MPMI LECCO 2022

Page 1



Como La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

3

L’editoriale

La gr ande r icchezza del La gente del f ar e Il significato di un progetto editoriale che vuole raccontare la qualità del nostro sistema di imprese «E’ sempre una sorpresa vedere quanta ricchezza sconosciuta viene custodita nei nostri distretti; la qualità, il valore, la genialità consentono di navigare tra i flutti di un mondo sempre più complicato» Chi sa fa, chi non sa insegna. La gente del fare - che a prima vista può anche apparire un’espressione retorica, ma che invece rappresenta la vera radice della cultura del lavoro nella nostra terra - evita di cercare alibi quando le cose non vanno. E’ colpa di qualcun altro, si dice. E’ sempre colpa di qualcun altro. C’è sempre qualcuno o qualcosa che ti impedisce di realizzare i tuoi progetti, le tue idee, le tue visioni. Non è così che ci si lamenta, sempre più spesso? Troppo comodo. Se c’è una cosa che vale e che continua a rappresentare la spina dorsale di questo scombiccherato Paese è proprio il tessuto delle aziende medie, piccole e piccolissime, che anche in questo spaccato storico, mai così ricco di difficoltà e di choc geopolitici che ci hanno messo in ginocchio, ha continuato a lavorare, a investire, a rimodulare la propria offerta all’interno di un mercato tutto nuovo e sempre più complesso. Poteva forse fare qualcos’altro? Rassegnarsi a una mera politica di assistenza, di sovvenzione, di quiescenza, di senescenza, di attesa degli ennesimi miracolistici aiuti di Stato? L’unica cosa da fare quando arriva la crisi o più di una crisi come ci è toccato in questi ulti«Se c’è una cosa che vale di questo scombiccherato Paese è il tessuto delle sue aziende»

Diego Min o n zio Direttore de La Provincia dal 2011

mi anni - prima quella pandemica, che non è ancora finita, poi quella internazionale legata alla guerra in Ucraina con tanto di esplosione dei prezzi, irreperibilità delle materie prime, spinte inflattive - è fare la cosa giusta. Fare la tua cosa, quella che sai fare, quella che sai fare bene. Loro, le aziende, continuando a produrre e innovare. Noi, editori, raccontandole nel modo più completo, onesto ed empatico possibile, informando i lettori con numeri, dati, tendenze, interviste, focus e approfondimenti al fine di

condividere con i lettori questo enorme patrimonio di lavoro e di intelligenza. E’ proprio questo l’obiettivo del nuovo numero del supplemento “MPMI”, che, memore del successo dell’anno scorso, anche in questa occasione viene distribuito gratuitamente con “La Provincia” ed è tutto dedicato alle medie e piccole «Dovremmo avere più rispetto di chi fa del rischio d’impresa la sua scommessa esistenziale»

imprese del territorio di Como e di Lecco. Centoventi pagine agili e facilmente consultabili concentrate su un microcosmo di grandissima qualità, capaci di raccogliere testimonianze ed esperienze fattive sul campo, di proporre storie aziendali emblematiche, di presentare la visione, le scommesse e gli infiniti problemi delle associazioni e degli ordini professionali, di arricchire le sue pagine con analisi, scenari, confronti, numeri, statistiche e tutto quello che serve per farsi un’idea precisa di quello che significa nel profondo il mondo dell’impresa e del lavoro nel territorio lariano. E’ sempre una sorpresa vedere quanta ricchezza sconosciuta viene custodita nei nostri distretti e quanto dovremmo migliorare nella capacità di esaltare e mettere a fattor comune la qualità, il valore, la genialità che gli consentono di navigare tra i flutti di un mondo sempre più complicato. Dovremmo investirci di più, avere più rispetto di chi fa del rischio d’impresa la sua scommessa non solo imprenditoriale, ma addirittura esistenziale, capire che è da lì, sempre da lì, che passa il nostro futuro, non dai distintivi di quelli che chiacchierano, ma dal talento di quelli che creano. Noi, nel nostro piccolo, siamo dalla loro parte: questo nuovo prodotto editoriale è solo una delle tante cose che La Provincia realizza ogni anno al servizio della sua comunità. Non serve a questo un giornale del territorio?



La Provincia di Lecco Como

Venerdì 24 Giugno 2022

5

L’intervista

Cambiar e l a st r at egia per r af f or zar e l e mpmi L’analisi di Federico Visconti, rettore della Libera Università Carlo Cattaneo di Castellanza sulla situazione delle imprese di fronte al cambiamento accelerato dalle crisi degli ultimi anni «Le dimensioni contano, ma le piccole realtà possono puntare su flessibilità e integrazione« Crisi finanziaria, pandemia, crisi geopolitiche. Scenari globali in rapido, talvolta drammatico, cambiamento hanno segnato gli ultimi quindici anni mettendo a dura prova la tenuta delle piccole e medie imprese, vera e propria spina dorsale dei nostri territori. Queste ultime hanno dimostrato straordinaria resilienza eppure i punti deboli non sono pochi a cominciare dalle dimensioni limitate e da una governance poco attrezzata ad affrontare il cambiamento. Il tutto in un contesto tuttora segnato dall’incertezza. Si stima che la contrazione del Pil nel 2022 anche in Lombardia sarà di 7,3 miliardi di euro, in linea con i consumi che risultano calati di 6,9 miliardi di euro rispetto al 2019. Se il prezzo dell’energia elettrica rimanesse sui livelli attuali, inoltre, si stima un aumento del costo complessivo a carico delle imprese di 15 miliardi rispetto al 2019. Dall’altra parte, i dati di Unioncamere Lombardia indicano che la produzione industriale lombarda nel primo trimestre di quest’anno è salita dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e dell’11,2% rispetto al primo trimestre 2021. Della situazione presente abbiamo parlato con Federico Visconti, rettore dell’Università Carlo Cattaneo - Liuc di Castellanza, già direttore della Divisione Formazione Manageriale su Misura e dell’Area Strategia e Imprenditorialità della SDA Bocconi School of Management.

f eder ico visco n t i Rettore dell’Università Carlo Cattaneo Negli ultimi anni siamo stati messi di fronte a situazioni di crisi globali e imprevedibili. Come ha influito sull’attività delle piccole e medie imprese?

Il dato di partenza è la forte instabilità e non è facile mettere a tema cosa serve alle Pmi oggi, perché la situazione è molto complicata e le incertezze si sono moltiplicate. Alcuni temi relativi alle piccole imprese di cui potevamo discutere anche solo due o tre anni fa, vanno ripensati, altri sono sempre attuali ma sono stati esasperati dal nuovo scenario: il ruolo della famiglia proprietaria, la dimensione troppo piccola, la necessità di investimenti in tecnologie e competenze, sono problemi sempre attuali ma il livello della discussione non è quello «Investire in tecnologia e ripensare le funzioni della proprietà familiare»

di due anni fa, e probabilmente neanche quello dell’anno scorso. Il concetto stesso dei mercati geografici di riferimento ha subito degli scossoni, rimangono la polarizzazione Cina-Stati Uniti, Est europeo ed Europa, emergono al contempo grandi problemi con le fonti di approvvigionamento e l’energia. E com’è possibile rafforzare le nostre Pmi, date queste premesse?

In uno scenario così complesso si può identificare qualche area di lavoro. Una riguarda il ruolo dell’imprenditore: quale sarà il suo ruolo futuro e quale contributo può dare allo sviluppo di una Pmi? Sanno rimanere fortemente motivati anche nei momenti difficili, ed è molto importante, ma senza un buon management non si va lontano. Oggi ancora più che in passato bisogna sviluppare competenze manageriali coerenti con le sfide che ci sono sul tavolo, affrontando

questo passaggio con coraggio e determinazione: può significare mettere in discussione la struttura organizzativa dell’azienda, il sistema di carriere, la rotazione del personale, la formazione. C’è poi il tema dei figli degli imprenditori, che devono essere ancora più bravi dei loro genitori, mentre i genitori qualche volta devono essere disposti a farsi da parte. Ci sono anche le sfide collegate al grande mondo della digitalizzazione, che conosciamo già: riguardano nuovi macchinari e competenze adeguate per gestire nuove tecnologie. Queste sfide comportano anche l’adozione di una logica di investimento che riguarda sia le grandi imprese che le Pmi, e non per tutti sono sostenibili. «Va rimesso in discussione il ruolo stesso dell’imprenditore»


6

La La Provincia Provincia di di Lecco Como

Venerdì Venerdì 24 24 Giugno Giugno 2022 2022

Lavorare sulla sostenibilità può aiutare la continuità delle nostre imprese?

Quanto è rilevante il tema della crescita dimensionale e quali sono gli strumenti per attrezzarsi in questa direzione?

Ricordo gli editoriali di Claudio Demattè, che aveva fondato la Scuola di Direzione Aziendale della Bocconi, in cui spesso sottolineava che “la dimensione conta”. E’ vero: la dimensione conta, perché le soglie minime per competere sono legate al business con cui si opera. In generale continuo a pensare che le nostre imprese siano troppo piccole per far fronte a una serie di fabbisogni di investimento, acquisizione di risorse, costi, potere contrattuale. Ma la dimensione non è da interpretare in modo radicale nelle attuali condizioni di incertezza esterna, inoltre la capacità di inserirsi in una filiera ben gestita può ammorbidire il problema. Se prendere un bravo manager costa 100 mila euro, una piccola azienda non può sostenere l’investimento, ma senza un bravo manager l’azienda non va avanti. E’ un circolo vizioso. Un’azienda che fattura 5 «Più che in passato occorre sviluppare competenze manageriali»

milioni non può sostenere un investimento annuale di 500mila euro in ricerca e sviluppo, e non può mettere da parte 200 mila euro per brevettare delle idee. Dall’altra parte, una piccola impresa può avere dei punti di forza in alcuni ambiti. Nella congiuntura attuale una realtà strutturata ha più difficoltà nel cambiamento,

mentre una realtà più piccola generalmente è anche più flessibile. Se poi una piccola impresa è inserita in una filiera, dove ognuno fa bene la sua parte e il capo filiera lavora bene, il meccanismo può funzionare. Certo, non tutti i settori sono fatti nello stesso modo e non tutti i capi filiera sono così illuminati.

C’è una certa inflazione dell’argomento ma è indubbio che anche questo è destinato a condizionare le imprese. Senza certi standard non si entra nelle filiere, quindi quegli standard bisogna averli e per averli bisogna fare degli investimenti e avere delle competenze. Il circuito è innescato. Da questo punto di vista le pmi sono avvantaggiate perché sono piccole e flessibili, hanno un senso etico sano, attaccamento ai loro collaboratori, al modo di fare impresa. C’è una pressione al cambiamento importante, gli standard sono ancora tutti da costruire ma il tema è importante. Non si tratta di mettere un bollino ma di ripensare il business model, il posizionamento, il valore prodotto, il modo con cui produciamo. Magari escono delle soluzioni che possono generare una nuova competitività. Di certo chi non fa niente finisce indietro. E’ ancora diffusa tra tanti piccoli imprenditori una mentalità un vecchio stampo: c’è un problema culturale innanzi tutto da affrontare?

Un problema esiste ed è legato al grande valore sociale che la figura dell’imprenditore ha rivestito in Italia, anche nei nostri distretti, dove l’effettoimitazione era la dinamica naturale: impari un mestiere, si crea opportunità di mercato, cominci a farlo in proprio. Con questa modalità si cresce in un mondo orientato alla produzione e tendenzialmente autoreferenziale, ma questo meccanismo non è più praticabile. È vero che gli imprenditori tendono a chiudersi rispetto ad alcuni tipi di strumenti, perché magari non vogliono alleanze o non vogliono un manager, ma nel nostro paese sono tra le figure più esposte al mercato e alla fine devono trovare il modo di vendere il loro prodotto in mezzo a mille concorrenti. Un’altra questione culturale si rileva in alcuni settori specifici. Nei più tradizio«Per le piccole imprese è decisiva un’alta integrazione in una filiera»


La Provincia di Lecco Como

Venerdì 24 Giugno 2022

nali ad esempio esiste un vero e proprio mestiere, legato al manufatto e alla cura del dettaglio. Ricordo quando visitavo i laboratori del legno di Cantù, era bellissimo vedere il gusto nel lavorare il legno... Però non abbiamo inventato l’Ikea. Abbiamo una cultura di prodotto incredibile, ma siamo carenti nella cultura commerciale. Ha citato i distretti. Nei nostri territori resistono: quanto sono importanti nel contesto di un’economia globalizzata?

È indubbio che sia rimasta una matrice territoriale nell’economia italiana. I distretti erano delle vere e proprie fabbriche produttive, ma erano e sono tuttora anche ambiti di competenze che si sono accumulate e sedimentate nel tempo. Oggi non sono più così definiti e marchiati come quando Luca Paolazzi aveva scritto “Gioielli, bambole e coltelli” e il distretto era perimetrato nel raggio di 10 km, ma non significa che non esistano più. Esistono ancora, ma sono meno concentrati: c’è una radice meccanica nel lecchese, una serica a Como, quella del legno in Brianza, e in questi distretti probabilmente ci saranno meno imprese, ma saranno più collegate alle filiere produttive, che a loro volta sono collegate alle grandi industrie. Questa maggiore distribuzione per certi aspetti si accompagna a una minore capacità produttiva. E’ chiaro che la capacità di produzione era importantissima e stiamo pagando la sua riduzione, perché oggi il comparto produttivo potrebbe offrire lavoro ma non abbiamo più chi lo fa. Il fatto è che senza i legami commerciali a valle, avere una macchina produttiva rende più fragili, più esposti. L’evoluzione del modello dei distretti dovrebbe andare di pari passo con l’evoluzione del modello distributivo. Su questo punto il Paese ha fatto fatica. Non canterei comunque il de profundis. Forse i distretti sono più deboli, ma ci sono e hanno ancora un proprio ruolo. Le dismissioni e le fabbriche spopolate fanno paura, però la tradizione rimane e i distretti sono ancora eccellenti nella produzione.

7

Come si possono mettere a frutto queste radici profonde nell’economia del territorio?

Penso alle localizzazioni nel calzaturiero, che si stanno trasformando in capacità produttiva di grandissima qualità per i grandi marchi internazionali della scarpa. I marchi francesi vengono a produrre in Italia perché solo noi sappiamo fare le scarpe bene. A quel punto però non stabiliamo neanche più i prezzi. Mettiamo a disposizione un grande know how produttivo, mentre è molto meno sviluppata la nostra capacità commerciale. E’ sempre stato così, solo che oggi stiamo pagando questa carenza più che nel passato. Dopo di che, se 100 aziende calzaturiere che lavorano per gruppi internazionali hanno in media 30 dipendenti l’una, si traduce comunque in 3000 posti di lavoro. Rispetto alla carenza di personale spesso segnalata nell’ambito manifatturiero, in particolare personale tecnico specializzato, come le Pmi possono diventare più attrative per i neo diplomati/laureati?

E’ un dato oggettivo, ascoltando le imprese emerge la difficoltà a trovare le persone per alcuni mestiere di carattere tecnico, anche qualificati. C’è un problema generale che è

quello demografico, e ce n’è un altro che riguarda certi tipi di professione, considerati di serie b. Questo ci rimanda ai temi dell’educazione, dell’orientamento e della formazione. Le scuole tecniche andrebbero rafforzate e c’è un dibattito in corso sugli istituti tecnici superiori, ma va indirizzato bene. Non si può dibattere solo perché con il Pnrr sono stati stanziati fondi per un miliardo

la scheda

«Da i gio va n i il r in n o va men t o » C’è una questione generazionale che occorre gestire in modo efficace, e proprio le nuove generazioni possono aiutare il vasto mondo delle piccole imprese a superare la tradizionale chiusura verso l’esterno, secondo Federico Visconti. «I figli degli imprenditori che hanno fatto esperienza fuori dall’azienda di famiglia, tornano portando elementi di novità spiega - Sono più aperti dei genitori a collaborare con altre realtà, sono meno chiusi al management esterno, vanno alla ricerca di fondi internazionali per farsi finanziare una ricerca, magari vogliono collaborare con le università per progetti specifici o addirittura con dei concorrenti». L’Italia dei territori, dall’altra parte, secondo il rettore non contribuisce a

spingere avanti questo rinnovamento. «Siamo ancora qui a confrontarci tra Como e Varese, o tra Varese e Novara. Fa parte della nostra modalità di appartenere al territorio, soprattutto nelle province con un’imprenditoria di antiche origini che conserva i valori della tradizione». Una resistenza di matrice culturale si rileva anche nell’innesto di competenze. «Conosco aziende in cui si investe più che volentieri nell’acquisto di nuovi macchinari, ma si investe meno volentieri in un consulente di progettazione del layout di fabbrica o di un sistema di programmazione e controllo. Il patrimonio tangibile è in cima alla lista degli investimenti da fare, mentre lo sviluppo di know how viene vissuto con più prudenza».

e mezzo. Bisognerebbe capire cosa ha funzionato negli istituti tecnici che hanno prodotto risultati e che cosa non ha funzionato. Andrebbe rafforzata l’opportunità degli stage in azienda ad esempio, ma anche questo è complicato, ci vuole grande attenzione agli aspetti della sicurezza sul lavoro. Si dovrebbero valutare con attenzione alcuni strumenti, come delle agevolazioni fiscali per l’assunzione di giovani o degli incentivi mirati. I giovani orientati a professioni tecniche sono pochi, di quei pochi molti vanno all’estero, e nelle nostre zone accade spesso che dopo un anno di formazione si spostino in Svizzera dove li pagano tre volte tanto. Siamo un Paese che dimentica facilmente anche gli errori fatti, mentre imparare dagli errori, anche quelli nelle iniziative per favorire l’occupazione, sarebbe una buona strategia. Creare un mercato del lavoro non è solo una questione tecnologica. Bisogna conoscere le imprese, stare vicini ai recruiters, girare nelle fabbriche, invitare gli imprenditori a parlare agli studenti nelle università e nelle scuole tecniche. Non si può pensare che con un tutorial di Youtube si definisca il posto di lavoro di una media impresa della Brianza. Un po’ di sano pragmatismo non guasterebbe.


8

La Provincia di Como Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

La ricerca

Impr enditor ia f emminil e Cr escita nel l e dif f icol t à I dati relativi ai territori di Como e Lecco in linea con il trend lombardo e a livello nazionale Indietro su innovazione, export, accesso al credito L’imprenditoria femminile cresce ma ancora fatica a consolidarsi, soprattutto dopo la pandemia. Dai dati dell’osservatorio di Unioncamere e InfoCamere, le nuove attività imprenditoriali a guida femminile nei primi nove mesi del 2021 erano più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila), ma ancora circa 9.200 in meno dello stesso periodo del 2019. Tra le possibili difficoltà, il Rapporto di Unioncamere individua una minore propensione all’innovazione, un minore investimento nelle tecnologie digitali di Industria 4.0, il minore livello di internazionalizzate, un rapporto più difficile con il credito, tanto che il 46% delle imprese femminili di under 35 si finanzia con capitale proprio o

della famiglia. Un sondaggio effettuato da Moneyfarm evidenzia un elemento ulteriore: in linea generale le donne avrebbero un approccio all’impresa più conservativo e meno incline al rischio rispetto agli uomini, in particolare sugli investimenti finanziari. In questo scenario si può ben inquadrare anche l’andamento delle imprese “rosa” sul territorio comasco. L’impresa al femminile incide per una quota rilevante sul totale, ma è ancora lontana dal pareggio con gli imprenditori di sesso maschile. E’ quanto emerge dai dati della Camera di Commercio di ComoLecco, che con l’ufficio studi ha fotografato la situazione dell’imprenditoria femminile al 30 giugno dell’anno scorso (ultimo

dato disponibile). Nel corso del primo semestre 2021 le aziende femminili a Como sono aumentate dell’1,2% (+1,4% a Lecco), mentre gli addetti delle aziende gestite da donne sono diminuiti dell’1% (0,6% a Lecco), di fatto in linea con il trend a livello regionale e nazionale: sono aumentate dell’1,5% le imprese femminili in Lombardia, dello 0,6% in Italia, con un calo degli addetti dello 0,1% in Lombardia e dell’1,1% in Italia. Analizzando un arco temporale più esteso, dalla fine del 2015 alla metà del 2021 il numero delle aziende femminili in provincia di Como è cresciuto del 5,9% (+4,7% a Lecco) e i loro addetti del 4,3%. Lo studio della Camera di Commercio si concentra quindi sulla situazione che risultava un anno fa: a metà 2021 le imprese gestite da donne nell’area lariana erano 13.017, pari al 19,7% del totale. Nello specifico, erano 8.344 in provincia di Como, pari

al 19,5% del totale, e 4.673 in provincia di Lecco, pari al 20,2%. Sono quote inferiori alla media italiana ma in linea con il dato regionale: a fine giugno 2021 sul territorio nazionale erano attive 1,2 milioni di imprese femminili con un’incidenza del 22,6%, mentre in Lombardia erano oltre 160 mila, con un peso del 19,5% sul totale nella regione. Il numero e l’incidenza degli addetti nelle imprese gestite da donne segue lo stesso trend: 32 mila nell’area lariana che si traducono in un 13% sul totale dei dipendenti, che risultano dalla media tra i circa 20 mila di Como, dove incidono per il 12,5%, e i 12.400 di Lecco, dove rappresentano il 14%. In Italia la situazione si presenta più rosea, almeno osservando i numeri: gli addetti nelle imprese femminili risultavano quasi 2,5 milioni, con un’incidenza sul totale dei lavoratori pari al 14,4%. In Lombardia ne risultano oltre 400mila.


La La Provincia Provincia di di Lecco Como

Venerdì Venerdì24 24Giugno Giugno2022 2022

9 11

Sf ida r ecover y L’Italia si candida ad essere uno dei Paesi guida nella transizione ecologica

Il report

Dr iver sost enibil it à Così impr ese più f or t i I numeri dell’ultimo rapporto di GreenItaly confermano quanto gli investimenti green rafforzino la posizione competitive delle aziende La sostenibilità intesa in senso ampio – economica, sociale, ambientale – è un driver importantissimo per lo sviluppo delle imprese (che possono davvero fare un “salto di categoria” in termini di strategia e competitività) e del territorio (penso alla qualità di vita, all’attrattività, all’importanza di preservare paesaggi e contesti tanto belli quanto fragili). Secondo il Rapporto GreenItaly 2021 di Unioncamere e Fondazione Symbola, tra il 2021 e il 2025 in Italia 4 assunzioni su 10 richiederanno competenze “green” con importanza elevata. Nel triennio pre-pandemia, le imprese sostenibili hanno investito molto più delle altre

(31% contro 12%) in tecnologie 4.0, che sono il “business del futuro”. Dunque, la “green & clean economy” genera già oggi enormi opportunità: posti di lavoro, nuove figure professionali, sviluppo “driven by innovation”. Più le nostre imprese puntano sulla sostenibilità e sull’innovazione, più rafforzano la loro posizione competitiva: nel 2021 il 31% delle imprese eco-investitrici ha esportato, contro il 20% di quelle che non hanno investito. Le prime

Le realtà sostenibili hanno mediamente performance migliori su export e innovazione

hanno in media una produttività superiore del 17% rispetto alle altre; il 61% delle prime ha realizzato innovazioni di prodotto e di processo nel triennio 2017-2019, a fronte del 36% delle altre. È fondamentale alimentare continuamente il confronto tra soggetti pubblici e privati, la condivisione di obiettivi e strumenti concreti prendendoci cura delle risorse non rinnovabili con una visione etica, inclusiva e solidale. Promuovere lo sviluppo sostenibile è perseguire percorsi di crescita equilibrata, mettendo sempre al centro le persone, incluse le future generazioni, e vigilando per evitare che pochi traggano benefici dai beni comuni. La collaborazione tra aziende ed enti locali nel costruire alleanze virtuose è già oggi – e sempre più sarà in futuro – alla base della competitività territoriale. Quello della formazione e del-

la disseminazione della cultura della sostenibilità è un tema importantissimo anche per la creazione di nuovi profili professionali. Per investire in innovazione e nella green economy, le aziende hanno bisogno di figure qualificate e di giovani. Sotto quest’ultimo punto di vista, la percentuale dell’area lariana (30% di posti appannaggio di giovani sotto i 29 anni) non si discostano molto dalla media regionale e nazionale (rispettivamente 31% e 30%). Constatiamo tuttavia una bassa quota di posti di lavoro riservati a laureati (Lario 11%; Lombardia 18%; Italia 14%) e a figure ad alta specializzazione (cosiddetti “high skill”: Lario 14%; Lombardia 24%; Italia 18%). L’Italia è il principale destinatario delle risorse del Recovery Plan e anche per questo è chiamata a un ruolo da protagonista nella transizione verde.



