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Uno “Special color” per l’ultimo F-104 del 5° Stormo
Anno LV
N. 5 - MAGGIO 2010
Mensile - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
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MAGGIO 2010 ANNO LV
AERONAUTICA
Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in tipografia il 15 aprile 2010
In quarta di copertina Uno “Special color” per l’ultimo F104 del 5° Stormo.
a cura di Gregory Alegi
Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66 Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@veant.it Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56
In copertina Il momento del giuramento del 12° corso della Scuola Marescialli AM di Viterbo. All’evento è dedicato l’articolo a pag. 4.
Libri
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. ISSN: 0391-7630
Ultimato il restauro di alcune parti dell’S.55 “Jahù” Il 30 marzo, presso il 10° Reparto Manutenzione Velivoli (RMV) di Galatina si è svolta la cerimonia per la riconsegna al Brasile – dopo il loro restauro - degli impennaggi e travi di coda dell’idrovolante Siai Marchetti S.55 “Jahù” (v. anche pag. 26 di Aeronautica n. 9/2007), unico esemplare esistente al mondo dell’aereo che fu protagonista delle trasvolate atlantiche di Italo Balbo. Il restauro è stato effettuato da un gruppo ristretto composto da personale militare e civile del 10° RMV che, in aggiunta alle normali mansioni di istituto, si è adoperato con entusiasmo, professionalità e grande passione per il ripristino di importanti componenti dell’aereo che tra breve rientreranno a San Paolo per ricongiungersi al resto del velivolo, all’interno del Museo della Fondazione ‘Santos Dumont’. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il generale (r) Josè Vicente Cabral Checchia, presidente della Fondazione ‘Santos Dumont’, la sig.ra Maria Ines Lopes Coutinho, direttrice del citato Museo, il colonnello Sergio Roberto de Almeida, Addetto Difesa Aeronautica dell’ambasciata del Brasile a Roma, il col. GArn Roberto Filippi, direttore del 10° RMV, il col. pil. Alessandro Bartomeoli, comandante del 61° Stormo e coloro che hanno effettuato il restauro, tra i quali il sarto, ora in pensione, di Galatina.
Guido Moltedo, E l’Italia prese il volo. Torino, UTET, 2010. Cm 15,5x 24, pp. 184. S.i.p.
nia dalla quale è partito il riassetto di gran parte dell’industria della difesa italiana. Disponibile in libreria Giovanni Palantra, 36° Stormo – Diario di 70 anni di gloria – Putignano, Grafiche Vito Radio Editore, 2009. Cm 24x30, pp. 320.
dell’Aeronautica Militare - ed ai suoi piloti e specialisti. Purtroppo il pregevole volume, riccamente illustrato con una grande quantità di fotografie e con, in appendice, gli accurati disegni a colori dei velivoli che hanno marcato la vita operativa del Reparto, non è in commercio in quanto stampato in un numero limitato di copie. (SB) Marco Albino Ferrari, La sposa dell’aria. 1893. Un’odissea alpina, Milano 2010, Feltrinelli, cm 14 x 20, pp. 204. Euro 14.
La collana sui protagonisti dell’industria della difesa italiana realizzara da UTET in base ad un accordo con Finmeccanica si arricchisce di una biografia di Renato Bonifacio, l’ingegnere napoletano che guidò Aeritalia dal 1974 al 1988. Moltedo, già vice direttore del Manifesto e autore della prima biografia italiana di Obama, parte da alcune raccolte di interventi pubblici e delle testimonianze di alcuni collaboratori di Bonifacio per stendere una sintesi che cattura lo spirito del periodo e indica alcune delle azioni principali svolte per trasformare le due anime “ex Fiat Aviazione” ed “ex Aerfer” in un’unica azienda di dimensioni e rilievo internazionale. Il racconto privilegia l’interpretazione al dettaglio, sottolineando bene le difficoltà iniziali e le innovazioni introdotte da Bonifacio, ma anche i due snodi cruciali dell’ingresso nel programma Boeing 767 e, all’opposto, del mancato ingresso in Airbus. Come sottolinea nella sua introduzione anche Romano Prodi, nella sua veste di ex presidente dell’IRI al quale Aeritalia faceva capo tramite Finmeccanica, quel treno era stato perduto alla nascita del consorzio europeo ed il tentativo di riprenderlo in corsa era ad un tempo troppo costoso e poco interessante sotto il profilo tecnologico. Bonifacio morì nel 1988, stroncato da un male incurabile. Poco più di un anno dopo, la sua Aeritalia confluiva in quella Ale-
Alla fine dell’anno scorso il Comando del 36° Stormo di Gioia del Colle ha presentato, nel corso di una cerimonia svoltasi in aeroporto, il volume “Diario di 70 anni di gloria”, relativo appunto alla vita di quel glorioso Reparto costituito a Bologna nel 1938. Il libro, opera del 1° maresciallo Giovanni Palantra, uno dei sottufficiali più anziani del “Trentaseiesimo”, ripercorre accuratamente, proprio come un diario quasi giornaliero, le vicende del Reparto che, nato come Stormo da bombardamento terrestre (1938-41), divenne via via aerosiluranti (1941-43), notturno (1944-48), trasporti (1948-55), Aerobrigata da interdizione strategica (1960-63) e, infine, nel 1966, Stormo caccia quale è attualmente. Vicende del reparto, abbiamo scritto, ma anche storia dei Gruppi di volo, dei mezzi e degli uomini che in esso si sono avvicendati, sovente protagonisti di eroismi e di sacrifici per onorare il motto “Con l’ala tesa a gloria o morte” di cui il 36° orgogliosamente si fregia e del quale sono significativa testimonianze le tante alte ricompense al Valor Militare concesse alla sua Bandiera di guerra – che ne fanno uno dei Reparti più decorati
Un imprenditore francese trapiantato a Torino resta vedovo e sposa la giovane figlia della domestica. Poi, sfruttando la propria passione per il volo in pallone, decide di sostituire al tradizionale viaggio di nozze un’ascensione con il suo aerostato “Stella”. L’avventura inizia bene, ma si muta presto in tragedia: il pallone si schianta in montagna, costringendo i due sposi ed i loro due compagni di viaggio ad una drammatica marcia nella neve per tentare di salvarsi. È questa la vicenda - oggi dimenticata ma che nel 1893 balzò all’onore delle cronache (dal Corriere della Sera all’Illustrazione italiana) – ricostruita dall’autore sulla scorta dei resoconti giornalistici e delle proprie escursioni sui luoghi in cui si svolse. Nonostante la relativa scarsità di informazioni, il risultato è al tempo stesso originale e godibilissimo, a conferma di quanto possa ottenere una prospettiva diversa da quella di settore. Disponibile in libreria
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L’Aeronautica Militare
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Ha giurato il 12° corso allievi marescialli dell’AM Il giuramento del corso “Dardo” della Scuola militare “Douhet” L’esercitazione “Brilliant Ardent”
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Croce d’Oro al merito dell’Esercito alla 46ª Brigata Aerea
Scienza, spazio, tecnica e industria
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Sul filo dei ricordi
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Ma cos’è quel cavo nero che ha urtato il muso dell’aereo? di Umberto Formisano La storia di Rachelina… di “Uno specialista del 12° Gruppo”
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Una brutta avventura di Giuseppe De Angelis
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Nunzio “Lillino” Defraia: un insuperato nel volo rovescio di Amarcord “Sideram Feriam” di Salvatore De Fazio
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Cronaca di un volo di Ilario D’Incalci Il Museo aeronautico di San Pelagio
I Legislazione, pensionistica e trattamenti economici
L’Associazione Arma Aeronautica
Libri
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Ha giurato il 12° Corso allievi marescialli dell’AM
l 29 aprile, sull’aeroporto di Viterbo sede della Scuola marescialli AM (SMAM), si è svolta la cerimonia per il giuramento solenne dei 128 allievi, dei quali 22 donne, del 12° corso di tale Istituto di formazione. La cerimonia è stata presenziata dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, dal gen. SA Giuseppe Bernardis, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, dal gen. SA Pasquale Preziosa, comandante delle Scuole AM-3ª Regione Aerea, nonché dalle autorità civili e militari del luogo e da molti alti ufficiali dell’Arma Azzurra. Presenti anche, insieme alla Bandiera d’Istituto della SMAM, i Gonfaloni della Provincia e della Città ed i Labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma locali, tutti accolti dalle note della Banda musicale dell’Aeronautica. Nello schieramento, oltre al 12° Corso allievi marescialli, erano inquadrati gli altri due Corsi attualmente presenti presso l’Istituto viterbese: il 10° Corso Mythras, giunto all’ultimo anno di studi, e l’11° Corso Nash, al suo secondo anno. Dopo una breve allocuzione del comandante della Scuola, col. pil. Giandomenico Gaudenzi - che nel suo intervento ha definito il giuramento «un momento fondamentale» dell’iter formativo, «un vincolo severo che richiede di essere costantemente rinnovato e sostenuto da virtù come la lealtà, la dedizione, la generosità e lo spirito di sacrificio», egli ha pronunciato la formula di rito alla quale i 128 allievi hanno risposto con il loro “grido” di fedeltà alla Patria mentre il luogo della cerimonia veniva sorvolato da quattro SF-260 del 70° Stormo che recavano il simbolico saluto augurale di tutta la forza armata. Dopo aver intonato l’inno nazionale i giurandi hanno ascoltato la Preghiera dell’aviatore ed il messaggio del Gruppo Medaglie d’oro al VM e assistito al lancio dell’orifiamma del Corso con tutte le loro firme. E’ seguito il “battesimo del corso” e la “benedizione del gagliardetto” del corso stesso alla presenza del padrino, luogotenente Giuseppe Di Nota, sottufficiale più anziano in servizio. Il nome prescelto per questo corso è “Onu-
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ris”, dal nome del dio della guerra e patrono dell’esercito egizio, nonché simbolo di forza e protezione, simboleggiante la capacità di essere sempre preparati e competenti a svolgere ogni compito. Senza peccare di superbia o arroganza, con la consapevolezza di doverlo fare nel migliore dei modi. Ha preso quindi la parola il gen. Bernardis che, in particolare, si è soffermato sulla figura del Maresciallo il quale, accanto alla immagine tecnico-specialistica, tipica del sottufficiale, sarà chiamato a consolidare la propria figura con compiti di indirizzo e formazione del personale subordinato per assumere progressivamente incarichi di maggiori responsabilità sino a diventare stretto collaboratore dei diretti superiori e, quando necessario, loro sostituti, evidenziando poi come la «formazione ricevuta qui a Viterbo rappresenti un tangibile esempio della trasformazione in atto nella Forza Armata per renderla più rispondente alle attuali esigenze e, nel contempo, preparata ad affrontare le sfide future». Una “trasformazione”, messa in evidenza nel suo intervento anche dal gen Camporini, «grazie alla quale siamo passati da Forze Armate molto consistenti anche grazie al servizio obbligatorio di leva, statiche e poco flessibili a componenti più ridotte, professionali, moderne, proiettabili, efficaci e funzionali, effettivamente utilizzabili e impiegabili, pienamente interoperabili con gli assetti multinazionali e interforze».
La cerimonia è stata conclusa dalla tradizionale sfilata in parata dei Reparti che sono stati calorosamente applauditi dal pubblico tra il quale numerosi parenti ed amici dei giurandi, arrivati da ogni parte d’Italia per condividere con i propri cari le emozioni di questo momento particolarmente importante. Dei 128 nuovi allievi – che permarranno presso la Scuola per tre anni - 121 frequentano il corso di laurea triennale in Scienze organizzative e gestionali presso l’Università della Tuscia, mentre sette quello in “Infermieristica” presso la sede distaccata di Viterbo de “La Sapienza” di Roma.
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Giuramento del corso “Dardo” della Scuola “Douhet”
Croce d’Oro al merito dell’E.I. alla Bandiera della 46ª BA
l 23 aprile, all’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (ISMA) di Firenze e presieduta dal gen. SA Pasquale Preziosa, comandante delle Scuole AM – 3ª Regione Aerea, si è svolta la cerimonia per il giuramento e battesimo del corso “Dardo” della Scuola Militare Aeronautica “G. Douhet”. Presenti all’evento il gen. BA Claudio Salerno, comandante dell’ISMI da cui dipende la “Douhet” e le massime autorità civili e militari di Firenze. I 34 allievi, ammessi nel settembre scorso alla frequenza della III classe del liceo scientifico e della I classe del classico, hanno prestato solenne giuramento assumendo l’impegno di fedeltà alla Patria ed alle Istituzioni e di uniformare la loro vita a consolidati principi quali il senso del dovere, la solidarietà, la disciplina, lo spirito di corpo ed il rispetto reciproco, come ha sottolineato il col. Filippo Caroselli, comandante della Scuola. Il gen. Salerno, rivolto agli allievi, ha evidenziato l’importanza dell’impegno assunto dalla Scuola di operare al meglio delle proprie possibilità per fare di loro dei cittadini modello, mentre il gen. Preziosa, nel suo intervento conclusivo, ha rivolto parole augurali ai giovani allievi sottolineando quanto la formazione sia l’assetto strategico di tutte le organizzazioni, comprese quella militare e quanto il “saper essere” consenta di meglio comprendere il cambiamento e, in particolare, di studiare le misure per il necessario adattamento senza perdere lo scrigno dei valori. Il gen. Preziosa ha inoltre rimarcato che il giuramento rappresenta l’impegno solenne cui deve riferirsi, con libertà, dignità e responsabilità la nostra vita di uomini soggetti comprimari e difensori della comunità italiana. Alla cerimonia per il giuramento è seguito il battesimo del corso il cui nome ‘Dardo’, intende raffigurare un allegorico simbolismo dell’espressione e delle caratteristiche salienti di una costellazione intesa a rappresentare l’iniziatica preparazione degli allievi quale progetto di vita per un luminoso futuro. Il padrino, gen. BA Roberto Quattrociocchi, attuale comandante del Poligono Interforze di Salto di Quirra, ha consegnato nelle mani del Capo corso il gagliardetto che identificherà e accompagnerà per sempre il corso stesso.
l 6 maggio, a Roma, nel corso delle celebrazioni per il 149° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha insignito la Bandiera di Guerra della 46ª Brigata Aerea di Pisa della Croce d’Oro al Merito dell’Esercito con la seguente motivazione: «Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare italiana, impegnata nei cieli nazionali e nei maggiori teatri operativi nei quali hanno agito le unità dell’Esercito italiano, ha offerto il proprio insostituibile sostegno dando prova di grande capacità operativa e altissimi livelli di efficienza. La vasta e profonda professionalità, lo spirito di abnegazione ed il coraggio dei propri effettivi, spesso impegnati in situazioni operative e condizioni ambientali proibitive, hanno fatto meritare alla 46ª Brigata Aerea unanime ammirazione delle truppe di terra. Grande unità dell’Aeronautica Militare che, agendo nel solco delle bellissime tradizioni dell’Arma Azzurra, ha contribuito, con i suoi equipaggi di volo, il suo personale di terra e le sue macchine a elevare e accrescere il prestigio dell’Esercito, delle Forze Armate e dell’Italia”. In Patria e all’estero, 1960 – 2009».
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Gli incursori AM si abilitano al lancio anche dal C-27J l 22 aprile, sulla base aerea di Grazzanise, ha avuto luogo un’attività addestrativa di aviolancio da parte degli incursori del 17° Stormo dell’AM che ha consentito di abilitare il primo equipaggio di velivolo C-27J della 46ª Brigata Aerea allo svolgimento di questa specifica attività. Il C-27J ha effettuato varie sortite nel corso delle quali è stata effettuata una serie di lanci con la tecnica della caduta libera, lanci avvenuti con l’impiego del paracadute CIMSA TPM9+ in dotazione al 17° Stormo. Ogni incursore ha effettuato un lancio con equipaggiamento operativo.
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Il “Potere Aereo” a convegno a Firenze
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iciassette relatori in quattro sessioni nell’arco di due giorni: sono queste le cifre dell’Air Power Congress svoltosi presso l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze l’11 ed il 12 maggio, con la partecipazione di centinaia di ufficiali. Originariamente previsto per il novembre 2009 ma rinviato per l’incidente al C-130J della 46a Brigata Aerea, l’APC è stato concepito per informare e formare sul potere “aereospaziale” alla luce delle ultimissime conoscenze e prospettive di sviluppo. Un obbiettivo ambizioso, per il quale l’Aeronautica Militare ha compiuto un grande sforzo anche in termini di coinvolgimento del personale (attraverso il collegamento in videoconferenza di ben 13 enti, dai quali era possibile porre domande tramite una “chat” via internet) e della successiva disseminazione tramite il sistema di formazione a distanza dell’ISMA. Un impegno coraggioso, nel quale la forza armata si è aperta anche ai contributi delle forze di superficie e di alcuni civili. L’intervento di apertura sull’adattabilità del Potere AereoSpaziale da parte del capo di SM gen. SA Giuseppe Bernardis ha dato il tono del convegno, mettendo al centro la natura, l’identità, la specificità, la competenza del Potere Aereo-Spaziale nei contesti operativi interforze e multinazionali. Un tema importante, al quale Bernardis è tornato più volte sottolineando l’importanza di guardare oltre gli impegni contingenti per salvaguardare e definire il ruolo futuro. Il primo pannello, presieduto dal capo del 3° Reparto, gen. BA Giovanni Fantuzzi, ha esaminato la “Rilevanza del Potere Aereo per la Sicurezza nazionale” attraverso il rapporto tra le condizioni storiche e le concezioni del potere aereo (Gregory Alegi), le caratteristiche del potere aereo-spaziale (gen. BA Paolo Mazzi), la pianificazione delle forze di SMD (gen. SA Pasquale Preziosa, da pochi giorni comandante delle Scuole A.M.) e nella pianificazione operativa e nelle operazioni in-
L’esercitazione aerea NATO “Brilliant Ardent”
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al 12 al 22 aprile ha avuto luogo presso la base aerea tedesca di Laage l’esercitazione su larga scala “Brilliant Ardent” volta a incrementare le capacità d’intervento delle forze aeree della NATO nel contesto NRF-15 (NATO Responce Force), che partirà da luglio. L’esercitazione è stata aperta anche a Unità Aeree ‘Non NRF’, come le nazioni del PfP (Partnership for Peace). Il concetto NRF intende dare all’Alleanza una solida capacità di affrontare le sfide in ambito sicurezza del XXI secolo, garantendo una forza altamente specializzata e agile, ad alta rapidità d’intervento e capace di rischierarsi in breve tempo e ovunque ogni qual volta richiesto dalla NATO. Sotto la direzione del responsabile dell’Allied Air Command di Izmir (Turchia), una sessantina di velivoli tra caccia, caccia bombardieri, elicotteri, aerorifornitori e aerei radar AEW appartenenti a repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Turchia e Stati Uniti hanno quindi operato, utilizzando anche basi britanniche, per svolgere missioni nell’ambito di una Crisis Response Operation (CRO) guidata dalla NATO, su mandato ONU, in uno scenario geopolitico fittizio. Per l’Italia hanno partecipato sei F-2000 Eurofighter e 120 militari del 4° Stormo trasferiti sulla base tedesca,se-
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terforze (amm. div. Rinaldo Veri, del COI). Il secondo pannello, presieduto dal gen. BA Alberto Rosso, da poco capo di SM del Comando Logistico, ha affrontato le capacità operative partendo dalle visioni assai diverse tra loro dell’Esercito (gen. CA Enzo Stefanini, comandante dell’AVES) e della Marina (c.amm. Paolo Treu, capo delle forze aeree M.M.). È seguita l’analisi delle operazioni contro insorgenza (COIN) svolta dal gen. BA Gianni Candotti, che vi ha travasato la lunga e recente esperienza in Afghanistan, mentre il col. Luigi Del Bene del Centro Innovazione Difesa del 3° Reparto SMD ha proiettato lo sguardo oltre l’atmosfera illustrando il nascente concetto spaziale. Il terzo pannello, presieduto dal gen. BA Claudio Salerno, comandante dell’ISMA, ha esaminato con pragmatismo ciò che c’è “dietro”: risorse umane (gen. BA Fernando Giancotti, fino a poco fa capo del 1° Reparto SMA), risorse economiche (gen. Luca Goretti, vice capo di gabinetto del ministro della Difesa), tecnologia (gen. BA Roberto Nordio, capo del 4° Reparto SMA) e logistica (gen. Rosso). Comune a tutti la consapevolezza di dover utilizzare al meglio le risorse esistenti, senza immaginarne di diverse e consacrandole alla maggiore efficienza possibile anche in vista della necessità di un ruolo “expeditionary”. Il quarto pannello, dedicato a comunicare il potere aereo e presieduto dal gen. BA Salvatore Gagliano, capo del 5° Reparto SMA, è stato il più breve. Il consigliere Carlo Batori ha inquadrato il potere aereo in una prospettiva di relazioni internazionali, mentre il capo redattore dell’Espresso Gianluca Di Feo e il col. Amedeo Magnani, capo ufficio pubblica informazione dell’UCSMA, hanno illustrato i limiti ed i risultati della comunicazione. Su questo vi è stato un breve dibattito tra le opposte visioni. Le conclusioni dell’intenso programma sono state tratte dal sottocapo di SM gen. SA Maurizio Lodovisi.
de dello JG73 “Steinhoff”, per mezzo di tre C-27J della 46ª Brigata Aerea. Da sottolineare che gli Eurofighter italiani sono stati comunque gli ultimi velivoli partecipanti all’esercitazione a volare il 15 aprile ed i primi a decollare il 21 aprile cercando di minimizzare gli effetti della chiusura dello spazio aereo tedesco – dovuto alla nube prodotta dall’eruzione del vulcano islandese - effettuando un totale di circa 140 ore di volo sempre nel rispetto dei criteri di sicurezza.
