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IL FUTURO DELL'ASSOCIAZIONISMO IN ITALIA

Di Tino Nicolosi

“Apro la porta del mio ufficio, poggio la giacca sugli appendi abiti, sposto la poltrona della scrivania e spingo il pulsante dell’accensione del computer, mi siedo, verso un po’ d’acqua nel bicchiere e mentre bevo alzo la cornetta del telefono, chiamo il dirigente della stanza adiacente alla mia e con voce ferma dico - “ Puoi passarmi le chiamate”. Iniziano cosi tutte le giornate degli ultimi 13 anni, ininterrottamente dedicate a dare assistenza e valutare, risolvere e spesso e volentieri a difendere. Chi..? Presidenti di associazioni sportive dilettantistiche, istruttori di equitazione, genitori di allievi, aziende che credono ogni giorno e giorno dopo giorno nell’equitazione, negli sport equestri, nel turismo equestre ed in tantissime altre discipline e settori che il nostro mondo equestre offre e di cui si fa tutore. Ma cosa è cambiato in questi 13 anni..? e soprattutto, come sta cambiando..?

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Negli anni l’associazionismo sportivo è cambiato tanto. Nei primi anni del duemila non era raro trovare associazioni culturali che si proponevano anche nelle attività sportive, altre associazioni che nella loro denominazione non facevano per nulla percepire la loro finalità e tantissime altre, la maggior parte, ma realmente costituite, senza aver mai chiesto il codice fiscale presso l’agenzia delle entrate, ma con solo uno statuto e atto costitutivo compilato a

mano. Erano anni dove vi era molta superficialità nella costituzione e gestione dell’associazione. Anche gli enti che avrebbero dovuto aiutare queste associazioni non erano da meno..! Nel modus operandi di buona parte degli enti, diffusamente applicato in quegli anni ed ereditato da una tecnica di “vendita” degli anni 90, anno in cui si è però sentita anche la necessità di concretizzare giuridicamente il mondo sportivo dilettantistico, vi era lo sguinzagliare letteralmente i propri referenti territoriali per andare a “trovare” le associazioni ad inizio anno, “incassare” affiliazione e tesseramenti e “fissare appuntamento” all’anno successivo, questo era quanto avevano da dare, nessuno stimolo su come migliorare e crescere… forse non avevano da darne! Sarò sincero con una nota di ironia, ancora oggi per alcuni funziona così!

Ma quegli anni rappresentano anche la voglia di fare sport, la voglia di crescere e di ritagliarsi da parte delle associazioni uno spazio nel tessuto sociale del proprio territorio.

Dal 2007 ad oggi il C.O.N.I. ha totalmente regolamentato il settore, istituito un albo ed inserito dei requisiti minimi indispensabili per l’inserimento delle A.S.D. ( Associazioni Sportive Dilettantistiche) al proprio registro, così da disciplinare il mondo sportivo, dando alle associazioni la possibilità di fare sport con agevolazioni ed incentivi che favorisco e permettono di promuovere lo sport. A questo quadro generale si è aggiunta ultimamente alche la riforma del terno settore inserendo i cosiddetti E.T.S. (Enti del Terzo Settore) le cosiddette A.P.S. (associazioni di promozione sociale), ODV (Organi Di Volontariato), reti associative ed imprese sociali.

Comprenderete che negli anni mentre tutto un settore associazionistico operava nel quasi anonimato, oggi il disciplinare l’associazionismo è un importante focus delle istituzioni, tanto ad essere sempre più regolamentato, questo ovviamente per evitare l’abuso o una gestione poco trasparente delle associazioni stesse e poter invece facilmente riconoscere e poter valorizzare le associazioni che sono impegnate quotidianamente in questo settore.

Quali sono le conseguenze di tutto ciò..?

In questo articolo valutiamo un solo aspetto e cioè come i presidenti delle associazione, gli operatori e gli enti vivono questo andamento verso l’assidua regolamentazione del proprio lavoro.

