PROGETTO SPERIMENTALE DI RECUPERO DELL’ EX MAGAZZINO DELL’AREONAUTICA MILITARE IN VIA DEL PORTO FLUVIALE
Laureandi : Chiara Luchetti, Enrico Perini Relatori : Francesco Careri, Fabrizio Finucci
L’esercizio di tesi è stato svolto quasi interamente nel luogo di progetto dal gennaio 2017. Osservando e sostenendo un processo in atto da 14 anni, proponiamo uno studio di fattibilità per il recupero a scopo abitativo di un edificio storico sottoposto a vincolo dalla sovrintendenza. Il progetto avvalora uno spazio dell’ abitare già consolidato, meticcio e autogestito. Un sistema che si compone di spazi collettivi e di case. Proponiamo, agli abitanti attuali e futuri, un’ infrastruttura appropriabile dagli svariati usi e culture che hanno abitato questo luogo, e che incoraggi la grande abilità di trasformazione e intuizione spaziale che questi hanno avuto modo di dimostrarci.
INDICE
1 _ STATUS QUO 1.1 _ Roma
1.1.1 _ Consumo di suolo 1.1.2 _ Valore immobiliare acceleratore dell’espulsione 1.1.3 _ Politiche abitative 1.1.4 _ Resistenza
1.2 _ Quartiere X : Ostiense
1.2.1 _ Ostiense Post-industriale 1.2.2 _ Ostiense Post progetto urbano 1.2.3 _ Ostiense gentrificata 1.2.4 _ Resistenza
1.3 _ Ex magazzini tributari Vincent Taburet
2 _ L’ABITARE DEL SISTEMA PORTO FLUVIALE OCCUPATO 2.1 _ Metodo di indagine 2.2 _ Forme dell’ Abitare
3 _ PROGETTO, STUDIO DI FATTIBILITA’ 3.1 _ Strategia di Recupero 3.2 _ Principi compositivi 3.3 _ Sintesi intervento
4 _ DISEGNI DI PROGETTO
1 _ STATUS QUO Quello che oggi è conosciuto da alcuni come Porto Fluviale, è un edificio costruito nel 1918 e tutelato dalla Sovrintendenza che lo definisce appartenente alla corrente postmanierista. Durante il periodo industriale è stato deposito di armi e munizioni poi convertito in magazzino alimentare e di vestiario. Perde la sua funzione originaria nei primi anni Novanta e rimane inutilizzato per circa dieci anni, durante i quali avvenne anche il passaggio di proprietà dal demanio all’amministrazione capitolina. Nel 2003 viene occupato da 300 famiglie che da quel momento hanno iniziato un processo di riuso dell’edificio ad abitazione, in opposizione all’idea di alienazione del patrimonio pubblico promossa dal comune di Roma nel 2010. Questa operazione entra così in un processo di densificazione che sfrutta la risorsa città, non concorrendo all’ulteriore cementificazione dei suoli. L’ISPRA ci ricorda nel suo ultimo rapporto come la situazione del comune di Roma, sotto il punto di vista del consumo di suolo, sia particolarmente critica e in controtendenza con lo sviluppo urbano eco-sostenibile: in 15 anni il territorio romano ha visto una fortissima crescita edilizia pari a quasi tre volte il tessuto storico della città compreso entro le mura aureliane. Dato da mettere a confronto con l’andamento della sua popolazione, in netto calo dal 1981 al 2012, ma anche con quello della provincia, che di media ha registrato un aumento del 35%. Le numerose occupazioni a scopo abitativo, portate avanti dai movimenti e comitati di lotta per la casa, concorrono a colmare almeno in parte la situazione di grave emergenza abitativa in cui riversa Roma. Il fenomeno è in costante aumento, basti pensare che nel 2013 erano presenti sul territorio romano 53 occupazioni a scopo abitativo, oggi invece se ne contano più di 110 per un totale circa di 6000 persone. In questo senso, l’occupazione di stabili in stato di abbandono strategicamente posizionati nel tessuto urbano, diviene una modalità di accesso non solo alla casa ma ancor più alla città, opponendosi al tempo stesso ai processi di gentrificazione che sempre più causano lo spostamento di persone e attività dalle aree centrali alle frange esterne della città e in cui il fattore reddito è stato individuato come principale acceleratore dell’espulsione. Non a caso l’occupazione del Porto Fluviale si inserisce in un contesto emblematico di questo fenomeno: Ostiense, tipico quartiere post industriale, dove il Progetto Urbano Ostiense Marconi ha fatto dei suoi edifici dismessi le sue risorse, grazie anche ad un alto livello di accessibilità di cui il quartiere gode. La disposizione di grandi servizi a livello urbano, in concomitanza alla mancata attuazione di quei progetti del PUOM che avrebbero dovuto contenere i servizi locali, di cui Ostiense post industriale era sprovvista (progetti come quello della ‘’Citta della Scienza’’ al Gazometro e quello della ‘’Città dei giovani’’ ai Mercati Generali), ha fatto in modo che gli ingenti nuovi flussi di utenti-consumatori non residenti ne orientassero la sua trasformazione. Questo è immediatamente percepibile osservando la quantità di locali dall’offerta simile aperti negli ultimi cinque anni che riempiono il quartiere, mentre vanno via via scomparendo quei servizi di prossimità tanto necessari alla comunità dei residenti. Nonostante il processo di gentrificazione e la conseguente nuova vocazione del quartiere sembrano ormai avviati e inesorabili, non tutto si è mosso in questa direzione: esiste un’altra faccia di Ostiense, fatta di resistenza e vita al margine. Negli interstizi di cui il quartiere è pieno, troviamo infatti numerose realtà che non si allineano ai principi economici e alle dinamiche abitative proposte dal modello dominante; troviamo da una parte l’occupazione di grandi immobili, come nel caso di Acrobax o il mattatoio, e dall’altra un abitare minuto, autoprodotto, diffuso nei lembi dello spazio pubblico, delle grandi infrastrutture e, più in generale, di quelle tante porzioni di terzo paesaggio che definiscono oggi gran parte del quartiere.
1.1 _ Roma
CONSUMO DI SUOLO
I modelli espansionistici che si sono consolidati negli ultimi decenni, e che hanno visto l’abitare diluirsi nel territorio (sprawl) hanno avuto conseguenze non sempre positive; dallo spreco di suolo, già eccessivamente cementificato, alla speculazione edilizia fino ad arrivare alla perdita del senso di appartenenza ad un dato luogo. E’ significativo vedere come da anni in Italia si registri il più basso tasso di crescita demografica d’Europa ma di contro il più alto consumo di suolo. Il caso di Roma è emblematico: Sebbene la percentuale di suolo consumato rispetto al territorio amministrato non risulti elevata -20.4 %- se confrontata con la massima -oltre il 60%-, in termini assoluti il Comune di Roma si posiziona in testa a tutte le altre città, raggiungendo all’incirca i 30.000 ettari. Questi due dati messi a confronto, uniti a un indice di dispersione pari al 50,1%, delineano quella che l’ ISPRA, l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel suo rapporto 2015 sul consumo di suolo definisce come città monocentrica dispersa; in controtendenza quindi con lo sviluppo sostenibile-ecologico urbano, che si basa su concetti chiave quali compattezza, mixité sociale e funzionale, cittadinanza. In 15 anni il territorio romano ha visto una fortissima crescita edilizia ed ha registrato un aumento del 12% di suoli trasformati, per un totale di 4.800 ettari, quasi tre volte il tessuto storico della città compreso entro le Mura Aureliane; dato da mettere a confronto con l’andamento della sua popolazione, in netto calo dal 1981 al 2012 e con una ripresa negli ultimi 4 anni dovuta essenzialmente al saldo migratorio, ma anche con quello della provincia, che di media ha registrato un aumento del 35%.