20.000 ore di volo per la TAF di Al Bateen
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l 14 marzo la Task Force Air (TFA) di Al Bateen (Emirati Arabi Uniti) ha raggiunto il traguardo delle 20.000 ore compiute dai velivoli della 46ª Brigata Aerea rischierati ad Abu Dhabi nell’ambito dell’attività volta soprattutto a sostegno dei contingenti italiani operanti in quell’area. Ricordiamo che la TFA - così denominata dal 1˚ dicembre 2006 - è nata come Reparto Operativo Autonomo (ROA) nel settembre 2002 con il nome di Nucleo Aeroportuale Interforze (NAI), ridenominato 7° Reparto Operativo Autonomo nel 2003 e poi, nel 2006, in Reparto Distaccato della 46ª Brigata Aerea, pochi mesi prima di assumere l’attuale denominazione.
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Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM Il 26 marzo, a Roma il gen. isp. capo CSrn Ottavio Sarlo ha assunto l’incarico di direttore generale della Sanità militare (Difesan) in sostituzione dell’amm. isp. capo Vincenzo Martines. Il gen. Sarlo, nato a Torre del Greco nel 1948, dopo la laurea in medicina e chirurgia, si arruola nell’AM nel 1974 quale allievo ufficiale di complemento CSA e transita in SPE l’anno dopo venendo poi assegnato, nel 1976, al 31° Stormo di Campino quale dirigente del Servizio sanitario. Nel 1977 è nominato dirigente del Servizio sanitario dell’aeroporto di Vigna di Valle, incarico che lascia l’anno successivo per quello di membro del Collegio Medico Legale presso l’Istituto Medico Legale (IML) di Roma. Nel 1983 diviene capo Reparto chirurgia dell’Infermeria presidiaria di Roma della quale assume la direzione tre anni dopo. Nel 1990 è direttore della Direzione territoriale di sanità della 2ª Regione Aerea, nel 1991 direttore dell’IML di Roma e nel 1991 capo del 1° Ufficio dell’Ispettorato Logistico dell’AM. Nel 1994 è capo Ufficio f.f. del capo del Corpo Sanitario Aeronautico e, dopo la frequenza nello stesso anno della 46ª sessione IASD al Centro Alti Studi per la Difesa, nel 1995 diviene presidente della Commissione sanitaria d’appello AM. Nell’ottobre 2000 è nominato capo del Reparto sanità del Servizio sanitario del Comando Logistico AM, Servizio del quale assume poi la responsabilità tre anni dopo. Nel febbraio 2009 assume anche l’incarico di capo del Corpo Sanitario Aeronautico. Il gen. Sarlo ha insegnato alla Scuola Militare di Sanità Aeronautica a Roma e alla Scuola di Applicazione AM a Firenze ed ha partecipato come specialista in chirurgia generale e quale componente dell’unità Sanitaria mobile della 2ª RA a varie operazioni di soccorso da parte del SAR, in occasione di grandi calamità e in missioni umanitarie internazionali. E’ stato responsabile dell’Organizzazione sanitaria del vertice G8 a Genova nel 2001, della Sanità per il ministero della Difesa nell’organizzazione del vertice NATO – Federazione Russa del 2002 a Pratica di Mare, membro del Comitato di Alta Direzione per il Vertice Mondiale sull’alimentazione della FAO a Roma nel 2002 e ha coordinato e diretto gli studi che hanno portato alla realizzazione delle barelle “ATI” (Aircraft Transit Isolators) e “STI” (Stretcher Transit Isolator) per l’evacuazione aeromedica sicura di pazienti con patologie altamente diffusibili. E’ specializzato anche in urologia ed è docente a contratto presso le università di Roma e L’Aquila e alla Scuola di specializzazione in Medicina Aeronautica e Spaziale della “Sapienza” di Roma. Tra le sue numerose onorificenze figura la Medaglia d’oro per la Sanità Pubblica. Il 20 aprile, a Bari, il gen. SA Pasquale Preziosa ha assunto il comando delle Scuole AM – 3ª Regione Aerea subentrando al pari grado Giampiero Gargini che lascia il servizio attivo per raggiunti limiti di età. Il gen. Preziosa, nato a Bisceglie (Bari) nel 1953, dopo la frequenza dell’Accademia Aeronautica con il corso “Marte 3°” e il conseguimento del brevetto di pilota militare, nel 1977 viene assegnato come pilota caccia bombardiere al 36° Stormo. Nel 1982 diviene istruttore di volo su aviogetti e l’anno successivo, dopo un corso a Cottesmore, si qualifica istruttore di volo su Tornado. Ricopre in seguito l’incarico di capo Ufficio operazioni e poi di comandante del 156° Gruppo del 36° Stormo. Nel 1989 è nominato aiutante di volo del comandante della 2ª Regione Aerea, incarico che mantiene fino al gennaio 1992 quando viene assegnato all’Ufficio pianificazione generale programmazione e bilancio (UPGPB) dello Stato Maggiore AM. Nel 1993 frequenta il Defence Resources Management Corse negli USA e l’anno dopo diviene comandante del 36° Stormo, incarico che lascia nel 1996 perché destinato ancora all’UPGPB dello SMA, divenuto poi Reparto, nel quale ricopre in successione gli incarichi di capo del 2° Ufficio e di vice capo Reparto. Dopo la frequenza dello IASD e la promozione a generale di BA diviene in seguito capo dell’Ufficio del capo di SMA fino al dicembre 2001 in quanto nominato vice capo del 3° Reparto dello SMA, assolvendo in seguito il compito di IT SNR presso la cellula di risposta “Enduring Freedom” a Tampa (USA). Dall’agosto 2003 è nominato addetto per la Difesa e la Cooperazione per la Difesa a Washington, carica che lascia tre anni dopo per divenire, presso lo Stato Maggiore della Difesa, prima capo dell’Ufficio generale pianificazione, programmazione e bilancio e poi capo del 3° Reparto. Dall’ottobre 2009 è a disposizione del capo di SMA per incarichi particolari dove permane fino alla nomina all’attuale incarico. Laureato in Scienze diplomatiche Internazionali e in Scienze Internazionali ha al suo attivo oltre 2.300 ore di volo.
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Iniziate le cerimonie di commiato del 5° Stormo
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n vista della prossima fine dell’attività di volo con l’F-16ADF e della collocazione del reparto in “posizione quadro”, eventi previsti entro il prossimo giugno, il 5° Stormo di Cervia ha organizzato alcune manifestazioni volte soprattutto a salutare la comunità locale. Il 16 aprile, in particolare, il 5° ha aperto al pubblico i cancelli della base aerea di Pisignano per una giornata dedicata al Reparto ed al 23°
Gruppo e intesa a celebrare i risultati operativi conseguiti dall’entrata in linea del caccia F-16 in prossimità, come abbiamo scritto, del termine del programma “Peace Caesar” presso la base romagnola (v. anche pag. 4 di Aeronautica n. 8/2003). La manifestazione è coincisa con le normali attività addestrative che la Pattuglia Acrobatica Nazionale stava svolgendo a Cervia allo scopo di perfezionare l’inserimento nella formazione dei nuovi piloti, attraverso alcune esibizioni su basi diverse da quella abituale di Rivolto e prima dell’apertura ufficiale della stagione secondo il calendario delle esibizioni delle “Frecce Tricolori” (v. pag. 9 di Aeronautica n. 4/2010). E appena atterrati gli MB.339 della PAN sono stati presentati in volo due F-16 in “special color” realizzati dagli specialisti del Gruppo Manutenzione: uno con sulla deriva dipinto un grande serpente, retaggio dell’originario stemma dello Stormo nato a Ciampino il 1° gennaio 1934 quale reparto d’assalto, e il secondo con la classica “Diana”, emblema del 5° Stormo dal 1947. Immagine, quest’ultima, tuttavia “rivisitata” in chiave moderna
sulla base di un disegno opera dell’avv. Pierpaolo Maglio che con la collaborazione del cognato l’ha realizzato dedicandolo alla figura del padre, maresciallo Beniamino Maglio, che ha servito il 5° Stormo per ben 36 anni. A questi aerei se ne sono poi aggiunti altri due che si sono esibiti in spettacolari manovre tra l’entusiasmo dei presenti. Da sottolineare, infine, che nonostante le cattive condizioni meteorologiche - a festeggiare quelli del “Quinto” sono giunti a Cervia anche vari velivoli civili tra i quali un Tiger Moth e uno Stearman PT-17 e un F2000 Typhoon del 36° Stormo. (foto di P. Maglio)
Medaglia di Bronzo al M.A. al magg. Marra Il 29 aprile, al 3° Reparto Genio AM di Bari Palese, il comandante Logistico dell’AM, gen. SA Giuseppe Marani, ha consegnato al magg. GArn Alessandro Marra, in servizio presso quel Reparto, la Medaglia di Bronzo al Merito Aeronautico concessagli dal ministro della Difesa per l’attività svolta tra il 19 dicembre 2006 e il 30 aprile 2007 nel corso dell’operazione ‘International security assistance force’ in Afghanistan. Il magg. Marra, si legge tra l’altro nella motivazione, «quale ‘direttore dei lavori del genio e responsabile del procedimento in fase di esecuzione’ per l’AM» oltre ad evidenziare «qualità personali e militari nettamente emergenti all’interno del reparto di appartenenza» «ha assolto il difficile incarico con incondizionata disponibilità ed altissimo senso del dovere, esercitando un’autorevole ed incisiva azione di comando, dimostrando ferma determinazione, prontezza d’ingegno ed un elevatissimo grado di autonomia decisionale». Operando in un contesto rischioso per l’incolumità personale e in condizioni ambientali estremamente disagiate «ha saputo gestire con oculatezza e scrupolo il personale dipendente ed i mezzi a sua disposizione, dirigendo e portando a termine brillantemente tutti i compiti assegnati» e in breve tempo «ha condotto l’opera di ampliamento del comprensorio militare di ‘Camp Arena’ con grande competenza ed illuminata lungimiranza» mettendo nel contempo in atto «tutte le predisposizioni logistiche necessarie a consentire il rischieramento di nuovi assetti strategici, quali il sistema di velivoli a pilotaggio remoto dell’Aeronautica militare, gli elicotteri A129 e i veicoli corazzati da combattimento VCC-80 Dardo dell’Esercito italiano». La motivazione sottolinea inoltre che nella sua attività «ha operato sempre con umiltà, senso pratico, generosità» anteponendo gli interessi istituzionali a quelli di carattere privato «assumendosi con risolutezza tutte le responsabilità derivanti dal proprio importante ruolo, anche se con sacrificio personale».
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Riconoscimento di Airbus al 31° Stormo Nel corso di una cerimonia svoltasi nel marzo scorso in occasione dell’Airbus Symposium di Dubai (Emirati Arabi Uniti), Il 31° Stormo ha ricevuto il premio ‘Longest Government Operator Award A319CJ’. Il riconoscimento è stato assegnato da Airbus al Reparto come «primo operatore governativo al mondo ad aver creduto nel progetto A.319 versione CJ (Corporative Jet)» anticipando anche la stessa Francia, seguita poi da altri paesi quali Brasile, Venezuela, Turchia, Repubblica Ceca e Germania. E ’ da ricordare in proposito che l’A.319CJ è entrato ufficialmente nella linea di volo dell’AM il 7 marzo 2000 per sostituire gli ormai anziani DC-9/30 e Gulfstream III in servizio al 306° Gruppo TS del 31° Stormo (v. anche pag. 2 di Aeronautica n.3/2000).
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L’esercitazione CSAR “I PIXIE 10” l 23 aprile, a Trapani, è terminata l’esercitazione del 15° Stormo CSAR (Combat Search and Rescue) denominata “I PIXIE 10”, che ha visto impegnati i suoi quattro Centri CSAR unitamente al 10° e al 18° Gruppo Caccia del 37° Stormo di Trapani e al Gruppo Aerei Imbarcati della Marina Militare di Grottaglie. L’esercitazione, svoltasi in un complesso scenario, aveva lo scopo di addestrare tutti gli equipaggi in missioni congiunte di “Personnel Recovery”, cioè di recupero personale in un ambiente ostile. Gli equipaggi partecipanti si sono dovuti quindi cimentare nella pianificazione delle sortite di volo mentre coloro che simulavano gli equipaggi dispersi (survivors) hanno dovuto dar prova di saper ben applicare quanto appreso negli specifici corsi addestrativi frequentati con riguardo all’orientamento a terra sia diurno che notturno.
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L’82° Centro CSAR di Trapani, l’83° di Rimini, l’84° di Brindisi e l’85° di Pratica di Mare, inseriti in uno scenario simulato di crisi internazionale, sono stati quindi impegnati a studiare le tattiche e i tempi di intervento per poter portare in salvo il team che simulava l’equipaggio abbattuto. Il “Rescue Team”, composto dagli Aerosoccorritori-Operatori Forze Speciali del 15° Stormo e da personale del Gruppo Protezione delle Forze del 37° Stormo, una volta raggiunto il punto di recupero a bordo dell’elicottero HH-3F, ha provveduto a mettere in salvo i “survivors” avvalendosi della protezione dal cielo assicurata da aerei del 10° e 18° Gruppo e da quelli della Marina Militare che hanno operato sotto il coordinamento di un velivolo AWACS (Airborne Warning and Control System) che teneva sotto controllo le comunicazioni radio tra i diversi velivoli partecipanti. La “I PIXIE 10” ha visto l’impiego, per un totale di sei sortite, di due HH-3F, due elicotteri NH-500, due F-16, due AV-8B Plus e un aereo-radar AWACS.
Il 50° anniversario del 34° Gruppo Radar AM
Esposto a Milano il relitto di un Ro.37 rinvenuto in Afghanistan
L’8 maggio, all’idroscalo di Siracusa, è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione del 34° Gruppo Radar AM. La cerimonia, alla quale erano presenti numerose autorità civili e militari del luogo ed una folta rappresentanza di personale in servizio e in congedo che ha fatto servizio nel passato in quel Reparto, ha visto la deposizione di una corona di fiori alla stele che ricorda il ten. Arnaldo De Filippis, eroe della prima guerra mondiale, al quale è intitolato l’idroscalo, e gli interventi di rito. E’ seguita la consegna di targhe ricordo ai precedenti comandanti del 34° GRAM e alla signora Lucia De Filippis, nipote dell’eroe sopra citato, e il sorvolo del luogo da parte di un Br.1150 Atlantic del 41° Stormo Antisom. Da sottolineare che, per l’occasione, è stato aperto un ufficio mobile di Poste Italiane - dove è stato possibile far apporre l’annullo figurato celebrativo alle cartoline in vendita il cui ricavato sarà devoluto a favore in dell’UNICEF e dell’ONFA (Opera Nazionale dei Figli degli Aviatori) – ed allestita nel Palazzo della Provincia una mostra storicorievocativa: “I Cieli di Siracusa 2010 – 87 anni di Aeronautica, 50 anni di Difesa Aerea a Siracusa”, organizzata dal 34° GRAM.
Il 3 maggio, in occasione della presentazione del libro di Guido Moltedo “E l’Italia prese il volo. Vita di Renato Bonifacio” – peraltro recensito a pag. 43 – avvenuta al Circolo di Presidio dell’Esercito a Milano, è stato esposto, per la prima volta, il relitto del velivolo Ro.37, uno dei biplani di produzione italiana degli anni ’30 che furono venduti nel 1937 alla Forza Aerea Afgana ed i cui resti furono rinvenuti nel 2006, vicino a Kabul, da alcuni militari del contingente italiano (v. pag. 28 di Aeronautica n. 3/2006). Ricordiamo che per accordi intercorsi tra l’AM e Finmeccanica, l’INAM Romeo Ro.37 in argomento sarà restaurato ed esposto successivamente nel Museo Storico dell’Aeronautica a Vigna di Valle. A Milano erano presenti il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. CA Giuseppe Valotto, il dott. Pier Franceso Guarguaglini, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica e altre personalità dello Stato Maggiore AM e del Museo Storico della forza armata.
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Visite straniere a enti e reparti dell’AM Il 26 aprile, a Roma, il comandante delle forze aeree dell’Olanda, ten. gen. Jacques Jansen, si è incontrato con il capo di Stato Maggiore AM, gen. SA Giuseppe Bernardis. Nel corso della visita, avvenuta su invito del gen. Bernardis, il gen. Jansen, che ha assistito anche ad un un briefing sulla nostra Forza Armata, ha manifestato ampia disponibilità ad ogni forma di collaborazione con particolare riferimento alle attività istruzionali e di addestramento al volo del personale navigante. Nei giorni successivi lo stesso alto ufficiale ha visitato il 61° Stormo di Lecce, il 32° Stormo di Amendola e l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Il 4 maggio una delegazione della Direzione Generale dell’Armamento francese (DGA) guidata dal maggior generale Jacques Sandeau, vice direttore delle operazioni, ha effettuato una visita al Centro Sperimentale Volo (CSV) di Pratica di Mare accompagnata dal Direttore generale per gli Armamenti Aeronautici (Armaereo), gen. isp. capo Domenico Esposito. L’evento – che si colloca nell’ambito delle attività di cooperazione bilaterali fra le Direzioni generali dei due Paesi – ha visto, dopo il saluto del comandante del CSV, gen. DA Fabrizio Draghi, una illustrazione delle attività del Centro stesso e una visita dettagliata del Reparto Sperimentale Volo. Dal 2 al 5 maggio una delegazione delle forze aeree della Giordania è giunta in Italia per un incontro con gli omologhi italiani allo scopo di individuare future aree di cooperazione tra le due Aeronautiche ed approfondire temi di comune interesse nell’ambito del Piano di Cooperazione bilaterale esistente tra le due forze armate. Dopo l’incontro al Palazzo Aeronautica la delegazione giordana ha visitato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli attualmente frequentata anche da quattro allievi della Royal Jordanian Air Force.
Raduni di ex allievi dell’AM 28° Corso GArat/CA Il 28 marzo, al Museo Storico dell’AM di Vigna di Valle, ha avuto luogo il secondo raduno dei frequentatori del 28° corso GArat/CA, corso che ebbe inizio a Caserta il 1° ottobre 1968. Con i radunisti erano presenti molti loro familiari che li hanno accompagnati anche nella visita ai vari padiglioni museali di quell’istituzione.
1° Corso AFL Operatori Missilisti Il 17 e 18 aprile, dopo 44 anni dal loro arruolamento, gli allievi specialisti del 1° Corso A.F.L. Operatori Missilisti sono tornati sul Piazzale delle Bandiere della Scuola Specialisti A.M. di Caserta in occasione del loro 1° Raduno. La commozione, l’emozione, ma soprattutto l’immutato affetto ed entusiasmo sono stati i sentimenti più belli che hanno accomunato gli intervenuti che erano accompagnati dai rispettivi familiari.
Rientrati dall’Afghanistan gli elicotteri del Task Group “Tigre” Il 31 marzo, sostituiti da quelli della Marina Militare, sono rientrati in Italia gli elicotteri AB.212 ICO della Joint Air Task Force del Regional Command West in Afghanistan. Dall’agosto 2009 al 31 marzo scorso gli elicotteri, appartenenti al 21° Gruppo del 9° Stormo di Grazzanise e che durante la permanenza in quell’aerea erano denominati Task Group “Tigre”, hanno effettuato 765 ore di volo in oltre 560 missioni venendo impiegati dai piloti del Gruppo stesso affiancati da quelli di altri Reparti quali la 651ª Squadriglia Collegamenti di Istrana, il Reparto Sperimentale e di Standardizzazione di Tiro Aereo di Decimomannu, il Centro Unificato Poligoni AM di Perdasdefogu ed il Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare. E’ da ricordare in proposito che, dal 2006, gli AB.212 dell’Aeronautica Militare hanno totalizzato in Afghanistan oltre 1.800 voli per 2.100 ore in missioni relative al trasporto medico, all’evacuazione di civili, alle operazioni con le forze speciali e al trasporto tattico di fanteria.
