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ORNITOLOGIA
BELLEZZA E CONVIVIALITÀ UNICHE , MA ATTENZIONE AGLI SBALZI DI TEMPERATURA, SONO I PAPPAGALLI CHE LI SOFFRONO DI PIÙ
GUARUBA GUAROUBA
Diego Cattarossi
Medico veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici Il Guaruba guarouba è uno psittacide sudamericano di medie dimensioni (circa 30 centimetri), il cui nome deriva dalla lingua indigena tupì, dove “guarà” significa uccello e “yuba” giallo, in virtù della livrea giallo brillante che lo caratterizza, tanto che praticamente in tutte le lingue il suo nome può essere tradotto in “conuro dorato”. Pur essendo originario del Brasile, è difficile collocarlo in una precisa area geografica, a causa delle sue abitudini nomadi; piccoli stormi colonizzano le foreste pluviali del centro del Brasile, a sud del Rio delle Amazzoni, ma sono stati avvistati anche molto più a sud, nel Mato Grosso: sono infatti capaci di compiere grandi spostamenti alla ricerca dell’alimento.
La conservazione della specie
L’alto tasso di deforestazione, con distruzione e frammentazione degli habitat e la cattura di frodo degli esemplari per il mercato aviario, de-
cretano la vulnerabilità della specie, che è stata inserita nella lista rossa della IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e nell’appendice I del Cites, in quanto si stima una drastica riduzione della popolazione, nell’ordine del 30% in poco più di tre generazioni! Le appendici Cites vanno conosciute all’atto dell’acquisto perché disciplinano la cessione dei pappagalli e possono subire aggiornamenti continui. È quindi indispensabile, acquistando un pappagallo, informarsi presso gli uffici Cites della Guardia Forestale Carabinieri dei documenti necessari per non incorrere in pesanti sanzioni. Si deve essere sempre in grado di mostrare, qualora richiesta, la necessaria certificazione Cites.
Le caratteristiche fisiche
L’abbagliante piumaggio ha una colorazione di base giallo oro su testa,
CURE E ATTENZIONI
Oltre a predisporre un alloggiamento adeguato alle necessità fisiologiche del suo ospite, a provvedere alla sua corretta alimentazione, un buon allevatore deve tener conto anche delle sue esigenze etologiche. Si tratta di pappagalli molto intelligenti e attivi, che in natura dedicano gran parte del loro tempo alla ricerca del cibo, a studiare il modo per ottenerlo, a esplorare, giocare tra loro, fare il bagno. L’arricchimento ambientale è imprescindibile quanto l’adeguata dimensione della gabbia, fondamentale per assicurare il mantenimento dell’equilibrio psicofisico di questo docile psittacide: se si annoia provvederà da solo a inventarsi passatempi, quali l’autodeplumazione, che non solo è un evidente segnale di stress e malessere, ma apre le porte a infezioni batteriche e problematiche sanitarie ben più gravi che compromettono la potenziale longevità di questo pappagallo.
corpo e coda, che contrasta nettamente col verde scuro delle copritrici secondarie e delle remiganti primarie e secondarie delle ali (le lunghe penne che rendono possibile il volo). Il sotto ala e le copritrici sono ancora gialle, mentre le timoniere hanno rachide (porzione assiale della penna) biancastro; il becco, grigio chiaro alla base, si sfuma in rosa pallido all’estremità; l’anello orbitale è bianco e circonda un’iride arancione; le zampe sono color carne. I soggetti immaturi hanno una colorazione marroncina tendente al verde oliva, con striature più scure nelle parti superiori del corpo; nella muta, che porta alla livrea definitiva, testa, dorso e sopracoda sono le porzioni che per ultime si tingono del giallo intenso tipico dell’adulto.
L’alimentazione
Allo stato selvatico il conuro dorato si nutre di frutta, semi, bacche e noci, ma non disdegna nemmeno anacardi e piante coltivate, come il mango e il mais; in cattività può essere nutrito con estrusi per pappagalli, miscuglio di sementi specifiche per pappagalli granivori, macedonia di frutta. Come integrazione alla dieta
possono essere forniti pastoncino all’uovo, verdure di stagione, soprattutto sedano e carota grattugiata, legumi cotti e germinati, mais in pannocchie fresche o bollito. Il settore della alimentazione per pappagalli ha negli ultimi anni messo in commercio molti prodotti. In generale, oltre alla miscela di sementi per pappagalli, sono ora disponibili sticks, estrusi, pastoncini, pasti unici (unifeed). È sempre importante fornire ai nostri animali una varietà di questi prodotti per prevenire forme carenziali e somministrare una dieta quanto più possibile varia.
La riproduzione
Il periodo riproduttivo coincide con la stagione delle piogge brasiliana, ovvero tra dicembre e aprile. Le sue abitudini riproduttive però sono molto diverse da quelle di ogni altro psittaciforme, preferendo la nidificazione in colonia, che non si limita alla costruzione di nidi vicini gli uni agli altri, ma di un unico nido di grandi dimensioni, ricavato nelle cavità di grossi tronchi d’albero e preferibilmente a 15-20 metri d’altezza.
Qui le femmine depongono tre quattro, fino a sei uova ciascuna, che covano per circa 24 giorni fianco a fianco, senza conflitti, cooperando nell’allevamento della prole, che lascerà il nido al raggiungimento dei tre mesi d’età. In cattività invece, è preferibile usare coppie singole per la riproduzione, mettendo loro a disposizione nidi del tipo a cassetta verticale, con dimensioni di almeno 30x30 cm, con altezza di 80 centimetri. Gli adulti raggiungono la maturità sessuale intorno ai tre anni, ma cominciano a riprodurre non prima dei sei-otto anni.
L’allevamento
In cattività i Guaruba sono poco comuni per il loro elevato costo. Intelligenti e giocherelloni, sono in grado di affezionarsi all’uomo e interagire con lui, ma necessitano di fare movimento, sono molto rumorosi e delicati, sensibili agli sbalzi di temperatura, possono facilmente soffrire di affezioni respiratorie, se non si ha l’accortezza di offrire loro un ambiente confortevole anche dal punto di vista climatico. La voliera infatti dovrà essere ampia e spaziosa, per permettere il volo, arricchita con rami, tronchi e arbusti per le arrampicate, gli spostamenti ecc, essere dotata di una zona scoperta e una riparata, controllando che la temperatura si aggiri intorno ai 20 °C al momento dell’introduzione di un nuovo soggetto, per poi abbassarla gradualmente quando si sarà acclimatato, senza mai farla scendere sotto 15°C. ●
Foto di Hans Braxmeier da Pixabay