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Erpetologia

Erpetologia

I BENEFICI APPORTATI DAGLI ANIMALI A BAMBINI E ADOLESCENTI VENGONO TESTIMONIATI DA PROFESSIONISTE DELLA PEDIATRIA E DELLA PET THERAPY. ESPERIENZE SPESSO MOLTO EMOZIONANTI CHE SOTTOLINEANO UNA VOLTA ANCORA L’ASSURDITÀ DI TRATTARE FISCALMENTE I PET COME BENI DI LUSSO

I PET FANNO BENE E NON SONO UN LUSSO

Dovrebbe essere superfluo tornare a parlare dei tanti benefici che gli animali da compagnia apportano a noi esseri umani. Ne abbiamo scritto altre volte su Pet Trend e certamente la società e la legislazione italiana in questi anni hanno fatto passi avanti importanti. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare per smuovere le coscienze e arrivare alla modifica di una legislazione spesso non congruente con la sensibilità più evoluta e diffusa. Per il sentire comune, gli animali sono infatti ormai parte integrante del nucleo familiare, ma sotto il profilo normativo le cose non cambiano o si evolvono con un lentezza spesso esasperante. Basti pensare al caso dell’Imposta sul Valore Aggiunto che grava sulle prestazioni veterinarie e sugli alimenti per cani e gatti con un’aliquota del 22%, ossia la medesima prevista per i beni di lusso. Ecco perché abbiamo deciso di raccogliere i pareri di alcune professioniste della pediatria e della Pet therapy che osservano da anni i tanti benefici che le persone, e in particolare i bambini e gli adolescenti, traggono dalla presenza e dalla compagnia degli animali d’affezione. Nel racconto delle loro esperienze, spesso sorprendenti, vedremo come gli animali da compagnia sono delle risorse insostituibili per crescere al meglio

CLAUDIA COSTATO

Pediatra e Operatrice di Pet Therapy

Appassionata da sempre di bambini e animali, ha deciso di dedicarsi professionalmente alla pediatria, anche se i cani sono sempre stati protagonisti della sua vita e della sua famiglia. Dopo aver lavorato per anni in un reparto di terapia intensiva neonatale, ha intrapreso la strada del pediatra di famiglia. La grande passione per gli animali e la constatazione diretta dei benefici che possono apportare a un nucleo famigliare, in particolare su esseri in formazione come bambini e adolescenti, l’hanno portata negli ultimi anni a diventare operatrice di Pet Therapy. Un lavoro che svolge parallelamente all’attività di pediatra, trovando un ritorno in termini di gratificazioni emotive e professionali che è andato molto al di là delle sue più rosee aspettative.

ed educare nel modo più completo chi sta attraversando quelle fasi delicate della vita che sono l’infanzia e l’adolescenza.

Nella sua esperienza professionale, si è mai occupata della relazione tra le persone e gli animali d’affezione?

Claudia Costato: “Ho frequentato un corso professionale e sono iscritta all’albo degli operatori di Pet therapy della Lombardia, svolgendo questa attività in asili nido e RSA, parallelamente alla mia principale professione che è quella della pediatra di famiglia”.

Francesca Mugnai: “Dalla fine degli anni Novanta mi occupo di Interventi assistiti con gli animali (IAA), la cosiddetta Pet therapy. Me ne occupo a vari livelli, sia nella pratica con collaborazioni con luoghi di cura, associazioni, carceri, case di riposo e nella fattoria sociale terapeutica Antropozoa nel Valdarno aretino, sia a livello formativo, come docente del percorso di specializzazione per operatori in IAA che con collaborazioni didattiche in diverse Università Italiane a Master e Corsi specialistici. Lavoro in corsie di ospedale, in luoghi di cura, nelle scuole, nelle carceri, in centri diurni, in centri Alzheimer, nelle case di riposo, nella fattoria sociale terapeutica di Antropozoa nel Valdarno aretino.”

