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Cani di razza

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Erpetologia

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CHIAMATO ANCHE BUTTERFLY-DOG, PER VIA DELLE ORECCHIE, L’EPAGNEUL NANO CONTINENTALE È AGILE, INTELLIGENTE E DISCRETO. UN PICCOLO CANE CHE STUPISCE PER LA VELOCITÀ DI APPRENDIMENTO E PER LA CAPACITÀ DI ADATTARSI ALLO STILE DI VITA DELL’AMICO UMANO

IL PAPILLON

Nicolas Patrini

Psicologo, educatore cinofilo Iniziamo subito col dire che quella che chiamiamo papillon è una varietà dell’epagneul nano continentale. Si tratta di una razza nata in origine con le orecchie pendenti, modificate dalle selezioni avvenute in particolare nel XIX secolo. La seconda varietà è la phalene, con orecchie portate basse, aderenti al cranio. Risalire alle origini di questo cane non è semplice. C’è chi afferma discenda da piccoli cani asiatici, come il chin giapponese, e chi punta più sulla miniaturizzazione, avvenuta in secoli di selezione, degli spaniel europei. Per certo sappiamo che era già presente in Europa

LO STANDARD DI RAZZA

Aspetto generale. Dal punto di vista morfologico si tratta di un piccolo cane dalla costruzione armoniosa. Il corpo è un po’ più lungo che alto. Testa. Proporzionata, con cranio non troppo arrotondato. Il tartufo è piccolo, nero e rotondo, solo leggermente appiattito nella parte superiore. Le labbra, invece, sono molto pigmentate, sottili e tese. Denti e mascelle sono forti. Occhi. Si presentano piuttosto larghi, bene aperti, non sporgenti, posizionati piuttosto bassi nella testa con l’angolo interno all’inserzione fra cranio e muso; sono di colore scuro ed espressivi. Orecchie. Caratteristica distintiva del papillon (il “fratello” phalene è molto simile ma differisce proprio in questo), sono inserite piuttosto indietro sulla testa, sufficientemente distanziate l’una dall’altra, così da mostrare la forma leggermente arrotondata del cranio. Il padiglione auricolare è ben aperto e girato di lato; il suo bordo interno forma un angolo di circa 45° sull’orizzontale. L’interno del padiglione è ricoperto di pelo fine e ondulato. La parte esterna è ricoperta di pelo lungo che si estende ben al di là degli orli. Collo. Di moderata lunghezza, è un po’ arcuato alla nuca. Coda. Inserita alta ed è piuttosto lunga, con frangia che sembra un pennacchio: quando il cane è in azione è portata rialzata rispetto alla linea dorsale e ricurva. Arti. Sono dritti e paralleli, terminano con piedi piuttosto lunghi e dalle dita forti, con cuscinetti duri, ben forniti fra di loro con pelo fine che si estende al di là dei piedi formando una punta. Pelo. Senza sottopelo, è abbondante, lucido, ondulato ma non arricciato, leggermente resistente al tatto, con riflessi serici. Il pelo è più corto sulla parte facciale, sul muso, la parte anteriore degli arti e sotto il garretto. Di media lunghezza sul corpo, diventa più lungo sul collo fino a formare un collare e uno jabot che discende sul petto. Colori. Tutti i colori di mantello sono ammessi, ma su corpo e arti il bianco deve essere dominante rispetto al colore. Al contrario, il bianco dominante sulla testa è un difetto rispetto allo standard di razza in sede di gara. Taglia. L’altezza al garrese è di circa 28 cm. Peso. Esistono due categorie di peso: meno di 2,5 kg per maschi e femmine; da 2,5 a 4,5 kg per maschi e da 2,5 a 5 kg per le femmine. Il peso minimo è di 1,5 kg. nel XI secolo, grazie ai numerosi artisti che si sono cimentati in dipinti raffiguranti il papillon, giunti fino a noi. Rembrandt, Goya, van Dyck e Giotto sono solo alcuni dei nomi illustri che hanno lasciato in eredità un’opera in cui è presente l’epagneul nano. In particolare, in Italia, è Tiziano ad averlo dipinto più volte, insieme a dame e infanti del Rinascimento.

Dal 1700 A oggi

Nel nome della razza è chiaramente racchiusa l’ipotesi principale riguardo alla genesi: epagneul non lascia spazio ad alcun fraintendimento sulle presunte origini. È nel XIII secolo che questo cane guadagna grande fama, aumentando esponenzialmente il numero degli esemplari presenti al fianco dei nobili nei palazzi. Luigi XIV è probabilmente il più illustre estimatore del papillon, tanto da ritrovare i suoi amici a quattro zampe in molti dipinti: il più famoso è quello di Nicolas de Largilliere, intitolato “Louis XIV and His Heir”. Anche Madame de Pompadour e Maria Antonietta sono annoverate tra le grandi appassionate di una razza che, nel procedere delle selezioni, è divenuta sempre più elegante. Alla decadenza della nobiltà fu purtroppo associato un periodo di poco successo dell’epagneul nano, tornato poi in voga a cavallo tra ’800 e ’900. I primi riconoscimenti moderni arrivarono agli inizi del XX secolo. Risale al 1915 l’entrata della razza nell’American Kennel Club, a testimoniare come il papillon trovò apprezzamento anche oltre oceano. In Italia occorse invece più tempo a questo piccolo cane per raggiungere il successo, coi primi esemplari portati in gara nei concorsi negli anni ’80. Oggi, nel nostro paese, sono circa 150 le iscrizioni effettuate ogni anno. Un dato che testimonia l’apprezzamento per il papillon, che ha visto aumentare costantemente il numero di soggetti registrati nell’ultima decade.

Il carattere

Dinamico e vivace, il papillon è senza dubbio un cane dalle mille risorse. Malgrado le dimensioni contenute, non vanno prese sotto gamba le sue capacità atletiche. Basti pensare che è scelto da molti come compagno nell’agility, dove si dimostra scattante, preciso e veloce nell’esecuzione. Restando in tema, dunque, il conduttore

ideale è altrettanto dinamico e disponibile a far sì che il proprio amico a quattro zampe abbia la possibilità di sfogare le proprie energie. Come? Con l’educazione di base, dato che si tratta di una razza intelligente e pronta; con lunghe passeggiate, in cui il cane può mettere in campo tutti i propri sensi e sgranchirsi a dovere; con il gioco, essenziale all’equilibrio psicologico. Parlando di educazione occorre anche mettere in luce come un buon lavoro svolto sul cucciolo possa renderlo capace di affrontare ogni situazione, senza essere né timido né eccessivamente schivo o nervoso. Il tutto è reso facile da una rapidità nell’apprendere non comune, che rende il papillon un ottimo cane dal punto di vista dell’addestramento: è svelto, pronto e capace di mantenere a lungo l’attenzione sul compito impartito dal proprietario. Avendo come punto di riferimento la propria famiglia, si tratta anche di un cane docile con i bambini, verso i quali è sempre tollerante. Infine, occorre mettere l’accento sul temperamento, dato che il papillon può rivelarsi schivo e poco incline a tollerare gli sconosciuti: si tratta di una caratteristica della razza, che ben si sposa con l’attaccamento profondo che instaura con gli amici umani. ●

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