Como La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

15 11

Camera di commercio Como-Lecco

L’ostacol o più gr ande: Il f att or e incer t ezza Il presidente Marco Galimberti analizza lo stato dell’economia lariana tra recupero e nuove difficoltà «Il quadro generale è positivo ma la guerra ha aggravato i problemi su materie prime ed energia» «Le imprese vanno ascoltate, chiedono solo condizioni pari per misurarsi con i competitor stranieri» Un quadro in recupero segnato però dall’incertezza. La fotografia all’economia comasca è di Marco Galimberti, imprenditore, presidente della Camera di commercio ComoLecco. Qual è lo stato di salute delle imprese?

Dopo un 2021 ancora tribolato (specie per la ripartenza un po’ ritardata del tessile, che ovunque ha dovuto riorganizzare la filiera di riferimento, e del turismo che ha fatto i conti con il perdurare delle restrizioni legate al Covid), tutto sommato l’economia comasca oggi è in buone condizioni. Può fornirci qualche numero?

Mi piacerebbe non limitare l’analisi alla provincia di Como, allargando lo sguardo a tutta l’area lariana, circoscrizione di riferimento della nostra Camera di commercio. A fine marzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, abbiamo registrato un aumento di 600 imprese sul Lario (+1%). Nel primo trimestre 2022 il saldo è positivo per oltre 30 aziende; c’è stata sia una crescita delle iscrizioni nel nostro Registro imprese (+8%), sia una riduzione delle cessazioni (-2%). Nel 2021 l’area lariana ha esportato merci per 10,6 miliardi di euro (+16% rispetto al 2020), la bilancia commerciale è ancora ampiamente positiva (+4,2 miliardi), seppure in lieve diminuzione (-2%) per il consistente aumento delle importazioni. Quasi tutti gli indicatori congiunturali del comparto industriale tornano superiori alla

MARCO GALIMBERTI Presidente della Camera di commercio Como-Lecco

media del 2019 (produzione: -0,5% a Como e +15% a Lecco; ordini +5% a Como e + 16% a Lecco; fatturato + 3% a Como e + 10% a Lecco). Anche l’artigianato è in ripresa, seppure con alcuni valori ancora al di sotto dei livelli pre pandemia (produzione -5% a Como e +15% a Lecco; ordini -3% a Como e +7% a Lecco; fatturato +1% a Como e +17% a Lecco). Nel terziario, il volume di affari sconta ancora un gap significativo (a Como commercio -4% e servizi -2%; a Lecco commercio -5% e servizi -2%). Purtroppo il forte rincaro delle materie prime e delle fonti energetiche e poi il con«Dobbiamo puntare sulle fonti rinnovabili, le procedure vanno semplificate»

flitto in Ucraina hanno rallentato la ripresa in atto, complicato gli approvvigionamenti delle imprese e aumentato l’incertezza dello scenario.

disposizione degli operatori del settore, che monitora le quotazioni del mercato, certamente influenzate da questi rincari.

Qual è l’impatto dei rincari sulle imprese?

Qual è stato l’impatto della guerra in Ucraina?

L’aumento dei costi di materie prime ed energia era già in atto lo scorso anno. A giugno-luglio 2021 Ance nazionale segnalava, ad esempio, un rincaro del rame del 40% rispetto a novembre 2020; del legname di pino dell’80%; dell’acciaio tondo per cemento armato del 240%. Il petrolio faceva già registrare un +70%; il gas naturale un +110%; l’energia elettrica un +70%. Sono dati che abbiamo pubblicato nel primo numero del Listino prezzi delle opere in edilizia di Como-Lecco (è appena stato pubblicato l’aggiornamento), uno strumento a

Il conflitto in Ucraina ha aggravato la situazione. Ucraina e Russia sono grandi fornitori di acciaio (e la meccanica è uno dei settori di punta del nostro sistema manifatturiero), non dimenticando i cereali ucraini e soprattutto gas e petrolio russi. Nei primi due mesi di guerra, il prezzo dell’energia elettrica è salito ancora del 60%, e quello del gas pure. Gli sforzi per svincolarci dalla dipendenza energetica dalla Russia sono giusti e porteranno benefici effetti, ma nel breve periodo generano non pochi incognite e rischi, specialmente per le imprese più energivo-


16 12

La Provincia di Como Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

re. Dobbiamo puntare con convinzione sulle fonti rinnovabili (a partire dal sole che in Italia non manca) e il governo dovrebbe semplificare al massimo le procedure per avviare impianti, anche di piccole dimensioni, per produrre energia green, pulita. E quanto la guerra ha impattato sulle dinamiche import/export?

Al di là delle dirette implicazioni sugli approvvigionamenti di materie prime, vanno fatte alcune considerazioni generali. Prima del conflitto, l’export lariano verso la Russia era meno dell’1,5% del totale; quello verso l’Ucraina era meno dello 0,5%, quindi per fortuna non stiamo parlando di mercati molto rilevanti per l’economia lariana, almeno in senso diretto. Certo, per alcuni settori (ad esempio quello dell’arredo e del design) il peso della Russia è più alto che per altri, ma non è questo il problema principale. Ancora prima del blocco di import ed export con la Russia, era in atto una guerra tariffaria tra Stati Uniti, Cina ed Europa. La situazione attuale amplifica i rischi per il commercio legati agli scambi con l’estero. L’Italia è un Paese trasformatore: importa materie prime ed esporta prodotti finiti; se scarseggiano le prime, e se per situazioni legate al contesto globale, è più difficile vendere i secondi, si accende l’allarme rosso. Inoltre le nostre imprese turistiche che hanno un’alta quota di clienti extra-europei rischiano di avere molte cancellazioni nei prossimi mesi. L’americano medio non ha un’idea chiara di dove sono l’Italia e l’Ucraina: sa che in Europa c’è la guerra e va in vacanza altrove (e lo stesso vale per cinesi, giapponesi, australiani). Tuttavia l’effetto più dirompente della guerra in Ucraina è l’incertezza che ha generato e continua a generare, tra le imprese e anche tra i consumatori. In questi anni non ci siamo fatti mancare niente: siamo passati dall’emergenza Covid (che non è ancora finita) al rincaro di materie prime legato a squilibri dei flussi economici internazionali indotti proprio dal Covid, a una guerra che nessuno si aspettava, con conseguenze

sul piano umanitario prima ancora che su quello economico. Una volta il “cigno nero” era l’anno eccezionale; ora pare che si passi da un “cigno nero” all’altro, e ciò toglie serenità, visione chiara del futuro e complica i piani a medio-lungo termine un po’ di tutti. Occorre pazienza e sangue freddo. Cosa si può fare per rafforzare il tessuto delle Pmi e renderle meno esposti alle crisi internazionali?

Le imprese vanno prima di tutto ascoltate. Hanno ben chiaro di cosa hanno bisogno, e alcuni si sorprenderebbero: le nostre aziende non chiedono quasi mai sussidi diretti o bandi con risorse a fondo perduto. Chiedono a gran voce di essere messe in condizioni di competere ad armi pari con le imprese straniere concorrenti. C’è ancora molto da fare, in Italia, sul piano della giustizia, della regolazione e tutela del mercato, del taglio del cuneo fiscale, della realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali efficienti. Questi temi sono di diretta competenza del governo centrale e regionale. La Camera di commercio opera nella cornice normativa fissata a questi livelli. L’ascolto e la rappresentazione nelle sedi opportune delle istanze delle imprese è una nostra prerogativa, e la Camera svolge questo ruolo con convinzione, mediante il Tavolo per la competitività e lo sviluppo, il coordinamento sulle azioni del Pnrr, il Tavolo regionale per la filiera del tessile, e altri strumenti ancora. Siamo l’anello di congiunzione tra settore pubblico e privato, tra Stato e territori, tra mondo economico e politico. Siamo ad oggi l’unico soggetto pubblico che ha per ambito di azione l’area vasta lariana. Questo ci dà responsabilità molto importanti: la connessione tra locale e globale è fondamentale per tenere insieme il nostro Paese. In questa prospettiva, le alleanze istituzionali tessute in questi anni sono fondamentali. Le imprese vanno accompagnate nei loro processi di innovazione e digitalizzazione, di connessione a filiere del valore globali, di aggregazione e “rete”, di sviluppo a tutto tondo.

La Camera di commercio si occupa di questo offrendo servizi, consulenza, percorsi formativi ad hoc, realizzando progetti e iniziative trasversali e a supporto di singoli settori: si pensi ad esempio a quanto il turismo possa aiutare a promuovere eccellenze produttive locali (e viceversa), specie se sostenuto da servizi efficienti I numeri

Ar ea l a r ia n a 74mil a impr ese Nell’area vasta lariana sono registrate 74mila imprese, di cui circa 24mila artigiane. Circa 48mila attività insistono sul territorio comasco, le altre su quello lecchese. Spiccano il distretto tessile comasco, il legno-arredo brianzolo e la meccanica lecchese. Gli occupati dell’area lariana sono oltre 390mila, di cui 250mila nella provincia di Como. Il valore dell’export dell’area vasta supera i 10,5 miliardi, quello dell’import i 6,4 miliardi

e a maggior ragione se la ristorazione si avvale di eccellenze agricole “a km zero”. Dobbiamo fare ancora più sistema, anche con le realtà territoriali vicine, per aumentare il “peso specifico” della nostra offerta di prodotti e servizi. Le attuali difficoltà freneranno o al contrario ci sarà un’ulteriore spinta sulla sostenibilità?

La sostenibilità intesa in senso ampio – economica, sociale, ambientale – è al contempo un driver importantissimo per lo sviluppo delle imprese (che possono davvero fare un salto di categoria in termini di strategia e competitività) e del territorio (penso alla qualità della vita, all’attrattività, all’importanza di preservare paesaggi e contesti tanto belli quanto fragili). Secondo il Rapport Greenitaly 2021 di Uniocamere e Fondazione Symbola, tra il 2021 e il 2025 in Italia 4 assunzioni su 10 richiederanno competenze green. Nel triennio pre-pandemia, le imprese sostenibili hanno investito molto più delle altre (31 contro 12%) in tecnologie


La Provincia di Como Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

4.0, che sono “il business del futuro”. Dunque, la “green & clean economy” genera già oggi enormi opportunità: posti di lavoro, nuove figure professionali, sviluppo “driven by innovation”. È fondamentale alimentare continuamente il confronto tra soggetti pubblici e privati, la condivisione di obiettivi e strumenti concreti per prenderci cura delle risorse non rinnovabili con una visione etica, inclusiva e solidale. Promuovere lo sviluppo sostenibile è perseguire percorsi di crescita equilibrati, mettendo sempre al centro le persone, incluse le future generazioni, e vigilando per evitare che pochi traggano benefici dai beni comuni. La collaborazione tra aziende ed enti locali nel costruire alleanze virtuose è già oggi – e sempre di più lo sarà in futuro – alla base della competitività territoriale. Quello della formazione e della disseminazione della cultura della sostenibilità è un tema importantissimo anche per la creazione di nuovi profili professionali.

Ci preoccupa la quota, già sto-

ricamente alta, ma ultimamente pure in crescita costante, di assunzioni di difficile reperimento: per le nostre aziende, a maggio, il problema riguarda il 42% di entrate previste di personale. La risposta al problema è duplice: da un lato occorre costruire percorsi di orientamento sia scolastico che di carriera, in grado di far emergere le capacità e le attitudini dei singoli soggetti. Dall’altro è necessario investire nella formazione continua, sia per i giovani ancora in cerca di un proprio posto nel mondo, sia per gli adulti che necessitano di aggiornare le proprie competenze lavorative e sociali. Il problema delle risorse umane che non si trovano è trasversale e comune a molti settori; naturalmente, le difficoltà aumentano al crescere delle skill richieste. Nella nostra area, le competenze più difficili da trovare sono quelle relative alla “produzione di beni ed erogazione di servizi”, “aree tecniche della progettazione”, “aree commerciali e della vendita” e “logistica”. Spesso le imprese lamentano la mancanza di personale con la preparazione richiesta; in altri casi segnalano che i candidati sarebbero disponibili sul mercato, ma che la loro preparazione è insufficiente. Quindi c’è un problema di matching tra le competenze necessarie alle nostre aziende e quelle disponibili sul mercato del lavoro: occorre favorire un maggiore dialogo tra sistema della formazione (scuola e università) e mondo economico. La Camera di commercio è fortemente impegnata su questo fronte: la collaborazione con gli istituti professionali e in generale con le scuole superiori del nostro territorio è molto stretta. Lo stesso vale per l’alleanza istituzionale con le Province di Como e Lecco. Con tutti questi soggetti e con le associazioni di categoria sono stati avviati laboratori provinciali per l’occupabilità che sviluppano progettualità e iniziative volte a chiudere questo gap. In questo

«Buoni segnali dal turismo con un aumento della permanenza media da 3 a 4 giorni»

«Preoccupa la difficoltà di tante imprese nel reperimento della manodopera»

Quali segnali arrivano sul fronte dell’occupazione?

I dati dell’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione delle imprese ci dicono che nel secondo trimestre del 2022 i nuovi ingressi nelle aziende lariane sono stati oltre 18mila, in crescita sia rispetto al trimestre precedente (+2%), sia rispetto al secondo trimestre del 2021 (+27%), ma ancora inferiori allo stesso periodo del 2019 (-3%). Le imprese si stanno riportando su percorsi di crescita che avevano delineato prima dell’emergenza sanitaria, ma constatiamo una bassa quota di posti di lavoro riservati ai laureati (Lario 11%, Lombardia 18%) e a figure ad alta specializzazione (Lario 14%, Lombardia 24%). Le imprese, in molti settori, faticano a trovare personale. Qual è la dimensione del fenomeno e cosa è possibile fare?

17 13

contesto il programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) rappresenta un’opportunità da cogliere per la riorganizzazione del sistema del mercato del lavoro, poiché mira a un maggiore raccordo tra attori pubblici e privati e mette al centro i fabbisogni professionali di cittadini ed imprese, destinando a queste finalità importanti risorse. In un contesto di questo genere non aiuta il reddito di cittadinanza che, per come è organizzato ora, tante volte rappresenta un disincentivo al lavoro. Quali segnali arrivano dal settore turistico?

Dopo un 2020 drammatico che ha visto un calo di arrivi e presenze nell’area lariana di oltre il 60%, il 2021 ha registrato una buona ripresa del settore, con arrivi in crescita (da 650mila a 1,1 milioni) e presenze in crescita (da 1,8 a 4,2 milioni). E’ pure aumentata la permanenza media dei turisti, da 3 a 4 giorni. Negli ultimi due si è verificato un effetto sostituzione: gli stranieri sono diminuiti (in particolare quelli in arrivo da più lontano), mentre i turisti italiani sono aumentati. Ad ogni modo i valori del 2019 sono ancora lontani: nel 2021 abbiamo focalizzato il tema della “transizione”, con iniziative a favore del turismo di prossimità, interventi di promozione e sviluppo dell’attrattività della destinazione Lago di Como sui mercati internazionali. L’attività 2022, partendo dalle esperienze dello scorso anno, apre a nuovi scenari, sperando che l’emergenza Covid finisca presto: adeguamento dell’offerta ai nuovi target di clientela e alle mutate esigenze dei viaggiatori post pandemia con tre macro punti di riferimento: destagionalizzazione, distribuzione flussi turistici sul territorio e nuove soluzioni di comunicazione/interazione con i turisti. L’obiettivo è tutelare e rafforzare il posizionamento della destinazione “Como Lake” sui mercati turistici internazionali non dimenticando azioni di supporto al settore culturale, a partire dalla positiva esperienza del progetto PIC “Un tesoro di territorio”.



La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

15

Confindustria Lecco e Sondrio

RIPARTIRE DALL’educat ion UNA nuova compet it ivit à Il nuovo presidente Plinio Agostoni traccia il prossimo percorso dell’associazione. Aderenza ai valori del fare impresa, rapporto con le scuole per dare risposta alla richiesta di competenze da parte delle imprese, supporto alle aziende tramite il rafforzamento dei servizi, sensibilizzazione sulla sostenibilità Maria G. Della Vecchia

Dal rapporto scuola-impresa alla sensibilizzazione delle aziende sugli investimenti in sostenibilità ambientale, fino a un impegno diretto del Consiglio nel far sentire le imprese “a casa” in Confindustria Lecco e Sondrio per trovare dialogo e soluzioni su problemi comuni. La nuova presidenza dell’Associazione guidata da Plinio Agostoni (vicepresidente di Icam SpA) punta a migliorare le leve di sempre, dall’education all’innovazione, al dialogo con le banche per sostenere le imprese, alla diffusione di una cultura d’impresa centrata sui valori che hanno fatto crescere manifattura e servizi sui due territori. Agostoni ci spiega come riaffermare il ruolo associativo in un panorama economico che per le imprese e per il lavoro è reso complicato dai costi stellari raggiunti da energia e materiali, dall’inflazione che colpisce i salari e dalla mancanza di una vera riforma del cuneo fiscale e delle politiche attive su cui Confindustria sollecita il Governo. Qual è il punto di partenza della sua nuova presidenza?

Il punto di partenza non può che essere il complesso ordinato di valori che compongono una visione del mondo, all’interno della quale si evidenzia l’importanza fondamentale dell’impresa e il ruolo di chi fa impresa. In questi mesi che hanno preceduto l’elezione, ho riscontrato una sintonia con

IL PRESIDENTE Plinio Agostoni

molte persone, su un territorio che esprime una cultura imprenditoriale di alto livello: è questa la risorsa più importante da sviluppare nel contesto più difficile che stiamo vivendo e che ci accompagnerà per un po’ di tempo. Detto questo, occorre senza dubbio fare dei programmi, ma credo e confido innanzitutto nella

forza dell’autocoscienza dei singoli soggetti. Qual è l’urgenza su cui intende intervenire nella scala di priorità dell’associazione?

Quanto appena detto sottintende un’urgenza, visto che c’è un problema di recupero sul modo di fare impresa. E non è un particolare. Inoltre, fra i te-

I NUMERI

Cir ca 700 impr ese per 35mil a a ddet t i Sono dieci le categorie merceologiche rappresentate in Confindustria Lecco Sondrio: alimentare, attività estrattive, carta-grafica-editoria, legno, metalmeccanica, plastica-chimica-farmaceutica, servizi, tessile abbigliamento, turismo, utility, per un totale di circa 700 imprese lecchesi e valtellinesi e

35mila addetti. La crescita dimensionale si è legata in anni recenti anche alla fusione delle due territoriali di Lecco e di Sondrio che hanno dato vita a un’unica realtà che rappresenta attività orientate, fra gli altri settori, sul metalmeccanico per Lecco e sull’agroalimentare e turistico per Sondrio.

mi fondamentali considero in primo luogo quello che in Confindustria definiamo col termine ampio di education, che include vari aspetti a partire da quello del reclutamento dei profili necessari alla tecnologia sempre più avanzata che le nostre imprese stanno adottando: servono molte persone in più rispetto a quelle che si riesce a trovare e la difficoltà riguarda anche profili non particolarmente elevati. Le persone stanno cambiando visione sulla loro vita personale e chiedono di più in cambio del loro tempo di vita per il lavoro soprattutto?

C’è una novità che in un passato non lontano non era molto presente e sta nel fatto che sono sempre di più i candidati che pongono questioni legate a un’immagine di rapporto fra lavoro e vita personale in cui


16

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

quest’ultima è prevalente. Ciò si traduce nella maggiore esigenza di istituti che già ci sono, dallo smart working alle ferie, ai week end liberi, e che in molti casi confliggono con determinati tipi di lavori che pure includono altri diritti. Come si risolve?

Si risolve partendo dalle scuole o meglio dal rapporto fra scuole e imprese. Nella mia presidenza svilupperò questo aspetto del rapporto con la scuola, perché al di là del fatto che le scuole fanno scarso orientamento sulle materie Stem, esiste anche un problema più basilare legato al fatto che la scuola è un mondo governato in modo un po’ monopolistico dallo Stato e ciò sta creando un contesto culturale che introduce una mentalità aliena rispetto alla cultura che si respira nelle imprese. LA SEDE di Lecco Però la scuola pubblica è libera e per tutti e il Paese ha al suo attivo più di una battaglia in sua difesa.

La scuola pubblica opera in regime quasi monopolistico e ne porta i difetti tipici, in particolare burocratizzazione e gestione molto ingessata. Bisogna introdurre nel sistema scolastico elementi di concorrenza, di confronto, di innovazione, di apertura e libertà. Anche libertà di educazione. Oltre alla scuola su quale altra priorità lavorerà prossimamente l’associazione?

Un altro tema centrale è quello della sostenibilità. Tante imprese del territorio lavorano già in tale ottica, altre devono di fatto inserirla in una programmazione complessiva della gestione d’impresa. E’ importante che tutte le nostre imprese capiscano che le iniziative e gli investimenti in sostenibilità non vanno visti come iniziative imposte e come puri costi aggiuntivi ma come fattore di sviluppo sociale, economico e culturale. In questo modo la sostenibilità diventa anche un fattore di competitività. Che direzione darà alla gestione delle relazioni industriali e sindacali?

Le difficoltà di lavoratori e imprese sono evidenti: i nostri

collaboratori vedono decurtato il valore degli stipendi e ciò creerà dei problemi. Le aziende, dal canto loro, vedono fortemente ridotta la propria marginalità a causa dei costi insostenibili di materie prime ed energia. Per questi motivi ritengo sia a maggior ragione necessario il taglio al cuneo fiscale, che rappresenterebbe un sostegno per i lavoratori, così come è indispensabile l’introduzione del tetto al costo del gas. Queste misure, certamente di sostegno all’economia anche se non risolutive, sono compito della politica.

Le imprese attraversano un periodo complicato, diversi settori iniziano a sentire il venir meno del livello molto sostenuto di ordini visto nell’ultimo anno. Quali sono le giuste politiche per sostenere imprese e lavoro in un periodo in cui torna a circolare il rischio recessione?

Non parlerei di recessione, un termine che non rispecchia né la realtà attuale né quella futura. Più che a un’ipotesi di recessione guardo a un presente che sicuramente è parecchio travagliato. Ci aspettiamo un intervento della politica su certi meccanismi che deter-

PRESIDENZA 2022 - 2025

LA SQUADRA Plinio Agostoni (Icam SpA) è il nuovo presidente di Confindustria Lecco e Sondrio eletto lo scorso 8 giugno dall’assemblea dei soci per il mandato 20222025. Oltre al presidente, che succede a Lorenzo Riva, sono stati eletti il vicepresidente Emilio Mottolini (Salumificio Mottolini Srl di Poggiridenti) e i Consiglieri Antonio Bartesaghi (Omet Srl di Lecco), Roberto Crippa (Technoprobe SpA di Cernusco Lombardone), Flaminia Frigerio (Frigerio Ettore

SpA di Lecco), Paolo Mainetti (Valtecne Srl di Berbenno di Valtellina), Mario Moro (Penz Srl di Gordona), Marta Rota (Varo Srl di Valmadrera) e Aristide Stucchi (A.A.G. Stucchi Srl di Olginate). Al suo insediamento Agostoni ha sottolineato fra l’altro la difficoltà nell’individuare collaboratori e la necessità di agire sulla formazione, tema su cui, ha detto Agostoni, “molto si è fatto da parte di Confindustria Lecco e Sondrio e molto di più dovrà essere fatto”.

minano una situazione particolarmente critica per le imprese. Gli imprenditori faranno la loro parte trovando opportunità, seppure in un contesto di problemi, agiranno riducendo i costi e creando aree di maggiore efficienza nella loro gestione. Ma la politica deve impegnarsi nel proteggere le aziende e nel realizzare vere politiche attive per il lavoro. La politica può fare molto e ovviamente spero che intervenga, anche se purtroppo vedo il Governo frenato da tensioni centrifughe e di corto raggio. Qual è oggi il giusto ruolo che deve esercitare a livello territoriale un’associazione come Confindustria Lecco e Sondrio?

