e-FARCORO 1-2015

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Poste Italiane S.p.A.– Spedizione in abbonamento postale—70% CN/BO

Farcoro

Quadrimestrale dell’AERCO Associazione Emiliano Romagnola Cori

n° 1, gennaio-aprile 2015

Assemblea elettiva AERCO i programmi dei candidati

Grazia, Rispetto, Emozione: il Canto Gregoriano “Nokinà”

Bepi De Marzi presenta il suo brano


FARCORO

Quadrimestrale dell’Aerco Associazione Emiliano Romagnola Cori Gennaio-Aprile 2015 Edizione online: www.farcoro.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna N° 4530 del 24/02/1977 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - CN/BO. Direttore Editoriale Niccolò Paganini Comitato di Redazione Fedele Fantuzzi Giacomo Monica Puccio Pucci Andrea Angelini Edo Mazzoni Matteo Unich Grafica e impaginazione Elisa Pesci Stampa Onlineprinters.com, Germany Sede Legale c/o Aerco – Via Capo di Lucca 42 40126 Bologna Contatti Redazione: farcoro@aerco.it +39 347 9706837 I contenuti della Rivista sono © Copyright 2009 AERCO-FARCORO, Via Capo di Lucca 42, Bologna - Italia. Salvo diversamente specificato (vedi in calce ad ogni articolo o altro contenuto della Rivista), tutto il materiale pubblicato su questa Rivista è protetto da copyright, dalle leggi sulla proprietà intellettuale e dalle disposizioni dei trattati internazionali; nessuna sua parte integrale o parziale può essere riprodotta sotto alcuna forma o con alcun mezzo senza autorizzazione scritta. Per informazioni su come ottenere l’autorizzazione alla riproduzione del materiale pubblicato, inviare una e-mail all’indirizzo: farcoro@aerco.it.


indice

EDITORIALE di Niccolò Paganini e Fedele Fantuzzi

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ELETTIVA AERCO E PRESENTAZIONE DEI PROGRAMMI

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APOLOGIA GREGORIANA di Pietro Magnani

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NOKINA’

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LE NOSTRE RADICI

analisi del brano di bepi de marzi di Bepi De Marzi

60° della corale veneziani di Patrizia Cervellieri

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LE NOSTRE RADICI

don savino bonicelli di Andrea Caselli

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VOCALITA’

la voce e il proprio uso: come la voce si guasta di Daniele Farneti

p. 18 Corale Veneziani

p. 10 Apologia del Canto Gregoriano

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FARCORO

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editoriale

Il nuovo anno si apre con un appuntamento molto importante per la nostra associazione: le elezioni delle cariche sociali che si svolgeranno il prossimo 19 aprile a Bologna. Conclude il suo mandato il presidente M° Fedele Fantuzzi che non ha intenzione di ricandidarsi. In queste pagine ospitiamo un suo gradito e affettuoso saluto. Noi della redazione esprimiamo gratitudine per il suo generoso e competente lavoro e gli auguriamo ogni bene sia in campo artistico che in quello affettivo. In questo numero potrete leggere i due programmi elettorali che hanno presentato i candidati alla presidenza e i loro rispettivi “team”. Saranno disposti in ordine alfabetico rispetto al cognome del candidato presidente. Non abbiamo ritenuto opportuno, invece, inserire i rispettivi curricula che potete comunque consultare sul sito all’indirizzo www.aerco.it. Il lavoro che aspetta al nuovo presidente e alla sua “squadra” è particolarmente impegnativo e fin da ora auguriamo a tutti una competizione leale ma soprattutto un buon lavoro e pieno appoggio e sostegno a chiunque sia eletto. In una società che sta perdendo il senso di appartenenza è un segno positivo trovare persone che senza percepire un compenso offrano il proprio tempo e talento per il bene di altri. Tornando ai contenuti specifici della rivista, con molto piacere annuncio che per gli amanti del gregoriano da questo numero inizia una rubrica tutta per loro e per chi si vuole avvicinare o conoscere meglio questo meraviglioso e affascinante mondo musicale nel quale affondano le nostre radici culturali. Ringraziamo fin da subito tutti coloro che vorranno contribuire nelle prossime uscite. Siamo anche onorati di ospitare, nelle pagine dedicate al canto popolare, il brano “Nokinà” di Bepi De Marzi. Il grande maestro vicentino ci racconta come è stato composto e come si deve interpretare. Le parole stesse degli autori sono spesso un valido aiuto nel concertare al meglio una composizione per capirla e comprenderla in profondità. Festeggiamo il 60° di fondazione di una stupenda realtà come la Corale Veneziani. Queste sono le nostre radici che ci sostengono e ci rafforzano come anche personaggi quale Don Savino Bonicelli, che ci viene presentato in questo interessante articolo di Andrea Caselli, accompagnato da alcune composizioni originali del sacerdote. Come consuetudine ormai, grazie a Daniele Farneti, parliamo di vocalità e igiene vocale materia sempre utile e quanto mai necessaria per tutti, maestri, coristi o semplici appassionati del canto. Sperando che tutto questo sia di vostro gradimento, vi auguro una buona e proficua lettura.

Niccolò Paganini direttore editoriale

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editoriale

Ringrazio sentitamente il Direttore Paganini che mi ospita nella nostra rivista per un commiato come presidente e un breve bilancio di questa esperienza associativa. Innanzitutto credo di poter dire che il cammino intrapreso nel 2006 sia stato positivo per molti aspetti; ho trovato una equipe di persone davvero motivate, ricche di idee, competenti e appassionate, con tanta voglia di fare; insieme abbiamo cercato di lavorare in serenità e concretezza, dedicando energie, capacità e competenze per lo sviluppo e la crescita della nostra associazione. Sono aumentati molto i cori iscritti, di diverse tipologie e formazioni, abbiamo cercato di ampliare le proposte formative e musicali rendendole stabili, con particolare attenzione per il mondo dei piccoli. Da subito ci siamo proiettati nel futuro, sicuri che la pratica corale a tutti i livelli, fosse da incentivare con ogni mezzo a disposizione, come strumento formidabile di crescita non solo culturale e musicale ma depositaria di valori formativi “veri” per riscoprire il senso di aggregazione, dello star bene insieme e perché no della convivenza civile di cui oggi tanto abbiamo bisogno. Concludo con un grande “grazie” unito al profondo senso di riconoscenza per tutti i componenti la grande famiglia AERCO: Segreteria, Consiglio Direttivo, Commissione Artistica che negli anni mi hanno aiutato in questo compito colmando anche i miei limiti e formulo un augurio sincero affinché la nostra associazione sia sempre più disponibile alle esigenze concrete della nostra “vivace” coralità regionale. Buon canto a tutti Fedele Fantuzzi

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primo piano Cari amici Presidenti, Maestri e Coristi tutti, nell’anno in cui la nostra Associazione, la prima a carattere regionale fondata in Italia, si accinge a celebrare il rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2015-2017, faccio un appello a tutti voi per una grande partecipazione alla prossima Assemblea Generale Elettiva del 19 Aprile prossimo a Bologna. Come saprete dopo il mio terzo mandato ho deciso di lasciare spazio ad un nuovo gruppo di amici che Voi stessi con il vostro voto andrete a designare. Due sono i progetti presentati: a Voi scegliere quello che riterrete il più consono a condurre l’Associazione. In tal modo ho ritenuto giusto dare la possibilità a un ricambio dirigenziale che potrà dare un ulteriore impulso all’Aerco con la stessa dedizione, generosità e spirito collaborativo con cui noi abbiamo operato. Fedele Fantuzzi Presidente AERCO Bologna 28 febbraio 2015

AERCO

associazione emiliano romagnola cori associata alla FENIARCO - Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali via Capo di Lucca, 42 40126- Bologna tel. e fax 051/232943 e-mail: aercobologna@libero.it web: www.aerco.it

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ELETTIVA

E’ convocata l’Assemblea Elettiva dell’AERCO che si terrà in prima convocazione il giorno l’11 aprile alle ore 23.45 ed in seconda convocazione il giorno

DOMENICA 19 APRILE 2015 ALLE ORE 9.15 MILLENNHOTEL Via Boldrini, 4 BOLOGNA Ordine dei lavori: 1 Relazione morale del Presidente; discussione e votazione. 2 Illustrazione dei Bilanci; discussione e votazione. 3 Presentazione dei Progetti triennali e delle Candidature. 4 Votazioni e proclamazione risultati. 5 Cerimonia conclusiva Si prevede che i lavori potranno concludersi entro le ore 13,30. Il Segretario Puccio Pucci

Il sottoscritto……………………………….rappresentante del Coro……………….. delega il Sig………………………………..rappresentante del Coro……………….. a presenziare in sua vece all’Assemblea del 19.04.15 con pari facoltà di voto e parola. in fede ………………………

Si ricorda che ogni Coro può partecipare all’Assemblea con due Delegati entrambi con diritto di parola e di voto. Qualora partecipasse un solo rappresentante, questi ha diritto ad esprimere due voti. Ogni Coro potrà presentare al massimo due deleghe, cioè quelle di un solo coro.

