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Rinaldo Franco

Rinaldo Franco

IL FOTOGRAFO TOMMASO URCIOLO SVELA QUALCHE SEGRETO PER IMMORTALARE I CANI, CONSIGLI UTILISSIMI ANCHE PER FOTOGRAFARE ALTRI ANIMALI. UN HOBBY CHE PUÒ DIVENTARE UN LAVORO

COME NASCE LO SCATTO PERFETTO

Per avere un ricordo indelebile nel tempo del proprio amico pet, per esaltare la bellezza della razza o per abbellire la location ci vogliono foto speciali. Ritratti che sappiano davvero immortalare l’espressività del pet che solo un professionista può essere capace di realizzare. “Fotografare un animale per professione richiede una grande passione e tanta curiosità. Solo chi possiede queste caratteristiche può spingersi a sperimentare nuovi set

taggi del corpo macchina, nuove location e far sì che la propria creatività non si atrofizzi. Una foto banale non suscita alcun che e non è quello che a noi interessa”, avverte Tommaso Urciolo, fotografo professionista da anni legato al mondo della cinofilia espositiva.

Mestiere e creatività

“La fotografia è un’arte che va coltivata e l’occhio va allenato. Solo

quando testa, occhio e cuore saranno allineati, si riusciranno a vedere dei risultati soddisfacenti”, commenta ancora Urciolo. Indipendentemente dal genere fotografico in cui ci si vuole specializzare, leggere dei buoni testi e frequentare i migliori corsi aiuta ad approfondire le tecniche del mezzo fotografico ma non basta. È una professione che richiede doti come pazienza, resistenza fisica e una buona dose di capacità relazionali. “Bisogna essere sempre disponibili con i propri clienti e, nel limite del possibile, accontentarli. Serve tatto nell’approcciarsi con personalità, come giudici e organizzatori che hanno raggiunto i massimi livelli nel proprio ambito, senza interferire nel normale svolgimento della manifestazione in corso”, prosegue Urciolo,”Soprattutto per chi è alle prime armi è fondamentale la sinergia che si viene a innescare con l’allevatore e l’handler (colui/colei che conduce il cane nelle esposizioni). Queste due figure professionali sono in grado di donare informazioni che permetteranno di rendere unico il nostro scatto andando a catturare l’essenza della razza da fotografare”.

Chi parte bene è a metà dell’opera

Quale sia la fotocamera ideale per un determinato uso è sicuramente una questione importante da affrontare. “Se si vuol approcciare la fotografia cinofila ed essere in grado di catturare l’immagine, una buona attrezzatura fa la differenza”, spiega il fotografo. “Iniziare con un kit base, come quelli proposti dalle case madri, può portare alla lunga a una vera e propria frustrazione poiché il risultato non sarà mai quello sperato. Più si va avanti più si affina l’occhio e il millesimo di secondo fa la differenza.

UNA GIORNATA CON TOMMASO URCIOLO

“La mia giornata si svolge all’interno di padiglioni fieristici e parte davvero molto presto”, racconta Tommaso Urciolo, “Almeno un paio d’ore prima che inizi la mostra - di solito tra le 9 e le 10 - occorre essere sul posto così da realizzare una mappa mentale della location per sapere dove trovare una determinata razza e informarsi quando farà il suo ingresso nel ring. Terminati i giudizi e le relative foto tecniche - cane in stazione e in movimento - si passa alla sessione fotografica, per chi ne fa richiesta, di scatti posati, dove si può dar sfogo alla propria vena creativa, spaziando tra scatti tecnici e artistici. Il passo successivo, ma non meno faticoso, è quello di scaricare tutto il materiale fotografico acquisito durante la giornata, selezionare e preparare le anteprime da inviare ai propri clienti. Un’operazione che richiede molto tempo. A fine giornata è inevitabile sentirsi davvero stanchi anche per la fatica di portare con sé un’attrezzatura del peso di circa quattrodomestic chilogrammi con la quale doversi continuamente alzare e abbassare. Insomma come una sessione di allenamento in palestra!”. Il mio consiglio è perciò quello di investire qualcosa in più per acquistare un prodotto di fascia media piuttosto che ritrovarsi con un’attrezzatura che dovrà essere cambiata dopo poco tempo”. In buona sostanza quindi, oltre al corpo macchina di fascia medio-alta, occorrono due buoni zoom - grandangolare e teleobiettivo - e un’ottica fissa a scelta tra 50mm, 85mm, 100mm per eventuali primi piani (tutti e tre gli obiettivi dovranno permettere l’apertura del diaframma quanto più ampia possibile).

Esaltare i pregi e nascondere i difetti

La fotografia è probabilmente la forma artistica più democratica che ha determinato nel corso degli anni un aumento della produzione con risultati più o meno validi. Il massimo però lo si raggiunge enfatizzando la tecnicità cinognostica del cane che si va a fotografare, all’interno di un contesto naturalistico o urbano che sia. L’errore da evitare, invece, è quello di accentuare un difetto più o meno grave del cane attraverso un’inquadratura non consona oppure di mostrare un’imperfezione inesistente. Per una bella foto in movimento Tommaso Urciolo consiglia di cogliere il momento in cui il cane è libero di correre all’aria aperta per prenderlo in totale libertà. Affinché l’immagine venga “congelata” alla perfezione, si dovrà però settare la fotocamera in modo tale che l’otturatore lavori quanto più velocemente possibile, a non meno di 1/250sec. Con valori più alti, il soggetto andrà a creare un tipico effetto scia che può disturbare la lettura dell’immagine, a meno che non sia un effetto voluto per andare sottolineare una maggior dinamicità. Per riuscire a cogliere una bella espressione, tipica della razza, è necessario richiamare l’attenzione dell’animale avvalendosi di qualche espediente come fischi, versi, treats, suoni gutturali in modo che indirizzi il suo sguardo verso l’obbiettivo. “Occhio però quando si stanno realizzando scatti a un cane che è sotto giudizio all’interno di un ring. In tal caso è severamente vietato richiamarlo in quanto tale pratica, denominata double-hanling, può comportare l’espulsione poiché interferisce sulla valutazione morfo-funzionale del soggetto in esame”, avverte l’esperto. ●

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