Adima Lamborghini: “Probabilmente, anche per interesse personale, nell’esercizio della mia professione di pediatra inserisco sempre nelle domande sulla famiglia e sulle relazioni la possibile presenza di un animale d’affezione. Ritengo che la sua presenza o meno, e il tipo di legame che la famiglia instaura o come viene considerato, rappresentino degli aspetti che hanno particolare importanza nell’equilibrio familiare. Spesso l’arrivo di un bambino rappresenta un evento che la famiglia ritiene in contrasto con la presenza in casa di un animale e il Pediatra è il consulente che indica come comportarsi e rapportarsi correttamente in questi casi”.

Giovanna Carlini: “La relazione tra persone e animali è il cuore della mia attività professionale. Sono titolare dell’Accademia Cinofila Fiorentina dove svolgo, insieme ai miei collaboratori diverse attività con animali di varie specie. In particolare siamo operatori specializzati di Pet therapy, ossia di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), e abbiamo anche dato inizio da anni a ‘Crescere in Fattoria’, un ambizioso progetto educativo, rivolto a bambini dai 3 ai 10 anni, che pur seguendo il programma di studi del Ministero dell’Istruzione, mira a cambiare l’ambiente scolastico e le metodologie di insegnamento.

I nostri bambini infatti sono educati prevalentemente all’aria aperta, dove hanno la possibilità di entrare in contatto con tantissimi animali, come cani, gatti, conigli, pesci, tartarughe, uccelli e tanti altri, che consentono di creare un ambiente accogliente e stimolante”.

Lavora in enti o strutture che praticano la pet therapy, o che suggeriscono l’accudimento di animali a scopo terapeutico o di compagnia?

di Pet Therapy come libera professionista, collaborando con l’Istituto Psicologico Europeo di Varese che coordina gli interventi nelle varie strutture che ne fanno richiesta. Ci tengo a sottolineare che l’operatore di Pet therapy è un’attività rigidamente regolamentata in modo da garantire alle persone che ne fanno ricorso il massimo in termini di affidabilità del binomio operatore-animale. Per svolgere quest’attività infatti, non solo io ma anche il cane con cui opero, abbiamo dovuto superare uno specifico esame e ottenere una certificazione rilasciata da un medico veterinario referente per la Pet therapy. Un percorso fondamentale visto che si è chiamati a operare con soggetti particolarmente vulnerabili sul piano fisico e psichico come, per esempio, i bambini degli asilo nido”.

Francesca Mugnai: “Da 20 anni sono referente scientifico degli Interventi Assistiti dell’AOU Meyer di Firenze, Ospedale Universitario di terzo livello che per primo ha inserito nel suo protocollo di cura la presenza dell’animale: grazie alla Fondazione Meyer, il cane entra nell’ospedale pediatrico dalla porta principale e in tutti i reparti, anche i più delicati, in un rapporto stretto con le equipe di medici, infermieri e operatori sociosanitari”.

Giovanna Carlini: “Come dicevo l’Accademia Cinofila Fiorentina è anche un centro specializzato in IAA che opera a domicilio e presso asili nido, scuole, ospedali, ecc. Ogni intervento si attua per mezzo di un team multidisciplinare e un progetto specifico declinato in base alle caratteristiche del paziente e degli animali che vengono coinvolti. Per fare un esempio, una volta siamo stati interpellati dal Ser.T., il servizio per le tossicodipendenze e alcol-dipendenze che era in difficoltà con un gruppo di giovani refrattari a qualsiasi programma di recupero. Con i miei collaboratori abbiamo allora studiato un intervento che si adattasse alle caratteristiche di questi specifici ragazzi. L’idea infatti era quella di proporre un percorso professionale per diventare dog sitter, ma avevamo a che fare con giovani maschi dai codici comportamentali da ‘bulli’. Era molto facile fallire. Per questo abbiamo deciso di impiegare il cane di una razza che rispecchiasse i loro valori di forza e potenza. Grazie a un rottweiler abbiamo fatto breccia nelle loro menti, e forse anche nei loro cuori, il progetto ha avuto successo e questi ‘bulli’ in seguito non hanno avuto problemi a prendersi cura anche di piccoli cani da compagnia”.

