si chiama Grande Muraglia di cui Il Forte di Jiayuguan è il suo baluardo più occidentale. I più audaci visiteranno paesi impegnativi come l'Algeria per un viaggio antropologico alla scoperta del curioso mondo dei Mozabiti, uno dei popoli più interessanti del Sahara. Bellezze raffinate, tutte da vedere, più vicino a noi, nella dimensione composta del Belgio, con le romantiche Fiandre e la potente Bruxelles, caposaldo del Parlamento Europeo, ma anche ridente per via di manifestazioni folkloristiche come la parata storica Ommegang e l'infiorata. Restando tra noi, che non è poco!, l'affascinante crociera sul Brenta per ammirare da vicino le ville venete, traccia magnifica di un passato aristocratico.

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SRI LANKA - Scrigno di bellezze naturali, archeologia e del pregiato tè Ceylon Treasure-trove of nature, archaeology and fabled Ceylon tea

Sri Lanka Scrigno di bellezze naturali, archeologia e del pregiato tè Ceylon Treasure trove of nature, archaeology and fabled Ceylon tea

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7 Testo di /Text by

G

ià al primo impatto, il fascino enigmatico di

quest'isola trasuda dalla densa aria tropicale,

dalla prorompente vegetazione che si affolla

variegata nelle sue infinite nuance di verde, dalla rasse-

T

Teresa Carrubba

he enigmatic allure of this island is immediate, it

oozes from the dense tropical air, from the unbri-

dled vegetation with its multi-hued shades of

green, from the calming stillness of the talcum-powder

renante quiete delle spiagge color borotalco protette da

beaches protected by rows of gently swaying palm trees,

filari di palme, dall'andatura flemmatica dei branchi di

from the phlegmatic gait of the herds of elephants and

elefanti, dalla profonda sacralità delle infinite statue di

from the deep sacredness of the infinite statues of Bud-

Budda che, spesso gigantesche, sorvegliano ieratiche lo

dha, often of humongeous dimensions, that solemnly

scorrere lento della vita. E non vi è dubbio che sia proprio

survey the gentle pace of everyday life. And there can be

la pacifica filosofia del Buddismo, che nello Sri Lanka

no doubt that the pacific Buddhist philosophy, which in Sri

insiste per oltre il 70%, a permeare di sé tutta

Lanka is professed by over 70% of the population, perme-

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SRI LANKA - Scrigno di bellezze naturali, archeologia e del pregiato tè Ceylon Treasure-trove of nature, archaeology and fabled Ceylon tea

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l'evoluzione vitale dell'isola. il precetto buddista di “non

ates the vital evolution of this island. In fact the Bud-

danneggiare alcuna forma di vita”, infatti, ha reso que-

dhist precept of “not damaging any form of life,” has

sta terra in gran parte protetta, con vari Parchi Nazionali

facilitated the creation of the many national parks

abitati da 91 specie di mammiferi, tra le quali alcune

inhabited by 91 species of mammals, including some

autoctone come l'elefante dello Sri Lanka, la più grande

which are indigenous like the Sri Lanka elephant, the

delle sottospecie dell'elefante asiatico, e il leopardo

largest of the subspecies of the Asian elephant, the Sri

dello Sri Lanka, il sambhur della famiglia dei cervi, tarta-

Lankan leopard, the sambar which belongs to the deer

rughe marine, 430 specie di uccelli, 230 diverse farfalle,

family, sea turtles, 430 species of birds, 230 different

il macaco e varie specie di scimmie che saltellano giulive

types of butterflies and also macaques and various

vicino ai templi e in ogni dove. Degni di nota i due Parchi

other types of monkeys that skip gaily around temples

Nazionali più conosciuti (e tra i più grandi): Yala, che è il

and archeologica sites. The two best-known (and

più visitato dai turisti e con la più alta concentrazione di

among the largest) parks are indeed worthy of note:

leopardi sull'isola, e Hikkaduwa, e la Riserva di Sinhara-

Yala which is the most popular with visitors and has

ja, a 120 km a sud est di Colombo, designata

the highest concentration of leopards on the island,

dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità e inserita

and Hikkaduwa, while the Sinharaja Reserve, some

tra le riserve della biosfera. Gli stessi dettami buddisti

120 kilometres south-east of Colombo, is certainly

influenzano anche la tavola che qui nello Sri Lanka è

the most important for its pristine state, and is a

spesso imbandita con piatti vegetariani, sebbene non

UNESCO World Heritage site on the biosphere list.

sia esplicitamente proibito mangiare la carne. Ispirata

These same Buddhist precepts also influence the

alla religione induista, invece, l'Ayurveda, l'antica medi-

table which here in Sri Lanka is often decked out with

cina naturale che persegue l'armonia tra corpo e mente

vegetarian dishes, although eating meat is not

attraverso trattamenti olistici e l'utilizzo di erbe medici-

explicitly banned. Inspired by Hinduism, the ancient

nali e olii aromatici. Una pratica nata in India più di 3.000

practice of ayurvedic medicine pursues the harmony

anni fa e rapidamente diffusa nello Sri Lanka, dove i re

of the body and the mind using holistic treatments,

singalesi istituirono centri Ayurveda nelle antiche città

medicinal herbs and aromatic oils. This practice

di Anuradhapura e Polonnaruwa. Ancora oggi, molti

dates back to India and over 3,000 years ago when it

resort di lusso sparsi per l'isola offrono trattamenti

quickly spread to Sri Lanka where the Sinhalese kings

specifici, complementati da meditazione, yoga e musi-

established ayurvedic centres in the ancient cities of

coterapia, a tal punto rinomati da favorire addirittura un

Anuradhapura and Polonnaruwa. And today many

“turismo ayurvedico”. Chi viene nello Sri Lanka, però,

of the luxury resorts around the island offer specific

non può prescindere dagli itinerari del buddismo tra i

treatments together with meditation, yoga and

siti di Dambulla, Polonnaruwa e Sigiriya. Qui dove un

music-therapy, and indeed ayurvedic tourism is very

tempo sorgevano le capitali delle antiche dinastie sin-

popular. But anyone visiting Sri Lanka cannot disre-

galesi, dove gli archeologi hanno riportato alla luce anti-

gard the Buddhist itineraries like Dambulla,


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chi tesori, spesso intimamente accorpati alla roccia.

Polonnaruwa and Sigiriya. Here, in the capitals of the

Attraverso il misticismo dei suoi templi ricchi di statue

ancient Sinhalese dynasties archaeologists have brought

ed affreschi che riassumono i vari aspetti della vita di

to light ancient treasures, many of which are incorpo-

Budda, si respira il fasto dei grandi regni che hanno

rated in the rock face. Through the mysticism of its tem-

dominato il Paese.

ples with their exquisite statues and frescoes depicting

Dambulla. Antico complesso di grotte rupestri, il meglio

the various aspects of Buddha's life, you can relish the

conservato dello Sri Lanka, situato nella Provincia Cen-

pomp and splendour of the great kingdoms that once

trale. Delle oltre 80 grotte rinvenute nella zona, 5 sono le

dominated this country. Dambulla. This ancient group of

più ricche e significative, con 153 statue e affreschi che

caves, in the centre of the island, is the best preserved in

rappresentano le varie sembianze del Budda e narrano

Sri Lanka. Five of the more than 80 caves found in the

della sua vita. Come tutte le cose belle, anche questo

area are particularly significant with 153 statues and

sito va conquistato con fatica attraverso una salita impe-

frescoes representing the various features of Buddha and

gnativa. Ma ne vale la pena. Se avrete l'opportunità di

stories of his life. As with all beautiful things, this site

visitare il tempio al tramonto, la luce rossastra che filtra

requires quite an effort as it is a long climb up the many

morbidamente nelle grotte amplificherà l'effetto

stairs to the caves. But it is worth every step of the way.

emotivo di un allestimento scenico già carico di sugge-

And if you have the chance to visit this temple at sunset,

stione mistica. La grotta numero due è la più impressio-

the reddish light that filters softly into the caves plays up

nante per dimensioni e quantità di statue. Il tempio rupe-

the emotional effect of the theatrical staging which is

stre di Dambulla fu eretto nel primo secolo a.C. dal re

already highly charged with mystic suggestion. Cave

Valagamba, esiliato dai suoi nemici dal regno di Anurad-

Number 2 is the most striking for its dimensions, and the

hapura, come segno di gratitudine verso i monaci bud-

number of statues it contains. The rock temple of

disti che qui vivevano in meditazione.

Dambulla was built in the first century A.D. by King

Sigiriya. E', in assoluto, il sito archeologico più spettaco-

Valagamba, who was exiled by his enemies from the king-

lare: una possente roccia appiattita che spunta dalla

dom of Anuradhapura, as a sign of gratitude to the Bud-

foresta come un miraggio. Dichiarato Patrimonio

dhist monks who lived here in seclusion and meditation.

UNESCO nel 1982, era un luogo abitato già in epoca

Sigiriya. This is the island's most spectacular site: a

preistorica. Fu il re Kasyapa, alla fine del 400 d.C. a farvi

mighty rock with a flat top that erupts from the forest like

costruire una fortezza inespugnabile, considerata non

a mirage. Declared a World Heritage Site in 1982, it was

solo grandiosa opera di ingegneria e progettazione

inhabited in prehistoric days. It was King Kasyapa who,

urbanistica, ma anche uno tra i più affascinanti monu-

at the end of 400 A.D, had an impregnable fortress built

menti. I fasti del passato della splendida residenza reale,

at the top of the rock, and it was considered not only a

vengono rievocati dalla pianta dei giardini reali simme-

magnificent work of engineering and urban planning but

trici alla base della fortezza, con canali e fontane e, a

also one of the most fascinating monuments ever con-

metà salita lungo la roccia, dagli antichi affreschi dai

structed. The pomp and splendour of the past of this

colori accesi perfettamente conservati, che rappresen-

splendid royal palace are re-evoked by the layout of the

tano donne prosperose e personaggi del buddhismo

symmetrical royal gardens at the foot of the fortress, with

tantrico, e dai graffiti risalenti a circa mille anni fa con

canals and fountains. While half way up the rock we can

antiche scritte in alfabeto singalese. Anche qui, la bellez-

admire antique frescoes in bright colours, which have

za del sito ha il prezzo di una salita notevole, un'infinita

been perfectly preserved, of full-figured women and

gradinata, dapprima in pietra e poi in ferro, interrotta a

figures from tantric Buddhism as well as graffiti dating

metà percorso da quello che doveva essere l'accesso

back to around a thousand years ago with ancient letter-

ufficiale al palazzo, due gigantesche zampe di leone

ing in the Sinhala alphabet. Here too the beauty of the

evidentemente parte di un'imponente statua intera del-

site comes with a price, which is the arduous climb up

la belva che dà il nome al sito. In seguito questa fortezza

endless flights of steps, first in stone and then in iron,

divenne un complesso monastico buddista, abbando-

interrupted half way by what must have been the official

nato nel 1300, poi scoperto da un archeologo inglese

entrance to the palace: two huge lion's paws which were

alla fine dell'800. Inutile dirlo, la vista dalla cima della

evidently part of a large statue of a lion inside the palace,

roccia su tutta la giungla circostante è impressionante.

and the feature that gives the site its name. Later this for-

Polonnaruwa. Fu dichiarata capitale dal re Vijayabahu I

tress became a Buddhist monastery which was aban-


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che nel 1070 sconfisse gli invasori Chola, una delle principali dinastie Tamil dell'India. Il regno di Parakrama Bahu I segnò l'età d'oro di Polonnaruwa, fiorirono l'agricoltura grazie anche alla realizzazione di moderni bacini di irrigazione delle terre, ed i commerci. L'antica Polonnaruwa oggi è uno dei siti archeologici di Sri Lanka meglio conservati ed è stata inserita nel 1982 nel Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Sotto i Chola la città si era arricchita di numerosi templi dedicati al dio Shiva e alla sua compagna Parvat, poi durante il regno di Parakrama Bahu I e quello dei suoi successori furono aggiunti alcuni templi buddisti tra cui il "Lankathilake", una struttura in mattoni che racchiude una statua acefala del Buddha. La massima concentrazione va alla zona del palazzo Reale e al Quadrilatero di Polonnaruwa, centro spirituale dell'antica capitale, anche se sarà impossibile non rimanere affascinati da tutto il complesso archeologico: rovine di palazzi, sale e vasche decorate da statue, bassorilievi con raffigurazioni zoomorfe. Archeologia a parte, il fascino dello Sri Lanka passa anche attraverso il sentore dolciastro della cannella, che qui nasce e da qui si diffonde nel mondo, lo scintillio delle pietre preziose che ne fanno un caposaldo dell'oreficeria, e l'aroma pregiato del tè. Tra i più rinomati al mondo. Furono gli Inglesi, dopo il 1867, a introdurre a Ceylon (com'era chiamato lo Sri Lanka fino al 1947) la coltivazione e il commercio del

doned in the 14th century and then discovered at the end of the 19th century by an English archaeologist. Needless to say the view from the rock-top over the jungle is awesome. Polonnaruwa. This city was declared the capital by King Vijayabahu I who, on 1070, crushed the invasion of the Cholas, one of the main Indian Tamil dynasties. The reign of King Parakrama Bahu I was a golden age for Polonnaruwa, and agriculture flourished thanks also to the modern reservoirs for irrigation that were built and to trading. Today this old site of Polonnaruwa is one of the best preserved in Sri Lanka and it was added to the UNESCO World Heritage list in 1982. Under the Cholas many temples to Shiva and his companion Parvati were built and then, during the reigns of Parakrama Bahu I and his successors, many Buddhist temples were added including the Lankathilake, a brick edifice that contains a headless statue of Buddha. The most interesting part of this site is the area of the Royal Palace and the Polonnarua Quadrangle, the spiritual centre of the

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ancient capital, although it is impossible not to be awed


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SRI LANKA - Scrigno di bellezze naturali, archeologia e del pregiato tè Ceylon Treasure-trove of nature, archaeology and fabled Ceylon tea tè. Ancora oggi, lo Sri Lanka rimane uno dei primi tre

by the archaeological complex in its entirety with striking

esportatori mondiali di tè assieme a Kenya e Cina. Il tè di

remains of palaces, halls and basins decorated with stat-

qualità migliore è quello d'alta quota, coltivato al di

ues and bas-reliefs with zoomorphic figures. But apart

sopra dei 1200 metri nella zona centrale compresa tra

from archaeology the allure of Sri Lanka also wafts

Kandy e Nuwara Eliya che, grazie al clima, acquista un

through the sweet scent of cinnamon, which is an indige-

aroma delicato. La visita alle Tea Factory mostra la lavo-

nous plant that then took the world by storm, the sparkle

razione delle foglioline verdi, tutta fatta a mano. Quelle

of precious gems which make it a stronghold of jewellery-

più pregiate producono il tè bianco o Silver Tips, legge-

making, and the refined aroma of tea. Which is one of

rissimo e ricercato. Più economico quello nero, dal sapo-

the best in the world. It was the English who, in 1876,

re forte e amaro.•

introduced tea to Ceylon – as Sri Lanka was called up to 1947 – then cultivating and trading tea around the world. And still today Sri Lanka, together with Kenya and China, is one of the world's top three exporters. The best tea is grown high on the hills, at 1200 meters in the central area between Kandy and Nuwara Eliya where, thanks to the climate, it gets its delicate aroma. Visiting a Tea Factory you can see how the tender green tea leaves are processed, entirely by hand. The most prized leaves produce white tea, the famous Silver Tips which is very light and sought-after, while the less expensive black tea is stronger and slightly bitter.•

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SRI LANKA - In tavola un arcobaleno di fragranze/A rainbow of fragrances on the table

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Sri Lanka In tavola un arcobaleno di fragranze A rainbow of fragrances on the table Testo di /Text by