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primo piano pubblichiamo di seguito, in ordine alfabetico, le due candidature alle cariche elettive AERCO e i relativi progetti presentati. i curricula dei candidati sono consultabili sul sito www.aerco.it candidatura n.1 ANDREA ANGELINI (Rimini, candidato alla carica di Presidente) MATTEO UNICH (Ravenna, candidato alla carica di Vice-Presidente) COSTANTINA SABA (Bologna, candidata alla carica di Segretario) Con la collaborazione di: GIACOMO MONICA (Parma, designato alla coordinazione artistica dell’AERCO)

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quando la tradizione incontra la tecnologia digitale!

Progetto per la rivitalizzazione dell’Associazione Emiliano Romagnola Cori AERCO duepuntozero15 è un progetto che mira alla valorizzazione delle realtà corali esistenti sul territorio e all’offerta di nuovi servizi agli associati tramite l’applicazione di tecnologie digitali che sono ormai alla portata di chiunque. Queste tecnologie, oltre ad abbattere alcuni costi, specie nella comunicazione, apporteranno migliorie, facilità di condivisione degli obiettivi, capillarizzazione sul territorio delle scelte adottate, incremento delle occasioni musicali per i cori, apprendimento a distanza. Vogliamo innanzitutto ringraziare la dirigenza uscente, in special modo il Presidente Fedele Fantuzzi, che ha traghettato l’AERCO da un’anacronistica concezione troppo centralizzata ad una nuova condivisione democratica dei ruoli. Da questo punto di partenza, solido poiché a partecipazione collettiva, vorremmo costruire un’AERCO che vada incontro alle sfide tecnologiche degli anni a venire. Purtroppo, o per fortuna, lo stereotipo dell’associazione quale forma sindacale di difesa degli interessi degli associati non esiste più; al giorno d’oggi è molto più importante una chiara offerta di servizi, altrimenti impossibili da ottenere in forma privata, piuttosto che un mero assistenzialismo di base. Cosa c’è sul territorio regionale? Quali sono le eccellenze misconosciute? Come fare e cosa fare per valorizzare questo patrimonio culturale? Cosa proporre affinché si realizzino quelle sinergie volte al miglioramento delle singole realtà? Se avrete la pazienza di leggere questo programma sino in fondo, vedremo di darvi risposte concrete. E’ nostro desiderio attuare nei prossimi tre anni questi progetti, semplici ma innovativi al tempo stesso. Naturalmente abbiamo bisogno di tanti collaboratori: motivati delegati provinciali, una forte e prestigiosa commissione artistica, esperti nelle varie discipline che saranno via via richieste. E’ una sfida che vorremmo lanciare ai cori della regione sicuri che tradizione e innovazione daranno come risultato quella rivitalizzazione che ci sta così a cuore tanto da avere adottato questo termine quale motto! Progetto Segreteria Una segreteria efficiente è alla base del successo di ogni associazione. Riteniamo l’attuale sede di Via Capo di Lucca 42 un valido ‘quartier generale’. E’ nostra intenzione potenziare la collaborazione con l’attuale addetto alla segrete-

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primo piano

ria Gian Marco Grimandi. La segreteria deve essere dotata di supporti informatici efficienti per poter assolvere al meglio alle proprie funzioni. Che cosa: • Una piattaforma informatica di gestione associativa. Esistono software appositi, controllabili via web (ovvero utilizzabili dall’ufficio, da casa, da dovunque ci si trovi...) in grado di gestire ogni incombenza tipica dell’associazione come gli iscritti, i pagamenti, l’invio di mail, newsletter, la prima cassa, il bilancio, i verbali di direttivi ed assemblee, la fatturazione, ecc...Un esempio concreto si trova a questo link: http://www.athenaportal.it • Backup online. Sono gravissime le conseguenze che si possono verificare in caso di furto o incendio degli apparecchi informatici dell’ufficio, di cancellazione dati dovuti ad una formattazione casuale o dolosa dei supporti di memorizzazione, ad un mancato avvio del computer stesso qualora non si abbia copia di backup degli stessi dati. Naturalmente il backup non deve essere ubicato in loco (potrebbe essere oggetto di furto e/o incendio anche il backup stesso) ma piuttosto in posizione remota ed accessibile facilmente agli autorizzati. Esistono soluzioni online economiche ed efficienti per fare questo. • Il Segretario avrà importanti compiti attuativi delle deliberazioni assunte dal Consiglio Direttivo e dall’Assemblea. Sarà responsabile del fundraising ovvero della capacità di raccogliere sponsorizzazioni sulla base di progetti associativi. Avrà a disposizione una firma digitale (rilasciata dall’autorità preposta) per la firma di atti e deliberazioni che saranno pubblicate sul web. • La facilità di comunicazione via mail avverrà anche attraverso l’attribuzione di un account ufficiale del tipo nome. cognome@aerco.it a tutte le cariche, compreso i delegati regionali. • L’ufficio di segreteria avrà anche un account di PEC (posta elettronica certificata) abilitata alla ricezione ed all’invio di documenti dei quali bisogna essere certi delle marche temporali e dell’avvenuto invio e ricezione. • Bilancio online. Questo sarà la chiave della trasparenza amministrativa di AERCO 2.015, ovvero la possibilità di consultazione per gli associati (tramite user e password) del bilancio dell’Associazione. • Condivisione delle informazioni. Il Presidente, il Vice-Presidente ed il Segretario avranno almeno una conferenza Skype ogni 15 giorni al fine dell’aggiornamento reciproco sulle questioni di normale amministrazione. Queste consultazioni saranno intensificate in caso di necessità urgenti. Verrà chiesto ai delegati provinciali di relazionare con frequenza trimestrale sulle iniziative adottate in loco. Sul sito web dovranno trovarsi tutti gli atti di pubblico dominio affinché venga veramente attuata la partecipazione associativa. • Feedback online. I progetti più corposi saranno sottoposti, una volta conclusi, al giudizio degli associati attraverso un questionario (in rete) che aiuterà il Direttivo e la Commissione Artistica al miglioramento dell’offerta. Progetto ‘AERCO in co.r.d.e.’ Questo progetto, che può essere letto in latino come ‘l’AERCO nel cuore’, sarà il contenitore musicale principale dei prossimi tre anni. Fatevi vostro il suo vero significato: COncerti, Ricerca, Didattica, Eventi. Dentro questo serbatoio verranno inserite le attività ideate ed organizzate dall’Associazione e quelle suggerite dagli associati. In particolare: • Valorizzazione della Rassegna ‘Itinerari di Musica Corale’ che saranno realizzati a cura delle delegazioni provinciali sul territorio. Scelta di un nuovo logo della rassegna e miglior comunicazione stampa. • Adesione al World Choral Day (seconda domenica di Dicembre) attraverso una manifestazione concertistica organizzata dall’AERCO. • Valorizzazione delle Rassegne locali e dei Concorsi Corali organizzati in regione. • Ricerca di brani inediti di musica antica. Le migliori trascrizioni saranno eseguite pubblicamente in concerto. • Ricerca etnomusicologica. • Istituzione del Coro Giovanile Regionale AERCO con funzioni di eccellenza esecutive e didattiche. • Concorso Nazionale per Direttori di Coro organizzato dall’AERCO (biennale).