FRANCESCA MUGNAI

Esperta di Pet Therapy, docente, ricercatrice scientifica e divulgatrice

Esperta internazionale di Interventi assistiti con gli animali Pet therapy (IAA), laureata in filosofia, Scienze e tecniche psicologiche dell’età evolutiva e con laurea magistrale in Psicologia clinica, mediatore familiare ed educatore socio-pedagogico, Francesca Mugnai è presidente dell’associazione Antropozoa Onlus, Direttore scientifico del Centro di Ricerca Antropozoa, responsabile dal 2002 degli Interventi Assistiti dell’AOU Meyer di Firenze. Specializzata in osservazione psicoanalitica dell’infanzia e adolescenza alla Tavistock Clinic, è l’unico membro italiano dell’Associazione ISAAT ‘International Society for Animal Assisted Therapy’, collabora con autorevoli clinici e specialisti internazionali negli Interventi assistiti, ed è autrice di numerosi articoli divulgativi e di libri sul tema. www.francescamugnai.it.

Le è capitato di seguire od osservare dei casi specifici?

Claudia Costato: “Negli asili nido mi spendo innanzitutto per trasmettere il rispetto verso il cane come essere vivente e i bambini dimostrano di recepire con facilità questo messaggio. Una volta appreso che il cane non può essere approcciato da tutti nello stesso momento, i bambini sviluppano una sorprendente capacità di attesa e di contenimento delle proprie pulsioni più spontanee. Attendono per intera-

ADIMA LAMBORGHINI

Pediatra, docente e divulgatrice

Laureata in Medicina e Chirurgia, ha conseguito le Specializzazioni in Pediatria e in Neonatologia e Patologia neonatale. Pediatra presso la Asl di Teramo, è componente del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute per il contrasto a Obesità e Sovrappeso. Componente della Segreteria Scientifica FIMP, è coordinatore dell’Area Nutrizione e Alimentazione. Ha pubblicato articoli sui temi della Nutrizione in età pediatrica e sulla Terapia farmacologica in Pediatria. Si occupa di Formazione per la Pediatria dal 2001, ha svolto in particolare relazioni sul tema della Comunicazione in ambito sanitario, sul rischio clinico e sulla prevenzione. Componente del Comitato Consultivo per la Pediatria istituito presso AIFA. Dal 2021 è Guardia Zoofila.

gire con il cane e, quando è il loro turno, lo accarezzano con calma e senza urlare. È evidente poi che il rapporto con l’animale trasmette anche i primi rudimenti dell’accudimento, aiutando i bambini a prendere coscienza di sé e a costruire la propria autostima. Un giorno, dopo aver riempito d’acqua la ciotola, si sono messi in cerchio a guardare il cane che beveva ed erano tutti felici nel vedere come l’animale beneficiava dal loro aiuto.

Anche i bambini più problematici mi hanno regalato grandi emozioni. Alcuni all’inizio erano spaventati dal cane ma con il tempo sono arrivati ad accarezzarlo anche sulla bocca e altri hanno imparato a camminare motivati dal portare il cane a guinzaglio. Ho visto poi un bambino autistico, mai entrato in relazione con nessuno all’asilo nido, che un giorno ha mostrato alla maestra come il disegno di un cane assomigliava al mio fedele quattro zampe”.

Francesca Mugnai: “Come operatore specializzato in IAA potrei raccontare numerosi casi di persone che hanno tratto benefici in vari ambiti. Ogni storia è specifica e ogni intervento assistito è studiato nel dettaglio da un’equipe composta dai professionisti della cura insieme agli operatori di IAA e poi monitorato passo passo. Più l’obiettivo è terapeutico, più l’equipe si allarga a figure sanitarie e riabilitative e aumenta anche il monitoraggio sul paziente umano. Al benessere della persona tuttavia deve corrispondere un benessere per il cane/animale che collabora in IAA. L’impegno psicofisico di quest’ultimo è notevole, tanto che deve essere costantemente controllato attraverso esami specifici sullo stress e un monitoraggio comportamentale del benessere psicofisico. L’entrata in vigore delle Linee guida Nazionali sugli IAA è molto dettagliata sulla salute fisica e mentale dell’animale in stretta collaborazione col veterinario referente”.