1971
POPOLAZIONE RESIDENTE: 2.752.200
1981
POPOLAZIONE RESIDENTE: 2.803.201
1991
POPOLAZIONE RESIDENTE: 2.732.802
2011
POPOLAZIONE RESIDENTE: 2.612.477
2017 POPOLAZIONE RESIDENTE: 2.864.731
VALORE IMMOBILIARE ACCELERATORE DELL’ESPULSIONE
L’incidenza percentuale della casa sul reddito si conferma una delle cause principali della vulnerabilità abitativa. Reddito che, vedendosi invariato se non diminuito negli anni della crisi, fa sempre più fatica a tenersi in equilibrio con i prezzi e i canoni delle abitazioni che per quasi dieci anni hanno subito un aumento consistente; le cause sono da ricercare principalmente in due azioni specifiche: una condotta delle banche, che dal 1997 fino al 2006 hanno alimentato la domanda di alloggi da parte delle famiglie facilitandone l’accesso al mutuo; l’altra resa possibile dal governo, che nel 1998 con la legge 431 ha abolito l’equo canone, liberalizzando di fatto i prezzi degli affitti. La situazione paradossale quindi è che al crescere delle case è aumentato il disagio abitativo. Lo dimostra anche l’analisi dell’andamento delle procedure di rilascio di immobili ad uso abitativo che fino al 2014 ha registrato un aumento percentuale incisivo e in cui gli sfratti per morosità rappresentano il 88%. Difatti secondo gli ultimi dati di Legambiente e ISPRA, lo sprawl a Roma e provincia del peri-urbano è effetto della migrazione di persone e attività dalla città consolidata. Pertanto lo spostamento di persone e attività dalle aree centrali alle aree di frangia della metropoli, fanno parte di una strategia di adattamento autonomo, dove il reddito è stato individuato come principale acceleratore dell’espulsione, a discapito di lunghi spostamenti pendolari capaci di diminuire drasticamente la qualità della vita. VARIAZIONE DELLA POPOLAZIONE 2001/2011
ACQUISTO euro / mq
LOCAZIONE euro / mq
5.500 / 8.400
13 / 26
2.900 / 5.700
10 / 17,5
da -69% a -10%
da +0,1% a +10%
2.200 / 3.800
8,5 / 14
da -9,9% a -5%
da +10,1% a +50%
1.850 / 3.600
7,6 / 12,8
da -4,9% a -0,1%
da +50,1% a +177,7%
750 / 2.800
2,6 / 11
ZONE OMI
CENTRALE SEMICENTRALE
PERIFERICA
SUBURBANA
PROVINCIA
POLITICHE ABITATIVE
La politica della casa a Roma e, più in generale, in Italia, che fa sempre più fatica ad affermarsi se non limitatamente come politica edilizia, mai come ora ha difficoltà a rispondere al bisogno di alloggi ma anche alle nuove forme dell’abitare che le trasformazioni sociali e i mutamenti degli stili di vita impongono. Espansioni edilizie non accompagnate da una politica abitativa adeguata sottolineano il crescente distacco tra bisogno e mercato; un mercato immobiliare che soddisfa perlopiù la domanda di casa di proprietà ma che non riesce a soddisfare non solo le fasce sociali più deboli, ma anche la fascia media e molti altri soggetti che la contemporaneità porta con se (famiglie monopersonali, precari, giovani coppie, immigrati, studenti, anziani soli, lavoratori in trasferta, non residenti). L’emergenza abitativa odierna è, quindi, un fenomeno molto più articolato. A differenza di quello che negli anni settanta era noto come la “vertenza casa”, il problema oggi non è più esclusivamente quantitativo, ma, nonostante ciò, la risposta continua ad essere principalmente la realizzazione di nuove case, principalmente in libero mercato e al di fuori della città consolidata.
N° ABITANTI
SUP. RESIDENZIALE mq
PEEP 1 1964/1984
321.020
4.173.260
PEEP 2 1985/2005
118.668
1.542.684
18.416
239.418
6460
90246
PEEP manovra di chiusura 2006
ATERPERROMA 2017
1166
NUOVA COSTRUZIONE
5135
RECUPERO
RESISTENZA
Un’ altra via praticata è la resistenza. Partendo da una mappatura della città costruita e delle sue potenzialità, i movimenti di lotta occupano, rivendicando il diritto alla casa, attraverso quegli edifici del patrimonio pubblico e privato abbandonati ormai da anni, opponendosi al tempo stesso ai processi di gentrificazione caratteristici delle aree più centrali. Al 2013 erano presenti sul territorio romano 53 occupazioni a scopo abitativo, oggi invece se ne contano -più- di 110 per un totale circa di 6.000 persone. Chi si trova nelle liste dei movimenti sono persone dalle molteplici provenienze e status familiari. Dai primi movimenti degli anni ’70 dove si occupavano alloggi vuoti per ottenere case popolari, si arriva agli anni ‘90 dove si cominciano ad occupare interi edifici abbandonati sempre in previsione di ottenere un alloggio pubblico; questa connotazione più dichiaratamente politica della forma dell’occupazione, che corrisponde ad una sperimentazione dell’abitare verso forme condivise trans-familiari, si manifesta anche attraverso l’autogestione e il presidio dello spazio da parte degli abitanti stessi, mette in gioco una ridefinizione dello spazio domestico e si trasforma in un letterale spazio di welfare. Oggi, soprattutto le occupazioni più longeve lottano per il recupero dell’edificio occupato. In questo senso, l’occupazione di stabili in stato di abbandono, strategicamente posizionati nel tessuto urbano, diviene una modalità di accesso non solo alla casa ma ancor più alla città.
OCCUPAZIONE ABITATIVA STABILE PUBBLICO VIA DEL PORTO FLUVIALE
OCCUPAZIONE ABITATIVA STABILE PRIVATO
AUTORECUPERI COMPLETATI
AUTORECUPERI IN SOSPESO
1.2 _ Quartiere X : Ostiense
OSTIENSE POST INDUSTRIALE
Per Quartiere Ostiense intendiamo quell’area delimitata da elementi geografici e antropici riconoscibili quali: il Tevere a ovest; la metropolitana e il treno Roma-Ostia a est; a nord le mura aureliane e la Piramide Cestia(1); a sud il parco Schuster e la basilica di San Paolo(2). La via Ostiense funge da baricentro. La sua connotazione è rimasta prevalentemente agricola sino al 1863, quando venne inaugurato da Pio IX il Ponte dell’Industria(3), ponte in ferro che serviva al passaggio della ferrovia sul Tevere. La presenza della ferrovia richiamò nei decenni successivi i primi insediamenti industriali: il Mattatoio(4) nell’area del Testaccio, i Molini Biondi(5) e la Mira Lanza(6) sulla sponda destra del Tevere. Ai primi del ‘900 la giunta Nathan cominciò a sviluppare una politica produttivo-industriale per l’area, accompagnata dalla nascita di grandi complessi residenziali a vocazione operaia. In questo contesto sorgono il Porto Fluviale con gli annessi Magazzini Generali(7), il Gazometro(8), la Centrale Termoelettrica Montemartini(9), i Mercati Generali(10). La progressiva dismissione di questo patrimonio, avviatasi nel dopoguerra, si conclude nel 2002 proprio con la chiusura dei Mercati Generali. I lasciti di questo lungo processo si possono riassumere in alcuni caratteri distintivi del quartiere: un tessuto prevalentemente residenziale, ad elevata densità e carente di standard; vaste aree occupate da edifici industriali dismessi e abbandonati; un alto livello di accessibilità garantito da una consolidata dotazione infrastrutturale.
1883
1909
1931
1962
Residenze Industrie
(1)
(4)
(5)
(3)
(7)
(6)
(8) (10)
(9)
(2)
OSTIENSE POST PROGETTO URBANO
Il Progetto Urbano Ostiense-Marconi riparte dai caratteri dell’Ostiense post-industriale, intesi al tempo stesso come criticità e risorse. Intuendo quindi il potenziale dell’area, si decide di posizionarvi alcuni dei servizi a livello urbano predisposti dal PRG del 1962 ancora non realizzati. Allo stesso tempo il progetto si pone come obbiettivo quello di colmare, anche solo parzialmente, la carenza di servizi locali. La conversione dei grandi vuoti industriali in servizi su scala urbana, già avviata nel 1993 con l’inaugurazione della terza università di Roma con sedi diffuse nel quartiere, prende consistenza con la realizzazione del Teatro India(1), del Museo della Centrale Montemartini(2) e di nuove infrastrutture quali, ad esempio, il Ponte Settimia Spizzichino(3) e il ponte pedonale della Scienza(4). A completamento, i due grandi progetti, ancora non realizzati, della Città della Scienza(5) e della Città dei Giovani(6), all’interno delle quali si prevedeva di inserire quei servizi locali di cui il quartiere risulta tuttora sprovvisto. Tra gli obbiettivi ancora non realizzati anche il complesso sistema del parco Tevere Sud. Il quartiere, ad oggi, risulta ancora nel pieno di questo processo di trasformazione, pur avendo mantenuto intatte alcune delle sue invarianti, prima fra tutte l’alta densità residenziale. I nuovi flussi che lo attraversano però, associati alla carenza di servizi locali, ne hanno determinato un’apertura alla città alla quale non ha corrisposto un’altrettanta attenzione per i suoi abitanti.
