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• Vincenzo Caruso
Il PIano Generale studI,
dI
dIfesa
Per l’area dello
stretto
dI
MessIna
ProGettI e relazIonI dall’unIfIcazIone alla fIne dell’ottocento
opo la conquista della cittadella da parte delle trup-
dpe regolari del generale cialdini, avvenuta nel marzo
del 1861, lo stato Maggiore del nuovo stato Italiano si preoccupò di studiare l’assetto difensivo dei propri confini, al fine di garantire la sicurezza ed il controllo del territorio.
In particolare, la difesa marittima dello stretto di Messina rappresentava una sola parte di un problema molto più ampio, cioè la conservazione della sicilia in tempo di guerra e, allo stesso tempo, il controllo sul Mediterraneo. oltre lo scopo di dominare lo stretto, un obiettivo prioritario fu quello di proteggere Messina ed il suo pregevole porto che costituiva, in caso di guerra, una posizione strategica militare di somma importanza, con una notevole influenza sulla prosperità commerciale. Gli studi e i progetti riferiti alla realizzazione di opere permanenti e occasionali per la difesa dello stretto di Messina, si susseguirono dal 1862 al 1889, in una continua revisione e scelta dei siti, a cura di numerose commissioni tecniche, che condussero alla produzione di un’enorme quantità di disegni, piante topografiche e preventivi di spesa per le opere e gli armamenti1. In quasi trent’anni di studi, si dovette tenere conto dei progressi delle artiglierie che andavano a diventare sempre più potenti e, conseguentemente, dell’evoluzione dei sistemi difensivi e d’attacco. ogni nuovo progetto, pertanto, modificava, completava o, molte volte, annullava il precedente. dalle prime proposte di costruzione di batterie armate poste a livello del mare fatte negli anni dopo l’unificazione, si pervenne agli ultimi e definitivi progetti, realizzati sul finire degli anni ’80, di batterie armate con grossi calibri e posizionate a diverse quote sulla costa adatte a contrastare le potentissime artiglierie navali in dotazione alle flotte degli stati europei più temuti: francia, Germania e austria. Questo lavoro, nel quale vengono riportati dati riferiti a documenti inediti, messi a disposizione per la prima
volta dall’Istituto storico e di cultura dell’arma del Genio, ha il pregio di colmare l’enorme lacuna storica, riferita alle motivazioni strategiche e ai lunghi anni di studi circa la costruzione dei forti dello stretto, che ha consentito purtroppo, nel tempo, a molti appassionati, di fornire in merito informazioni inesatte e alquanto imprecise, quasi sempre prive di riferimenti bibliografici e di citazioni delle fonti2.
1. Il Generale Cialdini, Comandante delle truppe di assedio della Cittadella nel 1861
di seguito, vengono presentate, in ordine cronologico, le ricognizioni dei siti, gli studi topografici e strategici e il lungo percorso che condusse, dopo circa un trentennio, alla realizzazione di un sistema di difesa unico nel suo genere, in quanto pensato per proteggere non un nucleo abitato, bensì l’importante braccio di mare dello stretto, via di comunicazione tra il tirreno e lo Jonio, con una rilevanza strategica di controllo del Mediterraneo. 1. I primi studi (dal 1862 al 1872) Già nel 1862, agli albori della nascita del nuovo stato Italiano, una commissione Permanente di difesa era stata nominata con l’incarico di eseguire lo studio del territorio e dei suoi confini. Buona base di partenza furono gli studi topografici pubblicati da luigi e carlo Mezzacapo nel 1859 e nel 1860 3. nelle prime ricognizioni eseguite dai fratelli Mezzacapo e dalle commissioni di studio, vennero censite non solo le antiche roccaforti cinquecentesche e seicentesche, ma soprattutto le più recenti fortificazioni realizzate dagli inglesi e dai francesi sulle coste dello stretto di Messina, nei primi anni dell’ottocento4.
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