Giovanna Carlini: “Sotto il profilo didattico, in particolare, osserviamo quotidianamente il ruolo da mediatore svolto dall’animale nel processo educativo: il bambino non si sente giudicato e sviluppa una relazione affettiva ed empatica che lo rilassa e lo rende più predisposto ad apprendere. Non solo in questo ambito ma anche in quello terapeutico, l’animale insegna vie e strategie comunicative alternative nel rapporto con l’altro. È interessante considerare che la presenza di un animale non è mai neutra e ha sempre effetti sui bambini, anche su quelli che ne hanno paura. Per questo è fondamentale scegliere la specie adatta alle caratteristiche del singolo bambino. Ho visto casi di autismo grave, nei quali qualsiasi forma di relazione è inibita, dove la presenza di un animale dall’elevata socialità come un cane non era la risposta corretta. In questi casi, può sembrare strano, ma la presenza di una tartaruga è molto più indicata per ottenere dei risultati”.

Quali benefici ritiene che gli animali da compagnia possano avere in famiglia, in particolare per i bambini e gli adolescenti?

Claudia Costato: “Credo che gli animali da compagnia possano dare un contributo importante alla felicità del nucleo familiare e alla formazione dei figli in crescita. Nella mia famiglia abbiamo sempre avuto cani e le mie figlie mi hanno fatto notare la differenza tra loro e gli amici che non erano cresciuti con un animale. Una differenza che si percepisce per la naturalezza, spontaneità e sicurezza espresse nelle relazioni interpersonali da chi ha potuto godere della compagnia di questi formidabili mediatori relazionali che sono i cani”.

Francesca Mugnai: “In qualità di operatore specializzato in IAA, posso dire che se il rapporto con l’animale è seguito in maniera specifica e professionale, si riscontrano benefici di fronte a problemi di comunicazione, di relazione e di socializzazione. Per l’autismo, i disturbi pervasivi dello sviluppo, i disturbi del comportamento e psichiatrici, gli IAA sono strumenti riabilitativi importanti. Anche per le malattie croniche sono strumenti significativi, monitorando l’aspetto di salute e la fase di malattia a livello psicologico. Gli effetti positivi della presenza di un animale legata a un percorso di pet therapy vertono sulle aree della socializzazione (depressione, autismo, disturbi generici dello sviluppo), cognitiva (disturbi psichiatrici e neurologici), emotiva (difficoltà di adattamento, disturbi dell’apprendimento) e neuromotoria”.

Adima Lamborghini: “Da circa 50 anni gli studi rivolti alla valutazione dei benefici prodotti dalla convivenza con i pet hanno evidenziato che accudire un animale da compagnia rinforza il senso di autostima del bambino e lo responsabilizza. Inoltre, aumenta la tolleranza alla frustrazione, il rispetto verso l’altro da sé e riduce l’impulsività. Quando nasce un bambino, molto spesso la famiglia vede tuttavia soprattutto i possibili problemi che potrebbero insorgere per la presenza dell’animale e non riesce a valutare in anticipo quali siano invece i benefici portati da questa convivenza. In molti casi mi è capitato di dovere rassicurare la famiglia in questo senso, evitando l’inutile e sofferto allontanamento dell’animale stesso”.

Giovanna Carlini: “Se la famiglia è adeguata e la scelta dell’animale è ponderata, in base alle caratteristiche del nucleo familiare, allora il pet è un partner formidabile che migliora la qualità della vita. Il pet in particolare insegna ai più giovani nuove modalità di relazione e, attraverso il necessario accudimento, insegna ad uscire dal proprio egoismo e a scoprire l’altro; tutte acquisizioni utilissime poi nelle relazioni umane.”

