Engage - Contemporary marketing & media n.12-2015

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n°12 | 13 ottobre 2015

P16

la nuova shiny punta sul video

P26

programmatic: il top in Italia

P21

Dossier: voglio una vita mobile

P50

Arriva Netflix. cambierĂ la tv?

Da vent'anni un faro nella rete coverstory p8

La company è riuscita ad attraversare con successo diverse ere di internet grazie alla sua capacità di rinnovarsi. Come accade oggi con la sede italiana guidata da Lorenzo Montagna, impegnata a trainare il mercato nell'epoca del mobile first e dei nuovi trend come Native e Programmatic


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da vent'anni un faro nella rete 08-11 in questo numero

anno II n°12  |  13 ottobre 2015

f o c u s

l'avanzata dell'ad-tech

programmatic tra presente e futuro

4 - START di Simone Freddi 6 - PEOPLE Manager in movimento 12 - CAMPAGNE San Carlo, gusto e passione alla Tornatore 16 - IL PLAYER Shiny, know how e dati per il video advertising

26-45 enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

21 - DOSSIER Voglio una vita... mobile

46 - NUMBERS Pubblicità online: cifre in crescita che danno fiducia 50 - NEW MEDIA Netflix arriva in Italia: saprà cambiare la televisione? 54 - TREND Food in digital: ecco i 7 ingredienti per una ricetta di successo 3


start

Engage è una pubblicazione di Edimaker srl

Sede Legale Corso Lodi, 65 20139 - Milano Sede Operativa via A. M. Ampère, 30 20131 - Milano tel.+39.389 4428400 www.engage.it La testata Engage è registrata al Tribunale di Milano al n° 349 del 10 dicembre 2013. © tutti gli articoli hanno riproduzione riservata. Il responsabile del trattamento dei dati personali raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso la sede di Corso Lodi 65, 20139 - Milano, gli interessati potranno rivolgersi per esercitare i diritti previsti ai sensi dell’art. 7 DLGS 196/2003

Direttore responsabile Simone Freddi simone.freddi@edimaker.it Redazione redazione@engage.it Alessandra La Rosa alessandra.larosa@engage.it Teresa Nappi teresa.nappi@engage.it Caterina Varpi caterina.varpi@engage.it Lorenzo Mosciatti, Roberta Simeoni, Rosa Guerrieri redazione@engage.it tel. +39.389 4428400

di SIMONE FREDDI

Ad blocker, una sfida per tutti hi ha incastrato AdBlock? Sembra il titolo di un film, ma è la domanda su cui si sta scervellando il mondo della comunicazione digitale. E non per nulla, visto che quello dei software che bloccano le pubblicità è uno dei temi caldi del momento, e grandi interessi si muovono attorno ad esso. E’ notizia di questi giorni che AdBlock, il più noto tra i "filtri anti-pubblicità", ha effettuato un cambiamento sostanziale della propria linea operativa: non bloccherà più indistintamente tutti gli annunci pubblicitari, ma solo quelli ritenuti “fastidiosi”. Sullo sfondo del cambio di policy, una strana acquisizione dello stesso AdBlock da parte di un misterioso acquirente. E qui sono partite le speculazioni tra gli esperti: potrebbe essere un’azienda coinvolta nel business della pubblicità, oppure un inserzionista interessato

C

a favorire i propri annunci, in ogni caso la sensazione di una "distorsione" delle normali logiche di mercato è forte e non lascia indifferenti. Di certo il fenomeno degli ad blocker, nuovo e allo stesso già arrivato a dimensioni critiche (di fatto, in Europa quasi un utente su tre blocca gli annunci mentre è in rete, e quindi fino a un terzo della pubblicità online non viene erogata: un danno enorme per gli editori) spinge tutto il mercato nella direzione che non può che essere quella di un compromesso per un advertising di migliore qualità: una sfida che investe tutti gli attori della filiera e che dovrà portare necessariamente a riconsiderare sotto una luce diversa e più multisfaccettata anche concetti oggi forse esasperati, come la viewability e la ricerca di performance quantitative a tutti costi che, di fatto, contribiscono a far diventare la pubblicità online sempre più invasiva.

Grafica e impaginazione RubberDuck info@rubberducksrl.it Amministrazione amministrazione@edimaker.it Traffico traffico@engage.it

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pensieri da twitter

Diffusione e iscrizioni diffusione@engage.it Pubblicità e iniziative speciali Vania Camillozzi vania.camillozzi@edimaker.it vania.camillozzi@engage.it tel. +39.335 5653522

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Marta Valsecchi

Giuseppe Stigliano

paolo madron

Lavori in corso per il dimensionamento dell'Internet Advertising in vista di IAB Forum @Osserv_Digital @IABItalia

The Web is switching from pull to push. It'll let us know what is relevant, rather than us having to find out.

#Grom Non riusciamo a mantenere italiani nemmeno i gelati

@martavalsecchi

@Stigliano_G

@paolomadron

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are you ready for

interaction?


people MANAGER IN MOVIMENTO

Diego Ricchiuti j Lowe Pirella

Fabio Pedroni j Leagas Delaney

Diego Ricchiuti è il nuovo Presidente e Ceo di Lowe Pirella. Nel nuovo ruolo, riporterà direttamente a Jeremy Hine, Presidente di MullenLowe Group Emea. In oltre 25 anni di carriera nell’ambito della comunicazione, Diego Ricchiuti ha ricoperto posizioni di rilievo alla guida di agenzie locali e internazionali. Arriva in Lowe Pirella da due esperienze all’interno dell’Interpublic Group of Companies (IPG), dove è stato prima Executive Vice President di FCB Milan e dopo Managing Director di Golin Italia, lavorando, tra gli altri, con clienti quali Allianz, BNP Paribas, Lufthansa, Costa Crociere, Gruppo FILA, Bacardi, Meridiana, Metro Group e Il Sole 24 Ore.

Leagas Delaney punta sulla creatività in internet, inaugurando la posizione di Direttore Creativo Digital. Il primo a ricoprire questo ruolo all'interno dell'agenzia è Fabio Pedroni. Appena entrato nella struttura, sarà responsabile per i progetti relativi alle campagne integrate e social. Pedroni, precedentemente Deputy Creative Director in M&C Saatchi, rientra da un'esperienza lavorativa in Australia. Contestualmente, la sigla ha ufficializzato anche la nomina di tre nuovi Direttori Creativi Associati: Cinzia Pallaoro, ex Senior Art Director, e la coppia Marco d’Alfonso ed Eustachio Ruggieri, già Vicedirettori Creativi dell’agenzia.

Sara Andreani j Warner Music Italy

Filippo Marchio j Shiny

Sara Andreani è il nuovo Head of Marketing and Promotion di Warner Music Italy. Andreani, forte della sua esperienza passata come A&R and Marketing Dance and Strategic, avrà ora la responsabilità di gestire le risorse e il team frontline sia per il repertorio domestic sia per quello international, coordinando le attività di marketing e promozione. La sua nomina si inserisce in una fase di riposizionamento dell’azienda e di sviluppo delle attività, inaugurata due anni fa dall’arrivo nella società di Marco Alboni come Chairman e Ceo.

Filippo Marchio è entrato in Shiny in qualità di Head of Sales, con il compito di contribuire all'evoluzione del business dell'azienda che ha appena lanciato un set di soluzioni data-driven per il video advertising (vedi servizio a pagina 16). Prima dell’approdo in Shiny, Marchio ha ricoperto il ruolo di ADV Media Sales Responsible in Casa.it. Tra le esperienze precedenti, è stato Direttore Commerciale Digital Division di Wish Days e Business Development di eDreams. Durante il suo percorso professionale, ha ricoperto diverse posizioni di leadership nell’area commerciale di brand noti come Autoscout24 e Virgin Active.

Agenzie Davide Scodeggio a.d. di Bootique, il nuovo player della comunicazione digitale Davide Scodeggio è il nuovo Amministratore Delegato di Bootique, il nuovo player del mercato della comunicazione digitale nato in seguito all'acquisizione da parte di Triboo Digitale dell'agenzia di Zodiak Active (gruppo De Agostini) specializzata in Branded content, Digital marketing e Social media marketing, e attiva su prestigiosi clienti quali Ferrero, Lavazza, Jack Daniel’s, Lottomatica e Sky. Scodeggio, che arriva proprio da Zodiak Active dove era Senior Vice President, sarà alla guida di un team di 70 professionisti "al servizio del consumatore del futuro" in cui l’expertise in campo ecommerce di Triboo Digitale si unisce alle competenze nel mondo della strategia marketing, della creatività di comunicazione, della produzione di contenuto di marca di Zodiak Active. Il manager ha commentato così l'inizio della nuova avventura: «E’ una sfida nuova e importante per me e per le persone che mi hanno accompagnato in questi anni. Bootique non è un re-branding ma un nuovo concetto di agenzia per rispondere ai mutamenti del mercato. Con Bootique manteniamo la promessa di essere architetti del contenuto per creare valore di business».

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Da vent'anni un faro nella rete

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La internet company è riuscita ad attraversare con successo le diverse ere della rete grazie alla costante capacità di innovare e rinnovarsi. Come accade oggi con la sede italiana guidata da Lorenzo Montagna, impegnata a trainare il mercato nell'epoca del mobile first e dei nuovi trend come Native e Programmatic di Teresa Nappi

Il

web è evoluzione. Lo sa bene Yahoo, una delle company più longeve di internet, che proprio quest’anno ha festeggiato 20 anni di storia. Un traguardo che Yahoo ha raggiunto grazie alla sua capacità di rinnovarsi, fattore che le ha reso possibile attraversare con successo almeno tre delle ere del web - quella dei portali, quella del 2.0, quella del mobile - non senza alti e bassi, ma sempre da protagonista. Di questo e di molto altro abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Lorenzo Montagna, Amministratore Delegato di Yahoo Italia, con il quale individuiamo i punti forti su cui la company punta a costruire il proprio business nel nostro Paese, business che non trascura la continua ricerca della qualità dei contenuti. Cosa ha caratterizzato maggiormente i 20 anni di storia di Yahoo?

Yahoo è nata come guida del web e continua oggi a essere la guida per informare, connettere e intrattenere gli utenti in modo personalizzato e su qualsiasi dispositivo. Allo stesso tempo Yahoo è la guida per i brand che vogliono raggiungere i consumatori con messaggi pubblicitari, offrendo soluzioni e consulenza a 360 gradi sulla comunicazione online più efficace. Una mission che, in 20 anni di storia che hanno fatto la storia del web, non è mai cambiata, focalizzandosi sempre di più sull’innovazione degli strumenti, dei servizi e dei contenuti da offrire a utenti e brand. La spinta all’innovazione ha visto una forte accelerata con Marissa Mayer, che ha da subito impostato la rotta dell’azienda sul mobile trasformandola in mobile first company - ogni prodotto viene sviluppato per una fruizione da mobile e poi adattato al pc - e assicurando know how e tecnologia d’avanguardia con una serie di acenGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

La storia Yahoo ha compiuto nel marzo 2015 vent'anni. E' di fatto tra le più longeve internet company. In Italia è guidata da Lorenzo Montagna (in foto nella pagina a sinistra)

quisizioni strategiche come Tumblr, Flurry e BrightRoll solo per citarne alcune. Spostiamoci in Italia: quali sono i tratti che caratterizzano la sede tricolore della società oggi?

Yahoo offre agli utenti una suite di servizi e contenuti ampi e differenti: dalle notizie alla finanza, dal meteo al lifestyle, dal cinema alle auto incluso un canale video, il tutto fruibile dai 3 screen. Aggreghiamo contenuti di partner ognuno specializzato sul proprio tema di interesse, e investiamo costantemente in contenuti originali grazie al lavoro del nostro team editoriale che è riuscito a coinvolgere in programmi esclusivi personaggi come Simona Ventura, Roberto Saviano, il Trio Medusa, Vaporidis e Selvaggia Lucarelli. Lato business, vantiamo l’offerta più ampia di servizi di comunicazione gestita da un unico player: display, performance, native, content marketing, programmatic, formati video, interazione social, il tutto in modalità multiscreen. Grazie al team di research e di marketing siamo sempre molto attivi nell’offrire al mercato dati e insight sul mondo della comunicazione web: organizziamo almeno due volte a quarter eventi educational o in cui presentiamo i risultati di ricerche condotte a livello EMEA e locale sullo scenario digitale come, per citare gli ultimi due, lo studio sui Millennials a Roma e uno sul content marketing a Milano. Il nostro Paese che posizione occupa nei piani di sviluppo della company?

Il team italiano è sempre stato riconosciuto dal management internazionale una squadra efficiente, agile e caratterizzato da un’esperienza forte e una produttività elevata. Di conseguenza abbiamo sempre beneficiato dell’appoggio internazionale per scelte editoriali che hanno richiesto investimenti importanti, come quelle a cui ho accennato precedentemente, così come la possibilità di costruire proposte commerciali appropriate al tessuto economico italiano. Naturalmente la roadmap dei prodotti parte in US e a volte coinvolge subito le country europee e altre volte il rilascio a livello locale avviene nei mesi successivi seguendo la logica di scala rispetto al numero di utenti che impatta, ma le principali app sono disponibili anche in lingua italiana come Yahoo Meteo, Flickr e Livetext, l’app di instant messagging lanciata questa estate, l’unica sul 9


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La novità Il Native di Yahoo cresce e si rafforza con il video Il native advertising è una forma di pubblicità online sempre più apprezzata dai professionisti del marketing, che vedono in esso un modo più naturale e più efficace per entrare in contatto con il proprio target. Yahoo, entrata in questo mercato circa un anno fa, registra già ottime performance (+30%). Anche a fronte di questo, Yahoo ha recentemente arricchito la propria offerta native con il formato video. La disponibilità di video native ads e video app install ads consente infatti agli inserzionisti di combinare le potenzialità in termini di interazione e coinvolgimento del target

proprie dei video con quelle del native. Grazie ai native video ads, infatti, il contenuto del brand acquista tutta la forza di un video e viene integrato nel modo più fluido nella homepage di Yahoo, nei suoi magazine digitali e nelle app, come accade tradizionalmente con tutto il suo native advertising. Un approccio vincente come conferma una recente case history, da cui si evince che un native video ad su Yahoo ha aumentato il sentiment positivo nei confronti del brand del 50%. Inoltre, il formato video, secondo una ricerca condotta da Yahoo, ha ripercussioni dirette anche sull'in-

mercato a includere il video nelle chat di testo. Comunque, a livello EMEA, l’Italia si conferma una delle country più performanti. Il vantaggio di una company come Yahoo è il presidio di diverse aree e la possibilità di avere a disposizione una gran mole di dati. Come processate e utilizzate l’”oro nero” dei nostri tempi?

Abbiamo a disposizione un’enorme quantità di dati che ci consente di adattare in tempo reale l’offerta editoriale e pubblicitaria ai cambiamenti del target di riferimento. Sono dati anonimi di comportamento degli utenti sul web così come di effectiveness delle campagne di comunicazione segmentati per età, genere, appartenenza geografica, culturale e sociale resi disponibili grazie al continuo lavoro del team di research. E poi ci sono i Big Data utilizzati nel completo rispetto della privacy e della legislazione vigente, e che sono di fondamentale importanza per 10

tenzione d’acquisto facendole aumentare del 28%. Lo stesso discorso vale per il nuovo prodotto Gemini Video app Install: le ricerche di Yahoo mostrano infatti che i consumatori che scaricano una app tramite Gemini Video app Install, la utilizzano in seguito con una frequenza maggiore del 40% e per un tempo superiore del 20% ogni volta, rispetto a quanto accade con le normali install ads. Oggi gli utenti amano interagire con i video su tutti i loro dispositivi e veicolare informazioni pubblicitarie tramite video, integrandosi con il contenuto editoriale di cui sta fruendo l’utente, rappresenta per i brand un’enorme opportunità e uno stimolo a creare contenuti di maggiore qualità e impatto, capaci di coinvolgere sempre di più il consumatore moltiplicando così le possibilità di generare conversazioni attorno alla marca.

l’efficacia delle campagne di comunicazione, in particolare per i servizi di targeting e per l’offerta programmatic di Yahoo, che rendono la nostra piattaforma unica proprio per la completezza dei dati, poiché integra quelli di Yahoo con i dati delle terze parti e degli advertiser. Diverse sono state le acquisizioni che l’era “Mayer” ha messo a segno. Che senso hanno avuto e quali sono state a suo parere le più significative?

Da quando Marissa Mayer (in foto nella pagina successiva, ndr) è ceo di Yahoo sono state acquisite 53 aziende in linea con il business e la strategia dell’azienda. Acquisizioni che hanno come denominatore il mobile, la rilevanza dei contenuti e dell’advertising. Tra le più importanti senza dubbio l’acquisizione della piattaforma di blogging Tumblr; l’app di Nick D’Aloisio che organizza le notizie che si trovano online; Aviate che consente di rendere enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


La strategia Tutta l’offerta programmatic si sposta sotto BrightRoll

più semplice l’utilizzo dello smartphone proponendo, di volta in volta, le app più utili a seconda del luogo e del momento della giornata in cui ci si trova; Flurry, la piattaforma di analytics più usata al mondo dagli sviluppatori di mobile app, che ci ha permesso di entrare in contatto con i dati di oltre mezzo milione di app. E BrightRoll, la piattaforma di video advertising che permette agli inserzionisti di inviare pubblicità a tutti gli utilizzatori di smartphone, tablet e pc e che, come annunciato da Marissa durante l’Ad Week di New York, da oggi ingloba tutta la nostra offerta di Programmatic (vedi box dedicato, ndr). In termini di risultati, cosa vi aspettate da questo 2015?

Manca l’ultimo quarter che è statisticamente significativo dal punto di vista del fatturato, ma comunque prevediamo di chiudere con un segno positivo a una cifra; un buon risultato se consideriamo che il mercato della pubblicità online ha subito un forte rallentamento. Mentre registriamo una decrescita della pubblicità Premium, il Programmatic e il Native compensano con una crescita a due cifre che ci consente di raggiungere gli obiettivi della country per l’anno in corso. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

Secondo una ricerca di eMarketer, gli investimenti in programmatic display raggiungeranno quest’anno negli Stati Uniti 14,43 miliardi di dollari, facendo registrare una crescita del 49,5% rispetto ai livelli di spesa del 2014, mentre in Italia, secondo l’Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano, la compravendita automatizzata degli spazi adv sarà tra i principali fattori che contribuiranno alla crescita dell’adv online quest’anno. In particolare, si prevede per il programmatic advertising un incremento di circa il 90%, passando dal 10% a quasi il 20% del Display Advertising. Questo trend rispecchia anche l’andamento del business di Yahoo, la cui piattaforma di advertising buying genera oltre il 50% delle revenue display, confermando la leadership dell’azienda nel settore e la sua capacità di innovare rispondendo in maniera efficace alle esigenze di un mercato sempre più dinamico. Dopo essersi focalizzata negli ultimi anni sullo sviluppo di prodotto, Yahoo ha recentemente annunciato di aver unificato tutta la sua tecnologia di programmatic advertising sotto il brand di BrightRoll, la società acquisita a fine 2014, per semplificare e rendere ancora più completa la proposta ad advertiser, publisher e partner offrendo maggiore controllo e più trasparenza per risultati migliori e sempre misurabili. La tecnologia BrightRoll si integra con la capacità unica di Yahoo di acquistare audience in target, potendo contare su un miliardo di utenti unici complessivi e 165 miliardi di informazioni fresche processate ogni giorno. Proprio la conoscenza sempre più approfondita degli utenti sarà il fattore su cui si giocheranno le campagne di maggior successo e, a questo fine, il patrimonio dei dati disponibili e il modo in cui vengono elaborati è ciò che davvero può fare la differenza. Yahoo sta costruendo un portfolio di soluzioni per aiutare chi crea campagne a connettersi e interagire con i propri clienti attraverso una combinazione vincente di dati e tecnologia che utilizza sia una DSP proprietaria sia l’exchange. In particolare, la DSP di BrightRoll facilita l’acquisto in modalità programmatic di adv video, display e native, grazie all’accesso esclusivo di Yahoo alla sua enorme base dati che facilita la targettizzazione dell’audience. Brightroll Exchange, invece, connette in maniera fluida acquirenti e venditori di inventory video e display premium. Exchange è integrato con 100 DSP e permette di accedere a migliaia di siti e app attraverso RTB, private marketplace e programmatic direct.