Perimetro Progetto Urbano
Servizi locali
Servizi a livello urbano
Aree in attesa di realizzazione di progetto
(6)
(5) (1)
(4) (3) (2)
OSTIENSE GENTRIFICATA
Il lascito di grandi servizi a scala urbana prodotto dal Progetto Urbano ha influito pesantemente sulle successive trasformazioni del quartiere. L’area, infatti, negli ultimi anni, ha visto aumentare la sua densità abitativa, con un conseguente, esponenziale, aumento degli affitti, e, al tempo stesso, si trova ad essere attraversata quotidianamente da ingenti nuovi flussi di utenti-consumatori non residenti. Questi flussi hanno via via orientato la caratterizzazione dei pubblici esercizi e del commercio minuto di tutto il quartiere, che oggi presenta un’offerta sovrabbondante e in costante crescita di spazi per la ristorazione e la ricezione, tutti molto simili tra loro, quando non uguali ( si pensi al numero di ristoranti giapponesi presenti sulla via Ostiense) e sempre meno accessibili economicamente. Lo stesso dicasi per i locali del divertimento notturno e della movida, che in alcuni casi hanno colonizzato intere porzioni del quartiere, una fra tutte l’area di Via Libetta. A queste continue nuove aperture ha fatto seguito la progressiva scomparsa di tutti quegli esercizi di prossimità a uso e consumo prettamente locale. Tale sproporzione, riconducibile ai più classici processi di gentrificazione, associata alla carenza di servizi locali provocata dalla mancata attuazione per intero del Progetto Urbano, acuisce la percezione di un quartiere Ostiense a vocazione esclusivamente urbana, nel quale bisogni e necessità dei residenti trovano sempre meno spazio.
Locali hip
Vie della movida
Vie della street art
RESISTENZA
Nonostante il processo di gentrificazione e la conseguente nuova vocazione dell’Ostiense sembrino ormai avviati e inesorabili, non tutto si è mosso in questa direzione. Negli interstizi del quartiere, ai suoi margini, troviamo infatti numerose realtà che non si allineano ai principi economici e alle dinamiche abitative proposte da questo modello dominante ma che, al contrario, si propongono, in alternativa ad esso, come forme di resistenza e presidio del territorio. Si tratta molto spesso di sperimentazioni di welfare alternativo, dal basso, che tentano di sopperire alle grandi lacune, alle forme di ingiustiza sociale e ai processi di marginazlizzazione che le ultime trasformazioni urbane hanno innescato o aggravato. Troviamo, così, da una parte l’occupazione di grandi immobili, come nel caso di Acrobax o del Porto Fluviale, e dall’altra un abitare minuto, autoprodotto, diffuso nei lembi dello spazio pubblico, delle grandi infrastrutture e, più in generale, di quelle tante porzioni di Terzo Paesaggio che definiscono oggi gran parte del quartiere. È interessante notare come ad aver favorito e incentivato la nascita di questi presìdi sia proprio quella stessa conformazione, fatta di vuoti e di margini ereditati dall’espansione industriale, che ne ha agevolato il processo di gentrificazione.
(1) Porto Fluviale- occupazione a scopo abitativo (2003) (2) Alexis - occupazione a scopo abitativo, biblioteca (2012-2016) (3) Villaggio globale - centro sociale, coworking (1980) (4) Acrobax - centro sociale ocuppato (2002) (5) La Strada - centro sociale (1994) (6) Ararat - centro culturale curdo (1999) (7) Cagne sciolte - centro culturale occupato (2013) (8) Casetta rossa - ristorante, spazio sociale autogestito (2001) (9) Ciclofficina ciclosoccorso (2006) (10) Mercato delle pulci (11) Senza confine - assistenza legale per immigrati (12) ArpjTETTO - casa famiglia, centro diurno (1953)
Vita al margine
(11) (6) (3)
(1)
(9)
(10)
(2)
(8) (7)
(5)
(12) (4)
1.3 _ Ex magazzini tributari Vincent Taburet
MAGAZZINI TRIBUTARI VINCENZO TABURET
L’edificio dei Magazzini Tributari Vincenzo Taburet ha svolto, dalla sua fondazione ad oggi, diverse funzioni. Viene data la licenza nel 1919 come deposito di armi e munizioni. All’epoca la sua posizione risultava particolarmente strategica, data la vicinanza alla rete ferroviaria, da cui si distaccava un fascio di binari che proseguiva sin dentro l’edificio. All’interno le merci si smistavano tramite una piattaforma e dei montacarichi mentre lo stoccaggio avveniva tramite un sistema di rotaie agganciate al solaio. Come per molti altri edifici industriali dell’epoca, l’aspetto architettonico dello stabile risulta particolarmente curato: la facciata si presenta in chiaro stile postmanierista, con il suo portato di paraste, plinti e modanature ed un’imponente cornice sommitale. La struttura, dati i grandi carichi previsti, si presenta solida e regolare; il sistema utilizzato è quello brevettato da François Hennebique: varie gettate di calcestruzzo armato che generano un’unica soletta, la quale poggia, a sua volta, sulla muratura in laterizio esterna profonda 60 cm e su una doppia fila di pilastri rastremati all’interno. Proprio per queste peculiarità dell’edificio la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha posto sui Magazzini Tributari un vincolo volto a garantirne la conservazione. Con il tempo lo stabile viene riconvertito in sito di stoccaggio di alimenti e vestiario, sino ad arrivare, negli anni ‘90, alla sua completa dismissione. La proprietà nel frattempo passa dal Ministero della Difesa all’Agenzia del Demanio sino a diventare, nel 2010, attraverso un piano di alienazione e valorizzazione delle aree militari, di proprietà del Comune di Roma. Nel frattempo, il 2 giugno 2003, l‘edificio viene occupato dal Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa da 300 famiglie. Questo avvenimento avvia un processo di trasformazione dei Magazzini che si compone di diversi momenti. Nella fase iniziale si procede perlopiù con degli interventi di pulizia del piano terra e con una divisione temporanea di quest’ultimo tramite tende. Si procede anche con dei primi lavori alla rete fognaria. I piani superiori intanto restano coperti da strati di polvere e accumuli di materiale.
1919 2003
Piano tipo
Piano terra
2007
Pareti divisorie in cartongesso o siporex Alloggi
Servizi igienici
In una seconda fase si iniziano ad abitare anche i piani superiori dello stabile, riproponendo la distribuzione centrale e ricavando le suddivisioni interne con muri di mattoni in siporex alti tre metri e strutture in cartongesso utilizzate come coperture. I servizi igienici sono stati a lungo esclusivamente quelli comuni, sino al 2007, quando gli occupanti hanno ottenuto la residenza e si sono visti riconoscere lo status di emergenza abitativa. A seguito di questo riconoscimento hanno, infatti, potuto prendere la decisione di investire risorse per la costruzione della propria casa costruendo un nucleo servizi indipendente e un soppalco ad aumentarne la superficie. Con il tempo questa sicurezza ha permesso agli abitanti di innescare un processo di apertura verso la cittĂ per mezzo di progetti e attivitĂ laboratoriali di sperimentazione artistica, architettonica, civica, “to kickstart a process that was already in the airâ€?(C. Boano).
2010 Ricerca-azione di Margherita Pisano 2011 Biennale dello Spazio Pubblico: LAC affronta il tema della città meticcia, apertura Sala da The 2012 Roma Skill Share, Workshop DPU e LAC “Rome Occupation City”, intervento in facciata di BLU
2012 Sala assemblee
Sala da the
Giardino: sorge su quella che era la piattaforma di smistamento carrelli merci
Laboratorio oreficeria
Ciclofficina
Estensione sala da the+sala cinema
Sala per corsi di lingua o proiezioni per bambini
Circofficina
Piano terra
ORA IL RECUPERO ORA IL RECUPERO
Ad oggi si può sostenere che, grazie al processo di Recupero in atto da 14 anni, si sono raggiunti buoni livelli di abitabilità con alcuni esempi di punta nei quali si può ritrovare un’elevata ricerca Ad oggi esi architettonica. può sostenere che, grazie al processo di Recupero in atto da 14 anni, si sono raggiunti spaziale buoni livelli di abitabilità alcuni esempi di puntacome nei quali si può ritrovare un’elevata ricerca La lotta, nel frattempo, si ècon concentrata sul Recupero strategia politica e urbana, proponendo spaziale e architettonica. un nuovo tema di dibattito tra amministrazione e movimenti. La lotta, nel frattempo, si è concentrata sul Recupero strategia e urbana, proponendo In quest’ottica, a seguito della delibera regionalecome 315/2016 chepolitica prevede la “ristrutturazione” un nuovo tema dibattito traproposto amministrazione e movimenti. dell’edificio, neldi2015 viene uno studio di fattibilità molto invasivo che non ha però In quest’ottica, a seguito della delibera regionale 315/2016 che prevede la “ristrutturazione” soddisfatto la gran parte degli abitanti. dell’edificio, nel 2015 viene proposto studio entriamo di fattibilità invasivo che non ha però Nel gennaio 2017, infine, in accordo conuno gli abitanti, a farmolto parte del Sistema Porto decidendo soddisfatto la gran ilparte degli abitanti. di far coincidere nostro lavoro di tesi di laurea magistrale con l’avvio di un laboratorio di Nel gennaio 2017, infine, in accordo con gli abitanti, entriamo a far parte del Sistema Porto decidendo accompagnamento al Recupero. di far coincidere il nostro lavoro di tesi di laurea magistrale con l’avvio di un laboratorio di accompagnamento al Recupero.