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primo piano

• Concorso Nazionale di Composizione (biennale). • Corsi di alfabetizzazione provinciali (con verifica dei risultati ottenuti), master-class di perfezionamento, corso regionale per direttori in collaborazione con il Conservatorio di Bologna, Parma e Cesena. • L’AERCO nella scuola: progetti scolastici in collaborazione con l’Associazione. Questo comprenderà: 1) Istituzione di un Albo degli esperti di vocalità infantile; 2) Corsi di formazione per insegnanti di scuola primaria; 3) Repertorio online di canti popolari a una o due voci per la scuola primaria; 4) Riproposta dell’iniziativa di gemellaggio cori-scuole; 5) Collaborazione con il progetto “Un coro in ogni scuola” e circolari periodiche ai dirigenti scolastici. • aE-rco: progetto di e-learning a distanza su richiesta rivolta a direttori o complessi in difficoltà: singoli direttori di cori associati potranno rivolgere domande (tramite mail o collegamento Skype), previo appuntamento concordato, a membri della commissione artistica. • Collaborazioni coro e orchestra. • Giornata del Direttore e del Segretario di Coro: brainstorming, idee e progetti per una corretta capacità artistica e manageriale. Progetto AER-COmmissioni • Il successo dei progetti musicali associativi è imprescindibile da una Commissione Artistica formata da musicisti di rilievo. Alla coordinazione verrà designato il M° Giacomo Monica che possiede forti capacità progettuali già dimostrate in passato. • La capacità di spesa dell’Associazione sarà rapportata ad una sana gestione di bilancio. Siamo consapevoli che non è facile districarsi tra le normative fiscali che cambiano ogni giorno. Verrà pertanto istituita una Commissione Finanziaria di supporto al Direttivo che abbia compito anche di fundraising, ovvero della ricerca di sponsorizzazioni. • Pur non essendo una disposizione di legge o un obbligo statutario è nostra intenzione sottoporre il bilancio, prima della sua approvazione da parte dell’Assemblea, alla rendicontazione di un Collegio di Revisori. Questo per aumentare e garantire la trasparenza. Progetto Editoria e Comunicazione • FARCORO manterrà la sua linea editoriale attuale. E’ nostra intenzione continuare il rapporto fiduciario con il Direttore Niccolò Paganini sostenuto da un forte comitato editoriale. Date di uscita e scadenze per la consegna degli articoli dovranno essere fissate annualmente in modo da rispettare una certa continuità della rivista. Il sito della rivista in forma digitale www.farcoro.it sarà ampiamente diffuso anche oltre i confini regionali poiché ha una penetrazione maggiore rispetto alla formula cartacea. • La Segreteria curerà l’invio ai cori di una newsletter, con cadenza mensile, contenente notizie, avvisi, bandi e tutto ciò che non è possibile pubblicare su FARCORO, specialmente per motivi legati alla tempistica. • Il portale www.aerco.it è lo strumento principale di comunicazione segretaria-associati. Verrà individuato un webmaster responsabile degli aggiornamenti di carattere generale. Si rammenta che l’attuale piattaforma web consente ad ogni coro l’aggiornamento del proprio profilo e la pubblicazione di eventi locali. • Opere di ricerche storico-musicali e nuove opere di alto valore artistico potranno trovare la loro pubblicazione sia in forma cartacea che online. Per un’AERCO senza confini... Crediamo che, sulla scorta dell’Europa delle Regioni, anche l’AERCO non debba limitare il suo raggio d’azione ai naturali confini geografici. Si auspicano pertanto forti condivisioni e collaborazioni con le strategie seguite da FENIARCO. Alcuni progetti potranno essere svolti in comune accordo con altre Associazioni Corali Regionali, in special modo quelle limitrofe (l’unione fa la forza!). Attenzione sarà anche dovuta alle linee guida e ai progetti promossi da European Choral Association (ex Europa Cantat) e all’International Federation for Choral Music.

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primo piano

candidatura n. 2 PIER PAOLO SCATTOLIN (Bologna, candidato alla carica di Presidente) PUCCIO PUCCI (Bologna, candidato alla carica di Vice-Presidente) ROSANNA ODORISIO (Bologna, candidata alla carica di Segretario) Programma per la candidatura alle cariche elettive aerco Obiettivi sociali • ricostruzione del senso sociale ed etico di appartenenza all’associazione: prioritarie sono le scelte di attività organizzative e musicali emergenti da questi due presupposti • predisposizione allo spirito di servizio di tutti i componenti il consiglio direttivo e della commissione artistica • iniziative volte a motivare la partecipazione dei cori associati, la partecipazione dei direttori all’attività di formazione ma anche dei cantori alle riunioni ed ai concerti incentivandone la gratificazione Obiettivi organizzativi - comunicazione e segreteria • per ripristinare il legame fra coro iscritto e associazione un ruolo fondamentale e prioritario assume la comunicazione tra direttivo e cori associati e fra gli stessi cori associati con particolare attenzione alla comunicazione on line • l’ufficio di segreteria operante come punto di riferimento informativo e organizzativo deve essere dotato degli strumenti tecnici necessari per il suo aggiornamento e normale funzionamento compatibilmente con le risorse umane ed economiche amministrabili: il segretario esercita un ruolo di fondamentale collegamento fra l’ufficio ed il consiglio direttivo approfondendo dettagliatamente i criteri ed i mezzi della comunicazione sia all’interno con i delegati e la commissione artistica sia verso i cori associati • autonomia nei rispettivi ruoli e competenze delle delegazioni provinciali e della commissione artistica • integrazione nel consiglio direttivo fra le proposte della commissione artistica e le decisioni e le scelte delle delegazioni provinciali • ricognizione delle iniziative musicali localizzate e attive nelle province: i delegati si fanno parte attiva nelle rispettive province per riunire in assemblea i cori associati e discutere le proprie attività, i progetti, le richieste, alla presenza della presidenza e/o di un membro della commissione artistica per prenderne conoscenza diretta al fine di valorizzare al massimo i progetti e le attività esistenti in autonomia • impegno della presidenza e della commissione artistica di fare visita a ciascun coro associato e a presenziare agli eventi più rappresentativi cui fossero richiesti • obiettivo dell’autofinanziamento nelle attività associative cui l’associazione assume un ruolo di compartecipazione: nei criteri valutativi anche quelli relativi ai costi organizzativi • informatizzazione dei bandi Obiettivi musicali 1. formazione • sviluppo della didattica corale attraverso l’attività dei compositori; • separazione fra la formazione per cantori e quella per direttori • formazione riguardante l’uso di software di videoscrittura musicale • corsi di base e corsi avanzati con approfonditi obiettivi didattici costruiti e organizzati sulla scorta di criteri di eccellenza e sull’idea della continuità e non meramente distibuitivi nelle materie e nelle docenze, ivi compresi i masterclass

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• rotazione e scambi fra direttori in attività di studio e concertistica che favorisce il concetto di laboratorio didattico svolto da ciascun coro in tale occasioni: in questo modo si rende più chiara l’idea del corso permanente per i direttori • indirizzo della didattica verso i corsi decentrati ed il decentramento didattico • collaborazione con istituzioni didattiche come complementarietà agli obiettivi accademici • incentivi per la creazione di un repertorio composizioni vocali e strumentali per voci bianche e giovanili atto a sviluppare la qualità della proposta didattica dell’attività corale nelle scuole; spazio anche alla tecnica dell’improvvisazione • incentivi verso i cori che iniziano l’attività di voci bianche e in genere verso progetti di avvicinamento al canto anche nelle scuole; meeting per cori di voci bianche • attenzione e collaborazione con le iniziative della coralità di carattere liturgico 2. ricerca • fonti: archivio stelutis gioiello etnomusicologico italiano e concorso di composizione ad esso collegato • musica antica di provenienza locale musica popolare • musica contemporanea 3. eventi concertistici • eventi che coinvolgano l’associazione, una manifestazione davvero corale • la giornata del direttore come sviluppo di attività didattica e concertistica • progetto musicale che coinvolga l’associazione sul tema della Grande Guerra proposta di rassegne a tema con repertorio comune a cori partecipanti • concorsualità di carattere locale con obiettivo pedagogico-formativo e per incentivare la reciproca conoscenza e gli scambi artistico-didattici • Expo 2015 interessante possibilità per l’aerco di far conoscere alcune sue peculiarità 4. pubblicistica • Ricerca di una linea editoriale della rivista e del ripristino dei quaderni nella ricerca di una maggior efficacia soprattutto come strumento nella comunicazione e diffusione della ricerca e dell’attività artistica dell’associazione.