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Contemporary marketing

San Carlo gusto e passione Tornatore alla regia, lancio a reti unificate e oltre 150 attori coinvolti: l’azienda milanese ha fatto le cose in grande per il lancio delle patatine “1936 Antica Ricetta”, con la complicità di JWT e Vizeum La trama Ambientata nel 1936, la storia racconta di due giovani innamorati. Il loro futuro sarà segnato da un pacchetto di patatine

di Rosa Guerrieri

Arricciate e croccanti, cotte lentamente e spolverate con un pizzico di sale marino. Sono le nuove “1936 Antica Ricetta” di San Carlo, le patatine che riprendono la ricetta originale della rinomata Rosticceria San Carlo di Milano, che il fondatore Francesco Vitaloni aprì proprio nel 1936. Ora l’azienda le ripropone in grande stile, e per farlo ha 12

scelto un celeberrimo regista, Giuseppe Tornatore, chiamato a dirigere lo spot che ha esordito “a reti unificate” domenica 4 ottobre – il primo passaggio è andato in onda alle 21 sui canali Mediaset e Rai -. Una campagna, firmata da JWT Italia, che va a ritroso nel tempo e che, partendo proprio dagli anni Trenta, ripercorre 80 anni di storia

del nostro Paese attraverso le mode e gli stili che hanno caratterizzato le diverse epoche. Una storia di passione

Il plot ci riporta nel 1936. Due giovanissimi innamorati sgranocchiano le patatine tra sorrisi ed effusioni. Sono alla stazione e lei sta per partire. Ma, mentre il treno inizia la sua marcia, la ragazza con un gesto rapido e aggraziato sottrae il sacchetto di patatine al fidanzato e scompare all’orizzonte salutando dal finestrino. Lui resta lì, con l’aria malinconica: il suo grande amore è partito, a lui non resta che aspettare. Mentre la canzone “Tornerai” riempie di note struggenti la scena,4 enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


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Gillette A ogni uomo i suoi “Bond Monents”

vediamo il ragazzo, fermo al suo posto, invecchiare in una lunga, surreale e speranzosa attesa. Un orologio scandisce il tempo, passano stagioni, anni e decenni. Lui è sempre lì. Cambia tutto intorno: gente, abiti, atteggiamenti, cambiano i treni. Siamo nel presente. Adesso lui è un signore molto, molto anziano. Arriva un modernissimo Frecciarossa e dal treno scende una giovane, sta pescando patatine da un sacchetto su cui leggiamo “1936”. Il vecchio signore si illumina: sembra lei, l’amore della sua vita, è forse tornata? Una storia di passione, di partenza, di attesa, con un finale a sorpresa. Il planning dalla tv al digital

Lo spot, girato a luglio alla Stazione Centrale di Milano, ha coinvolto più di 150 tra attori e comparse e non si esaurisce in tv: la pianificazione, a cura di Vizeum, coinvolgerà fino a metà dicembre anche cinema a livello nazionale, affissione a Milano e stampa quotidiana, settimanale e mensile. Per il digital, la campagna vede invece una divertente galleria di personaggi degli anni Trenta come protagonista, con in più numerosi contributi e curiosità dal set che vivono su un sito dedicato. 14

Mentre cresce l’attesa per l’uscita di Spectre, il ventiquattresimo film di James Bond (nelle sale italiane il 5 novembre) anche Gillette celebra 007 con la campagna Bond Moments, i momenti nella vita in cui ogni uomo si sente irresistibile e sicuro di sé. Le citazioni di Ian Fleming, autore e creatore del famoso personaggio cinematografico, sono al centro dell’iniziativa, diffusa dal 1 ottobre su tv, stampa, online e in-store. La creatività è di Grey. La campagna è partita con uno spot televisivo che unisce l’iconica azione ispirata al mondo di James Bond e gli strumenti di precisione di Gillette che, insieme, preparano gli uomini a vivere i loro personali Momenti da James Bond. Tra le iniziative che coinvolgono il web, particolarmente interessante la collaborazione tra l’azienda Jany Temime, la costumista pluripremiata di Skyfall e Spectre, che il 10 ottobre si è messa a disposizione per fornire via Twitter, dall’account di Gillette, i suoi “consigli di stile” per aiutare gli uomini di tutto il mondo a sentirsi più sicuri di sé e apparire al meglio.

Fiat Professional Quando il lavoro è donna “Dietro un grande paese ci sono sempre grandi donne”: questo il claim scelto da Fiat Professional per la sua nuova campagna, dedicata all’imprenditoria femminile. Volto dell’iniziativa, che dal primo ottobre coinvolge alcune importanti testate giornalistiche e il web attraverso campagne social e display, è Carolina Vergnano, membro del cda di Caffè Vergnano. «Essere il volto di questa iniziativa è stato per me un grande piacere», ha dichiarato l’imprenditrice. «Il messaggio di questa campagna si sposa con i valori della nostra azienda, fatta da sempre di grande impegno e professionalità che crede fortemente nelle donne». Fiat Professional ha dedicato alle imprenditrici italiane un’offerta esclusiva, sviluppata in collaborazione con Leasys, la società di noleggio a lungo termine di FCA Bank. Dal 1 ottobre, infatti, acquistando o noleggiando con Leasys un furgone della gamma Fiat Professional, si avrà la possibilità di guidare per un anno gratuitamente la Nuova Fiat 500 usufruendo dei servizi Leasys.

Video Valentino punta sul digital Valentino punta sul digital e sui social network per il lancio del suo ultimo profumo femminile, Valentino Donna. La campagna video, che vede protagonista la nuova testimonial della casa Astrid Bergès-Frisbey, è infatti online sulle piattaforme Facebook, Instagram e Twitter, oltre che su diversi blog francesi, inglesi e del nostro Paese. Lo spot è ambientato a Roma ed è ispirato al cinema italiano degli anni Settanta e ai suoi protagonisti, come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Monica Vitti. L’atmosfera, spirituale ed emotiva, prende corpo dalla testimonial, ripresa mentre cammina a tarda notte a Piazza Navona. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


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Contemporary marketing

Shiny Know how e dati per il video adv

La società, conosciuta per il sistema di rilevazione ShinyStat, allarga il proprio business al data driven e al video advertising. Tre le nuove unit dedicate, che potranno avvalersi tra l’altro della DMP ShinySense. A Fabiano Lazzarini, nominato General Manager, il compito di guidare l’ascesa della realtà in Italia e in Europa di Teresa Nappi

Il mercato del video advertising italiano data driven ha registrato di recente l’esordio di un attore inedito. Si tratta di Shiny, che ha deciso di capitalizzare tutto il proprio know how e lanciare un proprio network dedicato a questo segmento pubblicitario. La società, nata nel 1995 e conosciuta per il sistema di rilevazione web analytics ShinyStat, ha infatti ampliato il proprio raggio d’azione attraverso lo sviluppo di tecnologie e formati innovativi per il video advertising con l’obiettivo di offrire ad advertiser e publisher sistemi di erogazione pubblicitaria intelligente basati su formati “less intrusive” e ad “high viewability”. Contestualmente al suo debutto in un mercato del tutto nuovo, Shiny ha scelto di affidare a Fabiano Lazzarini - già General Manager di IAB Italia e board member di IAB Europe e, negli ultimi due anni, Media and Strategy Manager di Casa.it - il ruolo di General Manager della società, con il compito di contribuire all’affermazione dell’azienda tra i principali player del mercato del video advertising in Italia e creare le basi per una sua crescita europea. Un compito che appare meno arduo considerando i forti asset tecnologici con cui Shiny affronta la sfida, che includono piattaforme SSP e DMP proprietarie. A spiegarlo a Engage è lo stesso Lazzarini, intervistato a qualche giorno dall’ufficializzazione del suo incarico. Fabiano Lazzarini e Shiny: un’accoppiata che già di per sé fa notizia. Come si concretizza questo nuovo rapporto?

Tutti hanno conosciuto fino ad oggi Shiny attraverso il suo prodotto più noto, ShinyStat, che da vent’anni è il sistema di rilevazione browser-based di riferimento per oltre 200.000 siti partner in Italia. Ora Shiny amplia il proprio raggio d’azione e diventa una realtà in grado di offrire una serie di soluzioni per advertiser e publisher con tre nuove business unit che si affiancano a ShinyStat. In questo contesto di rinnovamento e che prevede un processo di espansione all’estero, io entro a far parte del team come general manager. 16

Fabiano Lazzarini

Quindi siamo difronte a un’evoluzione e a un nuovo posizionamento per Shiny?

Sicuramente possiamo parlare di evoluzione. Tutti gli operatori di questo mercato riconoscono oggi l’estrema importanza dei dati: poter disporre dei big data e avere la tecnologia capace di interpretarli e in grado di dare precise indicazioni su come raggiungere i diversi cluster di utenti, diventa un processo sempre più fondamentale nelle strategie di digital marketing. Shiny è da sempre all’avanguardia su questo fronte con ShinyStat che negli anni si è evoluto fino ad affermarsi come potente strumento per processare e aggregare i dati in tempo reale per web, video, mobile e app. Ma Shiny oggi offre molto di più: partendo dagli analytics, l’azienda si è dotata di tecnologie all’avanguardia capaci di offrire ai propri enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


clienti sistemi di erogazione pubblicitaria intelligente che garantiscono una forte targettizzazione. A ciò si aggiungono formati pubblicitari non intrusivi, ma capaci di garantire un’alta viewability. In sostanza come si configura oggi Shiny?

Oggi Shiny si presenta come una realtà più completa che ruota attorno a 3 business unit che vanno ad affiancarsi a ShinyStat: ShinyAdv, l’offerta agli advertiser che sfrutta tutti gli asset di Shiny come i nuovi formati di video adv e la DMP ShinySense che, grazie all’algoritmo proprietario, ottimizza la delivery a target delle campagne sui siti affiliati; ShynyTech, la business unit che propone al mercato i formati pubblicitari video più innovativi, tra i quali spicca AdCast (di cui Shiny è licenziataria in esclusiva). Tutti i nostri formati garantiscono un’alta viewabiltity, con erogazione supportata da DMP e DSP proprietarie. E, infine, ShinyNetwork, che consente di raggiungere oggi una rete con un potenziale di oltre 200 mila siti. In questo quadro la tecnologia ShinyStat come si integra?

ShinyStat è il nostro fiore all'occhiello e continuerà ad essere parte integrante della nostra offerta: la piattaforma è in continua evoluzione e deve il suo successo all’affidabilità, alla precisione e alla facilità di utilizzo. ShinyStat è ancora oggi il secondo operatore di analytics per numero di Tag installati sul mercato, quindi rimane un perno fondamentale di Shiny. In uno scenario che vede le concessionarie accusare i colpi della crisi, ShinyAdv come intende posizionarsi sul mercato?

Shiny ha lavorato per proporre al mercato ciò che più chiede in questo momento, ossia sistemi di erogazione pubblicitaria innovativi e performanti che fanno leva su tecnologie e algoritmi proprietari. Il team tecnologico ha sviluppato una Data Management Platform proprietaria che si chiama ShinySense che analizza in tempo reale un'enorme mole di informazioni e che sfrutta metodologie di “machine learning” sulla base di sequenze storiche con l’obiettivo di erogare campagne pubblicitarie su target specifici e di finalizzarle con i nuovi formati di video advertising che offriamo: full size video, social video, pre roll, branded pre roll, leads generator video, rich media. Puntiamo sul prodotto per raggiungere i nostri obiettivi. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

Cosa pensate del Programmatic?

Il programmatic per noi è molto importante e siamo già attivi sulle principali piattaforme. Abbiamo già alcuni private deal operativi e stiamo presentando le nostre novità ai trading desk. In generale, cosa caratterizzerà la vostra offerta al mercato?

Video advertising d’alta qualità con posizionamenti che garantiscono un’ottima viewability senza essere fastidiosamente invasivi. Predictive analytics e real time per le analisi e la creazione di modelli comportamentali capaci di creare un robusto sistema predittivo in grado di raggiungere gli utenti più predisposti a recepire il messaggio pubblicitario. E infine big data: il nostro patrimonio da sempre, che sarà ancora più potente e diventerà ancora più determinante per gli advertiser.

Il Nuovo Sito In contemporanea con la presentazione della nuova Shiny è andato online il sito Shiny.net realizzato da Rubberduck

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Contemporary marketing

Viralize video senza limiti La società, nata due anni fa all’interno dell’ecosistema dello startup studio Nana Bianca a Firenze, cresce grazie alle sue tecnologie per il video advertising e lancia il team commerciale interno. Alla sua guida, arriva Stefano Premoli di Alessandra La Rosa

Il nome è nuovo ma c’è da scommettere che d’ora in avanti lo sentiremo spesso: parliamo di Viralize, società specializzata in video adv guidata da Marco Paolieri (a.d.) e nata due anni fa all’interno dell’ecosistema dello startup studio Nana Bianca a Firenze, ottenendo nel corso della sua giovane storia finanziamenti dai fondi di investimento Club Italia Investimenti 2, Club Digitale e P101. Già ben presente sul mercato con clienti come TIM, Samsung, Aruba, Fineco, Sky e Mini, Viralize fino ad oggi si è concentrata soprattutto sullo sviluppo dei prodotti, che col tempo hanno raggiunto alti livelli di innovazione. Basti pensare che già qualche mese fa la società ha lanciato una tecnologia player che permette di erogare conte-

nuti video in autoplay, senza restrizioni, all’interno delle pagine mobile web su tutti i browser tablet e mobile diffusi oggi sul mercato. L’elevato interesse catalizzato da Viralize sul mercato ha convinto il suo management che il momento fosse maturo per un passo in più, ossia la costitu-

La new entry Stefano Premoli (in foto) è il nuovo direttore commerciale di Viralize, società specializzata in video adv

zione di un team commerciale interno. Alla sua guida è stato chiamato Stefano Premoli, arrivato da The Outplay, dove era General Manager, come nuovo Direttore Commerciale. «Sono molto contento e orgoglioso di salire a bordo di Viralize – ci ha confidato Premoli -. Prediligo, come già accaduto in esperienze passate, realtà di questo tipo, già consolidate e con degli asset importanti lato tecnologico ma dove bisogna strutturare e sviluppare le divisioni marketing e commerciale. Fin dai primi contatti mi hanno colpito fortemente la preparazione, la passione e la dedizione del team di Viralize e oggi grazie a ciò ho l’opportunità di avere a disposizione da proporre al mercato dei prodotti e delle soluzioni multidevice unici e altamente performanti. Sono convinto ci siano tutte le carte in regola per fare un ottimo lavoro».

Nuovi uffici Webranking apre una sede a Milano A quasi un anno dell’inaugurazione del centro direzionale nella sede principale di Correggio, un progetto innovativo sia per i contenuti ecologico-ambientali che per il suo design, Webranking ha ampliato la sua presenza “territoriale” con l’apertura di un nuovo ufficio a Milano. La società, tra le maggiori agenzie indipendenti di search marketing in Italia e oggi attore importante nel mondo programmatic, per la nuova sede ha scelto un palazzo Liberty in fondo a corso Como. Una posizione strategica che permette, grazie alla vicinanza dello snodo ferroviario di Nereo Porta Garibaldi, di collegare le due sedi dell’agenzia in meno di un’ora. Sciutto «Abbiamo deciso di aprire una sede a Milano per accedere a un mercato del lavoro interessante, mettendo i talenti milanesi nelle condizioni di poter lavorare per noi senza doversi spostare. I due uffici, quello milanese e quello di Correggio, saranno comunque in continuo contatto», ha spiegato a Engage Nereo Sciutto, Presidente di Webranking. Per la società, l’apertura del nuovo ufficio costituisce peraltro una prova generale di una ulteriore, più grande, espansione, che la porterà l’anno prossimo a valicare i confini nazionali con una sede all’estero. 18

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NEXT  Le soluzioni di misurazione dell'efficacia delle campagne digital di GfK a breve includeranno anche gli annunci mobile e i Facebook ads. La società ha annunciato che, grazie all'integrazione di una serie di nuove soluzioni, sarà possibile identificare quando un utente è esposto a una campagna su molteplici device e unificare l'esposizione a browser e app. Inoltre, all'interno delle nuove soluzioni sarà incorporata anche l'osservazione degli annunci su Facebook. Le novità, da novembre attive in una serie di mercati pilota, arriveranno in Italia nel 2016.

In occasione dell’Advertising Week di New York, Facebook ha annunciato una serie di novità per i suoi insezionisti. Tra queste, ci sono nuove possibilità di ottimizzazione della Brand Awareness delle campagne, attraverso il cosiddetto Brand Awareness Bidding. Invece di comprare click su una base di CPM, questo tipo di asta è volto all’acquisto di spazi che possano contribuire ad accrescere la notorietà di un marchio. La novità debutterà ad ottobre come rilascio limitato, mentre sarà totalmente disponibile nel corso dei prossimi mesi.

Il 22 ottobre. Sarà questa, con ogni probabilità, la data che segnerà la nascita del primo servizio a pagamento di YouTube (ad eccezione di Music Key). Si chiamerà YouTube Red e il suo costo si aggirerà attorno ai 10 dollari, comprendendo anche i vantaggi di Google Play Music Unlimited. Google ha già mandato una email ad alcuni creatori di contenuti per avvisarli della novità ed invitarli a firmare le variazioni dei termini di servizio. In caso contrario i video verranno resi privati fino a quando il nuovo accordo non sarà confermato.

Per Lancia il 2016 sarà l’anno di Nuova Ypsilon. La quinta versione della city-car femminile per eccellenza, presentata al Salone di Francoforte, è in commercio da settembre, mese in cui è stata oggetto di una campagna con la nuova testimonial Kasia Smutniak. L’attrice sarà protagonista di una serie di altri spot per Ypsilon. Il primo sarà un sequel di quello già andato in onda e sarà pianificato alla fine di quest’anno o all’inizio del 2016. Gli altri due, invece, saranno dedicati a special edition della vettura e verranno lanciati anch'essi l'anno prossimo.