Circofficina
Sartoria
Circofficina
Sartoria
Ciclofficina
Officina work in progress
Ciclofficina
Officina work in progress
Laboratorio tesi Laboratorio tesi Sala da the Sala da the Laboratorio oreficeria Laboratorio oreficeria Sala cinema Sala cinema
Sala prove Sala prove Falegnameria Falegnameria Sala assemblee Sala assemblee Bagno privato
Soppalco
Bagno privato
Soppalco
2017
Piano tipo
Piano terra
2 _ L’ABITARE DEL SISTEMA PORTO FLUVIALE OCCUPATO Ci presentiamo all’assemblea con una proposta: concepire un progetto di recupero del Porto Fluviale e, per farlo, viverlo il più possibile conoscendo persone, spazi, abitudini. La stanzetta in angolo, dove un tempo si tenevano i corsi di lingua, si affaccia alla corte con una finestra rossa e sembra perfetta per tutti. Possiamo osservare ed essere osservati. Ci affidiamo quindi alla casualità dell’incontro: Rosa, Irene, Romolo, Luigi il nostro vicino di casa, bimbi e ragazzi. Una prima cosa strana accade vivendo il Porto, tutte le persone che entrano ed escono, ci incontrano, ci salutano. Trascorriamo questi primi giorni tra una lettura nella stanzetta rossa, una chiacchiera in cortile, una sigaretta con gli ormai amici della circofficina ,con i quali cominciamo a pensare a come realizzare un sipario per il palcoscenico, ci immergiamo. Un giorno Irene ci apre la porta della sua casa, ci invita a prendere un caffé dopo pranzo. Il Porto, che si è sempre mostrato a noi attraverso i suoi spazi comuni, la sua pelle colorata e i suoi occhi accesi, comincia a mostrarsi nelle sue parti più intime. Saliamo le scale, seguiamo i binari lungo il corridoio, e siamo dentro.
Pagina del diario del 15 feb 2017
2.1 _ Metodo di indagine
Le forme urbane di resistenza e ri-esistenza, forme di produzione spontanea dello spazio dell’abitare, costituiscono il nostro oggetto di interesse in quanto per noi contenitori dell’essenza propria dell’abitare un territorio, della valorizzazione delle risorse territoriali e dell’identità di un luogo, in opposizione al suo essere sempre più usato come supporto tecnico di attività e funzioni economiche. Per questo una parte fondamentale della tesi è stata per noi l’indagine, la comprensione della realtà urbana del Porto Fluviale. Una realtà complessa fatta in primis di persone - ben 146, di età, origini e culture differenti - di case e di spazi comuni, ovvero del loro modo di soddisfare autonomamente una necessità primaria e l’abitare che ne è scaturito. Una realtà che pensiamo abbia bisogno di un approccio al di fuori dei metodi di analisi con cui più frequentemente ci interfacciamo negli esercizi progettuali. Abbiamo quindi proposto in assemblea, forma principale di organizzazione e autogestione dell’occupazione, di vivere il più possibile la realtà del Porto così da poter comprendere a pieno la natura del luogo, scegliendo come linea di indagine ed analisi quella che i sociologi definiscono Osservazione Partecipante. Questa forma di ricerca, personale a chi la conduce, si è subito rivelata vincente: un’indagine non strutturata, una modalità di conoscenza basata sulle relazioni e sull’ osservazione ed esperienza della quotidianità. La nostra presenza all’ interno del Porto è stata determinante sotto due punti di vista; il primo è, come detto prima, quello di averci permesso una sintesi quanto più aderente alla realtà, poi l’aver potuto sperimentare il ruolo di architetto, non solo in seno alla sua capacità di lettura e restituzione di spazi e spazialità ma anche per il suo essere anch’ egli, da osservatore partecipante, modificatore della realtà che osserva; un catalizzatore urbano, un elemento che, oltre a sapere osservare e testimoniare, deve avere un’ altra serie di competenze creative ed umane come l’ essere capace di individuare i processi in atto, comprendere le relazioni tra le parti, e far emergere il terreno di gioco in cui fare interagire le forze.
2.2 _ Forme dell’ Abitare Il prendere parte alla quotidianità del luogo ci ha permesso di conoscere e sintetizzare la complessità della forma dell’abitare del Sistema Porto Fluviale; un sistema che non si compone solo di case ma che con il tempo è stato trasformato dagli abitanti in un luogo fatto di spazi collettivi oltre che individuali, contenitore di variegate e molteplici attività. Abbiamo definito lo SPAZIO COLLETTIVO fluido, flessibile e denso. Confuso, se volessimo sintetizzarlo in una parola sola, utilizzando il termine non nella sua accezione negativa, ma nell’accezione di fondere con fluidità una collettività che confligge in un spazio da autogestire. Per questo sono spazi non configurati che prendono forma durante l’interazione stessa. Tramite i parametri della funzionalità e del grado di intimità abbiamo riconosciuto gli spazi distinti della CORTE e del CORRIDOIO, il primo come il luogo dell’evento e dello stare, delle feste, del bagno in piscina e delle chiacchiere, il secondo come estensione dell’alloggio, come luogo del passaggio e dell’incontro, del vicinato e della porta aperta. A questi spazi si contrappone lo spazio individuale dell’ ALLOGGIO, in cui abbiamo osservato come nel tempo si siano raggiunti buoni livelli di abitabilità ottenuti anche attraverso una ricerca spaziale ed estetica personale; uno spazio configurato, che ripropone modelli abitativi propri della cultura, delle tradizioni e delle abitudini di ciascuno.
Mentre Rosa accoglie tutti attorno a un tavolo pensato come fulcro centrale della casa, in corrispondenza della doppia altezza e a tutto tondo, in uno spazio indifferenziato tra living e cucina, Irene preferisce una dimensione più raccolta, e lo colloca sotto il soppalco schermato da rampicanti e separato dal soggiorno tramite un armadio-libreria. La luce in cucina per lei è fondamentale mentre per la mamma di Sou Sou sono l’ombra e le tonalità pastello che rendono accogliente lo spazio domenstico. Parliamo dell’aver cura che si aggiunge al naturale bisogno di casa.
LA CORTE
IL CORRIDOIO
L’ ALLOGGIO
mappatura del cortile stato attuale
3 _ PROGETTO, STUDIO DI FATTIBILITA’
Prima di soffermarsi sull’architettura e i principi compositivi che definiscono spazialmente il progetto, è utile ripercorrere i molteplici attori, processi e strategie che entrano in gioco. Strategicamente ci poniamo all’interno del recupero edilizio: valorizzazione del patrimonio pubblico in disuso attraverso la riconversione di un magazzino abbandonato ad Edilizia Residenziale Pubblica. Questo intervento deve tener conto del parere della Sovrintendenza delle Belle Arti e Paesaggio che pone un vincolo improrogabile sull’edificio: la forma architettonica deve rimanere la medesima e la sua funzione pubblica. Si parla anche di una possibilità di tutela sulla facciata ad opera dell’artista Blu, che aggiungerebbe un’ulteriore qualità all’edificio. Il Porto Fluviale inoltre è da molti riconosciuto come MONUMENTO VIVENTE: sperimentazione quotidiana della città meticcia, naturalmente non priva di conflitti, utopia concreta di un vivere comunitario. L’edificio una volta occupato rivive una seconda esistenza: gli abitanti si appropriano dello spazio, costruiscono il proprio hogar, dimostrando l’abitabilità e le qualità spaziali dell’edificio. L’ampia corte e il piano terra in generale sono stati adibiti a spazi sociali, i piani superiori accolgono le case autocostruite. Il recupero di questo stabile storico, secondo noi, non può essere invasivo, come altri progetti già ideati, motivo per cui il progetto si appoggia con rispetto alla struttura attuale. Questa scelta porta alla necessità di una deroga al regolamento edilizio, per quanto riguarda alcune superfici minime, avendo ben presente la grande disponibilità di spazi comuni del Sistema Porto, e le altezze minime del bagno e delle stanze soppalcate, con la premura di lasciare ampi spazi in doppia altezza e con la prova concreta che l’altezza di 2.20 m è, con determinate accortezze, vivibile. Si individua nel corridoio la criticità più grande, per cui il progetto ne assicura la luce e la circolazione dell’aria, per concretizzarsi poi in un’infrastruttura appropriabile e implementabile. Gli spazi comuni al piano terra aperti su strada e l’edilizia pubblica ai piani superiori promuovono una mixitè sociale e funzionale già attiva da molto tempo. L’intervento leggero e rispettoso della struttura, permette di mantenere un basso costo al mq. Il recupero dell’edificio, inserito nel tessuto della città consolidata, sfrutta al meglio la risorsa città e le restituisce al tempo stesso un patrimonio storico archeologico e industriale: non necessita dell’urbanizzazione primaria e secondaria e sfrutta il grande nodo di trasporti limitrofo.
all’interno di un sistema abitativo vero e proprio
3.1 _ Strategia di Recupero
INPUT Delibera Comunale 206/2007 :
Assegnazione alloggi ERP e individuazione immobili occupati Allegato D_registro delle persone in occupazione in emergenza abitativa Modifica al regolamento regionale 2/2000 : Assegnazione e gestione patrimonio ERP riserva di una percentuale di alloggi ai nuclei familiari presenti in immobili occupati
DISPONIBILITA’ DI PATRIMONIO PUBBLICO IN DISUSO VERSO L’ALIENAZIONE
MONUMENTO V I V E N T E Porto
Delibera Regionale 18/2014 :
Piano straordinario per l’emergenza abitativa nel Lazio e Programma per l’emergenza abitativa per Roma Capitale da attuare mediante: - interventi di recupero e autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico, nonché acquisizione e/o recupero di immobili privati sul libero mercato a prezzi calmierati - le risorse finanziarie reperite tra le residue competenze di cui al “Fondo Globale Regioni Edilizia Sovvenzionata” (ex Gescal) - Allegato C_Studio di fattibilità interventi per l’attuazione del Programma emergenza abitativa Roma Capitale, intervento di ristrutturazione in via del Porto Fluviale12 per un per un totale di 62 alloggi
Fluviale
QUADRO
in via del porto fluviale
Storico : tutela sovrintendenza
Artistico : BLU Sociale : sperimentazione occupato città meticcia
AVVALERSI del patrimonio indisuso
NORMATIVO
INNESTI su edifici già realizzati
COMPLETAMENTI in aree disponibili del tessuto edilizio
Restauro/Riconversione VALORE DEL PATRIMONIO (storico, artistico, sociale) culturale.