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gregoriano

APOLOGIA GREGORIANA invito al canto gregoriano

di Pietro Magnani

Alla signora colornese, che sta tornando a casa con

GRAZIA – Questa parola accorpa molti significati. Ma più di tutti, la grazia è la qualità di chi tende alla perfezione, di chi vuole elevarsi dalla musa pedestre e raggiungere un livello superiore. Obiettivo di ogni espressione umana, che la perfezione sia un’idea o un’Entità, questa oggi è una scelta personale. Il gregoriano tende a due perfezioni: una spirituale, che punta direttamente a Dio, ed una musicale. Quest’ultima si esprime in una maniacale ricerca della precisione, esemplificata al meglio dai neumi, quelle “piccole zampe di mosca”, come vennero chiamate, che costituiscono il sistema di notazione del repertorio gregoriano antico*. Il significato di ogni segno – studiato dalla semiologia – varia a seconda non solo della forma che assume, ma anche della posizione che ha nel contesto. L’interpretazione dei neumi e la loro esecuzione musicale è di fatto la ricerca di una perfezione, non diversa, se non per forma, da quella di chi ha fissato sul foglio quei segni. È la restituzione cantata della grazia gregoriana.

la spesa per dar da cena al marito, viene fatta una domanda: «Signora, Lei cosa ne pensa del Canto Gregoriano?». Tra le molte risposte possibili – non escludendo né il silenzio (ci ignora) né il Mi brucia l’arrosto (sarà vero?) – quella più verosimile potrebbe essere “non so”. Ma possiamo perdonare la signora colornese: vive in un paese, magari non ha mai sentito del gregoriano. A venti minuti circa d’automobile (non siamo più in un paese), la situazione è simile: stessa apprensione culinaria. Un dato nuovo, però, leggiamo sulle nostre carte: al neutro “non so” s’aggiunge un più interessante «Gregoriano, bello, sì, ma dopo un po’...». Diplomatico amor d’aposiopesi! Stessa risposta dopo un’ora di treno (non siamo più in una città) e dopo un’ora d’aereo (non siamo più in un capoluogo). Quei tre puntini sono un messaggio importante. L’idea che il gregoriano sia una musica vecchia e noiosa è abbastanza diffusa. Il problema, oltre che d’ignoranza, riguarda l’approccio alla materia. Non saranno queste poche righe a darne una soluzione, e nemmeno si propongono di farlo. Vorrebbero soltanto dare qualche spunto di riflessione per chi desidera approcciarsi al gregoriano. Chi vi parla non è un ricercatore, né uno studioso: ciò che scrive gli è dettato dal quel poco di esperienza che sta maturando in lui con la pratica costante del canto. Lo spirito del gregoriano si può riassumere nella formula GRE: Grazia, Rispetto, Emozione.

RISPETTO – Il canto esige rispetto. È tramite il rispetto che si compie il primo passo verso la grazia. Senza di lui non esiste tensione alla perfezione, senza di lui si rimane nella volgarità. Se questo è vero in generale, è ancor più vero per il gregoriano, il quale ne esige due forme: il rispetto per il testo, che è parola sacra e generatore del canto, ed il rispetto per il neuma, perché possa essere interpretato degnamente. Ed è proprio il neuma l’incarnazione del rispetto: *  Per un esempio di notazione neumatica, cfr. Immagine 1.

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(introito) della messa del giorno di Pasqua, uno dei momenti più importanti dell’intero anno liturgico. Sicuramente un giorno di gioia, dato dall’annuncio della vittoria sulla morte e della resurrezione di Cristo. Eppure, l’espressione di gioia e di giubilo non trova risoluzione musicale come ci aspetteremmo: nessuna esagerazione, nessuna enfasi, nessuna pomposità. Al contrario: sobrietà estrema, se paragonato all’occasione liturgica. La melodia si muove nello spazio ristretto di poche note (una sesta, in cui i due estremi sono toccati raramente; di fatto quindi la maggior parte del canto si svolge nell’ambito di una quarta), che non ha slanci enfatici (non vi sono intervalli melodici superiori alla terza). Anche il modo (IV modo) contribuisce a dare al brano un’apparente espressione di mestizia. esso dimostra tutto il riguardo che il notatore ha avuto del testo sacro e della musica. Un’opera d’arte come l’Antifonario di Hartker non potrebbe essere nata senza un estremo rispetto della pagina, del canto, della Parola. Il monaco Hartker (morto nel 1011) dell’abbazia di San Gallo volontariamente si rinchiuse nella sua bassa cella, tanto bassa che non poteva stare in piedi, e trascrisse l’intero repertorio dell’ufficio delle ore (parliamo di centinaia di brani). Al di là dello spirito di abnegazione fuori dal normale – per cui ebbe l’appellativo di “reclusus” e venne fatto Beato –, il messaggio che trasuda dal manoscritto di Hartker è proprio il grande rispetto per il testo musicale, per neuma e Parola, quel rispetto che il curvo monaco ha nell’offrire la sua opera a San Gallo assiso in trono, sotto la manona benedicente di Dio, nella miniatura che apre il codice**. EMOZIONE – È scontato dire che per cantare bene bisogna emozionarsi? No. E nemmeno è scontato dire che per cantare bene bisogna emozionare. Non l’emozione-spettacolo – calcata e cercata a tutti i costi da certe barbarie televisive – ma un’emozione controllata, e proprio per questo sincera e profonda. Se si vuole comprendere l’emozione gregoriana, basterà sentire un brano: Resurrexi. È il canto d’ingresso

In conclusione, riporto un pensiero di Claude Debussy. Egli visse negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento in cui Parigi, capitale culturale d’Europa, si scopriva avanguardista e al tempo stesso riscopriva il repertorio antico – barocco, rinascimentale,

**  Cfr. Immagine 2.

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gregoriano –, quest’ultimo soprattutto su contributo della Schola Cantorum di Vincent d’Indy, nonché dei monaci di Solesmes (i quali iniziarono la loro opera di restaurazione del canto gregoriano già alcuni decenni prima del Novecento). In quel periodo dunque, tra il 1901 e il 1912, il compositore scrisse alcuni articoli di musica, pubblicati su riviste quali La Revue blanche e Gil Blas e successivamente riuniti nel volume Il signor Croche anti- dilettante (1921). In uno di questi, intitolato Virtuosi (apparso su La Revue blanche nel 19B1), Debussy pone in una linea di continuità il canto gregoriano, i “primitivi” – cioè Palestrina, Victoria e Orlando di Lasso – e Bach, accomunati dalla capacità di gestire l’“arabesco musicale”, quel «principio dell’‘ornamento’, che è alla base di tutti i tipi di arte»*** (Debussy tiene a precisare che ‘ornamento’ non ha il significato comune datogli dalle grammatiche musicali). Scrive Debussy: «Nella musica di Bach non è il carattere della melodia a commuovere, ma la sua curva; [...]. Questa concezione ornamentale è propria di quella musica che acquisisce la sicurezza di un meccanismo per impressionare il pubblico e far sorgere le immagini. Non si creda a qualcosa di innaturale o artificioso. Essa è invece infinitamente più “vera” dei poveri gridolini umani con cui il Dramma lirico prova a vagire. Conserva inoltre tutta la sua nobiltà, senza mai accondiscendere ad adattarsi a quei bisogni di sentimentalismo esibiti da coloro che pretendono di “amare tanto la musica”; essa, sdegnosamente, li costringe al rispetto, se non all’adorazione»****. Debussy sta parlando di Bach, ma indirettamente parla anche della triade “primitiva” e, ovviamente, del gregoriano, il parente protoplasto di tutti, se-

condo quella linea che egli stesso ha tracciato. È una descrizione che risponde benissimo allo spirito del gregoriano e che integra i concetti di grazia, rispetto ed emozione che poco sopra ho cercato di illustrare. Credo che non ci sia miglior gomma per cancellare quei tre puntini, ed invito chi sarà arrivato in fondo a queste prolusioni ad un approccio pratico al gregoriano: cantandolo, spero proverete quel che ho scritto, credo proverete quel che scrisse Debussy e sicuramente non brucerete l’arrosto.

Lo spirito del gregoriano si puo’ riassumere nella formula GRE: Grazia, Rispetto, Emozione.