PROGRAMMATIC ADVERTISING PLAYER 4W score: IMPRESSIONS 7 BILLION REACH 70%

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Dossier

Voglio una vita… mobile di Teresa Nappi

L

a tecnologia mobile sta trasformando rapidamente il modo in cui i consumatori di tutto il mondo vivono le proprie vite e sta avendo un effetto dirompente sui modelli di business in tutti i settori”. A dirlo è stato Steve King, ceo di ZenithOptimedia Worldwide, azienda a cui si devono gli Advertising Expenditure Forecasts. L’ultima release dell’analisi ha rivelato che il prossimo anno il mobile internet supererà in investimenti pubblicitari i quotidiani, pesando per il 12,4% della spesa pubblicitaria globale, mentre la stampa quotidiana peserà per l’11,9%. Il sostanziale spostamento di budget da parte degli spender sui new device, trova in effetti ragione nel desiderio di chi investe di prendere parte il prima possibile al modo di vivere mobile sposato dai consumatori. Entro i nostri confini, secondo una delle ultime ricerche del Politecnico di Milano, i mobile surfer giornalieri sono circa 15 milioni, numero che cresce di circa il 10% se oltre agli smartphone si considerano anche i tablet users. «Se a questo poi aggiungiamo che l’audience tricolore dedica moltissimo tempo alla navigazione da smartphone, alternandola a quella da pc, le prospettive cambiano ulteriormente, a maggior ragione se si parla dei più giovani, under 18 in testa, il cui tempo di navigazione da mobile è notevolmente alto, essendo lo smartphone il medium con cui, di fatto, sono nati e cresciuti», commenta Alberto Zilli, Ceo di Triboo Media, con il quale analizziamo il fenomeno che, tra l’altro, ha spinto il in collaborazione con

A fronte dell’alto numero di utenti che sceglie smartphone e tablet come device per essere always on, gli spender destinano quote sempre più importanti di budget ai new media. Ai publisher, e alle concessionarie che li rappresentano, il compito di rispondere a questa esigenza. Vediamo come con Alberto Zilli, ceo di Triboo Media


legati agli obiettivi di performance e lead generation. Principi che restano comunque validi anche per le campagne con obiettivi di branding, trend del mobile advertising che si sta affermando sempre più: il formato di elezione per questa tipologia di soluzioni è il video che ha inaugurato un nuovo importante KPI da tenere presente durante le pianificazioni: il VTR ossia view trough rate, la percentuale di complete view. Lato nostro, lavoriamo senza sosta ogni giorno per tradurre il tutto in soluzioni di advertising originali e tailor-made, dove ROI e visibilità siano sempre al primo posto.

Gruppo a dedicare al business sui new device una struttura ad hoc: MOBOO ADV. Alberto, come si coniuga la necessità degli spender di voler raggiungere un’utenza sempre più mobile first con la necessità di rispettare le caratteristiche del mezzo? Creatività, tecnologia e capacità di comprendere, se non anticipare, le modalità di fruizione del mezzo mobile sono i punti cardine che ci permettono di soddisfare le necessità di planning dei nostri clienti. Il rispetto delle caratteristiche del mezzo e di come l’utenza lo sfrutta non devono mai venire meno. Partendo dalle considerazioni sui numeri succitati, in Triboo Media abbiamo puntato sulle nostre capacità di essere innovatori digitali e sulle possibilità di poter profilare la nostra audience attraverso la nostra tecnologia proprietaria. Tutto questo ci ha permesso di sviluppare, attraverso le nostre unit interne, formati e pianificazioni ad hoc che incontrassero le esigenze di tutti: clienti e audience. L’utenza mobile come detto è costantemente in crescita. Come si cattura l’attenzione di quanti navigano spesso più da mobile

Tutto questo poi ha portato Triboo Media al lancio della nuova concessionaria MOBOO ADV, di fatto la terza del gruppo. Che mission ha la neonata sigla e quali obiettivi intende raggiungere? MOBOO ADV è in effetti la terza anima commerciale del nostro Gruppo. Nasce in un momento maturo sia per noi sia per il mercato che da desktop? stesso che, a fronte di quanto ci Citando e parafrasando Bolter e siamo detti finora, è pronto a receGrusin, attraverso il mobile stiamo pire e a cogliere le opportunità del vivendo appieno una vera e propria mobile. La nostra neonata, ma già fase di “rimediazione” in chiave performante, concessionaria, tomobile. Ma questa volta il tutto si talmente focalizzata sulle strategie svolge all’interno di dispositivi nadi comunicazione e pianificazione tivi dell’ecosistema digitale. Quindi su smartphone e tablet, può contacome sostenuto da McLuhan, se è re da un lato su tutto il background vero che da un lato “i mezzi di coprofessionale e sulla struttura di municazione hanno bisogno Triboo Media e, dall’altro, su l’uno dell’altro per poter un team di lavoro dedifunzionare e operano cato fortemente “skilattraverso un conlato” che include tinuo processo esperti in marke“Approcciare di riproduzione ting, sviluppo e e sostituzione al mobile vendita. Il team, reciproca”, che può trarre significa rispetto dall’altro non vantaggio dalla delle caratteristiche è possibile pluriennale del mezzo e di pensare che esperienza del sia sufficiente suo leader, Pacome l’utenza lo trasmigrare in olo Velluto, a due sfrutta” toto contenuti e mesi dalla nascita creatività dall’uniha già conquistato verso desktop a clienti del calibro di quello mobile affinché Eni, Walt Disney, Toyovi sia la stessa resa sia in ta, Kia e Mazda. Già questo termini di audience sia di perforassegna a MOBOO ADV un vantagmance. E’ essenziale fare in modo gio competitivo straordinario. Il noche le creatività siano chiare, distro obiettivo è di diventare a breve vertenti e immediatamente accatuna vera e propria farm mobile che tivanti con call to action visibili e sappia soddisfare ogni esigenza agganciate a landing page di facile dei nostri clienti e che sia in grado e veloce consultazione. Questo vale di fornire soluzioni sempre più specialmente per gli investimenti performanti su tale segmento.


MOBOO ADV L’adv on the go si fa performante La nuova società del gruppo, guidata da Paolo Velluto, è focalizzata sulle strategie di comunicazione e pianificazione digitale sui nuovi device, gestendo in autonomia gli spazi pubblicitari del network e i formati adv dedicati Dallo scorso luglio Triboo Media ha presentato al mercato la terza concessionaria del Gruppo focalizzata esclusivamente sulla comunicazione e sulla pianificazione pubblicitaria su device mobili. Parliamo di MOBOO ADV, la struttura commerciale che ha l’obiettivo di valorizzare l’audience mobile di Triboo Media, che vanta fra i suoi asset Leonardo.it, portale che si posiziona nel panorama media come aggregatore di riferimento dei siti web verticali, e il network editoriale di HTML.it, una delle principali realtà web italiane. Potendo contare anche sul forte know how tecnologico del Gruppo, MOBOO ADV è in grado di offrire soluzioni ideali per interpretare al meglio le esigenze di comunicazione e pianificazione dei propri clienti, traducendole in campagne pubblicitarie dove ROI e visibilità sono sempre al primo posto. Le soluzioni adv proposte da MOBOO ADV rispondono a obiettivi di Branding, Performance, Lead Generation, Engagement attraverso Rich Media, Native Advertising e Programmatic. Opzioni che hanno già convinto brand della portata di Eni, Walt Disney, Toyota, Kia e Mazda, che ad appena due mesi dal lancio, erano già in portafoglio di MOBOO ADV.

I numeri di MOBOO ADV

Contenuti specifici e di qualità permettono a MOBOO ADV di raggiungere:

6,8 MILIONI unique audience (dati mensili Audiweb View Mobile Giugno 2015]

120 MILIONI page views

34% active reach

(dati mensili Audiweb View Mobile Giugno 2015)

(dati mensili Audiweb View Mobile Giugno 2015)

Chi è Paolo Velluto NOME: Paolo COGNOME: Velluto RUOLO ATTUALE: Managing Director di MOBOO ADV ETA’: Maturo al punto giusto ma smart come un telefono di ultima generazione ESPERIENZA: Dal MicroTac all’Iphone 6 Plus... Fate voi i conti SEGNO ZODIACALE: Pianeta Mobile LE SUE CREATURE: Filippo, Andrea e... MOBOO ADV NON SOPPORTA: “Sentir dire ogni anno che è quello del Mobile” IL SUO MOTTO: “Senza passione non c’è evoluzione” LA SUA MISSIONE: “Convertire tutti al Mobile First”


I Formati di moboo adv

Focus sull’offerta dedicata agli advertiser che puntano ai nuovi device INTRO VIDEO MOBILE

SKIN MOBILE

Interstitial video full screen per comunicazioni total branding da alti tassi di CTR. Al termine, il formato si richiude in una strip mobile e si posiziona in primo piano sul fondo della schermata

La skin mobile è un formato posizionato on top page e che segue l’utente durante lo scorrimento della pagina, fino alla sua chiusura. Garantisce alta visibilità al brand

INTRO MOBILE (no VIDEO)

STRIP MOBILE

E’ come l’Intro VIdeo Mobile, ma presenta un’immagine e non un filmato. E’ un formato responsive, che adatta la creatività in base all’orientamento del device

E’ un formato che appare in primo piano sul fondo della schermata fino alla sua chiusura. Grazie al suo posizionamento premium, può raggiungere elevati tassi di CTR

INTRO VIDEO MOBILE HTML5

STANDARD BANNER

Grazie alla tecnologia HTML5, il formato permette di visualizzare video con partenza in autoplay, oltre che in-app anche da mobile browsing, per adv ad alto impatto e dai grandi volumi

E’ il classico formato banner che risponde agli standard dell’Interactive Advertising Bureau. E’ l’ideale per una pianificazione dai grandi volumi

INTERSTITIAL VIDEO IN-APP

INTERSTITIAL IN-APP (NO VIDEO)

Interstitial di grande impatto con video full screen autoplay e audio on. E’ ideale per massimizzare il coinvolgimento dell’utente grazie all’inserimento di link di approfondimento

Formato interstitial con creatività full screen interamente cliccabile, ideale per una comunicazione ad alto impatto visivo e che punta a una grande visibilità del brand


La pubblicità intelligente in tempo reale Benvenuti in Rocket Fuel

1 01 1 0 1 00 1 0 1 0 1 0 1 1 ARTIFICIAL 1 01 0 1 00 0 1 01 INTELLIGENCE 0 1 0 0 0 1 0 1 0 1 1 1 0 1 0 1 0 1 01 0 1 01 0 1 01 0 1 01 01 0 0 01 01 0 1 01 0 0 01 01 0 1 11 01 0 1 01 0 1 01 01 0 1 01 01 0 1 01 0 1 01 01 0 0 01 01 0 1 01 0 0 01 01 0 1 11 01 0 1 01 0 1 01 01 0 1 01 01 0 1 01 0 1 01 01 0 0 01 01 0 1 0 1 01 0 BIG DATA 1 0 DATA 0BIG 1 01 01 0 1 0 01 0 1 0 1 0 1 01 0 01

BRAND SOLUTION

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PERFORMANCE SOLUTION

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VIDEO MOBILE REAL TIME BIDDING

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PRIVACY

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INSIGHTS

ROI ADVERTISING THAT LEARNS®

Rocket Fuel mette l’intelligenza artificiale e i big data al servizio della pubblicità digitale. La sua piattaforma tecnologiaca genera strategie di media buying in grado di auto-ottimizzarsi in tempo reale, per acquistare solo gli spazi che permettono di raggiungere il pubblico più ricettivo alla campagna. Per saperne di più, visita il sito emea.rocketfuel.com/it o scrivi a sales-it@rocketfuel.com


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l'avanzata dell'ad-tech programmatic tra presente e futuro di Simone Freddi

egli ultimissimi anni, l’accelerazione impressa dallo sviluppo tecnologico ha portato all’affermarsi di una serie di nuovi fenomeni che stanno rivoluzionando il mondo della comunicazione digitale a una velocità mai conosciuta prima. Tra questi spicca il programmatic, arrivato nel nostro mercato non più di due anni fa e già protagonista assoluto: questo insieme di tecnologie, hardware e software, è entrato nei processi di gestione della pubblicità principalmente online sia per la display che per il video ed infine anche per i formati native. Il complesso delle attività e delle tecnologie che compongono il programmatic advertising lavorano sostanzialmente in funzione della possibilità di automatizzare la vendita, l'acquisto e l'ottimizzazione degli spazi pubblicitari in un’evoluzione moderna dei mercati adv che

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Il mercato è in forte evoluzione, con opportunità e temi ancora aperti, che si legano in generale a una operazione culturale di “evangelizzazione” di tutti gli attori della filiera, dalle aziende agli editori. Rispetto a un anno fa, i passi in avanti sono comunque notevoli

si contraddistinguono per una maggior liquidità dell'inventory e un approccio alla pianificazione di tipo audience-based. Sebbene non ancora forte come l’esperienza degli Stati Uniti, dove il programmatic è nato nel 2010 ed ha raggiunto oggi una quota di oltre il 50% del mercato del display e video, il mercato italiano è molto promettente e sta vivendo un periodo di forte crescita. Quanto vale quindi il programmatic in Italia? I numeri ufficiali li avremo a IAB Forum, quando IAB Italia rilascerà, in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, la prima release della nuova ricerca qualitativa e quantitativa sul mercato del digital advertising in Italia, inclusa una rappresentazione dettagliata anche del programmatic. Lo scorso anno, in un primo calcolo, sempre IAB Italia e Politecnico avevano fissato in 110 milioni di euro il perimetro del mercato dell’automated advertising in Italia, spingendosi poi più avanti nell’anno a proiettare una crescita al limite delle tre cifre enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

110 20% 52%

il valore del mercato 2014 In una prima stima sul valore del programmatic adv in Italia, IAB Italia e Politecnico hanno fissato a 110 milioni di euro gli investimenti nel 2014

L'evoluzione nel 2015 I dati ufficiali verranno comunicati a IAB Forum. Le attuali stime prevedono che il Programmatic varrà quest'anno circa il 20% della display

che succederà nel futuro Oggi la display "tradizionale" fa la parte del leone. Ma il settore si trasforma: Magna Global prevede che nel 2019 il 52% del video adv sarà programmatico

percentuali per il settore, che sarebbe così arrivato quest’anno alla soglia dei 200 milioni di euro, pari a circa il 20% degli investimenti in pubblicità display e video su internet. In realtà, questa stima potrebbe essere anche “prudente”: un forecast molto recente dell’autorevole Magna Global, per esempio, si spinge ad affermare che la spesa pubblicitaria in programmatic nel nostro Paese si attesterà quest’anno a 320 milioni di euro. I dati diffusi da Magna Global mettono in evidenza l’evoluzione del mercato: mentre attualmente è la desktop banner display a dominare lo spending, entro il 2019 i formati mobile rappresenteranno il 44% della spesa complessiva, e il video coprirà il 52%. Lo studio offre inoltre un’analisi qualitativa che mette in luce alcune particolarità dell’approccio al programmatic nel nostro Paese, che su alcuni temi si mostra persino all’avanguardia, come nello sviluppo di settori specifici come i private marketplace e le aste "invitation-only". La preferenza verso le forme più “controllate” di programmatic adv rispecchia l’attenzione che sia le aziende sia gli editori ripongono sui temi di sicurezza e trasparenza, confermata anche da un focus sulla viewability e sulle metriche di audience in-target molto forte rispetto al resto dell’Europa. Svariate campagne includono infatti servizi di misurazione terzi come comScore VCE, Nielsen OCR, Integral AdScience o servizi analoghi. Il mercato è quindi in forte evoluzione e come confermano i protagoinisti del settore nel servizio che i lettori troveranno nelle pagine a venire - ricco di opportunità, ma anche di temi ancora aperti, che si legano in generale a una operazione culturale di “evangelizzazione” di tutti gli attori della filiera, dalle aziende agli editori, non ancora ultimata. Rispetto a un anno fa, i passi in avanti sono comunque notevoli anche sotto questo profilo. 27


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Next 14

Il know how che apre nuove frontiere

Obiettivo del gruppo guidato da Marco Ferrari, di cui sono parte le società Turbo, Sting Media e Zero Studios, è quello di portare trasparenza e chiarezza in un mercato nato «un po’ troppo opaco». Un impegno che sta dando i suoi frutti Il programmatic è uno dei trend più rilevanti dell’advertising online. Ma ancora il nostro mercato è additato come “giovane” da questo punto di vista. E’ probabilmente vero per certi aspetti, ma è altrettanto vero il fatto che la crescita dell’Italia in questo segmento sta correndo a grande velocità: «Che il mercato italiano del Programmatic si sia definitivamente affermato, lo dimostrano i numeri», afferma Marco Ferrari, co-Founder & Ceo del gruppo Next 14 di cui fanno parte il trading desk indipendente Turbo e la piattaforma di programmatic tv Sting Media e Zero Studios, attiva nel data-driven brand entertainment. Secondo il manager: «Le previsioni di una crescita ancora a tripla cifra, da 100 a 200 milioni, dovrebbero trovare conferma ufficiale nelle prossime settimane. E, considerate le dimensioni totali del mercato italiano dell’advertising online, direi che la domanda non è più “se” ma “come” le aziende italiane spendono in programmatic advertising». Con Turbo avete dato vita al primo trading desk italiano indipendente. E' stata una scelta vincente? Quando abbiamo fondato Turbo, abbiamo chiarito sin da subito che ci saremmo focalizzati esclusivamente sul programmatic. Non perché era il trend del momento, ma perché si trattava e si tratta di una vera svolta nel mondo dell’advertising. Come per tutte le cose, il mercato ha bisogno di un po’ di tempo per assestarsi e le aziende devono essere messe in condizione di comprendere i veri vantaggi apportati dall’automazione. Sono nati tanti nuovi attori, nuovi ambiti e figure professionali. Il ruolo di aziende come la nostra consiste anche nel dimostrare con i fatti che il programmatic, se gestito correttamente, può portare sia efficienza che efficacia alla comunicazione. Una cosa di cui siamo particolarmente soddisfatti è che il mercato ci riconosce come interlocutori di qualità che portano valore. Contribuire a rendere trasparente e comprensibile un mercato nato un po’ troppo “opaco” è stata, ed 28

Focus on Il gruppo guidato da Marco Ferrari (in foto) e a cui fanno capo il trading desk Turbo e la giovane Sting Media, è diventato velocemente riferimento italiano per il programmatic

è, una sfida che riteniamo fondamentale per la crescita nostra e dell’intero rinnovato ecosistema digitale. Parliamo di mobile: il programmatic può contribuire allo sviluppo del mercato? Potenzialmente, il mobile è il canale perfetto per gli acquisti in programmatic, visto che rispetto alle tradizionali campagne display, potrebbe utilizzare anche dati aggiuntivi (sistema operativo, posizione geografica e così via, ndr). E’ un canale che sta crescendo molto rapidamente e credo si stiano facendo passi avanti importanti per la definitiva affermazione del canale. Voi come rispondete alle necessità di tracciamento a fronte della frammentazione tra device diversi? Il tracciamento cross-device, che attualmente è nel suo stadio iniziale, continuerà a evolversi di pari passo con l’ingresso sul mercato di nuovi gadget tecnologici quali le tecnologie “indossabili”. Al fianco del tracciamento cross-device “deterministico”, oggi garantito solo dalle grandi piattaforme come Google, Facebook o Twitter che attraverso il login possono garantire una tracciabilità certa degli utenti cross, non ci sono alternative che utilizzare tecniche di tracciamento “probabilistiche”. Lo sviluppo di una soluzione di fingerprint per la nostra Turbo DMP, va in questa direzione e ci permette di utilizzare modelli statistici complessi per decodificare tutti i dati a nostra disposizione. Dunque, il ruolo dei dati nella comunicazione del presente e del futuro è importante… E’ assolutamente centrale. Marketing e advertising saranno sempre più data-driven nei prossimi anni. Per questo tutte le aziende sviluppate all’interno di Next 14 - oltre a Turbo, Zero Studios, che si occupa di brand entertainment, e Sting Media, piattaforma di programmatic tv -, hanno in comune, al di là dello specifico ambito di attività, la cultura della raccolta, analisi e attivazione dei dati. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