Delibera Regionale 110/2016 :
Attuazione del D.R. 18/2014 destina al Programma per l’emergenza abitativa di Roma Capitale gli alloggi riportati nell’ Allegato C, che risulteranno essere nelle condizioni di essere assegnati a seguito dello studio di fattibilità
STRATEGIA
Ex magazzini dell’ Areonautica militare
RECUPERO
STATUS QUO
demolizione e sostituzione RECUPERO DEL VALORE VIRTUALE DEL PATRIMONIO mq di suolo su cui l’edificio insiste
AUTORECUPERO
ATTORI SOVRINTENDENZA Ha posto un
ABITANTI Hanno iniziato il recupero dell’edificio 14 anni fa Hanno dimostrato l’ abitabilità dell’edificio e il loro
saper abitare, appropriarsi, costruire
V I N C O L O
all’edificio Favorisce la restituzione del bene storico alla e la FRUIZIONE PUBBLICA CONSERVAZIONE dei caratteri storici, tipologici, architettonici dell’ edificio
ROMA
CAPITALE Possiede l’edificio dal 2010 Ha la possibilità di utilizzare i fondi Ex Gescal stanziati per il piano dell’ emergenza abitativa di Roma Capitale
BENEFICIO ECONOMICO
E
storici, tipologici, dell’ edificio
AMBIENTALE
architettonici
Ha la possibilità di utilizzare i fondi Ex Gescal stanziati per il piano dell’ emergenza abitativa di Roma Capitale
Hanno dimostrato l’ abitabilità dell’edificio e il loro
saper abitare, appropriarsi, costruire
OBIETTIVI/TATTICHE VALORIZZAZIONE E RIUSO
Andando in deroga al REGOLAMENTO EDILIZIO di Roma Capitale
Art 40
APPROPRIAZIONE
DEL
BENE
CASA
Progettando un’ infrastruttura
APPROPRIABILE I M P L E M E N TA B I L E
(b)Superficie minima stanze (d)Superficie minima alloggio (g)Altezze minime abitabili
Destinando - A tutti gli abitanti in emergenza abitativa favorevoli al recupero un alloggio ERP - A tutti gli abitanti in disagio abitativo favorevoli al recupero un alloggio ESP - Alle persone inserite nel bando casa 2000/2012, un alloggio dello stock rimanente - Alle persone sotto morosità incolpevole una quantità di ALLOGGI TEMPORANEI - Al sistema porto, al quartiere e alla città SERVIZI a carattere socio, artistico, culturale
INCREMENTO STOCK IMMOBILIARE PUBBLICO
OUTPUT BENEFICIO S O C I A L E
-DIRITTO ALLA CITTA’ -Mixitè sociale e funzionale -Restituzione alla collettività di un patrimonio storico archeologico industriale -Restituzione di un sistema abitativo complesso, costituito principalmente da relazioni, conforme ad un habitat consolidato da 14 anni -Possibilità di sistemazione in loco durante il cantiere tramite un processo di TURNAZIONE -Possibilità di inserimento lavorativo per chi partecipa al cantiere a seguito di una formazione certificata -Possibilità di un abitare temporaneo e in emergenza, all’interno di un sistema abitativo vero e proprio
-Sostenibilità del costo al mq -Contenimento dei costi relativi alla sistemazione temporanea delle famiglie -Abbattimento dei costi di urbanizzazione primaria e secondaria
BENEFICIO ECONOMICO
E
-Uso della RISORSA CITTA’ -Favorimento di spostamenti sostenibili -Accessibilità sostenibile -Sostituzione di impianti energivori
AMBIENTALE
DISTRIBUZIONE VERTICALE
MURI PERIMETRALI L 60 CM DISTRIBUZIONE PILASTRI 35X 35 CM; 50X50 CM MURI PERIMETRALI L 60 CM
DISTRIBUZIONE
3.2 _ Principi compositivi PILASTRI
35X 35 CM; 50X50 CM
TRAVI PRINCIPALI TRAVI PRINCIPALI H 50 CM TRAVI SECONDARIE
H 30 CM
TRAVI SECONDARIE
STRUTTURA VERTICALE
VUOTO
VERTICALE
H 50 CM
ALLOGGI
DISTRIBUZIONE VERTICALE AGGIUNTA
DISTRIBUZIONE
STRUTTURA
VU
ALLOGGI
DIS VE
DISTRIBUZIONE
H 30 CM
LE TIPOLOGIE DAL CORRIDIO ALL’ ALLOGGIO DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE DAL CORRIDIO A DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE
STRUTTURA DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE
Sulla traccia della suddivisione, VUOTOil filo es arretra e si movimenta svelando i pilastri La struttura preesistente si compone di una maglia rigida e regolare; si è deciso perper questo di ricavare allarga dare spazio a una suggestio la suddivisione degli alloggi prendendo a modulo il passo della campata cosi dailsalvaguardare la attuale: corridoio come estensione DISTRIBUZIO ALLOGGI spazio collettivo del vicinato, del passag doppia altezza all’interno delle abitazioni. VERTICALE AG La sua conformazione accompagna in T1 T2 T3 T4 T5 intimità crescente dal fuori al dentro spazio centrale delimitato dal tracci DISTRIBUZIONE concepito per il passagio veloce, si p maglia rigida e regolare; si è deciso, per questo, La struttura preesistente si compone di una maglia rigida e regolare; si è deciso, per questo, ridosso delle pareti, più pertinente alle dendo a modulo il passo della campata, cosi da di ricavare la suddivisione degli alloggi prendendo a modulo il passo della campata, cosi da All’interno degli alloggi il blocco servizi elle abitazioni. salvaguardare la doppia altezza all’interno delle abitazioni. l’ingresso e l’interno vero e proprio.