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La riunione dello Steering Committee dell’ENJJPT Dall’8 al 12 marzo, sulla base aerea di Sheppard (Texas) e sotto la presidenza del gen. BA Franco Marsiglia, si è svolta la 59ª riunione dello Steering Committee del programma Euro NATO Joint Jet Pilot Training (ENJJPT) che, composto dai rappresentanti di 13 paesi che vi hanno aderito, ha lo scopo di monitorare il programma stesso e vagliare le proposte addestrative presentate in materia. Gli argomenti trattati in questa occasione hanno riguardato in particolare il nuovo programma addestrativo sul velivolo Beechcraft T-6II, l’adeguamento dell’attuale iter alle esigenze comuni ai velivoli di 5ª generazione, i requisiti tecnologici per il successore del Northrop T-38C, l’avvio dei lavori per il rinnovo dell’accordo ENJJPT in scadenza nel 2016 e alcuni approfondimenti legali in merito all’applicabilità al programma dell’accordo sullo Status delle Forze (SOFA). A conclusione dei lavori e prima di lasciare la presidenza del Comitato alla Norvegia, cui è spettata per regolare turnazione, il gen. Marsiglia ha espresso l’auspicio che tutte le nazioni aderenti confermino la loro partecipazione all’ENJJPT (attualmente la conferma è stata data solo da Stati Uniti, Italia, Germania e Olanda) e che il programma si apra anche a paesi non appartenenti all’Alleanza Atlantica.
Provato nuovo sistema per evitare impatti con volatili Sulla base aerea di Trapani Birgi, sede del 37° Stormo, è stato recentemente provato un nuovo apparato dissuasore sonoro (LRAD-X) per allontanare i volatili dalle piste di volo riducendo il rischio di impatto (bird strike) con gli aerei operanti su quell’aeroporto. Si tratta di una specie di amplificatore – realizzato da una società specializzata negli studi sull’avifauna degli aeroporti - che, montato sul tetto di un’auto, diffonde ad alto volume una serie di suoni che disturbano gli uccelli costringendoli ad allontanarsi. Il nuovo sistema dovrebbe affiancarsi a quello già operativo a Birgi attuato da un Nucleo Avifauna che, in sinergia con la Bird Control Unit alle dipendenze dell’Airgest (la società di gestione di quello scalo civile), poco prima di decolli e atterraggi di velivoli attiva sistemi di allontanamento per mezzo di amplificatori di richiami di allarme e di angoscia (distress call) che imitano il verso di un volatile catturato da un predatore. Altre prove verranno effettuate prossimamente, anche in diverse condizioni di luce e climatiche, per verificare fino in fondo l’efficacia del LRAD-X che, se ritenuto valido, entrerà in funzione incrementando le attività di controllo e di allontanamento dei volatili dalle piste di volo.
Allievi dell’Eolo 5° hanno terminato il corso di volo in Grecia
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l 19 marzo, con la consegna dei relativi diplomi ai cinque frequentatori del corso Eolo 5° dell’Accademia Aeronautica, si è concluso sulla base aerea greca di Kalamata il loro iter istruzionale di volo svolto nell’ambito dell’apposito accordo italo-greco per il reciproco scambio di allievi (v. anche pag. 4 di Aeronautica n. 2/2010). E’ da ricordare in proposito che l’Aeronautica Militare – per supportare l’attività addestrativa volta al conseguimento del brevetto di pilota militare da parte dei propri allievi in Grecia – ha costituito nel luglio scorso a Kalamata un’apposita RAMI (Rappresentanza Aeronautica Militare Italiana).
Accordo tra RSV e EAD-MAS per il software avionico del Tornado A Pratica di Mare il Reparto Sperimentale Volo (RSV) e la Ditta EADS-MAS (European Aeronautic Defence and Space Company - Military Aircraft System) hanno firmato, nell'ambito de futuri programmi di ammodernamento del velivolo Tornado, un accordo di cooperazione tecnica-operativa per lo sviluppo del software avionico di tale macchina, accordo della cui attuazione sarà competente il Gruppo Gestione Software (GGS) del RSV stesso. E' da ricordare in proposito che il GGS ha il compito primario di seguire tutte le fasi del ciclo di vita del software di bordo, dalla manutenzione all'integrazione di nuovi sistemi avionici e di armamento ed è quindi direttamente coinvolto nella definizione dei requisiti, nel disegno e nella codifica del software nonché nella verifica a terra ed in volo del prodotto finale. Per queste capacità il GGS ha conseguito la certificazione ISO 9001 per lo "Sviluppo di modifiche software di sistemi d'arma e relativi sistemi di supporto nel settore aeronautico".
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SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA Tratto da DedaloNews, che ringraziamo per avercelo concesso, pubblichiamo l’articolo che segue - relativo ai futuri programmi spaziali degli Stati Uniti – indicando per comodità dei lettori i riferimenti concernenti quanto apparso nel passato sul nostro periodico su alcuni dei temi citati dall’autore.
NASA: Obama rilancia su esplorazione spaziale e uomo su Marte di Giorgio Di Bernardo viluppo di un vettore completamente nuovo e di tecnologie che rappresentino un salto di qualità nei sistemi e propulsori spaziali, prima missione umana nello spazio profondo ed esplorazione di un asteroide nella metà del prossimo decennio con, a seguire, prima missione umana in orbita marziana e successivo atterraggio su Marte: è vento di novità e nello stesso tempo di concretezza quello che il 16 aprile il presidente Barack Obama ha fatto soffiare sulla NASA dopo anni di stagnazione, parlando del futuro degli Stati Uniti nello spazio proprio dalla culla delle più grandi imprese astronautiche americane, il Kennedy Space Center (KSC). Accogliendo suggerimenti della commissione Augustine (v. pag. 12 di Aeronautica n. 11/2009, NdR) e miscelando sapientemente capacità visionaria, politica, economia, volontà di mantenere il primato tecnologico e soluzioni per garantire posti di lavoro e mantenimento delle competenze, Obama ha delineato uno scenario plausibile e realistico per l’esplorazione umana dello spazio nei prossimi 25-30 anni e per lo stimolo all’innovazione tecnologica, che mancava completamente nella precedente visione, concentrata sul recupero di tecnologie disponibili, se non vecchie (tanto da considerare per i nuovi vettori lunari Ares l’utilizzo dei motori J2 progettati 40 anni fa per le missioni Apollo e i booster dello shuttle, scelta criticabile e rischiosa). Primo passo di questo processo, l’abbandono del programma Constellation (v. pag. 8 di Aeronautica n. 2/2010, NdR) in favore di un vettore “pesante” e “man rated” totalmente nuovo in grado di trasportare uomini e mezzi verso qualsiasi destinazione tra quelle fissate nello spazio profondo: asteroidi, punti lagrangiani, le lune di Marte e Marte stesso (investimento per le ricerche di 3 miliardi di dollari). «Nello sviluppo di questo veicolo - ha chiarito Obama non ci ispireremo solo alla modifica o rivisitazione di vecchi modelli, ma punteremo a nuove soluzioni, nuovi materiali, nuove tecnologie. Il progetto sarà finalizzato entro il 2015 e subito dopo partirà la realizzazione». Obama ha approvato anche una modifica della capsula Orion (v. pag. 12 di Aeronautica n. 9/2006, NdR) che la renderà compatibile con le specifiche necessarie a fungere da scialuppa di salvataggio per la Stazione spaziale internazionale (capacità di sei astronauti), rendendo così gli americani indipendenti dalle Soyuz russe. Ma la parte più interessante è la visione dell’esplorazione spaziale rilanciata da Obama: «Dopo decenni di negligenza, incrementeremo gli investimenti in tecnologie fortemente innovative che permettano agli astronauti di raggiungere lo spazio più frequentemente, di viaggiare più lontano e più velocemente e a costi inferiori, di lavorare nello spazio per periodi più lunghi e in maggior sicurezza». Rispondendo ai sostenitori del Constellation,
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che avevano fortemente criticato Obama per il taglio del programma, il presidente americano ha specificato che «a differenza dei programmi precedenti stiamo tracciando un percorso con pietre miliari specifiche e raggiungibili» sottolineando che «l’esplorazione dello spazio profondo sarà possibile solo con salti tecnologici nei sistemi di propulsione e avanzamenti in tutte le altre tecnologie». In questo modo Obama ha replicato anche alla critica mossagli da chi gli contestava che la cancellazione del programma di ritorno alla Luna avrebbe fatto sì che la NASA non fosse più un’agenzia per l’innovazione e la scienza. Le tappe della futura esplorazione umana dello spazio interplanetario sono state così delineate da Obama: «All’inizio del prossimo decennio una serie di voli pilotati testerà i sistemi richiesti per l’esplorazione spaziale al di là dell’orbita bassa terrestre. Per il 2025 ci aspettiamo di avere una nuova astronave progettata per lunghi viaggi che ci permetta il primo volo pilotato al di là della Luna, nello spazio profondo. Cominceremo con il mandare esseri umani su un asteroide per la prima volta nella storia. Poi, per la metà degli anni ‘30, credo che saremo in grado di mandare uomini in orbita intorno a Marte e riportarli sani e salvi a Terra. Seguirà l’atterraggio umano su Marte. E conto di vederlo!». Da un punto di vista economico, Obama impegnerà per il solo sviluppo del vettore pesante 19 miliardi di dollari nel 2011 e altri sei miliardi nei cinque anni seguenti. Come termine di paragone, sull’intero programma Constellation, che finora non aveva prodotto altro che un test pur basandosi su tecnologie già disponibili, erano stati spesi finora 8 miliardi di dollari e il costo previsto nel 2008 per Ares 1 ammontava a 18.1 miliardi di dollari e per Ares V a 12.7, soldi che sarebbero stati spesi tutti per adattare l’esistente, senza alcun incentivo verso l’innovazione. Secondo Obama, abbandonare l’idea di far sviluppare alla NASA un vettore per il trasporto di astronauti ha poi un doppio ritorno: da un lato libera risorse da mettere sullo sviluppo tecnologico, dall’altro aprire all’industria privata, creando competizione per soluzioni innovative e posti di lavoro. Questo è forse il vero punto debole della visione del presidente americano: l’industria privata può garantire la sicurezza, visto che questa ha costi molto alti che si tendono a ridurre in presenza di competizione? È anche vero che la NASA stessa non ha saputo gestire la sicurezza dei suoi uomini, e basta ricordare in proposito cosa avvenne nelle fasi di realizzazione della capsula Apollo e le due tragedie degli shuttle Challenger e Columbia. Riguardo i posti di lavoro (e di competenze), con la fine dei voli shuttle e la decisione di cancellare il programma Constellation aveva suscitato un vespaio di critiche e non è un caso che Obama sia andato a presentare il suo
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piano al KSC, primo presidente a recarvisi dal 1998. Complessivamente, si calcolava che la chiusura dei due programmi avrebbe messo in strada dai 20.000 ai 30.000 lavoratori (compreso l’indotto), con una perdita di 7.000 posti solo al Kennedy Space Center per la fine dei voli shuttle e di altri 2.000 per la cancellazione del Constellation. Obama ha risposto affermando che affidare a privati la realizzazione di vettori per mandare in orbita gli astronauti creerà almeno 10.000 posti di lavoro; ha inoltre rivelato che intende stanziare 40 milioni di dollari in sostegno di iniziative a supporto dello sviluppo economico regionale della Florida, che ospita il KSC. Queste iniziative e le attività che partiranno alla NASA dovrebbero permettere di riassorbire praticamente tutto il personale a rischio disoccupazione. Il piano di Obama rivela tra le righe anche una strategia di politica internazionale, per il mantenimento del predominio spaziale rispetto a paesi fortemente aggressivi in questo settore, come Cina ed In-
dia. Il Presidente spiazza completamente tutti, e mentre la Cina ha annunciato un programma lunare (con l’obiettivo di competere con gli USA in ambito spaziale) lui rilancia modificando completamente obiettivi e strategie, puntando a qualcosa di completamente nuovo: alla fine, sulla Luna ci siamo stati, su un asteroide no, e questo certo colpisce l’immaginario collettivo perché fa leva sul concetto americano di nuova frontiera e sulla psicologia umana, da sempre affascinata dall’esplorazione di nuove mete. Non diciamo se sia bene o male non tornare sulla Luna: ci sono troppi argomenti a favore e contro. Diciamo solo che quella di Obama è una scelta anche politica. Ora non resta che attendere, per vedere se alle parole seguiranno i fatti e se veramente l’uomo tornerà a poggiare il piede su un corpo celeste che non sia la Terra. E per vedere anche come gli USA si rapporteranno all’Europa e alla Russia e viceversa.
Prompt Global Strike: nuova arma per l’USAF?
Lanciato il prototipo in scala della navetta X-37B
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na nuova arma, capace di raggiungere qualsiasi obiettivo sulla Terra entro un’ora, potrebbe presto essere prodotta dagli USA per le esigenze della sue forze aeree. Si tratta di un’arma convenzionale, ideata per sostituire le testate nucleari, che è stata denominata Prompt Global Strike (PGS - Colpo Rapido Globale) in grado di raggiungere in meno di un’ora qualsiasi bersaglio in ogni località del mondo. Secondo quanto reso noto nell’occasione, il PGS – che avrà una carica esplosiva di circa 350 kg di una sostanza dal potere altamente distruttivo - potrebbe quindi in futuro essere in grado di distruggere, ad esempio, il rifugio di Osama Bin Laden o un missile nordcoreano o colpire un impianto nucleare iraniano, con una devastazione a livello locale pari a quella di un’arma atomica. L’arma – di cui si prevede l’approntamento tra il 2017 e il 2020 - sarà lanciata con un missile a velocità supersonica dotato di una schermatura uguale a quella degli shuttle per ridurre gli effetti dell’attrito con l’atmosfera, rilasciata poi nello spazio e guidata, tramite un apposito sistema satellitare, sul bersaglio prescelto. Resta da sottolineare che, ad oggi, il costo stimato dell’ordigno è pari a più di due miliardi di dollari.
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l 23 aprile la NASA ha lanciato in orbita da Cape Canaveral con un vettore Atlas V l’Alliance X-37B, prototipo in scala 1:4 di un nuovo dimostratore di velivolo spaziale riutilizzabile progettato dall’USAF in vista della sostituzione degli attuali Shuttle. Lungo 8,9 metri, largo 2,9, con un’apertura alare di 4,5 e del peso di circa cinque tonnellate, l’X-37B, noto anche come OTV (Orbital Test Vehicle), è basato su un progetto originale NASA (X-37) per una futura navetta pilotata sviluppata da Boeing (v. pag. 15 di Aeronautica n. 7/2001). Secondo quanto programmato, l’X-37B resterà in orbita, come un satellite, per un massimo di 240 giorni - durante i quali le sofisticate apparecchiature di bordo trasmetteranno importanti dati necessari allo sviluppo della navetta definitiva – per poi ritornare sulla Terra posando le ruote o sulla base di Vandenberg o su quella di Edwards.
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SUL FILO DEI RICORDI
Ma cos’è quel cavo nero che ha urtato il muso dell’aereo? di Umberto Formisano Aeroporto di Cameri (Novara), 20 agosto 1958, ore 09.02, con F-86E. uel mattino non ero in programma di volo per la licenza annuale già concessa, ma mi fu ordinato di volare in coppia con un altro aereo, il cui pilota doveva essere abilitato per l’esecuzione di atterraggi con la procedura strumentale GCA (atterraggio condotto via radio da un operatore a terra) in lingua inglese. Nella fase iniziale per l’atterraggio in cui il pilota esegue le istruzioni dategli dall’operatore (discesa, salita, velocità, destra, sinistra) - si era già con il carrello fuori, flaps giù, velocità 180 nodi (circa 324 km/h) e 700 piedi in discesa, l’operatore gli comunica: «Siete a sinistra del sentiero, sotto il sentiero, virate a destra». Stando in coppia, e non potendo intervenire sulla radio per avvertirlo dell’errore (era la regola) aumentai la mia velocità portandomi pochi metri avanti a lui, sulla destra e quasi alla stessa quota per farmi vedere e battendo le ali a destra (dato che come noto – il pilota aveva lo sguardo abbassato sugli strumenti per mantenere i valori di volo). Lui mi vide, comprese che doveva virare a destra ma, contemporaneamente, senza darmi qualche secondo per spostarmi, virò verso di me venendomi addosso! Bruscamente, scivolai a destra per evitare la collisione; ci riuscii, però un attimo dopo aver livellato le ali e in leggera discesa (a causa della scivolata d’ala) vidi una specie di cavo nero davanti al muso dell’aereo e sentii, nello stesso istante, un rumore lacerante, simile a quello emesso da una saracinesca da negozio che viene abbas-
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sata con eccessiva forza. Istintivamente, detti tutto motore, richiamai l’aereo in volo orizzontale mentre vedevo scorrere, a pochi metri sotto, le marroni pannocchie di mais della campagna. L’aereo rispose ai comandi ma non retrassi il carrello d’atterraggio né i flaps, temendo che il cavo li avesse danneggiati. Intanto, mi avvicinavo alla pista d’atterraggio e, assicurato dalla Torre di Controllo che carrello e flaps erano a posto, eseguii uno dei miei migliori e più lisci atterraggi mai fatti: fu necessario, perché non sapevo cosa c’era
ca 45 m da terra) di una linea elettrica a sei cavi portante la tensione di 240 mila volt: il cavo spezzato, cadendo su quelli sottostanti, aveva provocato una fiammata, ed il corto circuito aveva escluso la corrente elettrica alla FIAT di Torino (come detto dal direttore della Centrale Elettrica di Novara, presente sul luogo e fuori di sé per l’inconveniente alla FIAT). In merito all’aereo incidentato (che accarezzai più volte proprio sul taglio ove si era spezzato il cavo, per il senso di riconoscenza che sentivo per quel “cavallo alato” perché maneggevole alle basse velocità e con un potente motore che era una vera musica nelle arrampicate) l’indagine tecnica rilevò danni non significativi: furono solo cambiati i due robusti pannelli che coprivano le sei mitragliatrici laterali sul muso. Il giorno seguente, esso ritornò efficiente e pronto per altri voli (nella foto relativa all’incidente, si rileva il taglio della presa d’aria dell’aereo provocato dal cavo nero).
sotto il ventre dell’aereo! Al parcheggio del velivolo, notai – per prima cosa – lo sbalordimento del “Tecnico del Velivolo” per lo squarcio presente sul muso dello stesso, cosa che potei anch’io vedere e all’istante mi dissi «Umbé, l’hai passata bella!» Il caso eccezionale (dalla Torre di Controllo avevano visto delle fiammate sulla linea elettrica urtata dal mio aereo) richiese un immediato sopralluogo presso i tralicci della linea. E così, accompagnato da un mio superiore, apprendemmo che l’aereo aveva urtato il cavo superiore (a cir-
NOTA: Chi è pratico dell’ambiente dei Reparti di Volo, può immaginare quante bottiglie di spumante dovetti offrire per lo scampato pericolo; ma ebbi anche la conferma di un noto detto del nostro ambiente: «Non andare in volo se hai la licenza in tasca». La tanto agognata licenza iniziava proprio da quel mattino, ma mi fu ordinato di eseguire quel volo e dopo sarei stato libero. «Già, dopo quel volo»...esternai ai miei amici mentre si brindava: «È vero che non sono un abitudinario scaramantico, però per stamane, il detto aviatorio era proprio azzeccato!»
Storia di Rachelina ... di “uno specialista del XII Gruppo” «Rachelina, non era una bella ragazza in servizio al XII Gruppo, era invece una “Torpedo” FIAT 509 a 6 posti che di anni ne aveva parecchi; per questo quando aveva bisogno di cure, direi abbastanza spesso perché di anni ne aveva tanti, noi specialisti ci mettevamo a sua disposizione. I ricambi cominciavano a scarseggiare: si ricorreva agli sfasciacarrozze dei dintorni dove qualche cosa
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ancora si trovava, il pezzo necessario, in qualche modo, veniva rimesso in efficienza e riparato o rifatto veniva rimontato per garantire la sua “salute”. Era stata acquistata a Napoli nei primi anni ‘50, verniciata di verde, colore del Gruppo, e ricoperta con un tetto di legno e relativi montanti. Aveva sulla carrozzeria le impronte in nero delle firme e delle mani di tutti i piloti. Allorquando c’era qualche festa, effettuava trasporti interni
ed esterni alla Base con gentili signore e signori: gli ospiti gradivano molto e davano segni evidenti di compiacimento. Sono rimaste famose le passeggiate in Via Caracciolo a Napoli dei vari comandanti di Gruppo, piloti e ospiti con degustazione del caffè in uno dei più eleganti bar del lungomare della città, dove l’attenzione divertita dei passanti era palese. Era anche la macchina dei matrimoni di chi si sposava in aeroporto: per l’occasione veniva accessoriata di un allegorico paracadute freno riferito, ovviamente, allo sposo.
