P O R T F O L I O Fabiana Paradiso
About me
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Urbanistica 06
Saxa Rubra: nuova centralità per Roma 06 Burg-Reuland: reinstaurare lo spazio comune
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Architettura 10
Mira Museum - Piscina Mirabilis 10 Eredità industiali: le cartiere di Tivoli. 14 Halle Citoyenne - Bütgenbach 24 Studentato a Borghetto Flaminio, Roma 27 Roma, metro Cipro: Complesso residenziale 28
Restauro
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Casale della Cervelletta
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Tecnologia 32
Residenza sociale a Casale Caletto Roma 32
Disegni
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Mario Botta: Villa Bianchi 38 Capitello Corinzio 38 Chiostro di S. Ivo alla Sapienza 39
Design 40
Realizzazione di un tris di candelieri 40
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About me Fabiana Paradiso Architetto fabianaparadiso1995@gmail.com
Viaggiare
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Musica
Leggere
Arte
Mare
Cinema
Teatro
Restauro
Sport
Animali
Fotografia
Architettura
Sono Fabiana Paradiso, ho 25 anni, sono pugliese, ma vivo a Roma, dove ho completato gli studi. Adoro viaggiare, scoprire posti nuovi e fare sempre esperienze diverse, cosa che mi ha spinto a vivere un anno a Bruxelles per arricchire la mia esperienza personale, formativa e lavorativa. Sono una persona dinamica, determinata, energica e socievole. Se posso scegliere, prediligo i lavori di gruppo: penso che dal confronto di idee nascano i migliori progetti. Nelle prossime pagine ho raccolto alcuni dei miei lavori accademici e non. Buona lettura!
Education: Giu. 2014 Sett. 2018 Giu. 2019 Mar. 2020
Diploma di maturità classica Brocca presso liceo statale “Aristosseno” di Taranto voto:100/100 e lode Erasmus di un anno presso l’Université Catholique de Louvain, Bruxelles Laurea magistrale in Architettura c.u. presso “Sapienza Università di Roma” voto: 110/110 e lode
Competenze, abilità e software: Comunicazione Creatività Team work Problem solving Organization skills Esperienze: Mar. 2017 Mag. 2017 Lug. 2019 Giu. 2020
Autocad Rhinoceros Vray Sap2000 Office suite
Photoshop Illustrator Indesign Revit Archicad Lingue:
Workshop modellazione BIM - Revit Lavoro presso lo studio “Group Assa Architecture”, Bruxelles Partecipazione concorso “Reuse Italy Piscina Mirabilis”
Italiano English (B2) Français(C1)
Pubblicazioni: J.L. Capron, D. Claeys, Analyse de processus de conception [Dis]continuité - L’intégration entre anciens et nouveaux bâtiments, Fabiana Paradiso, Bruxelles, 2019, UCL, p.191-223 05
Urbanistica
Saxa Rubra: nuova centralitĂ per Roma
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La riqualificazione del quartiere di Saxa Rubra a Roma, ha come obiettivo fondamentale la trasformazione di questo brano di città da area prevalentemente produttiva e degradata a nuova centralità per Roma. Il progetto, infatti, si basa su uno dei bisogni primari per il vasto territorio capitolino: quello di decentralizzare i servizi e decongestionare il centro storico. Tale obiettivo è perseguito mediante 4 strategie: • Green web Realizzazione di connessioni delle aree verdi esistenti, mediante parchi lineari e ponti verdi; bonifica del verde ripariale, riqualificazione e riprogettazione del verde locale. • People hub - mixité socio-funzionale Promozione della coesione sociale mediante la
realizzazione di spazi comuni; consolidamento del tessuto urbano e perseguimento del mix funzionale; recupero e valorizzazione dei beni di interesse storico-architettonico presenti nell’area. • Core services Inserimento di un nuovo polo attrattivo culturale di aggregazione sociale; potenziamento dei servizi locali; riqualificazione dei principali assi commerciali. • Grippin’ river Ricucitura dei tessuti urbani esistenti mediante la realizzazione di ponti di attraversamento dei margini naturali e artificiali (fiume e ferrovia); ammodernamento e manutenzione delle stazioni ferroviarie; recupero di aree degradate. In collaborazione con: Christian Pacioni, Claudia Palmadessa, Luca Pasqualetti
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Burg-Reuland: reinstaurare lo spazio comune Nel sud-est del Belgio, al confine tra Olanda, Germania e Lussemburgo, si trova una regione chiamata Cantons de l’Est. In questo territorio dominano il verde, le colline, le fattorie e i boschi, interrotti talvolta da qualche paesino di poche centinaia di abitanti. Tra questi vi è anche Burg-Reuland, che sovrasta le colline circostanti con il suo castello medievale. L’analisi storico-critica del luogo, ha messo in luce la disparizione di