OLOGIE DAL CORRIDIO ALL’ A DALLaCORRIDOIO ALL’ ALLOGGIO struttura preesistente si compone di una maglia rigida e regolare; si è deciso, per questo, FINESTRA
STRUTTURA ESISTENTE
ALLOGGIO
FINESTRA
GRADO DI INTIMITA’
NUCLEO SERVIZI
PROIEZIONE SOPPALCO GRADO DI INTIMITA’
NU
di ricavare la suddivisione degli alloggi prendendo a modulo il passo della campata, cosi da S Sulla traccia della suddivisione il filo esterno degli L’ABACO DELLE MODIFICHE salvaguardare la doppia altezza all’interno delle abitazioni. ICHE a alloggi arretra e si movimenta svelando i pilastri; STRUTTURAsiESISTENTE ALLOGGIO a distribuzione allarga per dareappropriabile spazio a una FINESTRA L’La alloggio è qui concepito come infrastruttura ura appropriabile che vieneperciò, dall’diattuale: corridoio esuggestione implementabile. Si compone, un nucleoilchiuso a a n nucleo chiuso a ridosso dell’ingresso, che funge da blocco servizi, a partire dal come rvizi, a partire dal estensione della casa come spazio collettivo, s quale si apre uno spazio non configurato se non dalla to se nonluogo dalla del vicinato, del passaggio e dell’incontro. presenza di un soppalco, che ne aumenta la superficie L nta la superficie La sua conformazione calpestabile, sfruttando l’altezzaaccompagna dell’interpiano. inoltre L’idea è un PARETE PORZIONE DI PARETE piano. L’idea è PORZIONE DI PARETE BALAUSTRA quella di di lasciare la possibilità di PARETE configurare lo al spazio in grado intimità crescente dal fuori dentro gurare loautonomamente, spazio di appropriarsene; incentivare questo dell’alloggio; dallo spazio centrale delimitato dal entivare processo, questo che già caratterizza s la situazione attuale, permette attuale, permette tracciato dei indispensabile binari e concepito per necessità il passagio quella flessibilità per le molteplici c lteplici necessità che la contemporaneità racchiude. Un’appropriazione, L’ alloggio è qui concepito come infrastruttura appropriabile velocesisièpassa allo spazio a ridosso delle pareti più e regolare; deciso, per questo, n’appropriazione, ri questa. che si attua sia attraverso la composizione dell’arredo e implementabile. Si compone, perciò, di un nucleo chiuso a pertinente alle singole abitazioni. zione dell’arredo mobile, della sia grazie alla possibilità di implementare ulo il passo campata, cosi da A ridosso dell’ingresso, che funge damodifiche blocco a partire dal implementare All’ interno degli alloggi il blocco fungeservizi, da l’infrastruttura per mezzo di elementi divisori.servizi Tali ori. Tali modifiche ni. architettoniche potranno attuare secondo le configurato seguenti l’ filtro tra l’ ingresso euno l’interno veronon e proprio. quale sisi apre spazio se non dalla ndo le seguenti modalità: all’abitante verrà porposto un abaco di soluzioni presenza di un soppalco, che ne aumenta la superficie baco di soluzioni che potranno essere scelte e assemblate in fase di cantiere DI INTIMITA’ NUCLEO SERV calpestabile, sfruttando l’altezza dell’interpiano. L’ideaGRADO è n fase di cantiere oppure riceverà una somma pari al budget stanziato per PARETE
L’ABACO DELLE MODIFICHE
LA STRUTTURA ESISTENTE
COMPOSIZIONE
LA STRUTTURA ESISTENTE
COMPOSIZIONE
TENTE
DISTRIBUZIONE VERTICALE
MURI PERIMETRALI L 60 CM PILASTRI 35X 35 CM; 50X50 CM
UTTURA ESISTENTE
TRAVI PRINCIPALI
H 50 CM
TRAVI SECONDARIE
H 30 CM
COMPOSIZIONE
DISTRIBUZIONE VERTICALE
MURI PERIMETRALI L 60 CM PILASTRI 35X 35 CM; 50X50 CM
DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE TRAVI PRINCIPALI H 50 CM TRAVI SECONDARIE
MURI PERIMETRALI L 60 CM PILASTRI 35X 35 CM; 50X50 CM
COMPOSIZIONE COMPOSIZIONE TRAVI PRINCIPALI H 50 CM TRAVI SECONDARIE
H 30 CM
DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLO
DISTRIBUZIONE VERTICALE
STRUTTURA
VUOTO
ALLOGGI
DISTRIBUZIONE VERTICALE AGGIUNTA
DISTRIBUZIONE La struttura preesistente si compone di una maglia rigida e regolare; si è deciso, per questo, di ricavare la suddivisione degli alloggi prendendo a modulo il passo della campata, cosi da salvaguardare la doppia altezza all’interno delle abitazioni.
H 30 CM
STRUTTURA DALLA STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE STRUTTURA ESISTENTE
DISTRIBUZIONE VERTICALE
ALLOGGIO
DAL CORRIDIO ALL’ ALLOGGIO
VUOTO FINESTRA
Sulla traccia della su arretra e si moviment allarga rigida per dare spa La struttura preesistente si compone di una maglia e rego attuale:a modulo il corridoio di ricavare la suddivisione degli alloggi prendendo il p DISTRIBUZIONE spazio collettivo del salvaguardare la doppia altezza all’interno delle abitazioni. La sua conformazio intimità crescente d STRUTTURA ESISTENTE FINESTRA ALLOGGIO spazio centrale de L’ alloggio è qui concepito come infrastruttura appropriabile concepito per il pa DISTRIBUZIONE e implementabile. Si compone, perciò, di un nucleo chiuso a METRALI L 60 CM STRUTTURA VUOTO La struttura preesistente si compone di una maglia rigida e regolare; si è deciso, per questo, ridosso delle pareti, VERTICALE 35X 35 CM; 50X50 CM ridosso dell’ingresso, che funge da blocco servizi, a partire dal di ricavare la suddivisione degli alloggi prendendo a modulo il passo della campata, cosi da degli allog Sulla traccia della suddivisione,All’interno il filo esterno deg quale si apre uno spazio non configurato se non dalla salvaguardare la doppia altezza all’interno delle abitazioni. DISTRIBUZIONE l’ingresso e l’interno v arretra e si movimenta svelando i pilastri; La distrib CIPALI H 50 CM ALLOGGI
DISTRIBUZIONE VERTICALE AGGIUNTA
L’ABACO DELLE MODIFICHE
ALLE TIPOLOGIE STRUTTURA ESISTENTE
ONDARIE
DAL CORRIDIO ALL’ ALLOGGIO
ALLOGGIO
H 30 CM
L’ABACO DELLE MODIFICHE
STRUTTURA ALLE TIPOLOGIE STRUTTURA
VUOTO
L’ABACO DELLE MODIFICHE
ALLOGGI presenza di un soppalco, che ne aumenta la superficie allargaDI per dareVERTICALE spazioNUCLEO aAGGIUNTA una suggestione che v PROIEZION SERVIZI sfruttando l’altezza dell’interpiano. GRADO L’idea èINTIMITA’ PARETE attuale: il corridoio come estensione della ca quella di lasciare la possibilità di configurare lo spazio DISTRIBUZIONE spazio collettivo del vicinato, del passaggio e dell autonomamente, di appropriarsene;L’ alloggio incentivare è quiquesto concepito come infrastruttura appropriabile La sua conformazione accompagna inoltre un processo, che già caratterizza la situazione attuale, permette e implementabile. Si compone, perciò, di un nucleo chiuso a intimità crescente dal fuori al dentro dell’allogg quella flessibilità indispensabile per leridosso molteplici necessità dell’ingresso, che funge da blocco servizi, a partire dal spazio centrale delimitato dal tracciato dei che la contemporaneità racchiude.quale Un’appropriazione, si apre uno spazio non configurato se non dalla
FINESTRAcalpestabile,
DAL CORRIDIO ALL’ ALLOGGIO
FUZIONI E TIPOLOGIE SCALA AULALABORATORI STUDIO : MUSICA, ARTIGIANATO
AIGIANATO DA TE’
N°4
AT
22+12,5
MQ
SCALA AULA STUDIO
Il Porto attualmente è casa per circa 150 persone, 13 diverse nazionalità, per un totale di 63 nuclei. DISTRIBUZIONE La configurazione e il numero alloggiDISTRIBUZIONE è stato studiato per mantenere le stesse quantità e tipologie VERTICALE ALLOGGI TEMPORANEI A CINEMA VERTICALE di nuclei, che si avvicinano alla fotografia attuale italiana, con particolare attenzione alle tipologie BITATIVA ACCESSO familiari maggiormente in difficoltà ACCESSO economica, come single, famiglie monoparentali e famiglie SPORTELLO EMERGENZA ABITATIVA A POLIVALENTE estese (nonna, madre, figlia). Il piano terra è destinato totalmente a servizi comuni, aperti alla città. Molte attività sono già presenti RANEI come la circofficina, altre ampliate come la sala da tè, pensata per essere vissuta in cooperazione con spazio per ospitare le uno persone in innovativo al Porto: una sala polivalente-ludoteca. 12p 12p 12p ervizi, dieci alloggi temporanei. Pensati per ospitare le persone in ello emergenziale dei CAAT, saranno come uno spazio filtro per la corte, immaginata chiusa alla circolazione Questi servizi come obbiettivo quello di superare il modello emergenziale dei CAAT, contesto altro, consolidato, à vulnerabiliurbana un abitare in un di contesto altro, per consolidato, matemporaneo come spazio incontro tutti gli abitanti –residenti e frequentatori- dell’edificio. 4p 6p 2p
emporanee occuperanno l’ In fase di cantiere, inoltre, le abitazioni temporanee occuperanno l’ o di volta in volta presidiare tati gli abitanti che, in turnazione, potranno di volta in volta presidiare e dalla flessibilità dei moduli della quotidianità. Questo è reso possibile dalla flessibilità dei moduli ALLOGGI TEMPORANEI E TURNAZIONE delle dimensioni del nucleo regati in maniera differente, a seconda delle dimensioni del nucleo ssimo di 24 persone .
AT MQ
Il piano terra ospita, tra i vari servizi, dieci alloggi temporanei. Pensati per ospitare le persone in ATp quello di superare il modello emergenziale dei N°6 obbiettivo emergenza abitativa, si pongono come 13+3,5 MQ un abitare temporaneo in un contesto altro, CAAT, garantendo così a dei soggetti già vulnerabili consolidato, evitando ulteriori emarginazioni. In fase di cantiere, inoltre, le abitazioni temporanee occuperanno l’ intera Palazzina. Qui verranno ospitati gli abitanti che, in TURNAZIONE, potranno di volta in volta presidiare i lavori senza rinunciare agli spazi della quotidianità. Questo è reso possibile dalla flessibilità dei moduli abitativi che possono essere aggregati in maniera differente, a seconda delle dimensioni del nucleo arrivando ad ospitare fino a un massimo di 24 persone.