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SUL FILO DEI RICORDI
Da Capodichino seguì il gruppo a Pratica di Mare e da qui a Grosseto dove fu lasciata “temporaneamente”, quando il Gruppo fu trasferito a Gioia del Colle, in attesa di poterlo raggiungere. Ci rimase tanto ”temporaneamente” che qualcuno pensò che l’avessimo dimenticata. Passarono un paio di anni, il IX Gruppo prese i “104” e la FIAT, come costruttrice su licenza dell’aereo, aveva i suoi rappresentanti a Grosseto e questi, saputo della Rachelina, chiesero se potevano farla restaurare come omaggio a quelli del IX Gruppo, i quali, pensando che l’avessimo dimenticata ed abbandonata, furono felici e accettarono il gradito omaggio. Quando al XII si seppe il fatto, ne fu chiesta la restituzione, ma i “tapini” risposero che ormai era loro e che sarebbe stata meglio a Grosseto. Dato che la Banda Bassotti era sempre in servizio, con complicità sicure in
loco, organizzò un “blitz” alla perfezione. “Nocte favente” un camion giunse da Gioia, la recinzione dell’Autoreparto fu aperta (era stata “nascosta” lì perchè quelli del “Nono” avevano subdorato qualcosa), la Rachelina fu caricata sveltamente e partì veloce e felice per Gioia seguendo un percorso non prevedibile per evitare d’essere intercettata. Il ratto si compì. Quando quelli del IX se ne accorsero era troppo tardi, cercarono il camion anche dall’alto senza esito: noi riavemmo la “Rachelina “cum gaudium magnum” e grande sfottò per i “tapini”. E’ ancora lì al XII a Gioia del Colle, fiera dei suoi anni, testimone dello spirito amichevole e goliardico che caratterizzava il 4° Stormo. Ricordiamo quel periodo della nostra gioventù e non lo dimenticheremo mai. Si deve aggiungere che fu restaurata alla perfezione, ritornò Torpedo
Marrone, sedili in pelle, con rifiniture in giallo oro ed è fiera, felice ed efficiente di essere ancora in servizio al XII Gruppo. Perché la Rachelina è parte integrante della storia del Dodicesimo».
Una brutta avventura
dei soli strumenti, che ora descriverò, e che vedeva come addestrando un capitano degli Alpini. Dopo un esauriente briefing, si decolla raggiungendo 5.000 piedi per iniziare la rassegna: virate accentuate, stalli ed infine la temuta vite. A tale scopo, sempre parlando descrittivamente con l’allievo, effettuo la manovra: motore al minimo, cloche tutta indietro, pedaliera fondo corsa a sinistra. Il velivolo si impenna in maniera decisa, indi si avvita, mentre io sottolineo quanto indicato dagli strumenti, vale a dire bassa velocità (a scatti), indicatore di virata a fondo scala a sinistra, indicatore di sbandamento a fine corsa dalla parte opposta, i nostri corpi appesi a testa in giù, trattenuti dalle cinture di sicurezza. A questo punto inizio la rimessa che, come noto agli addetti, consiste nel dare cloche in avanti per riportare l’ala nella dovuta incidenza con l’aria, contemporaneamente pedaliera in senso contrario alla rotazione, ma accade l’imprevisto, il velivolo effettua un giro in più (capita) e si infila dentro un cumulo a forma di colonna che si erge dal tetto delle nubi. Ho avuto, verosimilmente, un attimo di indecisione, allentando senza accorgermene il piede dalla pedaliera; intanto l’aereo continuando a ruotare esce per un attimo dalla nube, per ripiombarvi subito, mostrandomi, guardando in basso, un bell’azzurro marino. Ripeto la manovra di rimessa ma la situazione si fa ancora più critica, però con la variante di non sentirmi più trattenuto dalle cinture, bensì normal-
mente seduto sul seggiolino. Nonostante l’estrema serietà della situazione, riesco a mantenere la calma e ragionare: mi sovviene che la mia zona di lavoro si trova ad Est del paese di Olmedo, “ERGO” il mare non poteva esserci: sicuramente ho scambiato il mare con il cielo, di conseguenza debbo trovarmi in vite, sì, ma piatta e rovescia, prova ne sia che sentendomi normalmente seduto, sto precipitando ad una velocità verticale che mi imprime una sollecitazione di gravità pari a 2g, situazione venutasi a creare dopo avere turbato con la pedaliera il normale andamento di una vite comandata. In men che non si dica effettuo l’azione correttiva che il nuovo caso richiede: piede contrario alla rotazione, cloche indietro, colpi di motore per cercare di rompere il malefico equilibrio. Il velivolo risponde e mi ritorna docile uscendo a tutta birra attorno ai mille piedi, non tanto distante dal Campanile della Chiesa. Ora è tutto sotto controllo, rimetto in funzione gli strumenti giroscopici, in precedenza bloccati per non sollecitarli troppo, ripiombo dentro le nubi, ora in maniera ortodossa, tornando sù a rivedere il sole, e dare una calmata ai nervi che, bontà loro, si sono agitati solo a cose fatte. Per dare un’idea, a chi non è del mestiere, dell’intensità delle emozioni in ordine al tempo, tutta questa matassa si è dipanata nel volgere di un minuto, o giù di lì.
di Giuseppe De Angelis onoscere la propria posizione è sempre stato alla base di ogni tipo di navigazione. Il “PUNTO”, un’entità immateriale e geometricamente inconsistente, ti permette ogni sorta di calcolo, avviando a soluzione problemi, a volte di vitale importanza. Siamo alla Scuola Volo di Alghero, anni Sessanta, una fucina di attività: corsi per piloti osservatori dell’Esercito, della Marina Militare, di alcuni Paesi africani, aggiornamento per istruttori di Aero Club, addestramento al volo strumentale e notturno per il conseguimento del brevetto di 3° grado da parte di piloti civili. In quel periodo lo Stato Maggiore dell’E.I., considerando che i suoi piloti potessero trovarsi casualmente in condizioni di volo senza visibilità, oppure atterrare dopo il tramonto, decise di far loro effettuare un breve corso di volo strumentale e notturno; si impiegarono i velivoli Macchi 416 e Piper L.21. Sui Macchi 416, a posti affiancati, venne montata una mascherina di colore arancione che abbinata al violetto di un paio di occhialini annullava completamente la visibilità esterna, di conseguenza era giocoforza condurre solo strumentalmente il velivolo. Fra le varie missioni in programma, una prevedeva il riconoscimento di posizioni non usuali attraverso la lettura
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VARIE Il 29 maggio 1960, in un incidente di volo a Grosseto, perdeva la vita su un F-86E Sabre della 4ª Aerobrigata un aviatore ben noto per le sue eccezionali doti di pilotaggio. A cinquanta anni di distanza dal tragico evento ricordiamo
Nunzio “Lillino” Defraia: un insuperato nel volo rovescio di Amarcord a poco assegnato al Comando Aeronautica della Sardegna, ero “ufficiale di picchetto festivo” all’aeroporto di Elmas in quella caldissima, tarda mattina di una domenica del luglio 1952, quando dalla Torre controllo mi avvisarono che tra poco sarebbe arrivato un F-51, destinato alla Scuola di volo di 3° periodo che aveva sede sulla base cagliaritana, e che il pilota poteva aver bisogno di assistenza logistica. Inforcata la bicicletta in dotazione al titolare dell’incarico da me in quel momento rivestito, mi avviai verso la linea di volo percorrendo il deserto, assolato viale principale che dall’ingresso - dove era la palazzina del Corpo di Guardia - conduceva al piazzale dove, con l’hangar Savigliano, sede allora dell’85° Gruppo idro e del Centro Addestramento al Volo del Comando Aeronautica della Sardegna, si ergevano alcune aviorimesse in uso alla citata Scuola. Dopo qualche minuto l’afoso silenzio fu rotto dal noto rombo di un Mustang che, effettuata l’apertura, si portò all’atterraggio rullando quindi fino al piazzale dove, seguendo le indicazioni del parcheggiatore, si fermò spengendo poi il motore. Il tettuccio scorse all’indietro e, senza più il riverbero del sole su di esso, notai per prima cosa gli occhiali da vista legati con un elastico dietro la nuca del pilota che si stava sfilando la cuffia della radio di bordo e slacciando le cinture di sicurezza e del paracadute. Poi, con molta agilità - quasi volteggiando a lato dell’abitacolo - egli uscì e grande fu la mia meraviglia nel vedere che - su un fisico piuttosto basso, magrissimo, ma tutto muscoli guizzanti - indossava solo la “Mae West”, un costume da bagno nero ed un paio di sandali marroni. Saltò a terra dall’ala, si tolse gli occhiali e con una ampio sorriso mi strinse la mano dicendo: «Ciao, sono il tenente Defraia, sei uno nuovo?». Poi, liberatosi dal giallo giubbotto salvagente, aprì il vano dell’aereo e ne estrasse una borsa dalla quale prese una paio di pantaloni ed una maglietta che indossò prima di recarsi al CDA, doverosamente tallonato da me, pronto ad esaudire ogni sua richiesta che rientrasse nelle mie competenze. Fu così che conobbi Nunzio “Lillino” Defraia e che tra noi nacque un’immediata simpatia destinata a divenire in seguito una viva amicizia tra me, giovane sottotenente di complemento di prima nomina, e quel pilota di una decina d’anni più anziano ma che denotava uno spirito da eterno ragazzo, una modestia fuori del comune ed una signorilità di tratto veramente eccezionale.
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Nunzio Defraia, detto affettuosamente “Lillino”, nato a Seui (Nuoro) il 1° aprile 1918, dopo aver conseguito nel 1938 il diploma di ragioniere e perito commerciale a Ca-
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gliari, nello stesso anno viene ammesso nella Regia Aeronautica quale aviere allievo ufficiale pilota di complemento. Dal 7 giugno 1939 è alla Scuola di pilotaggio sull’aeroporto di Pescara, dove il 23 settembre 1939 consegue il brevetto di pilota d’aeroplano su Ba.25 e che lascia il 13 ottobre 1939 per la Scuola caccia di Castiglione del Lago dove il 6 novembre successivo viene nominato pilota militare su CR.30 e promosso sottotenente. Successivamente è assegnato alla 94ª Squadriglia dell’8° Gruppo del 2° Stormo Caccia dotata di Fiat CR.32 quater con la quale, nel dicembre successivo, viene destinato all’Aeronautica della Libia. Il 10 giugno 1940 è mobilitato in territorio dichiarato in stato di guerra e zona di operazioni e partecipa, con i CR.42 ora in dotazione alla citata 94ª Squadriglia, a varie azioni dall’aeroporto Tobruk T2 e Castel Benito meritando poco dopo una medaglia d’argento al VM “sul campo” con la seguente motivazione «Giovanissimo ed entusiasta pilota da caccia durante un intenso e violentissimo bombardamento eseguito da una numerosa formazione avversaria su un nostro campo di aviazione, incurante delle vicine esplosioni partiva in volo raggiungendo il nemico sul mare aperto e pure avendo un’arma inceppata e l’apparecchio menomato dalla violenta reazione avversaria insisteva negli attacchi riuscendo ad abbattere in fiamme un aereo nemico - Cielo di Tobruk, 29 giugno 1940». L’aereo abbattuto è un bimotore Bristol Blenheim e la vittoria gli viene ufficialmente accreditata. Il 4 luglio 1940, nel corso di un combattimento contro alcuni Gloster Gladiator, viene ferito ed è costretto a lanciarsi con il paracadute dal suo aereo in fiamme. Un combattimento, questo, per il quale gli viene conferita una seconda medaglia d’argento al VM “sul campo” con la seguente motivazione: «Ardito ed entusiasta pilota da caccia, in numerose azioni belliche dava prova manifesta di serena audacia e di spirito combattivo. Facendo parte di una formazione di cinque apparecchi attaccata da numerosi caccia nemici in vantaggio di quota, seguiva in volo il proprio comandante, non esitando ad impegnare un impari combattimento. Caduti il comandante e due compagni e ferito gravemente egli stesso, persisteva impavidamente e strenuamente nella lotta, fino a quando, colpito irrimediabilmente il velivolo, precipitava riuscendo, con un ultimo sforzo, a liberarsi dall’apparecchio e salvarsi col paracadute. Cielo di Uadi El Monastir, 4 luglio 1940». Uno dei tre caduti in questo combattimento è il serg. magg. pil. Agostino Fausti che sarà poi decorato di medaglia d’oro al VM alla memoria per il suo eroismo. Rientrato al 2° Stormo dopo essere stato in “forza assente” a causa delle ferite riportate, il 10 dicembre, al ritor-
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Il Ba.25 del primo brevetto di Defraia (arch. PL. Bacchini)
no da un’azione di scorta con altri colleghi di una formazione di S.79, viene attaccato da alcuni Hurricane e ferito ad una gamba. L’8 ottobre 1941 viene assegnato al 150° Gruppo CT con il quale opera, con i MC.200 e i Fiat CR.42, prima in Albania e Grecia e poi a Pantelleria fino al 7 dicembre 1941 quando viene trasferito alla 5ª Squadra Aerea in Libia dove, decollando soprattutto dagli aeroporti di Ain El Gazala, Fuka e Derna con il MC.200, partecipa a numerose azioni di mitragliamento a bassissima quota di colonne nemiche e a scorte di nostri convogli, sostenendo in tali occasioni molti combattimenti contro P.40 e Beaufighter avversari. Il 12 agosto 1942 riceve la comunicazione di essere stato promosso sottotenente pilota in SPE per merito di guerra con anzianità dal 5 settembre 1942. L’11 settembre 1942 viene ricoverato per malattia all’Ospedale militare di Derna rientrando al Corpo dieci giorni dopo. Il 13 ottobre rimpatria e, dopo una breve licenza di convalescenza, il 31 ottobre è assegnato al 2° Gruppo “C” a Campino Sud su Re.2001 e, il 1° gennaio 1943, al 24° Gruppo CT a Monserrato, sempre su Re.2001, a difesa dei cieli della Sardegna partecipando a numerosi combattimenti contro le formazioni di B.17E scortate dai P38 e collaborando, con altri piloti del gruppo, all’abbattimento di quattro bombardieri. Sbandatosi a seguito dell’8 settembre 1943 in territorio nazionale, si presenta al Comando Aeronautica della
Il Cr.42, protagonista con Defraia di tanti combattimenti (arch. PL. Bacchini)
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Sardegna nel 1945 dove resta in forza in attesa di reimpiego fino all’11 giugno 1947 quando viene destinato al 10° Gruppo del 4° Stormo, reparto prima inquadrato nel “Raggruppamento caccia” a Galatina di Lecce e poi basato a Napoli Capodichino. Nel frattempo, il 22 luglio 1945, è promosso tenente. Il 28 agosto 1950 viene trasferito al 5° Gruppo della Scuola addestramento TAA di Elmas e quindi - dopo la frequenza di un corso per “navigatori” in Canada dal 10 ottobre 1951 al 20 maggio 1952 - il 1° luglio dello stesso anno è assegnato al Comando Scuole di volo di Elmas come istruttore di pilotaggio e di acrobazia e insegnante di “Strumenti di volo” e “Arte militare aerea”. Da sottolineare che, durante il suo servizio ad Elmas, prima di atterrare, conclude spesso ogni suo volo, con qualsiasi tipo di aereo - si tratti di T-6, G.59 o F-51 - percorrendo in posizione rovescia tutto il percorso a fianco della pista, seguito con ammirazione da quanti hanno in quel momento il privilegio di osservare quella manovra divenuta ormai una “sua” personalissima caratteristica. Il 28 gennaio 1953 è promosso capitano ed il 15 febbraio successivo assume il comando della 206ª Squadriglia della Scuola di volo di Elmas, che lascia il 20 agosto dello stesso anno perché inviato negli Stati Uniti quale ufficiale di collegamento presso le Scuole di volo statunitensi, enti dove rimane fino al 12 marzo 1955. Dal 10 giugno 1955 è all’Ispettorato Scuole che lascia il 1° novembre 1955 in quanto assegnato al 156° Gruppo
Il Re.2001 del periodo di Monserrato (arch. PL. Bacchini)
della 6ª Aerobrigata su F-84G a Ghedi. Su questa base ha anche la possibilità di effettuare diversi voli con i bimotori TB-25J e N (versioni del famoso bombardiere B-25 Mitchell) di un reparto statunitense temporaneamente lì rischierato. Dal 15 aprile al 12 dicembre 1956 frequenta il XVI corso normale della SGA a Firenze dopo il quale è assegnato al Comando Aeronautica della Sardegna dove svolge un’intensa attività con i vari aerei del locale Centro Addestramento Volo (CAV). Dal 14 febbraio 1957 è in forza al Centro addestramento al tiro di Decimomannu. Il 31 dicembre 1958 è promosso maggiore. Il 21 dicembre 1959 viene assegnato al 10° Gruppo della 4ª Aerobrigata su F-86E a Pratica di Mare, aeroporto sul quale consegue poi anche l’abilitazione al pilotaggio del Fiat G.82, aereo con il quale effettua varie sperimentazioni. Per le sue capacità viene designato quale responsabile dell’addestramento della pattuglia acrobatica su F-86E che è stata creata alla “Quarta” per fungere da sostituta di quella “nazionale” (in via di costituzione per evitare la
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F-84G della 6a Aerobrigata (foto AM)
rotazione tra quelle dei reparti), pattuglia, quest’ultima, di cui il primo nucleo formativo viene addestrato proprio da Defraia. Perde la vita il 29 maggio 1960 a Grosseto, come vedremo, in un incidente di volo, Defraia, abilitato al pilotaggio, tra gli altri, del Ba.25, CR.20, Ba.25D, CR.30, CR.32, FN.305, G.50, MC.200, MC.202, Re.2001, P-39, P-38, P-51, DH.100, Fiat G.82, L5, MB.308, C-45, T-6, Mc. 416, S.7, G.46, G-59, Fiat G.12, T-33, F-84G, F-86E, nel corso della sua carriera totalizza 1.664 ore di volo delle quali 339,15 di guerra. Oltre ad essere un abilissimo pilota, con una particolare predisposizione per il volo rovescio a bassissima quota, era anche un bravissimo pittore (aveva una eccezionale percezione cromatica, che riusciva a memorizzare, delle cose che lo circondavano e questo gli serviva anche nei suoi voli rovesci come elemento di riferimento), matematico puro, poliedrico artigiano, geniale ed estroso inventore (chi lo ha conosciuto in quel periodo ad Elmas ricorderà certamente la macchina fotografica stereoscopica da lui realizzata con due obiettivi ed una scatoletta di legno) e appassionato musicofilo. Racconta a questo proposito il gen. Umberto Bernardini che, trovandosi negli Stati Uniti per un corso, incontrò sulla base di San Antonio Defraia - che aveva funzioni di collegamento per i piloti italiani frequentatori di corsi di volo - che invitò lui ed altri aviatori italiani a cena a casa sua la sera stessa. E qui, mentre attendevano di sedersi a tavola, Lillino tirò fuori uno xilofono che si era costruito da solo seguendo le istruzioni di un libro e si mise a suonare “ad orecchio” alcune arie famose con una bravura che lasciò stupefatti i suoi ospiti. Sulla sua abilità come disegnatore e pittore lo stesso Bernardini ricorda che a Summer Side, un piccolo paese canadese vicino alla base dove prestava servizio sempre come ufficiale di collegamento, Defraia si era conquistata l’ammirazione degli abitanti del luogo dipingendo alcune vedute dell’abitato. Sulla personalità di «eclettico artista» di ”Lillino”, conferma il comune amico – l’allora s.ten. Paolo Graffeo, ricordando anche che fu un buon «musicista che si esibiva spesso al pianoforte e alla chitarra» - è «da tenere in considerazione la sua capacità inventiva e interpretativa della vita, rivelante una profonda sensibilità per la sua bellezza, che ebbe modo di manifestare anche attraverso l’espressione pittorica», Questa, in estrema sintesi, la sua biografia. Ma, pescando qua e là nella mia memoria e attingendo
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anche da quanto raccontatomi da comuni amici, voglio qui ricordare alcuni episodi che lo videro protagonista. Il primo riguarda un fatto memorabile divenuto poi un classico nell’aneddotica “azzurra”. Era giunta ad Elmas una commissione di ufficiali dell’USAF incaricata soprattutto di impartire i concetti della “standardizzazione” nelle Scuole di volo dell’AM - dotate allora di Mc.416, L-5 Sentinel, T-6, G.59 e F-51 - ed a mensa i suoi componenti si dividevano tra i vari tavoli. Avvenne un giorno che un maggiore pilota statunitense sedette a quello della Calotta - il cui capo era il mitico Gigi “Baffo” Calò - proprio vicino a Defraia che, avendo frequentato un corso per navigatori in Canada, parlava un ottimo inglese. Ricordando i loro trascorsi aeronautici venne fuori che, nell’ultimo conflitto, i due avevano prestato servizio in Africa Settentrionale e che, probabilmente, avevano compiuto qualche azione che li aveva visti impegnati negli opposti schieramenti. «Perché non consultate i vostri libretti di volo?» disse qualcuno. E il giorno dopo risultò infatti che i due, allora entrambi sottotenenti, avevano partecipato in una stessa data e più o meno alla stessa ora ad una missione nel cielo della medesima località: Defraia a bordo di un MC.200 e l’altro di un F-51. Il fatto fu portato immediatamente a conoscenza del comandante della Scuola, col. pil. Nello Brambilla, che, all’istante, propose ai due di eseguire una “finta caccia” con l’F-51 tanto «per ricordare i vecchi tempi». Ed essi accettarono. La voce si sparse in un baleno ed il giorno dopo tutto il personale di Elmas, allievi compresi, era praticamente presente vicino alla “biga” dove fu pianificato il volo che, per sorteggio, avrebbe visto per primo Defraia come “fighter” e l’americano come “target” e, dopo circa venti minuti, l’inversione dei ruoli nell’esecuzione, in altre parole, di una serie di manovre che l’inseguitore avrebbe dovuto esattamente ripetere. I due Mustang decollarono a pieno motore e dettero inizio ad una serie spettacolare di acrobazie con lo statunitense scatenato ed un Defraia sempre dietro, quasi appiccicato in virate strettissime, looping, tonneau, rovesciamenti, cabrate e picchiate mozzafiato: un avvincente e spettacolare “finto duello” seguito con entusiasmo dai numerosi spettatori a terra. Poco dopo il cambio dei ruoli con altrettante emozionanti manovre da parte dei due piloti, con un Defraia che fuggiva e l’americano che, bravo anche lui, non lo mollava di un metro impedendo all’italiano di andargli
G.82 del Reparto Sperimentale Volo (arch. PL. Bacchini)
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in coda. E qui accadde l’inaspettato: Defraia eseguì alcuni stretti e violenti tonneau in discesa interrompendo l’ultimo a metà e dirigendosi - a volo rovescio e ormai vicinissimo al suolo - verso il prato, tra la pista ed il raccordo, percorrendolo tutto con la deriva che sfiorava l’erba. E tutti vedemmo che l’altro, iniziata la stessa manovra, completò invece il tonneau virando poi in cabrata a sinistra e rinunciando a seguire Defraia nel suo audace volo a testa in giù. Dopo l’atterraggio, il maggiore USAF non ebbe difficoltà ad ammettere che la manovra di Lillino l’aveva “spiazzato” e che non se l’era sentita di rischiare. Defraia era anche prodigo di saggi consigli verso noi giovani che l’ascoltavamo con attenzione e con grande rispetto per la sua esperienza. Tra i ricordi di piloti che lo hanno conosciuto e riportati anche a pag. 360 del 2° volume di “La meravigliosa avventura” (Storia del volo acrobatico) di Renato Rocchi, nel capitolo “Un genio nel segno dell’umiltà”, Ennio Anticoli, un esperto pilota del 6° Stormo a Ghedi e già pilota della pattuglia acrobatica dei “Diavoli rossi”, rammenta che nel 1957 fu incaricato di effettuare un volo di transizione sull’F-84 a Defraia ricevendo la raccomandazione di tenere gli occhi ben aperti perché tale “allievo” era al suo primo passaggio sui jets e al terzo volo su quell’aviogetto. «Mi era al di sotto di una tacca, ed io non sono alto! - narra Anticoli - Ricordo un viso segnato, sferzato immaturamente. Una immagine sbiadita, senza sale né pepe addosso. Oltretutto, pilota abilitato, volava con gli occhiali, fermati alle tempie ed al naso con cerotti e controcerotti che sgraziavano ancor più guance incavate. In volo, il casco e la maschera nascondevano l’orrore. (...) A guardare l’uomo datomi in coppia (...) non soltanto gli occhi aperti, ma dovevo stare anche tutto orecchie. Dopo il decollo mi portai in quota, sulle Alpi, per dare il via ad una serie di manovre dolci, sfocate, premurandomi di anticiparle via radio per non mettere in difficoltà Defraia. Dopo venti minuti di volo tranquillo, senza una richiesta di velocità, una spiegazione sulla manovra da parte dell’allievo, guardo a destra e non lo vedo in ala. Non lo nascondo, mi agitai nel timore del peggio, quando mi arrivò in cuffia la prima comunicazione: sono quà! dall’altra parte!