Il giusto ruolo è quello che Confindustria Lecco e Sondrio ha sempre svolto, un ruolo di supporto alle aziende nell’erogazione di servizi ma, soprattutto, in questo momento un ruolo di aiuto per intervenire su quanto detto, su temi di fondo del fare impresa esercitando, sottolineo, un ruolo importante nella gestione delle relazioni sindacali. In sostanza, il tipico ruolo di Confindustria: non penso di stravolgere bensì di approfondire il lavoro fatto fino ad oggi


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

17

dall’associazione, rafforzando i servizi esistenti e portando la mia cultura d’impresa. Come le aziende, anche le associazioni devono mettere in campo nuove strategie per adeguarsi ai tempi. Cosa fa in tal senso Confindustria Lecco e Sondrio?

Confindustria può essere molto più utile di quanto le imprese percepiscano; quindi, credo che l’Associazione debba investire ancora di più sulla comunicazione per far capire meglio la sua stessa forza. Inoltre, sono convinto della centralità dei rapporti personali fra imprenditori, che dovranno essere stimolati in primis dal Presidente e dai Consiglieri. È sulla base di rapporti personali, infatti, che gli imprenditori possono sentirsi non isolati, sapere che i problemi hanno modo di essere condivisi, affrontati e superati assieme. Questo significa sentirsi a casa in Associazione. La crisi generale dell’associazionismo, iniziata da anni, investe anche Confindustria?

Anche Confindustria risente di una crisi della rappresentanza data dal fatto che la cultura dominante tende a creare un individuo isolato in una società liquida. È dilagante l’enfasi dei social che apparentemente creano connessioni mentre in realtà disconnettono le persone. L’associazionismo d’impresa, e anche il sindacato, vive la crisi dei corpi intermedi che ha a che vedere con la crisi della società. Senza dubbio i corpi intermedi devono fare uno sforzo di recupero. E da imprenditore dico anche che il fatto che gli stessi sindacati, come le associazioni, si indeboliscano, non è un bene. Ma torniamo alla mentalità dominante che tende a distruggere anche la famiglia. C’è anche una politica che tiene lontani i corpi intermedi, fin da quando il Governo Renzi nel 2014 azzerò il dialogo con le parti sociali?

Non possiamo addossare tutta la responsabilità al Governo Renzi… Tuttavia, allargando la riflessione, osservo che è il potere in sé che, per sua natura, tende a voler esercitare la propria influenza senza intermediazioni e, per questo, i corpi

LA SEDE di Sondrio

intermedi sono funzionali ad arrivare ad un esercizio del potere più rispondente alla realtà. Altro tema sensibile per le imprese è l’accesso al credito, che continua a non essere semplice per tante piccole imprese, in buona parte rappresentate anche in Confindustria. L’aumento dei tassi potrebbe essere un ostacolo ulteriore? E cosa fa l’associazione per facilitare il dialogo fra banche e imprese?

Il sistema bancario attraversa da tempo un generale e importante travaglio, passato anche dalle diverse fusioni e operazioni di efficientamento. Regole sempre più stringenti e astratte rispetto alla comples-

sità della realtà d’impresa rendono difficile l’accesso al credito per le pmi, fino al punto che aziende che sicuramente userebbero bene il credito se lo vedono negare nel momento in cui ne avrebbero più bisogno. Il sistema bancario si è irrigidito e non sa più interpretare la realtà. Confindustria è da sempre interlocutrice delle banche attraverso il dialogo che facilita l’incontro fra istituti di credito e imprese, ma oggi è più difficile riuscirci. Come vede la nuova partita salariale a cui l’Europa chiama soprattutto Paesi come l’Italia, che non hanno

LO SCENARIO

In sieme per n uo ve so l uzio n i Questo lo scenario tracciato da Plinio Agostoni all’insediamento alla presidenza: “Due anni di pandemia hanno fortemente depresso l’economia, in un modo oltretutto distorsivo, quasi azzerando il giro di affari di alcuni settori e addirittura premiandone altri, seppure pochissimi. Ora ci stiamo confrontando con l’esplosione dei costi energetici e di molte materie prime per le quali ci sono anche gravi problemi di ap-

provvigionamento, con conseguente rischio di impossibilità di evasione degli ordini. La guerra in Ucraina, seppure non responsabile direttamente, o totalmente, di questa situazione, certo amplifica le criticità e soprattutto getta un’ombra di incertezza sul futuro”. Agostoni ha sottolineato un contesto molto complesso dove Confindustria Lecco e Sondrio è chiamata ad essere sempre di più “la casa degli imprenditori”.

una legge sullo stipendio minimo e in cui ci sono settori come il turismo in cui i 9 euro l’ora di cui si parla in Italia a volte sono un miraggio?

Ritengo il salario minimo un falso problema in linea generale, poiché pone un tema corretto ma senza risolverlo, e soprattutto pensando all’ambito dell’industria, dove i salari sono determinati dai contratti nazionali che costituiscono già uno strumento di tutela anche da questo punto di vista. Il vero tema è più complesso, è un tema culturale che attiene al rispetto del valore del lavoro, alla necessità di una contrattazione seria e reale che tenga conto di tutti i fattori di contesto. Il punto sono proprio i contratti: tolti quelli delle grandi categorie ad alto livello di rappresentanza datoriale e sindacale, fioriscono centinaia di contratti pirata molti dei quali stanno negli oltre 900 depositati al Cnel.

Confindustria ha già da tempo promosso e sta operando per la modernizzazione dei Contratti Nazionali, a partire da quello dei metalmeccanici che è diventato un modello. Credo che si debba continuare su questa linea, mettendo al centro anche il tema del salario collegato alla produttività.



La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

19

IL DIRETTORE Marco Piazza

API Lecco e Sondrio

UN’ASSOCIAZIONE 4.0 INNOVAZIONE AL CENTRO Il presidente di Api Lecco Sondrio, Enrico Vavassori, racconta la crescita della struttura con nuovi servizi alle imprese per offrire nuove opportunità di sviluppo dei mercati esteri, innovazione e trasferimento tecnologico con la società ApiTech. Novità del 2022 il Centro Studi Maria G. Della Vecchia

Il presidente di Api Lecco Sondrio, Enrico Vavassori, racconta la crescita dell’associazione fra servizi tradizionali alle imprese e nuovi investimenti per offrire sviluppo dei mercati esteri, innovazione e trasferimento tecnologico con la società Apitech. Fino al fiore all’occhiello del nuovo Centro Studi. Quale ruolo vuole e deve avere oggi Api nell’affiancare le imprese e come pensa di raggiungere l’obiettivo?

Da tempo quello delle associazioni non è più solo un ruolo di rappresentanza, ed è giusto che sia così in quanto,

come senz’altro ha fatto Api, ha sempre modulato il proprio modo di rapportarsi con la base associativa in base al cambiamento del contesto generale. In Api il sindacato datoriale è esercitato con forza: seguiamo i contratti, ab-

biamo tutti i requisiti e le autorizzazioni ad operare come soggetto intermedio ed esercitiamo questa nostra prerogativa a livello territoriale, regionale e nazionale. Abbiamo un ruolo attivo verso i bisogni delle imprese, studia-

LA STORIA

Api da l l a f o n da zio n e a d o ggi Api Lecco Sondrio associa quasi 500 pmi delle due province, è stata fondata nel 1949 da imprenditori uniti in difesa degli interessi delle loro aziende, per sostenerle in attività quotidiane, sviluppo e crescita. Oggi Api associa soprattutto pmi metalmeccaniche (80%) per

quasi 9000 addetti. Presidente è Enrico Vavassori, eletto nel dicembre 2021 per tre anni. A dirigere l’intera struttura dove lavorano 25 persone è Marco Piazza. Luigi Sabadini, past president di Api Lecco Sondrio, oggi presiede Confapindustria Lombardia.

mo e proponiamo nuovi servizi intercettando in anticipo le esigenze. Nei fatti com’è cambiato il servizio alle imprese da parte dell’associazione?

Col mutare dei tempi, il cambiamento è già stato intrapreso in Api da anni, ora lo stiamo consolidando secondo la linea di creare sempre più affiancamento alle imprese con attività che non definirei semplicemente come servizi in convenzione, bensì strutturali attraverso una struttura di società che abbiamo creato per singoli settori di esigenze allo scopo di sviluppare e gestire i rapporti coi mondi business e delle imprese.


20

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Ad esempio?

demia hanno avvicinato o allontanato le imprese dall’associazione?

Per l’innovazione e il trasferimento tecnologico abbiamo creato Apitech, società partecipata e controllata da Api, che ne è socio di maggioranza. Abbiamo inoltre il Consorzio Adda Energia e il Consorzio Fidi che agevolano sensibilmente gli imprenditori iscritti nell’ottenere rispettivamente i prezzi migliori sull’acquisto di elettricità e gas e nell’accesso al credito bancario. Energia e credito sono due temi sensibili in tempi in cui, ad esempio, il Consorzio a causa dei prezzi in crescita per l’energia e il gas ha dovuto scegliere di non praticare il contratto a prezzo fisso, navigando alla meglio in quello che offre il mercato, mentre per il credito gli aiuti alle imprese garantiti dallo Stato hanno reso meno necessario per le imprese ricorrere ai consorzi fidi. Il vantaggio rimane comunque?

Sì, senza dubbio il vantaggio di utilizzare i consorzi è innegabile in quanto per l’energia abbiamo un monitoraggio e un’analisi continua, quotidiana, dell’andamento dei prezzi e quindi le nostre imprese stanno comunque utilizzando le migliori possibilità di mercato, mentre sul credito la mediazione e le alte garanzie offerte dal consorzio nel rapporto con le banche continuano a confermarsi essenziale per sbloccare qualche dialogo un po’ difficile fra banche e pmi. Quanto resta difficile il rapporto fra piccole imprese e banche e cosa fa Api per avvicinare questi due mondi?

Per le pmi le difficoltà di dialogo con le banche sono aggravate dal fatto che le associazioni nel recente passato portavano in dotazione consorzi fidi che aiutavano molto ad accorciare il gap, coprendo il rischio di un’impresa considerata non interessante pre le economie bancarie. Sappiamo che una serie di interventi legislativi ha reso meno efficace il ricorso al consorzio. Fra queste direi che soprattutto gli interventi attraverso il Mediocredito hanno abbassato il ricorso ai consorzio, che tuttavia ritengo continui ad avere un ruolo di non poco conto nella mediazione fra banche e imprese. Perciò stiamo interve-

Nel momento in cui le aziende hanno manifestato bisogni urgenti nel corso della pandemia l’associazione ha risposto rafforzando diverse relazioni con gli imprenditori. Abbiamo risposto in quello che per mesi è stato un continuo essere in emergenza e avere bisogno di informazioni. Ora siamo in una fase delicata per i rincari di energia e materiali, con le imprese che si rivolgono continuamente a noi per avere supporti. Cosa fa Api per tenere saldi questi rapporti anche per il futuro, a emergenze si spera risolte? IL PRESIDENTE Enrico Vavassori

nendo comunque su un suo rilancio per ridurre un divario che c’è nonostante gli interventi di Stato. Altre strutture di Api sono quelle di Rete Estero, società nata dall’esperienza decennale dell’Ufficio Estero, e Api Servizi. Quanto sono utilizzate?

Rete Estero e, già in precedenza, l’Ufficio Estero, è nata con una formula innovativa dal momento che il servizio vede operare insieme due associazioni, la nostra e Confartigianato Imprese Lecco. Api Servizi ha un ruolo tradizionale, visto che fornisce alle imprese servizi come quelli fiscali e di

paghe e contributi. Il filo conduttore di queste attività resta quello di voler essere un’associazione proattiva nel dare alle aziende affiancamenti specialistici. Aggiungo che in tutto ciò abbiamo potenziato a vantaggio dell’efficacia ed efficienza della aziende, un supporto di formazione finanziata, quindi gratuita ma altamente qualificata. In Api siamo in un contesto in cui le imprese attraverso la loro casa comune trovano supporti a condizioni accessibili. La crisi dell’associazionismo, non solo d’impresa, è generale e in corso da tempo. I problemi della pan-

NUOVO INVESTIMENTO

Il Cent r o St udi Nata come associazione lecchese, dal 2013 Api Lecco coinvolge, con la delegazione Api Sondrio, anche imprese di Valtellina e Valchiavenna. Oggi Api Lecco Sondrio può contare sulla rappresentanza regionale e nazionale aderendo a Confapindustria Lombardia e Confapi, la Confederazione Nazionale della Piccola e Media Industria. Fra i numerosi investimenti in servizi associativi, il più recente è l’avvio, a gennaio 2022, delle attività del Centro Studi di Api realizzate in collaborazione con Confapindustria Lombardia, che realizza quattro indagini congiunturali e altrettanti focus tematici ogni anno. Il 2022 è anche l’anno che fe-

steggia i 30 anni Quest’anno il Gruppo Giovani di Api festeggia i 30 anni di fondazione, del Gruppo Giovani, con due iniziative. La prima è “Officina cinema”, il cineforum a tema lavoro aperto a tutta la popolazione che si è svolto tra aprile e maggio al Nuovo Cinema Aquilone di Lecco con la proiezione dei film “Il capo perfetto”, “In guerra” e “Joy”. Il 17 giugno (ancora prossimo mentre scriviamo) ci sarà l’evento finale per trentennale del Gruppo Giovani con una serata dal titolo “Officina 2022. Persone, passione e territorio” dedicata solo agli associati Api nella sede dell’Antico Borgo, ad Annone Brianza.

Stiamo riflettendo molto su questo punto e credo che la strada giusta sia quella di instaurare rapporti molto operativi che facciano leva sulla qualità del rapporto fra imprenditori e l’associazione, ma non in senso generale, mi riferisco proprio al rapporto con i nostri dipendenti, in modo che si riscopra quanto in Api sia possibile trovare in termini di supporti e asset capaci di rispondere a esigenze di servizio molto specialistiche. Abbiamo una struttura che per accezione classica è fondata prima di tutto su un rapporto di fiducia, unito al supporto operativo e tecnico. Oggi su quali servizi l’associazione sta investendo di più?

Siamo impegnati su più fronti e certamente fra quelli prioritari ci sono l’internazionalizzazione e l’innovazione, i nostri due asset più forti. L’estero è straordinariamente sempre più attuale e in crescita fra gli obiettivi delle pmi, e per fortuna ci siamo preparati per tempo visto che abbiamo fondato l’Ufficio Estero dieci anni fa. Non so come avremmo fatto ad allestire un simile servizio ora solo sulla spinta dell’urgenza. Circa l’innovazione, abbiamo ricapitalizzato Apitech che oggi è essa stessa una pmi innovativa a tutti gli effetti. Sul tema c’è molto da fare soprattutto facendo leva sulla cultura d’impresa, vogliamo far capire alle aziende che sull’innovazione in Api possono trovare un’interlocuzione mirata nei sistemi della ricerca, tali da far progredire anche le piccole


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

imprese. Con Apitech stiamo individuando figure sempre più nuove, per aumentare la capacità di risposta alle imprese con l’intento anche di anticiparne i bisogni, come stiamo facendo in Apitech sull’economia circolare allo scopo di anticipare le tendenze e offrire alle imprese opportunità.

Qual è il contratto offerto nella vostra ricerca?

E’ quello del tirocinio di sei mesi, sufficienti per arrivare a una valutazione reciproca. E aggiungo che in Api tutti i tirocinanti sono stati confermati. Anche all’Ufficio Estero abbiamo persone passate dal tirocinio all’assunzione stabile.

Questo lo scenario, ma cosa vi chiedono soprattutto le imprese?

Al di là delle richieste ordinarie, oggi la vera, grande richiesta è quella della ricerca di personale. Fino a poco tempo fa chiedevano supporto per cercare addetti qualificati, ora ci chiedono personale anche senza qualifica, quindi diamo supporti di inserimento al lavoro di persone anche da formare. Su questo punto stiamo investendo e vogliamo essere proattivi e in proposito abbiamo appena partecipato all’inaugurazione dell’academy di Torneria Colombo, nostra associata, che sarà utile per individuare figure da formare e portare in azienda. Inoltre il nuovo Centro Studi ha per noi importanza strategica con cui contiamo anche di raccogliere al massimo i bisogni delle imprese. Ma i giovani cercano lavoro, soprattutto quando escono dalla scuola. Perché le aziende dicono di non trovarne?

Dalle nostre indagini il nodo maggiore, a monte, sta nell’orientamento a partire dalla scuola media: l’orientamento non funziona e i giovani scelgono scuole professionali o istituti non adatti alle loro caratteristiche. A valle c’è il problema che i giovani cercano lavoro, lo trovano e dopo qualche settimana se ne vanno. Manca la consapevolezza che dopo la scuola la vita è fatta di lavoro e ritengo che il concetto debba essere trasmesso il prima possibile da parte delle famiglie. Non ritiene che i giovani se ne vadano, da un’impresa o addirittura all’estero, anche perché spesso hanno contratti brevi che non vengono rinnovati, sostituiti con altri giovani con contratti brevi?

Dipende dai settori e, quindi, dalle caratteristiche produttive dei territori. Non ritengo

21

Ci sarebbe sempre il contratto a tempo indeterminato con periodo di prova.

Sì, ma riteniamo che il periodo di prova troppo corto per poter fare una vera valutazione delle persone. Un tirocinio fatto seriamente per un numero di mesi adeguato è una strada adeguata per il nostro inserimento al lavoro. Penso che di base serva uno sforzo nell’intervenire sulle leve economiche per agevolare l’inserimento al lavoro. E’ noto che oggi per qualsiasi realtà il costo del lavoro sia un problema di non poco conto. l a sede di Api a Lecco

che questo sia il caso della meccanica lecchese. Ad esempio, in Api stiamo cercando da qualche mese una persona da inserire nell’ufficio formazione. Ma non è una cosa facile. Le aziende hanno inoltre capito che non potendo contare su un’offerta di collaboratori già qualificati, devono affidarsi ad una associazione come Api per

formare le figure in ingresso. L’industria meccanica non ha nessun interesse ad avere un turn-over elevato, i lunghi tempi di formazione costituiscono un onere importante per l’imprenditore quindi c’è tutto l’interesse da parte degli imprenditori ad avere collaboratori stabili creando così un rapporto di reciproca soddisfazione.

I SERVIZI PIù RICHIESTI

Fo r ma zio n e e Uf f icio Est er o Questi i servizi offerti da Api Lecco Sondrio alle aziende associate: formazione, scuola e lavoro, ambiente e sicurezza, welfare, relazioni sindacali e industriali, ufficio paghe, fisco e tributi, energia e gas, innovazione, internazionalizzazione, credito e finanza, convenzioni, ufficio stampa e comunicazione e centro studi. Per quanto riguarda i due servizi della formazione finanziata e dell’ufficio estero (oggi costituito nella società Rete Ufficio Estero, in co-gestione con Confartigianato Lecco), estremamente utilizzati dalle imprese, a fine 2021 per la formazione Api ha realizzato 380 corsi organiz-

zati, di cui 130 in teleformazione, 412 aziende coinvolte per un totale di 3.294 lavoratori partecipanti. Per l’ufficio estero sono 102 le aziende assistite, dalle micro alle medie imprese provenienti dai settori metalmeccanico (58%), arredo (19%), plastica (12%), altri settori (11%). L’organico è composto da 7 persone che parlano 8 lingue (inglese, tedesco, francese, spagnolo, rumeno, moldavo, polacco e russo). L’Ufficio Estero opera in 28 Paesi nel mondo, con il 60% dei rapporti commerciali in Europa: 40% Germania, 25% Svizzera, 10% Francia, 10% Spagna, 5%.

In che misura le aziende partecipano alla vita associativa?

In primo luogo abbiamo la fortuna di avere anche solo da parte dei nostri consiglieri una partecipazione molto attiva nel seguire le loro diverse deleghe. Per il resto, la partecipazione degli imprenditori alla vita associativa vede uno scenario cambiato dopo il Covid, anche con l’opportunità degli incontri online. Tuttavia per i momenti più aggregativi, in presenza, c’è un’ottima risposta. Sono iniziative per far socializzare gli imprenditori e vediamo che, come nell’esperienza che stiamo vivendo col cineforum, portano una partecipazione molto alta. Dal suo Osservatorio e considerando le diverse dimensioni e tipologie di imprese meccaniche, che panorama osserva di questi tempi a Lecco?

Al netto dell’emergenza pandemica, le pmi meccaniche vengono da un 2020 e un 2021 molto floridi. Ma ora gli scenari sono molto compromessi da pesanti fattori economici, quali i rincari di materiali, energia, trasporti e incertezza generale. Le aziende hanno molti ordini ma una grandissima difficoltà a far quadrare le economie di scala.


22

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

VICINI AL TERRITORIO Confartigianato Imprese Lecco è presente nella nostra provincia con la sede centrale a Lecco in via Galilei e 7 delegazioni

Confartigianato Imprese Lecco

Accanto agl i ar t igiani sempr e e comunque Durante gli ultimi due anni l’Associazione ha supportato le imprese nel difficile compito di uscire dalla crisi Christian Dozio

E’ un periodo estremamente complicato, quello che anche gli artigiani stanno vivendo ormai da due anni a questa parte. Prima la pandemia, poi i rincari, infine la guerra: difficoltà su difficoltà, nelle quali però hanno sempre potuto contare su una presenza immancabile e rassicurante, quella di Confartigianato Imprese Lecco, che si è posta come punto di riferimento in grado di aiutare le imprese a uscire dalle secche. Il terreno resta però scivoloso, a causa della concomitanza di una serie di fattori che complicano in modo consistente la vita degli imprenditori, che rimangono guardinghi.

«Questo è un momento in cui a prevalere sono attesa e incertezza – ha commentato il presidente dell’associazione di via Galilei, Daniele Riva -. Il fattore psicologico incide parecchio in una fase come quella

che stiamo vivendo. Gli imprenditori con cui parlo sono tutti attendisti: le operazioni che dovevano fare le hanno fatte e ora aspettano la pausa estiva». Quello che è certo è che questa non è un’epoca particolarmente fortunata. «Dopo il 2000 è successo di tutto. Nel 2008 la crisi economica che ha investito il mondo ed è durata per 5/6 anni. Quindi, quando si

FONDARTIGIANATO

FORMAZIONE CONTINUA E COMPETITIVA Fondartigianato (Fondo Artigiano Formazione) è il primo Fondo Interprofessionale per la Formazione Continua autorizzato dal Ministero del Lavoro nel 2001, costituito dalle principali parti sociali tra cui Confartigianato. Fondartigianato sostiene la cultura della formazione continua, promuovendo la realizza-

zione di piani formativi che favoriscano la competitività delle imprese valorizzandone le risorse umane. Per aderire a Fondartigianato basta selezionare il codice “FART” in fase di compilazione dell’ex Mod.DM10/2 e trasmetterlo all’INPS tramite flusso UNIEMENS.

stava finalmente uscendo dalle secche, ecco la pandemia. Poi, ancora, mentre si stava concretizzando il rimbalzo, i problemi legati alle materie prime, il caro energia e la guerra, che ha accentuato ulteriormente i problemi. Sta succedendo veramente di tutto ed è un peccato, perché non si riesce a mantenere un trend positivo come quello che, seppure “drogato” nel 2021, stava permettendo all’economia di rialzarsi con convinzione. Questo probabilmente anche in funzione della voglia di riconquistare libertà e recuperare il tempo perso da parte delle persone dopo un anno e mezzo di “clausura”. Peccato che a vanificare questa ripartenza, seppure quasi “fuori giri”, siano arrivati i problemi in tema di energia e poi il conflitto in Ucraina, che hanno rallentato tutto, arrivando persino a imporre lo stop della produzione in seno alle aziende energivore».