12p 12p 2p
12p 4p
6p
12p
12p 2p
4p
6p
14p
10p 3p
7p
8p
PIANO TIPO TIPOLOGIE PIANO TIPO: :DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE E TIPOLOGIE
ZIONE E TIPOLOGIE
PIANO TERRA : ACCESSI E FUNZIO
PIANO TERRA : ACCESSI E FUNZIONI
PIANO TERRA : ACCESSI E FUNZIONI
DISTRIBUZIONE VERTICALE T4 T1 PIANO TERRA : ACCES PIANO TIPO : DISTRIBUZIONE PIANO TERRA : ACCESSI E FUNZION PIANO TIPO : DISTRIBUZIONE E TIPOLOGIE E TIPOLOGIE
T5/6
T2 T3
T1
T4
T2
T5/6
ABACO TIPOLOGICOSALA DA TE’ CIRCOFFICINA
PIANO TERRA : ACCESSI E FUNZIONI
ERTICALE
DISTRIBUZIONE VERTICALE
N°22
T3
ABACO TIPOLOGICO N°22
T1CIRCOFFICINA
25 MQ
T1
BAGNI/SPOGLIATOI
25 MQ
SALA CINEMA
CIRCOFFICINA
SALA DA TE’
SCALA LABORATORI MUSICA, ARTIGIANATO SALA POLIVALENTE LOCALE: RIFIUTI AULA STUDIO
BAGNI/SPOGLIATOI
SALA CINEMA
ALLOGGI TEMPORANEI
LOCALE RIFIUTI
SALA POLIVALENTE
LABORA
ALLOGG
SPORTEL
DISTRIBUZIONE VERTICALE
ALLOGGI TEMPORANEI SPORTELLO EMERGENZA ABITATIVA ACCESSO
Il piano terra ospita, tra i vari servizi, dieci alloggi tempo
SALA DA TE’
LABORATORI : MUSICA, ARTIGIANATO
SCALA emergenza abitativa, si pongono come obbiettivo quello di s AULA STUDIO
garantendo così a dei soggetti già vulnerabili un abitare tem evitando ulteriori emarginazioni. In fase di cantiere, inoltre DISTRIBUZIONE ALLOGGI TEMPORANEI BAGNI/SPOGLIATOI SALA CINEMA VERTICALE intera Palazzina. Qui verranno ospitati gli abitanti che, in turna Il piano terra ospita, tra i vari servizi, dieci alloggi itemporanei. peragli ospitare le persone in Questo lavori senza Pensati rinunciare spazi della quotidianità. emergenza abitativa, si pongono come obbiettivo quello di superare il modello emergenziale dei CAAT, SPORTELLO EMERGENZA ABITATIVA SALA POLIVALENTE ACCESSO OFFICINA LOCALE RIFIUTI abitativi che possono essere aggregati in maniera different OFFICINA garantendo così a dei soggetti già vulnerabili un abitare temporaneo in un contesto altro, consolidato, arrivando ad ospitare fino a un massimo di 24 persone . evitando ulteriori emarginazioni. In fase di cantiere, inoltre, le abitazioni temporanee occuperanno l’ SALA DA TE DISTRIBUZIONE VERTICALE CIRCOFFICINA T4 SALA DA TE’ T1 DISTRIBUZIONE VERTICALE CIRCOFFICINA T4 T1 intera Palazzina. Qui verranno ospitati gli abitanti che, in turnazione, potranno di volta in volta presidiare LABORATORI : i lavori senza rinunciare agli spazi della quotidianità. Questo è reso possibile dalla flessibilità dei moduli T5/6 T2 T5/6 T2 abitativi che possono essere aggregati in maniera differente, a seconda delle BAGNI/SPOGLIATOI dimensioni SALA CINEM TEMP BAGNI/SPOGLIATOI SALA CINEMA del nucleo ALLOGGI Il piano terra ospita, tra i vari servizi,arrivando dieci alloggi temporanei. Pensati per ospitare le persone in ad ospitare fino a un massimo di 24 persone . SALA POLIV emergenza abitativa, si pongono come obbiettivo quello di superare il modello emergenziale dei CAAT, SALA POLIVALENTE T3 T3 SPORTELLO EM LOCALE RIFIUTI LOCALE RIFIUTI LUDOTECA LUDOTECA garantendo così a dei soggetti già vulnerabili un abitare temporaneo in un contesto altro, consolidato, N°4 evitando ulteriori emarginazioni. In fase di cantiere, inoltre, le abitazioni temporanee occuperanno l’ OFFICINA intera Palazzina. Qui verranno ospitati gli abitanti che, in turnazione, potranno di volta in volta presidiare 22+12,5 MQ i lavori senza rinunciare agli spazi della quotidianità. Questo è reso possibile dalla flessibilità dei moduli SCALA
ALLOGGI TEMPORANEI
ALLOGGI TEMPORANEI
AT
ABACO TIPOLOGICO ABACO TIPOLOGICO SALA DA TE’ CIRCOFFICINA LABORATORI : MUSICA, ARTIGIANATO
ALLOGGI TEMPORAN ALLOGGI TEMPORANEI
L’ABACODELLE DELLEMODIFICHE MODIFICHE L’ABACO L’ alloggio è qui concepito come infrastruttura appropriabile L’ alloggio è qui concepito come infrastruttura appropriabile
L’ABACO DELLE MODIFICHEe implementabile. e implementabile. Si compone, perciò, di un nucleo chiuso Si compone, perciò, di un nucleo chiuso a a
ridosso dell’ingresso, funge blocco servizi, a partire ridosso dell’ingresso, cheche funge da da blocco servizi, a partire daldal quale apre uno spazio non configurato non dalla quale si si apre uno spazio non configurato se se non dalla L’ alloggio è qui concepito come infrastruttura appropriabile e implementabile. presenza soppalco, aumenta superficie presenza di di unun soppalco, cheche ne ne aumenta la la superficie Si compone perciò di un nucleo chiuso a ridosso dell’ingresso che funge partire calpestabile, sfruttando l’altezza dell’interpiano. L’idea calpestabile, sfruttando l’altezza dell’interpiano. L’idea è è da blocco servizi a PARETE PARETE quella di lasciare la possibilità di configurare lo spazio quella di lasciare la possibilità di configurare lo spazio dal quale si apre uno spazio non configurato se non dalla presenza di un soppalco che ne aumenta autonomamente,di diappropriarsene; appropriarsene;incentivare incentivarequesto questo autonomamente, la supercie calpestabile sfruttando l’altezza dell’interpiano. L’ idea è quella di lasciare la possibilità processo, caratterizza la situazione attuale, permette processo, cheche giàgià caratterizza la situazione attuale, permette quella flessibilità indispensabile le molteplici necessità questo processo che già quella flessibilità indispensabile perper le molteplici necessità di conformare lo spazio autonomamente, di appropriarsene; incentivare contemporaneitàracchiude. racchiude.Un’appropriazione, Un’appropriazione, chechela lacontemporaneità caratterizza la situazione attuale permette quella flessibilità indispensabile per le molteplici necessità questa. si attua attraverso la composizione dell’arredo questa. cheche si attua siasia attraverso la composizione dell’arredo che la contemporaneità racchiude. questa, si attua sia attraverso la composizione mobile,Un’appropriazione grazieallaallapossibilità possibilità implementare mobile, siasiagrazie di diche implementare l’infrastruttura mezzo di elementi divisori. modifiche l’infrastruttura perper mezzo elementi divisori. Tali modifiche dell’arredo mobile sia grazie alla possibilità didiimplementare l’Tali infrastruttura per mezzo di elementi architettoniche potranno attuare secondo seguenti architettoniche si si potranno attuare secondo le le seguenti divisori. Tali modiche architettoniche si potranno attuare secondo le seguenti modalità: all’abitante modalità: all’abitante verrà porposto abaco soluzioni modalità: all’abitante verrà porposto unun abaco di di soluzioni potranno essere scelte e assemblate inscelte fase di cantiere verrà porposto un abaco di soluzioni che potranno essere e assemblate in fase di cantiere cheche potranno essere scelte e assemblate in fase di cantiere oppure riceverà somma budget stanziato oppure unauna somma paripari al al budget stanziato perper oppure riceverà una somma paririceverà al budget stanziato per ciascun alloggio per poter apportare le ciascunalloggio, alloggio,perperpoter poterapportare apportarele lemodifiche modifichein in ciascun modiche in autocostruzione seguendo delle linee guida. Leguida. possibili configurazioni future potranno autocostruzione seguendo delle linee possibili autocostruzione seguendo delle linee guida. Le Le possibili configurazioni future potranno essere realizzate attingendo configurazioni potranno essere realizzate attingendo essere realizzate attingendo ai fondi difuture manutenzione straordinaria destinati agli alloggi. ai fondi di manutenzione straordinaria destinati agli alloggi. ai fondi di manutenzione straordinaria destinati agli alloggi.