Così si presentava Defraia nel volo rovescio con il Mustang (arch. PL. Bacchini)
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Vedute di Cagliari in due quadri di Defraia (collez. P. Graffeo)
Defraia mi era in ala sinistra, incastrato. Da farmi venire la pelle d’oca. Poi la richiesta di passare avanti. Anziché in ala destra, mi portavo a fanalino ... per ogni evenienza, non mai per mettermi in posizione di caccia. Non l’avessi mai fatto! Dopo un “looping”, un “tonneau” e un rovesciamento mi trovai sul groppone tanti di quei “G” da strabuzzare gli occhi. E tutte manovre da manuale, da tanto di cappello. Al parcheggio Defraia mi venne incontro, mi offrì la mano e mi disse “grazie “ per la lezione. Senza casco e maschera, con gli occhiali, i cerotti puntati, quel viso smorto, non gli avrei dato un soldo di cacio, se non fossi uscito di fresco da una “tirata” rimastami nel sangue». Il gen. Giorgio Santucci così lo ricorda: «Lillino non era uomo da mezze misure. Eccelleva in ogni attività. Aveva gusto, “savoir faire”, non faceva mai pesare all’amico, al collega, come al concorrente, la sua supremazia, la sua “facoltà superiore” Era un polivalente in assoluto». E Rocchi scrive: «Prediligeva il rischio calcolato. Uno che c’era mi racconta. A Ghedi camminava per quattro passi in verticale sul muro della palazzina del Circolo Ufficiali e rientrava in piedi,...o si metteva con la testa in giù e le gambe all’aria, sempre in verticale, in perfetto equilibrio, sul muretto della terrazza della torre di controllo,... sposta-
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va il centro di gravità verso l’esterno, di sotto aveva il vuoto, doveva precipitare... invece, con un guizzo, un colpo di reni, rientrava, ancora un volteggio, in sincronia e si riportava in piedi sul terrazzo... lasciando tutti con il fiato tagliato. Alla cloche si esprimeva da purosangue. Era divino. Esasperò la “sua” manovra, già esaltante, pura, di classe il passaggio rovesciato a bassa quota - con calcoli matematici sul centro di gravità del velivolo: operazioni che contrastavano di punta con le leggi fondamentali dell’aerodinamica». E ricorda il gen. Giobatta Ceoletta: «...era un uomo eccezionale, eccezionale nel senso completo del termine. Defraia, come Pezzé, come Corsi, come Peracchi, non ebbero mai la soddisfazione di diventare grandi, grandi come piloti. Perché? perché sono nati grandi (...) Loro sono nati aquile, non si sono accorti di essere aquile e di volare come aquile. Ecco, questo era Defraia. Un pilota, un genio nel segno dell’umiltà». Da parte sua l’allora cap. pil. Zeno Tascio, quale ufficiale responsabile della formazione acrobatica della 4ª Aerobrigata, ricorda – come riportato nel 2° volume di “Quelli del Cavallino Rampante” di Antonio Duma – che «quando il mitico “pilota rovescio” magg. Nunzio Defraia rientrò alla 4ª Aerobrigata gli chiedemmo di farci vedere “qualcosa”di cui lo sapevamo capace». E Defraia, dopo alcuni voli isolati sulla Piana di Avezzano nei quali «aveva trovato la velocità ottimale per l’F-86 rovescio, a 300 kts» » a quella velocità si presentò sull’aeroporto di Pratica dove, autorizzato all’apertura dalla Torre, «anziché rompere a sinistra, rovesciò il velivolo e puntò sull’inizio pista: e giù rovescio, sino a terra, quando – noi tutti con il cuore in gola – richiamò sempre rovescio e percorse tutta la pista volando una sorta di sinusoide, scomparendo e ricomparendo tra l’erba». «Il col. Annoni – prosegue il racconto – che aveva occasionalmente osservato, disse poi a Defraia di aver temuto che egli non avesse considerato che il timone verticale dell’F-86 fosse più alto di quello del Mustang: e Defraia rispose che, volando rovescio senza l’impedimento visivo del piano alare e “con gli occhiali” poteva stimare l’altezza dal suolo molto meglio che in volo livellato». «Il magg. Defraia – ricorda ancora Tascio – fu designato consulente e responsabile dell’addestramento, proprio quella guida che ci mancava: seguì un esaltante periodo “rovescio” sempre sulla Piana di Avezzano e sempre con la
voce di Defraia che via radio ci ricordava di richiamare vicino terra, con la cloche spinta in avanti e di non cedere alla tentazione di girare il velivolo». “L’arrivo di Defraia – conclude Tascio – portò distensione e fiducia a terra, con voli strettamente programmati nella loro esecuzione. Non venne lasciato spazio all’improvvisazione e l’attività volativa si fece più intensa. La presenza di Defraia portò inevitabilmente ad un programma con figure in gran parte in volo rovescio, la sua specialità. Provammo addirittura la bomba con gli aerei in questo assetto, scalati di quota con G negativi per tutto il passaggio. Ma giunsero dall’alto ordini di cancellazione di quella figura…» E veniamo al 29 maggio 1960, un sabato in cui sulla base aerea di Grosseto, come sempre in tale giorno prefestivo, non veniva svolta attività di volo e il personale in servizio era praticamente solo quello d’allarme. Preciso che quanto avvenne quel giorno, così come di seguito riportato, è la ricostruzione dell’incidente basata anche su quanto di personale ricordo delle abitudini di Lillino e sulle supposizioni formulate a caldo dopo l’incidente da altri testimoni e amici dello scomparso. Su richiesta del vicecomandante dell’aeroporto, che desiderava far vedere ai suoi familiari l’ormai ben nota abilità di Defraia nel volo rovescio a bassissima quota ed anche per mostrare ai piloti statunitensi, rischierati da tempo su quella base con i loro F-100C Supersabre, le possibilità dell’F-86E in quel tipo di volo, egli aveva accettato il giorno prima di esibirsi in una dimostrazione della sua specialità con uno di tali velivoli e nello stesso pomeriggio, inforcati i suoi occhiali, aveva percorso un lungo tratto tra il raccordo parallelo e la pista di volo osservando il colore dell’erba ormai alta e memorizzandone la tonalità come “riferimento” per il volo del giorno dopo. Dopo il decollo, avvenuto alle 11,07, Defraia - che si trovava a Grosseto come pilota aggregato incaricato delle funzioni di consulente della pattuglia acrobatica della 4ª Aerobrigata, pattuglia rischierata da Pratica di Mare nel capoluogo maremmano per esibirsi la domenica successiva a Perugia a conclusione di una manifestazione aerea - eseguì alcune normali manovre acrobatiche e si accinse a percorrere in posizione rovescia, a bassissima quota come di consueto - il terreno tra la pista ed il raccordo senza rendersi conto che, nella notte, l’appaltatore dello sfalcio erba sull’aeroporto aveva provveduto a tagliarne lunghi tratti. Dopo due primi passaggi in posizione rovescia a circa due metri dal suolo - posto nuovamente l’F-86E (MM 19471, codice 4-16) in volo rovescio - Defraia cominciò a percorrere il tratto designato abbassandosi fino a sfiorare il terreno, ma la sommità della deriva toccò purtroppo il gradino di cemento di uno dei raccordi trasversali della pista facendo impattare e disintegrare l’aereo i cui rottami, fortunatamente, non colpirono le auto dei numerosi spettatori fermatisi sulla strada provinciale vicino alla testata Nord per seguirne le evoluzioni. Erano le 11,50. Moriva così, a 42 anni, “Lillino” Defraia, un pilota di eccezionale talento e perizia, esempio di infinita passione per il volo e di assoluta dedizione all’Arma Azzurra.
L’f-86 sul quale trovò la morte Defraia (arch. PL. Bacchini)
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I familiari del gen. SA © Salvatore De Fazio, recentemente scomparso, hanno trovato tra le carte del loro congiunto, già allievo del corso Zodiaco dell’Accademia Aeronautica, uno scritto relativo ai sentimenti da lui provati durante uno dei suoi tanti voli. Lo proponiamo ai nostri lettori quale attestazione di amore e passione per la sua attività professionale di pilota.
“Sideram Feriam” (“Colpirò le stelle”: motto del corso “Zodiaco” dell’Accademia Aronautica) di Salvatore De Fazio orrei essere poeta per poter descrivere le innumerevoli sensazioni che ho provato in tanti, tanti anni, avendo conosciuto la bellezza del volo. Sono ammaliato da questa magia, ma non so scriverne. Stimolato dalla poesia, provo ad esprimere qualche fugace pensiero, qualche emozione, qualche riflessione di un pilota di tanti anni fa… «...Allineati sulla pista, in formazione stretta di quattro, con i freni a massima pressione, portammo i motori al cento per cento; ad un cenno, liberi i freni, iniziammo la corsa d’involo ed alla prescritta velocità, sollevammo il muso dell’aereo e dolcemente staccammo dal suolo; salimmo attraverso nubi scure (piovigginava) nel luogo misterioso violato dal rumore dei nostri motori; salimmo tra banchi a muraglia, adornati da veli di vapore; salimmo nella buia caligine di nubi spesse; salimmo tra canaloni di nuvole, che sembravano scavati tra montagne dalle pareti scoscese, contornati da pennacchi elevatisi diritti verso il cielo; c’era una lieve turbolenza, che non pregiudicava il volo, sbarcammo in un anfiteatro, dove nubi stratificate formavano un’arcana visione di gradini e colonne. Con il sole alle spalle procedemmo verso veli sempre più sottili e le gocce in sospensione ci regalavano la stupenda visione dell’arcobaleno. Eravamo felici nei nostri stretti abitacoli e ci sembrò che le nostre ali fossero le ali delle aquile, che i nostri sguardi fossero gli sguardi delle aquile, un po’ come dice la nostra Preghiera: la “Preghiera dell’aviatore”. Virammo a sinistra e salimmo verso il sole, nella luce del mattino, nella luce chiara del sole, con i nostri aeroplani spinti dal soffio rovente dei nostri reattori. Non ti sembra che questo nostro salire, salire, sia una metafora dell’elevazione verso Dio? A quota altissima giungemmo là, nel cielo profondo, dove più non si formano le nubi (queste, in genere, arrivano ai trentatrè/trentanovemila piedi). A lungo restammo in quello sterminato e silenzioso tempio dei grandi venti (le correnti a getto), dove più libere erano le nostre anime e dove le nuvole più alte, sotto di noi, sembravano basse e lontane. Ringraziai l’Eterno di avermi concesso il dono di comprendere i valori dello spazio e del tempo, di averci dato coscienza dell’esistere del sole e dell’arcobaleno. Lo ringraziai per averci dato il dono della perfezione psico/fisica e dei riflessi pronti, della forza della volontà e della perseveranza, della capacità di apprendere, approfondire, trasmettere un’arte sublime. Ringraziai il Signore di avere scelto noi, pochi tra i molti, per portare le nostre macchine, fatte dalla fredda
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scienza e spinte dalla fiamma ardente, su, nel cielo più alto, verso gli estremi confini delle attività umane. Guidati dal radar, in piacevole gioco ed utile esercizio, più volte ci intercettammo a vicenda: volammo in formazione “tattica” e le nostre trasformazioni formavano scie di condensazione, disposte in armonici disegni, visibili dalla terra. Il tempo era passato, riducemmo la potenza dei nostri propulsori, lasciammo scendere i musi appuntiti sotto l’orizzonte, abbandonammo gli azzurri campi di un cielo eccelso, la vastità di un mondo di luce e di solitudine, che chi non vola da protagonista non può immaginare. Seguendo i sentieri segnati dall’elettronica, scendemmo attraverso le nubi ed in contatto con la voce calma e regolare dell’operatore del G.C.A., fummo guidati sul sentiero di discesa ed all’atterraggio, dopo le usuali procedure previste. Eravamo felici: è la poesia struggente che parla al cuore dell’uomo in volo, perché volare non è solo pilotare una macchina tonante nelle solitudini infinite, ma anche leggere nell’oro, nel bianco, nel turchino delle nuvole l’ardente messaggio del sole, che sorge e tramonta, messaggio del Creato».
“Aeronautica”, per prassi consolidata, tratta il volo sotto il profilo professionale nei suoi diversi aspetti: storico, tecnico-scientifico e dell’impiego. Il volo, tuttavia, può essere visto pure sotto l’aspetto spirituale. Ed è sotto questo aspetto che lo ha visto anche la nostra giovane lettrice Elisa Colaiacomo (16 anni) – Liceo classico europeo “Vittorio Emanuele II” di Roma.
Volando Volando si può fare un disegno. Volando nella fantasia; Volando si superano gli ostacoli. Volando nei propri pensieri, I pensieri seri; Volando si può diventare qualcuno. Volando nei propri progetti; E’ così che pian piano Si conosce la vita: VOLANDO
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Fuorvianti e infondate le affermazioni de “La Repubblica”
L’ONFA non è un costo per lo Stato Le precisazioni del presidente dell’Opera su quanto pubblicato dal quotidiano In un lungo articolo-inchiesta pubblicato il 16 aprile 2010 dal titolo “Enti e istituti, le mille poltrone che nessuno riesce a tagliare” e nel cui sommario viene indicato che “ci costa un miliardo il paese che vive a gettone”, un giornalista del quotidiano La Repubblica – nel sottotitolo di “Aviatori e tiro a segno” - scrive quanto segue a proposito dell’Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori (ONFA). «La lista degli enti e dei loro organi collegiali salvati è lunga, al ministero della Semplificazione. Ecco l’Opera nazionale dei figli degli aviatori. Organo vigilante: il ministero della Difesa. Un consiglio di amministrazione di nove membri, presieduto dal generale Piergiorgio Crucioli e composto da altri 5 generali e tre tenenti colonnelli e poi un segretario generale e un collegio dei revisori di tre membri. Tutti nominati dal ministro della Difesa su proposta del capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare. L’attività? “Svolta ad esclusivo favore dei figli degli aviatori - si legge nello statuto allo scopo di provvedere alla educazione morale, intellettuale, fisica, all’assistenza religiosa ed alle cure igieniche e sanitarie, allo scopo di prepararli ad un avvenire adeguato alle loro capacità e tendenze”. Impegno che include, sia chiaro, anche la benemerita assistenza dei 320 orfani figli di militari dell’Aeronautica. Ma sarà davvero necessario un cda affollato come quello di una multinazionale?» Ed ecco il testo della lettera che il gen. SA ® Piergiorgio Crucioli, presidente dell’ONFA, ha scritto il 22 aprile successivo al dott. Ezio Mauro, direttore del quotidiano in questione. « Gentile Direttore, mi riferisco all’articolo di Carmelo Lopapa del titolo “Comitati; agenzie, istituti - Ci costa un miliardo il Paese che vive a gettone - Le mille poltrone che nessuno riesce a tagliare”, pubblicato a pag. 28 dell’edizione della “Repubblica” del 16 aprile 2010. Le premetto subito che sono perfettamente d’accordo sull’assoluta necessità di eliminare tutti gli enti pubblici “inutili” che gravano sul bilancio dello Stato o comunque sulle pubbliche finanze. Pertanto, ho sempre condiviso in pieno l’intento del legislatore di sopprimere tali enti, al fine del contenimento della spesa pubblica. Parimenti, sono fermamente convinto che un giornale serio e prestigioso, come il Suo, ha il dovere etico e deontologico di fornire ai lettori notizie rispondenti alla realtà dei fatti e delle situazioni trattate, dopo un accurato approfondimento dell’argomento. Ciò al fine di non suscitare nell’opinione pubblica giudizi negativi, spesso ostili, anche nei confronti di un ente, qual è l’Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori (ONFA), che da oltre 80 anni svolge un’attività di assidua assistenza esclusivamente nei confronti di orfani; attività che non è stata mai “inutile” né lo è attualmente; e, peraltro, senza gravare sulle pubbliche finanze, in quanto alimentata esclusivamente dalle oblazioni volontarie del personale dell’Aeronautica e di privati benefattori amanti dell’Aeronautica. Per quanto concerne poi il Consiglio di Amministrazione, che il Suo valente e disinformato giornalista pensa di ridicolizzare paragonandolo a quello di una multinazionale e che sarebbe costituito da Ufficiali che percepirebbero lauti gettoni di presenza, La prego vivamente di inviare tale giornalista presso il mio ufficio in Via Gobetti 6/A - Roma. Così egli, leggendo lo statuto dell’ONFA ed esaminando, come vorrà, la relativa contabilità, anche con l’ausilio di esperti, scoprirà che i predetti Ufficiali non ricevono, né hanno mai ricevuto alcun compenso; scoprirà anche che essi svolgono del tutto gratuitamente la loro opera per il solo dovere ed il solo piacere di rendersi utili ai figli dei loro colleghi deceduti; inoltre, scoprirà che essi proprio per tale loro profondità di motivazioni e di sentimenti, si reputano gravemente offesi al punto di meditare di querelarlo per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Certo, comprendo bene che la questione, per quanto concerne l’ONFA, è sorta con l’inserimento dell’ente tra gli enti pubblici “inutili” da sopprimere ad opera della finanziaria del governo Prodi; ma dovrebbe essere giunto il momento di capire finalmente che tale inopinato inserimento fu fatto per pura demagogia, tanto per far numero e creare la falsa apparenza di un fittizio risparmio di spesa pubblica: infatti, era ed è facile dimostrare che nessun risparmio avrebbe comportato la soppressione dell’ONFA per il semplice motivo che essa non gravava né grava sulle pubbliche finanze. Perciò l’ONFA è stata mantenuta in vita come ente pubblico. Comprendo bene anche che oggi con l’atmosfera di dilagante egoismo, di corruttela e di prevalente cura dei soli interessi personali, atmosfera che aleggia pesantemente sulla vita civile di ogni giorno, anche perché alimentata ad arte da alcuni mezzi di informazione, riesce difficile credere che vi siano persone che prestano la loro opera gratuitamente, soltanto per degli ideali; ma, caro Direttore, Le assicuro che tale “strano” fenomeno esiste nelle Forze Armate e continua ad esistere anche quando il personale militare va in congedo. Ne informi il signor Lopapa e La prego vivamente di controllare più attentamente i suoi articoli per i quali certamente percepisce un compenso. Concludo, chiedendoLe formalmente di dare integrale pubblicazione a questa mia lettera ai sensi della legge sulla stampa».