Ritiene che gli animali da compagnia possano aiutare a colmare alcuni disagi infantili e adolescenziali?

Claudia Costato: “A questo proposito mi vengono in mente soprattutto i tanti adolescenti che si isolano, passando le loro giornate davanti al computer. Nell’esercizio della professione pediatrica, molti genitori mi raccontano di come l’ingresso di un cane in famiglia spesso rappresenta la motivazione che spinge i loro ragazzi a uscire di casa e a staccarsi finalmente dal monitor. Il cane innesca un circolo virtuoso che, grazie alla sua carica affettiva priva di ogni giudizio, consente a giovani introversi e problematici di trovare una motivazione per aprirsi al mondo, imparare a dedicarsi agli altri e iniziare ad avere più fiducia in se stessi”.

Francesca Mugnai: “Certamente, gli animali possono aiutare molto e non a caso la salute mentale infantile è uno degli interventi su cui la Pet therapy interviene tantissimo, sia nell’infanzia che nell’adolescenza. Il cavallo e il cane, per esempio, sono molto indicati per lavorare sul tema dell’umore e per aumentare autostima”.

Adima Lamborghini: “Le relazioni che aumentano il senso di empatia, come quella con un animale da compagnia, sono sempre un grande beneficio ed è dimostrato il loro effetto sui neurotrasmettitori cerebrali che aumentano il senso di benessere e riducono l’ansia”.

Crede ci possano essere controindicazioni?

Claudia Costato: “In termini generali credo che la relazione con un animale da compagnia non abbia controindicazioni. Certo, ci possono essere dei casi limite: persone con forti allergie o importanti immunodeficienze, oppure colpite da problematiche psicologiche, come fobie verso gli animali così radicate e profonde da richiedere l’intervento di uno psicoterapeuta”.

Francesca Mugnai: “Il rapporto con l’animale e anche la stessa Pet therapy non sono una panacea e non sempre sono la soluzione. Se parliamo di IAA, al centro deve sempre esserci il benessere e l’impegno dell’animale e la presa in carico della persona con fragilità. Solo chi ha le competenze adatte a valutare tutti questi aspetti e a mettere in campo un progetto personalizzato può fare questo mestiere. Bisogna poi valutare bene il percorso evolutivo dell’adolescente. Di fronte a particolari patologie poi, ci sono anche aspetti igienico-sanitari da non sottovalutare: solo il medico curante può indicare la strada corretta e sicura”.

Adima Lamborghini: “Come in

GIOVANNA CARLINI

Psicoterapeuta, Pedagogista, Medico Veterinario Comportamentalista

Laureata in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Firenze. Specializzazione in Psicoterapia analitica, conseguita presso l’Istituto di Psicoterapia analitica di Firenze. Laurea in Medicina Veterinaria, conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Master in Medicina Comportamentale, conseguito presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Docente nei Master di Medicina Comportamentale e di Istruzione Cinofila presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa. Laurea in Tecniche dell’Allevamento del cane di razza ed Educazione Cinofila conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa. Brevetto ENCI(Ente Nazionale Cinofilia Italiana) come addestratore di cani da Pet Therapy, Istruttore Cinofilo Csen (Centro sportivo educativo nazionale), Istruttore Pet Therapy Csen, Referente Provinciale Csen per il settore di formazione in Pet Therapy. Presidente dell’Associazione Il Poderaccio - Accademia Cinofila Fiorentina -, presso cui vengono svolte attività di IAA e sede del progetto educativo “Crescere in fattoria”.

tutte le relazioni, i partecipanti devono essere bene assortiti. A parte le caratteristiche legate alla specie animale esigenze e comportamenti di cani e gatti sono ovviamente diversi da pesci o rettili - gli animali stessi hanno un loro ‘carattere’ che deve armonizzarsi e integrarsi con i caratteri e le abitudini della famiglia”.