Tutti i presidenti di associazione si sono dovuti formare e devono continuamente aggiornarsi sui cambiamenti legislativi, giuridici e normativi in materia di associazionismo sportivo. Quello che è nato come seconda attività, seconda passione e cioè occuparsi di sport, oggi è diventato un vero e proprio lavoro con rischi e doveri correlati, pena? Multe, sanzioni, citazioni in giudizio o addirittura chiusura dell’associazione. Ed è così che negli anni i presidenti sono diventati: commercialisti, avvocati, giuristi, assicuratori, imprenditori, animatori d’ eventi e psicologi. In effetti possiamo affermare che per ogni mansione vi è un albo di professionisti che si occupa della materia ma possiamo anche affermare che una normalissima associazione non si potrebbe mai e poi mai permettere 7 professionisti in busta paga, ad oggi faticherebbe anche un’azienda a mantenerli!

Dal punto di vista degli Enti..? Beh..! il C.O.N.I. anche in questo caso ha fatto passi avanti. Dagli anni in cui ogni ente dichiarava numeri come giocassero a tombola e percepiva contributi pubblici sulla base di quei numeri, oggi non è più così. Le associazioni, che conservano il diritto al potersi affiliare a piu enti, devono scegliere il loro ente di promozione sportiva di riferimento (il primo in ordine di affiliazione), ed il codice fiscale di ogni tesserato viene controllato dall’Agenzia delle Entrate tramite la piattaforma informativa ormai nota come Registro 2.0. Ormai i parametri per il riconoscimento di un ente sportivo sono serrati, il Registro CONI 2.0 incamerando tutti questi dati e in diretto contatto e confronto con l’Agenzia delle Entrate è in grado di ricondurre ogni informazione ad una persona fisica, è finita l’era dei numeri a casaccio!

Ma questo cambiamento non ha fatto evolvere tutti, soprattutto quella parte di operatori del settore della vecchia guardia, i quali reduci dei “bei tempi” vorrebbero ancora oggi dover solo andare a trovare l’ associazione, far compilare un modulino di affiliazione lasciare una mazzetta di tessere da dare ai tesserati prendere su i contatti o se va male l’assegno, una stretta di mano ed arrivederci al prossimo anno!

Purtroppo per loro, per fortuna per il settore sportivo non è più cosi! Oggi un associazione ha bisogno di avere al fianco un ente e dei referenti con una preparazione a 360 gradi sugli aspetti

legali, assicurativi, normativi, legislativi, amministrativi. Pena..? La responsabilità di affossare il lavoro di un associazione e far rischiare loro di chiudere applicando un sistema di lavoro che fa mancare la vera finalità dell’affidarsi ad un ente e ai suoi referenti, ossia quella di sviluppare lo sport e non essere l’ennesimo ufficio che incamera soldi in cambio di agevolazioni che dà lo Stato Italiano.

Le segreterie degli enti dovranno cambiare il loro modo di lavorare poiché oggi più di “ieri” le associazioni hanno bisogno della massima professionalità, disponibilità ed assistenza da parte del loro ente di riferimento proprio perché non possono permettersi i 7 professionisti sopra citati, non possono sicuramente permettersi di pagare un servizio che spesso è inesistente.

Il Futuro del mondo sportivo associazionistico in Italia sta sempre più cambiando con nuove norme, nuovi regolamenti e leggi, sta cambiando anche il panorama legislativo sportivo e molti enti non riescono a tenere il passo ma come la selezione naturale insegna continua il suo percorso chi in questo mondo è in grado di adattarsi e sa sempre trovare posto in un ecosistema che è in costante mutamento.

Sono le 9:15 di mattina ed al telefono, come ogni giorno, rispondo agli eroi del mondo sportivo italiano! Sono i presidenti delle A.S.D. con le loro difficoltà, richieste e precisazioni... noi di ENGEA siamo al loro servizio per rendere il loro lavoro un po’ meno difficile! Perché oggi il loro lavoro non è per niente facile.

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