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Cronaca di un volo
Una mostra a Lugo su Fulco Ruffo di Calabria
(Racconto breve di lIario D’lncalci) E’ cominciato subito dopo la cena. Un dolore insistente al centro del petto e un po’ di spossatezza, ci abbiamo anche scherzato: non abbiamo più vent’anni, non bisogna mangiare molto! Ma ora è molto più forte, non riesco a respirare bene, ho un senso di oppressione allo sterno e un dolore che diventa sempre più acuto, mi fa male anche la spalla e il braccio. Non posso muovermi, è troppo forte, mi sento mancare. Qualcuno intorno a me cerca di aiutarmi, c’è confusione, tutto è lontano. Dopo questo atterraggio tocca a me! È autunno e sono al mio primo volo. Un volo di ambientamento, praticamente un giretto per il cielo, per prendere un po’ di confidenza con l’aereo. È molto bello: le case che diventano piccole, l’elica che gira e quando l’aereo si inclina per virare, mi sembra che sia il mondo ad inclinarsi dall’altra parte. Questo è volare… mi piace! Sento tutto attutito, lontanissimo. Solo il dolore è sempre molto forte. Qualcuno sta telefonando, il rumore del mio respiro affannoso non mi fa capire bene: stanno chiamando un dottore... mi dicono di non muovermi, arriverà tra poco una ambulanza. Sono solo, sono solo...! Alla mia destra dove sempre avevo visto l’istruttore, il posto è vuoto. Ho voglia di gridare! Ce l’ho fatta! Ce l’ho faaaaaattaaaa...! Sento la mia voce anche con il rumore del motore: oggi è il giorno del mio primo volo da solo. È pieno di sole, di luce. Vado in alto, viro. Sono io, solo io che decido. Mi sento felice! Laggiù c’è il mare azzurro di Capri. L’ambulanza corre, sento lontana la sirena. Ad ogni sobbalzo mi sento più male. Mi fanno un’iniezione. Mi mettono qualcosa sulla bocca, deve essere la maschera dell’ossigeno ... La maschera mi dà un po’ di fastidio, non ci sono ancora abituato. E mi sembra anche strano non avere l’elica davanti, ed invece del forte rumore del motore, solo un sibilo, e la velocità, la velocitaaaaà. È inebriante! Sale rapidissimo, dritto verso lo zenit.
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Il terreno sotto di me scorre come su di un nastro impazzito, mi sento sulla punta di un proiettile che corre, corre velocissimo. Corre, corre l’ambulanza. Qui dentro è tutto bianco, quel maledetto dolore, sta diminuendo, si vede che l’iniezione comincia a farmi effetto. Un’altra iniezione, mi applicano degli elettrodi. In alto dai finestrini vedo le luci passare rapide. Bianco, rosso, bianco… È notte e la pista illuminata sembra un grande albero di Natale. Atterrare è l’immergermi in quelle luci. Non ho più il paracadute, ho un’altra divisa. L’aereo è grande. I voli sono lunghi: tanta terra, tanto mare, un’altra terra… e paesi, paesi nuovi, lontani, strani, bellissimi… Sento il tic... tic del monitor. Da questo lettino non posso vederlo sarà regolare? Il dolore sta diminuendo, è l’effetto dei farmaci. Ogni tanto qualcuno viene intorno a me, vorrei parlare. «Stia calmo Comandante…. Appena staccato da terra, una voce dalla Torre di controllo: «Auguri Comandante! Sono io». Tanti esami, tanti studi, ed ora sono io che comando questo aereo, che decido. Poi un altro aereo, un altro ancora sempre più grande, paesi sempre più lontani. Tanti voli, tanti, tanti… Domani è Gennaio e questo è il mio ultimo atterraggio, la pista illuminata è sempre l’albero di Natale. Mi immergo nelle mille luci. Saranno ad aspettarmi? Cosa farò domani? Mi mancherà? Sì, forse mi mancherà il volare! Sono stanco. Ora ho voglia di dormire. Ma è sonno o qualcosa… di più? Fuori è giorno, c’è troppa luce. Piano, piano mi assopisco. Sono calmo, tranquillo. lo so che da QUALCHE PARTE ci deve essere QUALCUNO che ha il mio piano di volo: QUALCUNO che sa quando sono decollato e conosce quando devo atterrare. QUALCUNO che sa perché si nasce e… si muore.
l 12 maggio, nel Salone Estense della Rocca di Lugo di Romagna, sede del Municipio, è stata presentata la mostra fotografica e documentaria su Fulco Ruffo di Calabria, asso della caccia italiana del primo conflitto mondiale, mostra allestita nei locali del Museo “Francesco Baracca” di quella cittadina. L’esposizione, aperta il successivo giorno 15 e che sarà visitabile fino al prossimo 26 luglio, si avvale dell’Alto Patronato di Sua Maestà la Regina Paola del Belgio, figlia ultimogenita dell’asso e significativamente presente all’evento, e del presidente della Repubblica, ha il patrocinio dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e ha avuto la collaborazione dell’Aeronautica Militare. Con il titolo “Fulco Ruffo di Calabria: con noi nacque l’aviazione italiana” la mostra è stata curata da Daniele Serafini e Paolo Variale – quest’ultimo noto esperto di aviazione italiana nella Prima Guerra Mondiale – ed espone materiali e documenti di rilevante interesse relativi a uno dei più noti piloti italiani dell’epoca, aviatore che assunse il comando della leggendaria 91ª Squadriglia dopo la morte di Baracca il 19 giugno 1918. Tra gli scopi della mostra, come è stato sottolineato nell’occasione, anche quello «di indagare, partendo dalla figura dell’asso degli assi, il più vasto contesto della storia aeronautica, in particolare quello della Grande Guerra e dei suoi pionieri».
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Guida ai Musei Aeronautici italiani A cura di Pier Luigi Bacchini
MUSEO DELL’ARIA – CASTELLO DI SAN PELAGIO
STORIA DEL MUSEO Dal 1970 il castello è stato oggetto di accurati restauri e ripensato nelle funzioni attuali principalmente come museo del volo. Inaugurato nel 1980, frutto dell’impegno della proprietà e di Maria Fede Caproni, ripercorre l’intera storia del volo umano. Passeggiando tra le stanze del castello, s'incontrano i protagonisti che hanno fatto la storia di questa avventura. Ecco Icaro, che volò verso il sole con ali di cera. Leonardo da Vinci che cercò di carpire ai pipistrelli i loro segreti. E poi nella sala da ballo, che riecheggia ancora di feste sfarzose, i fratelli Montgolfier mostrano i palloni che hanno appena inventato. Dal soffitto alto 8 metri pendono le riproduzioni, a cominciare da quella della mongolfiera gialla e blu ad aria calda che fu la prima nel 1783 a sollevarsi nel cielo di Annonay, in Francia, con a bordo un'oca, un gallo e una pecora. La collezione interna, costituita da oltre 300 modelli di aerei, dirigibili e mongolfiere, divise d'epoca-manichini, motori ed oggetti aeronautici, traccia tutta la storia del volo in ordine
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cronologico. Al centro del castello, al piano nobile, un'ampia sezione è dedicata al "Volo su Vienna" e alle stanze temporaneamente abitate da Gabriele D’Annunzio. All’interno ritroviamo tracce di affreschi, arredi, oggetti personali, divise, mobilio antico e suppellettili d'epoca. L'avvenimento più particolare che sia mai accaduto nel castello di S. Pelagio fu, senza dubbio il "folle volo" di Gabriele D’Annunzio. Nel 1918, anno di guerra, alcuni temerari compivano le prime imprese con i loro piccoli aerei. A S. Pelagio nacque un centro d'aviazione e Gabriele D’Annunzio, preceduto da un alone di legenda per la sua vita spericolata, presto vi accorse. Da qui, a bordo di un biplano, la mattina del 9 agosto del 1918 partì con altri 11 piccoli aerei diretti a Vienna. Biplani con il posto di pilotaggio aperto, alla velocità massima di 220 km/h, raggiunsero la capitale del potente impero austro-ungarico, lanciarono volantini invece che bomb e e rientrarono in patria. In una delle sale è ricostruita l'ultima riunione prima della par-
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tenza. Nelle altre stanze del castello, l'avventura continua con affascinati storie: da quella del Barone Rosso, a quella del generale Umberto Nobile che nel 1928 partì per il Polo Nord con il dirigibile Italia. E poi, le donne aviatrici, l'astronauta che per primo ha raggiunto la Luna e le recentissime immagini di Marte, il prossimo obiettivo. Il Castello di San Pelagio, unico in Europa per la sua collezione aeronautica, è anche noto per il suo parco e per il Labirinto del Minotauro.
MUSEO DELL'ARIA – CASTELLO DI S. PELAGIO Via San Pelagio, 34 – 35020 Due Carrare - PADOVA Tel. 049-9125008 * cell. 338-1623019 Fax 049-9125773 * e-mail: info@museodellaria.it
INFORMAZIONI Orari di apertura Da marzo a novembre mercoledì e giovedì 9.00-13.00 venerdì e sabato 9.00-13.00 e 14.30-18.30 domenica e festivi 10.00-19.00 Da dicembre a febbraio domenica e festivi 10.00 – 17.00 (chiuso 25/12) Per gruppi (minimo 25 persone) su prenotazione aperto tutti i giorni. Tariffe Intero € 7,00 Ridotto € 6,00 Gruppi scuola materna € 3.50 Gruppi scuola elementare, media, superiore € 4.50 (gratuità: 2 accompagnatori ogni 25 alunni) Gruppi adulti € 5.20 (min 25 persone - gratuità: accompagnatore e autista) Servizi su prenotazione: Visita guidata al Museo (durata 50 minuti c/a – max 40 persone) € 30.00 Visita guidata al Parco (durata 50 minuti c/a – max 40 persone) € 30.00 Visita guidata alla Torre Medievale (durata 40 minuti c/a – max 30 persone) € 40.00 Ristorazione Ristorante Castello Tel. 049-9126167 - cell. 348-2726277 Fax 049-9125773 - e-mail: ristcastsanpelagio@libero.it
Dove si trova a 13 Km a sud di Padova - direzione Bologna a 3 Km da Montegrotto Terme, 5 Km da Abano Terme Uscita Autostradale di Terme Euganee della A13 PD-BO - direzione Padova
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Chi riconosce questi aviatori della missione italiana in Finlandia? Maurizio Pasqualetti, della facoltà di Scienze politiche a Firenze, sta preparando la tesi di laurea sull’intervento italiano nella guerra russo-finnica del 1939-1940. Per completarla ha la necessità di identificare, nelle foto qui pubblicate, tre degli ufficiali aviatori che presero parte alla missione quali Giuseppe Casero (capo missione), Luigi Pelli e Luigi Bianchi, i quali potrebbero figurare nelle immagini di cui sopra e da lui rintracciate in Finlandia. Chi è in grado di aiutarlo nella ricerca è vivamente pregato di contattare Maurizio Pasqualetti, cell. 3938018241; e.mail: maurizio.pasqualetti@tiscalinet.it
L'Associazione Trasvolatori Atlantici a Orbetello Il 15 maggio si è tenuta ad Orbetello l'annuale riunione dell'Associazione Trasvolatori Atlantici, caratterizzata purtroppo da un tempo meteorologico veramente pessimo. Infatti la cerimonia che solitamente si svolge presso il parco delle Crociere, quest'anno si è dovuta suddividere in tempi e luoghi diversi. Dopo la deposizione di una corona da parte delle autorità presenti: gen.BA Vincenzo Parma in rappresentanza anche del capo di Stato Maggiore AM, del vicesindaco di Orbetello Rolando Di Vincenzo, del presidente e del vicepresidente del sodalizio: ing. Renato Valle e avv. Paolo Balbo, presso il parco stesso, la S. Messa è stata celebrata in duomo e la consegna dei diplomi ai nuovi soci: col. pil. Danilo Morando, comandante del 31° Stormo, col. pil. Alessandro Gresta, comandante dell'aeroporto di Vigna di Valle e ten. col. Antonio Capasso, comandante del 64° Deposito AM di Porto S. Stefano, è avvenuta prima del momento conviviale, presso il Deposito stesso.
La morte dell’ing. Stelio Frati Il 14 maggio è deceduto a 91 anni l’ing. Stelio Frati, noto progettista di una ventina di aerei – alcuni dei quali vincitori di molte competizioni o protagonisti di straordinarie imprese aviatorie - tra i quali il famoso monomotore sportivo F.8 “Falco” e il ben noto addestratore SF-260 tuttora in produzione. Nel 1947 fece volare il monoposto leggero FM.1 “Passero”, nel 1950 l’F.4 “Rondone” e successivamente, dopo l’F-15 “Picchio”, sviluppò - dall’evoluzione metallica F.250 del citato “Falco” - l’SF.260, prodotto in larga serie dalla SIAI Marchetti. Tra le sue realizzazioni anche l’F.22 “Pinguino” della General Avia, da lui costituita con il fratello e i progetti dell’F.220 “Airone” e dell’F.300 in materiali compositi. Stelio Frati progettò anche un velivolo a reazione, peraltro mai costruito, e, all’inizio degli anni Novanta creò due nuovi ultraleggeri biposto: l’F.30 e l’F.10 “Brio” che proprio quest’anno è stato presentato ad un Salone aeronautico in Germania.
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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI (a cura di Michele Mascia)
Posta elettronica certificata (PEC) La posta elettronica certificata (il cui utilizzo è disciplinato dal DPR n. 68 dell’11 febbraio 2005 e successive modificazioni ed integrazioni) è il nuovo sistema attraverso il quale è possibile dialogare direttamente con gli uffici della Pubblica Amministrazione inviando gratuitamente e.mail con valore legale, equiparata ad una raccomandata con ricevuta di ritorno. Questo sistema è simile al servizio di posta elettronica tradizionale cui però sono aggiunte delle caratteristiche tali da fornire agli utenti la certezza dell’invio e della consegna o meno dei messaggi e.mail al destinatario. Per accedere al servizio di posta elettronica certificata è necessario registrarsi collegandosi al portale www.postacertificata.gov.it e, successivamente, trascorse 24 ore dalla registrazione – e comunque entro tre mesi - recarsi a un ufficio postale abilitato per l’identificazione (portare con sé un documento di riconoscimento ed il codice fiscale o tessera sanitaria) e la firma del relativo modulo di adesione. Dal 26 aprile possono registrarsi gratuitamente tutti i cittadini italiani maggiorenni in possesso del codice fiscale. In virtù della normativa in vigore tutte le pubbliche amministrazioni si devono dotare di una casella di posta elettronica certificata per qualsiasi scambio di informazioni e di documentazione con il cittadino. L’elenco completo degli Enti/uffici della Pubblica Amministrazione dotati di casella di posta elettronica certificata è pubblicato sul sito www.indicepa.gov.it La posta elettronica certificata - che rivoluzionerà i rapporti tra cittadini e la Pubblica Amministrazione - presenta i seguenti vantaggi: - semplicità: perché il servizio si usa con il PC di casa come la normale posta elettronica; - sicurezza: tutte le comunicazioni sono garantite da un canale chiuso, protetto ed esclusivo, tra cittadino e Pubblica Amministrazione; non è possibile comunicare tra cittadino e cittadino; - valore legale: perché le ricevute possono essere usate come prove di invio quindi costituisce avvio formale del provvedimento e l’opponibilità a terzi dell’avvenuta consegna; - gratuità: non ha nessun costo, inoltre consente di risparmiare il tempo per fare code e file; - comodità: l’invio e la consultazione possono essere fatti tramite qualsiasi computer collegato ad internet, senza dover più produrre copie di documentazione cartacea ma soprattutto senza doversi presentare personalmente; - possibilità di consultazione ed uso anche da postazioni diverse da quella del proprio ufficio o abitazione (basta un qualsiasi PC connesso ad internet e un normale browser web); - velocità di comunicazione ed inoltre non è necessaria la presenza del destinatario per completare la consegna. Tramite e.mail è possibile inviare sia istanze, documenti, allegati, con valore di raccomandata con ricevuta di ritorno, che accedere a determinati servizi forniti dalla pubblica amministrazione (ad esempio prenotare una visita medica, pagare tasse o bollette, ecc.) Tutte le informazioni al riguardo sono reperibili sul sito www.postacertificata.gov.it
Interventi assistenziali Pervengono da parte dei soci richieste di informazioni circa l’erogazione di interventi assistenziali in particolari circostanze da parte del ministero della Difesa ai dipendenti militari e civili in quiescenza ed i loro familiari, ovvero superstiti. Le norme vigenti prevedono interventi per spese sanitarie, funerarie, rapina, furto, calamità naturali, incendio. La richiesta va presentata secondo la modulistica in vigore (reperibile presso l’Ente aeronautico più vicino al luogo di residenza/domicilio), dovrà essere sottoscritta dall’interessato o dal familiare superstite, vistata dal comandante di corpo dell’ultimo Ente di appartenenza o, qualora risulti più comodo per l’interessato, quello più vicino al proprio domicilio. Alla richiesta dovrà essere allegata la documentazione probatoria. La normativa di riferimento è la Circolare n. 313 del 27.3.2001 della Direzione generale per il personale militare (Persomil), reperibile sul sito www.assoaeronautica.it - Previdenza. Ulteriori informazioni possono essere chieste alla Direzione Generale per il personale militare – 3° Reparto –11ª Divisione - tel. 06 517050939.
Regolamento per l’accesso ai documenti amministrativi presso l’INPDAP Sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 6.4.2010 è stato pubblicato il Regolamento per l’accesso ai documenti amministrativi presso l’INPDAP e che, considerata l’importanza che riveste nei rapporti tra lo stesso Istituto ed i propri amministrati, è stato riportato integralmente nel sito dell’AAA: www.assoaeronautica.it
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RINNOVO CARICHE Acqui Terme Presidente: com.te Ernesto Giolito; vice presidenti: Romano Merlo e Paolo Monzillo (anche tesoriere); segretario: Elio Bernardi; consiglieri: Alfredo Guazzo, G. Piero Guglieri, Marco Manegazzi e Stefano Vella; rappresentanti dei soci aggregati: Giovanni Chiola e Natale Varese.