L

Pamela McCourt Francescone

a gastronomia dello Sri Lanka è un arcobaleno di

profumi, sapori e colori. Prodotti semplici e genuini

dal mare e dalla terra, e spezie che hanno radici

secolari nella cultura singalese e plasmano delizie gastronomiche cariche di promesse e misteri esotici. Quella singalese si distingue dalla cucina del vicino subcontinente indiano per la gamma di sfumature sottili e raffinate che la pervade, e per il fatto che nonostante un abbondante uso di peperoncino – a volte anche troppo di pepe, zenzero e altre spezie inebrianti, insinua una gamma di tonalità più melliflue. Qui, come in India, è il riso l'asse portante della cucina: la base sulla quale vengono costruite le specialità delle diverse regioni con alla base carne di pollo, maiale o capra, una varietà quasi infi-

S

ri Lanka's cuisine is a rainbow of fragrances, fla-

vours and colours. Simple genuine products from

the sea and the land which, blended with spices that

are rooted in age-old traditions, creating gastronomic delights overflowing with exotic promise and mystery. Sri Lankan food differs from that of nearby India for its range of subtle and refined nuances and, notwithstanding a generous use of chilli pepper – which can at times reach alarming levels – pepper, ginger and other heady spices, has a balanced mellifluousness. Here, as in India, rice is the base on which the various regional specialties are constructed using chicken, pork or goat, an infinite variety of fish, vegetables, pulses and fruit. Rice and curry and hoppers are two staples. Hoppers are made from rice flour

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21 nita di pesce proveniente dall'Oceano Indiano e verdure, legumi e frutta. Il rice and curry e gli hopper sono le specialità più diffuse. Questi ultimi sono fatti con farina di riso e possono essere hopper semplici o string hopper. I primi sono sottili crepe dalla forma concava che vengono servite con dentro un uovo fritto o miele e yogurt e si trovano soprattutto sul tavolo della prima colazione. Anche gli string hopper, matassine di pasta sottile cotta al vapore e poi affogata con una salsa di curry, sono molto apprezzati la mattina. Una consuetudine, quella di mangiare una pietanza piccante nelle prime ore della giornata, che difficilmente incontra i gusti occidentali in materia di breakfast, ma che nello Sri Lanka ha la stessa valenza del nostro cappuccino e cornetto. E sulla tavola, insieme agli hopper, non manca mai il lunu miris, un piccante sambol di cipolle, peperoncino, succo di lime e sale. Molto diffuso anche l' ambu thiyal, un curry di pesce – particolarmente prelibato quello di tonno reso amaro con l'aggiunta del goraka, un frutto amarognolo. Tra le tante gustose specialità di fast food singalese il più apprezzato è il kottu roti, un disco sottile di pane che viene fritto nell'olio di palma e tagliato a strisce prima di essere condito con il curry. Il curry è

and can be simple or string hoppers. The simple variety are crispy thin concave pancakes into which they pop a fried egg or honey and yoghurt, and they are popular for breakfast.

String hoppers, which are

skeins of thin steamed noodles drowned in a rich curry sauce are also a popular breakfast dish. Eating spicy food in the early hours in the day can raise western eyebrows, but in Sri Lanka it is the equivalent of a plate of bacon and eggs. And on the table with the hoppers you will always find lunu miris, a spicy sambal of onions, chilli, lime juice and salt. Another popular curry is ambu thiyal made with fish – tuna is a favourite – to which a bitter fruit called goraka is added. And when it comes to fast food the kottu roti is ubiquitous: a thin disk of dough fried in palm oil, cut into thin slices and doused with curry. Curry is much more than just a blend of spices – and each cook prepares his or her own personalized version from a staggering selection of powders and seeds - curry is a drug and the driving force that energizes Sir Lankan cuisine. One of the most popular curries is parippu, made from red lentils to which vegetables and spices including cumin, turmeric, fenugreek, mustard seed and curry leaves are

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SRI LANKA - In tavola un arcobaleno di fragranze/A rainbow of fragrances on the table

molto di più di una miscela di spezie – e ogni cuoco pre-

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viene spesso servito con il rice and curry, mentre il gotu

para la sua particolare versione dosando polvere e semi

kola sambol è un'insalata di una pianta medicinale, la

fino a ottenere un composto personalizzato – il curry è

centella asiatica, alla quale vengono aggiunti pomodori,

una droga, il volano che fornisce energia alla cucina sin-

scalogni, noce di cocco fresco grattugiato, succo di lime

galese. Quello più diffuso è il parippu, fatto di lentiche

e sale. Onnipresente, e servito in tavola come condimen-

rosse alle quali vengono aggiunte verdure e spezie quali

to, il pol sambol, un composto di noce di cocco grattu-

il cumino, il curcuma, il fieno greco, i semi di mostarda e

giato con l'aggiunta di cipolle rosse tagliuzzate, pepe-

le foglie di curry; il tutto condito con latte di cocco. Ad

roncino macinato e pesce salato ed essiccato. Molte le

accompagnarlo il pane roti, un pane azzimo di farina inte-

contaminazioni lasciate nei secoli da chi ha dominato

grale cotto su piastra o il paratha che una volta cotto vie-

l'isola, dai portoghesi agli olandesi, agli inglesi, come il

ne spennellato con olio o burro chiarificato. E' a base di

lamprais, di origine olandese, un impasto di carne, riso e

melanzane caramellate il wambatu moju, un pickle che

salsa piccante sambol che viene cotto al vapore dentro


23 zucchero non raffinato che si ottiene dal succo della palma da zucchero. Abbondanti e facilmente reperibili la papaya, il frutto della passione, l'ananas, il melograno, la guava, le banane, il jackfruit che ha un sapore simile all'ananas, il mangosteen, il rambutan il durian e il mango. Si dice che la capitale Colombo abbia preso il nome proprio dal mango, dal singalese kola-amba-thota che significa "porto con frondosi alberi di mango". E' stato un'inglese a portare nello Sri Lanka nel 1824 una pianticella di camellia sinesis per il Giardino Botanico Reale di Kandy. Qualche anno più tardi, dopo un'annata disastrosa per le piantagioni del caffè colpite dalla ruggine, fu uno scozzese a creare la prima piantagione del tè a 500 metri di altitudine vicino a Kandy. Oggi Sri Lanka è il

added together with creamy coconut milk. Parippu is served with rotis, small flat breads made with wholewheat flour and cooked on a hot plate, or with parathas which, straight off the hot plate, are brushed with oil or a clarified butter called ghee. Wambatu moju is a pickle made from caramelized aubergines and is often served with rice and curry, while gotu kola sambol is a salad made from a medicinal plant, centella asiatica, to which scallions, grated fresh coconut, lime juice and salt is added. Ubiquitous, and served as a condiment, Pol sambol is a mix of grated fresh coconut, chopped red onions, crushed red chillies, salt, and salted dried Maldives fish. Many foreign powers dominated Sri Lanka down the centuries –the Portuguese, the Dutch and the English - and each left traces of their own cuisine like lamprais, which is a Dutch dish of meat, rice and spicy sambol steamed inside a banana leaf. Fruit in Sri Lanka is abundant and seasonal. The wood apple, a kind of very tart lemon, has a strange smell that resembles gorgonzola cheese and is often blended with water and jaggery – non-refined sugar from the sugar palm – into a smoothie. Other typical fruits include papaya, guava, passion fruit, pineapple, pomegranate, jackfruit, mangosteen, rambutan, durian and mango. Indeed it would seem that the capital Colombo got its name from the mango – the Sinhala word kola-amba-thota meaning “the port with the leafy mango trees.” It was an Englishman who brought the first tea plant, the camellia sinesis, to what was then called Ceylon in 1824, as a gift for the Royal Botanic Gardens in Kandy. A few years later, after a blight ruined the coffee plantations, a Scotsman decided to replace coffee with tea and set up the first plantation on

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terzo paese produttore di tè, dopo il Kenya e la Cina, con

the hills near Kandy. Today Sri Lanka is the world's third

esportazioni per un miliardo e mezzo di dollari all'anno,

largest tea producer, after Kenya and China, exporting

producendo una grande selezione di tè: verde, bianco,

some 1.5 billion dollars worth of tea every year. There are

nero, aromatizzato con fiori ed essenze. Ma è l'Orange

many varieties, white, green, black and fruit-flavoured

Pekoe il re dei tè singalesi, e per apprezzare al meglio il

teas, but the king of them all is Orange Pekoe, and the

suo ricco e vellutato sapore va rigorosamente bevuto

best way to enjoy its unique and velvety flavour is to add

zuccherato e con qualche goccia di latte freddo.•

some sugar and a few drops of cold milk.•


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SriLankan Airlines Limited è la com- due classi. “L' operativo dei nostri voli

Aitken Spence è stato l'anno scorso il

per Colombo sono studiati in modo

primo operatore dello Sri Lanka a por-

pagnia di bandiera dello Sri Lanka, e opera con una flotta di 24 aeromobili

da arrivare nelle prime ore della mat-

tare nel Paese più di 100.000 turisti.

per destinazioni in Asia e in Europa

tina, per avere tutta la giornata a

Oltre al destination management,

dalla sua base principale all' Aeropor-

disposizione nella capitale o per per-

Aitken Spence, che nel 2014 ha rice-

to Internazionale Bandaranaike di

mettere ai passeggeri di proseguire in

vuto il Pata Gold Award, opera nei

Colombo. Attualmente sono 96 le

coincidenza per molte destinazioni in

settori lusso, natura, avventura e

destinazioni, anche in codeshare, in

Asia oltre che per Malé, la capitale

MICE. pmf

46 paesi in Europa, Medio Oriente,

delle Maldive”, ha detto Lalith Peiris,

http://aitkenspence.com/ -

Asia, Nord America, Australia e Afri-

Country Manager SriLankan Airlines.

http://www.aitkenspencetravels.com/.

ca. Sull'Italia opera da Milano e da

Il 1 maggio 2014 SriLankan Airlines, è

Roma con voli in coincidenza da tutta

entrata a fare parte dell'alleanza one-

Italia.

world. pmf

SirLankan Airlines collega

Roma a Colombo 3 volte la settimana con aeromobili Airbus A330 e A340 in

http://www.srilankan.com/.


GIAPPONE - Il luogo della perfetta armonia

GIAPPONE il luogo della perfetta armonia

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27

Testo e foto di

Q

Anna Alberghina ma, dotata di un sistema metropoli-

uesto piccolo arcipelago,

una stupefacente rivoluzione tecno-

una collana di isole agli

logica ma custodisce gelosamente la

tano e ferroviario all'avanguardia.

estremi confini dell'Asia,

sua cultura millenaria. Insomma, un

Offre molti luoghi di interesse ed

rappresenta il sogno di ogni viaggia-

paese costruito sul paradosso dove

ospita innumerevoli eventi mondani,

tore. Ospita alcune fra le metropoli

progresso e tradizione camminano

festival, sfilate di moda, concerti e

più vaste del pianeta che si alternano

mano nella mano! Tokyo impersona

spettacoli. I tempi dell'antica Edo

ad una natura rigogliosa ed inconta-

a meraviglia il contrasto tra presente

sono molto lontani!

minata, di cui i Giapponesi vanno

e passato. Popolata da oltre 13 milio-

Per iniziare la visita, l'ideale è salire

fieri. Il Giappone è stato il teatro di

ni di abitanti è una città modernissi-

sulla torre di Tokyo, copia perfetta

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GIAPPONE - Il luogo della perfetta armonia

della Tour Eiffel, da cui si gode una

giochi si riempiono di un'umanità

cuore delle montagne e circondati da

spettacolare veduta

variegata e pittoresca. La amerete o la

campi di riso. Patrimonio

a 360° sullo

skyline. Una passeggiata nei giardini

odierete ma, state certi, non vi lascerà

dell'Umanità dal 1995, sono famose

del palazzo imperiale o una crociera

indifferenti! Da Tokyo, nelle giornate

per le case costruite in stile Gassho-

sul fiume Sumida vi faranno smarrire

chiare, è visibile la sagoma perfetta

zukuri, caratterizzate da tetti spio-

il senso della realtà, portandovi lon-

del monte Fuji, venerato per secoli e

venti in paglia, di forma triangolare,

tano dal brulicante formicaio del mon- fonte di ispirazione per innumerevoli do sotterraneo. Vi perderete fra le

artisti e poeti.

E' la più alta monta-

botteghe di Asakusa dove sorge il

gna del Giappone ( 3776 m) e la sua

abbonda in questa regione. Kanaza-

popolarissimo santuario shintoista di

ultima eruzione risale al 1708.

wa con il suo castello, il magnifico

Ma è nel cuore dell'isola di Honshu

quartieri del piacere e la casa del

giardino di Kenrokuen, gli antichi

Kannon, affollato di pellegrini. Potrete dedicarvi ad uno shopping di

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come le mani giunte ( gassho) adatti a sostenere il peso della neve che

gran classe a Ginza oppure pranzare

che troverete ciò che resta del Giap-

Samurai della famiglia Nomura vi

nei migliori ristoranti di sushi nei pres-

pone tradizionale. Takayama è un

darà la sensazione di essere tornati al

si del mercato del pesce di Tsukuji.

antico borgo medievale noto per le

Medioevo. Un viaggio in Giappone vi

Ma è di notte che Tokyo riveste i suoi

sue vecchie case di legno e famosa

offrirà l'opportunità di soggiornare

abiti migliori, quando le luci e le inse-

per il festival che risale al 16° secolo,

nei “ryokan”, gli alloggi tradizionali,

gne, da cui occhieggiano i personag-

durante il quale la città è attraversata

dove sarete iniziati ad una squisita

gi dei manga, la trasformano in una

da grandi carri fiammeggianti. A poca

arte di vivere. Etichetta, cure del cor-

foresta incantata. Kabuki-cho, il quar- distanza, Shirakawago e Gokayama

po, raffinatezza culinaria sono le

sono tranquilli villaggi adagiati nel

parole d'ordine. I Giapponesi, per cui

tiere a luci rosse, pulsa di vita e le sale


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GIAPPONE - Il luogo della perfetta armonia un minuto è un minuto, qui si dimenticano della fretta! Ogni gesto diviene parte di un antico rituale. All'ingresso vi sarà chiesto di lasciare le vostre scarpe, perché tutti i pavimenti in legno sono ricoperti da “tatami”, le stuoie in giunco che assicurano calore in inverno e freschezza in estate. Le camere sono minimaliste ma molto piacevoli. Si dorme sul “futon” e durante tutto il soggiorno si può indossare una vestaglia in cotone, lo “yukata”. In bagno vi attende un wc supertecnologico con sedile riscaldato, getti d'acqua e musica regolati da comandi elettronici. Ma la vera delizia sono gli “onsen”, i bagni termali. Immergendovi nelle vasche bollenti, avvolte dal vapore, dimenticherete all'istante le vostre cure. L'esperienza del ryokan non sarebbe completa se non si potesse gustare la cucina tradizionale. Un pasto giapponese non è solo un fatto fisico ma soprattutto emotivo. Tutti i nostri punti di riferimento gustativi sono sovvertiti. Il viscoso, il gelatinoso, lo spugnoso diventano consistenze apprezzate e, nella maggior parte dei casi, non sarete in grado di dire che cosa state mangiando. L'estetica è importante quanto il sapore. La presentazione dei cibi è curatissima ed i colori sono in sintonia con la stagione. Alla fine del pasto non avrete nutrito solo il corpo ma anche la mente! Tappa imprescindibile del vostro viaggio sarà Kyoto. Capitale del Giappone dal 794 al 1868, Kyoto è immersa nella storia, anche se oggi è molto più conosciuta per la Nintendo, notissima casa produttrice di videogiochi. La principale icona del suo passato imperiale è il Kinkakuji, un tempo abitazione dello Shogun, oggi tempio del Buddismo Zen, che riflette nelle acque di un lago le sue pareti dorate. Complessivamente, Kyoto accoglie ben 17 siti protetti dall'Unesco con circa 2000 templi e meravigliosi giardini. I più noti sono i giardini zen o “kare sansui” (giardini secchi). La superficie di ghiaia, periodicamente rastrellata, è percorsa da linee curve perfettamente parallele che rendono l'insieme equilibrato quanto mutevole. Da non perdere il castello Nijo, eretto nel 1626, e le 1000 statue del Bodhisattva Kannon in cipresso giapponese. Ma il santuario più memorabile è il Fushimi Inari Taisha dedicato alla divinità del riso. E' famoso per la strabiliante prospettiva dei suoi “torji” rossi che serpeggiano per 4 km sul fianco della collina. A 42 km da Kyoto, Nara è ricordata come culla dell'arte e della letteratura. Nel centro cittadino si trova il “parco dei cervi” ma la vera perla è il Tempio Todai-ji che ospita il grande Buddha di Nara, una statua di bronzo dell'VIII secolo, alta 16 metri e pesante più di 500 tonnellate.

