Secondo il Piano Generale di Difesa dello Stretto di Messina, sin dalla sua progettazione nel tardo 800, implementato poi con le batterie controaeree nel II Conflitto Mondiale, il vero obiettivo strategico da difendere era lo Stretto di cui bisognava garantire il controllo e la difesa. Nell'agosto del 1943, a distanza di 60 anni dall'inizio della costruzione delle fortificazioni, tali considerazioni trovano il loro epilogo: per garantire la ritirata sul Continente di 40.000 tedeschi e 60.000 italiani, con mezzi pesanti e armamenti, in un continuo andirivieni di motozattere, inseguiti dagli Alleati, le batterie antinave e contraeree puntarono il loro fuoco verso il cielo e sullo Stretto, mentre la città capitolava sotto tonnellate di bombe sganciate dagli aerei anglo-americani.