Bari Presidente: gen. brig. Domenico Chirico; vice presidenti: ten. col. Francesco Di Fonte e ten. Umberto Francione; segretario: 1° m.llo Pietro Squicciarini; tesoriere: lgt. Vito Sabatelli; consiglieri: col. Vincenzo Bellizzi, col. Giovanni Gravina, av. sc. Lucaioli Enrico e 1° av. Bruno Veggia; rappresentante dei soci aggregati: signora Antonia Buttari.
Cagliari Presidente onorario: col. Ugo Mercurelli; presidente: col. Salvatore Serra; vice presidenti: aiut. Ippolito Grassi e m.llo sc. Leonardo Squintu (anche segretario); tesoriere: Giovanni Scalas; consiglieri: m.llo sc. Teodoro Cogoni, 1° av. Luigi Mereu (capo nucleo di Sinnai), m.llo sc. Salvatore Mura, col. Giulio Pieranunzi, aiut. Romolo Sartorello (capo nucleo di Sarrabus), m.llo sc. Lanfranco Schirru (capo nucleo di San Sperate); rappresentante dei soci aggregati: Luciano Zanardi.
Campi Salentina Presidente: cap. Angelo Mattei; vice presidenti: av. sc. Mirto De Rosario e m.llo 2ª cl. Gianfranco Rapanà; segretario: m.llo 1ª cl. Nicola Stragapede; tesoriere: aiut. Pasquale Maci; consiglieri: ten. col. Daniele Simone, av. sc. Franco Sirsi e aiut. Roberto Tarantino; rappresentante dei soci aggregati: Silvio Conversano.
Canosa Presidente onorario: col. Filippo Caroselli; presidente: aiut. Michele Di Ruggiero; vice presidenti: 1° m.llo Cosimo Damiano Di Ruggiero e lgt. Giacomo Metta; segretario: lgt. Luigi Lambo; tesoriere: m.llo 1ª cl. Cosimo Damiano Diaferio Azzellino; consiglieri: m.llo 1ª cl. Giuseppe Diaferio, 1° m.llo Sebastiano Giaschi e aiut. Leonardo Saccinto; rappresentante
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dei soci aggregati: isp. C. PS Michele Vurro.
Caserta Presidente: gen. brig. Elia Rubino; vice presidenti: s.ten. (to) Eduardo Belli e ten. col. Giuseppe Casapulla; segretario: m.llo sc. Benvenuto Buonuomo; tesoriere: aiut. Onofrio D’Ambrosio; consiglieri: m.lli sc. Michele Guerriero, m.llo Michele Masiello e m.llo sc. Salvatore Tavano; consiglieri supplenti: m.lli scelti Vincenzo Dell’Aquila e Aldo Vitagliano S.
Castano Primo Presidente: ten. Giulio Crivelli; vice presidenti: Guido La Malfa e Luigi Re; tesoriere: Sergio Griffanti; consiglieri: Renato Castoldi, Gian Franco Merlo, A. Felice Saibene, Aquilino Tommasini.
Comiso Presidente onorario: 1° av. Biagio Salafia; presidente: m.llo sc. Giuseppe Caruso; vice presidenti: av. Giuseppe Romeo (anche tesoriere) e 1° av. Biagio Turtula; segretario: 1° av. Salvatore Iacono; consigliere: Giuseppe Turlà; rappresentante dei soci aggregati: Salvatore Nicastro.
Firenze L’assemblea dei soci ha eletto come presidente di sezione il gen. BA Pier Giuseppe Jacopozzi che sostituisce il dimissionario m.llo sc. Mario Sanzani.
Gaiarine Presidente: 1° av. Salvatore Pessot; vice presidenti: 1° av. Gianni Botteon e Lino Rosada; segretario: Roberto Tonon; consiglieri: Luigi Bazzo, Matteo Cesa, Enrico Cescon, Carlo De Nardi e Diego Riva.
Gavardo Presidente onorario: Giovanni Tobanelli; presidente: Valentino Crescini; vice presidenti: Giovanni Oliviero e Adriano Zanatta; segretario e tesoriere: Alfredo Vielmi; consiglieri: Carlo Franzoni, Franco Leggerini, Giuseppe Leggerini e Emilio Poli.
Gorizia Presidente: Claudio Marega: vice presidenti: Sergio Candutti (anche tesoriere) e Alberto Scafuri; segretario: Mario Zuliani; consiglieri: Alessandro Abuja, Aldo Caudek, Massimiliano Castagnaviz (anche capo nucleo di Romans d’Isonzo), Severino Coceancig, Attilio Fain (anche capo nucleo di Cormons), Sergio Grendene e Pietro La Bianca; rappresentante dei soci aggregati: Andrea Viatori.
Grosseto Presidente onorario: m.llo sc. Martino de Falco; presidente: m.llo sc. Mauro Finocchiaro; vice presidenti: m.lli scelti Sandro Barbagallo e Benito Rainaldi; segretario: lgt. Tommaso Romano; tesoriere: aiut. Fulvio Marini; consiglieri: m.lli scelti Lido Cellai, Luciano Cicerale, Italo De Luca, Emanuele Di Falco; rappresentante dei soci aggregati: Carlo Castellani.
Lanciano Presidente: Rodolfo Durastante; vice presidenti: Concezio Ciccocioppo e Nicolino Marcucci; segretario: Giuseppe Gentile; tesoriere: Tonino Valerio; consiglieri: Corrado Ciccone, Pietro Di Giuseppe e Remo Marfisi; rappresentante dei soci aggregati: Angelo Di Monte.
Lugo Presidente: Giovanni Baracca; vice presidenti: Paolo Camorani (anche segretario) e Orazio Zauli; consiglieri: Mauro Antonellini, Giuseppe Cortesi, Daniele Filippi, Enio Iezzi, Stefano Laghi, Paolo Sgalaberna e Achille Taroni.
Marsala Presidente: ten. col. Silvestre Corrao; vice presidenti: Vito Scarpetta e Antonio Tumbarello; segretario: Giacomo Valenti; tesoriere: Raffaele D’Apuzzo; consiglieri: Franco Giacalone, Leonardo Ragona e Diego Rallo; rappresentante dei soci aggregati: isp. capo PS Salvatore Adamo.
Modena Presidente: Pietro Guerzoni; vice presidenti: Franco Brighenti e Fran-
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SEZIONI E NUCLEI co Bulgarelli; segretario: Nicola Defeudis; consiglieri: Gianbattista Bergami, Giulio Brighenti, Giorgio Gilioli (anche capo nucleo di Carpi), lgt. Guido Grazzi, Giorgio Malagoli e Gianni Stefanelli; rappresentante dei soci aggregati: Fabio Galvani; capi nucleo: Roberto Cassiani (Pavullo), Giorgio Tomasini (Mirandola) e Romano Leoni (Montese).
Mondovì Presidente: 1° av. Francesco Miglio; vice presidenti: primi avieri Beniamino Gasco e Marco Musso; segretario e tesoriere: av. Sergio Marino; consiglieri: av. Tarcisio Anconelli, 1° av. Giuseppe Bressano, av. Giovanni Ferrero, 1°av. Lorenzo Mazzucchi.
Montepulciano Presidente: Roberto Capitoni; vice presidenti: Guido Agazzi e Giorgio Carletti; segretario Giuliano Lenni; tesoriere: Iacopo Caroti; consiglieri: Maurizio Cozzani, Mario Dottori, David Falciani e Piero Rosignoli.
Mugnano–Calvizzano Presidente: m.llo sc. Salvatore Iazzetta; vice presidente: magg. Giuseppe Vallefuoco; segretario: lgt. Felice Iennaco; tesoriere: lgt. Carlo Migliaccio; consiglieri: aiut. Biagio Ciccone, 1° av. Raffaele Cipolletta, magg. Antonio Russo e aiut. Michele Vallefuoco; rappresentante dei soci aggregati: Antonio Savanelli.
Orbetello Presidente: lgt. Rosario Fino; vice presidenti: av. Alfredo Giusti e col. Angelo Landini; segretario: av. Renato Giordano; tesoriere: av. Attilio Carotti; consiglieri: Giovanni Bernabini, m.llo sc. Luciano Cerulli, av. sc. Mauro Larini, av. Alfredo Matacotta, lgt. Leonida Romualdi e av. Omero Venturini.
Parma Presidente: col. Claudio Bernardini; vice presidenti: avieri scelti Antonio Martini e Luigi Soncini; segretario: m.llo sc. Lelio Petrucci; tesoriere: m.llo sc. Antonio Pecoraro; consiglieri: av. sc. Giancarlo Biancardi, av. sc. Cipriano Carpi, av. sc. Edesio Ghillani, Alfonso Moschetta e av. sc.
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Francesco Usberti; rappresentante dei soci aggregati: Maurizio Zanella.
Perugia Presidente onorario: gen. SA Daniele Tei; presidente: m.llo sc. Egidio Egisti; vice presidenti: avieri scelti Sergio Failli e Giulio Fiacca; segretario: Lucio Borghesi; tesoriere: 1° av. Franco Marconi; consiglieri: av. sc. Otello Bistocchi, 1° av. Aldo Mancini, avieri scelti Aldo Montarani, Mario Ragni,.Walter Rossi e Giuseppe Tamagnini; rappresentante dei soci aggregati: signora Caterina Riccini Grilli.
Piombino Presidente: Gian Luigi Pepe; vice presidenti: Giovanni Cirotto e Mario Leonelli; consiglieri: Giulio Benedetti, Mauro Cartei, Roberto Colli, Fausto Nannini (capo nucleo di San Vincenzo) e Maurizio Tafi.
Rovigo Presidente: m.llo sc. Mario Valerio Gheza; vice presidenti: 1° av. Giovanni Bragion e av. sc. Michele Mazzucato; segretario e tesoriere: Antonio Ladogana; consiglieri: avieri scelti Primo Americi, Sergio Rauli, Sergio Segradin e Federico Targa; rappresentante dei soci aggregati: Amedeo Stoppa.
Spresiano Presidente Onorario: Callisto Frassetto; presidente: Valter Callegari; vice presidenti: Gino Baldassin e Aldo Girotto (anche segretario); tesoriere: Giulio Carniel; consiglieri: Massimo Bittus, Rafaele Brol, Marcello Ciprian, Bruno Corazzin, Silvano Cortesia, Settimo Santi (di riserva); rappresentante dei soci aggregati: Giampietro Darsié.
Tarcento Presidente: Mauro Vezzio; vice presidenti: Vito Armato e Mario Cecconi (anche segretario): tesoriere: Ennio Minisini; consiglieri: Bruno Calligaro, Ezio Coletti, Ezio Pitteri, Elio Plos e Francesco Sicolo; rappresentante dei soci aggregati: Luciano Stocco.
Terlizzi Presidente. magg. Michele De Chirico; vice presidenti: m.lli scelti Sabino Gesmundo e Gioacchino Quercia;
segretario: lgt. Gioacchino Lusito; tesoriere: aiut. Giuseppe De Zio; consiglieri: lgt. Gioacchino Altavilla, ten. col. Giovanni De Chirico e lgt. Luigi Rutigliano.
Tigullio Presidente onorario: Aldo Vigo; presidente: lgt. Vincenzo Carratù; vice presidenti: Rezzano P. Giorgio e col. Roberto Salcioli; segretario e testoriere: Nicola Allegretta; consiglieri: Massimo Brichesi, Angelo Cogorno e Mario Rezzoagli.
Torino Presidente: col. Cosimo Restivo; vice presidenti: serg. magg. Aldo Muscato e 1° av. Benito Tarantello; segretario e tesoriere: Giuseppe Gremo; consiglieri: ten. pil. Domenico Boschini, s.ten. Gaetano Cristaldi, av. Augusto Majore, av. Franco Merlo, col. Matteo Morea, Luigi Pasqua, ten. col. pil. Livio Vasini e aiut. Giorgio Vitrò.
Treviso Presidente: gen. brig. Riccardo Marchese; vice presidenti: ten. col. Augusto Costantini e m.llo Vittorio Passarella; segretario: ten. col. Antonio Pedroni; tesoriere: Luciano Onori; consiglieri: magg. pil. Gianfranco Battistoni, lgt. Enzo Capizzi, cap. pil. Renato Castelvecchi, 1° av. Attilio Dalla Zanna, lgt. Fulvio Frattolillo, lgt. Vasinto Mantoni, col. Sergio Rachello e lgt. Roberto Serafini; consiglieri aggiunti: m.llo Arno Galeazzi, brig. gen. Giacomo Masucci e av. Gianni Siviero.
Trieste, Istria, Fiume e Dalmazia Presidente onorario: m.llo 1a cl. Enrico Delle Grazie; presidente: Giovanni Battista Carulli; vice presidenti: Gustavo De Magistris e Antonio Tedesco; segretario: Aldo Starace; tesoriere: Franco Balbi; consiglieri: Roberto De Grassi, Mario Tomarchio e Fabrizio Tommasini; rappresentante dei soci aggregati: Ugo Biasini.
Verbania Il Consiglio direttivo ha eletto come presidente di sezione il socio Giuseppe Lodi che sostituisce il dimissionario col. Roberto Fariello.
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( AV V E N I M E N T I L I E T I ( PROMOZIONI A capitano - Nicola D’Apolito (sezione di Manfredonia). A sottotenente del ruolo d’onore - m.llo magg. aiut. Luigi Verardi (sezione di Collepasso). A sottotenente t.o. - m.llo sc. Vito Erasmo Masi (sezione di Gioia del Colle). A luogotenente - Fabio Caponera e Claudio Frasacco (sezione di Colleferro); - Domenico Mamertino, Antonio Muraca e Tommaso Rondinella (sezione di Lamezia Terme); - Roberto Lo Verde (sezione di Vizzini). A 1° maresciallo - Giuseppe Piccinno (sezione di Maglie); - Antonino Gallaro, (sezione di Siracusa); - Domenico Anfora (sezione di Vizzini). CONFERIMENTO ONORIFICENZE OMRI Ufficiale - col. Salvatore Policicchio (nucleo di Noicattaro). Cavaliere - Filippo Palma (sezione di Vizzini). MEDAGLIA MAURIZIANA - col. Angelo Antonio Milani (presidenza nazionale AAA).
DECORAZIONI - Il socio s.ten. (to) Eraldo Furia della sezione di Falconara è stato insignito della Medaglia d’onore per i cittadini militari e civili deportati e internati in Germania. NOMINE A SOCIO BENEMERITO - lgt. Raffaele Radogna (sezione di Casamassima); - gen. BA Aldo Nanni; lgt. Loreto Lauri; lgt. Tiziano Mastrangeli (sezione di Colleferro); - m.llo Raffaele Macrì (sezione di Maglie); - m.llo sc. Giuseppe Pellegrino (sezione di Manfredonia); - lgt. Domenico Laera (nucleo di Sammichele); - s.ten. (to) Antonino Saltallà (sezione di Vicenza). SOCI CHE SI FANNO ONORE - Il socio 1° av. Michele Quarto della sezione di Bari è stato insignito del “Distintivo d’Onore”, massima onorificenza dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport. - I soci lgt. Leonardo Mirizzi e il 1° m.llo Pasquale Prencipe della sezione di Manfredonia hanno ricevuto un “attestato di benemerenza” dalla Protezione civile. - Il socio s.ten. Angelo Agoletti della sezione di Parma è stato eletto con-
NUOVI INDIRIZZI Tortona Dal 15 maggio la sezione ha il seguente indirizzo: Associazione Arma Aeronautica – Sezione di Tortona – c/o Gelati Firmino – CP 193 – 15057 Tortona (Alessandria).
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sigliere comunale di Fontevivo (PR) con delega al Bilancio e Agricoltura. LAUREE In giurisprudenza - Antonella Teresa Marzella, figlia del socio 1° m.llo Giuseppe (nucleo di Giovinazzo). In medicina e chirurgia - Irene Marusco, figlia del socio Genuino (sezione di Roma). In scienze della formazione pedagogica - Paola Cingolani, figlia del socio Mario (sezione di Montecassiano). In scienze organizzative e gestionali - il socio m.llo 2ª cl. Antonio Malorgio (sezione di Collepasso). NOZZE DI DIAMANTE Hanno raggiunto l’ambito traguardo il socio benemerito Dino Segurini con la signora Brunetta (sezione di La Spezia). NOZZE D’ORO Le hanno felicemente festeggiate - il presidente onorario Riccardo Orlandini con la signora Olga (sezione di Mortara); - il socio Giuseppe Nacci e la signora Egizia (sezione di Ostuni).
CULLE - Il socio serg. Tommaso Curci e la signora Valeria annunciano la nascita della primogenita Giada (sezione di Alghero). - Il socio 1° av. Leandro Della Valle e la signora Barbara annunciano la nascita del primogenito Diego (sezione di Trino). - Il socio 1° av. sc. Roberto Di Fiore e la signora Fortunata annunciano la nascita della primogenita Elisea (Sez. di Vizzini). - Il socio serg. magg. Giorgio Greco e la signora Elena annunciano la nascita della primogenita Vittoria (sezione di Cutrofiano). - Il socio av. sc. VAM Claudio Guerra e la signora Valentina annunciano la nascita della primogenita Martina (nucleo di Postioma). - Il socio Federico Salatelli e la signora Rachele annunciano la nascita del primogenito Fabio (sezione di Ravenna). - il socio Paolo Zucchini e la signor Luisella annunciano la nascita della secondogenita Sofia (sezione di Cortona).
Per visite guidate al Museo Nazionale di Mentana La Direzione del Museo Nazionale della Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana (RM), del quale è direttore scientifico il nostro socio onorario prof. Francesco Guidotti, informa che tale istituzione pone gratuitamente a disposizione dei soci e sezioni AAA visite guidate al Museo stesso che, con i suoi 400 cimeli, tocca tutte le tappe del Risorgimento. Le prenotazioni potranno essere effettuate al fax 06 90627194 o alla e.mail: museo.mentana@alice.it
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Caro amico, dove sei?
Il socio av. sc. Stefano Ponzianelli, cl. II 43, del 26° corso antincendi, secondo da sinistra nella foto, chiede a coloro che vi si riconoscono di contattarlo al cell. 3494439946 o di scrivergli presso la Sezione AAA 265 Ladispoli Cerveteri – c/o 17° Stormo Incursori, via Aurelia km. 47,200 – 00050 Furbara (RM).
Il socio av. Giuseppe Ciccarello della sezione di Arezzo, qui ritratto forse nel giugno 1943 con alcuni commilitoni alla stazione di Rimini in attesa di partire per le destinazioni a ciascuno assegnate, prega quanti si riconoscono nella fotografia di contattarlo presso la sezione AAA di Arezzo - Via Margaritone n. 13 (Casa del Combattente) - 52100 Arezzo.
SEZIONI E NUCLEI Melbourne La sezione ha recentemente festeggiato con varie cerimonie significative la ricorrenza della costituzione della nostra forza armata, cerimonie alle quali hanno preso parte anche autorità e le rappresentanze delle consorelle associazioni d’arma locali.
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SEZIONI E NUCLEI
LOMBARDIA Osio Sotto Il 17 aprile il nucleo ha inaugurato la sua nuova sede realizzata grazie all’impegno del capo nucleo, 1° av. Giovanni Usubelli, e dei suoi collaboratori nonché al determinante sostegno finanziario of-
ferto dalla locale Amministrazione comunale. Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità civili e religiose e molti soci del sodalizio con il loro Labaro.
Paullo Conferenza sulla meteorologia in Antartide In occasione dell’87° anniversario di fondazione dell’AM, la sezione e il Comune di Paullo hanno organizzato una conferenza sul tema “Meteorologia in Antartide – Esperienze personali e considerazioni generali” che è stata tenuta dal brig. gen. Giuseppe Frustaci, reduce da tre spedizioni antartiche. Il tema ha vivamente interessato il numeroso pubblico presente che ha
seguito con particolare attenzione l’esposizione ricca di ricordi ed esperienze operative, nonché di valutazioni sull’attività nazionale di ricerca in Antartide e sulle sue implicazioni scientifiche nel quadro del cambiamento climatico globale. Presenti all’evento, tra gli altri, con il sindaco di Paullo Claudio Mazzola e il presidente del nostro sodalizio brig. gen. Augusto
VENETO Bovolone Raduno interregionale AAA L’8 e 9 maggio, organizzato dalla sezione ha avuto luogo a Bovolone il Raduno Interregionale dell’AAA al quale hanno partecipato con i loro labari le rappresentanze di molti nostri sodalizi di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. Nel corso della manifestazione - alla quale hanno preso parte tra gli altri il presidente nazionale AAA
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gen. Gianbortolo Parisi, il sindaco di Bovolone Riccardo Magnani, i Gonfaloni della Provincia di Verona e del Comune di Bovolone, la Fanfara della 1ª Regione Aerea e numerosi cittadini, nella giornata dell’8 è stata inaugurata una mostra sul tema “Il volo senza motore a Bovolone”, si è svolta la presentazione del libro “La vita di Franco Cappa”, eroico pilota decorato di MOVM al quale è intestata la sezione
del Lago, il col. Mario Giuliacci, autorità locali e numerosi soci e cittadini. Nella foto: il gen. Del ospitante, e hanno avuto luogo la celebrazione del rito religioso e un applaudito concerto della citata Fanfara. Il giorno seguente i partecipanti al corteo, al quale hanno preso parte anche le rappresentanze con labari di numerose associazioni d’arma locali, ha
Lago consegna il “crest” della sezione al gen. Frustaci.
sfilato per le vie della città assistendo poi agli interventi di rito di varie autorità ed all’inaugurazione del Monumento agli “Aviatori d’Italia”, costituito da un F-104, mentre il luogo veniva sorvolato da alcuni aerei d’epoca e dalla formazione del Pioneer Team.