Prime Real Time

Private Market Place: il mercato è pronto Secondo la Country Manager del PMP Prime, nel mercato italiano ci sono tutti i presupposti per virare in modo deciso e convinto verso il programmatic. Una costatazione che spiega la scelta della realtà di irrobustire la propria offerta

Il mercato italiano è decisamente pronto ad affrontare la sfida del programmatic. Lo afferma Cristina Pianura, Country Manager per l’Italia di Prime Real Time, primo Private Market Place trasversale presente sul mercato italiano. Secondo la manager: «I presupposti per virare in modo più deciso e convinto verso il programmatic advertising ci sono tutti: c'è la tecnologia, c'è il know-how, e ci sono ora tutti gli attori in campo. Questo significa che la filiera potrebbe assorbire senza particolare problemi oltre il 50% del budget advertising in modalità programmatica, considerando ovviamente tutte le modalità del programmatic buying: il guaranteed, il private deal e l'open market». Secondo molti però ci sono ancora delle cose che andrebbero sistemate per far sì che questo mercato decolli davvero… In effetti, per tradurre questo in realtà occorre che i clienti comprendano meglio i vantaggi del programmatic buying e le logiche di remunerazione dell'intera filiera senza pigiare il tasto solo sul saving dei prezzi, poiché non è sul pricing che il programmatic risulta vincente. Questo errore, già fatto in passato, rischia paradossalmente di rallentare l'ingresso dell'inventory premium sulle piattaforme, poiché la certificazione e l'adozione di metriche per la qualità, nel mondo del programmatic selling, comportano costi ulteriori per i publisher. Prime Real Time come si posiziona in questo mercato? Prime Real Time è il più grande Private Market Place trasversale oggi presente nel mercato italiano: una soluzione estremamente flessibile sul piano commerciale e tecnologico da poter essere utilizzata "on demand" dalla domanda e dall'offerta, per la Display, il Mobile e il Video programmatic. Prime è oggi il primo e unico abilitatore per il programmatic selling legato ai Rich Media ad alto impatto, ovvero enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

La soluzione Il Private Market Place Prime Real Time, è uno strumento estremamente flessibile sul piano commerciale e tecnologico da poter essere utilizzato "on demand" dalla domanda e dall'offerta. A spiegarlo la Country Manager per l'Italia Cristina Pianura (in foto)

Rich Media non convenzionali quasi sempre legati a una videostrategy. Gli editori che entrano a far parte del PMP Prime garantiscono qualità e priorità e si affidano a un operatore capace di garantire alti standard e opportunità di vendita. Quali sono le novità della vostra offerta? Negli ultimi mesi Prime Real Time ha irrobustito sia il ventaglio dei formati Rich Media disponibili per i Trading Desk su implementazione Adform sia Video. Ma ovviamente questo non ci basta: abbiamo studiato soluzioni combinate di delivery e PMP per la gestione delle "Domination" su ben tre formati. Vogliamo sviluppare nuovi Rich Media impattanti utilizzando tecnologia Sizmek e Appnexus. In pratica vogliamo essere sempre all'avanguardia e un passo avanti nella creazione di soluzioni speciali da offrire agli editori e ai trading desk, fedeli alla nostra mission di rendere facili le cose difficili. Con la stessa logica ci presentiamo al mercato come la prima soluzione di "Data Collector" ovvero come il primo Data Market Place basato esclusivamente su First Party Data provenienti da editori molto verticali e dunque dotati di utenti veri e strategici per i buyer. Tali dati vengono messi a disposizione su DMP Adform, e consentono a chi compra di accedere a segmenti di nicchia consistenti, affidabili e IT based. Siete soddisfatti dei risultati finora ottenuti? Prime Real Time è di fatto centrale nello sviluppo del programmatic selling nell'industry italiana, siamo partner a 360° di ogni player focalizzato sul programmatic. Di questo siamo molto soddisfatti. I dati di crescita non li valutiamo solo sui numeri, che sono comunque in netta crescita di quarter in quarter, ma soprattutto sulla nostra capacità di generare valore aggiunto per gli editori e per i trading desk. 29


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Weborama

tutta L’efficacia di dati, algoritmi e targeting

Con un approccio integrato al programmatic fondato sul dato, l’azienda guidata in Italia da Roberto Carnazza svolge un ruolo importante per lo sviluppo del mercato, al quale propone strumenti di ad-tech avanzati come la sua DMP Utilizzo ancora limitato dei dati e una persistente prevalenza dei private deal troppo uguali alle transazioni “vecchio stile”. Sono questi i limiti, da un punto di vista qualitativo, alla vera affermazione del programmatic nel nostro mercato secondo Roberto Carnazza, Country Manager per l’Italia di Weborama. «E’ altresì vero – precisa poi il manager - che il settore sta crescendo a doppia cifra, motivo per il quale ci aspettiamo che la maturazione arrivi abbastanza in fretta. Tra i driver di questa forte crescita del comparto, accanto all’inserimento della possibilità di pianificazione anche su mobile e video, è significativa anche l’ascesa dei marketplace privati». Weborama come si posiziona in questo mercato? Weborama offre un valore aggiunto che quasi nessun altro può dare nell’ambito del data driven advertising: coniugare una base dati esclusiva con la tecnologia in grado di renderla rilevante. Questo avviene fondendo una rilevazione dinamica dei profili degli utenti e delle loro caratteristiche con logiche di acquisto automatizzate, guidate dalla scelta dei profili idonei al targeting, massimizzando così i risultati. Tutto ciò sempre nel massimo rispetto della privacy dell’utente e dei valori del brand. Un approccio integrato al Programmatic, che unisce efficacemente dati, algoritmi e targeting. Dati e pubblicità: siamo di fronte, dunque, a un binomio importante… Il binomio dati-pubblicità in ambito digitale avrebbe dovuto rivestire da sempre quell’importanza che forse solo ora comincia a conquistarsi grazie all’avvento del programmatic. Il vero discrimine, infatti, al di là dell’automatizzazione di processi, risiede nell’utilizzo del dato come criterio di scelta e acquisto delle impression. Inoltre, con una tecnologia di behavioural targeting avanzato come quella di 30

key point Coniugare una base dati esclusiva con la tecnologia in grado di renderla rilevante. Questo, secondo Roberto Carnazza, è tra i principali punti di forza di Weborama

Weborama, è possibile rendere i messaggi pubblicitari più rilevanti per gli utenti, riducendo contestualmente le dispersioni e rendendo più efficaci le soluzioni di branding e performance integrate con il contenuto. A livello di prodotto, quali sono le novità della vostra offerta? Da oltre 17 anni, Weborama sviluppa tecnologie e servizi all’avanguardia nel campo della data science. In Italia l’azienda combina questa intelligenza con una base dati di circa 60 milioni di cookie unici, classificati in base a variabili comportamentali, di interesse e socio-demografiche. Questa solidissima base di partenza quest’anno si sta rafforzando con una serie di partnership strategiche che allargheranno ancora di più il nostro bacino d’azione. Inoltre negli Stati Uniti diversi clienti stanno già testando la nuova versione della nostra Audience Driven Advertising Platform, potenziata con l’integrazione dei canali social e di tool in grado di velocizzare l’elaborazione dei dati, portandoci più vicini al real time in termini di definizione del profilo degli utenti. Per il futuro, puntiamo sempre più ad accrescere l’offerta di dati e di strumenti tecnologici per utilizzarli al meglio, come la nostra Data Management Platform, per offrire ai nostri clienti un servizio completo e consulenziale. Come va il mercato italiano per Weborama, anche in rapporto all’andamento estero? Weborama continua a crescere in Italia e nel mondo. Il 2015 sta vedendo un’ulteriore crescita nel nostro Paese – dove prevediamo di chiudere il quinto anno di attività con un incremento di fatturato vicino al 40% rispetto all’anno precedente - oltre che un’espansione a livello globale: al di là del consolidamento della nostra presenza in Europa, Weborama si sta aprendo ai mercati extra-europei come gli Stati Uniti e l’America Latina, estendendo quindi la propria attività a 17 mercati. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


Rubicon Project

Guaranteed Orders e Native a tutto vantaggio dei publisher Il momento del programmatic è arrivato in Italia, Paese che secondo Sara Buluggiu di Rubicon Project è ormai in prima linea in questo mercato. Un’affermazione che trova ragione nel recente accordo stretto con Rai e nel successo registrato dalle soluzioni del player L'Italia è in prima linea per quanto riguarda la rivoluzione programmatica. E’ questa l’opinione di Sara Buluggiu, Country Manager per l’Italia e Sales Director per il Sud Europa di Rubicon Project. «Tutti i maggiori player italiani hanno deciso di iniziare a sfruttare le potenzialità del programmatic. Non per nulla abbiamo deciso di aprire il nostro ufficio a Milano quest’anno, aumentandone anche l’organico, e non siamo gli unici. Ormai tutti i maggiori attori del settore hanno scelto di investire in questo mercato che dimostra di avere le giuste potenzialità e skills». Quali sono i valori chiave che distinguono il posizionamento di Rubicon Project nel nostro mercato? Il team italiano di Rubicon Project offre a editori di alto livello e sviluppatori di app la propria consulenza per sfruttare al meglio i marketplace privati e l'automated guaranteed a fronte di una domanda da parte degli acquirenti italiani sempre più focalizzata sulle inventory di qualità. Rubicon Project in Italia, infatti, collabora da tempo con i principali editori e brand, nonché con i maggiori operatori di pubblicità europei e leader mondiali. Gli editori a volte sono un po' timorosi nei confronti del programmatic, perché hanno paura di deteriorare il valore della propria inventory. Qual è il vostro consiglio? Alcuni credono ancora che il programmatic si limiti a monetizzare la cosiddetta “remnant inventory”. In realtà quello è solo stato il punto di partenenGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

Focus on Secondo Sara Buluggiu, Native e Guaranteed Orders consentono di facilitare i processi di trading, migliorando al contempo l'esperienza degli utenti

za. Da allora la tecnologia si è evoluta con lo scopo finale di aiutare gli editori a ottenere la migliore monetizzazione possibile per ogni singola impression a disposizione. Oggi gli editori possono sfruttare ad esempio i nostri prodotti Native e Guaranteed Orders. Il native infatti fornisce una soluzione al problema legato allo spostamento degli utenti dal desktop al mobile. Allo stesso tempo aiuta gli acquirenti a superare una certa riluttanza nei confronti della pubblicità mobile e a migliorare l’esperienza dell’utente nel suo complesso. Guaranteed Orders è un ulteriore passo avanti che permette di pianificare programmaticamente le campagne, partendo da volumi e prezzi concordati in anticipo, rendendo così il processo molto più efficiente e immediato. Guaranteed Orders permette di raggiungere un pubblico mirato, inoltre libera tempo e risorse che acquirenti e venditori possono impiegare per creare campagne più efficaci e creative. Recentemente avete siglato una partnership con RAI: cosa rappresenta questo accordo per il Programmatic in Italia? La Tv pubblica italiana è solo l’ultimo editore in ordine di tempo ad avere scelto di adottare il programmatic per la vendita degli spazi pubblicitari. La collaborazione prevede che le inventory Rai di alta qualità, Rai.tv, Rai.it e le varie proprie app e sito mobile, siano messi a disposizione degli inserzionisti italiani tramite la piattaforma tecnologica di Rubicon Project per rendere più efficace e automatizzato l’accesso ai loro spazi pubblicitari. Questa partnership dimostra che il momento del programmatic è arrivato in Italia e che fa ormai parte dell’equazione di ogni campagna pubblicitaria. La collaborazione nasce dalla crescita costante dell'automazione della pubblicità sul mercato italiano e conferma la rapida adozione di tecnologie che stanno rivoluzionando l'acquisto e la vendita da parte dei media. In generale, come va il business di Rubicon Project in Italia, anche in rapporto ai riscontri che avete all'estero? In quanto azienda quotata non possiamo fornire dati e comparazioni con gli altri mercati, ma posso confermare che i nostri risultati in Italia sono molto positivi come dimostra la decisione dell’azienda di aprire un ufficio qui ed espandere il team. Continueremo a investire in questo mercato per mantenere la posizione di leader che abbiamo ottenuto grazie ai nostri prodotti all’avanguardia e alla strategia commerciale che ci hanno premiati finora. 31


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Zodiak Advertising

Occhi puntati sulla monetizzazione dell’inventory Testando tecnologie e sviluppando funzionalità proprietarie uniche, la società guidata da Nicola Drago offre ai publisher un ambiente sicuro per poter beneficiare dei vantaggi del programmatic

La strategia Secondo il Ceo di Zodiak Advertising, una buona strategia per un editore passa per una giusta valorizzazione dei dati in suo possesso, alleanze e nell'accettare il supporto per la gestione di dinamiche del tutto nuove

Seppure con ritmi più lenti rispetto a Usa e UK, il programmatic si è diffuso abbastanza in anticipo in Italia rispetto ad altri mercati del sud Europa. Ne è convinto Nicola Drago, Ceo di Zodiak Advertising, la società fondata nel 2011 per offrire servizi di Programmatic Buying, Private Market Place e Real Time Bidding a editori italiani ed europei. «Rispetto a qualche anno fa, il mercato è maturato molto», continua il manager. In pratica, secondo Drago, tutti gli editori, così come i centri media, hanno compreso la portata del fenomeno e «hanno intuito che non si tratta di una “moda”, ma di una trasformazione irreversibile e strutturale della maniera di comprare e vendere spazi pubblicitari. La gran parte degli attori coinvolti ha sviluppato una strategia in merito, ha creato dei team dedicati e si sta preparando a un futuro in cui il programmatic sarà sempre più rilevante». Ma c’è un reale vantaggio nel programmatic? I vantaggi sono innegabili, sia per la domanda sia per l’offerta. La differenza è che la domanda ha cominciato ad approfondire il fenomeno prima, mentre gli editori l’hanno un po’ subita. Inoltre, la differenza di risorse investite in tecnologia, ha fatto sì che fino ad ora siano stati gli inserzionisti a beneficiare maggiormente dalla diffusione del programmatic. 32

In effetti i publisher sono quelli più timorosi. Cosa si può fare per tutelarli? Come dicevo prima, la maniera in cui il programmatic è stato originato, i suoi sviluppi successivi, e le enormi risorse finanziarie che, soprattutto negli Stati Uniti, sono state investite, hanno fatto sì che fosse la domanda a godere dei maggiori benefici. Basti pensare ad esempio alle piattaforme per la raccolta e lo sfruttamento dei dati e a quanto siano per il momento più evolute e maggiormente utilizzate dagli advertiser piuttosto che dai publisher. Per questa ragione gli editori a volte vedono con diffidenza la diffusione del programmatic e delle tecnologie accessorie. Ma è altresì vero che se i publisher non si adopereranno per evitare l’erosione dei valori unitari e per limitare il rischio di ridurre la propria inventory a una commodity, i loro ricavi pubblicitari nel medio-lungo termine si contrarranno significativamente. Una solida strategia sui dati, alleanze e supporto nella gestione del programmatic sono secondo noi le possibili soluzioni. Come si struttura ora la vostra offerta in questo particolare mercato? Il settore del programmatic è popolato da centinaia di aziende e startup le cui funzioni ed efficacia sono spesso da comprovare. Zodiak Advertising supporta i publisher nella monetizzazione del loro inventory in programmatic, selezionando e testando le migliori tecnologie disponibili sul mercato e sviluppando funzionalità proprietarie uniche. Una filosofia tecnologicamente agnostica e indipendente che garantisce la massimizzazione dei ricavi dei publisher in ogni momento. Infine, quali risultati avete raggiunto? Fino ad ora abbiamo registrato ottimi risultati sia in Italia sia in Spagna, grazie al fatto che gli editori stanno mostrando sempre più consapevolezza rispetto a quanto sfidante sia lo sviluppo di una strategia programmatic. Inoltre, in alcuni casi, come per esempio con Il Sole 24 Ore, abbiamo costruito insieme un vero e proprio Private Marketplace sulla base di tutte le loro property, chiamato Premio, interamente supportato dalla nostra tecnologia e dove, lavorando a quattro mani, assicuriamo il massimo dei rendimenti per l’editore e la concessionaria, in un ambiente sicuro e trasparente.