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

L’atteggiamento delle imprese non può quindi che essere attendista, considerate le fluttuazioni che tutti i beni energetici hanno subito dalla metà dell’anno scorso, registrando ulteriori picchi con l’invasione russa dell’Ucraina. Per non parlare delle difficoltà in termini di prezzi e reperibilità delle materie prime. «Siamo in attesa di capire cosa succederà, sperando in primo luogo che la guerra finisca il prima possibile. Stiamo rilevando una leggera flessione dei prezzi, ma il mio timore è che la causa non sia un assestamento delle quotazioni quanto una riduzione della domanda, sintomo di come l’economia si starebbe “inchiodando”. I prezzi dell’energia a maggio sono diminuiti del 20% rispetto ai mesi scorsi; lo stesso vale per acciaio e ferro. Nell’ultimo mese e mezzo abbiamo registrato una ridiscesa delle quotazioni, ma non aspettiamoci di tornare ai livelli di due anni fa, perché questo non avverrà, almeno non nel mediobreve periodo». In un contesto di questo genere, basato su cause esterne non superabili autonomamente, i nostri artigiani stanno facendo sacrifici consistenti assorbendo i costi incrementati; chi può li ribalta, in tutto o in parte, a valle. In questi casi è fondamentale una gestione attenta e oculata dell’impresa, per evitare il rischio di default. «In questi momenti di shock è determinante un’analisi precisa dei costi, andando a individuare le variabili che incidono sull’ammontare finale del costo-ora o del costo-prodotto. Anche perché praticamente tutti hanno messo mano ai listini, soprattutto le aziende strutturate, in cui l’artigiano deve andare a rifornirsi di materiali. Faccio un esempio che mi riguarda da vicino: la lamiera è passata da un costo di 0,5 euro a 1,7 euro nel giro di pochi mesi». Per il futuro delle imprese c’è però anche un altro elemento determinante: le risorse umane, sempre più difficili da reperire nonostante l’impegno con cui da anni le imprese e le associazioni di categoria cercano di trasmettere il messag-

23

COMITATO DI PRESIDENZA Ad affiancare il presidente Daniele Riva (al centro) gli imprenditori Riccardo Bongiovanni, Ilaria Bonacina, Monica Longhi, Gianpiero Conti e il segretario generale Vittorio Tonini

gio che il lavoro manuale è gratificante e sicuro, che officine e fabbriche possono essere luoghi piacevoli, che le porte delle aziende sono spalancate. La risposta non è giunta, ancora, nella misura attesa e necessaria. E il tempo ormai stringe. «In occasione dell’ultimo incontro con il coordinatore del Gruppo scuola di Confartigianato Imprese Lecco, Walter Cortiana, abbiamo fatto un’amara constatazione: diciamo le stesse cose ormai da vent’anni e il tempo sta ormai finendo, inesorabilmente. Ab-

biamo dieci anni per formare i lavoratori che saranno chiamati a sostituire chi oggi ha 50 anni: un ricambio che al momento non esiste e che rappresenta un problema decisivo per il futuro delle nostre imprese, che rischiano di doversi fermare. E’ urgente trovare una soluzione a questo vero e proprio grido d’allarme, perché dieci anni sembrano tanti, ma non lo sono affatto. Bisogna che i ragazzi e le famiglie comprendano quanto importante è il lavoro in azienda, quanto gra-

ENERGIA PER LE IMPRESE

Il decisivo r uo l o del Cen pi Che fosse una opportunità preziosa per permettere alle aziende e ai privati cittadini di risparmiare era una cosa già risaputa, ma con il caro energia che si è registrato dalla metà dell’anno scorso il suo ruolo è diventato ancora più importante. Stiamo parlando del Cenpi (Confartigianato ENergia Per le Impese), il consorzio che l’associazione ha fondato per rispondere alle esigenze delle imprese di disporre di un supporto affidabile, professionale e continuo sul tema energia, reso quindi accessibile a tutti. La mission è quella di garantire ai clienti la fornitura di energia al miglior prezzo di mercato, con acquisti mirati in diversi momenti dell’anno.

«Essere associati a Cenpi è risultato un vantaggio enorme, lo scorso anno: i clienti sono arrivati a dicembre con i prezzi bloccati, tutelati dai rincari che si sono registrati dal mese di giugno – ha affermato Daniele Riva, confermato presidente del consorzio a maggio -. Per il 2022 abbiamo scelto di non fissare il prezzo, perché in questo momento non sarebbe la strategia migliore: ora il mercato va monitorato giorno per giorno, considerate le fibrillazioni nelle quotazioni causate dalle tensioni internazionali. Il massimo dovremmo comunque averlo ormai toccato, anche se per un assestamento al ribasso dei prezzi si dovrà attendere, in base alle stime, fino al 2023/2024».

tificante sia il lavoro manuale: può essere più impegnativo e faticoso di un impiego da scrivania, ma dà tantissime soddisfazioni». Per far fronte a queste difficoltà nel trovare i profili necessari, c’è chi ha scelto di “costruire” in proprio le competenze di cui ha bisogno, con corsi di formazione specifici. «Abbiamo apprezzato molto la decisione di alcune aziende del territorio di strutturarsi per organizzare un proprio corso in grado di garantire una formazione “taylor made” in house. E’ una scelta estremamente intelligente. Nel caso delle imprese artigiane, considerando le loro dimensioni, a proporre attività formative di questo tipo potrebbe essere l’associazione. Serve però che gli imprenditori diano degli input precisi, perché Confartigianato può farsi carico di queste iniziative, ma il percorso va inevitabilmente costruito insieme in base allo specifico cluster di riferimento. In altre parole, ci mettiamo a disposizione come strumento in grado di mettere a terra un progetto basato sulle richieste specifiche di un gruppo di imprese. Questa può essere la strada del futuro: non corsi trasversali, più generici e che durano anni ma percorsi di durata contenuta in grado di fornire competenze molto specifiche e tecniche in base a concrete richieste. E’ un’opportunità da studiare con attenzione».



La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

25

Da sinistra: Antonio Rocca, Pr esiden t e ALPL , Marco Barassi, Pr esiden t e ORDINE DEI COMMERCIALISTI , Ernesto Baragetti, Pr esiden t e COLLEGIO DEI GEOMETRI , Gianfranco Magni, CONSIGLIERE PERITI INDUSTRIALI

Associazione Libere Professioni Lecco

LA FORZA DI 6MILA ISCRITTI gar ante da OLTRE 30 anni L’associazione tutela gli interessi dei professionisti, interagisce col sistema locale e promuove istanze legislative che hanno ricadute sulla vita dei cittadini. Un’esperienza unica in italia, riunisce oltre 6mila iscritti che fanno parte di numerosi e variegati Ordini e Collegi professionali Maria G. Della Vecchia

Quella di Alpl-Associazione Libere Professioni Lecco è un’esperienza pressoché unica in Italia che riunisce oltre 6100 iscritti per 11 entità tra Ordini e Collegi professionali con la finalità, fra l’altro, di affrontare insieme questioni comuni, con una massa critica che afferma il potere negoziale nel dialogo con pubbliche amministrazioni e altri enti. Commercialisti, geometri e geometri laureati, consulenti del lavoro, agronomi, ingegneri, architetti, notai, medici, periti industriali, farmacisti, avvocati e a breve anche veterinari e infermieri so-

no mondi di rappresentanza che in Alpl riescono a trovare sintesi comune per affrontare questioni trasversali alle categorie ma anche per intervenire su cambiamenti normativi. E’ il caso, ad esempio, spiega il

presidente di Alpl, Antonio Rocca, del testo che ha stabilito i limiti dimensionali per aziende ed enti nell’introdurre la figura del revisore, una normativa nata su input dell’associazione lecchese che ha

I numeri

L’impa t t o del l a r a ppr esen t a n za Undici Ordini e Collegi professionali della provincia di Lecco, più altri due prossimi ad entrare, per oltre 6.100 professionisti. Sono i numeri della forza di rappresentanza di Alpl-Associazione Libere Professioni Lecco, associazione apartitica, come stabilisce l’art. 3 dello statuto. Considerando che

mediamente uno studio comprende 4 addetti e che ciascuno di loro vive in una famiglia media di 3 persone, al netto dei praticanti e dei clienti degli studi con le loro famiglie, si arriva a circa 73mila persone in provincia che hanno il professionista come punto di riferimento.

prodotto il testo poi utilizzato con il D.L.14/2019. Difesa degli interessi professionali, azione a favore del territorio e interlocuzione con la politica sono i tre cardini di lavoro di Alpl, cresciuti gradualmente fin dalla fondazione nel 1993. L’associazione opera con riunioni mensili di consiglio per la valutazione delle questioni da affrontare a cui si aggiungono, spiega Rocca, “incontri periodici con gli enti del territorio, per il confronto su rispettivi punti di vista alla ricerca di soluzioni condivise. E’ il caso, ad esempio, del nostro rapporto con il Comune di Lecco e con l’Agenzia delle entrate. In aggiunta – continua Rocca – c’è il nostro dialo-


26

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

go con i politici, con i quali intratteniamo contatti soprattutto in campagna elettorale sulla base di una nostra scelta di incontrare i candidati di ogni partito, dal momento che per noi se le scelte incontrano il bene comune non c’è differenza di schieramento”. L’associazione non concentra in una sede unica tutti gli Ordini e Collegi. Da due anni Alpl ha sede presso i locali della Camera di Commercio dove accoglie i due ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, mentre gli altri ordini restano nelle rispettive sedi soprattutto se di proprietà, “anche se – aggiunge Rocca – è possibile che si riesca ad aggregare nella sede camerale anche altri Ordini”. Insieme, dunque, si risolvono problemi comuni e ci si propone come unico interlocutore verso enti alla ricerca di diversi tipi di consulenze: “vogliamo dare un aiuto all’amministrazione comunale e agli enti del territorio – aggiunge Rocca – e a cui stiamo spiegando il vantaggio di avere nell’associazione un unico referente per trovare tutte le professionalità utili per pratiche fiscali, commerciali, legali. E trova anche agronomi per il verde, architetti e ingegneri per le professioni tecniche necessarie allo sviluppo della città”. Da un lato, dunque, si mettono a fattor comune le esperienze per l’aiuto interno, fra i diversi Ordini, e dall’altro ci si mette a disposizione di enti per professioni variegate. Con l’aggiunta della parte più politica dell’attività, come ad esempio unirsi per chiarire aspetti di grandi riforme fra cui quella del catasto che coinvolge geometri, architetti e commercialisti. Per Marco Barassi, presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili, il valore aggiunto della partecipazione in Alpl sta “nella forza che hanno le professioni unite rispetto a quella dei singoli Ordini nel far arrivare richieste o suggerimenti in sede politica, ma anche nel poter affrontare in modo multidisciplinare questioni che coinvolgono diversi rappresentanti di ordini o di

IL PRESIDENTE Antonio Rocca

segmenti dell’economia fra cui le associazioni d’impresa”. E’ il caso, ad esempio, di un webinar organizzato in mesi recenti con rappresentanti politici locali su un tema di grande rilievo come quello della riforma tributaria. L’unione dà un’importanza operativa ulteriore secondo Ernesto Baragetti, vicepresidente di Alpl e presidente del Collegio geometri e geometri laureati: “Quella dei geometri è una delle poche professioni ordinistiche ad

essere regolata solo da un diploma di secondo grado, seppure recentemente sia stato disposto un corso di laurea specialistica abilitante. In tal senso – afferma Baragetti – siamo solo agli inizi di una nuova piattaforma formativa che si consoliderà negli anni”. Il tema si lega alla carenza di figure tecniche, anche come conseguenza di un’evoluzione che non ha seguito il cambiamento dei tempi: “Il dialogo fra professioni tecniche e anche con le altre professioni

la mission

TEMI COMUNI ALLE PROFESSIONI Alpl interviene a tutela degli interessi degli Ordini e dei Collegi - tenuti a garantire il rispetto della deontologia e dell’aggiornamento professionale da parte degli iscritti - ma soprattutto dei cittadini e del territorio su temi comuni alle professioni rappresentate. Fra questi ci sono: le azioni sull’equo compenso a garanzia della corrispondenza fra tariffe e professionalità; commisurazione della responsabilità professionale su misura dei compensi delle singole pratiche; richiesta al Governo di consultare i professionisti prima di emanare provvedimenti a forte impatto burocratico e normativo. Indirizzata al

Governo anche la richiesta di emanare leggi in concomitanza con i relativi regolamenti. In tema di anticorruzione e antiriciclaggio la richiesta è quella di introdurre obblighi proporzionati al soggetto destinatario, visto che in proposito i professionisti registrano che oggi vengono invece applicate le stesse norme di enti di dimensioni maggiori rispetto a quelle degli Ordini, senza differenziazione. Infine la richiesta al territorio affinché negli studi entrino giovani praticanti che sono accolti “con il riconoscimento – afferma il presidente di Alpl, Antonio Rocca – di un giusto compenso”.

trasversali così eterogenee presenti in Alpl è molto importante. Anni fa i geometri non dialogavano con i commercialisti, mentre oggi lo devono fare perché ci avviciniamo sempre più nel trattare questioni fiscali in campo immobiliare. Oggi – aggiunge Baragetti – anche il geometra, tecnico catastale per antonomasia, deve essere formato a dialogare sempre più con commercialisti e avvocati perché la gestione degli investimenti immobiliari richiede una poliedricità di dialogo e tutto ciò deve costituirsi fin dalla scuola e all’avvio di professione, ma anche sviluppando capacità di confronto e scambio, nella certezza che il buon dialogo fra geometri, ingegneri e architetti crea un volano di progetti importante per un territorio come il nostro”. Se il dialogo è rapido fra i professionisti, con la pubblica amministrazione ci si trova davanti a quello che per Baragetti è “un vero e proprio muro di comunicazione. A livello catastale ci sono realtà che affossano un’economia virtuosa. Uffici tecnici, uffici catastali, banche dati geografiche rappresentano nella visione comune un immaginario alto e distante, invece hanno una ricaduta incredibile sulla vita dei cittadini. E senza dubbio Alpl rappresenta un gruppo di attacco numerico per ragionare ai livelli più alti”. Sull’imbuto che si è creato nello sviluppo delle professioni Rocca ricorda che per i giovani nati negli anni Sessanta l’indicazione era quella di fare il commercialista o l’avvocato e ciò veniva detto senza previsioni sul futuro, “col risultato – afferma Rocca – che nel giro di una quindicina di anni c’è stata una saturazione delle due professioni tanto che oggi pare sia in atto un’inversione di tendenza per cui i commercialisti vanno a fare i dirigenti d’azienda o altro, senza capire che ora c’è più che mai bisogno di loro nel mondo delle professioni. Da sempre in questo Paese la programmazione viene fatta considerando il momento attuale, senza visione né strategia da parte dello Stato che gestisce le politiche scola-


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

stiche”. La via d’uscita, secondo Barassi, sta nell’informazione: decenni fa ce n’era davvero poca su cosa fare dopo il liceo e oggi ci sono analisi che cercano di valutare quali possibilità ci sono per professioni del futuro. Ma, sottolinea Rocca, sono analisi private, non fanno parte di un’idea di programmazione che dovrebbe invece avere lo Stato. Dinamica non molto diversa per le professioni tecniche, ricorda Baragetti, visto che storicamente geometri, architetti e ingegneri “nel 90% dei casi provenivano dall’istituto tecnico per geometri, oggi scomparso per lasciare posto al Cat-Costruzioni Ambiente e Territorio. In seguito i Politecnici hanno attinto sempre più dai licei verso cui si è indirizzata gran parte degli studenti, col risultato di ingegneri e architetti che soffrono una mancanza di formazione di base tecnica. E’ un bacino – conclude Baragetti – da cui far rifiorire determinate figure, col paradosso che studi di architettura e ingegneria indirizzano al Collegio segnalazioni di urgenza perché non riescono a trovare praticanti, quali disegnatori o altro, da inserire negli organici degli studi ad esempio per la gestione del Superbonus 110”. Le professioni sono oggi inserite pienamente nel dialogo del sistema economico locale, anche per obbligo di legge a partire dal 2015. Rocca siede infatti come rappresentante delle professioni nel Consiglio della Camera di Commercio di Como Lecco, come espressione dei presidenti degli Ordini e Collegi di Como e Lecco. “Due anni fa, nella fase iniziale dell’accorpamento fra le due Camere di Commercio – afferma Rocca – si è stabilito di dare un’alternanza geografica fino alla fine del mandato nel 2024, anche se per noi la distinzione fra Como e Lecco è già superata. In proposito, sebbene non previsto dal regolamento, abbiamo chiesto e ci è stato concesso che entrasse una rappresentante delle professioni nel comitato imprenditoria femminile e in questo caso la rappresentanza è stata comasca. In

27

Confronto con i candidati regionali

Consiglio camerale – conclude Rocca – partecipiamo attivamente e votiamo su quel che riteniamo giusto, se condividiamo idee e progetti li sosteniamo da qualsiasi categoria arrivino”. Idee e progetti che sempre più spesso si rivolgono a sostenere la competitività delle imprese in un momento economico molto difficile, segnato dalla crisi indotta dal Covid

e dalla guerra ma anche dall’inflazione, dai materiali per produrre sempre più rari e sempre più cari. Un tema su cui i commercialisti hanno in particolare il polso di come vanno le cose fra le imprese locali: “Senza dubbio i costi energetici e la scarsità di alcuni approvvigionamenti – afferma Barassi – sono più che mai difficoltà centrali per le imprese, con

LA STORIA

FONDATA NEL 1993 L’Associazione di Ordini e Collegi professionali fu fondata nel 1993 per fornire casa comune e servizi in comune a tre Ordini. Alpl è dunque un’associazione di Ordini istituiti per legge come enti pubblici a tutela di interessi diffusi, che vigilano sul rispetto di deontologia e altri obblighi (formazione, obbligo assicurazione) da parte degli Iscritti. Ordini che in quanto enti pubblici sono un’articolazione dello Stato e sottoposti a vigilanza ministeriale. Per il triennio 2020-2023 Alpl è presieduta da Antonio Rocca, commercialista. Con Rocca in Consiglio ci sono per i rispettivi Ordini e Collegi Ernesto Bara-

getti (vicepresidente, geometri e geometri laureati), Mario Bernardo (segretario, consulenti del lavoro), Luca Bertarini (tesoriere, commercialisti), più i consiglieri Laura Cameroni (agronomi), Pietro Canali (ingegneri), Matteo Dell’Era (consulenti del lavoro), Luca Donegana (notai), Sergio Invernizzi (medici), Gianfranco Magni (periti industriali), Paolo Matteucci (farmacisti), Gian Maria Ratti (avvocati), Anselmo Gallucci (architetti), Federico Rossi e Irma Vinchesi (commercialisti). Revisori e probiviri sono Damiano Chiappa (commercialisti), Antonio Molinari (ingegneri) e Raffaella Gianola (avvocati).

effetti sugli accordi presi fra clienti e fornitori. Chi aveva concluso contratti si è trovato a pagare strada facendo costi di forniture notevolmente aumentati e non sempre è riuscito a ribaltarli sui clienti. Quindi tante aziende hanno compresso i margini – aggiunge – e questo è molto pericoloso”. Barassi ricorda che per tante imprese il problema delle forniture ha condizionato il modello di business in quanto dopo la crisi del 2008-2009 la tendenza prevalente è stata quella di non fare scorte, quindi nessuno produceva per i magazzini. “Con la pandemia – aggiunge Barassi -, con la chiusura dei flussi di materiali dalla Cina e con l’aggiunta dell’incidente che aveva interrotto il transito nel canale di Suez, i modelli di attività sono cambiati. Chi ne ha avuto la possibilità è tornato a produrre per il magazzino: così ha potuto soddisfare i clienti, che in caso contrario si sono rivolti altrove con un impatto molto più radicale di quanto si immagini. In 12 anni – conclude – il modo di lavorare è cambiato due volte in un territorio come il nostro a forte vocazione industriale soprattutto nella Brianza”.



La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

29

Tante le occasioni di incontro proposte dall’associazione

CdO Lecco Sondrio

Far e impr esa e non sol o al cent r o l a per sona L’Associazione Compagnia delle Opere Lecco Sondrio è punto di riferimento sia per il mondo profit che per il no profit Christian Dozio

Nelle difficoltà di questi due anni, il riferimento costituito per le imprese dalla Compagnia delle Opere Lecco Sondrio non è mai mancato e, anzi, è cresciuto nel tempo, con una serie di attività e servizi attraverso i quali l’associazione ha supportato e continua a supportare tanto il tessuto imprenditoriale quanto quello no profit, affiancandoli nel superare i problemi. I nodi sono noti, considerato il fatto che si ripercuotono con i loro effetti non soltanto sul sistema delle imprese ma anche sui consumatori finali: il caro energia, i rincari delle materie prime, la scarsa disponibilità

dei materiali vanno a incidere in prima battuta sulle aziende e, a cascata, arrivano a “bussare” alla porta del singolo cittadino, tra ritardi e rincari. «Stiamo attraversando un periodo in cui si pensava di

aver finalmente intrapreso la direzione giusta per uscire dall’emergenza pandemica, ma che è stato funestato dall’apertura di un’altra grave crisi, che sta rallentando e disorientando gli attori, economici e non solo – commenta Martino Micheli, direttore della Compagnia delle Opere Lecco Sondrio -. Non dimentichiamo che già prima dell’emergenza pandemica le nostre imprese

LA SCHEDA

SOSTEGNO PER LE IMPRESE Compagnia delle opere è un’associazione che ha lo scopo di sostenere imprenditori, enti senza scopo di lucro, manager e professionisti nello sviluppo delle imprese e delle attività professionali in un orientamento per il bene di tutti. Chi vi partecipa è mosso dal desiderio di affrontare in modo

integralmente umano e con strumenti innovativi le sfide imprenditoriali, professionali, socioeconomiche e culturali del nostro tempo. Per questo la Cdo promuove relazioni, incontri e strumenti che favoriscono l’apertura, la conoscenza e l’accompagnamento a scelte e decisioni fondate e consapevoli.

stavano attraversando momenti altalenanti, a causa della crisi che ha colpito diversi mercati; ora siamo tutti alle prese con l’esigenza che il sistema economico riparta, dopo anni di difficoltà, ma la situazione geopolitica internazionale sta condizionando pesantemente il mercato». Il direttore prosegue: «Ci sono criticità importanti nel reperire le materie prime e continui aumenti di prezzo dei materiali stessi. Questo sta mettendo in difficoltà molti imprenditori appartenenti a diversi settori: si avverte profondamente l’instabilità e l’incertezza causata dalla mancanza di uno scenario certo nel quale muoversi. Il conflitto scatenato in Ucraina dalla Russia sta creando grossi problemi alle imprese, che anche prima del 24 febbraio avevano difficoltà di approvvigionamento delle materie prime». Il segno più profondo, quanto


30

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Un momento di confronto sulla realtà Cdo

