IL PAESE DEI BALOCCHI

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2010/2011

DIPARTIMENTO DI ITALIANO

IL PAESE DEI BALOCCHI LA RIVISTA DEGLI ALUNNI DI ITALIANO

INDICE 1. In giro per l’Italia UNA GIORNATA INDIMENTICABILE ………….…………………………………………………………………. LA MIA ITALIA ..…………………………………………………………………………………………………………… L’ITALIA ........................................................................................................................... L’ITALIA E GLI ITALIANI ..................................................................................................... IMPARARE L’ITALIANO ..................................................................................................... IN GIRO PER LA CITTÀ ETERNA ......................................................................................... BOLOGNA .........................................................................................................................

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2. Letteratura IL MAGISTRATO CAROFIGLIO E L’AVVOCATO GUERRIERI ................................................ DUE MODI PER CHIUDERE UNA STORIA ........................................................................... AGENTE IMMOBILIARE OPPURE PSICOLOGO? ................................................................. I 15 MOTIVI PER CUI VALE LA PENA VIVERE ..................................................................... PICCOLA LETTERA DI UN BAMBINO CHE NON HA VOGLIA DI NASCERE ...........................

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3. Riflessioni e attualità LA BANCA DEL TEMPO ...................................................................................................... IL RUOLO DELLA DONNA ................................................................................................. L’INTERCULTURALITÀ VA DI MODA ................................................................................ LA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI .............................................................................. SOS, SALVIAMO IL MEDITERRANEO ................................................................................ IL BARATTO ...................................................................................................................... AGRICOLTURA ECOLOGICA O BIOLOGICA ....................................................................... COM’È CAMBIATA LA FAMIGLIA! .................................................................................... IL MIGLIORE LAVORO DEL MONDO? IL MIO .................................................................... GENITORI E FIGLI ............................................................................................................. ‘NAZARENOS’ IN SPAGNA – ‘PENITENTI’ IN ITALIA ..........................................................

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UNA GIORNATA INDIMENTICABILE

Siamo andati a fare una gita al Parco Nazionale del Gran Sasso. Tutti gli anni si fa una bellissima gita verso l’inizio d’agosto nei dintorni di Farindola, un paesino all’interno di Pescara sotto il Gran Sasso. Nei paraggi, quindi, si celebra una sagra veramente meravigliosa chiamata “CAMMINARMANGIANDO” ed è proprio lì dove passeggiando attraverso viottoli e boschi naturali, si scopre un mondo antico di tecniche e sapori tali come la festa della Smielatura, la festa della trebbiatura oppure la tecnica dei cestai. Il percorso svolto lungo 6 km è dotato di otto punti ristoro. In questi chioschi, appunto, si possono assaggiare tutti i prodotti tipici dell’Abruzzo. Questo percorso parte dal paese di Farindola, trascorrendo la Valle del Tavo si giunge infine alla Valle d’Agri, che è il posto dove finisce una gran salita a cui si arriva molto stanchi ma pieni di energia dopo il paesaggio bellissimo che si trova strada facendo. A questo punto, in cima alla montagna, si trova l’Osteria dell’Orso, dove ci si siede a mangiare con tanto di primo, secondo, dessert e dolci tipici di quelle parti. Nel frattempo, si è accompagnati da una bella musica di sottofondo eseguita dai bambini del posto. È talmente incantevole che quasi quasi ti viene voglia di rifare il percorso ancora. Dopo 4 ore di strada e dopo una bella mangiata, c’è la possibilità di tornare al paese con dei pulmini che il Comune mette a disposizione per i turisti. Credo che sia stata una delle più belle giornate trascorse nella mia vita perché, anche se ero stanchissima, alla fine ho fatto tantissime cose in una sola giornata: ho visto dei paesaggi stupendi e nel contempo ho camminato a lungo; ho potuto osservare i modi antichi di fare le cose; ho assaporato tante pietanze buone nonché dell’ottimo vino; ho conosciuto un bel po’ di gente di paese veramente stupenda, molto alla mano, devo dire; ho ballato, ecc. Insomma, mi sono divertita un sacco. Tornerei a farlo mille volte!

María José Giménez Bachs - 2º Avanzado


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LA MIA ITALIA

Il paese della bellezza, dei capolavori, della moda. Non esiste un altro luogo nel mondo dove concorrono la vita moderna e le tradizioni più antiche. Non conosco un’altra civiltà che sia capace di conservare il più importante della sua cultura ma allo stesso tempo che cerchi di adattarsi alle nuove tendenze che vengono dall’estero, attraverso le quali la società diventa sempre più ricca. Probabilmente non ci sarà neanche una lingua così bella da parlare e da ascoltare. Secondo me, è la lingua più comunicativa, non soltanto per il vocabolario (che è infatti abbastanza ampio), ma anche per il modo in cui si parla, cioè, l’accento, i gesti. Gli italiani amano le cose in un modo particolare: la cucina (soprattutto la pasta e la pizza) è un arte in se stessa; la musica diventa opera; il calcio significa passione per la squadra preferita; la velocità e la bellezza del disegno trovano la massima espressione nella Ferrari; l’arte si chiama Roma, Firenze; l’uomo perfetto non vive, non è reale, perché Michelangelo l’ha fatto in marmo; la donna perfetta sarà sicuramente vestita da uno stilista italiano. Il caffè lì non ha paragone, anche se si trasferiscono fuori, gli italiani portano la loro caffettiera. Da un’altra parte, un paese che sceglie Berlusconi come Presidente del Consiglio dei ministri deve essere senza dubbio un po’ speciale, forse geniale ed assolutamente pazzo. Insomma, l’Italia è un paese da non perdere dove la gente gode della vita e dove tutti si sentono orgogliosi di essere italiani.

Mar Quijada Cuevas – 1º Avanzado


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L’ITALIA

Mi chiamo Raquel Garrido e sono laureata in Storia dell´Arte all’Università di Valencia, ma adesso studio l´Italiano alla Scuola di Lingue di Albacete. La mia esperienza con il bel Paese è nata tanti anni fa, quando avevo sedici anni. Penso che in quel viaggio sia nata l´idea di studiare Storia dell´Arte. Abbiamo fatto un viaggio veramente affascinante. Ho potuto vedere Pisa, Firenze, Milano e anche Roma, quest´ultima, si può dire, è una città incantevole. Il fatto di poter toccare sculture come il David di Michelangelo, guardare tanti affreschi come quelli della Capella Sistina, restare sotto la volta del Pantheon, quella costruzione dedicata alle divinità dell´Olimpo; insomma, poter vivere veramente la storia, è per me la cosa più bella. Infatti, l’Italia è un paese in cui si può vedere la modernità senza dimenticare l´antichità, un paese che ha saputo svilupparsi senza lasciare da parte tutto quello che l´ha fatto diventare così bello e fiabesco. È un paese meraviglioso. Siccome adesso conosco la sua lingua, e ho anche studiato le sue tradizioni e la sua cultura, mi piacerebbe ritornarci. Per questa volta sicuramente che godrò di più.