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PayClick

Nel segno dei Big Data La media agency guidata da Luca Formicola vende da circa un anno gli spazi degli editori del proprio network in programmatic. Una scelta che punta a massimizzare il valore delle inventory e a ottimizzare la spesa degli spender attraverso l'utilizzo dei dati Tra chi è già più che operativo e sempre più interessato a capire come poter sfruttare al meglio le possibilità offerte dal programmatic troviamo anche PayClick, media agency indipendente con un network che conta oltre 500 siti premium ed un bacino di circa 10 milioni di email Business & Consumer in concessione esclusiva. «Crediamo molto nelle potenzialità del Programmatic», afferma Luca Formicola, Ceo di PayClick. «E’ una vera e propria rivoluzione nel panorama del digital advertising. Infatti, da circa un anno gli spazi dei nostri migliori editori sono venduti anche in modalità programmatic, grazie alla collaborazione con un'importante SSP. Nel nostro settore, ottimizzare il budget di spesa con investimenti mirati è fondamentale e il programmatic ci offre la possibilità di intercettare il pubblico con una precisione prima impensabile». Un plus che l’agenzia sta mettendo grandemente a frutto, riconoscendo in primis ai dati un grande valore. In effetti l’avvento del Programmatic nel nostro mercato ha ulteriormente sottolineato l’importanza del binomio dati e pubblicità… Assolutamente sì. Si tratta di un binomio ormai indissolubile. I big data consentono infatti di focalizzare sempre più le campagne verso un target ben definito. Questo permette agli inserzionisti di non disperdere gli investimenti pubblicitari e di raggiungere gli obiettivi prefissati. È proprio in virtù della strategicità dei big data che abbiamo di recente firmato una partnership con l’Università di Trieste per la realizzazione di una piattaforma che ci permetterà di profilare utenti anonimi sulla base dell’osservazione del loro comportamento. Grazie a questo strumento saremo in grado di realizzare campagne ancor più focalizzate, offrendo la possibilità ai nostri clienti di ottimizzare il budget di spesa con investimenti mirati. In generale, come giudica l’avvento dell’era del programmatic nel nostro mercato? In Italia il programmatic è un trend che va consideenGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

I riscontri PayClick, l'agenzia guidata da Luca Formicola, vende da un anno gli spazi degli editori del proprio network in programmatic, un business che nel 2015 varrà già il 10% del fatturato totale

rato ancora come relativamente nuovo e giovane, anche se sta registrando già ottimi risultati. Attualmente vale il 10% della spesa pubblicitaria e, come dichiarato recentemente da IAB Italia, a fine 2015 il suo valore dovrebbe raggiungere la soglia dei 200 milioni di euro. Con questi volumi e ritmi non si può non considerarlo una realtà significativa. A livello di prodotto, quali sono le specificità della vostra offerta relative a questo particolare settore? La pianificazione in programmatic consente ai nostri clienti di selezionare con maggiore precisione il target da intercettare, ottimizzando l’investimento pubblicitario. Molto importante in questo senso è l’accordo con Nugg.ad che ci permetterà a brevissimo di beneficiare della soluzione di Multichannel Audience Targeting per rendere possibile ai nostri clienti di selezionare volta per volta il target group più appropriato rispetto agli obiettivi della campagna. Anche a fronte di quanto detto, che peso ha il programmatic sul business di PayClick? Oggi in programmatic viene venduta buona parte del nostro traffico display tradizionale. Stiamo lavorando per offrire ai clienti la possibilità di acquistare in programmatic anche formati speciali, come le skin, che hanno problematiche oggettive derivanti dall’assenza di standard. Il peso stimato, in termini di fatturato, nel 2015 è di poco inferiore al 10%, con un trend in forte crescita. 33


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DotAndMedia

Tecnologie avanzate per monetizzare l’audience La società ha lanciato circa un anno fa la DMP Made in Italy Dot&Insight, oggi pienamente integrata nel complesso delle soluzioni offerte dal player, che consentono di sfruttare i dati a disposizione di ciascun brand e di analizzare i risultati ottenuti in tempo reale l'obiettivo La società guidata da Andrea Fiore punta a offrire software complessi per l’amministrazione, l’erogazione e l’analisi di servizi online da utilizzare in maniera semplice e personalizzata

Mentre il mercato del programmatic nel nostro Paese comincia a prendere forma, è già attiva da circa un anno la DMP Made in Italy Dot&Insight. Lo strumento, sviluppato da DotAndMedia - società che ha l’obiettivo di offrire software complessi per l’amministrazione, l’erogazione e l’analisi di servizi online da utilizzare in maniera semplice, integrata e personalizzata in base a modelli di business locali -, aggrega fonti terze che l’editore può inserire (per esempio Audiweb), dati di behavioral forniti da DotAndMedia, dati di analisi semantica (Admantix) e di registrazione dell’editore stesso, «per poi tradurre il tutto in cluster definiti attraverso un complesso algoritmo in grado di aggregare e analizzare i dati a disposizione, caratterizzandoli per genere, età, livello di istruzione, area geografica, professione, interessi, abitudini di navigazione, e non ultimo, attitudine all’acquisto, profilando in questo modo l’audience sulla base delle diverse esigenze di comunicazione dei clienti», spiega Andrea Fiore, Managing Director di DotAndMedia. Dal suo osservatorio il programmatic vede il mercato italiano pronto ad accogliere le sue innovazioni? Nel mercato digitale si parla spesso di innovazione, ma, concretamente, serve tempo affin34

ché nuove dinamiche di lavoro si consolidino e diventino prassi. Negli ultimi due anni abbiamo assistito all’affermarsi del programmatic nel nostro Paese, fatto che, sia dal punto di vista tecnologico sia strategico, significa a mio parere adeguare e potenziare gli applicativi usati quotidianamente a nuove forme di business. Il nostro obiettivo come azienda è quello di permettere ai nostri clienti di innovarsi senza subire il cambiamento, ma padroneggiandolo con soluzioni tecnologiche avanzate, costruite su misura per ognuno di loro. In questo quadro rientra il lancio di DotAndMedia della DMP Dot&Insight. Qual è il valore aggiunto di potersi avvalere di tale strumento nel sistema programmatic? La DMP Dot&Insight è stata sviluppata, e costantemente aggiornata, proprio con l’obiettivo di fornire a ognuno dei nostri clienti un “insight” personalizzato sulla propria audience. Le informazioni non si basano su un panel di utenti comune a tutti i clienti, come propongono alcuni player internazionali, ma vengono ricavate da quelli che sono i caratteri distintivi del business di ciascuno. Solo in questo modo i nostri clienti possono a loro volta distinguersi sul mercato. DotAndMedia non è solo una DMP, però. Come si caratterizza la vostra offerta in questo mercato? Per creare una strategia unificata che includa il programmatic, i nostri clienti si possono avvalere anche degli altri strumenti che compongono la nostra offerta. Ad esempio, il sistema gestionale Dot&Sales, sviluppato per gestire specificatamente il business della pubblicità online, consente di analizzare i ricavi provenienti dal programmatic a 360 gradi e confrontarli in tempo reale con le altre fonti di guadagno. Di fatto, siete uno dei pochi player italiani indipendenti a contribuire allo sviluppo di questo mercato entro i nostri confini. Quali sono i vostri obiettivi? Come dicevo prima, in un mercato sempre più controllato dalle multinazionali straniere, ma che cerca di mantenere la propria identità, riteniamo ancora più caratterizzante la presenza della nostra azienda. Anche con l’arrivo del programmatic continuiamo a offrire supporto tecnologico, operativo e strategico attraverso strumenti tecnologici semplici da usare e perfettamente integrati nell’ecosistema digitale che permettono ai nostri clienti la sofisticazione del business. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


degli automatismi del programmatic. Aggiungo poi un altro aspetto tipicamente italiano che riguarda le relazioni storiche tra le parti, difficilmente adattabili all’automazione.

4w MarketPlace

Un ponte tra publisher e programmatic

Come ad-network, il ruolo di 4w è di agevolare gli editori nell’affrontare la sfida dell’automazione. Una promessa che si concretizza anche in iniziative di formazione e in un impegno istituzionale con FCP Il programmatic è un mondo ancora tutto da scoprire. Come per tutte le innovazioni, specialmente quelle ad alto potenziale, «occorre imparare a utilizzarlo in maniera adeguata, prestando molta attenzione alle possibili conseguenze e guardando un po’ più in là del brevissimo termine». Ad affermarlo è Roberto Barberis, ceo di 4w MarketPlace, ad-network che attraverso tecnologie proprietarie riesce a gestire il rapporto con i publisher e a connetterli a diverse SSP e DSP. «La premessa fatta – continua il Ceo – è doverosa quando si tratta del mercato italiano che, rispetto a quello anglosassone, per esempio, vive le novità in maniera un po’ schizofrenica, mantenendo però metodi e consuetudini che appartengono a sistemi diversi, e che quindi risultano spesso inadeguati». Ci può fare un esempio di quanto afferma? Un’importante caratteristica del programmatic è sicuramente la propensione verso l’audience: gli algoritmi dovrebbero inseguire l’utente su qualsiasi sito egli stia navigando, il che dovrebbe escludere una pianificazione su brand editoriali specifici. Questo spesso non succede. La tendenza da parte dei brand è quella di posizionarsi su pacchetti di traffico predefiniti, andando a inficiare i vantaggi propri

La Mission 4w MarketPlace, società guidata da Roberto Barberis (in foto), ha come focus quello di mettere a disposizione della domanda traffico raffinato

Voi come vi posizionate in questo mercato? Il nostro posizionamento è esattamente quello di un ad-network, la nostra mission è portare traffico raffinato secondo le esigenze della domanda. Il nostro ruolo è di agevolare gli editori nell’affrontare il mondo del programmatic evitando loro la complicazione di relazionarsi con le numerose piattaforme del mercato. Inoltre, per ottenere la maggior efficienza del programmatic, è necessario uno sforzo formativo imponente e anche in questo ambito 4w è particolarmente attiva, per esempio con eventi e un tavolo di lavoro FCP che raduna sia la domanda sia l’offerta. Dati e pubblicità: quanto sta diventando importante questo binomio? Mi pare che si stia attraversando una fase di profonda riflessione intorno a questo tema. In linea generale, costruire infrastrutture complesse è molto oneroso e potrebbe risultare insostenibile rispetto al valore che il mercato è disposto a riconoscere attualmente al dato. Per quanto riguarda 4w, utilizziamo già strumenti di qualificazione del dato estremamente efficienti e insieme ad alcuni partner stiamo studiando delle soluzioni che permettano un utilizzo dell’enorme mole di dati a nostra disposizione sempre più efficace e in linea con gli strumenti di misurazione riconosciuti dagli advertiser. A livello di prodotto, quali sono le novità della vostra offerta nell'area programmatic? Grazie all’operazione di integrazione con Simply, oggi abbiamo un importante posizionamento sul video: oltre a editori che utilizzano i loro contenuti per propagare i nostri pre-roll, siamo in grado di fornire contenuti a player ed editori che non hanno questa possibilità. Abbiamo inoltre una solida presenza sulla display standard e siamo in costante crescita sul segmento rich media. Prima l'integrazione con Simply, poi la nuova brand image. Come va il 2015 di 4w MarketPlace? Abbiamo affrontato l’operazione societaria con grande entusiasmo mettendo a fuoco tutte le possibili sinergie e in questa fase, nella quale l’integrazione tra le due realtà, soprattutto delle rispettive piattaforme tecnologiche, è quasi completata, cominciamo a registrare ottimi risultati. Mi piace pensare a 4w come una macchina con enormi potenzialità. Il nostro intento da qui alla fine dell’anno è far andare a regime l'insieme per raggiungere il massimo della prestazione.

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SHAA

L’interazione che vince anche in programmatic Con uno spiccato Dna tecnologico, la sigla guarda all’automazione del processo di compravendita dell’adv come a uno dei canali attraverso cui veicolare i propri formati. Ecco come il processo diventa stimolo di evoluzione del prodotto Know how L'alto grado di innovazione e la propensione al costante sviluppo tecnologico, hanno portato SHAA a superare con successo anche la sfida del programmatic, come spiega Pietro D'Ettorre, Strategic Marketing Manager

In un mercato che vede il programmatic diventare un trend forte e determinante nel futuro del digital adv, anche chi realizza formati si trova a confrontarsi con necessità diverse. E’ il caso di SHAA, società che offre soluzioni pubblicitarie innovative mobile first, che interpreta il fenomeno programmatic con la forza di un grande know how tecnologico. Ne parliamo con Pietro D'Ettorre, Strategic Marketing Manager della società. SHAA come sta approcciando i cambiamenti legati all’esplosione del programmatic? SHAA, per il Dna tecnologico che la contraddistingue, si focalizza sull’evoluzione del prodotto più che sul processo in sé. Noi guardiamo al programmatic come uno dei possibili canali di distribuzione dei nostri prodotti interattivi ed è con questo approccio che stiamo dialogando con i diversi attori del mercato: i nostri prodotti di photo&video interaction, grazie alle loro caratteristiche distintive, quali la responsività e l’HTML5, possono essere veicolati in qualsiasi formato transato in via programmatica. Spesso si ha la percezione che programmatic e creatività non vadano proprio d'accordo. E’ così? La risposta è no, ma bisogna avere ben chiaro il flusso e la disponibilità dei giusti strumenti. Noi stiamo lavo36

rando ormai da diversi mesi per standardizzare prodotti come l’intro-page interattiva o il masthead con video e foto interattive, declinando le diverse soluzioni per ogni settore. Attraverso la nostra piattaforma, i materiali vengono caricati in pochi minuti ed erogati nei formati e negli spazi selezionati dal cliente, indipendentemente dal fatto che siano stati acquistati in contrattazione diretta o in via programmatica. Parliamo di mobile: qual è il potenziale delle vostre soluzioni sui nuovi device? Non è un segreto che con una migliore e più “ingaggiante” esperienza di navigazione, l’attenzione e le interazioni dell’utente siano maggiori, e questo paradigma è più evidente sui dispositivi mobile. Il nostro lavoro sulla creazione di prodotti advertising per i device mobili, che sia poi possibile erogare nello stesso modo su desktop o su smart-tv, ci ha portato a sviluppare, attraverso la nostra piattaforma tecnologica, soluzioni che raggiungono indici di interazione superiori al 30% con performance legate al ctr del 10%. Tuttavia, la vera sfida risiede nella standardizzazione dei prodotti per riuscire a renderli scalabili. Allo stesso tempo, è fondamentale offrire all’advertiser la possibilità di orientare la propria comunicazione verso gli obiettivi prefissati, per esempio utilizzando elementi multimediali interattivi. Come va il mercato italiano per SHAA e che risposte avete dall’estero? Il mercato italiano continua a rimanere un banco di prova impegnativo, soprattutto per player con un alto grado di innovazione come il nostro. I riscontri sono molto positivi, anche se in un contesto in cui il mercato pubblicitario è ancora fortemente orientato verso la Tv. E anche all’interno dei segmento web e mobile, tenendo fuori big player come Google e Facebook, i trend degli ultimi anni non possono certo essere reputati entusiasmanti. Differente, invece, la riposta che abbiamo avuto dal mercato tedesco: in pochi mesi abbiamo rafforzato i contatti con interlocutori non solo del mercato advertising, ma anche con player di altri settori interessati alla nostra tecnologia. Per questo siamo stati invitati all’ultimo Dmexco e in quella sede abbiamo avuto l’occasione di interagire con diversi big player, con i quali stiamo studiando possibili accordi. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


QUANTE VOLTE È STATO REALMENTE VISTO IL TUO ANNUNCIO PUBBLICITARIO?

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Gruppo DigiTouch

La company italiana che sfida le big del mercato ad-tech

Da sempre in prima linea nell'innovazione digital, la società guidata da Paolo Mardegan dopo le acquisizioni di Performedia ed E3 è ancora più forte. L'accento è sulla tecnologia, come dimostra il lancio della società di data-profiling Audiens

al vertice Paolo Mardegan, Ceo di Gruppo DigiTouch. La società si è quotata all'Aim Italia nel marzo di quest'anno

GRUPPO

Tra i player che hanno da subito colto le opportunità del programmatic c’è anche Gruppo DigiTouch, che in seguito a una serie di investimenti in tecnologia e competenze è oggi in grado di competere con le più grandi realtà del mercato. Ci spiega tutto nel dettaglio Paolo Mardegan, Ceo del Gruppo. Paolo, a tuo giudizio il mercato italiano è pronto per il programmatic? Sicuramente è pronto per quel che riguarda la dotazione tecnologica. Esiste però un tema culturale di education e di trasmissione della conoscenza, specie verso le aziende investitrici, circa le specifiche, le potenzialità e i vantaggi del programmatic. Nel nostro piccolo, portiamo avanti questa mission di evangelizzazione illustrando e spiegando a clienti e prospect questo nuovo modello di pianificazione e acquisto dell’advertising digitale che ha rivoluzionato le precedenti logiche di media buying e planning, 38

passando da un approccio di site targeting a un approccio di audience targeting. Ci auguriamo che anche IAB Italia, il Politecnico di Milano e gli altri player della filiera possano dare un forte contributo in questa direzione. Gruppo DigiTouch come si posiziona in questo mercato? Posizionandoci come Ad-Tech Group, abbiamo fatto della tecnologia e dell’innovazione la nostra ragion d’essere e abbiamo colto sin da subito la sfida del programmatic. Dapprima grazie a DigiTouch Agency e successivamente grazie anche a Performedia ed E3, le altre due agenzie del Gruppo acquisite rispettivamente ad agosto 2014 e a luglio 2015, abbiamo aumentato e rinforzato le nostre competenze. A tutti gli effetti oggi siamo in grado di competere con realtà internazionali più grandi in termini di fatturato. Tutte le tre agenzie, pur nelle loro differenze legate alle proprie specificità, sono pronte a vincere la sfida del programmatic. Dati e pubblicità: quanto sta diventando importante questo binomio? Sta acquisendo un’importanza enorme. Da un lato i brand vogliono investire avendo la certezza di raggiungere il proprio target, dall’altra i consumatori vogliono ricevere solo messaggi di valore, pertinenti con i loro interessi e bisogni del momento. Associare alla pianificazione media una strategia di data profiling è diventato quindi fondamentale e i player si stanno attrezzando per far fronte a questa sfida. Il nostro Gruppo, oltre a specializzarsi nelle pianificazioni in programmatic, ha sviluppato al proprio interno una società, Audiens, che ha creato la prima piattaforma tecnologica di gestione e profilazione dei dati delle Telco per la loro valorizzazione a fini pubblicitari. Veniamo al mobile: il programmatic può contribuire allo sviluppo dell’adv sui nuovi device? Secondo noi sì. Questo perché dal punto di vista tecnologico non ci sono diversità. E anche se riguardo alle competenze il mobile si presenta ancora un passo indietro nel programmatic, crediamo che presto questo gap verrà ridotto. Infine: quali sono le novità della vostra offerta nell’area del programmatic? Abbiamo diverse novità in pipeline di cui daremo a breve notizia e che interessano diverse realtà del nostro gruppo: sia il mobile solution provider DigiMob, che la mobile DMP Audiens, che le nostre tre agenzie. Keep in touch! enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


zanox

Programmatic e affiliation? Squadra vincente Ad affermarlo è la Country Manager Italia di zanox Sheyla Biasini, che in questa intervista non manca di sottolineare quanto lo sviluppo del mercato adv “automatizzato” vada sostenuto con la formazione. Intanto, annunciate importanti novità per il 2016 L'opinione Shyla Biasini, Country Manager Italia di zanox, sottolinea l'importanza della formazione per affrontare al meglio la sfida del programmatic e contribuire così allo sviluppo del mercato

Nonostante la forte crescita, il programmatic porta con sé una grande complessità che chiama gli operatori a uno sforzo importante anche in termini di competenze e di formazione degli spender. Ne è convinta Sheyla Biasini, Country Manager Italia di zanox, società attiva nel mercato del programmatic dal 2013: «L’interesse su questo tema è molto alto e coinvolge ormai molti canali - web, mobile, tv -, formati e diversi aspetti della filiera», dice Biasini che ancora precisa: «Ma non sempre nelle aziende ci sono le competenze sufficienti per operare strategicamente su questo tema. Penso che in molti casi, soprattutto per gli inserzionisti medi o medio-piccoli, ci sia ancora molto da fare, in termini di formazione. Noi per primi, che siamo operatori, dobbiamo sempre tenerci aggiornati sulle novità di mercato. Anche per questa ragione, diamo molto peso ai servizi collaterali legati al lancio di una campagna in programmatic in modo da assistere in ogni momento i nostri clienti e rispondere alle loro esigenze». Cosa distingue l’impegno di zanox in questo mercato? Trasparenza e condivisione degli obiettivi con i clienti. Negli anni, abbiamo anche dimostrato come il programmatic e l’affiliazione formino un binomio di successo, una squadra vincente: il programmatic lavora maggiormente nella fase iniziale del funnel di acquienGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

sizione, mentre l’affiliazione è decisamente più efficiente alla fine della transazione. Dati e pubblicità: quanto sta diventando importante, questo binomio? Sta sicuramente diventando sempre più importante. I dati permettono alla pubblicità di essere più efficiente ed efficace e di avere immediati benefici non solo per gli inserzionisti, ma anche per gli utenti. Per i primi perché i dati, a parità di investimento pubblicitario, permettono di raggiungere meglio, prima e a minor costo, gli obiettivi della campagna. Per gli utenti, invece, perché fruiscono di un messaggio pubblicitario più pertinente. Al di là dei dati che vengono raccolti e utilizzati dalle tecnologie in uso, ci sono tutti quei dati che sono a disposizione dei decision makers, come i responsabili vendite o comunicazione, e che possono servire a valutare l’operato e le performance delle attività in atto. In questo caso, il problema ora risiede nella grande quantità di dati ai quali si ha accesso. Anche per questo stiamo cercando di sviluppare un sistema di reportistica dei dati semplice e intuitivo, che permetta non solo di avere una visione chiara dell’andamento delle performance di un programma o una campagna, ma anche di prendere le decisioni in modo facile e veloce. A livello di prodotto, quali sono le ultime novità della vostra offerta? Il 2016 sarà per noi un anno molto importante in termini di offerta. Quest’anno sono stati già lanciati alcuni prodotti di rilievo, come report di insight specifici sul mobile. Nel corso del prossimo anno sono attese molte altre novità di prodotto sostanziali, che porteranno la nostra tecnologia a essere un punto di riferimento nel marcato delle performance e un supporto concreto ai decision makers per quanto riguarda strategie e azioni da implementare. Come va il mercato italiano per zanox, anche in rapporto con l’andamento della società all'estero? Il mercato italiano è molto performante, anche se rimane ancora piccolo se comparato alle altre realtà europee. Per quello che riguarda il nostro modello di business, ci sono dei limiti legati allo sviluppo dell’ecommerce in quanto siamo molto focalizzati sulle performance e quindi sull’aumento di sale e di lead per i nostri clienti. In generale comunque l’Italia è, insieme a Francia e Germania, uno dei paesi che ha maggiormente sviluppato competenze legate al programmatic e dove le opportunità sono più fiorenti. 39