e a al a e è o o e à e, o e e ti ni e er n li o
PARETE
PORZIONE DI PARETE
BALAUSTRA
LIBRERIA
3.3 _ Sintesi intervento QUADRO QUANTITATIVO STATUS QUO N° alloggi : Sup. residenziale : Sup. Servizi :
PROGETTO N° alloggi : Sup. residenziale : Sup. Servizi :
63 3.792 mq 446 mq
60+10 3.142 mq 1.560 mq
Quota alloggi : ABITANTI LISTA BANDO CASA 2000/2012 EMERGENZA TEMPORANEA
COSTO DELL’ EDILIZIA PUBBLICA KTc
N° alloggi
N° abitanti
Euro/abitante
PROGETTO DI DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE PRIMAVALLE ATERPERROMA 2017
2.200.000
12
60
36.600
PROGETTO DI RICONVERSIONE DEL PORTO FLUVIALE 2015
6.000.000
58
157
38.000
PROGETTO SPERIMENTALE DI RECUPERO DEL PORTO FLUVIALE 2017
2.795.000
60
142
19.700
COSTO DELL’ EMERGENZA ABITATIVA CAAT (CENTRO ASSISTENZA ALLOGGIATIVA TEMPORANEA)
446,5 euro al mese
BONUS CASA PROGETTO SPERIMENTALE DI RECUPERO DEL PORTO FLUVIALE 2017 , ALLOGGI TEMPORANEI
300 euro al mese 150.000
10
30
5.000
L’ equivalente di :
undici mesi di soggiorno nel CAAT un anno e quattro mesi di BONUS CASA
RESTAURO BALAUSTRE SCALE -Sabbiatura -verniciatura RIMOZIONE SOLAIO con adattamento strutturale -taglio lucernai -taglio scale RIMOZIONE SOLAIO -taglio cavedi
RESTAURO PARETI PERIMETRALI -Revisione -stuccatura -intonaco ADATTAMENTO TERMICO/ACUSTICO PARETI PERIMETRALI -isolante spessore 30cm RESTAURO GRIGLIE PORTALI -Sabbiatura -verniciatura RIMOZIONE MURATURA -taglio finestre
RISANAMENTO TETTO -Revisione -stuccatura -intonaco RIMOZIONE SOLAIO con adattamento strutturale -taglio lucernai -taglio scala LUCERNAI CORPO SCALA
RISANAMENTO TETTO -Revisione -stuccatura -intonaco RIMOZIONE SOLAIO con adattamento strutturale -taglio lucernai -taglio scala LUCERNAI CORPO SCALA RESTAURO TRAVI E PILASTRI -Revisione -stuccatura -intonaco
RESTAURO TRAVI E PILASTRI -Revisione -stuccatura -intonaco
PARTIZIONI VERTICALI ALLOGGI SOPPALCO BLOCCO SERVIZI/IMPIANTI
RESTAURO MENSOLE PENSILINA -Sabbiatura -verniciatura RESTAURO PORTALI PARTIZIONI VERTICALI INTERNE ARREDO CORTILE
2.795.000 €
COMPUTO METRICO_COSTO DI COSTRUZIONE
25%
5% 59%
NUOVA COSTRUZIONE
11%
RESTAURO/ADATTAMENTO TERMICO ACUSTICO
CANTIERIZZAZIONE
DEMOLIZIONI
QUADRO ECONOMICO
3.733.000 €
PARTIZIONI VERTICALI ALLOGGI SOPPALCO BLOCCO SERVIZI IMPIANTI
RESTAURO E ADATTAMENTO TERMICO/ACUSTICO SOLAIO -scarificazione -isolante spessore 5cm RESTAURO BALAUSTRE SCALE -Sabbiatura -verniciatura RIMOZIONE SOLAIO con adattamento strutturale -taglio lucernai -taglio scale RIMOZIONE SOLAIO -taglio cavedi
RESTAURO E ADATTAMENTO TERMICO/ACUSTICO SOLAIO -scarificazione -isolante spessore 5cm RESTAURO BALAUSTRE SCALE -Sabbiatura -verniciatura RIMOZIONE SOLAIO con adattamento strutturale -taglio lucernai -taglio scale RIMOZIONE SOLAIO -taglio cavedi
RESTAURO PARETI PERIMETRALI -Revisione -stuccatura -intonaco ADATTAMENTO TERMICO/ACUSTICO PARETI PERIMETRALI RESTAURO PARETI PERIMETRALI -Revisione -isolante spessore 30cm -stuccatura -intonaco ADATTAMENTO TERMICO/ACUSTICO RESTAURO GRIGLIE PORTALI PARETI PERIMETRALI -isolante spessore 30cm -Sabbiatura RESTAURO GRIGLIE PORTALI -Sabbiatura -verniciatura -verniciatura RIMOZIONE MURATURA -taglio finestre RIMOZIONE MURATURA -taglio finestre
26%
74%
COSTO DI COSTRUZIONE
SOMME A DISPOSIZIONE DELL’ AMMINISTRAZIONE
RESTAURO MENSOLE PENSILINA -Sabbiatura -verniciatura RESTAURO PORTALI PARTIZIONI VERTICALI INTERNE ARREDO CORTILE
RESTAURO MENSOLE PENSILINA -Sabbiatura -verniciatura RESTAURO PORTALI PARTIZIONI VERTICALI INTERNE ARREDO CORTILE
PIANTA P2
4 _ DISEGNI DI PROGETTO
AI AI
AI
B B
C C
0
C
1
5
0
1
0
1
5 10
PIANTA P2_SOPPALCO
AI AI
AI
B B
C C
0
C
1
5
0
1
0
1
5 10
5
0
0
1
5
1
10
0
0
1
5
1
10
IL CORRIDOIO_2°PIANO
IL CORRIDOIO_SEGUENDO I BINARI
L’ ALLOGGIO_T2
L’ ALLOGGIO_T5
VISTA INTERNA_DA GIÙ A SÙ
Bibliografia/sitografia Lefebvre, H. [1970]. Il diritto alla città. Padova: Marsilio. Friedman, Y. [2009]. Architettura di sopravvivenza. Bollati, Boringhieri. Heidegger, M. [1976]. Costruire abitare pensare in Saggi e Discorsi. Milano, Mursia (p. 96-108). Esposito, R. [2006]. Communitas. Piccola Biblioteca Einaudi. Insolera, I. [2011]. Roma Moderna. Torino, Piccola Biblioteca Einaudi. Tschumi, B [2014]. Architettura e disgiunzione. Pendragon. Caudo, G. con Sebastianelli S. [2008]. “Dalla casa all’abitare” in Garofalo F. (a cura di). Housing Italy, L’Italia Cerca Casa, Città sede dell’editore: Mondadori Electa, pp. 40-47. Case di carta: la nuova questione abitativa1 di Giovanni Caudo. Reale, L. [2014]. “Un’idea di città”, pointzerocnappc.it Vereni, P. [2015]. “Addomesticare il welfare dal basso. Prospettive e paradossi delle occupazioni abitative romane”, Meridiana, 83, pp.147-169. Pisano, M. [2013]. Creare relazioni da abitare, Università degli studi La Sapienza, Roma. Sebastianelli, S. [2009]. Abitare la comunità. Dipartimento di Studi Urbani, Facoltà di Architettura, Università degli Studi “Roma Tre” Di felice, E. [2013]. RI-ABITARE, Dipartimento di Progettazione e Studio dell’Architettura, Università degli Studi di Roma Tre, Roma. Mazin, M. [2012]. Autorecupero: nuove forme di abitare, Università degli studi La Sapienza, Roma. Ruggero, A. [2011]. Esperienze di cittadinanza comune: l’autorecupero, Paper for the Espanet Conference “Innovare il welfare. Percorsi di trasformazione in Italia e in Europa”, Milano. D’Errico Rita Ostiense [2007]. Assetti proprietari e trasformazioni economico-sociali di un settore dell’Agro romano (secoli XVIII-XX) Maury Y. (2007), “Intervento al Convegno Europeo Autocostruzione e autorecupero. Forme e politiche di un nuovo servizio pubblico per l’alloggio sociale”, Roma, 5 aprile. Nomisma la condizione abitativa 2010 Nomisma, indagine sulle famiglie 2015 ISTAT - ANNUARIO STATISTICO 2015 ROMA ISPRA, 2017. Il consumo di suolo in Italia. Edizione 2017 Rilievo architettonico : Manon Kayser, 2005 www.agenziaterritorio.it www.interno.it www.istat.it www.bancaditalia.it www.urbanistica.comune.roma.it www.aterroma.it www.asia.usb.it www.mapparoma.blogspot.com www.articiviche.blogspot.com www.repubblica.it /2015/12/10/news/istat [ultimo accesso, 23-06-2017]
La tesi è stata discussa il 27-07-2017
portofluviale.wordpress.com
CHIARA LUCHETTI chi.luchetti@gmail.com
ENRICO PERINI enrico.perini@gmail.com