un tratto peculiare del luogo: lo spazio comune, luogo di scambio, che oggi è stato distrutto dall’asfalto. Il progetto ha cercato di riproporre questo spazio comune, attraverso la realizzazione di nuovi percorsi e pavimentazioni, ricucitura dei luoghi chiave (pista ciclabile-castello), fruibilità e valorizzazione del verde, del castello e delle abitazioni tipiche. In collaborazione con: Florence Dehaen
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Architettura
Mira Museum - Piscina Mirabilis Il contest “Re-use the Roman Ruins: Piscina Mirabilis” propone la riqualificazione e la valorizzazione della cisterna romana di Bacoli (NA), mediante la realizzazione di un nuovo polo museale di arte contemporanea. La cisterna, lo spazio principale è stato destinato interamente allo spazio espositivo, mentre sulla terrazza panoramica si sono disposti il bookshop, la caffetteria e l’auditorium. Il Mira Museum è stato concepito partendo da alcuni principi fondamentali: • Modularity. Le funzioni principali sulla terrazza (bookshop, caffetteria e auditorium) sono state progettate con una struttura
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prefabbricata in legno e acciaio, leggermente sporgente rispetto alle mura della cisterna, dando origine ad uno spazio d’ingresso. L’intero blocco è schermato dal sole mediante una facciata modulare costituita da un pattern di piccoli elementi in legno sostenuti da una struttura d’acciaio. Il percorso espositivo, all’interno della cisterna, è costituito da una passerella sull’acqua, una serie di moduli, facili da assemblare a seconda delle necessità dell’artista e della mostra. Gli stessi moduli della passerella sono usati all’esterno come protezione per i lucer-
nari e sedute per l’utenza. Qualora la mostra lo richieda, alcuni di questi lucernari possono essere aperti per rendere possibile qualsiasi installazione artistica. Le giunzioni tra i moduli sono in plastica riciclata, monito dell’inquinamento delle acque del golfo di Napoli. • Inner Landscape. Entrare nel museo è come essere trasportati in un altro mondo sotterraneo. Lo spazio espositivo è caratterizzato dalla presenza dell’acqua e del verde. Alcuni moduli infatti diventano dei supporti per la vegetazione, creando un giardino sotterraneo e donando allo spazio una connotazione mistica e surreale. • Integration. La forma semplice e le dimensio-
ni modeste fanno sì che il museo si inserisca armoniosamente nel contesto, rispettando gli edifici esistenti. Il nuovo edificio, inoltre, dialoga con la preesistenza, nonostante la differenza materica, attraverso il design della facciata e il richiamo degli archi al primo piano. • Respect. L’intero progetto si basa sul rispetto per la struttura antica. Il nuovo edificio è completamente reversibile, realizzato con materiali prefabbricati. • Accessibility. La terrazza è concepita come una piazza pubblica e quindi sempre accessibile. La caffetteria e l’auditorium inoltre sono indipendenti dal museo. In collaborazione con: Agnese Marcigliano, Alice Vande Casteele
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M I R A
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Eredità industiali: le cartiere di Tivoli. Una proposta per la cartiera Amicucci Tivoli, cittadina della provincia capitolina, sorge tra le pendici dei monti Tiburtini e la campagna romana ed è attraversata dal fiume Aniene. È conosciuta, oltre che per le cave di travertino, per il suo immenso patrimonio storico-artistico, tra cui Villa Adriana e Villa d’Este annoverate come patrimonio mondiale dell’UNESCO. Meno conosciuta, invece, è l’importanza del passato industriale di Tivoli. Infatti, a nord-ovest della città, lungo il crinale che costeggia il fiume e a ridosso del centro storico, si sono sviluppati una serie di opifici che sfruttavano l’energia motrice dell’Aniene. L’attività principale consisteva nella produzione della carta. Tuttavia, in seguito all’avvento e alla diffusione dell’energia elettrica su tutto il territorio nazionale, la posizione particolarmente scomoda per l’approvvigionamento e la spedizione dei materiali, non fu più giustificata dalla necessità di sfruttare la caduta dell’acqua, e le produzioni vennero spostate in siti più idonei. Tutti gli stabilimenti furono chiusi e, privati della loro funzione, vennero progressivamente abbandonati. Il parco industriale definisce un nuovo modo di intendere il concetto di parco perché ingloba il paesaggio preesistente ricercando degli invertitori di tendenza: il cuore del parco è infatti, una struttura in abbandono, elemento di degrado dell’area e della popolazione. Lo stesso complesso industriale può divenire uno scenario storico e paesaggistico unico, luogo di commemorazione, di attività per il tempo libero e meta di amanti dell’arte. L’idea di progetto dunque è quella di proporre un iter di riconversione e di rilancio per