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SEZIONI E NUCLEI Legnago L’11 aprile il nucleo ha festeggiato il 40° anno di fondazione e il 15° dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti con una cerimonia che è stata aperta dalla deposizione di una corona d’alloro al monumento stesso. Dopo gli interventi del capo nucleo Bruno Gallio, del sindaco di Legnago Andrea Roberto Rettondini e del presidente della sezione AAA di Verona Nicola Ferrara, si è formato un corteo che, preceduto dalla banda musi-
cale “A. Salieri”, ha raggiunto il Duomo di Legnago dove il parroco e cappellano militare mons. Silvano Mantovani ha celebrato la Santa Messa. Alla cerimonia hanno presenziato varie autorità civili e militari, tra le quali il vicepresidente nazionale AAA gen. br. Riccardo Marchese, rappresentanti delle forze dell’ordine e numerosi soci delle sezioni e nuclei A.A.A. e delle associazioni combattentistiche e d’Arma locali e viciniori.
genze del parcheggio. La cerimonia si è svolta alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Aldo Brancher, del prefetto di Verona Perla Stancati, del sindaco Flavio Tosi, del comandante del 3° Stormo col. Fabio Nuccetelli, dell’assessore comunale al Patrimonio Daniele Polato, del presidente della sezione AAA Nicola Ferrara con numerosi soci. Da sottolineare che il
monumento, rappresentato da un volo di 82 esseri alati prima di un solo colore, oggi si presenta come «un grande volo colto nel momento in cui tutte le ali degli uccelli che lo costituiscono si spiegano per levarsi verso l’alto, giocata sui toni del rosso, dell’arancione, del bianco, del verde, del marrone e del bronzo naturale», colori ognuno dei quali ha un valore simbolico.
FRIULI VENEZIA GIULIA Udine Verona Ricollocato il Monumento agli Aviatori d’Italia Il 16 marzo si è svolta a Verona la cerimonia per la ricollocazione in Piazza Simoni del Monumento agli Aviatori d’Italia che, opera della scultrice Lorenza Pagano Bonvicini e inaugurato nel 1982 alla presenza del presidente della Repubblica Sandro Pertini, da circa sei anni era custodito in un magazzino in attesa del completamento dei lavori per un parcheggio sotterraneo nella zona. Il ritorno nella piazza del monumento, che nel frattempo ha avuto biso-
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gno dei necessari lavori di ripristino e manutenzione, era stato più volte auspicato da tutti gli interessati tra i quali il nostro sodalizio veronese, l’autrice dell’opera e ben 1.500 cittadini costituitisi in un apposito comitato - che ne avevano più volte sollecitato la risistemazione nel luogo originario. Ed ora, grazie anche all’interessamento dell’amministrazione comunale, l’opera è tornata al suo posto pur se priva del grande basamento originario purtroppo sacrificato alle esi-
“Volontariato Azzurro” La Sezione è stata premiata dall’associazione Onlus “Via di Natale” – dedita alle persone ammalate di cancro - per il contributo dato, a partire dal 2003, at-
traverso l’organizzazione di raccolta tappi che ha fruttato un quantitativo di 497 quintali con un realizzo di circa € 12.000.
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SEZIONI E NUCLEI
EMILIA ROMAGNA
LAZIO
Assemblea regionale delle sezioni AAA dell’Emilia Romagna
Guidonia
Il 17 Aprile, ospitata dalla sezione di Rimini nei locali del Circolo ufficiali del Villaggio Azzurro, si è svolta l’annuale Assemblea regionale dell’Emilia Romagna. I partecipanti hanno analizzato la situazione delle candidature, in vista delle elezioni degli Organi centrali in sede di Assemblea generale, e confermato l’appoggio al Candidato dell’Emilia Romagna per il Consiglio Direttivo Nazionale, hanno esaminato i documenti di bilancio in-
viati dalla Presidenza Nazionale dell’Associazione, da approvare sempre in Assemblea Generale, hanno discusso dei problemi della vita delle Sezioni ed hanno valutato alcune iniziative d’interesse regionale proposte dalle Sezioni. Nella foto i partecipanti con il col.a.(AVES). Bartolomeo Polidori, comandante il 7° Rgt. “Vega”, e il ten. col. pil. Daniele Telesca, comandante il Distaccamento A.M.
Il 27 aprile la sezione ha ricordato, con una cerimonia presso il monumento a lui dedicato, l’82° anniversario del sacrificio del gen. Alessandro Guidoni. Presenti all’evento, con i nipoti del Caduto monsi-
gnori Agostino e Alessandro De Angelis, varie autorità civili e militari del luogo e una folta rappresentanza della locale sezione dell’Associazione Marinai d’Italia e del nostro sodalizio.
Vetralla Lezione di meteorogia alle classi terze della scuola media
UMBRIA
Per interessamento del presidente della sezione, m.llo sc. Mario Felli, di concerto con la preside prof.ssa Elisa Aquilani, l’11 maggio gli studenti delle
scuole medie della cittadina hanno assistito a una lezione di meterorologia tenuta dal col. Giancarlo Bonelli sull’effetto serra e le relative problematiche.
Castiglione del Lago Ricordato il m.llo pil. Mario Fumagalli Il 18 aprile la sezione ha ricordato il compianto m.llo pil. Mario Fumagalli che ne fu fondatore e a lungo presidente. Nell’occasione ha avuto luogo la donazione alla locale Amministrazione comunale di numerosi oggetti e ricordi che
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i familiari dello scomparso hanno voluto lasciare alla città e che, in una bacheca posta all’interno del Comune, ricorderanno ai cittadini le esemplari doti umane, morali e professionali del m.llo Fumagalli.
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SEZIONI E NUCLEI
ABRUZZO
BASILICATA
Assemblea annuale dei presidenti delle sezioni AAA abruzzesi
Melfi
Il 2 maggio, in una sala del Comune di Lanciano – dove hanno ricevuto il saluto di benvenuto dal sindaco della città Filippo Paolini si sono riuniti i presidenti
delle sezioni dell’Abruzzo che sono stati convocati dal presidente regionale AAA Rodolfo Durastante per discutere su alcune tematiche di comune interesse.
Il Gruppo ricerche storiche della sezione ha ricordato gli aviatori americani che il 15 aprile 1945, decollati dalla vicina base della 15ª USAAF di Venosa si schiantarono sul monte Vulture (v. anche pag. 32 di Aeronautica n. 8-9/2010). Alla ulteriore ricerca di oggetti o documenti relativi alla tragedia – nella quale perse la vita l’intero equipaggio del tenente Robert N. Larkin composto da nove aviatori - hanno partecipato testimoni e appassionati del luogo e lo storico dell Associazione
dei veterani del 485th Venosa Jerry Whiting al quale sono stati consegnati alcuni frammenti del B-24 Liberator precipitato, rinvenuti in questa occasione, per un simbolico loro ritorno negli Stati Uniti d’America. A conclusione dei lavori e nella ricorrenza dei 65 anni dalla sciagura, nella cattedrale di Melfi è stato celebrato un rito di suffragio, preceduto dalla posa di una croce commemorativa in ferro sul luogo dell’incidente.
PUGLIA Jacotenente Pescara Manifestazione su “D’Annunzio e Pescara: un legame indissolubile” Nell’ambito della settimana della cultura promossa dal ministero per i Beni e la attività culturali, il 24 aprile l’Archivio di Stato di Pescara e la sezione AAA hanno organizzato la manifestazione in titolo che ha avuto come relatori la dott.ssa Maria Teresa Iovacchini, direttore dell’Archivio di Stato di Pescara, il prof. Andrea Lombardinillo, docente di Comunicazione di massa e del mutamento so-
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ciale all’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, il col. Bartolomeo Di Pinto, presidente AAA di Pescara e l’avv. Loris Di Giovanni, presidente dell’associazione culturale PROASPE. Per l’occasione, nella sala esposizioni dell’Archivio di Stato, è stata allestita una mostra fotografica e documentaria con materiale messo a disposizione dall’Archivio di Stato stesso e dalla nostra Associazione.
La sezione ha patrocinato il 7° Torneo di Tiro con l’arco “Foresta Umbra”, svoltosi il 1° e 2 maggio, premiando successivamente con coppe e medaglie vari atleti partecipanti al Torneo stesso.
SARDEGNA Cagliari Il 23 aprile la sezione ha organizzato una conferenza sul tema “Ipertrofia prostatica benigna e maligna” che – tenuta dal socio
prof. Alberto Besson – è stata seguita con notevole interesse da un folto numero di appartenenti al nostro sodalizio.
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VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO E GITE T U R I S T I C O - C U LT U R A L I Alto Garda e Valle di Cavedine alla base aerea di Rivolto
Casalmaggore al 5° Stormo Arpino al Museo Storico AM a Vigna di Valle
Casamassima al Museo Storico AM Caserta a Loreto (foto) e in varie località delle Marche
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Catania alla Solfatara Tallarita
Cesano Maderno al 1° RMV
Cerea a Aquileia e Grado
Cisterna di Latina al 4° Stormo
Cologne a Roma
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Fermo al 61° Stormo Como al Museo Storico AM a Vigna di Valle
Firenze alla 46° Brigata Aerea
Forlì alla 46ª Brigata Aerea
Frosinone all’Abbazia di Casamari
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Fano alla Basilica di Loreto Grosseto alla Base elicotteri della MM a Luni di Sarzana
Latina al 5° Stormo
Manzano, Monfalcone e Campoformido, con soci di Cagliari, al RSST di Decimomannu
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Modena al 5° Reggimento “Rigel” dell’AVES a Casarsa
Novi Ligure e Genova al 1° RMV
Palestrina al Centro Sperimentale Volo
Saronno al 36° Stormo
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Ravenna al 50° Stormo
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Siracusa al 115° Deposito sussidiario AM di Vizzini
Tigullio al 51° Stormo
Taranto al 32° Stormo
Trino agli stabiimenti Alenia Aermacchi
Vallo di Diano a Chianciano, Firenze (foto) e Montepulciano
Zagarolo al 70° Stormo
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Zero Branco, durante lo “scambio visite” con la sezione di Varese, ai giardini del Palazzo estense, municipio di Varese
HANNO CHIUSO LE ALI - Serafino Sandroni (nucleo di Alberoro); - Gianpiero Moschin, Carlo Sambuelli (sezione di Alessandria); - 1° av. Giuseppe Censori, 1° av. Giulio Fazzini (sezione di Ascoli Piceno); - Arnaldo Formentini (nucleo di Asola) - ten. GArat Antonio Scagliusi (sezione di Bari); - 1° av. Gino Panciera, vice presidente di sezione (sezione di Belluno); - ten. Giorgio Setta (sezione di Bologna); - signora Agnese Zanoncello (sezione di Bovolone); - Giuseppe Vitale (sezione di Brindisi); - av. sc. Vincenzo Savignano (sezione di Campobasso); - Guerrino Bon (sezione di Campoformido); - av. sc. Armando Signoretto (nucleo di Cerea); - Venanzio Leoni (sezione di Cesena); - Giovanni Corinaldesi (sezione di Cittadella); - Antonio Ghezzi, Brunetto Mencacci, Michele Nocentini (sezione di Cortona); - signora Antonietta Piersantelli (sezione di Falconara); - soci benemeriti av. Otello Cuccagna e av. sc. Alessandro Rosi (sez. di Foligno); - av. Luigi Macchi (sezione di Gallarate); - Indo Ceccon, già consigliere e segretario di sezione (sezione di Genova); - m.llo sc. Emilio Bonatti, Paolo Cellini (sezione di Ghedi); - signora Marcellina Negri ved. Piccinelli (nucleo di Gorlago); - signora Marina Azzi (sezione di Grosseto); - Luigi Tortorelli (sezione di La Spezia); - m.llo sc. Giorgio Flavoni; s.ten. (to) arm. Roberto Marra, componente di equipaggi aerosiluranti, 1 MB e 3 Croci al VM sul campo (sezione di Latina); - av. Giovanni Sciocco, av. sc. Eligio Volonté (sezione di Legnano); - av. Gino Papa (nucleo di Lonato del Garda); - av. Giuseppe Balik (sezione di Melbourne); - m.llo sc. Luigi Amoruso (sezione di Mugnano-Calvizzano); - av. sc. Rodolfo Bearzot, av. sc. mot. Bruno Urizzi (sezione di Palmanova); - serg. GArat Mario Mordacci (sezione di Parma); - ten. col. (RO) Luigi Leonardi (sezione di Pesaro); - Paride Dalla Gatta, Attilio Onorati (nucleo di Pozzolengo); - av. sc. elettricista Valerio Nardi (sezione di Prato); - Vincenzo Barca (sezione di Putignano); - m.llo pil. Amilcare Lazzari, presidente onorario di sezione (sezione di Tarquinia); - cap. pil. Romeo Vian, presidente onorario di sezione (sezione di Treviso); - Vittorino Baldini (nucleo della Valtenesi); - Mario Zucchetti (nucleo di Vedano Olona); - av. sc. a. aut. Gildo Ginebri (sezione di Viterbo). Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.
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Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in tipografia il 15 aprile 2010
In quarta di copertina Uno “Special color” per l’ultimo F104 del 5° Stormo.
a cura di Gregory Alegi
Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66 Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@veant.it Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56
In copertina Il momento del giuramento del 12° corso della Scuola Marescialli AM di Viterbo. All’evento è dedicato l’articolo a pag. 4.
Libri
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. ISSN: 0391-7630
Ultimato il restauro di alcune parti dell’S.55 “Jahù” Il 30 marzo, presso il 10° Reparto Manutenzione Velivoli (RMV) di Galatina si è svolta la cerimonia per la riconsegna al Brasile – dopo il loro restauro - degli impennaggi e travi di coda dell’idrovolante Siai Marchetti S.55 “Jahù” (v. anche pag. 26 di Aeronautica n. 9/2007), unico esemplare esistente al mondo dell’aereo che fu protagonista delle trasvolate atlantiche di Italo Balbo. Il restauro è stato effettuato da un gruppo ristretto composto da personale militare e civile del 10° RMV che, in aggiunta alle normali mansioni di istituto, si è adoperato con entusiasmo, professionalità e grande passione per il ripristino di importanti componenti dell’aereo che tra breve rientreranno a San Paolo per ricongiungersi al resto del velivolo, all’interno del Museo della Fondazione ‘Santos Dumont’. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il generale (r) Josè Vicente Cabral Checchia, presidente della Fondazione ‘Santos Dumont’, la sig.ra Maria Ines Lopes Coutinho, direttrice del citato Museo, il colonnello Sergio Roberto de Almeida, Addetto Difesa Aeronautica dell’ambasciata del Brasile a Roma, il col. GArn Roberto Filippi, direttore del 10° RMV, il col. pil. Alessandro Bartomeoli, comandante del 61° Stormo e coloro che hanno effettuato il restauro, tra i quali il sarto, ora in pensione, di Galatina.
Guido Moltedo, E l’Italia prese il volo. Torino, UTET, 2010. Cm 15,5x 24, pp. 184. S.i.p.
nia dalla quale è partito il riassetto di gran parte dell’industria della difesa italiana. Disponibile in libreria Giovanni Palantra, 36° Stormo – Diario di 70 anni di gloria – Putignano, Grafiche Vito Radio Editore, 2009. Cm 24x30, pp. 320.
dell’Aeronautica Militare - ed ai suoi piloti e specialisti. Purtroppo il pregevole volume, riccamente illustrato con una grande quantità di fotografie e con, in appendice, gli accurati disegni a colori dei velivoli che hanno marcato la vita operativa del Reparto, non è in commercio in quanto stampato in un numero limitato di copie. (SB) Marco Albino Ferrari, La sposa dell’aria. 1893. Un’odissea alpina, Milano 2010, Feltrinelli, cm 14 x 20, pp. 204. Euro 14.
La collana sui protagonisti dell’industria della difesa italiana realizzara da UTET in base ad un accordo con Finmeccanica si arricchisce di una biografia di Renato Bonifacio, l’ingegnere napoletano che guidò Aeritalia dal 1974 al 1988. Moltedo, già vice direttore del Manifesto e autore della prima biografia italiana di Obama, parte da alcune raccolte di interventi pubblici e delle testimonianze di alcuni collaboratori di Bonifacio per stendere una sintesi che cattura lo spirito del periodo e indica alcune delle azioni principali svolte per trasformare le due anime “ex Fiat Aviazione” ed “ex Aerfer” in un’unica azienda di dimensioni e rilievo internazionale. Il racconto privilegia l’interpretazione al dettaglio, sottolineando bene le difficoltà iniziali e le innovazioni introdotte da Bonifacio, ma anche i due snodi cruciali dell’ingresso nel programma Boeing 767 e, all’opposto, del mancato ingresso in Airbus. Come sottolinea nella sua introduzione anche Romano Prodi, nella sua veste di ex presidente dell’IRI al quale Aeritalia faceva capo tramite Finmeccanica, quel treno era stato perduto alla nascita del consorzio europeo ed il tentativo di riprenderlo in corsa era ad un tempo troppo costoso e poco interessante sotto il profilo tecnologico. Bonifacio morì nel 1988, stroncato da un male incurabile. Poco più di un anno dopo, la sua Aeritalia confluiva in quella Ale-
Alla fine dell’anno scorso il Comando del 36° Stormo di Gioia del Colle ha presentato, nel corso di una cerimonia svoltasi in aeroporto, il volume “Diario di 70 anni di gloria”, relativo appunto alla vita di quel glorioso Reparto costituito a Bologna nel 1938. Il libro, opera del 1° maresciallo Giovanni Palantra, uno dei sottufficiali più anziani del “Trentaseiesimo”, ripercorre accuratamente, proprio come un diario quasi giornaliero, le vicende del Reparto che, nato come Stormo da bombardamento terrestre (1938-41), divenne via via aerosiluranti (1941-43), notturno (1944-48), trasporti (1948-55), Aerobrigata da interdizione strategica (1960-63) e, infine, nel 1966, Stormo caccia quale è attualmente. Vicende del reparto, abbiamo scritto, ma anche storia dei Gruppi di volo, dei mezzi e degli uomini che in esso si sono avvicendati, sovente protagonisti di eroismi e di sacrifici per onorare il motto “Con l’ala tesa a gloria o morte” di cui il 36° orgogliosamente si fregia e del quale sono significativa testimonianze le tante alte ricompense al Valor Militare concesse alla sua Bandiera di guerra – che ne fanno uno dei Reparti più decorati
Un imprenditore francese trapiantato a Torino resta vedovo e sposa la giovane figlia della domestica. Poi, sfruttando la propria passione per il volo in pallone, decide di sostituire al tradizionale viaggio di nozze un’ascensione con il suo aerostato “Stella”. L’avventura inizia bene, ma si muta presto in tragedia: il pallone si schianta in montagna, costringendo i due sposi ed i loro due compagni di viaggio ad una drammatica marcia nella neve per tentare di salvarsi. È questa la vicenda - oggi dimenticata ma che nel 1893 balzò all’onore delle cronache (dal Corriere della Sera all’Illustrazione italiana) – ricostruita dall’autore sulla scorta dei resoconti giornalistici e delle proprie escursioni sui luoghi in cui si svolse. Nonostante la relativa scarsità di informazioni, il risultato è al tempo stesso originale e godibilissimo, a conferma di quanto possa ottenere una prospettiva diversa da quella di settore. Disponibile in libreria
Cop AER_05 def_copertina AAA 26/05/10 20:05 Pagina 2
Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma
Uno “Special color” per l’ultimo F-104 del 5° Stormo
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N. 5 - MAGGIO 2010
Mensile - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma