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Costume e società

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Cerere

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GIUNTA DALL’ASIA CENTRALE COME DONO PER NOBILI E REGNANTI, QUESTA SPECIE ERA GIÀ CONOSCIUTA IN EUROPA MOLTO PRIMA DELLA SCOPERTA DELL’AUSTRALIA

68 Beverly Buckley - Pixabay

IL CACATUA: UNA PASSIONE ANTICA

Dall’aspetto buffo, molto legati ai proprietari e nel contempo chiassosi, giocosi e pieni di ingegno tanto da essere spesso protagonisti di numerosi video virali sul web.

I cacatua sono senza dubbio tra gli psittacidi più incredibili, come Pet Trend ha descritto in un articolo a loro dedicato uscito nel numero di marzo 2018 (pagina 69). Forse il loro irresistibile spirito giocoso o il loro aspetto inusuale, caratterizzato da una lunga cresta erettile sulla testa, potrebbero essere alla base anche di un interesse che affonda le proprie radici nei secoli passati. Talora studiando vecchi libri, trattati o persino quadri emergono degli aspetti che stonano con il contesto storico e il cacatua è uno dei protagonisti di queste anomalie. Questi uccelli sono diffusi con più di venti specie, tutte provenienti da un areale di distribuzione che si estende dalle isole della Sonda all’Australia…continente ufficialmente scoperto da James Cook nel 1770.

Dall’arte alle miniature nei libri

Cosa ci fa allora un cacatua nel quadro di Mantegna “Madonna della Vittoria” del 1496, conservato oggi al

Museo del Louvre di Parigi? Guardando sopra il capo della Vergine è inconfondibile l’uccello con cresta appollaiato sulla finestra (vedi il particolare del dipinto nell’immagine sopra). Le sorprese non finiscono qui… anzi. Un team di ricercatori finlandesi e australiani ha pubblicato sulla rivista Parergon il risultato di un’incredibile scoperta a seguito dello studio dell’opera scritta di proprio pugno da Federico II di Svevia “De arte venandi cum avibus”. Il trattato, del quale restano due copie una delle quali presso la Biblioteca Vaticana e completamente visionabile online, è dedicato alla caccia ma tra le pagine ecco riemergere il chiassoso pappagallo. Infatti, ben quattro disegni rappresentano senza alcun dubbio un esemplare che può essere ricondotto a una delle tre sottospecie del cacatua dal ciuffo giallo Cacatua sulphurea, diffuse in Indonesia tra Komodo, Timor e le isole circostanti o a un Cacatua galerita, molto simile e diffuso anche in Australia. A uno sguardo più attento la forma della cresta e il colore marrone degli occhi consentono persino di ipotizzare che potesse trattarsi di una femmina. C’è però un particolare non da poco: il manuale è del XIII secolo, quindi antecedente di 200 anni rispetto all’opera di Mantegna e risale a 500 anni prima della scoperta ufficiale dell’Australia.

Amicizie importanti

In realtà possiamo escludere che un cacatua possa aver preso una macchina del tempo ma una lettura più profonda della società regnante dell’epoca ci fornisce la risoluzione al curioso enigma. Federico II fin dal 1217 era in stretto contatto con il sultano egiziano al-Malik Muhammad al-Kamil e il loro rapporto si trasformò in un’amicizia ricca di reciproci scambi di regali tra i quali antichi manoscritti e animali esotici. Questi ultimi erano tra i doni più comuni che venivano scambiati tra i regnanti. Di certo la Sicilia dell’epoca era già un importante snodo nel commercio internazionale ma dobbiamo distaccarci da una visione eurocentrica e analizzare le grandi rotte commerciali mondiali dell’epoca. Lo stesso autore dell’opera dice che l’uccello donato dal sultano proveniva “dall’India” e infatti erano proprio le rotte asiatiche il vero crocevia del commercio mondiale. A partire dal

700 d.C. numerosi traffici commerciali si svilupparono tra mercanti cinesi, persiani e arabi, creando una rete commerciale che comprendeva tutta l’Asia e che crebbe nei secoli successivi. Nel 1200 i territori commerciali del Medio Oriente ospitavano tanto i mercanti asiatici quanto quelli europei e si venne a creare un sempre più intenso scambio di merci.

Lungo queste vie, oltre a spezie, tessuti e metalli preziosi, viaggiavano pet esotici destinati ai regnanti. Via terra attraverso Cina, India e Persia o via mare dalle isole della Sonda attraverso i porti indiani, arabi ed egiziani, gli scambi si intensificarono consentendo a merci e animali provenienti da territori ancora ignoti, di giungere ai regnanti europei. ●

Uno status symbol per i regnanti

Il cacatua era dunque il perfetto pet esotico che poteva essere donato poiché è resistente, longevo e dunque adattabile anche a lunghi viaggi della durata di alcuni anni e suddivisi in tappe. In un passaggio dell’opera si legge anche che “con la lingua carnosa e spessa può riprodurre la voce delle persone”. Nonostante non siano disponibili ulteriori informazioni sulla vita del cacatua nella corte palermitana di Federico II, di certo lo stretto legame che sviluppa con i proprietari, l’inusuale aspetto e un carattere giocoso lo resero di certo un beniamino della casata. I cacatua erano da tempo ambiti regali, infatti già nel VII secolo d.C. gli emissari del regno di Champa, nell’odierno Vietnam, fecero dono alla dinastia cinese regnante Tang, di alcuni cacatua delle Molucche, Cacatua moluccensis (Gmelin 1788) dalla tipica cresta rosa e di altri cacatua di colore bianco provenienti “dalle isole più lontane dell’Indonesia”.

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