Raquel Garrido – 1º Avanzado


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L’ITALIA E GLI ITALIANI

Si dice que noi spagnoli e gli italiani siamo “fratelli”, ma in realtà, c’è qualcosa di certo in questa affermazione? Com’è l’Italia che ho conosciuto dopo aver vissuto per qualche tempo in questo Paese? Una delle cose che mi piace di più dell’Italia è l’immensa cultura che si può trovare sia nell’ambito storico sia in quello artistico, lettererario... Certamente, tutti i paesi hanno un’ importante e conosciuta cultura ma certamente la rilevanza di quella italiana è universale. Un altro stereotipo: il cibo. Un giorno ho conosciuto una ragazza italiana che mi raccontava che non era vero che gli italiani mangiassero la pasta tutto il tempo. Ma quando sono stata là, ho scoperto che era innegabilmente certo: la pasta, la pizza, i panettoni, ... si trovano ovunque e tutti li mangiano tanto! Gli italiani sono in un certo senso simili a noi spagnoli. Tutti e due siamo mediterranei. Ma mi pare che gli italiani siano anche molto diversi da noi in tante cose: quando parlano, urlano di più (infatti a volte sembra che siano arrabbiati quando non è il caso); gesticolano tantissimo; sono più affettivi, tradizionalisti, familiari, effusivi,... La loro lingua è il riflesso del loro carattere e dell’Italia: è anche simile allo spagnolo e ad altre lingue, ma l’italiano ha più musicalità, più toni e questi toni sono più alti. Un’altra cosa che mi attira l’attenzione è una religiosità più diffusa rispetto agli altri paesi. Soltanto osservando su Facebook i profili dei giovani italiani, si vede una percentuale altissima di gente cattolica. La ragione è ovvia per la situazione del Vaticano. L’Italia non è soltanto diversa nei confronti di altri paesi, la propria Italia è anche diversa. C’è molta differenza tra Nord e Sud. A Firenze i tipici negozi che possiamo trovare sono Gucci, Dolce&Gabbana, ... invece ho un’amica che abitava a Napoli, ed ogni volta che usciva di casa, portava di soldi soltanto 1€, e nel calzino!! Questo dice tantissimo sulla gente, l’economia, la sicurezza, ecc. E la cosa –come diceva José Saramago- più rappresentativa dell’Italia è che riunisce non soltanto gli stereotipi ma anche i pregiudizi: Berlusconi. Però meglio parliamo di questo personaggio in un secondo momento... Ana Yeste Vergara – 1º Livello Avanzado


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IMPARARE L’ITALIANO

Mi chiamo Juan Antonio e sono studente del primo anno di italiano. Alcuni mesi fa, ho iniziato il corso con la mia insegnante Mª Carmen. Non avevo mai studiato l’italiano prima ma è una lingua che mi piace molto. Le lezioni sono molto interessanti e divertenti. Impariamo la cultura italiana e anche una visione diversa della vita, quella degli italiani. Abbiamo formato un gruppo di compagni molto eterogeneo, ma al tempo stesso molto unito. Alla fine degli esami, siamo andati a cenare in un ristorante italiano. È stata una serata bellissima dove abbiamo parlato del nostro lavoro, e infine della vita. Su proposta della mia insegnante, siamo andati alla settimana del cinema italiano. Ho guardato un film molto simpatico: “ Scusa ma ti chiamo amore”. I protagonisti parlano una lingua facilmente comprensibile, ma sempre con l’aiuto dei sottotitoli. Imparare una nuova lingua è un’avventura che tutti possono sperimentare. Io raccomando sempre a tutti di cominciare a studiare una lingua. È un modo di aprire la mente a nuovi modi di vivere e vedere il mondo. E ricordate che quando impariamo una lingua, un nuovo Paese ci aspetta per essere scoperto. Juan Antonio González Ochoa - 1º Básico


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IN GIRO PER LA CITTÀ ETERNA

Che peccato! Le vacanze sono finite! Quindici giorni fa io ed i miei compagni abbiamo deciso di fare un viaggio in Italia durante le vacanze di Pasqua. Siamo studenti del primo corso de italiano ed abbiamo pensato che conoscere questo Paese, la sua cultura e, certo, gli italiani forse è il modo migliore di imparare la lingua italiana. Quindi, siamo andati in un’agenzia di viaggi per organizzare un percorso per Roma. Sabato mattina mi sono svegliata presto. Ero proprio molto nervosa e perciò mi sono alzata subito. Siccome avevo già preparato tutto (la valigia, il biglietto, ecc.), sono stata la prima ad arrivare all’appuntamento. Abbiamo dovuto prendere un treno da Albacete a Valencia per arrivare all’aeroporto. Il nostro volo partiva alle 13.15 e abbiamo dovuto essere lì un’ora prima. Finalmente, dopo un’ora e mezza di viaggio, siamo arrivati senza nessun problema alla bellissima città di Roma. Questo giorno abbiamo fatto solo un piccolo percorso. Eravamo affascinati! Il giorno dopo, ci siamo alzati presto. Avevamo una bella giornata davanti a noi. Siamo andati al Colosseo. La storia romana mi è sempre piaciuta. Quando l’ho visto lì, in piedi da duemila anni, sono rimasta incantata. Ho avuto anche la sensazione di vivere all’epoca di Giulio Cesare, di Augusto... Penso che a Roma il tempo non passi mai. Abbiamo visitato anche il mercato di Traiano, l’Arco di Costantino, ecc. Di pomeriggio, i miei amici sono rimasti in albergo per riposarsi un po’, io invece ho fatto una gita. A me piace tanto conoscere le città, soprattutto i posti dove non vanno i turisti. La sera siamo andati in un piccolo ristorante, ovviamente una pizzeria, dove abbiamo mangiato benissimo. La gente è stata molto simpatica e ci hanno dato una mano con il nostro percorso a Roma. Abbiamo anche conosciuto due uomini italiani davvero belli e simpatici. Loro ci hanno accompagnato ogni giorno e alla fine siamo diventati amici. L’ultima giornata è stata fantastica. I nostri amici italiani, Marco e Paolo, hanno preparato una festa a sorpresa. Mamma mia! Che bello! Abbiamo mangiato i piatti tipici italiani. Dopo cena, abbiamo ballato, abbiamo cantato delle canzoni in italiano ed infine abbiamo fatto le ore piccole. Questo viaggio è stato meraviglioso. Ci siamo divertiti molto. Speriamo di ritornarci presto. Cristina Salazar Tolosa - 1º Básico


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BOLOGNA…

Evocare Bologna, quando non ho ancora lontano il mio viaggio, prima che il tempo ricopra con la nebbia l’immagine che ho nel cassetto su questa bella città, è un compito che non sarà facile. Sono state tante le emozioni vissute a Bologna come diverse sono le Bologna che mi sono goduto: Geograficamente è una città medioevale, di origine etrusca, sita in un incontro tra due grandi vie nord - sud che la attraversano: la Via Emilia e la Via Veneta. Oggi fa 420.000 abitanti, più il doppio se teniamo conto dei dintorni. Molto ricca, piena di artigianato e arte fabbrile, e con un’ottima qualità di vita. Bologna degli archi: con 46 km di strade coperte da archi. È davvero diversa da qualsiasi altra città d’Europa. Le luci non sono come a Siviglia, a fuoco. Qui, se si viene da un lato o dall’altro, non si vedono i palazzi nella loro compiutezza, anzi, si cammina sotto, accanto, vicino, a fianco, si sentono i pezzi di storia ovunque. Se piove, si cammina sotto gli archi e anche per i viottoli stretti, per i vicoli, e non si sente il fastidio della pioggia. Bologna dell ‘università: invasa dagli studenti, la cui fondazione fu nel 1088. Il che significa che sono 11 secoli dediti alla formazione in diritto romano e in lingue nonché in altre materie scientifiche. Giovani studenti provenienti da tutte le parti del mondo invadono le strade. Bologna del dolore: nel ricordare le vittime dell’inutile strage del 2 agosto 1980, dove esplose una valigia alla stazione ferroviaria, provocando 85 morti e più di 200 feriti, vittime inutili del fascismo, dolore di sangue versato senza senso. L’orologio alla stazione, fermo alle ore 10:25 mi fa venire sempre un brivido per le vittime. Bologna delle torri medioevali, simbolo della città: C’erano più di 100 e restano circa 30. Alcune delle torri erano di origine militare, createsi per la difesa delle famiglie; altre rappresentavano lo status. Se si fa una passeggiata si possono visitare quelle più conosciute come, ad esempio, la Torre degli Asinelli e Garisenda, ma non bisogna dimenticare le torri nascoste, anche quelle bellissime: Prendiparte, Accursi, ecc. Bologna dei palazzi: con delle strade piene di storia, abitate per anni per intere famiglie, con i cortili all’interno gremiti di alberi (che tanto mancano per strada). Palazzi smisurati, pieni di storie, veri musei, con dipinti, sculture, dove a volte si sono costruiti pezzi di storia della città e dell’Emilia Romagna.