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l’area industriale di Tivoli, al fine di riqualificare, non solo l’intera area industriale, ma anche di bonificare, valorizzare e rendere fruibile la valle su cui l’area sorge e le sponde del fiume Aniene sottostanti (ad oggi praticamente inaccessibili). Il passaggio successivo a questa proposta di parco industriale, è: il punto di partenza, ovvero, da dove iniziare? La proposta qui riportata è la cartiera Amicucci. L’edificio si sviluppa su cinque piani, realizzati mediante vari ampliamenti, spesso abusivi, e l’accesso è situato al piano più alto. La logica del progetto parte dalla salvaguardia del prospetto sulla valle, al fine di preservare la memoria storica del luogo. Pertanto, ad eccezione della porzione crollata, si è cercato di mantenere intatta la fascia di edificio che dà sulla valle. Il rapporto architettonico che viene ad instaurarsi tra il nuovo edificio e la preesistenza, si configura sia in pianta che in sezione quasi completamente celato da quest’ultima. La formazione di nuovi spazi esterni sul footprint delle demolizioni eseguite, vengono articolati in una successione di spazi pubblici e piazze, secondo la logica del depavée: ridare spazio al verde laddove prima c’era il cemento. La “nuova cartiera” ospita uno spazio più flessibile, trasformabile e polifunzionale a seconda delle necessità e uno spazio invece più rigido. Tra spazi flessibili annoveriamo: • Il percorso espositivo sulla storia dell’industria a Tivoli e la promenade panoramica lungo i vari piani della fascia preservata dell’edificio esistente. • La sala polifunzionale, cuore del progetto, si
configura come una scatola, un contenitore di attività che vi possono aver luogo grazie all’alto potenziale di trasformabilità della sala. Cinema, teatro, sala conferenze, concerti, eventi, fiere e mercati d’occasione tutti racchiusi in un unico ambiente, grazie all’utilizzo di tribune telescopiche meccaniche che possono modificare completamente lo spazio a seconda delle necessità. Le funzioni che caratterizzano invece lo spazio rigido: • Coworking, uffici e spazi annessi • Area living, bar, un’area sociale al centro dell’edificio e su cui si affacciano gli uffici • Una palestra
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Halle Citoyenne - Bütgenbach Bütgenbach è un paese che sorge sulle sponde dell’omonimo lago, nel territorio rurale dei Cantons de l’Est, nel Sud-Est del Belgio. Il termine halle citoyenne, sta ad indicare un centro polifunzionale, che raccoglie diversi servizi per i cittadini. In questo caso sono stati progettati: degli uffici, un mercato coperto, un piccolo auditorium, un centro sportivo, una caffetteria, un asilo nido, un doposcuola e un “porticciolo”. Il progetto nasce dalla volontà di creare una connessione biva-
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lente tra Bütgenbach e il lago: dal centro abitato, attraverso una serie di sentieri si può raggiungere il lago e viceversa: dal lago si può attraccare alla darsena dell’edificio e raggiungere a piedi il villaggio. L’edificio infatti, si sviluppa lungo un crinale boschivo, sviluppandosi al di sotto di una grande terrazza pubblica che si affaccia sul lago. All’interno della halle, una delle principali scelte progettuali è stata la flessibilità e polivalenza degli ambienti. Trattandosi di una zona rurale
a bassissima densità abitativa, si è ritenuto opportuno puntare molto su questo aspetto, al punto che uno stesso ambiente può essere utilizzato come mercato, palestra e/o auditorium a seconda della fascia oraria, del giorno o delle esigenze dell’utenza. Un altro aspetto chiave del progetto è stato l’integrazione con il contesto naturalistico: l’edificio segue l’andamento del terreno fino quasi a nascondersi tra gli alberi. In collaborazione con: Monika Kedzior
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Studentato a Borghetto Flaminio, Roma L’area del Borghetto Flaminio, nei pressi di piazza del Popolo, resta ancora oggi un vuoto urbano nel cuore della città. Il progetto qui riportato, si basa sull’idea di creare una connessione diretta tra la via Flaminia e il crinale di Villa Borghese, attorno al quale si è sviluppato un sistema di patii a due piani, su alcuni dei quali si innesta una piccola torre. Il complesso comprendeva: residenze per studenti, una mensa, una biblioteca, locali commerciali, un’area archeologica, un museo e una piazza pubblica. In collaborazione con: Elena Paravizzini
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Roma, metro Cipro: Complesso residenziale Il complesso residenziale sorge sull’attuale parcheggio della metro Cipro, a Roma. A partire dalla linea direttrice della metro che taglia il lotto diagonalmente, si è definito il perimetro della corte, cuore del progetto e luogo di ritrovo per gli abitanti del quartiere. Una serie di bucature al piano terra dell’edifico permettono l’accesso alla corte su tutti i lati e la permeabilità del lotto.