***  Claude Debussy, Il signor Croche antidilettante, a cura di Valerio Magrelli, Adelphi. ****  Ibidem

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canto popolare

NOKINA’ ANALISI DEL BRANO DI BEPI DE MARZI di Bepi De Marzi

A settant'anni dalla fine della guerra c'è ancora chi

nega le nefandezze del nazifascismo. In meno di dieci anni, Hitler ha fatto diventare i tedeschi un popolo di criminali. Mussolini, in vent'anni, ha trasformato gli italiani in marionette. Anch'io ho fatto in tempo a marciare obbligatoriamente ogni sabato pomeriggio vestito da figlio della lupa. Mi vergognavo e scappavo dalla squadra che camminava senza ragione lungo le strade del paese al ritmo ossessivo dei tamburi. Il lunedì, con gli assenti al sabato fascista, dovevo stare inginocchiato dietro la lavagna durante la ricreazione. A poco più di vent'anni sono andato in Germania Occidentale a cantare e a suonare il pianoforte nei locali notturni. La domenica mattina, ben pagato, mi chiamavano a suonare l'organo nelle chiese protestanti. In due anni ho imparato a improvvisare sui Corali luterani, ho vissuto una inimmaginabile serietà liturgica e mi sono innamorato di Bach. Con una tenerissima ragazza di origine ebraica, che era tornata con pochi parenti dagli Stati Uniti, andavo nei giorni liberi a visitare i campi di sterminio che parevano ancora intatti. Sono arrivato, con permessi ottenuti dalla famiglia di lei, fino a Buchenwald, nei pressi di Weimar, e più su, in Polonia, nell'orrore di Auschwitz. E non ho più dimenticato. Questo canto, che propongo anche in versione maschile con i miei Crodaioli, mi è stato suggerito da una signora ebrea sopravvissuta anche alla Marcia della morte, da Auschwitz a Lüneburg, nei mesi di gennaio e febbraio dei 1945. La parola è una mia invenzione. Ho sempre amato far canti con un breve effetto sillabico: Jola, Nana oh, Le voci di Nikolajewka... La melodia viene dalla

mia tormentosa passione per il modo minore: otto semifrasi con la conclusione alla dominante per poter proseguire. Nella prima ripetizione aggiungo un controcanto al basso. La seconda è un "ponte armonico", con un crescendo disperato verso la parte finale da eseguire con la massima sonorità possibile, dove la melodia è affidata alle voci interne e al basso. Nei miei pensieri, per le quattro parti conseguenti c'è questa intenzione narrativa: L'arrivo ad Auschwitz. Due voci per sottolineare la tragica "selezione". Il "ponte" per l'entrata incredula nella Camera a gas. La morte tra le urla. La conclusione con due semifrasi prese dall'inizio è un'aggiunta che sinceramente non mi soddisfa, che trovo scontata, per niente originale. Ci penserò alla pubblicazione ufficiale. Nella versione a voci pari ho tralasciato il breve finale perché, con le voci maschili che permettono una maggiore varietà dinamica, ho voluto terminare con una sonorità più intensa che, volendo (come propongo in questi giorni), può spingersi fino al fortissimo.

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Farcoro - primo piano




le nostre radici

60° anniversario della corale veneziani di ferrara di Patrizia Cervellieri

“Là dove senti cantare, fermati: gli uomini malvagi non hanno canzoni.” Proverbio cinese

Il 2015 appena iniziato si apre con i festeggiamen-

Milano come direttore del coro scaligero. Veneziani pose la sua esperienza e il suo entusiasmo nella nuova attività, assumendone la direzione e l'organizzazione artistica. Da allora l'Accademia, che nel 1958 prese il nome del primo direttore, ha svolto un'intensa, ininterrotta e qualificata attività concertistica in centinaia di concerti, tournée, convegni e rassegne in Italia e all'estero, dedicandosi specialmente alla polifonia di scuola ferrarese del Rinascimento. Fu poi diretta dal maestro Emilio Giani in numerosi e prestigiosi concerti in Italia e all’estero, il direttore e organista bolognese arricchì considerevolmente il repertorio del coro e realizzò il primo disco di "Musiche sacre ferraresi del sedicesimo secolo", con il maestro Giani partecipò inoltre al concorso internazionale di canto corale di Montreaux. Dal 1980 al 2000 ne è stato direttore il maestro Pierluigi Calessi, compositore e docente di Armonia e Contrappunto al Conservatorio musicale "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, che ha inserito nei programmi del coro musiche di autori contemporanei e opere sinfonico-corali; sotto la sua direzione, sono state eseguite ulteriori incisioni discografiche: Missa Her-

ti per il sessantesimo compleanno dell’Accademia Corale “Vittore Veneziani” della Città di Ferrara, la storica associazione musicale estense che vanta natali illustri e una brillante carriera tuttora conosciuta e apprezzata in Italia e all’estero, grazie alla ininterrotta attività concertistica e discografica alla guida di stimati direttori e alla collaborazione con prestigiose formazioni. Una carriera costellata di trasferte, riconoscimenti, successi e premi in concorsi nazionali e internazionali, come il Premio Willaert e il Premio Stampa assegnato dai giornalisti ferraresi nel 1989 "a riconoscimento dell'incessante impegno di perfezionamento artistico e professionale e del prestigio acquisito, nel nome di Ferrara, con l'attività concertistica realizzata in Italia e in tanta parte d'Europa". La costituzione dell'Accademia Corale "Città di Ferrara" risale al 1955 e ha visto come promotori Mario Roffi, presidente dell'istituzione per delega del Sindaco e instancabile organizzatore di eventi culturali fino alla scomparsa nel 1995, Renzo Bonfiglioli vice presidente, e il maestro Vittore Veneziani, rientrato nella città natale dopo un trentennio trascorso a

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Barcellona (Spagna) ed il 5° posto al Concorso Internazionale di Musica Corale di Rimini, rispettivamente nel 2003 e 2007. Ha inoltre inciso il CD “Melodie sempre VERDI” con l’orchestra a plettro “Gino Neri” e ha effettuato un’ulteriore tournée nei Paesi Bassi. Dal gennaio 2009 è stato direttore del coro il maestro Stefano Squarzina, direttore d’orchestra e autore di composizioni e trascrizioni eseguite da diverse formazioni strumentali e composizioni originali per orchestra a plettro per la prestigiosa Orchestra a plettro “Gino Neri”, ulteriore fiore all’occhiello dello scenario musicale ferrarese nel mondo. Dal settembre 2011 al dicembre 2014 il sodalizio corale è stato diretto dal maestro Giordano Tunioli che ha conseguito importanti premi nazionali ed internazionali per la sua attività di compositore e ha inciso per la D.G. con Claudio Abbado l'opera Don Giovanni, inoltre è stato direttore del Conservatorio Statale di Musica “G. Frescobaldi” di Ferrara. Con lui la corale ha eseguito numerosi concerti e ha partecipato alla manifestazione di solidarietà " Musica per l'Emilia - E' tempo di ricominciare”, organizzata dal coro polifonico di Rivarolo (To). Dal gennaio 2015 il coro è diretto da Maria Elena Mazzella, docente di Direzione di coro e Composizione corale presso il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, specializzata in Musica sacra e Canto gregoriano e preparatrice vocale presso realtà corali in tutta Italia e presso comunità religiose e monastiche. Con la nuova direttrice, l’ensemble estense è già impegnato in un’intensa attività di studio e programmazione artistica per la stagione 2015/2016.

cules Dux Ferrariae di Josquin Des Pres, Requiem op. 48 di Gabriel Faure', Schicksalsield op. 54 di Johannes Brahms, Canti spirituali d’Israele, su armonizzazione del Maestro Veneziani, e si sono effettuate numerose tournées all’estero (Gran Bretagna, Romania, Francia, Spagna, Croazia, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Russia, Stati Uniti, Israele, Belgio). La corale si è inoltre aggiudicata il terzo premio al 28 Concorso Nazionale di Vittorio Veneto nel 1993 e, nel 1994 ha vinto il secondo premio al sesto Concorso Internazionale di Verona. Dal settembre 2000 a tutto il 2008 il coro è stato condotto dal maestro Giuseppe Bonamico. Sotto la sua direzione il coro ha ottenuto il 2° posto al 6° Festival Corale Internazionale di Canto Popolare di

Accanto all' aspetto artistico e di promozione culturale, è da sottolineare l'aspetto socializzante ed educativo svolto dal coro; “Dove dei compagni cantano bene, non può esservi malvagità, non restano qui le ire, le liti, l’odio e l’invidia” (Martin Lutero, Canti Spirituali, 1545). Non è infatti retorico affermare che nessun’ altra esperienza musicale è in grado di coinvolgere e di creare una tale armonia di persone di ogni condizione, età e cultura.

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Oggi l'Accademia Corale "Vittore Veneziani" della Città di Ferrara, il cui presidente per delega del Sindaco è Francesco Guagliata, continua la strada intrapresa dal suo fondatore, avvicinando sempre nuove persone alla musica, impegnata nel recupero, nella salvaguardia e nella diffusione della 1 . nvnvxnbcc cxx .m.grande letteratura corale di ogni tempo.