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Bologna delle strade a forma di ruota, dov’è veramente difficile perdersi. Con origine in Piazza Maggiore partono le dodici vie principali verso le mura, in cui adesso restano soltanto le antiche porte della città medioevale. Bologna del cibo, dei vini, dell’ aperitivo, della pasta, dei formaggi, dei prosciutti, dei funghi, dei prodotti di orto, dei prodotti del mare, tutto quanto si può gustare a tavola. Bologna, capoluogo dell’Emilia Romagna, il palcoscenico dei sapori, dei gusti e profumi antichi, culla del sapere della cucina italiana, tra le più riconosciute al mondo. Il piatto bolognese è il tortellino, un ripieno di pasta con dentro carne e parmigiano, ma io non l’ho mai assaggiato. Per me il preferito sono invece le tagliatelle alla bolognese: mai dire spaghetti! Trattorie, ristoranti, tavole calde, piadinoteche, e tanti altri posti per farsi una piadina. Attenti a non dimenticarsi un buon gelato allo zabaione!! Bologna di Piazza Maggiore, con i suoi palazzi, con la Basilica di San Petronio, la cui facciata principale è adesso incompiuta. Palazzo D’Accursio, rinnovato e ampliato, è tuttora la sede del Comune. Al suo fianco, Palazzo Sala Borsa, sede della Biblioteca Comunale. Di fronte, la fontana del Nettuno del 1563, con delle sirene del Gianbologna, fontana di fiumi. I portici del Pavaglione, da dove si raggiunge il museo Civico Archeologico, e il palazzo del’Archiginnasio. Bologna culturale, piena di spettacoli ogni giorno. Bologna delle fiere. La Bologna politica, rossa dei comunisti un tempo, adesso non si sa. La Bologna nera, delle fate e dei simboli di sfortuna. La Bologna della tolleranza, dove nessuno sa chi è il suo vicino, se ne frega chicchessia, se etero o gay. La Bologna dei canali nascosti, dei fiumi interni che suonano senza vedersi. La Bologna industriale, culla delle moto, delle industrie, dell’alimentazione, ecc. La mia Bologna è quella delle biciclette ovunque, delle strade senza macchine, dei passanti rilassati, a godersi il tempo fermo, la storia, senza fretta, con molta amabilità, con le vetrine a colori “ottima qualità” “novitá”. È facile raggiungere col bus qualsiasi posto della città, anche andare in periferia. Ma è il treno il massimo dell’efficienza, dove in meno di una ora ci si può spostare in tantissimi posti: Firenze, Milano, Ferrara, Venezia, Mantova, Verona, Rimini, Ancona,ecc. Tramite una rete ferroviaria molto economica si può anche andare in centinaia di posticcini da non sottovalutare. Questa città la si ama o la si odia, e io la amo. Mettere piede nelle strade e diventare felice è tutt’uno. Punto di partenza e di ritorno per viaggiare, ce l’ho sempre presente. Carlos García Navarro – 2º Avanzado


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IL MAGISTRATO CAROFIGLIO E L’AVVOCATO GUERRIERI

È il grande successo letterario degli ultimi anni. La classifica dei best-seller lo mostra chiaramente. Gianrico Carofiglio, nato a Bari, laureato in Giurisprudenza, di profesione Magistrato è diventato lo scrittore più venduto e più conosciuto, insieme a Camilleri in tutta l’Italia. Non è veramente uno scrittore pigro: dal 2002 fino ad oggi ha pubblicato sei romanzi, due libri di racconti, un romanzo grafico con disegni fatti da suo fratello Francesco. Inoltre è l’autore di 4 libri di saggi. Tra i suoi romanzi, ne ha quattro in cui l’avvocato Guido Guerrieri è il principale personaggio, possiamo quindi parlare di una saga. Carofiglio è uno scrittore che fa uso di un linguaggio squisito. Lui stesso si definisce come un amante del congiuntivo. Il suo stile letterario è straordinariamente semplice e lineare ma allo stesso tempo è un autore molto complesso, quasi pazzo per la creatività. Carofiglio afferma che la scrittura è come la scultura: tutte e due sono arti del “togliere”, cioè la tecnica di tirare fuori l’esterno, il superfluo per cercare la storia che è nascosta all’interno della pietra. L’avvocato Guerrieri comincia la sua vita letteraria nel 2002 con il romanzo “Testimone inconsapevole”, dove un ambulante senegalese, dopo rapide indagini, è accusato del sequestro, omicidio e occultamento del cadavere di un bambino di nove anni. Una piccola sfumatura di razzismo ci è sempre presente. Un anno dopo si pubblica “Ad occhi chiusi” con la storia di una donna maltrattata; infatti, una storia, purtroppo, quotidiana. Non parlare del mondo della droga, sarebbe stato, infatti, abbastanza strano. Così nel 2006, Carofiglio scrisse “Ragionevoli dubbi”. In questo romanzo, Guerrieri deve difendere un uomo accusato di traffico di droga contro il quale ci sono parecchie prove che superano ogni dubbio. L’ultimo libro dalla saga è “Le perfezioni provvisorie” pubblicato nel 2010 con quasi già 15 edizioni vendute. Nella storia c’è la scomparsa di una ventenne ed il suo rapporto con il circolo di amici in cui lei è coinvolta. Sicuramente, si tratta del romanzo più giallo.


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Carofiglio si confessa ammiratore di Proust, sempre vicino ai ricordi, alla nostalgia, alla malinconia, al romanzo sul tempo; del filosofo Adorno e della sua esigenza etica del disagio, del fare promesse (ma non di marinaio) per compierle e finalmente di Dostoievsky e le sue notti bianche, le notti per il chiacchierare senza fretta; insomma le notti dove si deve diventare più liberi. Inoltre, Carofiglio è stato magistrato e quindi, conosce benissimo il mondo della Procura, i giudici dell’udienza (perfino la corte d’Asisse), gli avvocati furbi, e così, è nato il personaggio Guerrieri, Guido per gli amici, un avvocato socialmente adeguato, pieno di normalità e di mille dubbi, un uomo-avvocato (oppure un avvocato-uomo) che è grigio, non detto così per essere una persona poco brillante, sennò che sa rimanere tra “il tutto Bianco ed il tutto Nero”. Un uomo-avvocato che sa riconoscere gli odori della sua città, i sapori quando cucina, la musica che suona mentre tira pugni al sacco che ha nel suo appartamento, cioè un uomo-avvocato che gode di tutti gli effetti sensoriali e che persino fa il paracadutismo, pur avendo paura, per accontentare Gianrico Carofiglio il suo amore. Credo che Carofiglio abbia fatto un piccolo omaggio ad altri famosi personaggi del giallo: all’investigatore privato Carvalho creato dallo spagnolo Vázquez Montalbán ed anche al Commissario Montalbano, personaggio inventato dal siciliano Camilleri, prendendo una cosa dall’uno, un’altra dall’altro. I libri di Carofiglio-Guerrieri si divorano. Spero che l’ormai famoso Senatore Carofiglio per il Partito Democratico lasci lavorare tranquillamente lo scritore-avvocato Carofiglio-Guerrieri.

