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Educazione cinofila
STORIE DI CANI IPOVEDENTI O ACUSICI CHE VIVONO BENE GRAZIE AL LAVORO APPASSIONATO DI DUE EDUCATRICI CINOFILE ESPERTE ED EMPATICHE
L’HANDICAP NON È UN OSTACOLO
PetTrend • Aprile 2020 Foto: Prima - Denise Santesso
Ci sono amori che nascono e portano ad altri amori. Amori che partono da una professione e poi ti cambiano la vita spostando il centro del tuo lavoro ma anche dei tuoi valori. Ed è quello che è capitato a Denise Santesso e Roberta Colombo, amiche ed entrambe educatrici cinofile specializzate nella gestione di cani con disabilità sensoriali.
Due storie vere
Entrambe sono partite con un primo amore. Per Roberta è stato Giacomino, un incrocio di pastore australiano (sordo e ipovedente); poi Belle (sorda), Olaf (sordo e ipovedente) e oggi Avalon (parzialmente sorda e con un deficit visivo). Una cagnolina (considerate le dimensioni è un eufemismo) con cui Roberta sta mettendo in campo fin da subito tutte le sue competenze per aiutarla a sviluppare al massimo le proprie potenzialità.
Per Denise, il primo amore è Teo (cieco e parzialmente sordo da un orecchio)
di cui dice “mi ha cambiato davvero la vita: lui è la mia anima, un mio prolungamento, mi guida ogni giorno verso me stessa”; Teo che oggi vive insieme a Blue (American Bulldog sorda dalla nascita) e a Prima (mix pastore rimasta sorda, cieca e con difficoltà motorie a causa di un trauma cranico).
È un fatto di comunicazione
Sicuramente avere a che fare con questo tipo di cani porta necessariamente a prestare molta attenzione alla comunicazione, che diventa sottile, intima e che permette in seguito di portare queste competenze anche nel lavoro con i cani normodotati. Di certo, in alcuni casi, come in quello di Prima, le problematiche sono piuttosto rilevanti, ma Denise da anni porta avanti un progetto in acqua (H2ODog Emozioni Acquatiche) grazie al quale non ottiene soltanto dei benefici a livello fisico ma anche e soprattutto a livello emozionale, perché il binomio caneumano si rafforza, in acqua, permettendo alla relazione di crescere. E questo lo sta vivendo sulla propria pelle anche Roberta che, con Avalon, lavora sia in acqua sia fuori dall’acqua per poter dare alla sua Avalon (e non solo a lei) delle competenze ad ampio raggio.
Nulla è precluso
Si tratta di cani a cui è possibile insegnare di tutto, ma ciò che più conta è dargli gli strumenti necessari per poter affrontare qualsiasi tipo di difficoltà. E così Teo, Avalon, Blue, Prima e altri prima di loro entrano in acqua tra le braccia delle loro umane, di cui si fidano e imparano a fidarsi. E
Foto: Blue - Denise Santesso
giocano e imparano rafforzando quelli che diventano necessariamente dei canali privilegiati (il tatto e la voce nel caso di Teo, il tocco in alcuni punti sensibili nel caso di Prima, i gesti e il tocco nel caso di Blue). Ciò che, in conclusione, conta più di ogni cosa è stimolare la loro autostima, creare una fiducia reciproca, superare gli ostacoli emotivi, cosa che spesso è più facile da fare proprio grazie alla mediazione acquatica.
Come intervenire sull’autostima
Una delle tecniche per poter aumentare l’autostima è proprio l’utilizzo del canale acquatico dove, lavorando sul ragionamento e sul rapporto del binomio, l’autostima del cane aumenta, così come la sua fiducia. Il cane percepisce l’emozione positiva del proprietario nel momento in cui fanno insieme qualcosa in un elemento che per lui non è quello naturale. Si tratta di qualcosa di sottile e intimo che contribuisce al superamento dei limiti, in qualsiasi cane, figuriamoci quindi nei cani “specialmente abili”. ●