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31 Non si può parlare di Kyoto senza citare Gion, il famoso quartiere dove ancora oggi l'antico mondo delle geishe vive, come un tempo, in un universo parallelo. Ebbene sì, le geishe esistono ancora e vivono insieme in un mondo tutto al femminile, nelle “okiya”, le case di legno dei quartieri “hanamaci”. A Kyoto se ne contano ancora più di 200. Oggi, però, non vengono più vendute da bambine ma vanno a scuola e decidono di intraprendere questa carriera nell'età adulta. L'apprendistato è lungo ed impegnativo. Le geishe sono artiste che conoscono bene la danza tradizionale, la musica, l'arte del travestimento e della conversazione. Vere e proprie imprenditrici con un'agenda fitta di appuntamenti. Ogni gesto, ogni dettaglio del loro abbigliamento racchiude un significato. Ciò che rende così singolare il loro aspetto è il trucco, un processo lungo e laborioso che richiede attenti passaggi.

Il volto bianchissimo diventa una

maschera, resa ancor più conturbante dalle sottili labbra vermiglie e dalla sfumatura rosata ai bordi degli occhi. Le potrete incontrare, perfette ed imperturbabili, mentre si affrettano da una casa da thè (ochaya) all'altra, annunciate dal ticchettio degli zoccoli in legno sull'acciottolato. Ancora oggi, avvolte negli splendidi kimono, sono uno dei principali motivi di interesse sia per i Giapponesi che per gli stranieri. Perfetta conclusione del vostro itinerario è la visita del Koyasan, il centro del Buddismo Shingon, introdotto in Giappone nell'anno 805 da Kukai, noto anche come Kobo Daishi. E' raggiungibile in teleferica e domina dall'alto la città di Osaka. Si tratta di un complesso di 117 templi e pagode, immerso in una fitta foresta di cedri. Il luogo più suggestivo è il vasto cimitero Okunoin che ospita, insieme a migliaia di tombe, il mausoleo del famoso samurai Toyotomi Hideoshi ed i memoriali dei soldati uccisi nelle guerra del Pacifico.

Divenuto nel 2004 patrimonio

dell'Unesco, Koyasan continua ad attirare folle di visitatori e pellegrini da tutto il mondo a cui non manca di regalare una straordinaria sensazione di pace. E' proprio questa la magia del Giappone. Appena lo avrete lasciato avrete già voglia di ritornare.

Il rito del kimono Che cosa vi è di più elegante del kimono, l'abito tradizionale nonché costume nazionale del Giappone? Tutt'altro che pratico, mantiene inalterato il suo fascino ed è ancora molto utilizzato, specie nelle occasioni formali. Si tratta di una veste a forma di T, dalle linee dritte,

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33 che arriva fino alle caviglie, con un colletto che lascia scoperta la nuca ed ampie maniche svolazzanti. E' abbinato a calzature tradizionali, i sandali “geta” o “zori” ed ai “tabi”, i calzini bianchi che dividono l'alluce dalle altre dita. Nel IV secolo subì una forte influenza da parte dell'abbigliamento cinese e divenne popolare in Giappone a partire dall'VIII secolo, con piccole variazioni nel tempo sino ad arrivare al periodo Edo. Il kimono tradizionale è realizzato da un singolo rotolo di stoffa (tan) lungo 11,5 metri e largo 35 centimetri. Viene decorato e cucito a mano. La seta è il tessuto ideale, obbligatorio nelle occasioni ufficiali.

Quelli

da donna sono di una taglia sola e vengono adattati al corpo rimboccando il tessuto e fissandolo in vita con una cintura in broccato (obi). E' quasi impossibile indossare un kimono senza aiuto poiché il tipico completo consiste di almeno 12 parti separate. Vi sono, quindi, delle assistenti professioniste che si recano anche a domicilio per garantire un risultato impeccabile. Gli stili sono numerosi e variano a seconda dell'età, dello stato civile e delle occasioni. Cambiano la lunghezza delle maniche, il disegno, il tessuto ed il colore. Ogni dettaglio trasmette sottili messaggi sociali. Il “furisode”, letteralmente “maniche svolazzanti”, completamente decorato, viene scelto dalle donne nubili. Il “ kurutomesode”, nero e dipinto sotto la cintura, è il più formale, spesso indossato dalle madri degli sposi ai matrimoni. Ancor più complicata è la scelta degli accessori: cinture, sandali, borsetta, soprabiti, calzini... L'obi, la rigida cintura in broccato, può essere più preziosa dello stesso kimono! Innumerevoli sono i modi di annodarlo ed ognuno ha un suo significato. A differenza dell'abito femminile, il kimono maschile è molto più semplice, composto da sole 5 parti. E' quasi sempre in tessuto scuro ed opaco a motivi leggeri. Solo i lottatori di sumo preferiscono, talvolta, colori sgargianti. Questo abito anacronistico, raffinato e deliziosamente complicato, conferisce a chi lo indossa un fascino innegabile. Un retaggio del passato che ci aiuta a meglio comprendere la vera essenza di questo paese pieno di contraddizioni.•

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CINA - Imponente e indistruttibile. Il Forte di Jiayuguan

CINA Testo e foto di Pamela

P

McCourt Francescone

ossente e impenetrabile, il Passo di Jiayuguan, il

baluardo più a occidente della Grande Muraglia

cinese, è strategicamente posizionato sul tratto più

stretto del Corridoio Hexi nella provincia settentrionale del Gansu, lì dove per secoli passava l'antica Via della Seta. La grande opera ebbe inizio sotto la dinastia Ming verso la fine del 14° secolo e consiste in tre strati concentrici di mura che ancora oggi si possono ammirare all'interno della fortezza. Lungo i perimetri delle mura spuntano torri, torrette e padiglioni a più piani e se oggi non rimangono tracce dell'antico fossato, si può capire dalle mura perimetrali, alte 11 metri e lunghe oltre 700, che era un ulteriore ostacolo insormontabile per chi cercava di attaccare questo strategico fabbricato militare. Sono due le porte d'ingresso, una a oriente e l'altra a occidente, e sopra quest'ultima si legge la scritta “Il Passo più grande sotto il cielo”. La città interna, dentro le tre cinte murarie, era composta di quartieri per le truppe e per gli ufficiali e oggi si può ancora ammirare un piccolo tempio Taoista con affreschi che raffigurano scene di guerre e di trionfi. La realizzazione di un'opera di così vasto e ambizioso respiro richiedeva l'intervento di progettisti altamente qualificati.

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A loro il compito, insieme al committente, di selezionare i

Imponente e indistruttibile. Il Forte di Jiayuguan


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CINA - Imponente e indistruttibile. Il Forte di Jiayuguan tecnici e gli artigiani per la costruzione dell'edificio, dirigere i lavori e organizzare la manovalanza preposta all'estrazione e alla preparazione dei materiali, quali i tagliatori di pietra, gli addetti ai trasporti e i muratori che erano responsabili per la posa in opera. Per il Passo di Jiayuguan sono stati utilizzati sia blocchi di pietra, alcuni lunghi fino a due metri di lunghezza e del peso di centinaia di tonnellate che venivano estratti dalle cave nelle montagne circostanti, e mattoni fabbricati in una fornace che si trovava distante una ventina di chilometri dal Passo. Un'opera di dimensioni ciclopiche. Quanta fatica, quanto sudore, e quante vite sacrificate. Sono molte le leggende che riguardano il Passo e la sua costruzione, alcune delle quali potrebbero essere più dati di fatto che di fantasia come quella che racconta che in inverno, quando gli animali che trainavano i grosso blocchi di pietra ricavati dalle montagne non riuscivano a scendere le mulattiere ghiacciate per raggiungere il cantiere, ai tagliatori di pietra venne un'idea geniale: versare abbondante acqua sui sentieri in modo di aumentare lo strato di ghiaccio sul quale diventava facile spingere a valle i grossi massi. Un'altra leggenda racconta che per trasportare i mattoni dalla fornace i lavoratori dovevano scalare e poi scendere percorsi scoscesi. Un giorno un giovane pastore, che aveva portato il suo gregge a pascolare sui pendici delle montagne, vedendo la fatica dei lavoratori che trasportavano i mattoni a valle, ebbe un idea. Togliendo la sua cinta, fece due nodi legandovi alle estremità due mattoni. Mise la cinta intorno al collo di una capra, e con un colpetto sul posteriore lo fece scendere il sentiero. I lavoratori hanno risposto per le rime, trasferendo alle capre l'arduo compito di portare i mattoni giù per la montagna. Ma la leggenda più affascinante riguarda il numero di mattoni che sono serviti per costruire il Forte. Facendo l'inventario dei materiali necessari per i lavori, l'ufficiale responsabile del cantiere chiese a un capomastro di nome Yi Kaizhan quanti dovevano essere i mattoni. Yi Kaizhan, che si intendeva di matematica, fece un calcolo rapido e rispose che servivano esattamente 99.999 mattoni per portare a termine la grande opera. “Bene”, rispose l'ufficiale, “ma se i tuoi calcoli non sono precisi, se i mattoni non bastano o se ne avanza qualcuno, lei e gli altri muratori saranno condannati a tre anni di lavori forzati”. Terminati i lavori a terra rimaneva un mattone, e tutti gli occhi erano puntati su Yi Kaizhan il quale, afferrando il mattone, salì una scala e pose il mattone sopra una sporgenza sulla grande Porta Occidentale. Quell'ultimo mattone, spiegò all'ufficiale, lui l'aveva calcolato. Serviva per stabilizzare non solo la for-

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tezza ma tutta la Grande Muraglia. Guai a spostarlo di un


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CINA - Imponente e indistruttibile. Il Forte di Jiayuguan

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39 solo centimetro perché senza quel delicato contrappeso l'intera struttura era destinata a crollare. Così il furbo muratore salvò dai lavori forzati se stesso e i suoi compagni, e quel mattone lo si può vedere ancora oggi, nel punto preciso dove lo pose Yi Kaizhan, salvando il Forte di Jiayuguan e la Grande Muraglia. http://www.turismocinese.it/ http://www.kntravel.it/

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L'AUTOSTRADA DELLA SETA

L'AUTOSTRADA

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DELLA SETA

Lungo l'antica via ora c'è una colonna di tir Testo di

Niccolò Garbarino

L

a via della Seta, la rotta impervia che fino al XIV seco-

lo sarebbe stata la direttrice principale di tutti gli

scambi -commerciali, di ambascerie, bellici e mer-

cantili- tra Oriente e Occidente, quell'infinita strada che collegava il Mediterraneo con la Grande Muraglia cinese attraverso più di 10 mila chilometri di steppe, pantani, deserti e altipiani, è tornata in auge. Non è più attraversata da carovane che si sottoponevano ad infinite peregrinazioni, vere odissee che potevano riempire una vita, come il viaggio di Marco Polo durato ben 27 anni, ma da una nuova linea merci inaugurata lo scorso aprile. Il corridoio di trasporti euroasiatico collega Shanghai con Duisburg in 18 giorni, passando attraverso Kazakhstan e Russia, Bielorus-

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L'AUTOSTRADA DELLA SETA

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43 sia e Polonia; l'obiettivo è quello di impiegare il meno tempo possibile per i grandi scambi commerciali e quello di sottrarre gli stati dell'Asia centrale all'isolamento seguito alla disintegrazione dell'URSS, i cosiddetti “Stan”. Rispetto alle navi container, che impiegano dai 45 ai 60 giorni per arrivare dal porto di Hong Kong a quello di Rotterdam, il vantaggio è evidente: per questo sempre più operatori si stanno allontanando dal trasporto via mare per tornare agli itinerari di terra. I paesi coinvolti nel progetto sono tantissimi, ma tutti si contendono, principalmente, una sola cosa: il petrolio. Il Mar Caspio è l'Eldorado dell'oro nero, bramato da tutti i leader euroasiatici; è stato Marco Polo a darcene una prima descrizione quando si trovava a Baku (oggi capitale dell'Azerbaigian), sul confine tra Armenia e Georgia. Il veneziano era rimasto affascinato da una sorgente da cui invece di acqua fuoriuscivano oli “in tanta abbondanza”, si legge ne Il Milione, “che cento navi se ne caricherebbero alla volta”. Un olio non commestibile che prendeva fuoco in un attimo e che fino a pochi decenni fa zampillava dappertutto, incatramando terreni, formando stagni, e anche enormi laghi neri: non c'era neanche bisogno di trivellare il suolo per averlo. Da oltre due millenni è oggetto di adorazione da parte degli zoroastriani, che avevano fatto di Baku l'epicentro del loro culto; pellegrini da tutto il Vicino Oriente, persino asceti indiani seguaci di Shiva, erano venuti qui nei secoli per purificarsi digiunando e pregando sui terreni sempre ardenti. Nonostante i grandi investimenti, finanziamenti e le mega speculazioni immobiliari della Banca mondiale, dell'Unione Europea, della Turchia (che beneficia direttamente del boom energetico dei traffici tra Oriente e Occidente), degli stati dell'Asia centrale e, soprattutto, di Pechino, gli Stan (Kazakhstan, Uzbekistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan) restano scenari apocalittici post-sovietici. Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ha devastato l'ambiente naturale: vecchie piattaforme arrugginite che galleggiano sulle acque chiazzate d'olio, rive incatramate, l'inquinamento che ha fatto scomparire specie animali come gli storioni, la moltiplicazione di aborti e malformazioni alla nascita, discariche di uranio e ferro, sperduti giacimenti di metano...Fortunatamente il progetto sembra partito bene: i

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L'AUTOSTRADA DELLA SETA camionisti affrontano il lungo tragitto a gruppi, per aiu-

alcuni chilometri dopo dalle fosche luci del villaggio di

tarsi in caso di avarie (le temperature scendono tranquil-

Khromtau, una delle tante “new town” sorte intorno alle

lamente a meno 25 gradi), ma per ora scorre tutto liscio,

miniere in epoca sovietica. Poi di nuovo il nulla, il ghiaccio,

attraendo le grandi multinazionali interessate

la nebbia. Il Kazakhstan si estende dal Caspio alla Cina su

all'”autostrada della Seta”, battezzata così dai cittadini dei

oltre un milione e mezzo di chilometri quadrati, con stes-

centri urbani attraversati. Il passaggio tra Europa e Asia

sa superficie dell'Europa ma con neanche 17 milioni di

avviene in quei 900 chilometri di autostrade che collega-

abitanti. Si sono incontrate qui tante e varie razze e cultu-

no il porto georgiano di Poti, sul Mar Nero, con la città di

re che hanno transitato nei secoli a queste latitudini: sar-

Baku, sul Caspio, divenuta una vera metropoli dalla citta-

mati, sciti, unni, turchi, arabi e mongoli. Fu lo scrittore rus-

dina che era nel 1872, l'anno dell'inizio della corsa all'oro

so Anton Cechov a notare come la steppa sterminata

nero. Il boom ha fatto continuare a coesistere le carovane

modifichi la percezione del tempo e delle cose intorno a

di cammelli e i riti millenari dei monaci adoratori di Zarat-

noi: di fronte a questa vastità egli scriveva “un piccolo esse-

hustra con le nuove ville stravaganti, i teatri e i casinò in

re umano non ha letteralmente la forza di orientarsi”.