Andrés García Ferrer – 1º Avanzado


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DUE MODI DIVERSI PER CHIUDERE UNA STORIA

Da allora, anche anni e anni dopo che gli eventi si furono conclusi, conclusi e mai dimenticati, ogni volta che guardava il mare, e vedeva la schiuma di un’onda spaccarsi su uno scoglio, e sentiva le gocce che si schiacciavano sul vetro della finestra a cui appoggiava la fronte, ogni volta, ovunque si trovasse, gli tornava in mente la notte che arrivò sull’isola. Era così buio quella notte che il cielo e il mare erano la stessa cosa, talmente neri e stretti e lucidi che sembrava di stare sospesi nel vuoto 1. I ricordi erano sempre gli stessi: il bisogno di svolgere un lavoro che non gli piaceva, la claustrofobia di vivere su un’isola, e poi la paura di non guadagnare abbastanza soldi per far fronte al suo nuovo progetto di futuro che avrebbe cambiato tutta la sua vita. Quella sera era molto stanco e depresso. Dopo aver preso un po’ di coraggio riuscì a raggiungere l’albergo dove avrebbe soggiornato e che era sulla piazzetta di quell’isola dove avrebbe vissuto per qualche tempo. Il buio della notte gli impedì di ammirare la bellezza del luogo, pieno di vita, e le sue piccole case colorate. Andò a letto presto, prese un sonnifero e dormì profondamente per tutta la notte. Quando si svegliò la mattina seguente, aprì la finestra della sua camera, un raggio di luce e un’immensa pace inondò il suo interno. Capì che era il posto più bello del mondo con un bellissimo panorama sul mare, una piazzetta vivace con un piccolo caffè di fronte all’abergo che carpì tutta la sua attenzione perché aveva fiori e piante sulle pareti intonacate di bianco. Decise quindi di far colazione lì e scese rapidamente, si accomodò in uno dei tre tavolini della terrazza, furorono il cappuccino e i cornetti più buoni del mondo, freschi e caldi, il tutto fu servito dalla ragazza più bella che avesse mai vista. Tutto sommato non era così brutto quel posto, e questo pensiero gli fece venire voglia di lavorare. Faceva l’ingegnere e doveva creare un progetto per costruire un ponte che unisse due isole vicine l’una dall’altra. Si mise a lavorare. Ci mise sei mesi per finire il progetto. Fu perfetto e guadagnò una cospicua somma di denaro: ce l’aveva fatta! Imballò la sua roba e tornò a Roma. Grazie al suo lavoro e soprattutto a Maria, che gli stette vicino dal giorno del loro primo incontro, la sua vita cambiò. Ma non avrebbe mai potuto dimenticare l’angoscia della prima notte del suo arrivo nell’isola. María Esperanza Solares de Aguilar – 2º Avanzado

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Carlo Lucarelli, L’isola dell’angelo caduto, Einaudi, 1999


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Da allora, anche anni e anni dopo che gli eventi si furono conclusi, conclusi e mai dimenticati, ogni volta che guardava il mare, e vedeva la schiuma di un’onda spaccarsi su uno scoglio, e sentiva le gocce che si schiacciavano sul vetro della finestra a cui appoggiava la fronte, ogni volta, ovunque si trovasse, gli tornava in mente la notte che arrivò sull’isola. Era così buio quella notte che il cielo e il mare erano la stessa cosa, talmente neri e stretti e lucidi che sembrava di stare sospesi nel vuoto 2. Dopo un lungo percorso sul mare cercando quell’isola ormai deserta, finalmente la trovò nello stesso posto dove c’era una volta, con le case bianche ma vuote, alcune seminterrate dalla terra, i giardini scomparsi, ed al loro posto si vedeva un mucchio di ciuffi d’erba mescolati con la sabbia trascinata dalle onde. Attraverso la solitudine, giorno dopo giorno, immaginava come sarebbe stata la vita qui senza quel terribile ventaccio. E adesso ci si trova da solo a ricordare la tempesta che cambiò le loro vite per sempre. Un’aquila sul cielo faceva ricordare quei giorni d’estate in cui la sabbia era così calda che sembrava svanire la pelle al suo contatto, ed il sole batteva così forte che scottava. Ci si metteva in acqua per ore; quando i villeggianti ne uscivano, avevano tante pieghe che sembravano molto più vecchi di prima; il chiasso dei bambini non li lasciva dormire la notte, ma non gli fregava. Oggi invece non resta nulla, il sole non pare così lucido e la spiaggia non è più così appariscente. Si può diventare pazzi oppure a qualcuno può saltargli in mente l’idea di lasciarsi cadere in giù, o patire l’assenza degli esseri più cari. Scoppiò a piangere, insofferente verso quel pensiero, tirava vento e quel rumore lo faceva impazzire ancora di più. Non era facile fare piazza pulita ma era giunto al traguardo: allontanarsi, prima di uscire di senno, perché aveva preso coscienza del fatto che tutto quello non meritasse più, perché era meglio mettere da parte i ricordi e mettersi il cuore in pace, smettere di sentirne la mancanza e avere il fegato per affrontare i fatti.

María Teresa Ruiz Cano – 2º Avanzado

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Carlo Lucarelli, L’isola dell’angelo caduto, Einaudi, 1999


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AGENTE IMMOBILIARE OPPURE PSICOLOGO?

La signora Pignatelli era in macchina e cercava di trovare un parcheggio. Era in ritardo per l’appuntamento che aveva fissato con il Dottor Perovini due settimane prima. Anche la sua cagnetta, la cosidetta Martina mostrava segni di nervosismo. Dieci minuti dopo, prese l’ascensore e salì al secondo piano. Aprì la porta dell’ascensore e ne uscì. Era un po’ disorientata. Aveva dimenticato i suoi occhiali da vista, ma pensò “Beh, me la cavo bene anche senza di loro”. Avanzò per il lungo corridoio. Quando arrivò alla porta 2º-C, non vide il piccolo cartellino sul quale c’era scritto: AGENZIA “LA CASA BELLA”. Lorenzo Spadone, Agente immobiliare. La signora Pignatelli bussò alla porta mentre la Martina urlava e alzava le sue zampette graffiando la porta. Il Sig. Spadone aprì la porta e domandò: “Signora, cosa desidera?” -

Non mi parli Dottore di desideri, -rispose la signora Pignatelli. Non sopporto più mio marito. Sono sicura che mi fa le corna. Ho bisogno subito di due scatole di sonniferi!

-

Ma Lei chi è? Certo che io vendo dei sogni, ma senza le corna. Ho in questo momento una casa da sogno nel litorale che non è cara.

-

Dottore, non giochi con me. Sono sull’orlo di una crisi di nervi e Lei mi parla di comprare una casa. Ne ho già tre. Grazie per lo stupido consiglio.

-

Purtroppo, Signora, non sono ancora dottore. E veramente fare l’agente immobiliare è molto difficile. Bisogna avere studi specifici, conoscere bene la mente umana, le evoluzioni dei mercati, approfittare delle occasioni, ma in particolare conoscere l’arte della negoziazione. Insomma essere un po’ psicologo.

-

So che Lei è psicologo ma veramente uno psicologo pazzo che mi parla del litorale, dei mercati. Ho bisogno di prendere la pillola immediatamente. Non mi faccia perdere il tempo.