Proficua la collaborazione col Politecnico

meno sul modo di concepire il lavoro, l’ha lasciato comunque la pandemia. «L’emergenza non è completamente superata, ma il peggio sembra finalmente alle spalle. Molte cose sono cambiate, sulla scia di quanto è accaduto dal 2020 in poi. Anche in seno alle nostre aziende sono stati avviati cambiamenti ai quali non si rinuncerà: il compito di Cdo è anche quello di accompagnare gli imprenditori in un contesto come questo, affiancandoli per aiutarli ad affrontare al meglio la situazione e le novità che il nuovo contesto ha portato con sé». «Inoltre, oggi l’imprenditore ha una grande responsabilità, quella di essere costruttivo verso i bisogni della società in cui opera, proprio perché imprenditore. Questa responsabilità si riversa sui tanti importanti attori che compongono il nostro territorio; penso in particolare al settore del no profit, quali scuole, cooperative, opere fondamentali per tutto il nostro tessuto sociale e colpite anch’esse dalla grave crisi che stiamo attraversando». Sono tre i filoni principali su cui Compagnia delle Opere lavora ormai da tempo. «Il primo riguarda le nostre proposte di incontro. Stiamo aumentando i momenti di networking in presenza, dopo aver promosso gli incontri online. Abbiamo riscontrato la voglia di vedersi, confrontarsi,

mercati globali. È necessario mantenersi aggiornati su tutte le evoluzioni e le possibilità disponibili, da Industria 4.0 agli efficientamenti energetici fino alla transizione ecologica. In questo senso, stiamo portando avanti in sinergia con il Polo di Lecco del Politecnico di Milano, un percorso fatto di incontri rivolti alle imprese, per informarle costantemente sui progetti di innovazione tecnologica, 4.0 e sulle opportunità relative ai bandi esistenti. In questo periodo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) consente di realizzare interventi e investimenti che fino a qualche an-

incontrarsi dopo il lungo periodo di lontananza. Una tendenza che verifichiamo in tutti i settori, dall’edilizia all’alimentare al metalmeccanico: c’è un coinvolgimento costante dei nostri associati, che hanno voglia di parlarsi per condividere quello che si sta facendo, come si affrontano determinate situazioni e problematiche, quali sono i trend. Si tratta di momenti molto interessanti e costruttivi, proposti presso le aziende associate». Un altro aspetto fondamentale è quello relativo all’innovazione. «Oggi più che mai è decisivo restare al passo, viste le caratteristiche attuali dei CDO

PUNTO DI RIFERIMENTO QUALIFICATO In seno a Compagnia delle Opere la vita associativa è costituita da numerosi momenti di incontro, formali e informali. Ci sono i Direttivi aperti, che permettono ai nuovi soci di raccontarsi all’associazione presentando la propria realtà imprenditoriale, ma anche le iniziative a cadenza mensile presso le aziende degli associati Cdo caratterizzati da momenti di B2B tra gli imprenditori presenti. Esiste inoltre Cdo Academy, che propone percorsi, dialoghi e formazione attraverso cui costruire il proprio sviluppo imprenditoriale e professiona-

le; le filiere Cdo, che propongono momenti di incontro e webinar sull’attualità, legata al settore economico cui l’associato appartiene (come ad esempio Cdo Meccanica, Cdo Edilizia, Cdo Informatica, Cdo Energia). Da ultimo Compagnia delle Opere Lecco Sondrio ha lanciato da alcuni mesi l’iniziativa C-Desk, servizio rivolto ai propri associati per offrire riferimenti qualificati e professionali su diversi temi, quali: efficienza energetica, finanza agevolata, fisco, informatica e telecomunicazioni, legale, rapporti di lavoro, salute e sicurezza.

no fa erano impensabili». Altro pilastro dell’attività associativa è la formazione, un tema di grandissima importanza, oltre che costantemente all’ordine del giorno. «Oggi il mercato del lavoro richiede skills particolari; anche aggiornamenti costanti, per mantenere aggiornate le competenze del personale, e approfondimenti su molti temi (dal project management fino alla supply chain) sono ormai elementi di grande rilievo in ambito aziendale. Stiamo raccogliendo grande apprezzamento alle proposte che facciamo, tanto nel Lecchese quanto in Valtellina». Sul piano della formazione, una nota dolente è inevitabilmente quella legata alla disponibilità di risorse umane. Ormai, a prescindere dal livello di competenze, le aziende faticano non poco a reperire figure da inserire in organico, con tutto quello che ne consegue in termini di sviluppo del tessuto economico territoriale. «Il mercato del lavoro oggi è molto complesso – aggiunge Martino Micheli -. Mancano figure professionali che un tempo si trovavano con più facilità. Oggi assumere è diventato un compito arduo. Anche in questo campo siamo al fianco dei nostri imprenditori, raccogliendo le loro segnalazioni e istanze e organizzando corsi di formazione presso la nostra sede, cercando di aiutarli in modo sempre più incisivo anche su que-


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

31

PIETRO VITALINI imprenditore

WEBINAR “L’Economia di Francesco” con la partecipazione del cardinale Angelo Scola e del Prof. Stefano Zamagni

sto fronte». Quello lecchese è sempre stato un territorio ricco, caratterizzato da una profonda vena manifatturiera, «ma le cose stanno cambiando. La manifattura pesa meno rispetto a qualche anno fa e anche nella nostra provincia è in atto un processo di terziarizzazione dell’economia che ha effetti anche sul piano occupazionale». Quello delle risorse umane è un problema molto serio, che sta assumendo un peso via via crescente nella gestione ordinaria delle nostre aziende. «Ormai da qualche anno la situazione è questa: mancano figure di ogni tipo, dai saldatori agli ingegneri, e le aziende sono in difficoltà nel portare avanti i loro processi produttivi. Spesso si attinge al di fuori del territorio, con tutte le difficoltà e le complicazioni che anche questa strada comporta». Le aziende mostrano comunque puntualmente, anche in questo contesto, la capacità e l’inventiva tipica dell’imprenditorialità lecchese, capace di individuare soluzioni per superare ostacoli. «C’è grande capacità di reinventarsi, grazie all’acume imprenditoriale che caratterizza il nostro territorio. Si stanno organizzando corsi interni, ci si appoggia a scuole e ad enti professionali per sopperire alle lacune: non si resta alla finestra ad aspettare gli eventi».

Vale anche per il caro energia, “aggiungendo il rincaro energetico alle difficoltà relative alle materie prime, è inevitabile che il sistema stia registrando un rallentamento, che per fortuna non si sta trasformando in fermata. Per questo stiamo studiando il modo in cui affiancare le imprese sotto più punti di vista: capire quali alternative cercare, quali nuovi mercati approcciare, quali eventuali opzioni offrire al cliente finale. Un tema che vogliamo approfondire è quello delle comunità energetiche, che può rappresentare una risposta importante a questo tipo di esigenza. Ci possono essere soluzioni in grado di alleviare le difficoltà che stanno investendo davvero tutti, nes-

suno escluso». Tornando alle attività promosse regolarmente da Compagnia delle Opere nei territori di Lecco e Sondrio, a cadenza mensile tengono banco momenti di condivisione che permettono agli imprenditori di determinate filiere di approfondire tematiche specifiche, sulla base delle esigenze che vengono manifestate dagli associati. «A questi incontri affianchiamo anche momenti di confronto pubblico, perché vogliamo continuare a rappresentare per le imprese un solido punto fermo, cui appoggiarsi e al quale fare riferimento, in un territorio molto vasto in cui operano tantissime filiere. Un ruolo, questo, che abbiamo sempre ricoperto ma che in

ASSOCIATI

400 AZIENDE TRA LECCO E SONDRIO Alla Compagnia delle Opere Lecco Sondrio sono associate circa 400 aziende dei due territori provinciali, in rappresentanza praticamente di tutti i settori economici. La quota più significativa, in termini di “peso specifico”, è quella riguardante i servizi. Oltre una su quattro (27%, circa 100 in termini assoluti) delle realtà associate afferisce infatti a questo comparto. La meccanica si attesta in seconda posizione, con il 19% del totale, al pari dell’edilizia, altro settore im-

portante per l’economia territoriale lecchese e sondriese. Segue il commercio, che “vale” il 13% delle 400 imprese che fanno riferimento all’associazione con sede in via Col di Lana. Il manifatturiero costituisce invece un’azienda su dieci, subito davanti al turismo (9%). Molto distanziate, a completare il parterre di realtà che costituiscono la base associativa della Cdo Lecco Sondrio sono quelle dei settori agroalimentare (che pesano per il 2% del totale) e No profit (1%).

questo particolare periodo risulta ancora più importante, anche constatando le tantissime richieste che riceviamo dalle associate. In questo senso vogliamo aiutare a sviluppare anche le realtà No profit». Un impulso importante al rilancio dell’economia arriverà anche dai bandi e dai finanziamenti pubblici al tessuto imprenditoriale. «Rispetto alla fine del 2021, caratterizzato da una relativa calma, il 2022 è iniziato con una marcata vivacità in relazione a bandi e proposte in favore delle aziende. Di possibilità ce ne sono moltissime, anche in termini di supporto alla formazione di nuove imprese. C’è molto fermento, anche se non è sempre facile accedere a queste agevolazioni. Spesso ci si impiegano settimane a preparare informazioni e documentazione necessarie, ma al momento dell’apertura dei termini le risorse si esauriscono in una manciata di minuti». Infine, uno sguardo in prospettiva. «Credo che il secondo semestre non sarà molto diverso dal primo in termini produttivi – conclude il direttore -. Confidiamo che la guerra possa cessare il prima possibile, perché sta creando una situazione drammatica a livello umanitario soprattutto, ma anche economico, con conseguenze che si continueranno a riverberare anche sul nostro territorio».



La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

33

Ordine dei Consulenti del Lavoro

SMART WORKING E CASSA CONSULENTI indispensabil i L’emergenza sanitaria ha fatto emergere in modo importante il ruolo dei Consulenti del lavoro Il presidente Matteo Dell’Era evidenzia: «Siamo stati di fondamentale aiuto per le aziende nella gestione di una situazione complessa e inedita, rafforzando il nostro ruolo sul territorio» Christian Dozio

Nei due anni di pandemia il rapporto dei Consulenti del lavoro con i territori, le istituzioni, le imprese, i lavoratori anche a livello nazionale si è molto rafforzato. L’intervento di questi professionisti è risultato fondamentale per tutta una serie di situazioni pratiche che ne hanno evidenziato il ruolo, facendo sì che diventasse più chiaro nell’opinione pubblica il loro contributo sia sul piano privatistico, alle imprese, che pubblicistico, alla comunità civile. In particolare, nell’ultimo biennio il ruolo dei Consulenti del lavoro è stato decisivo in relazione alla gestione degli ammortizzatori sociali, dei congedi straordinari per Covid, dello smart working, dei protocolli di sicurezza entro i luoghi di lavoro. Il tutto aiutando nell’interpretazione delle tante normative emergenziali che si sono sovrapposte e accavallate traducendosi in numerose circolari. Ma, ovviamente, non soltanto. «Il Consulente del lavoro – ha commentato il presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro della provincia di Lecco, Matteo Dell’Era - è stato come non mai al centro di tematiche fondamentali non solo per la gestione ma anche, in alcuni casi, per la stessa sopravvivenza delle imprese oltre che per l’aiuto ai lavoratori. Ora il nostro ruolo è più compreso e conosciuto». La presenza dei professionisti, in grado di supportare le aziende su tutta una serie di temi complessi e delicati, ha dato maggiori certezze agli imprenditori, che si sono quindi potuti

Il Pr esiden t e Matteo Dell’Era

concentrare su altri aspetti della pandemia, considerato il violento impatto a 360 gradi che questa ha avuto, dall’aspetto economico e produttivo fino a quello psicologico. Tra gli argomenti in cui i Consulenti del lavoro sono stati in prima linea c’è naturalmente anche quello dello smart working. «Con l’emergenza si è “scoperta” l’esistenza del lavoro agile, nato in realtà sotto il profilo normativo con il decreto

81/2017. Fino al 2020 esisteva nella prassi organizzativa solo di alcune grosse aziende, poi è “esploso”. In primis, però, si è vissuta un’esperienza parziale dello strumento, inteso solo come lavoro da casa. Il concetto è però ben più ampio e si basa sul presupposto del risultato raggiunto invece che delle ore di lavoro svolte, con tutto quello che ne consegue anche in termini di autonomia nello svolgimento della propria mansione». Que-

LA SCHEDA

PUNTO DI RIFERIMENTO Il Consiglio provinciale di Lecco dell’Ordine dei Consulenti del lavoro è presieduto da Matteo Dell’Era. A coadiuvarlo nelle funzioni di rappresentanza della categoria sono la segretaria Ivana Mirarchi, il tesoriere Dario Zangani e i consiglieri Nico Gilardi e Fabrizio Fociani. La segreteria risponde al nu-

mero telefonico 0341/282904 ed è operativa dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. A disposizione anche la mail cdl@alpl.lecco.it e la pec ordine.lecco@consulentidellavoropec.it. La sede dell’Ordine dei Consulenti del lavoro si trova in viale Tonale 28/30 a Lecco.

sta esperienza ha portato con sé la valutazione della possibilità di ricorrere a questa modalità in casi di particolare necessità o dove ce ne sia l’opportunità. «Il 31 agosto, salvo ulteriore proroga, sarà una data chiave per lo smart working, considerato che uscirà dalla fase emergenziale e richiederà, per poter essere applicato, la firma di un accordo tra lavoratore e azienda». Il lavoro agile è solo una parte del processo di digitalizzazione che sta interessando in modo sempre più pervasivo tutte le imprese. «Naturalmente, tutti i professionisti, e i Consulenti del lavoro non fanno eccezione, sono coinvolti e fanno parte di questo cambiamento che sta portando allo sviluppo di sistemi digitali sempre più spinti. Il nostro obiettivo è non subire questa evoluzione ma esserne protagonisti, partendo da una serie di proposte che permettano di governare questo passaggio. Bisogna comunque sempre tenere presente che accanto all’automatizzazione, alla robotizzazione e alla digitalizzazione dei processi, l’apporto umano resta centrale e decisivo e vale a maggior ragione per la nostra professione, il cui fulcro è rappresentato da cuore e mente». In questo contesto, comunque, «ci faremo promotori come categoria di azioni finalizzate a supportare anche la Pubblica Amministrazione, per quanto ci compete, nella digitalizzazione delle procedure, lavorando parallelamente ai temi della diffusione della consapevolezza di quanto importante sia la cyber security, per la protezione dei dati».


34

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Servizi alle imprese

La task f or ce naviga e vince nel l a bur ocr azia Innotec, cinquecento pratiche l’anno con anche quaranta documenti per ognuna. Luciano Baggioli : «Da noi ingegneri gestionali e laureati tecnici affiancano le imprese su tutti i bandi pubblici. Assistenza sì, ma anche consulenza a tutto campo perché non basta farsi ingolosire da un incentivo elevato» Maria G. Della Vecchia

Se in passato un’azienda senza il capitale necessario per acquistare un macchinario da centinaia di migliaia di euro non aveva altra via che presentarsi in banca a chiedere il relativo finanziamento, oggi avvia una pratica di “Sabatini” e se tutti i requisiti sono in ordine il supporto agevolato di Stato risolve il problema. Idem se si vuole dare il via alla trasformazione dell’azienda in Impresa 4.0, ma anche se si vuole finanziare l’avvio di azienda femminile o giovanile, se si vuole iniziare a internazionalizzarsi o diventare un’impresa più forte sui mercati esteri. Per avere i fondi si passa sempre più spesso dai bandi pubblici di Stato o regionali, solitamente pratiche complicate, da accompagnare con resoconti economici e, spesso, documenti tecnici che se presentati con imprecisione fanno perdere l’opportunità. Supportare le imprese nel non fallire sulla burocrazia è la sostanza del lavoro di Innotec, la società lecchese specializzata sui bandi pubblici che, in più, nel tempo ha affinato le proprie competenze e si è dotata di personale, tutto costituito da ingegneri gestionali ed esperti di economia aziendale, che orienta le imprese nella scelta del miglior bando a seconda delle singole caratteristiche di attività, obiettivi e possibilità. “Stiamo assistendo a uno sviluppo pressoché quotidiano di nuovi incentivi o di modifiche burocratiche su incentivi già

I co o r din at o r i DELLE ATTIVITà DI INNOTEC da sinistra Giovanni Monti (ricerca e sviluppo), Davide Carlini (innovazioni tecnologiche), Gianluca Ciuferri (incentivi regionali)

esistenti, dovuto sia a un normale trend di iniziative da parte di enti pubblici a qualsiasi livello sia, soprattutto, al fatto che stanno andando in attuazione le destinazioni di fondi del Pnrr, per cui ogni giorno c’è qualcosa di nuovo ma fra mille incentivi orientati a nicchie ben precise, a tipologie di aziende o di aree geografiche, oppure a bandi molto particolari e ristretti, spesso con dotazioni non elevatissime frutto di una frammentazione del Pnrr avvenuta probabilmente a livello centrale per accontentare tutte le richieste. Tutto ciò richiede di essere tempestivi, precisi e capaci di ottenere il risultato”, afferma Luciano Baggioli, fondatore e titolare di Innotec. Su come la sua stessa società si attrezzi sulle competenze interne e rispetto alla concorrenza per continuare ad esse-

re scelta dai clienti, in gran parte imprese del territorio e di province limitrofe, Baggioli spiega che l’aggiornamento interno è costante. Agli esperti di Innotec non sfugge nulla di quello che i ministeri dello Sviluppo Economico, della Transizione Ecologica, dell’Università, ma anche Regione Lombardia e Unioncamere mettono a disposizione per aiutare le aziende con contributi a fondo perso o finanziamenti agevolati. Studio di circolari governative e del Burl regionale sono un’attività continua, messa costantemente a fuoco nel briefing quotidiano per uno scambio di aggiornamento. Il passo successivo è individuare quali aziende, fra quelle assistite in modo continuativo, possa essere interessata alle nuove opportunità perché magari ha già programmi in

corso oppure perché, in base alla conoscenza che Innotec ha delle singole realtà, potrebbe attuare programmi che altrimenti resterebbero nel limbo delle sole idee. “Ad esempio – spiega Baggioli – una recente iniziativa del ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione un contributo del 35% sui costi di progetto di innovazione 4.0 ed efficientamento ambientale che avesse un valore di almeno un milione di euro. Ci siamo chiesti chi fra i nostri clienti avrebbe potuto concorrere e ne abbiamo individuati quattro con i quali stiamo ora elaborando i progetti, con messa a punto di relazione e documentazione corposa richiesta dal ministero. E sono progetti che faranno fare un salto di qualità alle imprese coinvolte”. In Innotec l’assistenza al


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

cliente include la cura di qualsiasi momento tecnico, finanziario, burocratico di una pratica e a volte, aggiunge Baggioli, “includiamo anche il confronto con uno psicologo esperto di strategie aziendali per valutare insieme al cliente qual è la scelta giusta. Lo facciamo – continua – perché a volte gli imprenditori ci interpellano per capire quale sia la soluzione migliore nella grande offerta di incentivi. Non è raro infatti che qualcuno si faccia attrarre da un credito d’imposta al 50% per l’acquisto di una macchina e ci chieda subito di avviare le pratiche. Prima di muoverci gli chiediamo di mettere a fuoco se davvero quella macchina serve all’azienda e in proposito mi fa piacere che a Lecco i commercialisti si siano resi conto del nostro ruolo, con i quali siamo oggi in dialogo. Siamo partiti dialogando con le ditte, ora dialoghiamo anche con i commercialisti che le assistono. La sinergia fa bene a tutti”. Dopo anni in cui l’incentivo pubblico non era considerato come componente strategica dell’attività aziendale bensì come un motivo di rallegramento se più o meno casualmente arrivava, negli ultimi 3-4 anni la considerazione delle aziende è cambiata. L’incentivo è entrato come componente significativa nel conto economico, si ha consapevolezza del fatto che porta vantaggi in azienda, che si tratti del classico credito di imposta sugli investimenti o del contributo, spesso cospicuo, a fondo perso. “Proprio in funzione di questo cambio di mentalità che si sta diffondendo nel mondo imprenditoriale – aggiunge Baggioli – noi in questi ultimissimi anni ci troviamo ad avere una crescita di richieste estremamente più elevata rispetto al passato. Per noi oggi la sfida di crescita è quella di tenere al passo la nostra struttura interna, mantenendola aggiornatissima sulle normative e sui metodi di lavoro, per far fronte al grosso potenziale di aziende che intende rivolgersi a noi per essere assistite. In tutti gli anni scorsi abbiamo dato risposta e soddisfazione alle imprese, il passaparola sui risultati ottenuti

f o n dat o r e e r espo n sa bil e di Innotec Srl Luciano Baggioli

ha portato da noi anche imprese che non si erano mai affacciate al mondo degli incentivi, con un flusso di nuove richieste che non è facile soddisfare, in quanto è difficile trovare nuovo personale già preparato. Quindi lo prepariamo noi, alla fine riusciamo ad accontentare tutti, aziende grandi e piccole”. In sostanza, i mesi di difficoltà hanno portato in Innotec una nuova crescita potenziale di richieste dalle imprese, in parallelo all’aumento del ventaglio di opportunità dei fondi pubblici, ma “resta comunque il fatto – sottolinea

Baggioli – che contemporaneamente a questo reale incremento di opportunità e incentivi la burocrazia diventa sempre più pesante. Di mese in mese c’è un’attenzione maniacale a ogni cavillo da parte degli uffici di Regione e ministeri e questo fa perdere tanto tempo. E’ un aspetto che nonostante le tecnologie informatiche continua a peggiorare rendendo la gestione del lavoro sempre più complicata. La pratica per un contributo arriva a richiedere fra i 30 e i 40 documenti, e noi lavoriamo dalle 400 alle 500 pratiche l’anno. La semplificazione sa-

ORIENTAMENTO ALLE AZIENDE

i migl io r i in cen t ivi pubbl ici La storia di Innotec ha preso il via a metà anni Novanta, quando il fondatore della società lecchese specializzata nell’assistenza alle imprese sui bandi pubblici, Luciano Baggioli, era assistente in commissione Industria della Camera dei deputati e del ministero dell’Industria e si occupava di riorganizzazione delle norme per gli incentivi alle pmi. Dalla constatazione della mancanza di un collegamento fra imprese e istituzioni nasceva così l’idea di fondare una società dedicata, avviata a Roma e rapidamente trasferita a Lecco. In oltre trent’anni l’attività è cresciuta attraverso il legame con le imprese del territorio

alla ricerca di un partner competente nell’assisterle per operare nella giungla burocratica dei bandi. In Innotec lavorano cinque dipendenti e due collaboratori, tutti laureati in ingegneria gestionale e in economia “e ciò – sottolinea Baggioli – ci consente di affrontare le pratiche burocratiche sia nei contenuti tecnici che negli aspetti economici, in modo da dare una risposta completa al cliente. Soprattutto, siamo in grado di indirizzare preventivamente le ditte verso il miglior utilizzo di contributi e finanziamenti, soprattutto in questo periodo in cui il panorama degli incentivi pubblici si è fatto abnorme”.

35

rebbe davvero una benedizione”. Fra le richieste più numerose e continuative negli anni ci sono quelle delle varie edizioni della “legge Sabatini” per i finanziamenti dell’acquisto di ben strumentali per la produzione aziendale. A tutt’oggi in Innotec se ne stanno facendo moltissime, Baggioli ci dice di ricevere almeno due richieste ogni settimana, con costanza, per finanziamenti singoli del valore medio intorno ai 200mila euro. Se il contributo a fondo perso o i finanziamenti con interessi vicini allo zero su lunghi periodi sono certamente la ragione pratica per chiedere fondi pubblici, l’aumento di richieste è spinta anche da una ragione di fondo data dalla necessità di competere: “Si sta diffondendo la consapevolezza che non si può restare indietro rispetto a quanto fa il mondo che gira intorno alle imprese. Spesso – aggiunge Baggioli – la molla che spinge a mettere a punto un progetto da finanziare con soldi pubblici parte quando un imprenditore constata che un suo cliente o fornitore ha migliorato la propria competitività perché ha acquistato un nuovo centro di lavoro con il 50% di incentivo a fondo perso”. Circa la concorrenza diretta di Innotec, invece, Baggioli spiega che anche sul territorio i competitor non mancano così come non mancano in Italia alcune grosse organizzazioni che lavorano a tappeto sui bandi pubblici, che fanno migliaia di pratiche ma con una particolarità: “propongono attraverso i loro canali commerciali un solo tipo di pratica, quella che per varie ragioni sa risposta ai loro interessi di business. Non si danno cura di altre esigenze che possono avere le ditte, non fanno un lavoro di analisi dei bisogni. In più – aggiunge Baggioli – c’è chi proviene da settori di leasing o di consulenza finanziaria e avendo individuato che il lavoro sugli incentivi può essere remunerativo (e lo è), contatta le imprese e propone di seguirle sui bandi pubblici. Ma sono singole persone a cui manca, ad esempio, il nostro substrato”.