stile europeo fatti edificare dai “baroni del petrolio”, con

Anche il ricordo delle tragedie più recenti sembra svanire.

tanto di luci e telefoni. Se una volta per attraversare gli

Il Kazakhstan è stato il massimo laboratorio di test atomici

aspri monti del Caucaso ci volevano anche settimane,

e batteriologici, di collettivizzazioni forzate e deportazio-

oggi i tir impiegano meno di tre giorni grazie

ni di massa che la perversione comunista abbia saputo

all'autostrada della Seta. Attraversato il Caspio -ancora

escogitare. Tornando a sud nella steppa innevata superia-

oggi al centro di dibattiti tra politici e intellettuali per deci-

mo Aralsk, un porto che adesso, causa il ritiro delle coste

dere se esso sia un mare o un lago- arriviamo ad

del lago d'Aral, è diventata una normale città circondata

Aqtau, sul versante kazako, e proseguiamo nelle

da carcasse di navi; ad Est entriamo nella prima vera città

pianure vicine al lago d'Aral, direzione nord.

dell'autostrada della Seta, Kyzylorda, un grande centro

Superata la città di Aqtobe, sul confine

industriale in mezzo al deserto della Tartaria, con un aero-

russo, l'autostrada si perde nel

porto e un'università. Tutti i giacimenti sono stati venduti

vuoto. Le distese di ghiac-

ai cinesi, col risultato che tutta la città si è trasformata in

cio e nebbia sono

una colonia cinese, con tanto di coltivazioni risaie. Ma

interrotte

mancano ancora molti chilometri prima di entrare in Cina. Più a sud, tratti di autostrada sono ancora in costru-

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45 zione, e ogni tanto s'intravedono drappelli di operai che

petrolio, la regione è destinata a diventare il principale

lavorano noncuranti delle gelide temperature. Attraver-

pilastro energetico della Repubblica popolare. Abbiamo

sata Shymkent, grande centro cotoniero sul confine con

ormai percorso migliaia di chilometri, ma ne mancano

l'Uzbekistan, il paesaggio inizia a mutare: si intravedono

altrettanti per arrivare al traguardo, Shanghai: le avventu-

le cime nevose del Tian Sahn, o montagne celesti, una

re di viaggiatori ed esploratori che ancora un secolo fa

grande catena di promontori che si estende tra il Pamir e il

rischiavano la vita per affrontare la via della Seta sono

deserto del Taklamakan. Dopo il valico di Taraz, località

ormai solo un ricordo lontano.•

nota per la miglior vodka del Paese, i container in viaggio entrano nella più piccola delle repubbliche postsovietiche, il Kirghizistan, terra di altipiani e ghiacciai perenni; la capitale, Bishkek, è sede del più grande e ricco mercato dell'Asia centrale, con merci cinesi, turche, russe, thailandesi ed europee. A queste altitudini ci viene presentata una diversa panoramica dell'Asia centrale: si scorge l'enorme deserto fluttuante formato dal fiume Syr Darya, la vastità dell'altopiano turanico, i lontani tetti del Tibet. Incrociamo la strada con un monaco buddhista zen, così lontano da casa perché alla ricerca del segreto per la quiete interiore: si realizzerà sicuramente a breve, quando ammirerà i colori del tramonto sulle creste del Karakorum. Ci imbattiamo quindi sulla linea Almaty-Urumqi, grazie alla quale transitano su queste remote montagne oltre 30 milioni di tonnellate di merci l'anno. E finalmente si scorge il versante cinese, con un interporto, banche, alberghi, centri commerciali: scavallate le creste mozzafiato del Tian Shan, superato lo stupendo lago alpino del Sayram, ecco che comincia lo Xinjiang cinese. Ricca di giacimenti di gas naturale e carbone, ricca di riserve di

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ALGERIA - il curioso mondo dei Mozabiti

Algeria

il curioso mondo dei Mozabiti

Anna Maria Arnesano e Foto di Giulio Badini Testo di

N

ell'Algeria centro-settentrionale, sotto la catena

dell'Atlante Sahariano e ad est del mare di dune

del Grande Erg Occidentale, vive da un millennio

uno dei popoli più interessanti del Sahara, artefice di una cultura decisamente peculiare che è riuscito fino ad ora a difendere da contaminazioni esterne. Si tratta dei Mozabiti, una popolazione berbera che dal punto di vista religioso fa riferimento allo scisma islamico kharegita, avvenuto nella penisola arabica nel VII° secolo. Quando, all'inizio del X° sec., la setta dei fatimidi – che consideravano gli ibaditi degli eretici – distrusse Tahart, questi subirono una nuova diaspora: una parte migrò nell'isola tunisina di Djerba, un'altra nella regione montuosa libica del Jebel Nafusa, una terza infine nell'arida e inospitale regione desertica algerina dello M'Zab, con la speranza di poter vivere in pace in quest'angolo negletto del Sahara centrale. I mozabiti conservano tuttora intatti la loro ideologia religiosa puritana e uno stile di vita rigorista, quasi al limite del fanatismo. Profondamente manichei, ritengono che non basti la fede e la preghiera per ottenere la salvezza eterna, ma occorra anche condurre una vita morigerata e semplice basata sul lavoro, inteso come ascesi e disciplina. Ogni famiglia o clan familiare possiede oltre che sul posto, negozi, magazzini o supermercati nel nord dell'Algeria o in Francia, gestiti dagli uomini. Si calcola che un terzo della popolazione maschile viva per lavoro fuori dallo M'Zab. Per assicurare l'integrità dei clan ed evitare un'emigrazione irreversibile, una norma fondamentale vieta alle donne di abbandonare la regione. Se nella società musulmana la

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donna gode di ben pochi diritti e libertà, in quella ibadita


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ALGERIA - il curioso mondo dei Mozabiti

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la sua situazione risulta ancora peggiore. Anche se da pic-

pionieri nello M'Zab, la regione si presentava come una

cola le viene riconosciuto il diritto allo studio, principal-

serie di colline di roccia solcate entro meandri da un fiu-

mente per poter leggere il Corano, fin dalla nascita viene

miciattolo temporale, l'uadi M'Zab; una zona improdutti-

assoggettata al potere maschile, prima del padre che le

va tanto arida e inospitale da non aver mai consentito pre-

sceglierà anche il marito, poi del marito stesso. Le donne

senze umane. La loro prima preoccupazione dovette

vivono recluse nei piani alti delle proprie case, prive di

ovviamente essere quella di procurarsi acqua e cibo.

ogni contatto con l'esterno e con estranei e, specie se gio-

Cominciarono ad erigere dighe sull'uadi, per non disper-

vani, possono uscire soltanto per assoluta necessità,

dere l'acqua delle rare piogge, ed a scavare pozzi nella

accompagnate da qualcuno e con il permesso dell'uomo,

roccia per raggiungere la falda freatica, situata tra i 40 ed i

utilizzando soltanto negozi femminili. Quando esce non

100 metri di profondità, quindi di impiantare nel fondo-

può usare abiti o scarpe occidentali, ma essere coperta da

valle dei palmeti in grado di produrre datteri, frutta, cerea-

capo a piedi da uno spesso velo che lascia scoperto un

li e verdura, per sfamare un'intera popolazione. Oggi que-

solo occhio, deve camminare furtiva rasente i muri, non

sti palmeti, con quasi un milione di piante, sette mila pozzi

salutare o fermarsi a parlare con chicchessia, girandosi

e una straordinaria rete capillare di canali capace di rifor-

contro il muro quando incontra un uomo. Sulla moralità

nire in assoluta equità anche i campi più lontani, costitui-

delle vedove bianche vigilano le tiazzabin, guardiane del-

scono un esempio eloquente di quello che le popolazioni

la fede e dell'ortodossia autorizzate a controllare la buona

sahariane sono capaci di trarre, con intelligenza, sacrificio

condotta delle donne lasciate sole dai mariti emigrati,

e perseveranza, da una natura ingrata.

anche ricorrendo alla delazione obbligatoria da parte di ogni membro della comunità. In un simile contesto di rigo-

Una volta garantitasi la sussistenza, poterono pensare ad

rismo da Inquisizione appare poco credibile l'usanza,

edificare una loro città, per forza su una collina onde non

riportata da alcuni autori, secondo la quale un paio di pan-

sottrarre spazio alla produzione alimentare. Nel 1011

taloni lasciati appesi dal marito dietro la porta di casa auto- costruirono su un'ansa dell'uadi El Atteuf, poi sorsero Bou rizzasse i propri fratelli ad avere rapporti con la moglie.

Noura nel 1048, Beni Isguen e Melika nel 1050 e infine nel

Quando, all'inizio dell'XI° sec., gli ibaditi migrarono come

1053 Ghardaia, completando così la pentapoli mozabita

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ALGERIA - il curioso mondo dei Mozabiti

che rappresenta oggi la sintesi architettonica e culturale di questo popolo austero, puro e parsimonioso. Le città presentano tutte il medesimo schema urbanistico: sorgono a cono su collinette rocciose quasi a scalinata, circondate da mura con poche porte e la sommità è sempre occupata dalla moschea con minareto a tronco di piramide; appena sotto le abitazioni dei religiosi, dei dotti e degli insegnanti, poi a decrescere quelle di professioni meno spirituali, fino a quelle dei commercianti, ai negozi ed ai mercati in prossimità delle mura. Al di la dei limiti geografici, le città non potevano diventare grandi più di tanto, perché da ogni suo punto si doveva riuscire a sentire distintamente il richiamo del muezzin alla preghiera. Le città risentono fortemente dell'impostazione religiosa ibadita: massima economia e funzionalità, assenza assoluta di decorazioni. Le moschee formano delle cittadelle dentro la cittadella:

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oltre ad essere luogo di culto rappresentano infatti il cen-


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ALGERIA - il curioso mondo dei Mozabiti

tro amministrativo, con sede dell'assemblea della comunità, economico, con il tesoro pubblico, e culturale con la scuola coranica. Anche le moschee si presentano essenziali e prive di elementi decorativi: nicchie asimmetriche, soffitti, pilastri ed archi ne fanno comunque dei capolavori di semplicità, che tanto impressionarono Le Corbusier. Non dissimili potevano essere le case private: tutte uguali, essenziali, chiuse all'esterno con finestre minuscole dalle quali vedere senza essere visti, costruite senza spreco di spazio tra stradine zigzaganti in modo che nessuna possa far ombra ad un'altra, di una semplicità monacale anche all'interno prive come sono di mobili ma ricche di nicchie, alcove, tappeti e cuscini. Unica concessione estetica i colori pastello bianco, rosa e ocra dei muri, dovuti ai materiali locali usati per costruirli: pietre, palme, gesso, calce e sabbia; sola trasgressione il celeste, per tenere lontane le mosche. Nel 1982 l'Unesco ha provveduto ad inserire la pentapoli mozabita nell'elenco del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Dopo l'arrivo degli ibatiti, lo M'Zab divenne un punto privilegiato di interscambio tra sedentari e nomadi, crocevia delle carovaniere sahariane. Visti da lontano città e oasi sembrano un miraggio, uno straordinario microcosmo e un miracolo di benessere in mezzo al nulla, frutti di una radicata convinzione religiosa. Ghardaia è la città più recente e più ampia, in quanto si è espan-

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sa oltre le mura, tanto da essere oggi quasi saldata


53 con Beni Isguen e Melika a formare un unico agglomerato. Fuori dalle mura offre diversi alberghi, ristoranti, negozi, officine e servizi. Il nucleo storico risulta tutto gradevole, ma punti forti da visitare sono la moschea fortezza sommatale, la grotta di Daya e la coloratissima piazza del mercato ortofrutticolo, attorniato da portici e negozi di artigianato, il cui migliore acquisto è costituito dai bei tappeti locali. Beni Isguen, la città santa e pia, è la più conservatrice e moralista, ma anche quasi intatta nella sua antica struttura perché vi può risiedere soltanto chi vi sia nato o abbia sposato un nativo. Di interessante ci sarebbe da vedere la moschea, la più bella della pentapoli, ma è interdetta agli infedeli. Si può ripiegare su una torre di guardia, dalla quale si gode un ampio panorama, e sulla piazza triangolare del mercato, dove ogni pomeriggio si tiene un curioso mercato, durante il quale tutti vendono di tutto al miglior offerente. I mozabiti infatti non gettano via nulla che possa in qualche modo essere riciclato. Ecologisti ante litteram. Le altre città presentano minore interesse, salvo El Atteuf che possiede due moschee, segno di antiche divergenze religiose. Non si può lasciare lo M'Zab senza aver visitato almeno una palmerie e un cimitero. I palmeti hanno perso gran parte della loro antica funzione alimentare, ma sono importanti per osservare l'impegno profuso in passato nella gestione del bene più prezioso nel deserto, cioè l'acqua. Oggi ospitano soprattutto le ombreggiate ville con giardino dove i mozabiti trascorrono i caldi mesi estivi, tra canti di uccellini, profumi di rosa, gelsomino e fiori d'arancio e odori di the alla menta. I cimiteri ibaditi sono distese enormi di tumuli nella roccia, disseminate di cocci rotti colorati onde consentire ai parenti di riconoscere i propri defunti. • La visita di Ghardaia e della pentapoli mozabita è inserita in un tour di 11 giorni dedicato alle oasi e alle dune del Grande Erg Orientale nonchè alle città romane dell'Algeria proposto dal tour operator milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com).