-

La capisco. Cerca di dirmi qualcosa sulla casa che sogna. La prego, si accomodi. Ritorno subito. Ecco la casa! Tranquilla, con una cura medica permanente dove Lei potrà prendere tutte le pillole che Le piacciono. Un posto perfetto, senza mariti, ma c’è un problema: il prezzo è veramente alto. Non so se Lei potrebbe permetterselo. Guardi l’informazione: MANICOMIO IL BEL TRAMONTO. STANZE DISPONIBILI DA 150€ IL GIORNO. Lei ci porta il suo pazzo e si dimentica di tutti i suoi problemi. Serietà e prudenza sono le nostre norme.

La Signora Pignatelli lo guardò, afferrò la sua borsa ed iniziò a colpirlo mentre la Martina mordeva avidamente la gamba del Signor Spadone.

Andrés García Ferrer - 1º Avanzado


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I 15 MOTIVI PER CUI VALE LA PENA VIVERE 1. Le coincidenze. 2. Innamorarsi. 3. Prendere una birra con gli amici oppure trattenersi per un po’ a bere un caffé. 4. Suonare il clarinetto con i miei amici della banda, soprattutto l’ultimo fine settimana di aprile, alle feste del paese. 5. Stare in inverno sotto le coperte mentre fuori piove. 6. Sentire una canzone che ti piace da morire nel posto più inatteso. 7. Sedersi in riva al mare un giorno d’inverno. 8. Fare una passeggiata in bicicletta e scoprire itinerari nuovi. 9. La prima notte a casa dopo essere stata via per qualche mese. 10. Il profumo del caffé al mattino. 11. Guardare una persona speciale negli occhi e capire cosa sta pensando senza nemmeno dover parlare. 12. Un piccolo gesto, come ad esempio, aiutare una vecchietta con le buste della spesa, fatto da te o da altri, e sentire che questo mondo non è poi così crudele. 13. Comptine d’un autre été: L’après- midi, Yann Tiersen, colonna sonora di Il favoloso mondo di Amélie. 14. Venerdì sera, appena esci dal lavoro e pensi che hai ancora davanti a te tutto il fine settimana. 15. Una bella chiacchierata con un amico che non vedi da tanto e sentire che il tempo non è passato.

María Lahoz - 2º Avanzado


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PICCOLA LETTERA DI UN BIMBO CHE NON HA VOGLIA DI NASCERE

Signore e signori, ho sentito che, seguendo un semplice processo biologico, nascerò fra poco. Ma devo dire che adesso non mi va. E perché? Eccone alcune ragioni:  Perché quando sarò arrivato in questo mondo, troverò un pianeta inquinato dove non resterà quasi niente di naturale.  Perché quando arriverò a scuola non imparerò nulla di buono. Oggigiorno a scuola siamo tutti uguali, voglio dire altrettanto ignoranti e maleducati. Se per essere un po’ diverso, decidi di fare i tuoi compiti e studiare, puoi perfino diventare una vittima del bullismo. Il sistema scolastico non funziona più. Non serve a molto.  Perché in futuro, quando cercherò un lavoro, non lo troverò mai. E se lo troverò, non potrò andare in pensione fino ad aver compiuto quasi novanta anni. Non voglio lavorare fino alla morte.  Perché abbiamo un mondo che è impazzito, senza alcun rispetto verso gli altri, dove ognuno bada agli affari suoi. E la mancanza di rispetto non può che produrre ancora meno rispetto. Le persone gentili sono diventate essere strani, gente di cui dobbiamo diffidare.  Perché il rapporto tra le persone sembra proprio difficilissimo, quasi impossibile. Sempre più gente preferisce tenere rapporti e amici virtuali (attraverso le cosiddette “reti sociali”, come “facebook”-) invece di averli reali, perché quelli reali ci fanno paura. Non vorrei sentirmI solo.  Perché nei giorni nostri le cose, benché vadano male, non si possono appena cambiare. Quelli che veramente le possono modificare, i politici, sono interessatissimi a non farlo e a tenere i loro privilegi ben stretti.  Perché sotto molti aspetti, l’essere umano si trova oggi paralizzato, isolato. Non è più in grado di reagire contro l’ingiustizia, la corruzione, il dolore. E la forza della gioventù necessaria per fare la rivoluzione è stata ormai bloccata dall’alcol e dalle droghe in macrofeste stradali volutamente permesse, sotto gli occhi di tutti, dai


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poteri pubblici. Una gioventù ignorante e bloccata è il meglio per evitare i cambiamenti.  Perché ci sono già troppe persone al mondo. Non avete proprio bisogno di me. La sovrappopolazione del pianeta è una realtà e nessuno ne parla né è disposto a fermarla. Presto le risorse naturali saranno esaurite, visto che più gente significa più consumo.  E, infine, per quanto riguarda la mia famiglia, che ne posso dire? Mio padre picchierà mia madre in continuazione? La statistica dice di sì. O forse i miei genitori saranno due papà o due mamme. Che casino! In ogni caso divorzieranno, lo dice la statistica. Per tutto ciò, grazie a tutti voi dell’intenzione di farmi venire a questo mondo ma io invece preferisco rimanere il più possibile qua nel nulla. Ci vediamo… o meglio no, non ci vediamo. Il bimbo (Firma)

Tomás García de los Salmones – 1º Avanzado


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LA BANCA DEL TEMPO

Il baratto viene generalmente considerato la prima forma storica dello scambio commerciale dei beni. Si tratta di un sistema di scambio non monetario. Il baratto nasce perché non si consuma più come prima. Si scambiano non solo oggetti, ma anche servizi. Questo sistema viene chiamato “la Banca del Tempo”: “io aiuto te, tu aiuti me”. Ma, come funziona la Banca del Tempo? Ogni persona interessata deve compilare un modulo dove scrive quante ore può offrire e cosa sa fare. Ecco un esempio: Luisa deve lavorare due ore di più. Niente paura, Carmen ha due ore e la sostituirà. Lo scambio può riguardare anche la casa oppure il tempo libero. All’inizio, il baratto era un’alternativa che permetteva di disfarsi dei regali mai usati. Tempo fa erano in voga “i baratto party”, ma oggi il baratto è diventato “chic”. La nuova moda per quello che non sembra più di moda è “lo swap party”. La parola ‘swap’ deriva dall’inglese e vuol dire ‘antica’. Lo swap party è l’ultima tendenza in fatto di moda. Nasce a Manhattan e approda in Europa. Oggi rappresenta il nuovo momento Glamour Fashion Victim. Gli appuntamenti si molteplicano: Milano, Bolonia, Roma. L’ultima è stata fondata a Roma e si chiama “Barattiamo”. La merce esposta è suddivisa in base al prezzo. L’unica condizione per lo scambio è la qualità, che deve essere di un valore simile.