Il complesso ospita una biblioteca, dei locali commerciali al piano terra e degli appartamenti, sopra i quali si stagliano alcuni duplex dai tetti spioventi, che colorano le quinte della corte. Il progetto infine prevede anche la riqualificazione dell’ingresso della metro mediante la realizzazione di un atrio coperto e delle installazioni artistiche. In collaborazione con: Elena Paravizzini
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Restauro
Casale della Cervelletta
Il Casale della Cervelletta si trova all’interno della riserva naturale del fiume Aniene, nel quartiere di Tor Cervara. Si tratta di un’antica torre medievale che assieme ad altre torri (Tor Sapienza e Tor Cervara) costituivano un sistema di “torri-vedetta”. Il casale, invece, risale al XVII secolo, mentre le stalle e le scuderie sono
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successive. Attualmente l’edificio è abbandonato e in grave stato di degrado: sono crollate diverse coperture e la torre presenta alcuni dissesti statici. Il progetto di restauro vuole preservare e salvaguardare la struttura antica ripristinando le coperture, consolidando la torre e permettendo la fruibilità e la valorizzazione del casale e
dell’intera area attorno ad esso. L’edificio diviene dunque uno dei principali ingressi al parco dell’Aniene, dove possiamo trovare: un infopoint, un noleggio bici, aree attrezzate, stand gastronomici, una caffetteria, una sala conferenze, dei laboratori didattici e una biblioteca. In collaborazione con: Christian Pacioni, Elena Paravizzini
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Tecnologia
Residenza sociale a Casale Caletto Roma Casale Caletto è un quartiere di Roma caratterizzato dalla presenza di case popolari, realizzate negli anni ‘60, con gravi carenze di servizi. Il progetto qui riportato, propone un ampliamento delle residenze sociali, attraverso soluzioni tecnologiche innovative e di risparmio energetico, unito alla riqualificazione degli spazi comuni e l’inserimento dei servizi mancanti. L’edificio è stato diviso in cinque blocchi, comunicanti tra loro al primo piano, al fine di alleggerire la den-
sità abitativa e ottenere una maggiore permeabilità del suolo. Ogni blocco è dotato di diversi sistemi passivi al fine di ottimizzare la termoregolazione dell’edificio. In particolare sono presenti: torri di ventilazione, pannelli fotovoltaici, un atrio bioclimatico, serre solari e schermature. Infine particolare attenzione è stata posta anche nei tagli degli appartamenti: sono state infatti create quattro tipologie differenti e un cohousing, per venire incontro alle esigenze dell’utenza. In collaborazione con: Elena Paravizzini
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Disegni
Mario Botta: Villa Bianchi
Capitello Corinzio
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Chiostro di S. Ivo alla Sapienza
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Design
Realizzazione di un tris di candelieri “Decontestualizzare: estrarre dal proprio contesto”. (Dizionario Treccani). É questo il punto di partenza di questo progetto: spogliando un oggetto dalla sua comune funzione, esso diventa un elemento nuovo, che si presta ad accogliere una nuova “vita”. Questa filosofia sostenibile del Reuse, ha trasformato questi giunti e raccordi per tubature in un tris di candelieri, dallo stile post-industrial. Il concept di progetto si ispira inoltre ai giocattoli Lego: i pezzi infatti sono stati pensati come tessere di un puzzle da costruire. Ogni candelabro è deposto in una scatola, smontato, e i pezzi possono essere montati come proposto nell’illustrazione, oppure a scelta dell’utente, creando le forme che preferisce. I candelabri in foto sono stati realizzati con pezzi riciclati.
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