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BRUXELLES E FIANDRE

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BRUXELLES e FIANDRE storia, arte, cioccolatini e politica internazionale

Testo di

I

Annarosa Toso

l Belgio è un regno nel cuore dell'Europa, un regno federale grande come il Piemonte governato da Filippo, il figlio primogenito di Paola di Liegi e Alberto II. I quasi

dodici milioni di abitanti fanno parte di 3 comunità diverse, precisamente fiamminghi, valloni e tedeschi che convivono, con le dovute distanze, nel rispetto reciproco. Bruxelles, la capitale, è la sede delle principale istituzioni internazionali, tra cui la più importante è quella del Parlamento Europeo. Praticamente ogni giorno, tutti gli inviati di tutte le televisioni del mondo si collegano più volte con i rispettivi paesi, con lo sfondo dei palazzi del potere, dandoci le notizie su quello che sarà il nostro destino politico ed economico. Ma Bruxel-

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BRUXELLES E FIANDRE

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les non è solo il Parlamento Europeo

avere. Al primo posto tra i luoghi più

Quest'anno si è svolta dal 30 giugno

e il luogo dove i nostri rappresentanti

belli di Bruxelles, la Grand Place, una

al 2 luglio. Il corteo parte da Place

politici decidono il nostro futuro, ma

delle più belle piazze del mondo, la

Royale alle 20,40 e termina sulla

una città d'arte ricca di attrazioni

piazza dai riflessi d'oro. Patrimonio

Grand Place intorno alle 22,30-23.00,

turistiche con una qualità della vita

dell'Umanità dal 1998 è circondata

mentre il villaggio medioevale è pron-

davvero eccellente. All'avanguardia

dalle antiche case delle corporazioni.

to fin da mezzogiorno. Io ho avuto la

per i portatori di handicap Bruxelles,

Al centro il Municipio costruito tra il

fortuna di assistere in un caldissimo

da anni, vanta marciapiedi senza bar-

1402 e il 1425 e la superba Maison du

luglio di qualche anno fa a questa

riere, semafori sonori e parchi per

Roi. Ogni anno i primi giorni di luglio,

magnifica manifestazione, che coin-

non vedenti con percorsi sicuri. Uni-

sulla Grand Place è riproposta

volge cittadini e turisti e finisce, sì, in

co neo, il clima freddo e continentale

l'Ommegang, una delle più fedeli

serata, ma con ancora molta luce che

con molte giornate grigie e piovose.

rievocazioni storiche d'Europa cui

illumina il cielo. L'Ommegang crea

Ma, si sa, tutto nella vita non si può

partecipano circa 1400 figuranti.

fermento in tutto il centro storico,


57 nelle vie, nelle piazze dove si possono incontrare i figu-

museo, il Beghinaggio, fare il giro dei canali e natural-

ranti con tanto di cavalli, carrozze, tutto quello che serve

mente perdersi nell'antica cattedrale che custodisce

per rievocare l'evento che si svolse nel 1549 alla presenza

un'opera giovanile di Michelangelo, la Madonna con il

di Carlo V, della sorella Eleonora d'Asburgo vedova di Fran- bambino. Questa scultura, definitivamente attribuita al cesco I e di suo figlio Filippo II di Spagna. Chi capita poi a

grande sculture italiano, è considerata dai belgi, una delle

Bruxelles il 15 agosto degli anni pari, può assistere allo

meraviglie del loro Paese. Altrettanto bella, anche se

spettacolo dell'infiorata. Disegni creati con i fiori di

meno famosa, Gandt, che da sempre rivaleggia con Bru-

500.000 begonie. Un vero tripudio di colori. Bruxelles

ges per il numero dei monumenti, per i numerosi canali

vanta anche circa 100 musei, tra cui i più noti quelli dedi-

navigabili e per la bellezza delle sue case che si affacciano

cati all'arte fiamminga. Ma è Bruges o Brugge in lingua

sull'acqua. Nella cattedrale di San Bavone, tripudio di colo-

fiamminga, la città d'arte più famosa del Belgio. La sua

ri e marmi, è stato battezzato l'imperatore Carlo V. Nella

origine risale all'anno 850, quando grazie allo sbocco con

chiesa è conservato il capolavoro dei fratelli Van Eyck,

il mare diventa un importante centro commerciale. Il

l'adorazione dell'Agnello Mistico risalente al Quattrocen-

nome Brugge è una derivazione della parola normanna

to. Il Belgio è un paese piccolo e si può visitare bene in

“bryggja” che significa imbarcadero, approdo. Tutta la

pochi giorni sia arrivando con un aereo, sia in macchina o

città è un museo a cielo aperto. L'atmosfera è semplice-

in treno. E' obbligatorio per chi si trova in Belgio assaggia-

mente magica. Soffre, però, come tutti i luoghi belli, di un

re sul posto i cioccolatini ripieni, quelli senza conservanti

turismo affollato e di inevitabile ressa. Bruges andrebbe

che vanno consumati al massimo entro due o tre giorni.

vissuta con molta calma, passeggiando alla sera nelle

Hanno un sapore unico e diverso da quelli di produzione

piazzette sgombre dalla folla, camminando lentamente

industriale. Per quanto riguarda i pizzi che sono venduti

fino al Lago d'amore, riposando in uno dei numerosi

ovunque, bisogna prestare un po' d'attenzione su quanto

caffè, gustando un'ottima cucina e magari pernottando in

viene offerto. Ma sarà il prezzo che determinerà la qualità

una delle piccole e curate hotelleries nel cuore della città.

e l'originalità dell'oggetto e non ci farà incorrere

A Bruges, che fa parte del patrimonio dell'umanità

nell'errore di portare a casa un pizzo stampato a macchi-

dell'UNESCO dal 2000, d'obbligo visitare il Palazzo del

na e realizzato in Cina.•

municipio che risale al 1420, il Museo Comunale con i dipinti dei Primitivi Fiamminghi del XV secolo, la Basilica

Ente del Turismo delle Fiandre - Bruxelles

del Sacro Sangue, il Markt con il Belfort la torre civica che

info.italy@visitflanders.com

risale al XIII secolo, l'antico ospedale di San Giovanni ora

tel. 02 /97381753

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Viaggiando lungo il Brenta

VIAGGIANDO LU

Testo di

Luisa Chiumenti

L

e nobili famiglie veneziane costruirono dimore impor-

tanti per la villeggiatura, specchio della loro ricchezza

e potenza in quell'area storico-paesaggistica distribu-

ita lungo il corso d'acqua del "Naviglio del Brenta" che ha rivestito un importante ruolo come via di comunicazione tra la laguna di Venezia e il Padovano. Le Ville lungo il Brenta possono essere raggiunte in macchina, in bicicletta tramite le piacevoli piste ciclabili, o con il "Burchiello", il battello storico facendo una gita giornaliera accompagnati da guida multilingue. Ed ecco, fra le varie proposte, la Villa Widmann o la Valmarana, oppure la notissima Villa Pisani, e poi l'interessante Villa-Museo Foscarini Rossi. Secondo il costume aristocratico, i Foscarini chiamarono illustri architetti, come Vincenzo Scamozzi, Francesco Contini e Giuseppe Jappelli, pittori e decoratori come Pietro Liberi e Domenico de Bruni, aďŹƒdando loro il compito di creare e decorare una residenza che esprimesse l'importanza del casato, soprattutto da quando la famiglia aveva dato alla Serenissima un Capitano da Mar e un Doge. Dopo un accurato restauro, che ha valorizzato le purissime linee architettoniche e gli importanti areschi, l'intero complesso - Villa e Foresteria- è stato

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aperto al pubblico, con l'intento di renderlo vivo cosi


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UNGO IL BRENTA

Il Relais Leon d'Oro di Mirano

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Viaggiando lungo il Brenta com'era stato pensato e voluto dai nobili Foscarini; i saloni della Villa sono diventati sede museale, quelli della Foresteria ospitano convegni, meeting, ricevimenti, concerti, esposizioni. Entriamo quindi nell'incantevole campagna del Miranese, tra Padova e Venezia, tra rose rosse, gialle, primule, ciliegi, peschi in fiore... fino ad arrivare al pioppeto e al laghetto con le anatre. Ed è qui che un'antica cascina, immersa nel verde, costruita nel 1860 per conto del Vescovado di Padova per consentire il riposo e il ritiro dei padri Francescani, si offre oggi al viaggiatore, completamente rinnovata ed ampliata, con tutti i comfort contemporanei, ma con la medesima atmosfera di sosta piacevole e rilassante: il Leon d'Oro. Fu infatti nel 1980 che la Famiglia Forzutti da Venezia, affascinata dalla bellezza del luogo, cominciò ad interessarsi all'allora abbandonato edificio storico e, mettendo a frutto la propria esperienza di “ospitalità veneziana”, decise di avviare i restauri per realizzarne una residenza di relax per ospiti internazionali. L'esperienza di ospitalità derivava a Gianni Forzutti dalla raffinata conduzione del suo famoso “Ristorante San Giorgio” a Venezia, in Riva degli Schiavoni di fronte all'isola di San Giorgio, che offre ai turisti le specialità locali, a base di pesce. Naturalmente gli ospiti del Leon d'Oro hanno sempre un posto privilegiato presso il San Giorgio di Venezia, anche se l'Hotel ha il suo ottimo ristorante "Alla Gondola Brusada”. Il fascino dell'hotel Leon d'Oro si estende infatti anche alle sale ristorante: una di esse, classica ed elegante, offre una vista panoramica sul parco mentre l'altra è invece più rustica, grazie al caminetto e all'arredo in stile rurale. In entrambe si può degustare una cucina moderna, preparata con prodotti del territorio: la pasta, il pane e i dessert sono preparati in casa, così come le sardine e le acciughe marinate. La carta dei vini concede ampio spazio alle etichette del Veneto. Il complesso quindi si manifesta come modello di come un edificio storico possa svelarsi al pubblico internazionale dei grandi viaggiatori riuscendo a raccontare la propria storia, a far leggere la propria architettura, a far comprendere come “bellezza e funzionalità non siano concetti distinti ma caratteristiche che convivono in per-

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fetto equilibrio”. Ecco aprirsi dinanzi all'ospite il


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Viaggiando lungo il Brenta

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63 grande giardino attrezzato con due piscine con idromassaggio e giochi per bambini, con la possibilità di noleggiare una bicicletta per fare un'escursione e raggiungere così le belle ville lungo il Brenta o avvicinarsi al famoso “Burchiello” per vederle dall'acqua. Servizi navetta permettono di raggiungere facilmente l'aeroporto Marco Polo (30 minuti) ma anche la stazioncina di Mira Mirano, subito dopo Dolo. La piccola stazione non è diversa da altre tra Padova e Venezia, sulla linea ferroviaria Milano Venezia, ma qui la campagna circostante dà subito l'impressione di essere giunti in un luogo riposante, accogliente. Non a caso, quando la catena francese dei Relais du Silence ha cercato sedi in Italia, il Leon d'Oro fu subito invitato a far parte della catena. Il Relais del Veneto Leon d'Oro e il suo Ristorante "alla Gondola Brusada" vengono quindi scelti anche per la squisita e calorosa accoglienza, la disponibilità dei gestori e dello staff, la capacità di dare risposte a tutte le esigenze dell'ospite. Sicuramente vi si può trascorrere una vacanza lontani dalla frenesia delle grandi città, anche in luglio ed agosto è assicurata la quiete, in mezzo alla natura e al relax, che può trovare il suo apice anche in un massaggio rilassante fatto da mani esperte, nell'annesso centro Spa dotato di sauna, idromassaggio, hammam e sala fitness. “Relais” significa in realtà proprio “sosta, riposo”. Pensato per i turisti, per le famiglie ma anche per gli uomini d'affari, questo hotel di Mirano offre camere assai confortevoli, classiche e sobrie, dal grazioso arredo a fiori, tutte climatizzate, tutte affacciate sul verde. Una delicatezza in più pensata gentilmente dai proprietari è la possibilità di una buona lettura. Ogni camera offre infatti bei volumetti con racconti, frasi, poesie, lettere d'amore, di grandi poeti e scrittori: da Oscar Wilde a Victor Hugo a Goethe. Ecco perché il Leon d'Oro è diventato sinonimo di vacanza tranquilla, di relax totale, nel silenzio della vasta campagna circostante. Eppure ci si trova a soli 20 minuti di treno sia da Venezia che da Padova, le città d'arte più vicine. La gentile proprietaria, signora Margherita, aiuta i suoi ospiti ad organizzare gli itinerari della giornata e spesso, si offre anche di accompagnarli. Ancora oggi la crociera lungo la Riviera del Brenta costituisce un'attrattiva turistica importantissima.• Per informazioni: Relais Del Veneto Leon d'Oro Via Canonici,3–30035 Mirano(VE) Tel +39 041 432777 | Email info@leondoro.it http://www.leondoro.it/

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DONNE DEL VINO, UN BINOMIO VINCENTE TRA LE VIGNE

Donne del Vino un binomio vincente tra le vigne

Testo di

Giuseppe Garbarino

E

siste il vino rosa? Qui in Toscana è

una forte variante del rosso rubi-

no tendente al granato con

l'invecchiamento; lo dobbiamo a un gruppo di persone che, in barba al disciplinare che stabilisce regole e requisiti, produce e commercializza grandi nomi storici del mono vitivinicolo regionale. Naturalmente scherziamo ed ecco svelato il mistero…“donne in r o s a ”, a n z i “ D o n n e d e l v i n o”, dell'omonima associazione che in tutta Italia riunisce le produttrici di questo nettare tramandato dai tempi degli dei. Immaginiamo di essere in viaggio, un percorso senza meta apparente o scopo prefissato, pronti a girare al primo incrocio, senza sapere dove porti la strada di bianca terra battuta. Scopriremo così i segreti delle “Donne del vino”, quelle temerarie e agguerrite produttrici che cercano di scalzare i primati del mondo maschile. Un dato è certo, le donne che si dedicano al vino ottengono sempre ottimi risultati e ora ve ne daremo una prova. Ma prima di scorrazzare per la campagna ecco alcune doverose note storiche sull'Associazione Nazionale Le Donne del Vino; è un dato di fatto che anche la donna ha da sempre lavorato nelle aziende vinicole, occupandosi sia della cantina che della vigna, ma solo recentemente è stato possibile prendere coscienza di una vera, forte ed invidiabile capacità imprenditoriale. Forse per

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un caso alcune di queste donne si sono

Donatella e Violante Cinelli - COLOMBINI


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Antonella D’Isanto - FATTORIA I BALZINI

TENUTA CAPEZZANA

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DONNE DEL VINO, UN BINOMIO VINCENTE TRA LE VIGNE

trovate a dover gestire grandi patrimoni vitivinicoli e questo è stato un modo per farle diventare enologhe, agronome e sommelier, prendendo giustamente il posto che fino al alcuni anni fa era appannaggio quasi esclusivo del mondo maschile, anche nel modo delle enoteche. Un esempio locale per tutti è quello della Delegata regionale dell'associazione, Antonella D'Isanto, una donna che sprizza “vino” da tutti i pori, in senso metaforico naturalmente. Antonella è un vero vulcano di idee ed iniziative, persona profondamente solare, dopo tutto è una siciliana trapiantata in Toscana e quando accoglie delle signore regala sorrisi e orecchini realizzati con i tappi del vino. Questa iniziativa, nella quale è affiancata dalla figlia Diana, ha il nome di “il tappo ti fa bella”, un modo carino per riutilizzare i tappi usati e rendere particolari i lobi delle orecchie. Oggi è il motore dell'Associazione in Toscana, un incarico, quello di Delegato o Presidente regionale che ha subito preso con grande serietà, infatti appena eletta ha varato il programma “50 sfumature in rosa”, le donne toscane sono circa cinquanta, su un totale di 600 aderenti all'Associazione nazionale. Accogliente e piena di curiosità gestisce quell'angolo di terra nota ai più come I Balzini, affacciata sulla vallata del torrente Zambra a sud di Barberino verso le acque dell'Elsa, luogo dove è nato il suo gioiello, il Gold Label, un merlot in purezza, un Supertuscan di cui Antonella è giustamente molto orgogliosa, un figlio elegante, equilibrato e pulito che ha voluto tutto d'oro, proprio così, bottiglia realizzata in modo artigianale e una etichetta in oro 18 carati, qualcosa di veramente prezioso, tanto da essere presentato nel tempio dell'enogastronomia, l'Enoteca Pinchiorri di Firenze. Naturalmente piccoli numeri per un grande vino. Con gli “stivali delle sette leghe” facciamo un salto sulla carta geografica e andiamo sulla collina del Montalbano, a nord ovest di Firenze, quel declivio che si volge sulla piana di Prato e

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Pistoia, il regno del Carmignano già citato dal Datini nel


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Coniugi Maria Antonietta Corsi e Alessandro Francois - QUERCETO

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DONNE DEL VINO, UN BINOMIO VINCENTE TRA LE VIGNE

1300 e cantato tre secoli dopo dal Redi come “vino degno di Giove”. Qui si trova la fattoria di Capezzana, immersa nel suo torpore antico, pensate che l'archeologia ha consentito di appurare che in queste terre del Montalbano la vite era già coltivata 3000 anni fa e che Capezzana è citata in un documento di 1200 anni fa. Bonaccorsi, Adimari, Franchetti Rothschild e dal 1920 i Contini Bonacossi. Oggi a capo dell'azienda è Beatrice, che divide compiti e impegni nella gestione dei 120 poderi con Serena e Benedetta, un tris vincente che non si occupa di solo vino, ma di tutte le altre attività della tenuta, dall'agriturismo all'organizzazione di matrimoni, scuola di cucina e wine bar. I vini di Capezzana sono pluridecorati, dal notissimo Barco Reale al Ghiaie della Furba, senza dimenticare il Monna Nera, un omaggio ad una donna che acquistò Capezzana nel lontano 1475, con etichetta incisa da quel Bruno Bramanti, fiorentino, brillante xilografo. A volo d'uccello ci dirigiamo verso i Monti del Chianti, fino ad incontrare una torre merlata: Querceto, circondato da boschi profumati e residenza di campagna della famiglia François. Nelle sue cantine si conservano ancora gelosamente alcune vendemmie dei primi del 900, un primato e un patrimonio di storia a dedizione. Maria Antonietta Corsi, moglie di Alessandro François tiene oggi le redini delle attività di Querceto, infaticabile nelle idee e iniziative, come quando “inventò” il QueRceto Romantic, definito il “il vino della complicità” un altro modo per ricordare leggende e antichi amanti. Dai contrafforti del Monte San Michele, nelle giornate terse e fredde, spazzate dal vento meridionale, s'intravedono le colline del senese, all'alba sembrano galleggiare su un mare impossibile, qui immerso nel verde della campagna senese si trova Scopone, un'azienda nata per caso e fortemente amata da Theresia Baijens, che dalle terre di origine pliocenica ha saputo trarre premiati nettari, come quell'IGT Il Bagatto 2011 che ha ricevuto la Medaglia d'Argento al Concours Mondial de Bruxelles in questo 2015. Ma Scopo-