Llanos Librán Sáinz de Baranda - 1º Avanzado


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IL RUOLO DELLA DONNA

Nel corso della storia, alle donne sono sempre stati negati i diritti civili, politici ed economici. Ma questo è cambiato attraverso il tempo, e il ruolo delle donne nella società è cambiato secondo le diverse culture dominanti. Nelle società arcaiche la donna era considerata una figura mitica, generatrice di vita e potente forza della natura. Ogni organizzazione familiare girava intorno a lei. Ci fu un tempo in cui esisteva una dea invece che un dio. Nella civiltà greco-antica potevano uscire dal gineceo per funzioni religiose, ma erano prive di qualunque diritto, perfino del diritto all’istruzione. Il patrimonio paterno spettava ai figli maschi. Solamente le donne spartane godevano di una certa libertà. Nella società romana le donne si trovavano anche nella stessa condizione. Fu nel I secolo a.C. quando ottennero Maggiore libertà ma non furono considerate come cittadine romane. Nel Medioevo, invece, la donna era associata sia all’essere spirituale e angelico che ad uno spirito maligno; in lei si incarnavano il Bene e il Male: “le vergini” e “le streghe”. La donna, infatti, è sempre stata identificata soprattutto con il ruolo della madre che è al servizio della famiglia. L’emancipazione femminile nel mondo occidentale si è sviluppata nell’Ottocento, quando le donne rivendicavano il diritto al voto e la parità di trattamento con gli uomini. Nel Novecento la donna conquistò l’indipendenza economica e giuridica, entrò a pieno titolo in società. Dopo la seconda guerra mondiale, le donne cominciavano a lavorare fuori casa e avevano coscienza del proprio ruolo sociale e perfino del loro potere. Purtroppo in molti Paesa guidati da regimi totalitari o integralisti, il ruolo della donna è di totale sudditanza all’uomo, addirittura in paesi islamici, la donna è velata, non può uscire e svolgere alcun lavoro al di fuori della casa e dipende economicamente dal marito. La donna non può istruirsi, mostrarsi, ecc… Quindi la donna non esiste nel mondo islamico. La lotta per l’emancipazione femminile deve continuare ancora. María Peinado Sánchez - 1º Intermedio


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L´INTERCULTURALITÀ VA DI MODA

Anche se si tratta di un fatto con il quale dobbiamo convivere quotidianamente, non è facile parlare dell´interculturalità. Possiamo dare una definizione tipo “il rispetto alle culture diverse dalla nostra propria e la convivenza pacifica tra tutte le persone di qualsiasi razza, provenienza oppure religione” Mi viene in mente un viaggio che ho fatto qualche anno fa. Era l´ultimo anno della laurea e avevamo organizzato un viaggio in Egitto. Era la prima volta che andavo in un paese arabo e conoscevo pochi aspetti della loro cultura. E, a dire la verità, non ero abituata ad essere discriminata soltanto per essere una donna. Mi sono arrabbiata tantissimo quando non ci hanno permesso di entrare nella moschea o quando gli uomini guardavano sorpresi e scandalizzati le nostre spalle nude. Nonostante ciò, l´ho imparato presto: siamo davanti a una differenza culturale, che sebbene non si possa capire bene, almeno si può rispettare sempre che si sappiano i motivi che li hanno fatto nascere. Meglio tardi che mai. Tuttavia, oggigiorno il problema è diverso. Non bisogna viaggiare per trovare le differenze culturali dato che il nostro paese ospita molti immigrati che, da un’altra parte rappresentano non solo una risorsa culturale, ma anche economica per noi. Dunque, dobbiamo insegnare gli studenti che la cultura è la somma delle culture altrui, che nasce dall´incontro e dalla diversità. E in questo senso la scuola ha un ruolo importante. L´ultima esperienza è stata ricca e lodevole. Gli studenti hanno fatto una ricerca sui diversi modi di festeggiare il Natale e hanno fatto una mostra nella hall della scuola. Un giorno prima delle vacanze natalizie hanno cucinato i piatti tipici e li abbiamo mangiati tutti insieme. Naturalmente, gli studenti stranieri della scuola (dove studiano adolescenti di più di sei nazionalità diverse) ci hanno partecipato attivamente e hanno goduto nel trasmettere un po’ di se stessi. Insomma, non c`è dubbio che non si ama quello che si ignora, non si rispetta quello che non si riesce a capire. Come genitori, insegnanti oppure amici dobbiamo trasmettere quest´idea e parlarne ai nostri. Il giorno in cui non sarà necessario spiegare questa famosa parola, “interculturalità”, questo lavoro sarà finito.

Marga Artigao Heras – 1º Livello Avanzado


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LA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI

Non c’è dubbio che la famiglia è cambiata, cioè il modello tradizionale si è molto alterato. Divorzi, relazioni speciali, famiglia allargata. Persino il linguaggio ha dovuto creare nuove parole, vocaboli che possano spiegare questi cambiamenti. Lo sviluppo economico degli anni ’89 e ’90 e soprattutto le nuove tecnologie hanno cambiato il mondo, quindi la società non è più quella di una volta e, allo stesso modo, il ruolo della famiglia si mostra alterato e soffre di instabilità e disturbi. Per quanto riguarda il rapporto tra genitori e figli, non è mai stato troppo facile, ma forse oggi è ancora più complesso. Dipende molto dalla situazione economica, dal livello culturale, da se si ha qualche formazione religiosa, ecc. Insomma, si potrebbe dire che il rapporto è più aperto, più libero nel senso della mentalità meno rigida dei genitori, ma invece, la relazione, pur essendo più aperta è più vicina, purtroppo manca di autorità e si perde il ruolo del padre o della madre come persona da rispettare. Secondo me, la nuova situazione ha dei grandi rischi e non saprei dire come possa essere nel futuro. Il fatto che tutto sia cambiato in fretta e la mancanza di una vera e propria educazione non danno una grande tranquillità. Nonostante tutto, non si deve rinunciare a desiderare una società migliore nella quale vivano le famiglie, e il futuro non sia così terribile come ci si mostra oggi.

Mª Ángeles González - 1º Avanzado


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SOS, SALVIAMO IL MEDITERRANEO

Il nostro Mar Mediterraneo è sempre più inquinato e soffre degli effetti dei cambiamenti del clima. Questa risorsa abbondante di vita e acqua ha sostenuto la civiltà umana per migliaia di anni ed ora è in grave pericolo a causa dell’inquinamento. Questo ambiente unico è la patria di una vasta gamma di ecosistemi marini, ora a rischio per l’alto tasso di sostanze tossiche che stanno avvelenando il nostro mare. Più di diecimila specie vivono nel Mar Mediterraneo, delle quali alcune si trovano solo qui e molte di queste sono già in pericolo di estinzione. Si deve proteggere questo immenso patrimonio dall’inquinamento. La pesca intensiva, l’acquacoltura, l’estrazione di petrolio e gas, la navigazione commerciale, il dragaggio, hanno messo sotto pressione l’ambiente marino. Attualmente le aree protette coprono meno dell’1% del Mediterraneo, mentre gli scienziati raccomandano la tutela del 50% dell’intera area marina. Il Mar Mediterraneo ha urgente bisogno di una rete di riserve marine protette, per preservare la biodiversità e garantire la sopravvivenza di questa ricca risorsa per le generazioni future. I governi di Paesi lambiti dal Mar Mediterraneo sono gli unici a poter prendere simili provvedimenti a tutela della biodiversità nelle acque della loro giurisdizione, ma vista la scarsa percentuale di aree protette, sembrano anche i più insensibili ad intraprendere azioni di questo tipo. Perciò sosterremo questa protesta con tutte le nostre forze fino a quando questa situazione non verrà risolta.

