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Ricerche scientifiche

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L’OBIETTIVO DI CONSENTIRE AI GATTI DI VIVERE A CONTATTO CON LA NATURA, TUTELANDO AL TEMPO STESSO LA FAUNA SELVATICA, È ALLA BASE DI UNO STUDIO CONDOTTO DALL’UNIVERSITÀ INGLESE DI EXETER

Fabio Grandis - Pixabay

I GATTI

ERRABONDI E L’ISTINTO PREDATORIO

MARCO MORESCO

Iproprietari di gatti sono in genere appassionati di tutto il mondo animale nel suo insieme. Un fatto che spesso crea imbarazzi e difficoltà quando si tratta di confrontarsi con l’istinto predatorio dei loro piccoli felini. Come sappiamo infatti, i gatti in un attimo possono trasformarsi da affettuosi compagni di vita in temibili cacciatori. Per sondare i sentimenti dei proprietari di felini lasciati liberi di muoversi al di fuori delle mura domestiche, i ricercatori dell’Università inglese di Exeter, hanno portato a termine una ricerca intervistando 48 proprietari di gatti residenti in aree urbane, suburbane e rurali della Cornovaglia e dell’Oxfordshire. Oggetto dell’indagine sono stati i comportamenti errabondi e predatori dei piccoli felini, oltre alle preoccupazioni ed evenutali sensi di colpa che queste attività venatorie suscitano nei proprietari.

Un comportamento naturale

Dalle risposte degli intervistati è risultato che il comportamento predatorio dei piccoli felini viene in genere visto come frutto di un istinto del tutto naturale che non può essere in alcun modo controllato o limitato. Tra i proprietari coinvolti nella ricerca, alcuni hanno dichiarato di aver tentato agli inizi di limitare la caccia del proprio gatto, ma di aver poi desistito da ogni intervento una volta resisi conto che l’unica misura efficace in tal senso era quella di limitare al perimetro delle mura domestiche la libertà di movimento del felino. In altre parole, di fronte alla necessità di dover scegliere tra tutelare la fauna selvatica e la libertà del proprio gatto, hanno finito per dare la precedenza alla possibilità del piccolo felino di uscire all’aperto.

“Riguardo a questi comportamenti predatori, abbiamo riscontrato un ampio spettro di punti di vista dei proprietari: si va da coloro che li considerano addirittura positivi, fino a quelli che sono profondamente preoccupati per le conseguenze negative che la caccia dei felini produce sulle popolazioni di animali selvatici”, ha affermato l’autore principale della ricerca, la dott.ssa Sarah Crowley, dell’Environment and Sustainability Institute dell’Università di Exeter.

“Tuttavia, poiché la caccia è considerata comunque un comportamento naturale, alla fine sono risultati pochi i proprietari che hanno dichiarato di poter controllare efficacemente questo istinto, senza influire negativamente sul benessere dei loro gatti”.

Predazione e tutela dell’ambiente

L’attitudine venatoria dei gatti non è in realtà un comportamento presente in modo uniforme in tutti i piccoli felini, ma varia molto da soggetto a soggetto. Ci sono instancabili cacciatori, che catturano moltissimi uccelli e piccoli mammiferi, mentre molti altri prediligono l’ambiente domestico e, solo raramente, mettono in mostra un atteggiamento predatorio. D’altra parte, se gli instancabili cacciatori felini fossero anche solo una parte dei circa 11 milioni di gatti del Regno

Dimitris Vetsikas - Pixabay

Unito, ci troveremmo comunque di fronte a un numero di predatori davvero notevole. Per questo motivo, alcuni ambientalisti britannici sono preoccupati per gli effetti che l’attività venatoria dei piccoli felini potrebbe avere sulla fauna selvatica, in particolare sulle specie in declino come quella dei passeri domestici. Per contenere la cattura di prede selvatiche, sono state avanzate delle proposte, tra cui quella di non fare uscire i gatti la notte (i piccoli felini sono predatori per lo più crepuscolari) e l’uso di collari dai colori vivaci e muniti di campanellini che i gatti dovrebbero indossare per mettere in allarme le potenziali prede. “I proprietari di gatti desiderano comprensibilmente il meglio per la salute e il benessere dei loro beniamini e molti ritengono che un piccolo felino deve poter accedere all’aria aperta e all’ambiente circostante per dare pieno sfogo alla propria natura”, ha affermato il professor Robbie McDonald, capo del gruppo Wildlife Science di Exeter, che ha condotto la ricerca. Allo stesso tempo, essere proprietari di gatti così indipendenti crea molte ansie, sia riguardo alla loro sicurezza, sia per il loro impatto sulla fauna selvatica.

“Stiamo lavorando a stretto contatto con i proprietari di gatti errabondi e con organizzazioni nate per tutelare il benessere dei piccoli felini per trovare una sintesi tra due esigenze apparentemente inconciliabili. Il nostro obiettivo è quello di trovare modi concreti per contenere l’attività predatoria dei gatti errabondi, migliorando al contempo la salute e il benessere di questi animali”, ha concluso Robbie McDonald. ●

BENESSERE DEI GATTI E TUTELA DELLA FAUNA SELVATICA

La sponsorizzazione dello studio proviene dall’ente benefico indipendente per la conservazione degli uccelli SongBird Survival ed è supervisionato da un gruppo consultivo composto da veterinari, esperti di comportamento e benessere dei gatti, oltre a rappresentanti di SongBird Survival, International Cat Care e RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals). “Siamo preoccupati per l’impatto che i gatti in libertà possono avere sugli animali selvatici”, ha affermato Robert Middleditch, presidente di SongBird Survival. “Siamo quindi lieti di aver commissionato questo importante progetto che vuole trovare soluzioni concrete insieme agli appassionati di gatti, promuovendo al contempo il benessere degli animali da compagnia e la tutela della fauna selvatica”.

Sa Ka - Pixabay

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