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ne è anche e soprattutto Brunello di Montalcino, quel vino


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Aessandra Zorzi Sbernadori - PALAZZO VECCHIO

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DONNE DEL VINO, UN BINOMIO VINCENTE TRA LE VIGNE di grande longevità prodotto da uve di sangiovese in purezza, oggi amato e apprezzato ovunque nel mondo e proprio nell'azienda agricola di Theresia s'incontrano le più moderne tecnologie di vinificazione affiancate alla storica saggezza di chi ama il vino e la tradizione. Restiamo nella zona di Montalcino e raggiungiamo un'altra “signora del vino”, Donatella Cinelli Colombini, la quale oltre ad avere alle spalle una secolare tradizione di famiglia, vanta il primato di essere alla terza generazione femminile, testimone che un giorno sarà preso dalla figlia Violante. Il suo Casato Prime Donne è un omaggio a tutte quelle figure muliebri che da sempre lavorano in una fattoria e accudiscono il vino, dalla vendemmia alla sua conservazione, in questo luogo lavorano solo donne, enologa compresa. Donatella è anche il Vicepresidente nazionale dell'associazione Donne del Vino e, tra le altre cose, anche l'ideatrice del “Movimento del turismo del vino” e colei che ha inventato la fortunata e sempre attesa occasione delle “Cantine aperte”, un momento di accoglienza e promozione per tutti i produttori di vino. Non è ancora il momento di lasciare queste magiche terre di Montalcino, ultima tappa a Palazzo Vecchio dalla Sig.ra Alessandra Zorzi Sbernadori che con marito Marco, noto designer e i figli Luca e Maria Luisa che hanno fatto di questa isola immersa nelle vigne, lungo la strada che da Montalcino corre verso Cortona, un luogo di magica pace e serenità. Dal Veneto alla Toscana, ecco la strada percorsa per il buon vino dalla famiglia di Alessandra; il punto di for za di Palazzo Vecchio è l'enogastronomia abbinata alla visita delle vigne e della cantina, soggiorni che si concludono spesso con cene e pranzi conviviali. Altre figure che spiccano tra le donne del vino, oltre alle blasonate rampolle di casa Antinori o Frescobaldi, vogliamo ricordare Ursula Thurner, dell'omonima agenzia di comunicazione con sede a Firenze, attiva nella promozione di vini ed enogastronomia, recentemente premiata da Civiltà del Bere a VinoVip come Agenzia di Comunicazione del 2015. Donne del Vino, cinquantaquattro nomi di donne che in Toscana, a vario titolo, si occupano di vino; potremmo citare altre persone, potremmo dedicare un intero libro a parlare della storia, delle aspettative di una vita in mezzo alle vigne, delle attese per una vendemmia incerta o di una pioggia che non arriva; tanti volti che si mettono in gioco al femminile per un lavoro che da sempre è stato appannaggio degli uomini, ma oggi sempre più “rosa”.•

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www.ledonnedelvino.com


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Puglia

Theresia Baijens e il Marito Andrea Genazzani - SCOPONE MONTALCINO

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CALCIO STORICO DI FIRENZE

CALCIO STORIC

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CO DI FIRENZE L'arte del pallone diventa storia, in attesa della grande rievocazione del 17 febbraio 2016

Testo e foto di

Giuseppe G. Pistone

L

sintesi il Calcio Storico. Forse è

Bini “Ventisette (per squadra) guer-

ma come sempre piena di polemiche;

una frase scontata, addirittura assi-

rieri con Firenze nel sangue”,

è un fatto storico che almeno dai

'uomo da sempre rincorre emo-

nell'arena rinascimentale, o per

ama la sua città. Eccoci dunque alla

zioni, gioie e speranze, ecco in

meglio dire con le parole di Uberto

finale, vittoria dei Bianchi, meritata,

milabile a decine di altre situazioni

l'eccitazione del momento crea emo-

tempi di Dante i fiorentini devono

dell'umana esistenza, ma nel cuore

zioni per molti non concepibili. Cal-

sempre metter l'ultima parola su tut-

dei 44 leoni che si affrontano

cio Storico, l'anima del popolo che

to, altrimenti non sarebbero tali, e

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CALCIO STORICO DI FIRENZE

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75 forse non avrebbero creato questo microcosmo di arte, cultura e bellezza che li circonda. Le mani degli artigiani sono spesso le stesse che cesellano argenti, lavorano cornici piene di svolazzi barocchi e poi, dopo allenamenti ferrei e lo studio del regolamento per giocare sul “sabbione” di Santa Croce, vestono i colori del proprio quartiere e sfidano la sorte. A bordo campo e sotto lo sguardo di un Dante Alighieri in marmo, prima della partita della finale del 24 giugno, abbiamo incontrato Filippo Giovannelli, assorto nei pensieri di chi da pochissimo si trova nei panni di nuovo direttore del Corteo Storico, anzi per dirla tutta veste i panni cinquecenteschi del Capitano del Contado e del Distretto. Osserva l'entrata in campo dello schieramento, poco prima l'esibizione, come sempre magistrale dei Bandierai degli Uffizi. Filippo, manca qualcosa? Forse sì, ma non dovrei certo lamentarmi, comunque gli anni in cui ho fatto parte dei Bandierari sono un ricordo indelebile, ho dovuto fare una scelta e ora dirigo il Corteo Storico. Un bell'impegno… Certamente: regole, lamentele, necessità di trovare i giusti equilibri e soprattutto portare avanti una tradizione antica che ha comunque delle necessità moderne. Gli oltre cinquant'anni di gestione Artusi sono stati il segno di un tempo, forse un'assicurazione per le tradizioni fiorentine, e oggi cosa avverrà? A Luciano Artusi vanno le giuste attenzioni per un ottimo lavoro svolto in tutti questi anni, non per nulla il sindaco Dario Nardella lo ha chiamato a ricoprire il ruolo di consigliere speciale per le feste e le tradizioni fiorentine; a Firenze dire Artusi è una garanzia, tutti lo hanno sempre ascoltato, ma oggi è necessario trovare il giusto compromesso perché non solo il Calcio Storico si rinnovi positivamente, ma anche il ruolo delle varie compagini del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina siano al passo con i tempi e rappresentino Firenze, anzi, Fiorenza, nel mondo. Cosa dire di questa edizione del Calcio Storico? Le prime due partite sono state equilibrate, nonostante le espulsioni, che comunque fanno parte del “gioco”, tutto è filato abbastanza bene. Si è giocato e questo è quello che vogliono le tifoserie, delle partite vive, piene di movimento, equilibrio e correttezza. Forse, anzi no, sicuramente, negli ultimi anni le due semifinali del 2015 sono state le partite più belle, la palla è sempre stata in movimento, quindi le nuove regole hanno funzionato e sono state comprese e applicate. Anche il sindaco Dario Nardella e il presidente del Calcio Storico MIchele Pierguidi sono soddisfatti.

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CALCIO STORICO DI FIRENZE Oggi è un momento di premiazioni o sbaglio?

dianti e nelle case fiorentine non ci sarà carestia, ma forse

Esatto, ma oltre a dare il giusto merito a chi da moltissimi

in piazza si giocherà una partita, non certo una novità,

anni partecipa alle manifestazioni del Corteo Storico e dei

infatti anche lo scorso anno grazie all'intervento del noto

Bandierai degli Uffizi, dobbiamo ricordare che sarà

stilista Stefano Ricci, le vecchie glorie del Calcio Storico,

l'ultima volta in cui Gigi Vitali, calcherà il campo di Santa

un gruppo di amiconi reduci dalle quattro squadre, si

Croce, sarà un momento di forte emozione, il capitano

affrontò sul sabbione, quello invernale. Tutto questo

Vitali ha visto generazioni di ragazzi allenarsi alla bandie-

avrà però una novità, la piazza dovrebbe riprendere

ra e imparare a suonare il tamburo, sarà una mancanza

l'aspetto di quella del XVI secolo, addobbata da teli colo-

per tutti, ma pensiamo a quanti momenti di vita abbiamo

rati, damaschi, sete, stoffe, forse usciranno dalle cassa-

passato insieme, nel bene e nel male, come una famiglia.

panche antichi drappi e arazzi, tele dipinte dimenticate e

In fin dei conti ha dovuto passare il testimone anche il

un tempo usate per omaggiare il passaggio di cortei e

Cavalier Luciano Artusi, i limiti di età, come da regolamen-

personaggi, forse assisteremo ad un salto nel passato,

to, non possono essere trascurati.

quel connubio che anche oggi distrae ed incuriosisce, come quando dietro le gradinate sul lato della grande

Torniamo in campo, Bianchi e Verdi, oggi sappiamo che la

chiesa in marmo bianco, alla ricerca di un fazzoletto

vittoria è andata alla squadra del quartiere di Santo Spiri-

d'ombra, un ufficiale con elmo borgognotta e spada si

to, i Bianchi, in un tripudio di tifo, colori, fumogeni. La

mette in un angolo e tira fuori dalla tasca un telefonino: “

partita di San Giovanni è stata una lotta quasi impari, la

moglie, prepara la cena, che dopo si vanno a vedere i

vittoria dei Bianchi è andata a segno con grande soddi-

Fochi ….” E così, come da tradizione per ogni buon San

sfazione, visto che da 68 anni, i Bianchi non vincevano

Giovanni, dopo la partita tutti a naso ritto verso il piazzale

contro la squadra dei Verdi. Il punteggio è stato di quat-

Michelangelo, una fetta di cocomero e i tradizionali botti,

tro cacce e mezza a mezza, vitella e palio assicurati, un

quelli che “erano meglio l'anno prima”.•

tempo in Santo Spirito e San Frediano si canticchiava “Si è rivinto la vitella, la si piglia per la mano, la si porta in San Frediano…”, bei tempi andati ….Ma porgiamo lo sguardo al futuro facendo un salto nel passato; ricordiamo che la partita del 24 giungo, quella giocata nel giorno di San Giovanni, patrono e protettore della città di Firenze, è la rievocazione storica di un'altra e ben più importante sfida, quella giocata tra due squadre di nobili cittadini nel lontano 1530, esattamente il 17 febbraio. Subito corre il pensiero agli abiti dei figuranti, ecco perché sono in lana cotta …. All'epoca si giocò in inverno, pertanto ancora oggi le divise del Corteo Storico sono in copia a quelle utilizzate nella stessa occasione, però sotto il solleone di un giugno con un sole non certo timido. Cerchiamo di non perderci nel tempo e anticipiamo una piccola curiosità, infatti proprio per ricordare quel 17 febbraio del 1530, in cui la città era assediata e affamata dalle truppe dell'imperatore Carlo V, si giocherà nuovamente la grande partita voluta per sbeffeggiare il nemico, tanto che un gruppo di musici, forse volontari, si arrampicò sul tetto di Santa Croce e sistemandosi alla “belle e meglio” iniziò a suonare pifferi e chiarine proprio per farsi sentire dal nemico, il quale volle partecipare al giubilo generale sparando in quella direzione un colpo di cannone che passò raso, sopra le teste dei musici, spaventando tutti ma senza fare danni. Ebbene, non è certo se qualcuno andrà a

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suonare sul tetto di Santa Croce, mancheranno gli asse-


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anno 4 - n°17 settembre 2015


Le incisioni rupestri della Valle Camonica

Le incisioni rupestri d Testo e foto di

Giulio Badini

Quando, nel 16 a.C., le legioni roma-

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lago d'Iseo. I primi nuclei di cacciato-

rigogliosa vegetazione e di

ne guidate dal proconsole Publio

ri epipaleolitici, provenienti dalla

un'abbondante selvaggina. Con il

Silio invasero la Valle Camonica, anzi-

sottostante pianura lombarda, ave-

tempo la presenza umana aumentò,

ché civilizzarla come esse si propo-

vano infatti cominciato a popolarla

passando attraverso tutte le fasi evo-

nevano, in realtà posero fine ad una

all'indomani dell'ultima glaciazione,

lutive della tarda preistoria e della

grande civiltà – quella dei Camuni –

quando i ghiacciai in ritiro e le muta-

protostoria, dal Neolitico fino alle

che da ottomila anni occupavano

te condizioni climatiche ne favoriro-

diverse facies dei metalli, originando

l'alta valle del fiume Oglio, a nord del

no la colonizzazione da parte di una

una complessa ed articolata civiltà.


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della Valle Camonica In diretta dalla preistoria

come quella micenea (dalla quale

Dopo l'avvento di Roma, dei Camuni

industrioso popolo che, racchiuso

scomparse abbastanza rapidamente

tra le sue montagne, aveva elaborato

mutuò la ruota e il carro), celtica (che

ogni traccia, rimanendo soltanto

in maniera autonoma una civiltà ric-

contribuì ad arricchirne il pantheon

l'etimo nel nome della zona. Poiché il

ca di beni materiali, di conoscenze

di divinità), villanoviana ed etrusca

tempo è comunque galantuomo,

tecnologiche e di elevata spiritualità,

(dei quali ultimi adottò l'alfabeto).

dopo quasi duemila anni sono però

capace anche di aprirsi ad interscam-

Fin dall'inizio del secolo scorso si

cominciate a riaffiorare testimonian-

bi commerciali e di conoscenze con

sapeva dell'esistenza a Cemmo, pres-

ze sempre più eloquenti di questo

popolazioni coeve vicine e lontane,

so Capo di Ponte, di due massi che

anno 4 - n°17 settembre 2015


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presentavano antichissime incisioni di animali selvatici e addomesticati, di armi e di utensili, di figure umane. Ma occorrerà attendere la seconda metà degli anni 50 perché ci si rendesse conto che tutta la vallata, dalla sommità del lago d'Iseo fino alla contigua Valtellina, era disseminata di migliaia e migliaia di massi e di rocce affioranti di arenaria, ben lisciati dall'azione glaciale come lavagne naturali, utilizzate dai Camuni per tramandarci i loro messaggi artistici e spirituali, come pure le immagini della loro vita quotidiana, in una autentica autobiografia figurata. A seguito di tali scoperte, che ebbero il potere di polarizzare l'attenzione dell'ambiente scientifico anche internazionale su questo breve tratto delle Alpi Retiche, sorsero progressivamente il Centro Camuno di Studi Preistorici, il Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, il Museo didattico di arte e vita preistorica, il Parco-museo di Nadro, la Riserva regionale delle incisioni rupestri di Ceto-Cimbergo-Paspardo, nonché altre realtà scientifiche e didattiche che hanno contribuito a rendere celebre il nome della Valle Camonica in tutto il mondo.