Encarnación Ponce Cantos – 2º Intermedio


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IL BARATTO

In questi tempi di crisi bisogna assolutamente trovare nuovi modi di risparmiare ed imparare a cavarsela senza spendere troppi soldi. Se addirittura il risultato è accettabile, tanto meglio per noi. Così approdano in Europa nuove tendenze venute dagli Stati Uniti, come lo ‘Swap Party’, una festa dove si possono scambiare, tra gli altri oggetti, capi d’abbigliamento, il che si faceva all’inizio tra amici ma adesso si fa nei locali più trendy a livello internazionale. In Italia il fenomeno del baratto si diffonde a macchia d’olio e oggi giorno la varietà di oggetti che si possono scambiare è veramente ampia: una carrozzina, una casa oppure il proprio tempo libero. Ci sono anche agenzie specializzate che distribuiscono dei bollettini dove si possono guardare annunci di case da scambiare in qualsiasi paese del mondo. A mio avviso, questa filosofia di vita è molto interessante. Da una parte, si promuove il recupero o il ri-uso delle cose che non si usano più e che altrimenti resterebbero nei guardaroba o negli sgabuzzini di casa. Da un’altra, si rinnovano i vestiti senza sfiorare il portafoglio. Tuttavia bisogna avere una mentalità piuttosto moderna e avanzata, affinché questo funzioni. C’è chi pensa che non sia molto affidabile o raccomandabile il fatto di scambiare vestiti o accessori anche se sono di ottima qualità e non sono danneggiati, dato che sono stati già usati. Per quanto riguarda il tempo libero, invece, mi sembra che sia un’idea meravigliosa soprattutto per tutti quelli che lavorano fuori casa ma che devono prendersi cura dei genitori. Infine, la possibilità di scambiare la propria casa è secondo me una soluzione fantastica per chi desidera conoscere diversi posti del mondo calandosi nella realtà dei luoghi. Ho un’amica tedesca che cerca sempre di farlo e per questo motivo, quando va in vacanza, affitta un appartamento piuttosto che alloggiare in un albergo. Così si sente parte del paese, una cittadina in più. Davvero interessante per noi che amiamo le diverse culture e che vogliamo conoscerle da vicino.

Mar Quijada Cuevas - 1º Avanzado


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AGRICOLTURA ECOLOGICA O BIOLOGICA

La agricoltura biologica è un sistema di produzione che cerca di offrire al consumatore prodotti che rispettino il ciclo della natura. Questo sistema agricola include tecniche specifiche di produzione come: Rotazione delle colture, per un migliore utilizzo delle risorse della terra, cioè del suolo. In questo modo si fa fruttare al meglio la materia prima a disposizione. Riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, e altri fattori produttivi per evitare la loro presenza nella catena alimentare. Divieto dell’uso di organismi geneticamente modificati (OGM). Scelta di piante ed animali che siano adatti alle condizioni del luogo e che siano resistenti a delle malattie a sé stanti. Allevare gli animali a stabulazione libera, nutrendoli con foraggio biologico. Utilizzo del letame per fertilizzare la terra. I sistemi produttivi agricoli stanno cambiando continuamente, soprattutto negli ultimi tre decenni dovuto principalmente alla riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera, dai quali il ciclo completo dell’agricoltura incide del 30% sul riscaldamento del pianeta, dovuto all’uso di sostanze chimiche usate nell’agricoltura tradizionale: concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, ecc. Col passare del tempo ci siamo resi conto che questo sistema è innaturale e abbiamo realizzato molti cambiamenti nella forma di produrre alimenti per animali e umani, però ce ne mancano ancora tanti altri. Il cambiamento a questi sistemi di produttività è associato a una riduzione della produzione, comunque è il consumatore che deve rendersi conto della necessità di chiedere questi prodotti e pagare, di conseguenza, la salita dei prezzi dovuta alla diminuzione dell’offerta venuta dal decremento della produttività. Questo decremento della produttività si deve innanzitutto alla comparsa di insetti, funghi e altro, caratteristici delle piante, nonché alla riduzione nell’uso di fertilizzanti sintetici, visto che sono più vantaggiosi di quelli naturali. Sebbene l’uso di letame e fertilizzanti naturali, così come l’introduzione di nemici naturali, predatori e parassiti di insetti come sono le vespe, le cocinelle o bacillus thuringiensis kurstaki, siano soluzioni


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naturali di controllo, anche se non sono metodi di eliminazione totale, si devono assumere perdite associate all’esistenza di questi insetti patologici per le piante; l’agricoltore può risparmiare soldi di fronte all’eccessivo prezzo di prodotti sintetici (insetticidi, fertilizzanti sintetici, ecc.) che rappresentano un input elevatissimo nella produzione agricola. In conclusione, la agricoltura biologica pretende produrre alimenti di più alta qualità sanitaria e organolettica, infine, ritornare al modo di produrre alimenti nei secoli precedenti quando non si forzava la produzione attraverso l’utilizzo di sostanze in molti casi pericolose per la salute degli animali, degli umani e anche dell’ecosistema, tramite tecniche conosciute da tanto tempo come quelle nominate all’inizio di questo articolo, che pretendono alla fine aumentare la biodiversità, base della vita. Dobbiamo anche sapere che esiste un tipo di agricoltura a metà strada tra quella tradizionale e quella biologica, che sarebbe, appunto, l’agricoltura sostenibile o eco-compatibile, di cui parleremo in un altro momento.

Vidal A. Pérez López – 2º Avanzado


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COM’È CAMBIATA LA FAMIGLIA!

Sono a Napoli, all’interno di uno di quei ristoranti del quartiere spagnolo che risultano così tipici, così italiani, diciamo, agli occhi dei turisti stranieri. Si tratta di un locale poco pulito, con le tovaglie a quadri rossi e bianchi e si ascolta una musica allegra. All’improvviso, appare il cameriere, che porta un piatto di spaghetti al pesto di aspetto irresistibile. Suo fratello, al banco, serve tre Peroni mentre la mamma ficca il naso attraverso le vetrine della cucina e, tutt’a un tratto, apre la porta e grida: “Chi vuole assaggiare le mie meravigliose polpette?” Mi viene in mente l’idea della famiglia italiana, quella che viene mostrata dalla pubblicità e dalla Tv e nella quale tutti mangiano felici seduti a tavola: i genitori guardano i loro figli mano nella mano, la nonna sorride e il piccolo bambino gioca con suo nonno. E non manca il cane, che abbaia contento davanti a questa idilliaca immagine. Tuttavia, la famiglia è cambiata negli ultimi anni nella società occidentale, e specialmente in Italia, che aveva uno dei più tradizionali modelli famigliari. L’incorporazione della donna al lavoro ha provocato molti cambiamenti: oggi non si ha bisogno dell’uomo che guadagni lo stipendio necessario per vivere. Lo stesso uomo che pochi anni fa obbligava la moglie a restare con lui senza amore, oppure a sopportare il suo maltrattamento. Adesso si rimane insieme per amore, perché ci si vuole bene. Se non lo si trova con la coppia attuale, lo si trova con un’altra. Così facile. E non è neanche un problema se abbiamo dei figli: li portiamo con noi e li aggiungiamo ai figli della coppia. La famiglia allargata: questo è il nuovo concetto che va oggi di moda. Due padri, due madri, tre sorelle e quattro fratelli. Il modello non sarebbe complicato se non fosse perché a volte i genitori litigano continuamente e i figli sentono che devono scegliere tra l’uno e l’altro. Secondo me, è una questione di responsabilità. Sebbene sia certo che tutto sta cambiando oggigiorno, non possiamo giocare con i sentimenti altrui. Prendiamo le decisioni tranquillamente e, se la relazione non funziona, cambiamola in un modo pacifico che accontenti tutti.

Margarita Artigao Heras - 1º Avanzado


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IL MIGLIORE LAVORO DEL MONDO? IL MIO

In questi tempi difficili, in mezzo a una delle peggiori crisi mondiali che abbiamo mai vissuto, chiunque abbia un lavoro può considerarsi fortunato, specialmente se questo lavoro è quello che si è sognato da piccolo. Quando da bambina mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande rispondevo sempre: “La professoressa, perché vorrei insegnare a tutti”. Ricordo come mi piaceva aiutare le mie compagne a fare i loro compiti e spiegargli quello che non avevano capito bene a scuola. Col tempo mi sono resa conto che la mia passione era la lingua e la letteratura spagnole. Mi affascinava l’idea di poter trasmettere il piacere della lettura. Credo che la padronanza della propria lingua sia come una porta che si apre che ci permette di capire meglio il mondo e ci dà gli strumenti per parlare tutte le lingue. L’insegnamento era diventato oltre che un lavoro, una vera e propria vocazione. Da quel momento ho fatto del mio meglio per realizzare il mio sogno. E a dire la verità, non è stato facile. Bisogna studiare molto e rinunciare a certe attività come uscire con gli amici, viaggiare oppure avere un po’ di tempo libero per te stesso, specialmente quando si prepara il concorso pubblico per lavorare come insegnante. Tuttavia, dopo tre anni di sacrificio ho ottenuto la ricompensa: lavorare e, dunque, guadagnare uno stipendio, per fare quello che mi piace di più. Secondo la mia esperienza, è un lavoro difficile perché a volte bisogna essere insegnante, genitore, psicologo e amico allo stesso tempo. Inoltre, molti ragazzi sono complicati (non hanno la curiosità e nemmeno la voglia di imparare qualcosa, interrompono le lezioni e fanno scena muta negli esami) e non manca una serie di batoste che prima o poi tutti riceviamo. L’insegnamento, però, è anche la soddisfazione di vedere i risultati del proprio sforzo: la complicità con gli studenti, il miglioramento della loro competenza linguistica, l’interesse per la lettura come un modo di intrattenimento e l’entusiasmo quando facciamo qualcosa di nuovo che gli risulta divertente. Come conclusione, bisogna dire a chi decida di dedicarsi a questa professione che il mio consiglio è quello di cercare di prepararsi al massimo, sia a livello teorico che pratico. E ricordare che uno può essere il più felice del mondo sempre che faccia della professione una parte integrante della propria vita.

Margarita Artigao Heras - 1º Avanzado


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GENITORI E FIGLI

Il titolo completo del film è “Genitori e figli: agitare bene prima dell’uso”, e certamente è davvero un titolo che spiega benissimo lo scopo del film. Con due bevande ben agitate e magari qualcos’altro, possiamo produrre una combinazione quasi perfetta e così avere il prodotto o la nuova bevanda desiderata. Il film è una commedia all’italiana, cioè una satira comica della società italiana. il film, quindi, non cerca di approfondire facendo uno studio psicologico dei personaggi, anzi, ingrandisce i topici, esagerando i difetti e anche le virtù di tutti quelli che girano questa storia. Un personaggio spiega in sintesi la morale del film: “I genitori sono programmati per amare i figli”. L’argomento è semplice. Un professore ha avuto un confronto con suo figlio e per risolverlo cerca aiuto chiedendo ai suoi allievi di fare un compito sul rapporto tra genitori e figli. Il film si concentra soprattutto sulla storia di una ragazza i cui genitori sono separati. Lei ha un fratello iperattivo e con idee razziste e una nonna che conosce quando le resta poco tempo di vita ma che, nonostante ciò, è piena di libertà e di gioia di vivere. La ragazza anche ci mostra la sua lotta interna tra la pubertà e l’inizio della maturità, la sua perdita della verginità ma in un modo tranquillo e bello, così come le è stato consigliato dalla nonna. Insomma, un film attuale in tutti gli aspetti: personaggi, argomento, famiglie nuove, ecc., ma che con tutta probabilità non vincerà a Hollywood. Andrés García Ferrer - 1º Avanzado


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‘NAZARENOS’ IN SPAGNA – ‘PENITENTI’ IN ITALIA

La Settimana Santa, una tradizione religiosa che ogni cristiano conosce, ma la cui origine e diversità sta specialmente fuori dell’ordinario. Per esempio, perché ogni anno la Settimana Santa si fa in una data differente? La risposta può sembrare incredibile ma, cambia secondo la posizione della luna!!. Si è fatto così perchè si crede che Gesù morì nella croce in una notte di luna piena, quindi si fa coincidere la notte di venerdi Santo con quella fase della luna. Anche nell´anno 525 si fissò la celebrazione della domenica di Pasqua in seguito all´equinozio di primavera, cioè, più o meno il 21 marzo. Così ogni anno, tutti possiamo ricordare quella notte sotto la luce della luna piena. Questa commemorazione si celebra con riti, attività, tradizioni e forme molto particolari che cambiano secondo la regione o paese. Per tutta l´Italia troviamo diversi tipi di manifestazioni religiose. Alcune di loro provengono da antiche abitudini locali, in particolare nel sud e le regioni come la Sicilia, la Sardegna... che spiccano per essere specialmente particolari e vivirle in un modo molto intenso. Forse, la cosa più caratteristica durante questa settimana sono le ‘processioni’. Secondo la religione cristiana la loro origine risale alla fine del Medievo, quando i francescani vollero ricordare ai fedeli uno dei più importanti eventi nella religione cristiana: la passione, la morte e la risurrezione di Gesù di Nazareth. Così, le immagini che portano sono una vera rappresentazione di tutto quello che è accaduto. Gli italiani, come si fa anche in Spagna, partecipano e ammirano le diverse processioni e attività religiose. Ad esempio, il venerdì santo, in diverse città, si può osservare in silenzio ‘il passo della croce’ attraverso le vie principali, d´altra parte, sono molte le popolazioni che rappresentano durante questi giorni processioni ai devoti, santi, madonne e simboli religiosi. Una processione più importanti è quella de ‘I Misteri’, a Trapani (Sicilia), con una durata di 24 ore consecutive –dal pomeriggio del venerdì fino al sabato santo- che la rende la manifestazione religiosa più estesa in durata e percorso in tutta l´Italia. A Marsala (sulla I MISTERI - TRAPANI costa occidentale della Sicilia), il giovedì santo escono le “veronicas”, giovani con il viso coperto e portando numerosi gioielli. Una delle differenze che si danno nella celebrazione delle processioni tra la Spagna e l´Italia è la presenza dei “nazarenos”. Sono varie le teorie che spiegano la ragione dell´uso di questo indumento, Alcuni storici fanno risalire la loro origine all´Inquisizione Spagnola’, per il fatto che i penitenti erano obbligati a portare un pegno di stoffa che coprisse la testa, il petto e la schiena poiché la penitenza doveva essere anonima, non si doveva conoscere la persona. Il “cappuccio” – a forma di cono e di cartone- che rese


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tutti pari in altezza, inoltre evocò un avvicinamento del penitente al cielo, interpretato come il luogo della salvazione Con il passar del tempo, si aggiunge l´uso della cappa e i colori delle tuniche, originando dei gruppi (confraternite) che offrivano il loro rispetto ad una immagine specifica o momento della passione cristiana. Mentre nel nord di Italia non si trova la figura del ‘nazareno’, è abituale trovarla nel sud, e regioni come la Sicilia, la Sardegna..., celebrano le processioni di penitenti incappucciati per l´influenza spagnola. D´altre parte, esistono norme comuni come non mangiare carne almeno il giovedì, venerdì e sabato santo, invece, la domenica di Pascua si fa un bel pranzo con tutta la famiglia e amici per celebrare la risurrezione. La tradizione italiana offre dei piatti speciali, tra i più conosciuti c’è il “brodetto”, un tipo di salsa forte e spessa che si fa con il brodo della carne di agnello, uovo e piselli;, ecc. C´è anche un´ampia varietà di dolci come la “scarcella”, un tipo di pane o biscotto dolce in cui si avvolge un uovo lesso, la torta di ricotta o la Colomba Pasquale.

SCARCELLA

Un´abitudine specialmente carina è quella di regalare ai bambini uova di pasqua, cioè, uova di cioccolato avvolti in carte brillanti e colorite che portano un piccolo regalo. Per i cittadini italiani è molto importante seguire e mantenere i valori cristiani e famigliari perciò celebrare la Settimana Santa è una situazione perfetta per rimanere uniti dopo che si sono concluse le feste natalizie.

Marian Oliver Álvarez – 1º Avanzado


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