Giovanna Carlini: “Il tema è delicato è non si può generalizzare, dipende dalle persone e dalla famiglia. Ci sono persone e nuclei familiari che non dovrebbero prendere animali e capita molto spesso che si adottino animali senza considerare prima le loro necessità etologiche. Questo porta a difficoltà nella gestione, a frustrazioni nelle persone e a problemi comportamentali nell’animale. Altre controindicazioni possono essere di carattere sanitario, per esempio nel caso si soffra di allergie”.

Giovanna Carlini: “Sarebbe sicuramente utile, soprattutto se rappre-

Cosa pensa della creazione di un’anagrafe nazionale per gli animali da compagnia?

Claudia Costato: “L’istituzione di un’anagrafe nazionale degli animali da compagnia sarebbe un ulteriore passo in avanti nel livello di civiltà a cui la nostra società deve aspirare, ma sarebbe soprattutto uno strumento importante per aiutare i proprietari in caso di smarrimento del proprio beniamino, e inoltre una tutela fondamentale per monitorare la popolazione animale sul territorio nazionale e contrastare il fenomeno dell’abbandono”.

Francesca Mugnai: “Potrebbe essere un intervento importante perché andrebbe a censire anche la tracciabilità e il riconoscimento degli animali smarriti”.

Adima Lamborghini: “L’anagrafe nazionale è assolutamente necessaria per la tutela degli animali. Già ora è obbligatoria a livello regionale per i cani, ma ampiamente elusa in buona parte del territorio nazionale. Purtroppo il valore dell’obbligo viene ridotto in assenza di controlli stretti e di norme che impongano un controllo della riproduzione non controllata”.

sentasse un superamento delle Anagrafi regionali che già esistono per i cani. Queste ultime in alcuni casi comunicano perfettamente tra loro, e già soddisfano bene le esigenze per cui sono state create, ma molto spesso non comunicano affatto, vanificando così la loro funzione”.

Come valuta la richiesta di una riduzione dell’IVA su prestazioni veterinarie e pet food che oggi sono trattati in Italia con un’aliquota del 22%, al pari dei beni di lusso?

prestazioni veterinarie e il pet food siano gravati dalla stessa aliquota Iva prevista per i beni di lusso è a dir poco incongruente. La relazione con un pet apporta evidenti benefici alla sfera psicofisica delle persone e quindi viene a toccare la sfera della salute umana. Per questo motivo non dovrebbe essere messa sullo stesso piano con beni che soddisfano aspetti non essenziali della vita. Ciò che fa bene alla mente, al cuore e al fisico non può essere tassato come un bene di lusso”.

Francesca Mugnai: “Sì, la riduzione dell’IVAsulle prestazioni veterinarie e sul cibo mi sembra una richiesta del tutto condivisibile: non possiamo continuare a considerare gli animali al pari di beni di lusso quando, come abbiamo detto, fanno parte della famiglia e hanno un impatto molto positivo sull’essere umano, in particolare nelle relazioni affettive che i pet creano con le persone più vulnerabili come i bambini e gli adolescenti”.

Adima Lamborghini:

“La riduzione dell’aliquota IVAin questo caso la riterrei un indispensabile segno di civiltà. Molti pet svolgono un ruolo di ‘sostegno terapeutico’ per persone vulnerabili, ma il costo del loro mantenimento incide fortemente sul bilancio di molte famiglie. Purtroppo, l’onerosità delle cure ha un impatto negativo proprio sugli animali più vecchi e che necessitano di maggiori cure e che poi, nel malaugurato caso che vengano abbandonati, rappresentano comunque un carico per tutta la collettività”.

Giovanna Carlini: “Il costo necessario per mantenere un animale è assolutamente inaccettabile, soprattutto tenendo conto della diffusione dei pet in ogni strato sociale della popolazione. Il carico fiscale sulle prestazioni veterinarie è un problema reale che va affrontato e deve essere superato”. ●

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