Un riconoscimento sancito anche

dall'Unesco, che nel 1979 ha voluto inserirla nella lista del Patrimonio culturale dell'umanità, primo sito in Italia ad entrare nella lista, nonché della Regione Lombardia che ha assunto il glifo della cosiddetta “rosa camuna” come proprio simbolo. Mezzo secolo di intense ricerche, di indagini e di comparazioni hanno consentito di accumulare un novero insperato di acquisizioni: lo studio sistematico di qualcosa come trecentomila figurazioni martellate o incise con pietre dure sulla roccia, di cui circa due terzi concentrati nella sola area attorno a Capo di Ponte, hanno permesso una loro datazione e l'attribuzione a specifiche facies culturali. Ciò ha permesso a sua volta di ricostruire i

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Le incisioni rupestri della Valle Camonica modi di vita di questo popolo, le sue attività economiche, la struttura politica e sociale, l'ambiente ecologico, il suo mondo spirituale e religioso dalle più antiche tribù di cacciatori-raccoglitori epipaleolitici agli agricoltori e pastori neolitici, fino alle più complesse strutture della tarda età del Ferro. E' stato accertato che l'80 per cento delle immagini risalgono al I° millennio a.C., durante l'età del Ferro, con notevole concentrazione negli ultimi quattro secoli, quando la civiltà camuna raggiunse il proprio apice. Un vero e proprio archivio storico, un libro di pietra scritto in un linguaggio di pittogrammi e di ideogrammi. Le ingiurie del tempo hanno reso oggi alcune immagini di difficile lettura, altre – soprattutto quelle simboliche – ci risultano di non facile comprensione.

Sicuramente le figure prodotte dai

sacerdoti-incisori dovevano essere ben chiare, ed anche esteticamente più apprezzabili, quando il messaggio affidato alla roccia disponeva, oltre che del rilievo, pure dei colori forniti da una vasta gamma di pigmenti naturali. Seppure ad un ritmo inferiore a quello del recente passato, le nuove acquisizioni proseguono tuttora: spesso la rimozione dello strato superficiale del terreno porta in luce sconosciute superfici istoriate, assicurando il lavoro di studio ad altre generazioni di specialisti. Le incisioni della Valle Camonica costituiscono comunque già al presente e di gran lunga la più ricca documentazione artistica della preistoria europea, nonché la sua maggiore concentrazione spaziale, facendo degli antichi Camuni le genti preistoriche e protostoriche oggi meglio note anche nelle loro essenze più profonde e complesse, come quelle della sfera spirituale. Sappiamo, ad esempio, che debbono gran parte delle loro fortune alla presenza in loco di ingenti giacimenti di siderite, minerale da cui si ricava il ferro, che erano molto religiosi e superstiziosi, conosciamo i loro altari e le aree sacre, conosciamo in dettaglio la struttura delle loro capanne, l'organizzazione dei villaggi, la distribuzione dei campi e la rete di sentieri che li collegava grazie a vere e proprie carte topografiche, sappiamo tutto della tessitura e dei relativi abiti, che bevevano una specie di birra, avevano buone conoscenze astronomiche e si dilettavano con le lotte tra gladiatori, ben prima che queste diventassero lo sport nazionale dei Romani. Il tutto grazie ad uno sconosciuto scalpellino che parecchie migliaia di anni or sono pensò bene di utilizzare i bei liscioni glaciali per ritrarre ciò che lo circondava e le

82

idee che gli passavano per la mente. Una così ricca messe di nozioni ha finito anche per mettere in serio dubbio la definizione stessa di preisto-


83 ria attribuita a quelle popolazioni che, prive di scrittura,

mila anni, spaziando da una grotta con dipinti ad una

non hanno potuto lasciare traccia leggibile delle loro

fattoria neolitica, da un villaggio palafitticolo ad un

vicende. Di fronte alla qualità ed alla potenza espressiva,

castelliere. A Cividate Camuno tappa d'obbligo per la

a volte quasi didascalica, dei disegni camuni risulta però

visita del Museo Archeologico della Valle Camonica (t.

difficile negargli il valore di documento storico. Altro

0364.344301), con resti romani, e dell'annesso parco con

aspetto rilevante risulta il fatto che l'interpretazione dei

resti del teatro, dell'anfiteatro e del tempio di Minerva.

messaggi affidati alle rocce della vallata lombarda non

Dopo 10 km si svolta a destra per Foppe di Nadro per

serve soltanto per la conoscenza dei Camuni: sono stati

visitare l'omonima riserva con belle rocce istoriate. La

infatti individuati vari simboli universali, come la spirale,

maggior concentrazione e le più elevate espressioni si

presenti presso popolazioni preistoriche di altre regioni

trovano però poco oltre nel Parco nazionale delle incisio-

o continenti le quali, avendo lasciato un minor numero di

ni rupestri di Naquane (t. 0364.42140), ricco di 120 rocce,

testimonianze, risultano oggi meglio intelligibili grazie

con il grande masso che annovera da solo quasi 900 figu-

alle incisioni lombarde. Le incisioni non sono le uniche

re. A Capo di Ponte ha sede il Centro Camuno di Studi

testimonianze lasciate dai Camuni: oggi conosciamo

Preistorici, con ricca biblioteca, e meritano una visita i

anche grotte e ripari sottoroccia, villaggi e resti di capan-

due massi istoriati di Cemmo, i primi ad essere studiati, il

ne, strutture megalitiche, menhir, statue-stele, castellieri

Museo didattico d'arte e vita preistorica (t. 0364.42148,

fortificati e tombe. Le incisioni rupestri formano una

www.intercam.it/valcam/assoc/archeo/archeo.htm) con

scrittura ideografica capace di codificare una grande

l'annesso Archeodromo, ricostruzione di un villaggio

quantità di concetti, rendendoli accessibili nella loro

neo-eneolitico con sei capanne costruite con tecniche e

sostanza alle generazioni future. Al turista colto che

materiali d'epoca, dove si può abitare e imparare a maci-

voglia conoscere in situ la civiltà camuna non resta che

nare cereali, cucinare, filare, tessere, scheggiare selci,

l'imbarazzo della scelta tra musei, itinerari tra le rocce

lavorare osso, legno e pietra, plasmare l'argilla e cuocere

istoriate e parchi didattici. Provenendo da sud, appena

ceramiche, costruire armi e strumenti. La sovrastante

oltre la sommità del lago d'Iseo la prima grande concen-

zona di Serandina è tra le più ricce di incisioni del com-

trazione di incisioni rupestri si incontra in località Luine,

prensorio, mentre la vicina località di Bedolina presenta

Crape e Simoni, nel comune di Darfo-Boario Terme; a

curiose carte topografiche del territorio istoriate sulla

Boario si trova anche l'importante struttura didattica

roccia. Altre aree interessanti infine si trovano nei comuni

dell'Archeopark (t. 0364.529552, www.archeopark.com),

di Cimbergo e Paspardo.•

parco interattivo sulla preistoria che copre gli ultimi 15

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Kaleidoscope

Speciale Sri Lanka

Una selezione tra i migliori alberghi dello Sri Lanka visitati da Pamela McC A selection of some of the best hotels in Sri Lanka visited by Pamela McC

Il fascino Retro-chic di

Casa Colombo The retro-chic allure of

P

assato e futuro hanno più affinità di quante non si

creda, specie se armonizzati e plasmati dalla

geniale creatività di un abile designer, come il sin-

galese Lalin Jinasena che ha riportato agli antichi splendori un magnifico palazzo ottocentesco trasformandolo in un Retro-chic hotel boutique: Casa Colombo. Un piccolo, privatissimo Eden che non ha bisogno di vetrine o riflettori, ma vive appartato e discreto pur nel cuore del business district di Colombo e della trafficata Galle Road. La calda atmosfera del palazzo moresco che a sera ammorbidisce le sue linee esotiche con luci sapienti, ben si amalgama con gli interni arredati con sensibilità estetica tale da creare in ogni ambiente uno straordinario effetto sorpresa. Ecco che pavimenti a mosaico, archi intagliati, stucchi, soffitti a vela ricoperti di foglie d'oro, dividono la scena con gigantesche poltrone in midollino, affreschi irridenti e naif, curiose cascatelle d'acqua lungo le pareti dei bagni di rappresentanza, suite con letti flottanti, vasche da bagno a vista in rame e smalto bianco e blocco-toeletta stile camerino teatrale. Le 12 suites, una assolutamente diversa dall'altra, studiate nei minimi particolari, con tessuti pregiati, tinte forti, a volte metalliche, a pareti e soffitti, suggestiva illuminazione che trapela dai margini della tappezzeria per completarsi in gigantesche sfere di gusto orientale che quasi toccano il pavimento. Discorso a parte merita la singolarissima piscina il cui

84

colore rosa confetto a sera si accende in un caldo abbrac-

Casa Colombo


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Court Francescone e Teresa Carrubba Court Francescone e Teresa Carrubba

T

he past and the future have more affinities than one

would imagine, especially if they are harmonized

and modelled by the brilliant creativity of a skilled

designer like Sri Lanka's Lalin Jinasena, who has brought a magnificent19th-century mansion back to its former splendour, transforming it into the retro-chic boutique hotel Casa Colombo. A pocket-sized, very private Eden that needs no showcasing or bright lights, but is delightfully secluded and discreet, even though it is on the trafficcongested Galle Road in the heart of Colombo's business district. In the evening the mellow ambience and exotic lines of this Moorish-style mansion are softened by the atmospheric lighting, and the exterior blends beautifully with the aesthetically-sensitive interior decor which is full of suprises that jump out like jack-in-the-boxes. Such as the mosaic flooring, the carved archways, the stucco work, the gold-leaf sail-vault ceilings, the XL wicker armchairs, the waterfall effect in the restrooms, the playful and naïf frescoes on the walls, the suites with floating beds, the inroom white-enamel and copper bath tubs, and the toilet which is styled on a theatre dressing room. The 12 suites, each one absolutely different from the next, have been styled down to the smallest detail using classy fabrics, strong and often metallic colours on the walls and ceilings, and singular lighting that seeps from the borders of the tapestry to fuse into huge oriental-inspired globes hanging almost to the floor. The candy-floss pink pool -at night

anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope

cio romantico. Davvero originali le chaise longue con

the acme of romanticism- warrants a chapter unto itself.

base in cemento e una “gondola” di vetro con cuscinoni

Silver mannequin-like figures stand between the chaise-

in pelle color miele, intervallate da manichini d'argento a

longues which have cement bases and a glass gondola top

mo' di statue, come audace complemento di un arreda-

with plump honey-coloured leather cushions - audacious

mento d'esterni irripetibile. Mollezze di altra natura nella

foils for the exclusive external landscaping. Comforts of

Rishi Spa, dove coccole di lusso si ispirano alla filosofia

another nature await in the Rishi Spa where luxury pam-

olistica e ai rituali asiatici per l'armonia tra anima e corpo.

pering, inspired by a holistic approach and Asian rituals,

Elementi naturali locali come il Cocco Vergine, l'olio di

sooth the body and the soul. Local products like virgin coco-

Sandalo o di Frangipane, uniti in miscele create esclusiva-

nut, sandalwood oil and frangipane, as well as blends pro-

mente per la Rishi Spa, producono un effetto sinergico

duced exclusively for the Rishi Spa, spark synergies for

per trattamenti rilassanti o energizzanti. In particolare

relaxing or energizing treatments. A must-try are the two

qui vengono utilizzati due olii firmati Rishi Spa: il Blue

Rishi Spa oils: Blue Lotus which imparts a delicate but per-

Lotus, che fornisce energia delicata ma persistente e

sistent energy and boosts the spirit, guiding the ph ysique

rafforza lo spirito mettendo in comunicazione il fisico con

into contact with its chakra, and Frangipane, which is also

il proprio chakra, e il Frangipane, noto anche come Albe-

called the Tree of Life for its anti-ageing properties and is

ro della Vita per via dei suoi effetti antiaging. L'olio di

used for anti-stress aromatherapy treatments. But the

Frangipane viene qui usato nei trattamenti antistress

delights do not end here, because the Casa Domos wel-

sottoforma di aromaterapia. E non è ancora tutto. Ogni

come guests at the airport with a vintage Austin, and

suite gode delle attenzioni di un maggiordomo che fin

ensure that a stay in Casa Colombo is an incomparable

dall'arrivo a Colombo può accogliere l'ospite

privilege. tc

all'aeroporto con un'Austin d'epoca. Tutto questo, e mol-

www.casacolombo.com

to altro, fa dell'accoglienza a Casa Colombo un privilegio

86

Speciale Sri Lanka

impareggiabile. tc www.casacolombo.com


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Casa Colombo Collection Un sogno che diventa realtà

Mirissa

Casa Colombo Mirissa. A dream that comes true

C

asa Colombo Collection Mirissa sorge sulla costa settentrionale dell'isola, tra Weligama e Matara e poco distante dalla città di Galle, dove la storia

coloniale fa da sfondo a un fiorire di ristoranti caratteri-

C

asa Colombo Collection Mirissa is on the southern coast of Sri Lanka, between Weligama and Matara and not far from Galle, where colonial history and

trendy restaurants and boutiques blend to create a unique

stici e boutique alla moda. Sofisticato e raffinato, solare e

atmosphere.

radioso il resort è una boccata d'aria fresca - una struttura

radiant this resort is a breath of fresh air: a luxury boutique

Sophisticated and urbane, luminous and

di lusso con una filosofa easy e rilassata. Attraverso le

hotel with a laid-back and insouciant philosophy. In the

grandi finestre dell'atrio-salone l'occhio spazia oltre la

lobby lounge the eye is drawn past the dazzling white

spiaggia abbacinante fino al mare, ma non prima di deli-

beach to the ocean, but not before lingering on the tur-

ziarsi sulla piscina a sfioro. Nel luminoso salone grandi

quoise infinity pool. The large couches with yellow cush-

divani candidi, con cuscini gialli – lo stesso giallo degli

ions – the same shade as the beach umbrellas - the four

ombrelloni sulla spiaggia – e quattro stupendi cavalli

antique statues of horses, the handiwork of skilled local

rampanti lignei di manifattura locale testimoniano

woodcutters, and the comfortable orange-leather sling

anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope l'abilità degli antichi maestri falegnami singalesi, mentre le comode poltrone in cuoio arancione invitano al relax e alla contemplazione. Nel ristorante Miris -che in singalese significa peperoncino- trionfa il pesce. Sulla parete retro-illuminata sagome découpage di balene, e sulla lavagna del Seafood Market, il pesce appena arrivato dal piccolo porto. Preziosi i consigli dell'Executive Chef Dimuthu Galagedarage come l'Aragosta alla Thermidor e le tante specialità locali basate su spezie esotiche. Il lungo tavolo comunale è un unico pezzo di legno, mentre per gli ospiti che cercano l'intimità ci sono piccoli tavoli nel ristorante e fuori sulla spiaggia. Nelle sei suite risuonano i colori allegri e freschi della natura, intervallati da mobili in pregiati legni locali. Posati sulla testiera dei grandi letti matrimoniali singolari pezzi di legno trasportati dal mare è depositati sulla riva: forme contorte scolpite dai flutti che sembrano aver catturato il dolce fruscio delle onde. I bagni sono molto grandi e alcuni hanno deliziosi angoli con sabbia e palme. Dotata di una piscina personale la Lounge Pool Master Suite Suite, mentre la Terrace Beach Access Suite si apre direttamente sulla spiaggia. Ogni suite è dotata di un telefono cellulare per mettersi in contatto con il direttore o con un maggiordomo che sono sempre presenti per rispondere alle esigenze e coccolare gli ospiti. Daiva Vedeikyte, la deliziosa resident manager, spiega che a Mirissa arrivano visitatori da tutto il mondo per avvistare le 600 balene che, insieme a delfini e pesci tropicali variopinti, vivono stanzialmente nelle acque circostanti. E che la vicina baia di Weligama è un paradiso per i surfisti, mentre per gli amanti della natura c'è la possibilità di avvistare leopardi ed elefanti nel Yala National Park. Al tramonto Daiva suggerisce di sorseggiare un cocktail sul balcone della propria camera o sulla spiaggia. Ma si può anche scegliere di calarsi nel ruolo di Robinson Crusoe e, uscendo dall'intimità raffinata del resort, fermarsi in uno dei tanti piccoli bar con tetti di foglie di palma nascosti tra la vegetazione tropicale su piccole spiagge lungo la costa. Momenti suggestivi da custodire gelosamente nel forziere dei ricordi più belli. pmf www.casacolombocollection.com/mirissa chairs combine to create an ambience made for relaxation and contemplation. Fish is the theme in the Miris restaurant – miris is the Sinhala word for chilli - from the découpage cetacean silhouettes on the retro-lit walls, to the Seafood Market blackboard which lists the days catch. Having chosen your fish, Executive Chef Dimuthu