36

La Provincia di Como

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Venerdì 24 Giugno 2022

45

Consulenza per le MPMI

MOLTIPLICARE I PROFITTI CON STRATEGIE CONCRETE Dieci azioni di marketing strategico per innestare un paio di marce in più alla propria azienda Dal noto consulente comasco Stefano Verga suggerimenti utili a tutte le imprese da non perdere Il lavoro di consulente di marketing strategico ha l’obiettivo di aiutare le aziende a muoversi più velocemente nella giusta direzione in modo pragmatico e concreto. Ed è la professione svolta da Stefano Verga un autorevole esperto di marketing strategico. “Per crescere è necessario dimenticarsi del marketing come oggi è inteso dalla maggior parte delle persone, ossia come comunicazione e pubblicità, spiega Verga. Queste due aree sono molto importanti ma non rappresentano assolutamente la chiave per spingere la crescita, anzi in molti casi possono essere dannose. Prima di ogni consulenza l’apprezzato professionista comasco effettua un check-up strategico presso le aziende, una fase diagnostica dove esegue “gli esami del sangue” del modello di business per identificare cosa non funziona e cosa potrebbe funzionare meglio. “Da questa analisi emergono sempre problemi nella vera area responsabile del successo o meno di un business, ossia il marketing strategico”, continua Verga. Il marketing strategico gioca il ruolo più importante in assoluto, è il cuore dell’azienda. “L’80% del successo di un’azienda dipende dalla bontà delle strategie di marketing alla base”. Il marketing strategico rappresenta sicuramente la leva più efficace ed efficiente a disposizione di una MPMI per moltiplicare i profitti con il minimo sforzo e senza dover fare enormi investimenti. “Non considerare il marketing strategico porta spesso a innamorarsi di idee, prodotti e servizi che poi non hanno il riscontro

STEFANO VERGA, laureato in economia aziendale, ha sviluppato business in oltre 50 Paesi del mondo lavorando come manager per grandi aziende. Da qualche anno mette a disposizione la sua esperienza nel marketing strategico per Startup e MPMI oltre a lavorare come advisor per aziende di diverse dimensioni e settori. immaginato una volta usciti sul mercato”.Di seguito 10 azioni di marketing strategico di primaria importanza suggeriti da Stefano Verga: 1) Identificare e focalizzarsi sui segmenti di mercato che oggi stanno portando più profitto all’azienda e quelli che saranno importanti tra 3/5 anni. Depotenziare al contrario quelli poco redditizi e caratterizzati da un basso potenziale. È un lavoro che deve lasciare da parte le “sensazioni” e focalizzarsi sui dati oggettivi. 2) Analizzare in modo approfondito il cliente ideale e craccare il suo codice di comportamento. 3) Analizzare i concorrenti

che attualmente stanno parlando al cliente ideale, cosa gli stanno dicendo e come si stanno posizionando recuperando tutte le informazioni tramite intelligence. 4) Dal momento che la mente umana è abituata a ragionare per categorie, è fondamentale mappare e posizionare la categoria in cui si opera in modo da presidiarla meglio di qualsiasi altro concorrente. 5) Identificare e costruire un preciso posizionamento sul mercato in grado di far percepire il brand come punto di riferimento della categoria e poter quindi rispondere in modo chiaro alla domanda “Perché il cliente dovrebbe scegliere proprio la mia soluzione e non i prodotti e

servizi della concorrenza?” 6) Migliorare il messaggio di marketing lavorando sulla proposta di valore per estrarre tutti gli elementi di valore in grado di far percepire il prodotto/servizio superiore a quello della concorrenza e venderlo ad un prezzo più alto (nella sua esperienza ne ha identificati oltre 50). 7) Rendere più efficiente la struttura d’offerta. Spesso una riduzione dei prodotti e servizi venduti genera un aumento della profittabilità. 8) Porre l’attenzione sulla strategia di prezzo per capire in modo scientifico quando e di quanto aumentare i listini. La leva prezzo è una delle più efficaci ma anche una delle più delicate da utilizzare. 9) Costruire un sistema di generazione nuovi clienti in grado di creare clienti “caldi” e profilati per poterli poi portare in trattativa. In quest’area i sistemi di referral marketing (passaparola strutturato), le partnership e i canali digitali assumono un ruolo molto importante per una MPMI. Ancora più importante è aumentare il business dei clienti già in portafoglio e riattivare i clienti dormienti. Nella sua esperienza ha identificato oltre 100 modalità per raggiungere questi obiettivi. 10) Adottare un sistema di vendita professionale per poter convertire più clienti in modo più veloce e profittevole aumentando la frequenza d’acquisto, l’ordine medio e riducendo o azzerando gli sconti concessi.


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

37

Istituti di Credito

SEMPRE FORTE IL Legame con impr ese e f amigl ie Con 54 addetti su tredici sportelli la Banca della Valsassina Credito Cooperativo è uno straordinario osservatorio sull’economia locale. L’Istituto conta 2.904 soci, cresciuti di 69 unità nel 2021 di cui 41 con meno di 40 anni (dati al 31.12.2021). Premi al merito scolastico per favorire l’adesione dei giovani rapporto con la clientela della Bcc della Valsassina?

Maria G. Della Vecchia

Al di là della decisione che prenderà la Bce i tassi sono già gradualmente in leggero rialzo da alcuni mesi. Quindi nei fatti l’incremento c’è già stato. Tutti i tassi si riallineeranno al rialzo. Se la Bce dovesse decidere, ciò porterà un maggior costo nell’erogazione del credito. Le proiezioni vengono aggiornate di mese in mese, è davvero difficile fare revisioni pensando a come andranno le cose nel medio-lungo termine.

Anche nel periodo peggiore della pandemia la Banca della Valsassina non ha fatto venir meno il suo supporto tradizionale a una clientela di privati e micro piccole imprese, agendo come sempre anche con interventi di responsabilità sociale verso il territorio, una strada maestra che premia anche nei risultati di bilancio 2021 lo spirito cooperativo della banca. Ne parliamo con il presidente dell’Istituto di credito, Giovanni Combi. Presidente, come cambiano le strategie di gestione di Banca della Valsassina in un’economia segnata dagli effetti della pandemia, dall’inflazione e, ora, dalle conseguenze della guerra in corso in Ucraina?

Noi continuiamo a fare il nostro lavoro di banca del territorio. Operiamo tenendo sempre come direzione le esigenze di una clientela variegata, che riflette la composizione del tessuto economico e sociale del Lecchese. Affrontiamo le singole esigenze dei clienti ascoltandoli e costruendo soluzioni su misura, lo abbiamo fatto anche nei momenti di maggiore difficoltà generale e continuiamo a farlo in qualsiasi contesto. In concreto come si esprime il legame col territorio?

In senso strettamente bancario si esprime con l’intensa erogazione di finanziamenti a contrasto delle conseguenze economiche del Covid. Nei numeri 2021 gli impieghi netti superano i 144 milioni di eu-

Dal suo osservatorio come stanno reagendo alla crisi le micro e piccole attività vostre clienti?

IL PRESIDENTE Giovanni Combi

ro, in aumento del 3,22%. Sono stati concessi oltre 160 nuovi finanziamenti a favore di privati per quasi 10 milioni di euro, di cui oltre 6 milioni per acquisto prima casa. Ne sono stati concessi 126 a favore di aziende per più di 10 milioni. Per il resto il legame con il territorio si esprime con il supporto al mondo del no profit. E’ il caso, ad esempio, del rapporto privilegiato con la Fondazione Comunitaria del Lecchese e altre realtà territoriali, su progetti che negli ultimi quattro anni hanno totalizzato l’erogazione da parte nostra di quasi 800mila euro a sostegno del Terzo Settore. É verosimile che in estate la Bce alzi i tassi di interesse. Con che prospettiva, per quanto riguarda il

Siamo molto colpiti dalla straordinaria capacità di adattamento dimostrata dalle piccole imprese che nel periodo post-emergenza Covid e prima che si verificasse la guerra in Ucraina avevano ripreso a lavorare molto bene, adeguandosi al nuovo contesto sociale e al cambio di prospettive. Siamo senza dubbio favorevolmente impressionati dalla gestione della crisi da parte delle piccole realtà, che fanno parte di quel mondo lecchese formato da imprenditori di grande spessore. Fra le categorie più strategiche del Lecchese c’è l’edilizia, che ha avuto un vero rilancio grazie ai bonus di Stato e che ora risente delle decisioni di tutte le banche di chiudere alla cessione del credito. Che scelte ha fatto in proposito la Bcc Valsassina?

Circa le richieste di acquisto di crediti fiscali inerenti opere di ristrutturazione edilizia,

avanzate da aziende e privati, la banca, nel corso del 2021, ha perfezionato l’acquisto di circa 70 posizioni. Quindi abbiamo lavorato anche su questo comparto cercando di privilegiare i nostri clienti abituali. Tuttavia anche noi non siamo più in grado di acquistare ulteriori crediti perché, in base alle nostre stime, siamo molto vicini alla saturazione del montante dedicato. Attendiamo di capire se dal nostro Gruppo bancario arriveranno indicazioni alternative. L’aumento dei prezzi non sta comportando un’erosione di risparmi da parte delle famiglie vostre clienti?

Nonostante le difficoltà generali la propensione al risparmio da parte dei nostri clienti non è venuta meno. Non c’è erosione della raccolta diretta e ciò mi fa pensare che le famiglie stiano reagendo ai rincari non tanto mettendo mano ai risparmi quanto tagliando sui consumi. E anche i nostri dati sul risparmio gestito rimangono molto positivi. Dati in crescita. Nel bilancio 2021 di Bcc Valsassina crescono raccolta, impieghi, patrimonializzazione e aiuto al territorio. La raccolta totale supera i 620 milioni (+8%) di cui 384 milioni di raccolta diretta (+5,78%). Su oltre 235 milioni di raccolta indiretta il 70% è dato da risparmio gestito, cresciuto del 21%. L’utile 2021 è di oltre 2,7 milioni (+17%).


70 38

La Provincia di Como Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Lariofiere

svolta al Pol o esposit ivo Estat e di gr andi l avor i Avviata la riqualificazione del centro erbese che sarà completata entro il mese di ottobre «Tecnologia utile, ma non sostituisce le fiere» Negli anni della pandemia hanno messo a disposizione i propri spazi per la vaccinazione di massa contro il Covid-19 e hanno posto le basi per la rinascita del centro espositivo con un piano di investimenti condiviso da tutti i soci - finalizzato alla riqualificazione della struttura di viale Resegone che si candida a continuare ad essere punto di riferimento per il rilancio dell’economia lariana. Oggi Lariofiere può guardare con ottimismo a un futuro fatto di fiere, sempre più convegni e spettacoli: un palcoscenico ideale per le piccole e medie imprese del territorio comasco, lecchese e brianzolo. I primi risultati di scelte coraggiose, racconta il presiden-

te Fabio Dadati, si sono visti già nel 2022. «La prima parte dell’anno è stata ancora complicata, tanto che il nostro padiglione C ha ospitato l’hub per la vaccinazione di massa fino alla primavera. Le ripercussioni della pandemia si sono fatte sentire, ma siamo riusciti a riprendere con importanti eventi in presenza che hanno dato un ottimo riscontro: Fornitore Offresi è andata bene, lo stesso possiamo dire di RistorExpo, per non parlare di Agrinatura che in termini di visitatori Un milione di euro di investimento per il restyling della struttura

giunti a Lariofiere ha fatto il record storico di presenze». Con l’arrivo dell’estate, prosegue l’attività convegnistica mentre le fiere si sono fermate. «Siamo fermi anche perché sono partiti i grossi lavori di riqualificazione previsti dal nuovo piano industriale, che proseguiranno fino a settembre per lasciare spazio poi agli eventi in autunno. Pensiamo di arrivare a ottobre, quando ci sarà la storica Mostra Artigianato, con il quartiere fieristico rimesso a nuovo: resterà indietro solo la parte relativa alla climatizzazione, il raffrescamento della parte centrale e del padiglione C verrà completato per la prossima primavera». Gli investimenti previsti dal piano industriale ammontano a un milione di euro, ripartiti fra i soci: la Camera di Commercio di Como-Lecco, la Provincia di Lecco e il Comune di Erba. I soci hanno deciso di in-

vestire nel mezzo della pandemia, quando le fiere erano sospese e gran parte degli eventi (in ogni ambito) si svolgevano online: una scelta non scontata. Lo ha ricordato recentemente anche Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio Como-Lecco: «Tanti mi dicevano che il Covid avrebbe dato il colpo di grazia alle fiere, ma io sono sempre stato convinto del contrario». Convinto al punto da investire tanti soldi nel rilancio delle attività in presenza. Una scelta che Dadati considera lungimirante. «Io sono sempre stato convinto, fin dal primo giorno, che il Covid avrebbe finito per ridare slancio a centri espositivi come il nostro. Altro che vita virtuale, la pandemia ha evidenziato la necessità di incontri in presenza, ci ha fatto capire che la


LaProvincia Provinciadi diLecco Como La

Venerdì24 24Giugno Giugno2022 2022 Venerdì

tecnologia è utile come integrazione, ma basarsi solo sulla tecnologia e sugli incontri virtuali non dà gli stessi risultati: vale in ogni ambito, compreso quello professionale». La prova sta nello smartworking tanto in voga dal 2020: «Dieci persone che lavorano in smartworking non danno gli stessi risultati di dieci colleghi che lavorano insieme in ufficio. In presenza si crea un condivisione impalpabile, immateriale, che si perde completamente online». Ecco perché le prospettive per l’autunno sono ottime. C’è grande fiducia sulla ripartenza del sistema fieristico-congressuale ma anche sul rinnovato desiderio di socialità ed eventi in presenza che sta segnando la fase post pandemia. «Ripartiranno le fiere, si riscopriranno i convegni su cui puntiamo moltissimo con il piano industriale. Ho instito molto su questo punto, Lariofiere deve diventare un punto di riferimento per un territorio ampio e assistiamo già a un’esplosione della convegnistica: già lo scorso anno, per quanto ci riguarda, in questo settore abbiamo raddoppiato i ricavi preventivati in termini di convegni». A seguito della riqualifica-

zione, il centro espositivo offrirà un ventaglio di soluzioni molto ampio: si andrà da poche decine di posti in sala Lario, alla più ampia sala Porro fino ai vastissimi spazi del padiglione C, completamente rinnovato, che arriverà a ospitare fino a 1.400 persone; non mancherà la possibilità di organizzare convegni nel corpo centrale della struttura, in un ambiente suggestivo. Il piano industriale scommette sulla ripresa delle fiere, sulla moltiplicazione dei convegni e sugli spettacoli. «C’è anche questo aspetto legato al mondo dello spettacolo - conferma Dadati - l’obiettivo è aprirci all’intrattenimento utilizzando principalmente il padiglione C con le sue tecnologie all’avanguardia. La cultura e gli spettacoli ci consentiranno di unire sempre più i territori di Como e Lecco, ospitando eventi di ogni tipo. Qualcosa è già stato fatto quest’anno, penso alla presentazione del libro di Enrico Letta, molto si potrà fare». In questo quadro di sviluppo, strategico è anche il passaggio alla gestione diretta del settore food & beverage. Tanto il bar al piano terra quanto il ristorante al primo piano verranno ristrutturati nel corso

IL PIANO INDUSTRIALE

ATTIVITà FIERISTICA IN RIPRESA Il piano industriale di Lariofiere è un documento di 43 pagine approvato lo scorso anno dai soci. Il fascicolo contiene le linee strategiche e di investimento per Lariofiere dal 2022 al 2026: gran parte dello spazio è occupato dai lavori in programma per riqualificare il centro espositivo di viale Resegone, adattandolo alle nuove esigenze del mondo fieristico e professionale. «Il presente piano industriale si legge nelle premesse - fonda sul presupposto che, nell’esercizio 2022, Lariofiere possa realizzare interventi di manutenzione straordinaria sulla struttura di proprietà, finalizzati a una diversificazione dell’attività e al contenimento dei costi operativi. Tali interventi dovrebbero essere finanziati attraverso un aumento di capi-

tale da parte dei soci della Fondazione, per un valore complessivo di un milione di euro. Resta inteso che, per il raggiungimento degli obiettivi preposti al presente piano industriale, si presuppone il superamento dell’emergenza sanitaria e la normale ripresa dell’attività tipica da parte della Fondazione». I presupposti sono stati mantenuti. L’attività fieristica è già ripresa con buoni risultati nella prima parte del 2022 (Fornitore Offresi, RistorExpo e Agrinatura), le richieste per i convegni sono in crescita e dovrebbero moltiplicarsi dopo l’estate, quando si saranno conclusi gli interventi di riqualificazione disposti e finanziati dai soci. Se il Covid-19 non porterà ad altre limitazioni, la strada sarà tutta in discesa.

71 39

CARLO CRACCO Presente a Ristorexpo

dell’estate: «Gestire direttamente bar e ristorante ci consente di offrire un servizio più completo, migliore e flessibile. Rientra sempre nella logica del rilancio del centro espositivo». Gli investimenti previsti e la posizione strategica del centro espositivo, esattamente a metà strada fra Como e Lecco, sono una garanzia per riunire almeno sotto il profilo economico e dello sviluppo territoriale - le due Province, che alcuni considerano erroneamente concorrenti. La sfida, portata avanti in particolare dalla Camera di Commercio di Como-Lecco, è invece quella di prevedere strategie condivise per il rilancio economico: un centro espositivo tanto versatile è la miglior vetrina possibile per centinaia di piccole e medie imprese, che possono partecipare alle fiere da espositori piuttosto che organizzare convegni in sale tecnologicamente all’avanguardia. Il cantiere è entrato nel vivo

e proseguirà per tutta l’estate. Dal rifacimento dei pavimenti ai ritocchi estetici, passando per una riorganizzazione razionale degli spazi in base alle diverse funzioni, riconsegneranno alla città e al territorio una struttura pronta ad affrontare le nuove sfide della ripresa e la volontà di tornare a vivere all’insegna della socialità, anche e soprattutto in ambito lavorativo. Le Cassandre che prevedevano la morte del settore fieristico sono state smentite ale prime riaperture post-Covid, ora viene da pensare che i centri espositivi come Lariofiere possano presto diventare più grandi ed efficienti di quanto fossero prima dell’arrivo della pandemia. Mai come in questo caso, una grande crisi globale è stata l’occasione per crescere e diventare più forti. Un salto di qualità a livello tecnologico Congressi e spettacoli nel padiglione rinnovato


40

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

LECCO illuminazione Ponte Kennedy

Illuminazione pubblica

DA CESANA BRIANZA LA LUCE IN TUTTA ITALIA L’anno prossimo l’azienda Livio Impianti festeggerà 50 anni di attività, caratterizzati da una crescita continua e costante Christian Dozio

L’azienda Livio Impianti è stata fondata nel 1973 da Gianpaolo Livio, all’epoca poco più che ventenne. La crescita è stata costante, nel corso di questo mezzo secolo di vita: da impresa artigiana, con sede ubicata sotto l’abitazione di Bosisio Parini e un paio di dipendenti, oggi si contano una settantina di collaboratori e un quartier generale, a Cesana Brianza, costituito da due capannoni, il primo occupato nel 2005 all’atto del trasferimento e l’altro aggiunto in un secondo momento in base alle esigenze di una realtà in continua espansione. Inizialmente, l’impresa Livio era specializzata negli impianti

elettrici civili e industriali; negli anni Duemila ha vissuto un’ulteriore evoluzione, entrando con successo nel settore dell’illuminazione pubblica e delle gallerie. E’ all’inizio del nuovo

millennio, infatti, che l’azienda si occupa della realizzazione dell’impianto del traforo del Monte Barro, uno degli interventi viabilistici più importanti degli ultimi decenni in provincia di Lecco. Oggi, al timone dell’impresa c’è la seconda generazione, Raul e Paola Livio, figli di Gianpaolo, che instancabile continua a dare il proprio prezioso apporto ope-

MANUTENZIONE

STADIO RIGAMONTI-CEPPI Uno degli interventi che Livio Impianti ha effettuato sul territorio lecchese è relativo allo stadio Rigamonti Ceppi. Ormai due anni e mezzo fa sono stati proprio i collaboratori dell’impresa brianzola a intervenire sull’impianto di illuminazione della struttura sportiva che ospita le partite casalinghe dei

blucelesti. L’operazione, consistente nella manutenzione dell’impianto esistente – torri faro comprese - con aggiunta di corpi illuminanti a led, ha permesso di aumentare sensibilmente la visibilità sul terreno di gioco, adeguandola agli standard richiesti per la disputa delle partite in notturna.

rativo, occupandosi anche della logistica e della gestione del nutrito parco mezzi aziendale. Proprio Gianpaolo sarà inoltre protagonista indiscusso dell’evento che l’anno prossimo lo vedrà celebrare con tutta l’azienda i primi 50 anni di attività. Da non dimenticare infine la terza generazione che ha da poco ha fatto capolino in azienda con la figlia di Raul, neo assunta ed impiegata nell’area amministrativa. L’ingresso nel settore dei pubblici appalti è stato decisivo nel dare un’impronta chiara all’attività dell’impresa lecchese, che nel corso di questi ultimi vent’anni in particolare ha avuto modo di contribuire alla realizzazione di interventi di rilievo su scala nazionale. Oggi, questa tipologia di opere rappresenta il 60% del lavoro e del fatturato in seno alla Livio. «Nell’ambito degli interventi sulla pubblica illuminazione e di


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

quelli relativi all’illuminazione industriale – ci hanno spiegato Raul e Paola Livio –, oltre a realizzare impianti ex novo provvediamo anche alla riqualificazione delle reti esistenti con la sostituzione delle vecchie lampade, ormai obsolete dal punto di vista illuminotecnico e dispendiose sotto il profilo dei consumi, con punti luce a led». Attualmente, l’impresa lecchese ha in gestione la bellezza di oltre 150mila centri luminosi riguardo reti pubbliche in diverse aree del Paese (compresi quelli di tutti i paesi delle province di Sondrio e Varese), oltre ai tratti di competenza di Anas comprensorio Lombardia, di cui si occupa con dodici piattaforme che circolano quotidianamente in lungo e in largo per lo Stivale. Se una quota consistente del lavoro riguarda il nostro territorio, infatti, il personale di Livio opera ormai puntualmente dal Trentino alla Sicilia. Proprio in questo periodo, l’impresa ha acquisito una commessa importante a Ragusa, dove procederà alla riqualificazione dell’intera città riconvertendo a led l’impianto attuale. Attualmente, invece, sta lavorando su una trentina di gallerie nella Bergamasca, mentre nelle prossime settimane si occuperà di una importante commessa per il Ministero della Giustizia. Una manciata di anni fa – era il 2016 – è stata sempre l’azienda con sede in Brianza a realizzare i nuovi impianti tecnologici delle gallerie della Salerno-Reggio Calabria, mentre l’anno successivo si è occupata della galleria Prepo, a Perugia, per conto sempre di Anas. «Fino alla crisi del 2008 i nostri cantieri erano ubicati prevalentemente sul territorio lombardo, ma dopo la crisi abbiamo deciso di investire per ampliare il nostro raggio d’azione: oggi siamo attivi in tutto il Paese». Crisi che, comunque, non ha inciso sull’operatività di Livio Impianti. «Né nel 2008 e nemmeno nel 2020 abbiamo avuto ripercussioni particolari, tanto che la crescita è sempre proseguita in modo costante e ancora oggi abbiamo visibilità a un anno di distanza, con commesse molto importanti. A causa della pandemia siamo rimasti fermi circa un mese, quando hanno bloccato i cantieri. Ma avendo in

carico manutenzioni e servizi di assistenza H24 in caso di urgenze avevamo figure tecniche reperibili, che hanno sempre lavorato. In quella fase – hanno aggiunto i titolari – un po’ di preoccupazione inevitabilmente l’abbiamo avuta. Ma quasi subito il lavoro è ripartito, anche grazie alle risorse che il livello centrale ha assegnato agli enti locali per interventi e appalti, i quali sono rapidamente aumentati. Questo ci ha permesso di crescere anche durante quel difficile periodo, sia in termini di commesse che come personale». Poi, a febbraio, è arrivata la guerra. «Le ripercussioni si sono avute soprattutto sul fronte del caro materiali, in particolare in relazione agli acciai speciali per le gallerie, a cavi, pali e via dicendo. Ci sono poi alcuni particolari speciali che arrivano a singhiozzo e a volte vengono consegnati con qualche mese di ritardo. Ma questo trend l’avevamo già rilevato nell’ultima parte del 2021». Il pilastro dell’azienda è rappresentato comunque dall’organico. «I nostri collaboratori sono un gruppo fantastico e la crescita di questi anni è avvenuta anche e soprattutto grazie a loro. Abbiamo iniziato un percorso finalizzato a rinnovare l’approccio con il personale, perché un clima più familiare e sereno, anche sul posto di lavoro, è in grado di fare la differenza. Ci siamo resi conto che la pandemia ha lasciato strascichi importanti: molte persone hanno cambiato la loro visione delle cose, la loro priorità. In questo senso, vogliamo andare incontro ai nostri collaboratori, anche attraverso l’assunzione di nuove figure che permettano, disponendo di un organico più nutrito, di realizzare una turnazione più alta e, dunque, alleggerire i carichi di lavoro. Questo serve anche in funzione del fatto che lavoriamo giorno e notte e abbiamo la reperibilità per gli interventi urgenti». Accanto a questo, si sta ragionando sulla creazione, in programma il prossimo anno, di una academy interna per realizzare corsi in grado di dare ai dipendenti tutte le competenze necessarie per lavorare con dinamicità, efficienza ed efficacia in tutti i tipi di interventi e lavorazioni.