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DON SAVINO BONICELLI musicista e compositore di Andrea Caselli

Il primo approccio alle musiche di Don Savino, av-

venne per me con una sua composizione corale, dal titolo ”Ave Maris Stella”, inno a quattro voci miste che faceva parte del repertorio del coro polifonico di Reggio Emilia diretto dal Maestro Giuliano Giaroli, brano che lui stesso inseriva con frequenza negli innumerevoli concerti e Messe a partire dalla sua fondazione nel 1982. Il 1995 fu l’anno del mio ingresso al coro, fino al 2001 quando Giuliano ci lasciò prematuramente dopo una fulminante malattia. Ricordo con profonda emozione i concerti tenuti nelle chiese di Reggio ma in particolare la serie di concerti che tenemmo a Spoleto nell’ambito del Festival dei Due Mondi nelle stagioni 1996 1997 e 1998. In una di queste esibizioni eseguimmo come “BIS” un’Ave Maris Stella che risuonò con notevole effetto nelle navate della chiesa di S. Eufemia, splendida costruzione in stile romanico a pochi passi dal Duomo spoletino. Gli applausi furono sinceri e accolsero favorevolmente il coro e la scelta del repertorio proposto quella notte. Al termine di questo fuori programma, il maestro Giaroli fu avvicinato da un signore distinto che era tra il pubblico, il quale gli domandò chi fosse l’autore di questo inno mariano. Prontamente il maestro con la sua voce squillante e piena di orgoglio disse: “Il compositore dell’Ave Maris è Don Savino Bonicelli, che fu il mio primo maestro di musica !” Il signore che poi si presentò come un musicista romano in vacanza a Spoleto, non fece altro che fare apprezzamenti sul brano chiedendo informazioni su don Savino compositore. Non so cosa rispondesse il maestro Giaroli a riguardo, ma posso dire che sicuramente ne parlò bene e, a distanza di venti anni da

quell’incontro, posso dire che don Savino fu veramente un musicista degno di rispetto e attenzione, specialmente dopo aver scoperto molte sue composizioni presenti presso l’archivio parrocchiale a Villa Minozzo. Dopo questa mia premessa, che può apparire lontana dal mio intervento, chiarisco perché ho voluto citare il Maestro Giaroli per arrivare a don Savino. I due nomi sono legati tra loro: uno fu allievo dell’altro durante il periodo in cui il parroco “montanaro” fu insegnante di musica e matematica presso il seminario minore di Marola. Personaggi impregnati di una profonda conoscenza della musica e del canto sacro, i quali uno prima e uno poi, hanno potuto approfondire gli studi musicali a Roma presso il Pontificio Istituto di musica Sacra. Ricordando Don Bonicelli a trent’anni dalla morte e centodieci dalla sua nascita, in questo mio contributo alla pubblicazione, vorrei illustrare in sintesi la figura del don Savino musicista. Da quando dal 2007 mi è stato chiesto di dirigere Il “Gigante” di Villa Minozzo, sono potuto entrare in contatto con quella che è stata la figura di don Savino sotto l’aspetto di musicista e compositore: la sua Villa, la sua gente, i suoi allievi del corso di orientamento musicale da lui stesso istituito, fino ad alcuni dei miei coristi che l’hanno conosciuto non solo come parroco, ma anche come musicista e insegnante di coro. La vera sorpresa però è arrivata dopo aver preso visione delle sue musiche manoscritte contenute nell’archivio parrocchiale. Immediatamente dopo il mio insediamento al coro,

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alcuni cantori mi parlavano di alcune opere di Don Savino custodite in un armadio in canonica, ma a cui nessuno prima d’ora aveva messo mano se si esclude un recente riordino in cartelle dei suoi manoscritti curato da Padre Alfio Filippi alcuni anni addietro. Sistemazione fatta per non disperdere quello che, per la quasi totalità, dalla morte di don Savino era arrivato integro ai nostri giorni. Potendo finalmente accedere all’archivio, mi è balzato subito agli occhi, accanto ai suoi manoscritti, un sostanzioso corpus di partiture di vario genere, che comprendevano dagli spartiti per pianoforte delle sonate di Beethoven, alle opere per organo di Bach e autori vari, alle partiture di alcuni melodrammi, raccolte di canti popolari, nonchè trattati di armonia e contrappunto e opere musicologiche. Tutto questo a dimostrazione della preparazione e conoscenza della musica a tutto tondo che Don Savino possedeva: preparazione e competenza che si é poi riversata nel suo estro compositivo. Citare in questo mio intervento tutte le opere di don Savino é in pratica impossibile; non solo per ragioni di spazio e per i tempi ristretti della stesura di questa pubblicazione, ma soprattutto perché allo stato odierno, credo che non tutte le sue musiche siano conservate a Villa. La soppressione del Seminario minore di Marola e di Albinea e i traslochi che lo stesso don Savino fece nel corso degli anni, non ha contribuito certo a custodire in maniera integrale le sue musiche. Lui stesso non ha mai redatto un catalogo con numero d’opera, o un semplice elenco delle sue composizioni; fa eccezione un foglio autografo, datato 31 agosto 1969 e scritto su richiesta della locale Pro-Loco, per una pubblicazione sull’anniversario dei suoi venticinque anni di attività pastorale a Villa Minozzo e dei quaranta dalla sua ordinazione. Per colmare queste lacune si è deciso in collaborazione con il comitato parrocchiale e con l’ausilio di Omar Campi e Gianluca Togninelli, amici e colleghi musicisti, di redigere con la più scrupolosa meticolosità una sua “Opera Omnia”; lavoro che è tuttora in corso di completamento, e che mi auguro terminerà a breve. Le partiture autografe delle musiche conservate nell’archivio di Villa, sono scritte su carta penta-

grammata di vario tipo e forma: da fogli d’album non rilegati, a piccoli quaderni cuciti a mano con ago e filo fino a veri e propri “brandelli” di carta da musica, utilizzata per altre sue composizioni o esercizi di armonia e contrappunto. Suscita curiosità un foglio d’album sul quale don Savino ricopiò il mottetto a cinque voci: “Tu es Pertus” composto a Roma. Nel retro del foglio compare un’annotazione di suo pugno: “ N.B : questo foglio di carta da musica mi è stato regalato dal card. Giovanni Mercati”. L’alto prelato nato nel 1866 e morto nel 1957 a Roma, era originario di Villa Gaida RE e molto probabilmente fu un fervente sostenitore dell’estro musicale e artistico di don Savino. Come possiamo immaginare lo stato del “corpus” musicale non è dei migliori: la conservazione della carta e l’inchiostro rendono le musiche poco leggibili; per questi motivi lui stesso sul finire degli anni ’80 del novecento trascrisse in “bella copia” su alcuni album di musica, le sue musiche annotandovi anche correzioni e revisioni rispetto ai manoscritti originali. Gli album sono numerati dall’uno al cinque, ordinati con un indice scritto a mano all’interno; sulla copertina compare la seguente dicitura: “versione definitiva che annulla tutte le altre”.Confrontando però le musiche scritte nei fogli staccati con quelle degli album, ci si accorge che non tutte sono state ricopiate Per citarne alcune: “Inveni David” offertorio a 3 voci dispari, “Litanie alla Vergine” per doppio coro, un “Justus ut Palma” a 8 voci, ed altre composizioni tra le quali un pezzo per pianoforte e voce dal titolo “Alla Mamma” su testo di Leonida Togninelli. Le musiche di Don Savino sono pressoché quasi tutte inedite, tuttavia se ne conoscono alcune che furono pubblicate quando egli era in vita e altre dopo la sua scomparsa: • due “Ecce panis” pubblicati su “Cantiam col labbro pio”nel 1947 (solo la melodia) • un inno al vescovo pubblicato su “Cantiam col labbro pio” nel 1934 (solo la melodia) • Panis Angelicus – Ecce Panis – Tantum Ergo pubblicati nella raccolta ”Schola Cantorum” AAVV pubblicato dalle edizioni Carrara di Bergamo

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Tra le sue composizioni eseguite dopo la sua morte, ma mai pubblicate cito : • Messa in Italiano a quattro voci che viene ancora eseguita a Villa dal coro il Gigante e, sempre della stessa, una versione a quattro voci pari cantata dal coro Val Dolo di Toano del quale sono stato direttore dal 1994 al 2009. • Ave Maris Stella nei repertori dei cori Polifonico di RE , Corale il Gigante di Villa Minozzo , coro Mundura di Montalto di Vezzano e dalla Corale Puccini di Sassuolo.