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Galagedarage's takes over with a plethora of tempting

Speciale Sri Lanka


89 suggestions that include old favourites like Lobster Therimidor and many local dishes using exotic spices. To be enjoyed at the long communal table or at one of the small tables for guests seeking intimacy both inside and on the beach deck. Sleek and glossy local woods are used for furnishings in the six suites which sparkle with the colours of nature. The singular pieces of driftwood on the bed heads are striking natural sculptures, and seem to hold captive the sound of gently lapping waves. The bathrooms are wonderfully spacious and some have mini tropical gardens with palms and sandy corners. The Lounge Pool Master Suite has its own plunge pool and the Terrace Beach Access Suite leads directly onto the beach, and all suites have mobile phones making it simple to reach the resident manager or one of the smiling Casa domos who are on hand to answer queries and offer guests the very best in personalised butler service. Daiva Vedeikyte, the charming and vivacious resident manager, explains that visitors come to Mirissa to see the 600 whales that live permanently in these waters together with schools of dolphins and colourful tropical fish. And that nearby Welligama Bay is a magnet for surfers, while nature lovers will find it hard to resist a safari to encounter elephants and leopards in Yala National Park. At sundown Daiva suggests a cocktail on the balcony of your room or on the beach. But anyone in Robinson Crusoe mood can leave the refined intimacy of the resort to chill out in one of the many little castaway bars with palm-fringed roofs on the little beaches along the coast. Moments to be savoured and locked away in our treasure chest of unique memories. pmf www.casacolombocollection.com/mirissa

anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope

Speciale Sri Lanka

Heritance Kandalama

The Heritance Kandalama

N

ato dalla genialità dell'architetto singalese

Geoffrey Bawa, l'Hotel Heritance Kandalama di

Dambulla rispecchia appieno il suo Moderni-

smo Tropicale che unisce in suggestivo amalgama la linearità del design nordico, assimilato in Scandinavia negli Anni Sessanta, alla coinvolgente atmosfera asiatica. La struttura del singolarissimo hotel, la cui pianta allungata segue l'andamento della falesia su cui si appoggia, sfrutta la forza del ferro e la luminosità del vetro per far penetrare all'interno degli ambienti la lussureggiante Natura in cui è immersa, esprimendo così tutta la filosofia di Bawa: l'esterno deve fondersi all'interno moltiplicandone la resa estetica. Materiali naturali, come vetro e ferro appunto, ma anche pietra e legno per gli ambienti, non-

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91

a Dambulla in Dambulla

T

he Hotel Heritance Kandalama in Dambulla,

designed by the brilliant Sri Lankan architect

Geoffrey Bawa, fully reflects his Tropical Modernism

blending, as it does, an appealing amalgam of the linearity of Nordic design which Bawa assimilated in the Seventies, with a captivating Asian aura. This singular hotel, with an elongated shape that follows the profile of the craggy cliff on which it rests, capitalizes on the strength of iron and the brightness of glass to bring the lush vegetation inside, thus expressing Bawa's belief that the outdoors must blend with the interior thereby multiplying its aesthetic performance. Natural materials like glass and iron, but also stone and wood are used in the rooms, and the trees outside the windows demarcate the long corridors making this hotel an

anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope

ché alberi che attraverso le vetrate delineano i lunghi

eco-conceptual synthesis. Even the grotesque and gigantic

corridoi, fanno di questo albergo una sintesi dell'eco-

zoomorphic sculptures placed throughout the Heritance

concept. Persino nelle grottesche e giganti sculture zoo-

Kandalama underscore this symbiosis with nature. The Six

morfe che lo personalizzano, l'Heritance Kandalama

Senses Spa, also conforms to this naturalistic concept with

mostra la simbiosi con la Natura. Anche alla "Six Senses

Asian and ayurvedic treatments using the beneficial effects

Spa", ci si attiene alla filosofia naturalistica con tratta-

of local herbs and tropical fruits from which the the oils

menti asiatici e ayurvedici dove si utilizza l'effetto benefi-

used for aromatherapy massages and meditation are

co di erbe locali e frutti tropicali da cui si estraggono pre-

extracted. The luxury extends to the excellent cuisine. The

ziosi oli da massaggio e da meditazione per

main restaurant, the Kanchana, specialises in theme eve-

l'aromaterapia. Molto apprezzato il lusso della tavola. Il

nings with gastronomic specialties from all over the world

ristorante principale, il "Kanchana» propone serate a

as well as barbeque evenings, while the Kashyapa is an à la

tema con cucine da tutto il mondo e serate barbecue

carte restaurant. For all this the Heritance Kandalama has

mentre il "Kashyapa" è un ristorante à la carte. Tutto ciò

reaped over 70 awards and certifications, for its architec-

ha guadagnato all'Heritance Kandalama più di 70 premi e

ture, its cuisine and its service including the Food Safety

certificazioni per architettura, cucina e servizio, Food

Management System and Energy Management System &

Safety Management System, Energy Management

Environment Management System awards. It was the first

System & Environment Management System. E' stato il

Green Globe 21 certified hotel in Asia, won the Gold Award

primo hotel certificato Green Globe 21 in Asia, ha vinto il

for Built Environment in the prestigious Green Apple

Gold Award per l'Ambiente Costruito nel prestigioso Gre-

Awards, and it is LEED-certified. The added value of the

en Apple Awards ed è Struttura Certificata LEED. Il valore

hotel is its strategic position close to Sri Lanka's most

aggiunto dell'Hotel è infine la sua posizione strategica,

important UNESCO World Heritage sites. The Heritance

vicino ai maggiori siti dello Sri Lanka, Patrimonio

Kandalama dominates the lake of the same name, the

dell'Umanità UNESCO. l'Heritance Kandalama domina a

ancient city of Dambulla and Sigiriya -the 8th wonder of

picco l'omonimo lago, l'antica città di Dambulla e l'ottava

the world – the massive rock on which the ancient palace of

meraviglia del mondo –Sigiriya- l'imponente roccia che

King Kasyapa once stood. tc

mostra le rovine di un antico palazzo sotto il regno di re

www.heritancehotels.com/kandalama/

Kasyapa.tc www.heritancehotels.com/kandalama/

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Speciale Sri Lanka


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Uga Bay Resort Un mondo d'acqua Uga Bay Resort. A world of water

E

' l'elemento che predomina, che sequestra i sensi e

appaga lo spirito. Dall'oceano, alla grande piscina,

ai due laghetti che fanno da sentinella all'ingresso

del resort: tutto induce il visitatore ad abbandonarsi a un

I

t is the dominating element, and it captures the senses and indulges the spirit. From the ocean, to the enormous swimming pool, to the two sentinel-like ponds at

the entrance: everything inspires the visitor to abandon

mondo fatto di acqua. In una cornice di grande bellezza:

himself to a world of water. The setting is stunning, with

dalla lussureggiante vegetazione tropicale, alla splendi-

lush tropical vegetation and the splendid half moon of

da mezzaluna di sabbia lattescente di Uga Bay sulla costa

milky-golden sand of Uga Bay, close to Passikuda on the

orientale dell'isola. Una parte della costa, nei dintorni di

eastern coast of the island which, only a few year ago,

Passikuda, diventata accessibile solo pochi anni fa dopo

became accessible after the end of the long civil war. A pris-

anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope la fine della lunga guerra civile, che si presenta inconta-

tine and beautiful part of the coastline, with a barrier reef

minata, con una barriera corallina e acque popolate da

and waters populated by whales, dolphins and tropical

delfini, balene e una flora e fauna esotiche. Uga Bay, del

flora and fauna. This is the paradisiacal mise en scène for

gruppo Uga Escapes, sorge in questo contesto paradisia-

Uga Bay, a luxury resort of the Uga Ecapes group, in ele-

co, un lussuoso resort in elegante stile mediterraneo

gant Mediterranean style with 22 Beach Suites and 22

dotato di 22 Beach Suite e 22 Ocean Suite – queste ultime

Ocean Suites, the latter on the upper level. The Beach Villa,

ai piani superiori. Su due livelli la Beach Villa, con una

which is like a private home with its own pool, has direct

piscina privata e un giardino con accesso alla spiaggia.

beach access to the beach from the charming garden. The

Nelle camere colori solari e, attraverso le finestre, il blu

luminous colours in the rooms reflect the blue of the sea

del mare e le sfumature dorate della spiaggia. E nella pic-

and the golden hues of the beach, and the little spa, which

cola spa, che gli architetti hanno con estro giocoso posi-

the architects have amusingly tucked under the pool, has

zionata sotto la piscina, ci sono due camere per massaggi

two rooms for massages and beauty treatments.The res-

e trattamenti. Il ristorante offre il meglio della cucina

taurant is a haven in which to delight in Sri Lankan and

locale e internazionale, e gli ospiti che gradiscono

international cuisine, and guests looking for intimacy can

momenti di intimità possono scegliere di cenare sul bal-

choose to dine on their balcony or in a secluded corner on

cone della propria camera o in un angolo appartato della

the beach.To explore life in the surrounding area, a short

spiaggia. Per scoprire lo stile di vita nei dintorni basta

walk down the beach there is a small fishing village, and

camminare lungo il bagnasciuga per arrivare a un piccolo

the town of Batticaloa is not far away. And lovers of culture

villaggio di pescatori, o visitare la città di Batticaloa. E gli

will not want to miss a visit to the ancient capital of

amanti della cultura non vorranno mancare una visita

Polonnaruwa, which is UNESCO world-heritage-listed,

all'antica capitale Polonnaruwa, uno dei patrimoni

and one of Sri Lanka's most fascinating archaeological

dell'umanità riconosciuti dall'UNESCO, è uno dei siti

sites. pmf

archeologici più affascinanti dell'isola. pmf

http://www.ugaescapes.com/ugabay/

http://www.ugaescapes.com/ugabay/

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Speciale Sri Lanka


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anno 4 - n°17 settembre 2015


Kaleidoscope

Speciale Sri Lanka

Mountbatten Bungalow. Un Mountbatten Bungalow. Stepping back into colonial days

S

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orge in alto, sopra la città di Kandy, Mountbatten Bungalow, una tipica casetta all'inglese con una grande bow window che guarda sul bel prato

M

auntbatten Bungalow is perched high on the

hills above the city of Kandy, a typical English

bungalow with a large bow-window overlooking

all'inglese con piante e alberi d'alto fusto. Una casa che

a manicured lawn framed by tall trees and shrubs. From

da fuori sembra di proporzioni modeste, ma che dentro si

outside it looks of quite modest proportions but it has six

sviluppa in sei spaziose camere lungo un corridoio cen-

large bedrooms off a long central corridor. This was once

trale. Negli anni questa casa è stata la dimora di Lord

the home of Lord Mountbatten, the cousin of Queen Elisa-

Mountbatten, cugino della Regina Elisabetta e Viceré

beth and the former Viceroy of India and Ceylon, as Sri

dell'India e del Ceylon, come allora si chiamava lo Sri Lan-

Lanka was then known. Refurbished and with original fur-

ka. Ristrutturate e ammobiliate in puro stile inglese le

nishings, the bedrooms all have large modern bathrooms

camere da letto sono dotate di bagni grandissimi con

with stylish black and white flagged floors. The gracious

pavimentazioni in bianco e nero e servizi di qualità.

bow-window gives the living room a charming elegance,

L'ampia finestra a mezzaluna conferisce al salone

with portraits of Lord and Lady Mountbatten on either side

un'eleganza d'altri tempi e i ritratti di Mountbatten e del-

of the fireplace, while the dining room also has black and

la sua consorte che sono appesi ai lati del camino sono

white floors. When the weather is warm guests dine on the

testimonianze dell'epoca coloniale, mentre anche nella

lawn, served by waiters in stylish jackets that hark back to


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tuffo nella storia coloniale sala da pranzo i pavimenti riprendono il rigore dei bagni

the days of the great English aristocratic homes. The local

con ceramiche in bianco e nero. Nella stagione calda si

and international specialties on the menu and the tempt-

pranza e si cena fuori sul prato, serviti da camerieri che

ing choice of desserts are accompanied by fine wines from

vestono candide giacche che richiamano quelle indossa-

the Old and New Continents. In the garden there is a small

te dalla servitù nelle grandi dimore aristocratiche inglesi.

spa for massages and beauty treatments while the pool,

Sul menu specialità locali e internazionali e ottimi dolci

from which you look out over the sacred city of Kandy, is a

fatti in casa, accompagnati da vini provenienti dal Vec-

delightful refuge in which to cool off and relax. Scattered

chio e dal Nuovo Continente. Nella piccola spa c'è la pos-

among the trees in the garden the six Canadian-style cab-

sibilità di scegliere tra massaggi e trattamenti estetici

ins with honey-gold wooden interiors are luxuriously

mentre la piscina, dalla quale si guarda giù sulla città

appointed and have small balconies. Leaving the

sacra di Kandy, diventa un rifugio dove rinfrescarsi e

Mountbatten Bungalow and descending the twists and

godere qualche ora di relax nelle ore più calde della gior-

turns of the road you come to Kandy, a city that welcomes

nata. Nascoste tra gli alberi sei cabine in stile boscaiolo

thousands of pilgrims who come to pay homage to the

canadese. Interamente in legno color miele, sono lussuo-

sacred tooth of Buddha which is venerated in a shrine

samente arredate e dotate di balconi. Dal Bungalow, scen-

inside a temple built for this purpose within the former

dendo i tornanti stretti lungo la strada, si arriva a Kandy,

royal palace. Another must-see are the beautiful Royal

una città di pellegrinaggio visitata da migliaia di fedeli

Botanic Gardens with plants, flowers and trees brought

ogni anno che vengono per rendere omaggio al dente di

here by botanists down the centuries. The colourful central

Buddha custodito dentro una teca nel tempio costruito

market is worth visiting to pick up local handicrafts and

all'interno dell'ex palazzo reale. Da visitare i Giardini Bota-

every afternoon the Kandy Cultural Show is a vibrant spec-

nici Reali per ammirare le bellissime piante e alberi porta-

tacle with traditional dancing and ceremonial drums, end-

ti qui nei secoli da grandi botanici, mentre ogni sera il

ing with barefooted artists fire-walking across a pit of

Kandy Cultural Show è una rappresentazione di danze e

glowing embers. pmf

musiche singalesi che termina in modo spettacolare con

www.theme-resorts.com/mountbattenbungalow

fachiri a piedi nudi che attraversano una fossa di carboni ardenti. pmf. www.theme-resorts.com/mountbattenbungalow


Foto copertina: Niger di Anna Alberghina

Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com www.emotionsmagazine.com Progetto Grafico, impaginazione e creazione logo Emotions Ilenia Cairo icairo@emotionsmagazine.com Collaboratori Anna Alberghina, Anna Maria Arnesano, Giulio Badini, Luisa Chiumenti, Giuseppe Garbarino, Niccolò Garbarino Pamela McCourt Francescone, Giuseppe P. Pistone, Annarosa Toso Traduzione testi Pamela McCourt Francescone Responsabile Marketing e Comunicazione Mirella Sborgia msborgia@emotionsmagazine.com Editore Teresa Carrubba Via Tirso 49 - 00198 Roma Tel. e fax 068417855

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 - N° 310/2011 Copyright © - Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Casa Editrice che ne detiene i diritti.


arte

n

La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria. Karl Kraus

srl

viaggi e cultura

falegnami dal 1841



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