41

ANAS manutenzione impianti

PROVINCIA DI BERGAMO relamping gallerie

TERRITORIO LECCHESE

TANTI LAVORI REALIZZATI Numerose le opere realizzate dall’azienda lecchese sul territorio della città capoluogo e nelle immediate vicinanze. Nel 2020, il personale di Livio Impianti si è occupato del rinnovo dell’impianto di illuminazione del Ponte Kennedy, in occasione dell’intervento di riqualificazione disposto dall’amministrazione comunale, che accanto al rifacimento dei parapetti del viadotto ha stabilito anche l’installazione di nuovi corpi luminosi. Nei mesi precedenti, l’azienda aveva invece provveduto a rendere più sicura la pista ciclabile dalle Caviate di Lecco a Pradello di Abbadia, per conto di Anas, grazie alla posa di punti luce integrati nelle fioriere

collocate lungo la passeggiata. Una realizzazione, questa, particolarmente suggestiva e scenografica. Più recente è invece la sostituzione di oltre 300 lampade al sodio con nuovi elementi dotati di piastre a led, più performanti e meno dispendiose dal punto di vista energetico e manutentivo, in numerose vie della città di Lecco. Da ricordare, però, anche un’altra realizzazione, risalente al 2001, quando proprio gli addetti di Livio Impianti realizzarono l’opera “Alba di Milano”, una scultura costituita da fibre ottiche lunghe complessivamente 120 km, realizzata davanti alla stazione centrale di Milano.


42

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Siderurgia

Da Ol ginate al l o spazio, eccel l enza made in Lecco Heppenstall Europe è un’azienda lecchese di piccole dimensioni, ma capace di partecipare a progetti di grande portata. Tra gli altri, la prestigiosa collaborazione alla missione Ariane 6, che le permetterà di contribuire al lancio di un vettore spaziale nelle prossime settimane Christian Dozio

Dal Lecchese all’Arizona, fino allo spazio profondo. C’è un’azienda, sul nostro territorio, che a dispetto di dimensioni contenute rappresenta un’eccellenza in grado di lavorare a missioni spaziali e ai telescopi più grandi del mondo, passando per acciaierie e porti. E’ la Heppenstall Europe, che a Olginate occupa una trentina di persone. In origine, l’azienda era denominata Lario Impianti: fondata nel 1980 da Armando Friburghi, la realtà operava nel settore degli impianti di sollevamento e movimentazione. Sulla scia di una crescita costante e sostenuta, nel 1992 procedette all’acquisizione della Heppenstall, società italo-svizzera che dal 1960 progettava e produceva strumenti finalizzati a pinzaggio e movimentazione di prodotti siderurgici in acciaierie e nei porti. Ambienti particolarmente gravosi sia in termini di capacità richieste agli impianti (ci sono pinze con una portata di 300 tonnellate) che di condizioni ambientali, considerati i prolungati picchi di calore che si registrano negli stabilimenti siderurgici (fino a 1.300°C). Oggi, Heppenstall Europe unisce le competenze e la capacità di innovazione di entrambe le realtà: pinzaggio e movimentazione. «Siamo cresciuti pian piano ma senza fermarci mai, arrivando negli ultimi anni a concentrarci sempre più sull’automazione degli impianti, sviluppando software finalizzati alla gestione univoca, con sistemi meccatronici di movimentazione e pinzaggio – ci ha spiegato Armando

La partecipazione di Heppenstall Europe alla missione Ariane 6

Friburghi -. Questo permette di ridurre i rischi per gli operatori, che in questo modo non sono più direttamente connessi alla movimentazione, e di aumentare nel contempo la capacità produttiva dei macchinari. Inoltre si beneficia della possibilità di razionalizzare gli spazi». Produzione e post vendita all’avanguardia rappresentano un plus che Heppenstall Europe ha messo a frutto non soltanto in ambito siderurgico e portuale, ma anche aerospaziale. L’azienda lecchese ha infatti realizzato impianti importanti in progetti particolarmente prestigiosi. E’ il caso della partecipazione, a metà degli anni Novanta, alla realizzazione del Large Binocular

Telescope (LBT), il più grande telescopio del mondo, realizzato in Arizona (Usa). Heppenstall Europe ha prodotto gli impianti di sollevamento per il montaggio, lo smontaggio e la manutenzione delle lenti di questo telescopio, il cui diametro è di quasi 8,5 metri. «E’ stata un’esperienza che ci ha permesso di approcciare un mondo per noi abbastanza nuovo come quello dell’astronomia e sulla quale abbiamo fatto leva per avvicinare gli studenti dell’Istituto Badoni al mondo dell’industria locale». Questo progetto risale al 1998, primo passo che Friburghi, precursore per quanto riguarda la sinergia tra scuola e impresa, ha voluto fare per proporre un’in-

terazione concreta tra i mondi della produzione e della formazione. «L’obiettivo era far sì che i ragazzi trovassero le motivazioni giuste per avvicinarsi all’industria meccanica, stimolandoli a scegliere un indirizzo tecnico per la loro futura professione». Il rapporto con il mondo della formazione ha toccato anche il Politecnico di Milano, in particolare il Laboratorio di analisi, con cui si è collaborato per approfondire le caratteristiche dei materiali sugli impianti in esercizio e conoscere, attraverso specifiche analisi chimiche e fisiche, quanta vita residua questi abbiano ancora, intervenendo dunque tempestivamente nella rimodulazione delle portate e,


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

quando necessario, con manutenzioni e sostituzioni. La ricerca, del resto, è una peculiarità specifica di Heppenstall Europe, che ha sviluppato una serie di sistemi innovativi, tra cui anche nuove tecnologie dedicate alla sicurezza. Una di queste si basa sull’adozione di sensori laser che creano uno sbarramento volumetrico in grado di rilevare la presenza degli operatori nei pressi degli impianti di movimentazione e di bloccare l’apparecchiatura per evitare che il lavoratore possa correre rischi per la propria incolumità. Sicurezza e prevenzione iniziando in casa propria dunque: abituale è anche l’utilizzo dell’esoscheletro, nelle lavorazioni di saldatura e assemblaggio, per ridurre i possibili rischi legati allo sforzo fisico. «Il nostro obiettivo – ha ripreso il presidente - è dare vita a una collaborazione strutturata con la ricerca di alto livello, con ingegneri, docenti e ricercatori, come abbiamo già avuto modo di fare con il Politecnico. Del resto, la nostra azienda si propone sul mercato dell’impianto “tagliato su misura”, sviluppando prodotti e interventi “taylor made” in funzione delle specifiche esigenze del cliente». Per questo motivo il management ha messo a punto un’organizzazione aziendale che vede il personale impegnato a 360 gradi nel rapporto con il cliente, dall’analisi tecnica approfondita in fase di prevendita a quella esecutiva, fino all’assistenza e manutenzione del post vendita. «Questo ci consente di affiancare il cliente durante tutto il percorso, dalla scelta iniziale alle modifiche e integrazioni da apportare agli impianti, fino alla gestione con sistemi di remote control anche mediante tecnologie multimediali. Il tutto passando anche attraverso la stampa 3D, la realtà virtuale e la realtà aumentata, che permettono di comprendere meglio le caratteristiche degli impianti già in fase progettuale, rappresentandoli realisticamente all’interno degli spazi produttivi, al fine di analizzare e condividere con il cliente nel modo migliore logistica, sicurezza e utilizzo dei dispositivi». Lo spirito iniziale, comunque, è sempre rimasto immutato. «Siamo una piccola azienda con l’ambizione di pro-

Uno degli impianti prodotti a Olginate

porre prodotti e servizi di altissima qualità, proseguendo nell’alveo della miglior tradizione lecchese. Si tratta di un patrimonio da tutelare attraverso l’interazione di tutti gli attori: istituzioni, Fondazione Badoni, Politecnico, Associazioni di categoria devono collaborare per valorizzare il patrimonio tecnico delle aziende lecchesi, di cui noi portiamo avanti l’esperienza. I grandi colossi di un tempo, infatti, sono scomparsi e il tessuto produttivo è rimasto composto da tante microrealtà che fanno della costante ricerca dell’innovazione il loro cavallo di battaglia, con l’orgoglio – ha rimarcato Friburghi - di appartenere alla tradizione industriale lecchese». Per riuscirci bisogna investire anche sul tema delle risorse umane. «I ragazzi devono essere stimolati attraverso un progetto

univoco condotto da tutte le parti in gioco, che possano far comprendere ad esempio che il perito meccanico non è solo quello che si sporca le mani: oggi questi sono professionisti che operano in ambienti ad alta valenza tecnica e scientifica; l’immagine del “toni” pieno di grasso appartiene a un’altra epoca». Una delle tante dimostrazioni è legata al fatto che Heppenstall Europe e i suoi tecnici sono stati coinvolti anche nel progetto Ariane 6, vettore spaziale sviluppato da Ariane Group sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Europea. L’azienda lecchese è stata chiamata a progettare e realizzare un sistema in grado di controllare, con l’utilizzo dei raggi X e tolleranze centesimali, i motori del razzo, affinché la fase della propulsione possa avvenire senza imprevisti contribuendo al successo del-

I PROGETTI

Heppen st a l l , a n ima gr een L’attenzione di Heppenstall Europe nei confronti dell’ambiente si concretizza in una serie di interventi diversi, legati a processi produttivi e scelte strutturali anche relativamente alla creazione del nuovo e moderno stabilimento prospiciente il fiume Adda. Ma non solo. «Stiamo portando avanti una serie di ricerche sul tema delle fonti rinnovabili. Una di queste – ha affermato Armando Friburghi – si è concentrata sulla diga di Olginate. Con il dislivello che all’altezza delle paratie è sempre di almeno 1 metro (ma può arrivare anche a 1,6) abbiamo proposto l’applicazione di turbine assiali

sulle otto paratie: questo permetterebbe, sfruttando il deflusso dell’acqua che in questo punto effettua un salto, di avere energia costante tutti i giorni, 24 ore al giorno. La Pubblica amministrazione ne trarrebbe un grande vantaggio economico: si disporrebbe dell’energia necessaria a illuminare tutte le strade di tutti i Comuni circostanti il lago in modo completamente gratuito. Abbiamo suggerito di iniziare con una prima turbina, per avviare una sperimentazione. Finora, però, gli enti preposti non hanno ancora preso una decisione, e il progetto, già ampiamente illustrato, continua a rimanere nel cassetto».

43

l’intera missione. «Il nostro è un prodotto unico al mondo realizzato con Esa e Ariane Group, anticipazione della tomografia assiale computerizzata (TAC) in ambito industriale, finalizzato a cogliere tutte le eventuali micro fessurazioni prima della spedizione alla base di lancio in Guiana, dove avverrà il lancio del vettore spaziale». Il patrimonio di Heppenstall Europe in termini di innovazione tecnologica è dunque assolutamente consistente e l’azienda, oggi in definitiva fase di passaggio generazionale, vuole continuare a investire per proseguire nella propria crescita. Entro l’inizio dell’anno prossimo, concentrerà parte dei propri reparti nella nuova sede di Olginate, dove si sta realizzando la nuova unità produttiva in riva all’Adda, ampliata con un capannone finalizzato all’effettuazione di prove fino a 200 tonnellate di portata. «Nei nostri stabilimenti non avverranno più solo progettazione, prototipazione e produzione, ma anche test pratici con una capacità di portata assolutamente importante. Questo significa che i nostri impianti e le nostre attrezzature potranno essere testati prima di uscire dalla fabbrica e in anticipo sulla messa in servizio». La nuova sede permetterà anche di accelerare ulteriormente sul tema del welfare, creando una serie di reali benefit per i collaboratori. «Abbiamo intenzione, pur restando un’azienda snella con la nostra trentina di dipendenti, di aggiungere qualche ulteriore risorsa per proporre, in reparti specifici, la settimana lavorativa sui 4 giorni, attivando inoltre agevolazioni free-time che permettano al personale di vivere il tempo trascorso nello stabilimento in modo piacevole e gratificante. Metteremo a disposizione dei nostri dipendenti e dei loro familiari una serie di e-bike e una imbarcazione elettrica per le escursioni lungo l’Adda. Un progetto che intendiamo sviluppare è anche quello di dare vita a un’area destinata ad orti sociali, da gestire con l’associazione pensionati e l’Amministrazione comunale di Olginate per trasmettere alle nuove generazioni le conoscenze sulla coltivazione e lavorando quindi anche sul piano delle relazioni sociali».


44

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

LA SEDE di ATV SPA a Colico

Industria energetica

NASCE LA SMART VALVE INNOVAZIONE CONTINUA TantesoddisfazioniinATV,prestigiosaaziendadiColico,leaderinprogettazioneeproduzionedivalvole. Progetti in Australia, Sud America, Nord Europa, Africa e anche a un impianto sottomarino in Cina. Grande attenzione al clima aziendale: aperta una sede a Carate per agevolare i dipendenti nella logistica Maria G. Della Vecchia

Investimenti in innovazione di prodotto e di processo, formazione interna continua, collaborazione con le scuole e una vasta rete di relazioni con i player internazionali dell’Oil&Gas fanno di ATV, con sede a Colico, un’azienda primaria con reputazione mondiale nella fornitura di valvole sottomarine per grandi impianti. La gestione aziendale di ATV, che fattura fra i 70 e gli 80 milioni l’anno e ha oltre 400 dipendenti, è saldamente in mano alla famiglia di Luciano Sanguineti, fondatore dell’azienda e oggi presidente e amministratore delegato. In squadra con lui ci sono quattro dei suoi sei figli,

oltre ad altri componenti della famiglia. Ne parliamo con Enrico Sanguineti, general manager di ATV e ingegnere meccanico. Quali sono le principali innovazioni su cui ATV ha investito nel più recente periodo?

La nostra è un’innovazione continua che anche ultimamente si esprime sia sul prodotto che sulle nostre modalità operative. Risale a un anno fa l’apertura in ATV di un nuovo reparto di ingegneria elettronica, a fronte di quello che per noi è sempre stato un prodotto tradizionalmente meccanico. Per quanto riguarda l’innovazione di prodotto, stiamo sviluppando la smart valve, una valvola con una serie di sensori

che consentono, ad esempio nel caso di valvole del trasporto di metano, di dare al cliente un’indicazione in caso di perdite verso l’esterno. Cosa, questa, che in atmosfera può generare effetto serra. La smart valve consente di intervenire tempestivamente minimizzando l’impatto ambientale legato all’esercizio dei grandi gasdotti internazionali. Stiamo inoltre sviluppando un attuatore elettrico sottomarino. Tradizionalmente le valvole sottomarine, per le quali la nostra azienda è nota nel mondo, sono sempre state operate con circuiti oleodinamici, ma oggi l’industria sta andando verso l’attuazione di tipo elettrico che richiede competenze elettrotecniche, elettroniche e meccatroniche.

ENRICO SANGUINETI General Manager di ATV e ingegnere meccanico


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Quanto è difficile trovare personale adeguato?

Lo è parecchio e ci diamo da fare per costruire con formazione continua le competenze che ci servono. Il 90% dei nostri addetti si è formato all’interno, nella sede di Colico. Tuttavia abbiamo aperto anche un ufficio a Carate Brianza per rendere più sostenibile la vita a nostri colleghi di Milano, che così evitano di stare in auto per ore ogni giorno e di contribuire a incrementare traffico. Sulle assunzioni stiamo anche collaborando con l’Istituto Marco Polo di Colico nella formazione dei futuri periti meccanici e meccatronici. Teniamo molto alla collaborazione con scuole e università, nella profonda convinzione che il futuro di una nazione dipenda anche dalla capacità tecnica dei propri giovani. L’innovazione è possibile solo se si trovano tecnici, quindi nel nostro caso innovare ha anche significato portarci in casa le competenze di ingegneri meccanici e tecnici meccanici. Ma oggi sviluppiamo anche molto la parte informatica con attenzione alla cyber security visto l’ambito strategico in cui operano i nostri grandi clienti. Quali invece le innovazioni nella gestione aziendale soprattutto negli ultimi anni segnati da cambiamenti imposti dal Covid?

Dei nostri oltre 400 dipendenti, 160 lavorano negli uffici. Nel marzo 2020, in piena pandemia, come altre aziende abbiamo messo da un giorno all’altro tutto il personale degli uffici in condizione di poter lavorare da remoto, rinforzando strada facendo sistemi e strategie contro la minaccia informatica, questione su cui ATV è particolarmente attrezzata, con piani dettagliati di emergenza per considerare sia la sicurezza in relazione a incidenti sul lavoro sia quella informatica. In proposito abbiamo un obbligo con noi stessi verso la nostra azienda e soprattutto verso i clienti. Gli investimenti in nuove tecnologie sono continuati anche nel lungo periodo di pandemia?

La ricerca e sviluppo è un as-

ECCELLENZA

FORNITORE DI GRANDI IMPIANTI Complessivamente fino ad oggi ATV SpA ha fornito per grandi impianti internazionali del settore Oil&Gas più di 15mila valvole per applicazioni sottomarine in acque profonde e ultra-profonde (fino a 3mila metri in profondità) e pressioni di design fino a 20mila psi (quasi 1.400 bar).

L’esperienza di ATV include la fornitura di valvole per applicazioni di emergenza offshore e onshore, sistemi Hipps, sistemi boarding shutdown, di valvole per oleodotti e gasdotti, per setacci molecolari di tratamento gas e anche valvole per impianti vapore a ciclo combinato.

45

tranquillizzare gli animi in giorni in cui le notizie da Bergamo spaventavano tutti. Ma abbiamo garantito la continuità del sistema di coordinamento e gestito la situazione con clienti e fornitori. Siamo riusciti a non perdere la produzione sul mercato e a contenere l’impatto sulla clientela. E’ stato importante il buon collegamento fra operatori del settore. I fatturati ne hanno risentito?

set vitale per noi, non l’abbiamo mai sospesa. L’abbiamo sempre sviluppata spendendo moltissimo sia in termini di acquisizione della capacità di realizzarla sia in software e attrezzature. Ad esempio, abbiamo prove della durata anche di un anno su prototipi costosi. In generale la ricerca e sviluppo per noi comporta costi elevati , ma grazie a questo tipo di investimento l’azienda è cresciuta in modo importante e in tempi abbastanza brevi, visto che è nata nel 2006. In che modo l’azienda ha adattato le proprie strategie per superare le difficoltà imposte sui mercati dalla crisi pandemica?

Noi lavoriamo nel B2B con grosse società petrolifere, di costruzioni e di ingegneria. Molte sono estere, ma colla-

boriamo anche con campioni nazionali come Saipem e altre società petrolifere. Anche nel periodo più difficile della pandemia abbiamo garantito ai clienti qualità e consegne. Ci sono stati alcuni ritardi contenuti, che non hanno danneggiato i progetti dei clienti. Tenerci dettagliatamente informati su quanto stava accadendo sui mercati e sui trasporti con il Covid ci ha permesso di mettere in campo strategie per superare le difficoltà. Al nostro interno, proprio all’inizio del Covid e prima del lockdown avevamo ricevuto in dono da nostri agenti cinesi 20mila mascherine, che quotidianamente abbiamo distribuito ai nostri dipendenti che tuttavia, in un periodo di tensione generale, abbiamo lasciato a casa per due settimane in modo da

LA SCHEDA

LEADER NELL’INDUSTRIA ENERGETICA La scelta fondamentale di Luciano Sanguineti è stata, fin dal 1979, quella di lavorare con le major mondiali del settore oil&gas. Una linea potentemente rilanciata nel 2006 quando dopo aver ceduto a una corporation la sua Ring-O Valve (da lui fondata nel ’79 e che tre anni dopo era già unico fornitore straniero accreditato della marina militare Usa), l’imprenditore e ingegnere genovese, fonda a Colico insieme alla famiglia valtellinese di Walter De Giovanetti la società Atv Spa (Advanced Technology Valve). Una nuova scelta vincente in un settore che non conosce crisi visto che il 2021 ATV ha registra-

to un record di ordini. Oggi il nome di ATV, che controlla internamente tutti i processi di fabbricazione delle valvole, si lega a quello dei grandi impianti petroliferi e ai progetti internazionali sulla loro sicurezza. Oggi l’azienda è alla seconda generazione di famiglia ed è gestita da Enrico Sanguineti, figlio del fondatore e general manager. ATV si colloca a pieno titolo fra i leader nella progettazione e produzione di valvole e attuatori per l’industria energetica e continua a distinguersi per la capacità di fornire prodotti altamente tecnologici e affidabili per le applicazioni più critiche, frutto degli investimenti continui in ricerca e sviluppo.

Solo in misura molto contenuta nel 2020. Avendo ATV un’ottima reputazione e partnership strategiche con i clienti, la garanzia delle commesse non ha subito interruzioni. Il 2021 è stato un anno record di ordini, mentre ancora oggi, a emergenza conclusa, beneficiamo dello sviluppo di sistemi messi in campo durante la pandemia, che hanno consentito ai clienti di fare collaudi da remoto con attrezzature sofisticate di partecipazione con telecamere collocate sui banchi di collaudo in stabilimento. Un cliente ha assistito così a un collaudo, dal Texas e con totale soddisfazione. ATV opera in filiera nell’ambito di grandi appalti internazionali: qual è stato l’andamento dei bandi in questi ultimi anni?

Il nostro è sempre stato un settore ciclico, con fluttuazioni terribili che si misurano con la variazione del prezzo del petrolio, da valori molto bassi a valori altissimi. L’ultima fluttuazione verso il basso è coincisa col Covid, quando abbiamo visto un periodo di fortissimo rallentamento del mercato ma la nostra azienda non ha attraversato cali drastici grazie alla possibilità di lavorare in nicchie produttive di grandi progetti. Oggi il mercato è tornato particolarmente vivace. Su quali forniture è oggi impegnata l’azienda?

