Tori di Fabio Conte

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Tori salì i gradini di corsa fino al terzo piano, spalancò la porta di casa e la richiuse lentamente. Si girò su se stesso e nel buio più totale si avvicinò con calma alla finestra per guardare se l’avvolgibile del balcone al secondo piano nel palazzo di fronte fosse ancora abbassato. Tirò un sospiro di sollievo quando scoprì di essere in anticipo. Si prese una sedia per mettersi comodo davanti alla finestra e accese la videocamera, premette REC e nell’obbiettivo vide Ayako sul balcone che guardava fisso verso di lui.


Aveva quattordici anni quando i suoi genitori morirono in un tragico incidente, passarono molti anni prima che si riprese da quella tremenda disgrazia. Si stabilĂŹ a casa dei nonni paterni, dei ricchissimi mercanti di spezie, che non gli fecero mancare mai nulla, compreso quel minuscolo appartamento e le cianfrusaglie elettroniche che si faceva comprare continuamente.


Ayako era una ragazza della Pennsylvania, aveva diciassette anni e abitava con la madre a Trenton. Deve il suo nome alle origine giapponesi del padre. I suoi genitori avevano divorziato quando aveva cinque anni. Ricorda ancora bene il giorno in cui, di ritorno dall’asilo nido insieme alla sua tata, vide suo padre mettere in moto la macchina davanti al vialetto di casa.


Quando partii per il Giappone mia madre mi fece mille raccomandazioni, come se lei fosse già stata in quel paese, forse in un’altra vita ma non in questa. Ci fu un lungo abbraccio tra noi con la promessa di sentirci non appena mi fossi sistemata a Tokyo.


Mi accesi una sigaretta e con la lattina tra le mani mi sdraiai sul letto non curante del fatto che fossi nuda e avessi la tenda del balcone semi aperta.

Un giorno capitò quello che fino ad allora non avevo mai cercato.


Un giorno Tori scoprì un’altra verità che gli sconvolse l’animo completamente. Che bisogno c’era di arrivare a tanto? Forse per i soldi facili? A questo punto comprese che la vita gli aveva fatto un grosso torto e che non era giusto soffrire per una persona che non sapeva nemmeno della sua esistenza. Era come piangere sotto un albero di ciliegi in fiore, le sue lacrime potevano confondersi tra i petali caduti e disegnare un vuoto infinito.


Può una vita cambiare radicalmente il suo corso? E se quel giorno inaspettato non fosse così lontano, tu cosa faresti? Scapperesti da questo amore o l’affronteresti? Non temi che la freccia scagliata con l’arco da Eros possa lasciarti domani una ferita che con il tempo rimarginerà ma rimarrà indelebile nell’anima? Avanti, rispondimi…

Io, rimarrei con te… Indefinitamente… E perché? Perché hai tracciato il lieto fine…

Fabio Conte


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