in lingua italiana, come ad esempio: “Spirito di Dio, “Or sull’Altar”, ”Ti preghiam con viva fede”: canti pensati per la nuova liturgia, che pur moderni per quegli anni, conservano tutt’oggi in ambito liturgico una loro dignità e valenza musicale degna di nota. Possiamo tuttavia farci un’idea di questo autore, attraverso alcuni scritti del compianto mons. Guerrino Orlandini amico e collaboratore di don Savino, nel trigesimo della sua scomparsa, articoli comparsi sulla Libertà (periodico della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla) nel febbraio del 1983. Il giovane Savino entrò in seminario nel 1916 ed ebbe come suo primo insegnante di musica Don Giuseppe Farioli, benedettino e musicista originario di Carpineti, del quale si ricordano alcune composizioni sacre. Qui apprese i suoi primi elementi dell’armonia e del contrappunto. Terminati gli studi teologici, Savino fu ordinato sacerdote nell’anno 1928. Dal 1930 al 1943 fu insegnante di musica e matematica presso il seminario minore di Marola, dove diresse il coro che allora contava 60 elementi suddiviso nelle 4 voci canoniche. Il coro arrivò ad esecuzioni di alto livello, sia come repertorio sia come qualità delle voci. Don Savino era un “patito” della polifonia classica; il suo repertorio spaziava da Palestrina, Victoria, Lasso, a musicisti di epoche successive, come ad esempio Carissimi, Viadana e Aurelio Signoretti, sacerdote reggiano del quale don Savino trascrisse ed eseguì, sempre con il coro del seminario la Missa Loquebantur a 4 voci ed un Magnificat del IV tono. Il pezzo “forte” di questo repertorio era il mottetto a 5 voci “Exultate Deo adiutori nostro” composto da G.P da Palestrina musicista esponente della scuola romana del ‘500, al quale don Savino era particolarmente affezionato e che secondo le testimonianze dell’epoca, par interpretasse in maniera superlativa. Alla dedicazione della nuova chiesa di Baiso nel 1936, fu invitato e partecipò il coro del Seminario di Marola. Dopo ben 2 ore di liturgia in pompa magna con Vescovo sacerdoti e presbiteri, i

Dopo una prima analisi fatta al pianoforte di alcuni suoi lavori (il “suo” pianoforte nero, conservato in canonica dove abitò per quarant’anni, severo, imponente con tasti ingialliti e vissuti!!) mi sono reso conto dell’importanza musicale delle sue opere: dai mottetti in latino e una Messa del periodo giovanile composti a Marola, a quelli del soggiorno romano a Monte Mario dal 1939 al 1943 durante i suoi studi al Pontificio Istituto di Musica Sacra, ai canti liturgici in italiano, alle armonizzazioni di pastorali natalizie e di canti popolari composti a Villa. La sua musica è semplice ma non banale: scritta nel pieno rispetto delle regole dell’armonia e dell’andamento delle voci, con un’attenzione al testo prima di tutto, ma con un suo particolare “tocco” che le conferisce unicità nonostante la sua apparente semplicità. Aspetto rilevante di Don Savino è la figura di compositore attento ai dettami della riforma liturgica del 1965, quando arrivò la Messa in Italiano e si dovette ripensare anche alla musica per i nuovi testi introdotti nella Messa dall’ “Ordinarium Missæ” (Signore pietà, Gloria, Santo e Agnello di Dio) e agli altri inni e canti avrebbero sostituito quelli in lingua latina. Di tutto questo è un esempio concreto la Messa composta da don Savino in lingua italiana, che si distingue per un andamento delle voci in stile omoritmico, per la scorrevolezza del testo e la semplicità armonica. Sullo stile della messa in italiano, si possono citare atri suoi lavori sempre

Don Savino ha insegnato a fare del canto una preghiera e della liturgia una festa

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fedeli ormai accalcati alle porte per poter finalmente uscire, si fermarono di colpo dopo che il coro intonò l’Exultate Deo; all’epoca era impensabile applaudire in chiesa ,ma con gesti di varia natura i fedeli accorsi quel giorno a Baiso, espressero la propria gioia e soddisfazione in risposta al notevole impegno, sacrificio e dedizione che il direttore del coro dimostrava . Don Savino era molto severo e non tollerava errori, le così dette “stecche”. Don Giulio Rossi, parroco di Roteglia,ricorda un episodio in una celebrazione liturgica in chiesa a Marola , nella quale durante l’esecuzione di un mottetto uscì una nota fasulla per bocca di un corista: questo irritò talmente don Savino che posò la bacchetta su leggio e lasciò la direzione nel bel mezzo della messa. Dovettero rincorrerlo nel corridoio che dalla cantoria portava ai locali del seminario, per convincerlo a ritornare in coro e continuare la Messa ! “Un caratterino? Credo fosse solo molto esigente” continua Don Rossi, “Don Savino aveva la musica nella testa nel cuore e nelle mani”. Era noto che in Seminario aveva disegnato una tastiera sul tavolo di studio e su quella tastiera si divertiva a suonare “immaginando” i suoni che avrebbero dovuto uscire. Sempre a Marola fu anche l’organista titolare dell’abazia e ancora studente compose varie musiche tra cui una Messa a tre voci pari, che veniva regolarmente eseguita. Una composizione questa, che accusa qualche incertezza nella tecnica, ma rivela già precocemente il suo futuro estro musicale che lo caratterizzerà per il resto della sua vita (ne sono a testimonianza le correzioni che lui stesso appose quando ri-trascrisse la Messa negli album citati pocanzi). Sempre del periodo degli studi a Marola vorrei citare: “Ave Verum corpus” a tre voci del 1920, “Ad te Domine levavi”,”Dextera Domini” a tre voci “ Benedictus sit” e “Panis Angelicus” a quattro voci . Negli anni d’insegnamento al Seminario e precisamente il 21 giugno del 1938 giorno di San Luigi Gonzaga, (in onore del quale qualche tempo dopo don Savino comporrà un inno) venne eseguita una composizione dal titolo “il Figliuol prodigo” su testo di Guerrino Orlandini, contemplazione in 3 quadri per 3 solisti di canto, coro a 4 voci e pianoforte, oratorio incentrato sulla nota parabola dei vangeli. La

prima esecuzione venne accolta con molto successo alla presenza delle autorità religiose della montagna, succesivamente ve ne fu una seconda alla presenza del vescovo Edoardo Brettoni che, recatosi in visita pastorale a Carpineti e avendo sentito parlare del lavoro di Don Savino, lo volle ascoltare. L’oratorio piacque anche a Raffaele Casimiri (1880-1943) musicologo, compositore, organista e presbitero italiano, attivo a Roma. Tra le opere di questo periodo posso citare: “Quis ascendet” a 4 voci del 1930,“Ecce Sacerdos” a 4 voci del 1935 “Assumpta est” a 3 voci del 1936. Nell’autunno del 1939 il trentaseienne sacerdote fu mandato a studiare a Roma presso il pontificio istituto di musica sacra fondato da San Pio X nel 1910 per perfezionare la sua formazione musicale. A Roma studiò con il noto compositore dell’epoca Licinio Refice (1883 -1954) sacerdote compositore di numerose Messe e grandissimo operista a carattere sacro. Don Savino soggiornava a Monte Mario, presso un convitto non lontano dalle aule scolastiche: lo attestano le note sulle partiture composte a Roma, come ad esempio un “Tu es Petrus” a 5 voci scritto molto probabilmente per la nuova elezione al soglio Pontificio di Eugenio Pacelli divenuto Pio Dodicesimo, una Messa a 4 voci in latino, la nota “Ave Maris Stella” a 4 voci e un “Veni Creator”. Le composizioni romane lasciano intravedere nuovi orizzonti alla sua attività di compositore: solidità e maggior tecnica dello strumento compositivo sono gli elementi che caratterizzano questi lavori. Purtroppo però il suo sogno di continuare la scuola di musica fu interrotto bruscamente in quanto, nel 1943 fu richiamato dal vescovo di Reggio, per sostituire don Elvo Magnani nell’insegnamento di Matematica al seminario di Marola interrompendo così l’ultimo anno del corso regolare. Tuttavia don Savino ebbe il tempo di conseguire il diploma in Canto gregoriano. Questo richiamo in terra reggiana don Savino non lo prese molto bene: la musica era la sua vita e credo che se avesse continuato gli studi romani, lo avremmo sicuramente ritrovato in ambiti importanti nel panorama musicale del tempo, ma le cose andarono diversamente. Nel 1943, cominciò a prestare il suo servizio pastorale in parrocchia a Villa Minozzo dove poi divenne