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Rocket Fuel

Big Data e advertising, binomio performante Con soluzioni in grado di applicare l’efficienza della tecnologia e della scienza al mondo pubblicitario, la società è tra i principali promotori dello sviluppo del programmatic in Italia. Uno sviluppo condizionato dal valore dei dati, vera chiave per assicurarsi un più elevato ROI

Il programmatic – per quanto fenomeno giovane – ha già vissuto tante evoluzioni legate principalmente alla tecnologia che ne è alla base. Un’evoluzione possibile soprattutto grazie agli attori che si muovono in questo mondo, che ogni giorno sono impegnati nell’adeguare le proprie piattaforme e, più in generale, la propria offerta a un universo dove il rinnovamento è all’ordine del giorno. Tra queste c’è Rocket Fuel, azienda leader nell’offerta di soluzioni di advertising basate sull’intelligenza artificiale che ha portato la precisione e l’efficienza della scienza nel mondo del marketing con la promessa di un ROI più elevato. Ma non solo. Oggi Rocket Fuel è una full programmatic marketing platform, pensata per sviluppare ulteriormente il concetto di marketing 1to1, dotandosi di una tecnologia in grado di definire quali sono le azioni di marketing da attuare in relazione a una data persona in un particolare momento della sua giornata. Siamo dunque davanti a un attore importante nel mondo del programmatic advertising, che non a caso compare tra i Platinum Sponsor di IAB Seminar “The New Programmatic e Data Fusion”. Alla vigilia dell’evento, abbiamo incontrato Enrico Quaroni, Country Manager di Rocket Fuel Italia dal 2013, anno in cui la società è sbarcata in Italia, che oltre a offrirci il suo punto di vista sul mercato italiano del programmatic, annuncia alcune importanti novità.

Ai vertici Alla guida della branch italiana di Rocket Fuel c'è il Country Manager Enrico Quaroni, ritratto nella foto posta in basso

da pianificazioni tradizionali a quelle gestite in programmatic, anche se siamo ancora di fronte a quelli che potremmo definire “early adopter”. Il che significa, allo stesso tempo, grandi margini di crescita. Rocket Fuel ha puntato sull’intelligenza

Enrico, il programmatic è uno dei trend più rilevanti dell’advertising online in questo momento. A tuo giudizio, il mercato italiano è pronto? Il nostro mercato, per quanto molto ricettivo, è ancora agli inizi quando si parla di programmatic advertising. Da qui deriva quell’inesorabile e sempre più sostanziale spostamento di budget 40

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L'andamento La branch italiana di Rocket Fuel si sta dimostrando solidissima. A dirlo è Enrico Quaroni che preannuncia novità in arrivo

artificiale come elemento distintivo sul mercato. Questo posizionamento si sta rivelando vincente? Il nostro posizionamento è sempre stato quello di puntare sulla tecnologia. L’intelligenza artificiale è per noi uno strumento tecnologico che mettiamo al servizio del marketing al fine di rendere sempre più efficaci ed efficienti le comunicazioni pubblicitarie dei nostri clienti. Un approccio che piace al mercato italiano visto che i risultati che stiamo registrando in questo mercato sono molto positivi e incoraggianti, ma soprattutto in costante crescita. Quindi non possiamo essere che felici di come l’Italia abbia accolto Rocket Fuel nel mercato della pubblicità. Dati e pubblicità: è un binomio sempre più saldo. Ma come si evolverà nel prossimo futuro? Nel prossimo futuro possiamo aspettarci un sempre più alto grado di consapevolezza da parte degli interlocutori di questo mercato, in particolare lato advertiser, che sempre di più avranno coscienza di quanta importanza rivestono i dati a loro disposizione e di quanto possano aumentare la profittabilità delle loro attività di comunicazione. Quindi mi aspetto in futuro un aumento di adozione di soluzioni tecnologiche capaci di abilitare all’analisi e all’utilizzo dei dati e un conseguente incremento in termini di soluzioni offerte ai clienti, fatto che aumenterà sempre di più la competitività di questo particolare settore. Spesso si ha la percezione che il programmatic sia nemico della creatività. E’ così? In realtà è vero il contrario. Il programmatic è al servizio della creatività. Il creativo può trarre innumerevoli vantaggi da questo mondo e da quanto la tecnologia mette a disposizione della comunicazione. A tale scopo, e proprio per sottolineare quanto la cura del design di un annuncio concorra alla performance, Rocket Fuel ha realizzato e messo a disposizione di tutti la “Guida per l’ottimizzazione della creatività”, disponibile sul nostro sito. Ovvio che i vantaggi enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

che la tecnologia può garantire ai creativi è legata alla disponibilità di questi ultimi di mettersi in gioco e di mettersi in condizione di poter fare, predisponendosi in maniera positiva a quanto la stessa tecnologia fa emergere in termini di evidenze. Parliamo di mobile: il programmatic può costituire un driver di crescita per il mercato adv sui nuovi device? Assolutamente sì. Si tratta semplicemente di mettere a disposizione dei clienti/player un sistema che permetta loro di misurare correttamente l’impatto dell'attività mobile programmatica, che oggi è di fatto la principale causa di rallentamento dello sviluppo dell'adv mobile automatizzata. Come rispondete a questa particolare necessità? Più di un anno fa Rocket Fuel ha acquistato una soluzione DMP (Data Management Platform, ndr), che è il connubio vincente tra gestione di dati e tool di analytics, attraverso la quale garantiamo vantaggi sostanziali in risposta a questo tipo di necessità. I centri media sono partner o competitor? Degli ottimi partner, imprescindibili. A livello di prodotto, quali saranno le novità della vostra offerta? Le principali novità saranno la presentazione di una soluzione di creatività dinamiche, pensata per attività non solo di retargeting, ma anche in prospecting, quindi volta a incentivare new business e che implementeremo all’inizio del prossimo anno; sicuramente poi punteremo a spingere sempre di più la nostra DMP. Infine, presenteremo in maniera più estesa la nostra soluzione video come driver di crescita in programmatic per le attività di brand. Come va l’attività italiana per Rocket Fuel, anche in rapporto all’andamento della società all’estero? Come già sottolineato, la branch italiana di Rocket Fuel si sta dimostrando solidissima. Stiamo costantemente raggiungendo i nostri obiettivi e siamo molto felici di come il mercato stia interagendo con le nostre soluzioni e di come ci abbia accolto. E soprattutto ci aspettiamo che, con il passare del tempo, si possano rafforzare e consolidare le nostre relazioni con tutti gli operatori del settore. 41


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Millennial Media

Tutto quello che c'è da sapere sul mobile programmatic

Intervista a Marino Cipolletta, Head of International Sales EMEA di Millennial Media, società tra le più affermate nel segmento della pubblicità su smartphone e tablet, al quale chiediamo di fare un po’ di chiarezza su un argomento che desta grande interesse Millennial Media, che AOL di recente ha annunciato di voler acquisire, è tra le società più affermate del mercato pubblicitario mobile. Presente in Italia dal 2014, sta già conquistandosi un ruolo di primissimo piano soprattutto in relazione al tema del mobile adv gestito in modalità programmatica. Marino Cipolletta, Head of International Sales EMEA di Millennial Media, ha risposto ad alcune domande chiave su questo discusso argomento, condividendo parte del know how acquisito dalla società. Cos'è il programmatic su mobile? In poche parole, si tratta di utilizzare la tecnologia al fine di automatizzare l'acquisto e la vendita di spazi pubblicitari su mobile a livello di singola impression. Inizialmente, l'acquisto programmatic si è sviluppato per consentire ai publisher di smaltire l'invenduto e agli acquirenti di aggiudicarsi facilmente uno spazio pubblicitario mirato a basso costo. Con l'evoluzione della tecnologia, il settore mobile è ormai giunto a un punto in cui l'automazione è in grado di soddisfare le esigenze più avanzate di acquirenti e venditori riguardo l'inventory pubblicitaria di alta qualità. Uno dei principali vantaggi dell'acquisto in modalità programmatica è la flessibilità che offre, grazie all'ampia disponibilità di dati a disposizione degli esperti di marketing, che consente loro di visualizzare rapidamente le performance e spostare facilmente il loro budget per massimizzare le interazioni e le conversioni. Tale flessibilità consentirà agli acquirenti di media di compiere notevoli progressi al fine di raggiungere i consumatori in modo più mirato attraverso una serie di formati pubblicitari, dal semplice banner ai video, fino ad arrivare agli annunci nativi.

La definizione La differenza per il mobile programmatic è, secondo Marino Cipolletta di Millennial Media, tutta basata sulla tecnologia full-stack per automatizzare l'acquisto e la vendita degli spazi pubblicitari sui nuovi device a livello di singola impression

sion tramite una piattaforma dedicata alla domanda (Demand-Side Platform - DSP). La DSP è collegata a un "Ad Exchange" che consente agli inserzionisti di fare un'offerta e acquistare le impression in una serie di siti di publisher, ma in modo mirato su utenti specifici in base a informazioni quali la posizione e il comportamento di navigazione precedentemente adottato. In passato, i metodi utilizzati implicavano l'acquisto di blocchi garantiti di inventory a un prezzo concordato, in un processo non automatizzato, direttamente da ad network o publisher. E per i publisher? Per i publisher e gli sviluppatori di app, i vantaggi sono identificabili negli strumenti sell-side in modalità programmatica mobile quali la piattaforma lato offerta (Supply-Side Platform - SSP) o l'Ad Exchange, in grado di mostrare l’inventory a fonti di domanda incrementale, altrimenti non raggiungibili dal team di vendita diretta. In tal modo è possibile sfruttare e confezionare i dati di prima parte e condividerli con acquirenti disposti a pagare un extra per raggiungere queste fasce di pubblico a livello di impression. Alcuni publisher stanno sfruttando la tecnologia programmatica sell-side anche per creare mercati privati (Private Marketplaces - PMP). La diffusione di PMP nelle trattative programmatiche su mobile fornisce agli inserzionisti un accesso prioritario all'inventory, dati potenziati a livello di impression e, spesso, maggiori probabilità di vincita visto che la concorrenza nelle aste private è generalmente minore. In che modo il programmatic su mobile differisce da quello desktop? L'ecosistema del desktop utilizza i cookie per

Quali sono i principali vantaggi per chi acquista? Per gli acquirenti, uno dei maggiori vantaggi è la possibilità di identificare ogni singola impres42

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l'identificazione, il targeting e il retargeting dei singoli consumatori. È un sistema collaudato ed efficiente per gestire campagne pubblicitarie digitali. Tuttavia, questo non può avvenire nello stesso modo nel mobile. Perché? Il cookie non è un ID persistente nel mondo mobile, in quanto alcuni browser supportano cookie di terze parti e alcuni li bloccano di default. Inoltre, gli utenti dedicano sempre più tempo all'utilizzo delle app e i cookie non sono supportati nelle app. Gli ID di dispositivi conformi ai requisiti delle PII (personally identifiable information), quali l'IDFA della Apple e l’Android ID, sono le forme più comuni di identificazione nelle app, e sono gli ID che gli esperti di marketing stanno attualmente utilizzando per gestire l'attribuzione e il targeting nel sempre crescente ecosistema delle app. Ma comunque, al di là delle differenze, i dati generati dai dispositivi mobili sono molto più completi rispetto a quelli desktop. Se utilizzati in conformità con le PII, tali dati consentono agli esperti di marketing orientati a una strategia basata su dati di incentrare il proprio piano media programmatico su segnali di intenzione e dati di contesto importanti, quali la enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

Il manager Marino Cipolletta è Head of International Sales EMEA di Millennial Media, società tra le più affermate nel mercato pubblicitario mobile

posizione, che rappresenta un vero fattore di differenziazione sul mobile. Quali sono le differenze tra mercato aperto e mercato privato? La principale differenza tra un mercato aperto e un mercato privato è il controllo. Se un publisher espone l'inventory in uno scambio aperto, questa risulterà visibile a tutti gli acquirenti collegati a quella piattaforma di scambio. Sebbene il publisher possa controllare la base di prezzo del proprio inventario e gestire i filtri base, quali ad esempio una "lista di blocchi" per nome e categoria di inserzionisti, si tratta sempre di un'asta pubblica, aperta a tutti. Un mercato privato, o PMP come viene definito, offre al publisher il pieno controllo, la possibilità di immettere i propri preziosi dati di prima parte e costruire un ambiente riservato a Vip. Un PMP offre agli acquirenti un accesso diretto e preferenziale all'inventory di un publisher specifico o di un gruppo di publisher, con una densità di offerte inferiore rispetto allo scambio aperto. Piuttosto che raccogliere I/O, si sfruttano flussi di lavoro automatizzati per procedere all'acquisto dell'inventory arricchito con dati sulla base di singole impression. 43


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Xaxis Italia

MORE THAN ADS MORE THAN TECH

A tu per tu con Giovanna Loi, Managing Director della branch tricolore della programmatic media company di WPP, che oltre a un’analisi della veloce evoluzione del mercato, sottolinea come programmatic e Big Data siano intrinsecamente interconnessi e come l’approccio data driven abbia trasformato il modo di affrontare l’acquisto degli spazi media definire e raggiungere l’utente corretto, raffinando i criteri di esposizione mediante un processo Learn Then Buy piuttosto che di Buy Then Learn. Mai come ora, abbiamo potuto rendere efficiente il piano media evitando ogni spreco, diminuendo il costo e andando a colpire solo utenti realmente affini».

Se il 2013 in Italia è stato l’anno della novità e il 2014 quello del progresso tecnologico e dell’adeguamento di processi da parte dei principali publishers e delle media agency, sicuramente il 2015 è l’anno in cui il programmatic si sta affermando come uno dei principali driver di crescita del digital advertising. Ad affermarlo è Giovanna Loi, Managing Director di Xaxis Italia, società di WPP ad oggi considerata la più grande programmatic media company attiva a livello mondiale. Secondo la manager, il programmatic «ha cambiato la meccanica delle transazioni media in un modo che non è mai stato possibile prima: il valore dello spazio non dipende più dalla sola qualità editoriale, ma soprattutto dalla bontà dei dati che si hanno per 44

La vision Secondo Giovanna Loi, Managing Director di Xaxis Italia, il programmatic cambia la meccanica delle transazioni media qualificando gli spazi in base alla bontà dei dati disponibili

Dal suo punto di vista cos’è il programmatic? Il programmatic, per sua definizione, comprende una serie di tecnologie che automatizzano l’acquisto, il posizionamento e l’ottimizzazione degli spazi pubblicitari multiscreen/multimedia, sostituendosi a metodi basati su sole capacità umane. Il programmatic, di cui il Real Time Bidding (RTB) ne è solo una declinazione, è utilizzato sempre più per la vendita/acquisto di spazi premium ed è ormai riconosciuto come soluzione di pianificazione votata all'efficienza, attraverso la gestione della reach & frequency cross piano, l’ottimizzazione delle campagne contestualmente al delivery e l’uso dei dati per raggiungere il target. Gli spender stanno approcciando con reale coscienza questo nuovo modo di gestire la compravendita degli spazi? L’adozione del programmatic da parte degli advertiser in principio è stata spinta dalla curiosità, ma è ormai apprezzata da un numero crescente di aziende ed è una scelta sempre più diffusa tra le campagne di marketing integrato. Diversi clienti del gruppo hanno già lanciato campagne di branding 100% programmatic e alcuni di questi hanno già integrato dati di prima parte nelle enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


campagne di re-engagement, sfruttando questo immenso potenziale per attività ad hoc su cluster di utenti specifici, per aumentarne la retention e il valore in ottica up e cross selling, o per acquisirne di nuovi. Gli advertiser hanno sviluppato la consapevolezza che è possibile determinare il valore degli annunci e degli utenti, e quindi ottimizzare gli investimenti: attraverso i test e la raccolta di insight evoluti, possono individuare più facilmente che cosa stimola gli utenti e modellare il messaggio pubblicitario di conseguenza, sia che si tratti di obiettivi di branding sia di direct response. Dati e tecnologia sono dunque alla base di tutto il processo. Da questo punto di vista come si sta sviluppando la vostra piattaforma? Nel 2011, WPP Group ha lanciato Xaxis, che è divenuta negli anni la più grande programmatic media company nel mondo. La tecnologia sottostante consente di targettizzare tramite una combinazione di dati e algoritmi un preciso messaggio a cluster di utenti secondo logiche di audience targeting, da indicazioni socio-demo a profilazioni sofisticate. Il programmatic e i Big Data sono per Xaxis intrinsecamente interconnessi: i dati sono al centro dell’ecosistema e permettono di includere o di escludere segmenti di audience per la corretta targetizzazione delle campagne. Nel 2014 è stata lanciata Turbine, la Data Management Platform proprietaria, che ha i vantaggi di essere real-time e customizzabile. I dati utilizzati sono fondamentalmente i 1st party data (dati relativi al sito web aziendale o altre properties online, utilizzati solo per le campagne della stessa azienda, ndr) e i 2nd party data, vero valore aggiunto dell’offerta, che solo in Italia conta più di 40 milioni di cookie giornalieri, classificati su più di 300 categorie di interesse, ad uso esclusivo dei nostri clienti. A giugno 2015 Xaxis ha inoltre lanciato Light Reaction, la soluzione mobile-first di performance advertising. Xaxis quindi mette a disposizione anche in ottica direct response la propria consolidata expertise sull’audience targeting, con soluzioni innovative ed integrate di upper funnel per generare awareness ed engagement e di lower funnel per acquisire clienti e fidelizzarli, con particolare attenzione al mobile. Parliamo di mobile: il programmatic può contribuire allo sviluppo del mercato? Per Xaxis il mobile è parte integrante del proenGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

la company Xaxis è la programmatic media agency parte di WPP Group. Fondata nel 2011, ha lanciato lo scorso anno Turbine, la DMP proprietaria che ha dalla sua vantaggi come l'essere real-time e customizzabile

grammatic. Infatti, i prodotti di brand awareness e di performance di Xaxis stanno diventando sempre più multicanale. E’ noto che il mobile, rispetto ai dispositivi desktop, permette non solo una più accurata segmentazione, ma anche più opportunità di interazione tra dati comportamentali e dati di geo-localizzazione. Questo si traduce da una parte in campagne con target “evoluti” e dall’altra in messaggi e formati più funzionali alle abitudini degli utenti e alla loro posizione. Sul mobile sono infatti possibili campagne su target individuati incrociando dati provenienti da molteplici fonti come la profilazione su base interesse; la geolocalizzazione; le abitudini di navigazione e/o la “storia” delle applicazioni utilizzate. A garanzia di una maggiore cross medialità, l’adeguamento dei sistemi di navigazione ha velocizzato l’adozione da parte degli advertiser di creatività in HTML5 erogabili indiscriminatamente dal device utilizzato dall’utente. Infine, come rispondete alla necessità di tracciare gli utenti di fronte alla frammentazione tra device diversi? Le abitudini di consumo si sono evolute velocemente e prevedono sempre più l'uso di diversi device nel customer journey. L’utente di oggi utilizza un portatile, un tablet e uno smartphone. È sempre meno comune che la decisione di acquisto avvenga su un solo dispositivo e da un solo "touch point". Per questo, è essenziale per gli advertiser avere una strategia efficace su più device e individuare il media mix più adatto alle loro esigenze. Le tecnologie per l’adserving degli spazi pubblicitari si stanno adeguando velocemente con soluzioni che aggirano il tema della tracciabilità del cookie. I modelli di attribuzione stanno lavorando in logica full funnel, per raggiungere gli utenti lungo tutto il ciclo di vita, da prospect a clienti, non focalizzandosi più solo sulla parte bassa del funnel. Il loro perfezionamento consentirà a breve di attribuire le conversioni cross-device in maniera più puntuale, includendo e valutando il peso di tutti i canali a cui l’utente è stato esposto. Come Xaxis stiamo lavorando al rilascio di nuove funzionalità che saranno presto parte della nostra Data Management Platform facendo leva su partnership tecnologiche che in US sono già realtà e che ci permetteranno prestissimo di targettizzare non solo device e browser, ma persone, ovviamente anonime, in accordo con le normative vigenti in materia di privacy. 45


num b3r5

media in cifre

FCP-Assointernet Pubblicità online, torna il segno più ◆ Scontato l’”effetto mondiali”, gli investimenti in advertising in rete tornano a mostrare una variazione positiva rispetto allo scorso anno Scontato l’”effetto mondiali”, la pubblicità online ha ricominciato a correre. FCP-Assointernet, che rileva i fatturati online delle principali concessionarie (escluse alcune big internazionali come Google e Facebook) per il mese di agosto parla di un significativo +6,4% rispetto allo stesso mese del 2014. Trova quindi una prima conferma l’ipotesi di una accelerazione degli investimenti adv nell’ultima parte dell’anno. Il tutto in attesa dei dati autunnali, ben più significativi in termini assoluti anche per quanto riguarda internet. In dettaglio, per il mese di agosto 2015 FCP-Assointernet comunica i seguenti dati: Web -0,6; Mobile +53,9%; Tablet +100,9%; Smart TV/ Console +2,7%. In totale, +6,4%. «Relativamente al periodo estivo, le rilevazioni dell’Osservatorio FCP-Assointernet mostrano un

dato positivo per il mezzo. Il bimestre luglio-agosto registra infatti nel suo complesso un incremento rispetto al 2014 del +1,6%», sottolinea Giorgio Galantis, presidente di FCP-Assointernet, che afferma inoltre: «Il mobile, la cui incidenza sul fatturato complessivo è in aumento, incrementa di oltre il +50% rispetto allo scorso anno. A chiusura del secondo quadrimestre si riduce così la flessione verso l’anno precedente, avendo “scontato l’effetto mondiali” sui mesi di giugno e luglio». Complessivamente, il buon risultato di agosto non è sufficiente a colmare il gap che l’online adv aveva accumulato nei primi 7 mesi dell’anno (in gran parte a giugno) rispetto all’anno passato, e attualmente il raffronto progressivo sui primi otto mesi dell’anno segna -2,1% sul 2014.

Fatturato per mese per DEVICE/STRUMENTO con totale progressivo a Novembre 2014 e delta percentuale sull'anno precedente Fonte: Osservatorio FCP Assointernet

WEB 2013

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Tot. Prog. Totale

MOBILE

2014 Diff% 2013

26.727 24.086 -9,9% 32.539

TABLET

2014 Diff% 2013

SMART TV/CONSOLE

2014 Diff% 2013

TOTALE

2014 Diff% 2013

2014 Diff%

1.226

1.146

-6,5%

135

139

3,1%

72

48

-33,6%

28.160

25.419

-9,7%

32.134

-1,2%

1.176

1.279

8,7%

136

243

78,6%

57

68

18,9%

33.908 33.723

-0,5%

40.936 41.252

0,8%

1.523

1.822

19,6%

107

234

117,8%

217

95

-55,9%

42.783 43.403

1,4%

36.345 35.057

-3,5%

1.873

1.652

-11,8%

127

308

142,0%

161

183

13,8%

38.506 37.200

-3,4%

41.697

-1,4%

1.980

2.337

18,0%

115

287

149,6%

139

145

4,1%

43.931

-0,1%

45.342 42.249 -6,8%

2.304

2.253

-2,2%

210

269

28,1%

175

202

15,5%

48.032 44.973 -6,4%

28.965 28.427

-1,9%

1.925

2.357

22,5%

193

158

-18,2%

280

138

-50,7%

31.362

31.080 -0,9%

14.009

13.923

-0,6%

1.834

2.823

53,9%

120

241

100,9%

122

126

2,7%

16.085

17.113

36.579

-

N/A

1.646

-

N/A

123

-

N/A

63

-

N/A

38.411

-

N/A

43.942

-

N/A

2.090

-

N/A

229

-

N/A

160

-

N/A

46.421

-

N/A

43.957

-

N/A

1.912

-

N/A

223

-

N/A

148

-

N/A

46.239

-

N/A

50.478

-

N/A

2.244

-

N/A

234

-

N/A

82

-

N/A

53.038

-

N/A

266.559 258.238 -3,1%

13.842

15.669

13,2%

1.143

1.878

64,3%

1.223

1.005

21.733

N/A

N/A

1.952

N/A

N/A

1.676

N/A

441.515

41.110

N/A

N/A

43.879

6,4%

-17,8% 282.767 276.790 -2,1% N/A

466.876

N/A

N/A

Di seguito riportiamo alcune definizioni, che possono essere utili per una più facile lettura del rapporto. DEVICE/STRUMENTO: si intende generalmente lo strumento/piattaforma su cui viene veicolato un contenuto e rappresenta lo strumento tecnologico effettivamente contrattualizzato al cliente, a prescindere dalla piattaforma con cui la campagna viene poi effettivamente visualizzata. Le voci di DEVICE/STRUMENTO sono Web, navigazione da browser su tutti i device; Mobile, msite, App, SMS, MMS; Tablet, app; Smart TV/Console, APP, DAL, Ingame ADV NOTE: I valori rappresentano i fatturati pubblicitari delle Aziende che dichiarano i propri dati all'Osservatorio FCP Assointernet. Sono esclusi dalla presente Tavola i dati relativi alla "Keywords/Search adv"

Audiweb A luglio oltre 20 milioni di italiani online su mobile Nel mese di luglio, sono stati 28,3 milioni di italiani, il 51,3% della popolazione dai due anni in su, che hanno navigato almeno una volta su internet. A dirlo sono i nuovi dati Audiweb, secondo cui gli internauti del Bel paese hanno speso in rete un tempo mensile di 44 ore e 20 minuti per persona. Nel giorno medio l’audience totale ha raggiunto 21,3 milioni di utenti collegati in media per 1 ora e 54 minuti. Quanto alla ripartizione tra mobile e pc, sono stati 20,5 milioni gli utenti unici mensili connessi da dispositivi smartphone e tablet, il 46,4% degli italiani di 18-74 anni, e 17 milioni nel giorno medio. L’audience online da pc a luglio, invece, è rappresentata da 26,2 milioni di utenti (dai due anni in su) e 11,5 nel giorno medio. Per quanto riguarda i dati sulla distribuzione del tempo trascorso online attraverso i device rilevati, nel mese di luglio risulta che il 71% del tempo totale speso online è generato dalla fruizione di internet da mobile e, più in dettaglio, il 60,6% del tempo totale è generato dalla fruizione tramite mobile application.

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L'AUTOMOTIVE FULL OPTIONAL

da 11 anni, tutti i giorni

PROFESSIONISTI OLTRE CHE APPASSIONATI pi첫 di un milione di utenti unici al mese *Fonte Audiweb Aprile 2015

MOTORI


Contemporary media

Il futuro dei magazine digitali è qui

De Agostini Publishing lancia la piattaforma de agostini digital editions, che unisce contenuti di tendenza a star del web e a una struttura editoriale snella. Si parte con quattro testate a pagamento, ma si pensa già al futuro, con nuovi prodotti, native adv ed ecommerce di Alessandra La Rosa

La capacità di generare contenuti interessanti e autorevoli di De Agostini Publishing, la popolarità di personaggi, talenti e brand nati dal web e dai social e una piattaforma editoriale snella che consente di produrre contenuti programmando e pubblicando direttamente in html. Mettete insieme questi ingredienti e il risultato sarà De Agostini Digital Editions, la nuova piattaforma di casa De Agostini pensata per lo sviluppo e la fruizione di prodotti editoriali verticali attraverso i dispositivi digitali (pc, tablet, smartphone). Una novità che il gruppo editoriale ha lanciato per rispondere a una specifica esigenza: quella di contenuti verticali, soprattutto da parte di quel target di 2545enni che con sempre maggiore difficoltà trova informazioni nel mare magnum di internet, ma che d’altro canto è sensibile ai nuovi trend e alle nuove star che proprio dal mondo della rete e dei social traggono il loro successo. Ci spiega come funziona Lorenzo Manfredi, global digital director di De Agostini e ceo di Mutado, agenzia digitale milanese acquisita da De Agostini nel 2012. «Con questa piattaforma intendiamo mettere a disposizione dei team editoriali uno strumento innovativo, che permetterà loro di lavorare direttamente in digitale superando il tradizionale concetto di impaginazione. L’obiettivo è quello di offrire agli utenti dei veri e propri format digitali, dei magazine che vanno incontro alle nuove modalità di fruizione e che quindi possono vivere tanto nella forma di app nativa che in quella web».

gie – ci spiega Manfredi -. La prima è quella delle web star, con magazine centrati sull’identità di personaggi popolari della rete, come ClioMakeUp o Morena D.. Poi c’è quella dei brand, che prevede la creazione di strumenti editoriali che le aziende possono usare per comunicare con i propri consumatori: è l’esempio di Nail Design Mag, sponsorizzato da deBBY, brand di Deborah Group. E poi c’è quello dei trend, con prodotti, come Wine Mag, dedicati a temi di tendenza capaci di intercettare ampie audience». Tutto questo in un’unica piattaforma. Work in progress

Attualmente De Agostini Digital Editions non ospita pubblicità (i ricavi vengono dagli abbonamenti ai prodotti, eccezion fatta per i magazine brandizzati), ma non è escluso che le cose possano cambiare. Anzi, a tal proposito Manfredi ci dice: «Il progetto ha due possibili evoluzioni in termini di business model. La prima è l’inserimento di pubblicità, per lo più nativa ma anche con preroll video e display tradizionale, che però avverrà non prima di avere costruito un’audience cospicua e ben segmentata. La seconda è l’ecommerce, per esempio dando la possibilità di acquistare dei prodotti direttamente dal magazine o di includere nel costo dell’abbonamento anche prodotti fisici». innovazione «L'obiettivo è quello di offrire dei veri e propri format digitali che vanno incontro alle nuove modalità di fruizione», spiega Lorenzo Manfredi, global digital director di De Agostini. In alto, i quattro magazine

Tre modelli di business

I primi magazine ad essere lanciati sono Beauty Mag, Wine Mag, Nail Design Mag e Fashion Style Mag. «L’offerta di De Agostini Digital Editions è sostanzialmente riconducibile a tre tipolo48

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Linkiesta, spazio al Native Il quotidiano online di Francesco Cancellato ha rinnovato il proprio look, e con la nuova concessionaria WebAds ha rivisto anche la propria strategia pubblicitaria, ora maggiormente in linea con le tendenze più moderne della comunicazione in rete “Per un giornale online, il sito è molto più di un semplice spazio web in cui raccogliere i propri contenuti”: con queste parole Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta, apre l’editoriale con cui veniva spiegato il restyling del quotidiano online, lanciato da alcuni giorni. Un cambiamento nato dall’esigenza di avere uno strumento che aiutasse la realtà editoriale a incrementare ulteriormente lettori e ricavi. Tanti i cambiamenti: dalla grafica full responsive, a un maggiore spazio e valore alle immagini, a una riorganizzazione dei contenuti per affinità tematica. E poi una nuova newsletter e nuove versioni stampabili degli articoli. “Quel che ci serviva – ha scritto Cancellato – era uno strumento che ci aiutasse a crescere ancora. Più veloce, più versatile, più moderno nella grafica, in grado di adattarsi rapidamente all’istantaneità dei cambiamenti su internet. Che rispondesse meglio a ciò che siamo, al nostro modello di business, all’evoluzione

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del mondo della pubblicità”. Per quanto riguarda l’ultimo punto, la strategia commerciale sarà sempre più votata a native e branded content con l’aiuto di WebAds, la concessionaria a cui appena un mese prima il quotidiano si è affidata per la raccolta adv. «Oltre alla display - ci ha spiegato Jacopo Bagni, publisher manager di WebAds -, nel rispetto dei nuovi parametri di viewability che il mercato richiede, abbiamo lavorato con l’editore per potenziale i progetti di native e le sponsorizzazioni con posizionamenti fissi in home page e nelle sezioni del sito. La versione mobile è di tipo responsive e sono già disponibili sia formati display standard e rich media che video». Non solo: «Stiamo lavorando affinché gli inserzionisti che oggi scelgono Linkiesta per la propria comunicazione, lo facciano anche attraverso approfondimenti tematici e inchieste multimedia che possano portare un valore aggiunto al lettore, pur in un contesto di informazione pubblicitaria».

La Stampa L’offerta editoriale e pubblicitaria si allarga con le Newsletter

La Stampa amplia la sua offerta digitale di contenuti con un nuovo strumento: le Newsletter. La novità risponde a una specifica esigenza del pubblico di lettori: quella di reperire e approfondire le informazioni che interessano davvero nel mondo variegato e frammentato della rete. Così, in aggiunta alla completezza dei contenuti delle edizioni cartacee e online, arriva ora, nella galassia di prodotti de La Stampa, anche un’ampia gamma di newsletter gratuite, tagliate su misura per specifici interessi. E’ sufficiente registrarsi alla pagina web dedicata e selezionare le proprie preferite. Non manca nulla: ci sono le Breaking News con le notizie principali, Qui Juve e Qui Toro dedicate alle squadre della città, Meteo, TorinoSette, TuttoLibri e così via. Fiore all’occhiello è La Cucina della Stampa, la newsletter in cui dal lunedì al venerdì il direttore Mario Calabresi dialoga con i lettori, rendendoli partecipi della vita e delle scelte quotidiane della redazione. Ovviamente, i prodotti amplieranno anche l’inventory pubblicitaria della testata, dal momento che ospiteranno pubblicità. Gli annunci sulle varie newsletter saranno targettizzati in base al pubblico di riferimento. 49


Contemporary media

Con Netflix, l'internet tv fa sul serio

L’attesa è giunta al termine: il 22 ottobre esordisce in Italia la tv in streaming più famosa al mondo. E “non sarà più la stessa storia”, avvisa la compagnia nel promo di lancio

In questi giorni sta crescendo molto l'attesa per l'arrivo in Italia di Netflix, fissato per il 22 ottobre, ma, per molti, agognato da anni. L’annuncio è stato dato dal colosso della tv online su Twitter e poi con

la campagna di lancio, caratterizzata dal claim “Non sarà più la stessa storia”. La comunicazione di Netflix nel nostro Paese è Gestita da GroupM, che ha attivato una unit dedicata. Il servizio nato negli Stati Uni-

ti metterà a disposizione del pubblico italiano una ricca offerta di contenuti fatta tra l’altro di documentari, programmi per bambini e serie tv, anche originali: fa già molto parlare l’adattamento per la tv del film Suburra, che sarà realizzato per Netflix da Cattleya e arriverà nel 2017. Netflix potrà essere guardata con il doppiaggio in Italia o in lingua originale con sottotitoli su pc, smart tv, tablet, smartphone e diverse console per videogiochi, rigorosamente in streaming. I costi sono competitivi. L’offerta base costerà 7,99 euro al mese, ma sono stati predisposti anche un piano Standard con due sessioni di streaming contemporanee e alta definizione a 9,99 euro al mese e un piano Premium che consentirà quattro sessioni di streaming alla volta e la visione in Ultra HD 4K a 11,99 euro. Inoltre, Netflix ha siglato partnership con Vodafone e TIM per proporre pacchetti promozionali con le due realtà della telecomunicazione.

Il competitor Cubik.tv, quando lo streaming vuole parlare anche italiano La sfida italiana a Netflix potrebbe essere rappresentata da Cubik.tv, piattaforma che integra tv on-demand e tv lineare pensata per essere accessibile da qualsiasi dispositivo che vedrà la luce ufficialmente entro la fine dell’anno (si parla di metà novembre). Alle spalle dell’editore Cubik Media Group, start up con sede fiscale ad Aosta ed operativa a Portogruaro, c’è Sinet Italia Group, solida società attiva nel campo della comunicazione e dell’innovazione tecnologica che da sempre guarda al mercato statunitense e ha le sue sedi principali a Los Angeles e New York, di cui sono azionisti l’ingegnere Alberto Baldanello, (a.d. anche di Cubik Media Group), e Francesco Zaccheo. Proprio il cinema, con titoli importanti, sarà quindi una colonna portante dell’offerta di Cubik.tv, divisa in 12 canali tematici e che conterà anche su produzioni originali che includeranno web serie, documentari inediti, sport e eventi live. Grande importanza, in linea con il posizionamento annunciato di “Social Internet Television“, sarà data al mondo dei social e all’interazione tra utente e contenuti. In una prima fase, “sperimentale”, Cubik.tv era già stata in grado di arrivare sui device di 3 milioni di utenti registrati, per la metà italiani. Ora però, dopo un periodo di switch off, si prepara a fare un importante salto di qualità guardando con interesse, a differenza di Netflix, al mercato pubblicitario: la piattaforma punta infatti a conquistare un’utenza allargata, con un modello di business free o più probabilmente freemium. La concessionaria sarà Websystem, con cui l’accordo dovrebbe essere ufficializzato a breve. 50

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PER COLPIRE IL TARGET?

ESSERE MOLTO

VEECINO

AI NOSTRI CLIENTI CREDIAMO CHE IL SEGRETO DI UNA COMUNICAZIONE PERFETTA STIA, PRIMA DI TUTTO, NELLA CAPACITÀ DI SAPER ASCOLTARE I CLIENTI, DI LAVORARE FIANCO A FIANCO CON LORO, CONDIVIDENDO DESIDERI, SFUMATURE E OBIETTIVI. PER QUESTO, UNA VOLTA COLTE TUTTE LE ESIGENZE, SAPPIAMO SVILUPPARE PROGETTI SU MISURA E RISPOSTE DIVERSIFICATE E VINCENTI, GRAZIE AD UNA GRANDE TRADIZIONE E AD UNA CONTINUA RICERCA DI INNOVAZIONE E TECNOLOGIA. SIAMO VEESIBLE E QUESTO È IL NOSTRO MODO DI VEDERE LE COSE.

IL MODO VEE DI VEDERE LE COSE


mobile Media on the go

di Simone Freddi

empre connessi, mobilefirst, con un’alta propensione al consumo e attratti dai brand innovativi. I Millennials italiani non sono diversi dai loro coetanei a stelle e strisce, come dimostra una ricca ricerca commissionata da Yahoo a Nielsen, che ha intervistato un campione di 1.510 utenti tra i 18 e 34 anni. Dallo studio è emerso che il 74% di loro (8,3 milioni) è abitualmente connesso. Ogni mese, infatti, trascorrono online ben 66 ore. Il device per eccellenza è naturalmente lo smartphone, sul quale trascorrono mediamente 2 ore e 22 minuti al giorno. Attraverso il telefonino rimangono connessi a Internet il 70% del tempo. L’utilizzo delle funzioni telefoniche rappresenta ormai solo il 13% del tempo passato con il proprio smartphone. Cresciuti nell’era del consumismo, i giovani hanno un’alta propensione alla spesa: la maggior parte di loro (69%) sceglie in autonomia i prodotti da acquistare. Per quanto riguarda le spese quotidiane, la ricerca ha identificato 4 tipologie diverse di Millennials: gli elitari (51%) che scelgono prodotti di qualità e attraverso i quali si possano distinguere dagli altri; gli imitatori (22%) che, pur scegliendo prodotti di qualità sono fortemente influenzati

S

Millennials una generazione a portata di smartphone Un'analisi sui giovani italiani indaga il loro rapporto con il consumo e con il mondo digitale, a cui accedono privilegiando i nuovi device

144

51%

79%

Tanti sono i minuti che i Millennials italiani trascorrono usando lo smartphone. Il 70% di questo tempo è utilizzato per attività online

Circa la metà dei Millennials italiani ha un profilo di consumo “elitario”. La scelta ricade su prodotti di qualità per distinguersi dagli altri

Otto millennials italiani su 10 si dicono d’accordo con l’idea che i brand dovrebbero costantemente innovare i loro prodotti

dalle tendenze del momento; gli esibizionisti (15%), che privilegiano la quantità alla qualità cercando di distinguersi dagli altri attraverso lo shopping e infine i conformisti (11%) che preferiscono poter comprare più prodotti a discapito della qualità. Pochi, 1 su 4, sono fedeli alle marche ma si lasciano persuadere dalle promozioni o dalla voglia di provare le novità. Il 59% dichiara che la marca è ancora spesso sinonimo di qualità ma non è più determinante per le loro scelte di acquisto. In particolare è una generazione che si defini-

Arena WaterInstinct App Lanciata in occasione dei Campionati mondiali di nuoto di Kazan, la WaterInstinct App progettata da A-Tono per Arena Italia è un originale strumento informativo ideato con lo scopo di creare una community affiatata di appassionati della disciplina. In una sola applicazione, disponibile per Android e IOS, gli utenti possono trovare le ultime novità del settore, eventi, consigli e suggerimenti, dispensati direttamente dagli allenatori e nuotatori più famosi del mondo, per migliorare la loro tecnica. La app è costituita da quattro sezioni: Notizie, Eventi, (che consente di consultare tutti i calendari delle gare e partecipanti agli eventi più importanti e prestigiosi del mondo); Arena Elite Team e Social Wall. 52

sce in qualche modo “confusa” da una sovrabbondanza di brand e messaggi nei quali in pochi riescono veramente a distinguersi. Per tutti loro, Internet è comunque uno strumento fondamentale per la ricerca di informazioni che orientino le decisioni d’acquisto. Innovazione e comunicazione sono le parole chiave per raggiungere e coinvolgerli: il 79% dichiara infatti di essere d’accordo sul fatto che i brand dovrebbero costantemente innovare i loro prodotti e il 49% concorda che la pubblicità è determinante per l’awareness del brand o del prodotto.


La piattaforma di TheOutplay è il primo Content & Audience Exchange del mondo digitale. Grazie a una tecnologia semplice da integrare con i siti online, la piattaforma consente la distribuzione e lo scambio di video tra editori con un modello di revenue share vincente per tutte le realtà coinvolte. Con Content Integration i publishers online ottengono immediatamente migliaia di video editoriali da pubblicare sulle proprie pagine e da sfruttare commercialmente per una vendita pubblicitaria immediata.

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Con Audience Reach i content owners ottengono un’audience aggiuntiva per i propri video e guadagnano ogni volta che un utente guarda uno spot pubblicitario associato ad un proprio video.

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Widget di vari formati permettono il caricamento dei video in modo nativo e sulla base della rilevanza con il contenuto presente in pagina.

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Contemporary trend

Sette consigli per un food a prova di digital L’industria alimentare ha accumulato un certo ritardo nell’uso dei mezzi online nella propria comunicazione. Per aiutare le aziende a colmare questo gap, MEC e GroupM con la ricerca FoodFWD hanno stilato un elenco di insights utili a sfruttare al meglio il potenziale del mezzo di Lorenzo Mosciatti

Il comparto del food ha imboccato la strada della ripresa. Lo dicono i numeri: gli indicatori macroeconomici prevedono per il 2015 una crescita dello +0,3% sui consumi, dell’+1,1% sulla produzione, e del +5,5% sull’export. Anche i livelli di spesa pubblicitaria lo confermano, con Nielsen che certifica tra gennaio e giugno 2015 il primato assoluto degli inserzionisti food rispetto a tutti gli altri mercati e la leadership nel tasso di crescita tra i big spender con un +4%. Se ci fermassimo a queste evidenze generali, le imprese del comparto figurerebbero tra le più innovative sia dal punto di vista economico, sia a livello sociale. Tuttavia, un’analisi più approfondita rileva che il food ha accumulato un ritardo rilevante sulla leva più innovativa della spesa in comunicazione, con una quota di investimenti sui media digitali pari al 10%, rispetto al 17% del valore medio del mercato e al 23% della GDO (Fonte: GroupM). Il gap sugli investimenti digitali potrebbe essere il segnale di un’opportunità non ancora del tutto colta verso la piena ripresa, oltre che di un modello strategico ancora poco orientato verso l’innovazione. Per aiutare le aziende del food ad accrescere, attraverso le leve del media e della comunicazione, il valore di marca sul digital, MEC e GroupM hanno dato vita a FoodFWD, un cantiere di ricerca aperto 2 anni fa per offrire alle aziende food & beverage insight strategici e linee-guida per le attività di marketing e di comunicazione dei propri brand. L’edizione 2015 della ricerca, che ha coinvolto anche Google e Giallozafferano (attraverso un panel di 1.400 food blogger), ha identificato i 7 "ingredienti" chiave di una ricetta digital vincente. 54

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#1

L’ingrediente di base: Video-comunicazione

Il cammino nel percorso d’acquisto inizia con il video, ingrediente di base di ogni dieta mediatica. L’importanza strategica e tattica dell’uso combinato di tutte le diverse forme di audiovisivo (video-strategy) per la costruzione di una comunicazione di marca efficace è confermato dalle blogger di Giallozafferano, coinvolte nella survey. Tra i cinque touch point che impattano maggiormente sulla costruzione della notorietà di marca nell’ambito del food, quattro sono rappresentati dal video nelle sue varie declinazioni: spot tv, programmi tv, video tutorial online, web video.

#2

Innovazione e fiducia: storytelling 3.0

Lo Storytelling approfondisce il tema dei contenuti alla luce di branded content e native advertising, forme che rispondono al bisogno di recuperare una maggiore attenzione da parte dei consumatori in contesti di comunicazione sovraffollati. Le leve chiave dell’innovazione e del vantaggio competitivo vanno cercate nei temi di origine e tradizione: la trasparenza sulla filiera dell’innovazione, in particolare, spicca tra le aspettative che i consumatori nutrono verso un’azienda considerata innovativa.

#3

L’abbinamento ideale: il testimonial

Le storie funzionano, e possono funzionare ancora meglio se vengono presentate dal volto riconoscibile di un testimonial, il terzo ingrediente. Il mondo del food è stato uno dei primi ad ampliare al di là dello star system il bacino di ricerca dei nuovi testimonial: ora conviene che punti a persone con una forte credibilità e con un carattere funzionale alle necessità della categoria specifica. Per il vino, per esempio, va valutata la competenza tecnica (Davide Oldani, ma anche Federica Gelso Giuliani appaiono come profili ideali), mentre testimonial dal carattere gioviale si abbinano bene a una categoria come gli yogurt.

#4

Dalla ricettazione alla co-creazione: #FOODBLOGGER

Se la ricetta è un punto cardine, è anche vero che l’argomento è talmente sfruttato che risulta difficile inventare qualcosa di realmente nuovo e distintivo. Per superare questa impasse, FoodFWD ha ideato #foodblogger, un vero e proprio prodotto consulenziale in logica 2.0. #foodblogger è anche una piattaforma di ricerca di GroupM e MEC che, in collaborazione con Banzai, rende accessibile in forma di panel la comunità delle blogger di Giallozafferano per mettere a disposizione delle aziende le risorse delle blogger, dalla prova di prodotti in lancio (o da rilanciare), ai test su temi di comunicazione e ai laboratori di co-creazione. enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015

#5

Aggiungi un posto a tavola: Social Network

Il legame tra cibo e piacere di stare assieme designa i social network, il quinto ingrediente, come territorio ideale per le attività di ingaggio del consumatore. L’integrazione tra tutte le principali piattaforme social permette alle marche di amplificare sinergicamente i propri messaggi ben oltre i confini di un singolo social network, combinare linguaggi testuali e visivi e valutare le attività di comunicazione social anche sui KPI di business con analisi econometriche.

shopping reloaded: da routine a esperienza #6 coinvolgente

In un futuro sempre più vicino bisognerà ripensare l’esperienza della spesa nell’epoca dei device mobili. Nel frattempo, per rigenerare lo shopping, tra la spesa tradizionale che tende verso l’inerzia della routine e quella digitale che soddisfa soprattutto benefici funzionali, conviene puntare sull’ibridazione, il sesto ingrediente. È una tendenza che carica l’acquisto di una forte componente d’ispirazione attraverso la mescolanza di luoghi e attività in passato rigorosamente separati grazie alla ‘phygitalizzazione’ che trasforma i punti vendita e permette ai consumatori dotati di device mobili gratificazioni e vantaggi aggiuntivi (contenuti speciali, coupon, etc.).

#7

Search & Data

Internet non è un medium, ma un ambiente e le tracce che lasciano i consumatori non sono materiale per report ma mappature per ripensare l’intero processo d’acquisto dal punto di vista del search e dei data analytics, settimo e ultimo ingrediente. Questi due temi emergenti del marketing digitale permettono di ottenere livelli di conoscenza e segmentazione del pubblico finora impensabili e diventano fonte strategica cui attingere per innumerevoli attività, dal presidio dei mercati di nicchia via e-commerce alla stima del potenziale dei mercati internazionali per progetti di export. 55


Contemporary trend

Passaparola, questione di fiducia In un mondo sempre più pieno di canali adv, le opinioni dei propri “pari”, raccolte direttamente o sui social, diventano la fonte a cui i consumatori danno più credito per farsi un’idea su prodotti e brand Mentre la quantità e la varietà di canali informativi aumenta, i consumatori tendono ad affidarsi sempre di più al passaparola per scegliere brand e prodotti. Lo conferma l’ultima ricerca “Global Survey Trust in Advertising” realizzata da Nielsen. In Europa, il word of mouth si rivela come lo strumento promozionale che riscuote

più fiducia da parte dei consumatori. Il 78% e il 60% degli intervistati (oltre 30.000 persone), infatti, considera rispettivamente i consigli di conoscenti diretti e i commenti online come molto o abbastanza credibili. Seguono i siti internet delle aziende, di cui si fida il 54% degli intervistati in Europa, mentre il 52% del campione

La campagna Zalando punta sul wOM con Trnd Sfruttare l’efficacia del passaparola per sconfiggere le residue diffidenze sull’ecommerce: è questa la finalità della nuova campagna di “marketing collaborativo” organizzata da Zalando, il noto ecommerce di prodotti di abbigliamento, e l’agenzia specializzata Trnd. L’ìdea è quella di “convertire” gli utenti scettici in autentici ambassador del brand, consigliando parenti e amici e spingendoli a provare i servizi Zalando. Trnd ha selezionato 4.000 partecipanti alla campagna (i “trndr”) a cui recapitare uno “Starter Kit” contenente coupon di sconto da 25€ per se stessi e 25 coupon con il 15% di sconto e materiali informativi per amici, parenti e colleghi che ancora non hanno mai sperimentato il servizio di Zalando. Proprio in questi giorni, i trnder non solo distribuiranno i coupon nelle proprie cerchie di amici, ma agiranno come dei veri e propri collaboratori di Zalando, facendo compilare dei questionari ad amici e conoscenti per capire quali sono le cause di maggior ostacolo all’acquisto online di prodotti presenti sul sito Zalando, così come invece i punti di forza e le opportunità da sfruttare. 56

dice di ritenere credibili i contenuti editoriali pubblicati su quotidiani e periodici. Piuttosto distanziata – e quindi considerata maggiormente parziale – la pubblicità: gli spot veicolati dalla televisione risultano credibili per il 45% del campione, mentre in una fascia di credibilità compresa tra il 41 e il 44% si collocano gli altri mezzi classici (adv su giornali, riviste e al cinema) e le sponsorizzazioni. Chiude la classifica dei dieci mezzi ritenuti più credibili in Europa l’email marketing (41%). Cosa ci dice tutto questo? Secondo Giovanni Fantasia, Amministratore Delegato di Nielsen Italia, una strategia di marca vincente deve mettere al centro, oltre alla comunicazione, anche l’esperienza del consumatore: «L’importanza del passaparola risulta decisiva nella generazione della preferenza di servizi e prodotti. Per questo risulta strategico garantire al cliente una customer experience positiva, grazie alla quale è possibile sviluppare quel flusso di opinioni che si rivela poi essere lo strumento più efficace per condurre alla decisione di acquisto». enGaGe | n.12 | 13 ottobre 2015


DIREZIONE CREATIVA COORDINAMENTO IMMAGINE MEDIASET

PIANIFICARE È LA RISPOSTA GIUSTA

Nella fascia preserale di Canale Cinque tiene banco la quinta stagione di “Avanti un altro!”, l’irresistibile game show condotto da Paolo Bonolis, con Luca Laurenti. La simpatia del cast, l’adrenalina del gioco e le sorti dei concorrenti sono gli ingredienti che appassionano gli spettatori. Pianifica per assicurarti tutta la loro attenzione.

tutti i giorni alle 18.45


RADAR

SAVE THE DATE

National Geographic e il desiderio di Miss Italia

29 ottobre, Milano

Marketing Research Forum 2015

Assirm, l’Associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, organizza il Marketing Research Forum 2015. Il titolo della nuova edizione è “Persone, Dati, Aziende: la convergenza possibile”. A partire dalle 9:00 al MiCo – Milano Congressi. www.assirmforum.it/

12-13 novembre, Milano

SMX Milan 2015

Oltre 50 tra i massimi esperti a livello mondiale di Search Marketing, Social Media, Mobile, CRM, Customer Experience, Content Marketing, Storytelling e tanto altro ancora si incontreranno il 12 e 13 novembre a Milano in occasione di SMX Milan 2015, uno dei più attesi e innovativi eventi internazionali nel campo del digital marketing. www.smxmilan.it

1-2 dicembre, Milano

IAB Forum

IAB Italia, dopo il grande successo dell’edizione 2014 con oltre 12.000 partecipanti, lancia la 13esima edizione di IAB Forum, l’evento di riferimento per tutta la industry, grazie alla presenza di speaker di alto livello in grado di ispirare i leader dei media digitali, gli imprenditori e le startup, e il luogo ideale dove confrontarsi e raccogliere gli strumenti necessari per muoversi in maniera sempre più competitiva nel panorama della comunicazione digitale. Appuntamento al MiCo – Milano Congressi (Ala Sud). www.iabforum.it

“Mi sarebbe piaciuto vivere nel ’42 per vedere realmente la Seconda Guerra Mondiale. Tanto sono donna e il servizio militare non devo farlo”. La frase pronunciata dalla nuova Miss Italia ha fatto il giro dei social, provocando la nascita di una valanga di post ironici. National Geographic Channel, dovendo lanciare la sua nuova serie “La verità sulla Seconda Guerra Mondiale”, ha pubblicato sul suo profilo Facebook il post “Dall’8 ottobre esaudiremo i desideri di Miss Italia”, accompagnato dalla locandina della nuova serie su cui troneggia il quote della miss.

ford ecosport lo striptease "al maschile" si fa tramite twitter

Spogliare via Twitter un bel ragazzo, per scoprire dove tiene le chiavi. E’ la nuova, piccante, iniziativa di marketing realizzata da Ford Italia per la EcoSport nella stazione di Milano Porta Garibaldi. I passanti, direttamente con il loro smartphone e tramite Twitter connect, hanno potuto spogliare il protagonista dello spot per indovinare in quale indumento nascondesse le chiavi. Una volta trovate, sono stati invitati a loro volta a metterle nei posti più impensabili per aprire la Ford EcoSport in esposizione alla Stazione. Il bel ragazzo nello specifico è il giovane attore Gabriele Rossi, interprete di svariate serie televisive.

Instagram il futuro è roseo. Trecento milioni di utenti raggiunti a dicembre 2014, oggi sono già 100 milioni in più e la crescita del social fotografico sembra inarrestabile. Intanto, il 30 settembre i servizi pubblicitari sono stati resi disponibili in tutto il mondo e c’è chi, come eMarketer, scommette che i ricavi arriveranno a sfiorare i 3 miliardi di dollari già nel 2017. Di colpo, i 700 milioni di dollari spesi nel 2012 da Facebook per acquisire la società fondata da Kevin Systrom e i suoi 12 dipendenti non sembrano più una cifra così esorbitante.

Twitter presto l’addio ai 140 caratteri? Diversi indizi fanno pensare che il social network possa rinunciare alla caratteristica che da sempre rende inconfondibili i cinguettii, tra cui il ritorno al timone dell’azienda di Jack Dorsey, uno dei suoi creatori, che non fa mistero di avere in mente una versione di Twitter meno “ingessata” sugli schemi consolidati per farne crescere l’utenza. Secondo indiscrezioni, una nuova versione di Twitter che offrirà la possibilità di superare la soglia di caratteri attuale sarebbe già in fase di test. L'evoluzione sarebbe di portata epocale, ma i tempi cambiano (e Instagram preme…)

Heineken Per la campagna con 007 spedi 100 milioni di dollari

E’ sui social, in tv e al cinema la campagna internazionale di Heineken dal budget di 100 milioni di dollari. Un investimento stellare che fa seguito alla sponsorizzazione del nuovo film di James Bond, Spectre. Il commercial, che vede protagonista proprio Daniel Craig, è stato creato da Wieden & Kennedy Amsterdam e punta sulle scene di azione tipiche della serie, ma interpretate con ironia dai protagonisti.




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