Stiamo lavorando in tutto il mondo, con progetti in Australia, Sud America, Nord Europa, Africa e anche a un progetto sottomarino in Cina. Progetti che aiutano il nostro Paese a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.


46

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

LA SEDE di A&B Sistemi a Olginate

Sistemi informatici

DA VENDITA A NOLEGGIO SOLUZIONI AI PROBLEMI A&B Sistemi, da quasi 40 anni guida e assiste enti, aziende e professionisti. Rapporto diretto con i produttori. A breve nuova sede a Galbiate Christian Dozio

«Nel 1985, quando abbiamo iniziato questa esperienza, eravamo in due, in un ufficio di 80 metri quadrati in via Cantù. Siamo partiti dalle macchine per scrivere, che con la videoscrittura erano, per l’epoca, qualcosa di tecnologicamente avanzato – racconta il fondatore e titolare Luigi Brusadelli -. Con l’evoluzione del mercato siamo presto passati a portare nelle aziende i computer e i primi programmi contabili. Abbiamo iniziato con i Personal Computer Olivetti M20 in Pcos, poi siamo passati a Dos e quindi a Windows, seguendo per intero lo sviluppo che in questi anni ha caratterizzato il

settore. La cosa che ci ha contraddistinti in quel primo periodo è stata una scelta controcorrente: chi voleva passare dalla singola postazione pc a una rete doveva appoggiarsi su sistemi Xenix o Unix. Noi ci siamo legati invece al Prologue Honeywell e questo ha spiazzato i concorrenti, perché le imprese potevano ottenere lo stesso risultato di altri sistemi investendo molto meno. In questo modo abbiamo costruito il nostro primo portafoglio di clienti». Il cuore dell’attività di A&B Sistemi, nei primi anni, è stato costituito da contabilità e programmi gestionali. «Siamo stati tra i primi in assoluto a passare al mondo Windows, per quanto riguarda il gestio-

nale – interviene Duilio Manzoni, storico dipendente della realtà olginatese, responsabile del settore commerciale -. Era il 1996. La capacità di restare sul mercato e continuare a crescere coincide con l’abilità di anticipare i tempi, restando aggiornati e al passo con le innovazioni che in questo settore sono all’ordine del giorno. In questi anni ci siamo riusciti e oggi il nostro organi-

co è composto da una ventina di persone». Il rapporto con i dipendenti è uno dei segreti dell’azienda informatica olginatese, che il titolare considera una grande famiglia. «Tutti i nostri collaboratori sono assunti a tempo indeterminato e restano sempre con noi a lungo – riprende Brusadelli -. Purtroppo, Quota 100 ci ha tolto tre figure storiche, veri pilastri che siamo riu-

LA STORIA

DALLA VIDEOSCRITTURA AI LAPTOP La storia di A&B Sistemi inizia nel 1985, quando la società prende forma (all’epoca come A&B Ufficio) in uno spazio di via Cantù, sempre a Olginate. «All’epoca avevo già esperienza nel settore, lavorando come dipendente da un concessionario Olivetti – ricorda il titolare Luigi Brusadelli, al timone

dell’azienda con la sorella Patrizia -. È stato proprio Olivetti a chiederci di aprire una concessione nuova per andare a coprire in modo specifico l’area comprendente Olginatese e Calolziese. Siamo partiti da zero: la preparazione tecnica c’era, ma tutto il resto era da scoprire».


La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

sciti a rimpiazzare a fatica. Trovare il personale da inserire, anche ragionando su una formazione interna, è veramente difficile. Del resto, la tipologia del nostro lavoro – che si svolge per lo più presso la sede del cliente – richiede competenza, serietà e a 360 gradi la capacità di rappresentare l’immagine aziendale nel modo migliore». A giocare un ruolo determinante, nella crescita che in questi quasi 40 anni ha visto A&B Sistemi protagonista, è stata la chiara linea scelta dal titolare. «Abbiamo sempre voluto tenere un rapporto diretto col produttore, saltando i distributori e quindi accorciando la catena. Quando Olivetti ha smesso di produrre pc ci siamo rivolti per questo ramo ad Acer, ma sempre con questa modalità, così come con Hp e Brother Italia, restando comunque legati a Olivetti, dei quali siamo uno dei primi cinque partner in Italia. Sulla base di questi rapporti, dei prodotti di cui disponiamo e della nostra esperienza, ai clienti non proponiamo mai la vendita di un articolo ma la soluzione di un problema, partendo dalle specifiche esigenze che ci vengono manifestate». Un approccio vincente, considerando i numeri che caratterizzano A&B Sistemi, in crescita costante di fatturato, oltre la metà del quale è costituita non dalla vendita di prodotti ma dal noleggio di strumenti e apparecchiature: sul territorio ne ha distribuiti a migliaia. «Il passaggio dalla vendita al noleggio del prodotto – evidenzia Manzoni – ha segnato una svolta importante, perché sei passato da venditore puro a consulente dell’azienda. Questo ha sviluppato anche la nostra parte tecnica, perché a noi compete ora anche tutto quanto concerne l’assistenza. E in questo senso a maggior ragione è importante il rapporto diretto col produttore: questo fa crescere il tecnico, che a sua volta è in grado quindi di guidare il cliente». L’azienda olginatese, tra l’altro, si occupa direttamente anche del noleggio, per il quale non si appoggia a società finanziarie, garantendo quindi

47

I TITOLARI i fratelli Patrizia e Luigi Brusadelli

anche grande elasticità in base alle necessità del cliente: nel momento in cui le esigenze cambiano, A&B provvede a bloccare il noleggio e a ritirare il prodotto, sostituendolo con quello più adatto ai nuovi bisogni. «Ormai oltre il 90% del lavoro riguarda il noleggio – aggiunge il titolare -. Anche gli

enti di piccole dimensioni preferiscono questa formula, perché nel contratto è inserito anche il post vendita (assistenza, configurazioni, materiali di consumo), per cui non ci si deve preoccupare più di nulla. Tanto più che con i rincari dei prezzi che si sono verificati dall’anno scorso, col noleggio i canoni sono rimasti fissi men-

OBIETTIVO

UNA NUOVA SEDE A GALBIATE Il prossimo passaggio, per A&B Sistemi, sarà costituito dall’ingresso nella nuova sede. Dalla collocazione attuale, che vede l’azienda sorgere accanto alla provinciale 72 (tra via dell’Industria e via Spluga), ci si trasferirà infatti a Galbiate, in prossimità del Ponte Visconti. Qui, in una posizione strategica per raggiungere le sedi dei clienti, prenderà forma il nuovo quartier generale (5.000 metri cubi il primo lotto) che permetterà anche il potenziamento dell’organico. «Quando siamo arrivati nella sede attuale, ormai vent’anni fa, l’edificio ci sembrava quasi troppo grande. Da 5/6 anni,

invece, siamo in forte difficoltà e non possiamo assumere, anche se ne avremmo bisogno, perché non abbiamo lo spazio necessario. Con la nuova sede potremo quindi inserire le risorse di cui abbiamo l’esigenza: assumeremo 3 o 4 persone almeno. Ma potremo anche aggiungere alcuni servizi e potenziare il laboratorio, accelerando anche sul piano della sperimentazione», ha affermato Luigi Brusadelli. L’obiettivo è quello, una volta ultimata la nuova sede, di dar nuovo impulso e vitalità alle attività sia tecniche che commerciali, calibrandole alle nuove sfide che il mercato oramai richiede.

tre sulle stampanti di proprietà anche il materiale di consumo ha subito incrementi consistenti». La struttura di A&B, tra l’altro, permette anche di intervenire in modo preventivo rispetto a esaurimento dei materiali di consumo e guasti. Tutte le macchine distribuite a noleggio sono infatti collegate con la sede di Olginate, dove il sistema rileva in automatico l’imminente fermo macchina (per esaurimento del toner e via dicendo) permettendo al tecnico di anticipare il problema evitando interruzioni. Il ruolo di A&B Sistemi è stato importante anche, inevitabilmente, nei due anni di pandemia. I tecnici non si sono mai fermati, per permettere ai clienti delle filiere essenziali (tra i quali anche le Rsa del Lecchese) di continuare a lavorare e, laddove necessario, di attivare lo smart working. «Le aziende hanno cambiato approccio rispetto alle postazioni lavorative – rimarca Brusadelli -. Prima chiedevano il classico computer da ufficio, mentre ora sono orientate sul laptop per permettere agli impiegati di essere pronti, in caso di necessità, a migrare a casa».







La Provincia di Lecco Como

Venerdì 24 Giugno 2022

53 99

La fotografia

I NUMERI DELL’AREA LARIANA OLTRE UN MILIONE DI ARRIVI Un importante studio commissionato dalla Camera di Commercio di Como e Lecco ha permesso di ottenere uno spaccato dell’economia del nostro territorio. Questi interessantissimi dati insieme a molti altri sono stati presentati in occasione della 10° Giornata dell’Economia a Erba


54

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

La Provincia di Como

Venerdì 24 Giugno 2022

101

La fotografia

il quadr o di anal isi f inal ment e un pò di l uci Il dati offrono prospettive positive per il raggiungimento degli obiettivi nella produzione industriale Incoraggiante il calo di fallimenti e di personale in cassa integrazione, sale finalmente il settore turismo


Como La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

103 55

La fotografia

LE OmBRE E I PUNTI DEBOLI SITUAZIONE MIGLIORABILE La sofferenza si è sentita in modo più incisivo nella difficoltà di reperimento del personale. Altro fattore che influenza il panorama del mondo delle MPMI è l’invecchiamento della popolazione


56

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

La Provincia di Como

Venerdì 24 Giugno 2022

105

La fotografia

adat tar si al cambiamento MUTAMENTI DI SCENARIO Nonostante le inevitabili criticità dovute al particolare periodo pandemico, seguito dal conflitto, le aziende del territorio si preparano a rimontare adottando una visione chiara del futuro


La Provincia di Lecco Como

Venerdì 24 Giugno 2022

57 107

La fotografia

OSTACOLI SUL PERCORSO come gESTIRE IL PRESENTE Le crisi che si prospettano devono stimolare a prendere decisioni coraggiose. Dopo anni di disattenzione si è “scoperta” l’ eccessiva dipendenza dal gas e altre materie prime. La vera sfida sarà quella di abbattere i costi di produzione e gestire il commercio internazionale


58

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

La Provincia di Como

Venerdì 24 Giugno 2022

109

La fotografia

La CRESCITA è AUSPICABILE I TREND SU CUI PUNTARE Tante le opportunità da sfruttare per affrontare sfide sempre più interessanti , è necessario rafforzare la coesione tra le imprese lariane e adottare stili di impresa innovativi e sostenibili


Como La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

111 59

Imprese Lariane

STRUTTURA E DINAMICA Il sistema delle imprese lariane si è rapidamente ripreso dopo la caduta dello scorso anno: è questo, in sintesi, il risultato che emerge dalle varie statistiche camerali Stabile a fine marzo 2022 il numero di imprese registrate nell’area lariana: 74.01 2 unità (48.346 a Como e 25.666 a Lecco). Senza variazioni significative anche l’insieme delle unità locali: 94.995 unità (rispettivamente 61.863 e 33.132). La variazione tendenziale è positiva in entrambi i territori: +1 ,1 % a Como e +0,3% a Lec-

co; il dato lariano si attesta a +0,8%, contro il +0,4% regionale e il -0,3% nazionale. La variazione congiunturale3 è negativa a

Lecco (-0,2%) e positiva a Como (+0,2%); il dato lariano si attesta a +0,04%, contro il +0,1 % regionale e il -0,2% nazionale.

Fonte: Infocamere - banca dati StockView e Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio di Como-Lecco

Imprese registrate nell’area lariana per settore di attività fine 2020, a fine 2021 e a fine marzo 2022. Variazione % degli stock anno 2021 e 1° trimestre 2022

Inizio d’anno positivo per l’avvio di nuove imprese. Quelle nate nel primo trimestre 2022 risultano in crescita rispetto ai primi tre mesi del 2021 : nell’area

lariana le iscrizioni di aziende sono state 1 .437 (+8,5%); a Como si contano 974 nuove attività (+1 1 ,1 %) e a Lecco 463 (+3,6%). Nell’area lariana

calano le cessazioni, che nei primi tre mesi di quest’anno sono state 1 .404 (-2,2% rispetto allo stesso periodo del 2020: 881 a Como e 523 a Lecco; rispetti-

vamente -3,5% e +0,2%)6. Nel 1° trimestre 2022 la differenza tra aperture e chiusure di attività nell’area lariana è stata positiva, (+33 unità contro -111 dello stesso periodo del 2021 ); a Como il saldo passa da -36 unità dei primi tre mesi del 2021 a +93 dello stesso periodo del 2022, mentre a Lecco migliora da -75 a -60 aziende7. Fonte: Infocamere - banca dati StockView e Ufficio Studi e Statistica CCIAA di Como-Lecco

INIZIATIVE

GLI INCENTIVI IN PROGRAMMA PER MPMI Dal 18 maggio, le micro, piccole e medie imprese italiane potranno richiedere incentivi per realizzare investimenti innovativi legati a tecnologie 4.0, economia circolare e risparmio energetico. Obiettivo: favorire la trasformazione digitale e sostenibile di attività manifatturiere. È quanto prevede il ministero dello Sviluppo economico con un decreto che stabilisce i termini per la presentazione delle domande relative alla misura agevolativa, che dispone di circa 678

milioni di euro di finanziamenti garantiti dal programma d’investimento europeo React-Eu e dai fondi di coesione. I programmi di investimento delle mpmi devono: - prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0 e l’ammontare di tali spese deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili del programma; - essere diretti all’ampliamento della capacità alla diversificazione della

produzione, funzionale a ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza o al cambiamento fondamentale del processo di produzione di un’unità produttiva esistente, ovvero alla realizzazione di una nuova unità produttiva; - essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nel territorio nazionale; - in Lombardia rispettare le seguenti soglie di importo delle spese ammissibili non inferiori complessivamente

a un milione di euro e non superiori a 3 milioni di euro e, comunque, all’80% del fatturato dell’ultimo bilancio approvato e depositato; - essere avviati successivamente alla presentazione della domanda; - prevedere un termine di ultimazione non successivo a dodici mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni. Per saperne di più: https://bit.ly/Invest-Sostenibili-4-0


60

La Provincia di Como

La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

Venerdì 24 Giugno 2022

113

Import Export

SOSTENUTA L’ECONOMIA Nel 2021 le imprese di Como e Lecco sono state particolarmente attive negli scambi commerciali con l’estero. Saldo bilancia commerciale positivo in entrambi i territori Gli scambi commerciali con l’estero delle imprese di Como e Lecco hanno sostenuto in misura rilevante la ripresa economica che si è sviluppata nel territorio lariano nel 2021. Le esportazioni dell’area lariana hanno raggiunto i 10,6 miliardi (+15,9% vs 2020): la crescita è leggermente inferiore a quella lombarda (+19,1%) e nazionale (+18,2%). A 6,4 miliardi invece il valore dell’import (+31,7%, a fronte del +24,2% regionale e del +24,8% nazionale). Il saldo della bilancia commerciale – ovvero la differenza tra esportazioni e im-

portazioni – continua ad essere positivo, anche se in diminuzione: nel 2021 si è attestato a +4,2 miliardi (-2,1 %). Il saldo regionale rimane negativo (-1 4 miliardi), mentre il surplus italiano è stato pari a 50,2 miliardi. Nel 2021 le esportazioni delle imprese comasche evidenziano un incremento del 1 3,5% rispetto al 2020, mentre le importazioni aumentano del 25,7% (l’avanzo commerciale cala dello 0,9%). Lecco mostra incrementi di export e import sia rispetto allo scorso anno, sia nei confronti della situazione pre-Co-

Variazioni % 2021 vs 2020 export, import e saldo bilancia commerciale

vid. Cresciute le esportazioni del 1 8,8%, le importazioni del 39,4% con saldo commerciale in calo del 3,5%. Nel primo trimestre 2021 l’area lariana ha esportato merci per 2,5 miliardi di euro (+1 ,2% rispetto al primo trimestre dello scorso anno, contro il +3,5% regionale e il +4,6% nazionale). Le importazioni sono ammontate a circa 1 ,5 miliardi di euro (+6,3%, contro il +7,8% lombardo e il +5,8% italiano). Il saldo della bilancia commerciale continua ad essere positivo, ed è pari a quasi un miliardo di euro (-5,7%). Il

saldo della nostra regione rimane negativo (-3,7 miliardi di euro, in peggioramento del 65,6% rispetto al primo trimestre 2020), mentre il surplus italiano è stato superiore a 11 miliardi di euro (-5,6%). A Como le importazioni registrano un incremento del 3,6%, mentre le esportazioni hanno evidenziato una diminuzione dell’1,6%. A Lecco l’import è cresciuto del 1 0% e l’export del 4,9%. Il saldo della bilancia commerciale resta positivo in entrambi i territori, ma in calo: -9,3% a Como e -1,4% a Lecco.

Variazioni % 2021 vs 2020 1 trimestre


Como La Provincia di Lecco

Venerdì 24 Giugno 2022

115 61

Import Export

METALMECCANICO TOP Tra le aziende lecchesi di rilievo la performance del settore metalmeccanico, mentre in terra comasca spicca quella di “altro industria” seguite da moda e chimica-gomma Con riferimento all’import, all’interno del territorio lariano nel suo complesso, i settori principali erano “altro industria” (26,8%), metalmeccanico (24,5%), e chimica-gomma (1 8,4%). Fra i diversi settori, solo quello alimentare evidenziava un calo rispetto al 2020, (-6,8%); viceversa, a crescere maggiormente in valori assoluti erano le importazioni dei principali settori: metalmeccanico +533,2 milioni; “altro industria” +368 milioni; chimica-gomma +314,7 milioni (rispettivamente +51 ,2%, +27,3% e +36,3%). A Como, dopo “altro industria” (28,2% del totale delle importazioni), il settore più rilevante era quello della chimica-gomma (25,3%), seguito dal tessile (1 6,2%). Solo per il comparto alimentare si evidenziava una diminuzione rispetto al 2020 (-7,5%), mentre le performance migliori riguardavano chimica-gomma (+36,1 %), “altro industria” (+29,5%) e tessile, (+20,4%). Nei confronti dell’anno pre-Covid, tessile e mezzi di trasporto calavano (rispettivamente -4,8% e -2,4%), mentre “altro industria” (+1 6,2%), chimica-gomma (+1 6,9%) e “altro” (+82,4%) mostravano crescite più significative. A Lecco il metalmeccanico rappresentava il 41,8% del totale delle importazioni, seguito da “altro industria” (25,1 %) e chimica-gomma (10,6%). Alimentari e agricoltura calavano nei confronti del 2020 (rispettivamente -5%, -7,7%,), mentre metalmeccanico (+58,8%), “altro industria” (+24,5%) e chimica-gomma (+36,6%) hanno messo a segno gli incrementi maggiori.

Export per settore di attività. Anno 2021 (valori %)

Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio Como-Lecco su dati Istat EXPORT ED IMPORT PER SETTORE DI ATTIVITÁ. Anno 2021 (valori in milioni di Euro e variazione % rispetto al 2019). Province di Como e Lecco Settore 2021 variazione


62 118

La La Provincia Provincia di di Lecco Como

Venerdì 24 Giugno 2022 Venerdì 24 Giugno 2022

Imprese - tipologie

QUALI LE INNOVATIVE REQUISITI DA SAPERE Cosa si intende per Startup innovativa, quali gli indicatori da possedere, i vantaggi Tutte le specifiche per le imprese già presenti sul mercato per essere considerate tali Startup innovative sono aziende: di nuova costituzione o costituite da meno di 5 anni; con sede principale in Italia, membri UE o stati aderenti all’accordo sullo Spazio Economico Europeo, purché abbiano una sede produttiva o una filiale in Italia; con un valore della produzione inferiore a 5 milioni di euro su base annuale; che non distribuiscono e non hanno distribuito utili; con oggetto sociale che prevede esclusivo o prevalente sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; che non sono costituite a seguito di operazioni tipo scissioni societarie, fusioni, o cessione di azienda o di ramo di azienda Devono inoltre possedere almeno uno dei tre seguenti indicatori: una quota pari al 15% a bilancio tra fatturato e costi annui è ascrivibile ad attività di ricerca e sviluppo; la forza lavoro complessiva è costituita per almeno 1 /3 da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori, o per almeno 2/3 da soci o collaboratori a qualsiasi titolo in possesso di laurea magistrale; l’impresa è titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto

ziataria di brevetti per industria, biotecnologie, semiconduttori, varietà vegetali.

registrato (privativa industriale) oppure titolare di programma per elaboratore originario registrato. PICCOLA MEDIA IMPRESA INNOVATIVA Si intendono piccole e medie imprese già presenti sul mercato e che nelle proprie attività hanno significative aree e attività considerate ad “alto contenuto tecnologico”. Nel dettaglio: è un’azienda con sede principale dei propri affari in Italia; è una società di capitali (anche in forma cooperativa); non possiede azioni quotate su un mercato non regolamentato; ha già depositato almeno un bi-

lancio certificato al Registro Imprese; il fatturato annuo supera i 50 milioni di euro, o il bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro; ha meno di 250 dipendenti. Deve in più possedere almeno due dei seguenti requisiti: le spese in ricerca e sviluppo devono essere maggiori o uguali al 3% della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione un terzo dei lavoratori deve essere in possesso di laurea magistrale,oppure un quinto dei lavoratori ha conseguito o sta seguendo un dottorato di ricerca presso università italiana o straniera è titolare, depositaria o licen-

VANTAGGI Startup innovative - Costituzione e successive modificazioni mediante modello standard tipizzato facendo ricorso alla firma digitale - Abbattimento degli oneri per l’avvio di impresa - Disciplina del lavoro tagliata su misura - Piani di incentivazione in equity - Introduzione di incentivi fiscali - Introduzione del crowdfunding - Accesso semplificato, gratuito e diretto per al Fondo Centrale di Garanzia - Sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione PMI innovative - Gestione societaria flessibile - Facilitazioni nel ripianamento delle perdite - Incentivi fiscali per investimenti in PMI Innovative - Piano di incentivazione in equity - Raccolta di capitali mediante piattaforme online di equity crowdfunding - Sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione

ALLA SCOPERTA DELLA SOSTENIBILITÀ Ascoltare non è solo sentire. È un atto volontario grazie al quale si decide di ascoltare attraverso l’attenzione, la sensibilità e l’intelligenza. Alle imprese che non vogliono solo sentire, ma ascoltare con attenzione, la Camera di Commercio di Como-Lecco, attraverso Progetto SMART, dedica SOStenibilità: un nuovo strumento, nuovi contenuti originali e un gruppo di esperti selezionati per esplorare tutte le dimensioni della sostenibilità. SOStenibilità è un podcast in 6 tappe – più una puntata speciale - realizzato da CCIAA di Como-Lecco, in continuità con le attività del progetto SMART, grazie al supporto di Jacopo Boschini (Cooperativa Attivamente).

IL QUESTIONARIO 25 domande veloci, tempo massimo 3 minuti. Il TEST di AUTOVALUTAZIONE per comprendere il proprio posizionamento in termini di sostenibilità, le buone pratiche adottate da chi opera nel territorio di Como e Lecco e Ticino. Partecipare permette di conoscere meglio le imprese e le loro esigenze e proseguire insieme il percorso verso la sostenibilità. Le imprese partecipanti riceveranno il link per accedere ai Weblab di Progetto SMART. La disponibilità di dati è importante per orientare le future politiche di sviluppo economico.

I VANTAGGI PER LE IMPRESE: - Verificare il proprio posizionamento sul tema della responsabilità sociale - Valutare le eventuali buone pratiche da sviluppare - Partecipare a un network di imprese interessate al tema - Effettuare una comparazione rispetto alle altre imprese del territorio. ll questionario, elaborato in collaborazione con la SUPSI, è disponibile on line sia per le imprese del territorio della Camera di Commercio Como-Lecco sia per le aziende associate alla Camera di Commercio del Cantone Ticino.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.