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parroco: anni difficili nel pieno della guerra, motivi che secondo don Orlandini: “gli fecero perdere la voglia di comporre” come lui stesso si esprimeva : la voglia, a motivo delle molte sofferenze e peripezie del suo ministero pastorale praticamente non è più tornata. Queste affermazioni a mio avviso sono vere, ma in parte: lo attestano alcune composizioni del periodo di Villa in quegli anni. Nel Natale del 1950 dopo gli anni difficili della guerra, il pianoforte di Don Savino torna ad essere uno strumento non solo per suonare i suoi amati Beethoven e Bach, ma anche per comporre: viene alla luce una pastorale per 4 voci su testo di don Orlandini della quale esistono due versioni: Angeli e Pastori e Campane di Natale. Gestazione sofferta perché egli preferiva armonizzare le pastorali più conosciute; dalla sua penna sono uscite piccole gemme come ad esempio: “Bambino divino”, “Venite Adoriamo”, “In notte placida". Sempre di quel periodo cito un “Sanctorum Meritis” del 1958, un “Inno alla Madonna di Bismantova” per voce e organo del 1963, la sua Messa in Italiano citata in precedenza e la Messa del Maggio composta per il coro della sua parrocchia nativa, Costabona. Don Savino adattò ai testi liturgici della Messa alcuni dei più suggestivi motivi musicali del Maggio costabonese. Dopo aver preso visione delle sue composizioni ed analizzandole sotto l’aspetto compositivo e stilistico, mi è difficile collocare la figura del Don Savino musicista in un determinato ambito e tanto meno annoverarlo tra i compositori minori o “satelliti” di figure musicali più famose. Se mi venisse chiesto espressamente di farlo mi troverei in difficoltà. Sovente quando ricorrono questi anniversari di artisti così detti “minori”, inconsciamente da parte degli storici e dei biografi, si tende a colorare più del dovuto il personaggio in questione per aumentare il valore e i meriti di quello che in vita ha fatto. Questo non riguarda il compositore Don Savino; lui era un uomo semplice e riservato che attraverso la musica ha saputo dare un contributo importante alla diocesi insegnando a fare del canto una preghiera e della liturgia una festa. Innumerevoli sono state le sue prestazioni, in quanto non sapeva dire di no ai parroci che lo invitavano per cantare una Messa o suonare all’organo e più di una

volta gli accadeva di prendere due o tre impegni nello stesso giorno e nella stessa ora ! Le sue dimenticanze e distrazioni divennero proverbiali, ma nello stesso tempo erano in armonia con la sua personalità: esse possedevano sempre una freschezza particolare come unica era la sua musica. Per finire, vorrei riportare una frase che Mons. Orlandini scrisse trent’anni fa, sempre nel trigesimo, e che a mio avviso racchiude il suo essere di musicista: “Monsignor Savino Bonicelli: un prete che aveva la musica nel cuore!”… E veramente la Musica nel cuore, lui l’aveva.

Il Comune di Villa Minozzo

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Farcoro - canto popolare


Farcoro - canto popolare






vocalita’

LA VOCE E IL PROPRIO USO: COME LA VOCE SI GUASTA di Daniele Farneti*

Nelle letture precedenti abbiamo spiegato come si

terazione delle possibilità di comunicazione ed una conseguente alterazione della qualità della vita (quality of life: QOL). Oggi parleremo di come da una voce normale, EUFONICA, si passa ad una voce alterata o DISFONICA. Senza entrare in dettagli troppo tecnici e con l’aiuto di alcuni schemi, vi propongo quella che è la classificazione oggi più utilizzata, ma dobbiamo sempre tenere a mente il complicato percorso che richiede la produzione del suono, così come l’abbiamo già esposta. Ricorderete che si parte sempre da una esigenza comunicativa o volontà di esprimersi verbalmente: il cervello (in tutte le sue componenti: sistema nervoso centrale e periferico) attiva organi ed apparati fino ad ottenere il prodotto finale cui accennavamo pocanzi. Lo schema che segue (schema 1) esemplifica il concetto.

produce la voce nel percorso dell’aria che fuoriesce dai polmoni: abbiamo accennato a come viene sonorizzata a livello della laringe per la mobilizzazione della mucosa che riveste le corde vocali. Nello scorso articolo abbiamo accennato ad alcune condizioni morbose che alterano la voce e i rimedi, i più semplici, che possiamo adottare per evitare serie conseguenze. Vediamo ora di approfondire l’evento “voce” e le sue alterazioni. Una voce “normale” la possiamo definire tale sotto diversi punti di vista. Una voce normale è, prima di tutto una voce “sana”: una voce che è prodotta senza fatica ed è in grado di soddisfare le ordinarie condizioni di impiego che usualmente svolge, in senso quantitativo e qualitativo. Da un punto di vista estetico il concetto è più elaborato e non deve vincolarci al “mi piace” o “non mi piace”. Una voce esteticamente gradevole è una voce che non induce nell’ascoltatore alcuna rilevazione di anomalia. Questo ci porta ad un concetto clinico percettivo di “eufonia” ovvero l’ascolto di una voce priva di connotazioni patologiche. Se ci limitiamo alla voce come solo percetto acustico, risultato di quella vibrazione mucosa cui sopra si accennava, una voce normale è una voce che deve avere alcune caratteristiche fisiche relative all’altezza tonale, intensità e timbro. Modificandosi uno solo di questi parametri, da un concetto di eufonia transitiamo al concetto di disfonia. È una condizione, questa, che implica una al-

*  Respomsabile Servizio di Audiologia Foniatria, AUSL della Romagna, Ospedale Infermi di Rimini

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vocalita’

In questo modo si realizza il miglior accoppiamento fra rifornimento dell’aria (accoppiamento pneumofonico) e il suo impiego (accoppiamento fono-risonanziale). Quando questi due sistemi sono accoppiati fra di loro (accoppiamento pneumo-fono-risonanziale: PFR) ricaviamo il concetto di eufonia, ovvero di voce “normale” (schema 2).

Ne ricaviamo, e lo abbiamo già intuito nel precedente articolo, che le condizioni che possono portare ad una disfonia sono veramente molteplici. Le disfonie vengono variamente distinte: disfonia organiche o disfunzionali in relazione alla presenza o meno di una alterazione della anatomia del piano glottico (ovvero delle corde vocali). Esistono, per completezza, delle forme di disfonia che iniziano con una componente disfunzionale, che a lungo andare altera il piano cordale: connotiamo queste disfonie fra le forme miste. Va anche detto, sempre per completezza, che anche le forme organiche si associano inevitabilmente ad una disfunzione del sistema PFR. Dallo schema 2 ricaviamo come si instauri un circolo vizioso fra forma e funzione: se si altera la funzione si altera la forma e, viceversa, se si altera la forma si altera la funzione. Questo concetto è ben chiaro a foniatri e logopedisti. Se prendiamo lo schema 3 e lo rielaboriamo un poco, riassumiamo gli eventi fisio-patologici che possono causare una disfonia (schema 4) ovvero che tipo di alterazione implica una lesione (quindi una patologia) in una determinata sede.

Una voce eufonica è una voce non solo efficace, ovvero una voce che raggiunge il suo scopo comunicativo indipendentemente dalle modalità di gestione pneumofonica, ma è anche una voce efficiente ovvero una voce che raggiunge il suo scopo comunicativo con modalità corrette ed economiche di gestione dell’energia. Questo garantisce il minor dispendio di energia, la massima economia di risorse (con il miglior risultato estetico e funzionale) e il miglior adattamento allo stile di esecuzione (in caso di voce cantata). È una voce piacevole all’ascolto e che non suscita, come si accennava sopra, sensazione di emissione faticosa o di disturbo nell’ascoltatore. È una voce che realmente riflette l’assenza di alterazioni strutturali e tale da permettere un uso prolungato delle strutture che la producono. Tale concetto esula da esigenze stilistiche, sia nel prodotto professionale parlato o cantato, ed esula dal riconoscimento o dall’accettazione del pubblico. Ciò premesso, tutte le volte che si altera un blocco nello schema 1, da una condizione di eufonia passiamo ad una condizione di disfonia (schema 3).

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vocalita’

DISFONIA: EVENTO FISIOPATOLOGICO SEDE DELLA LESIONE Alterazione della pianificazione e attivazione nervosa SNC Trasferimento di informazioni fra centri ed effettori SNP: difetti di mobilità e sensibilità Disordini della respirazione (volume, pressione, flusso) Gabbia toracica Insufficienza glottica : alterazioni quali/quantitative Laringe del piano glottico Alterazioni posturali di muscoli laringei intrinseci/estrinseci SNC, torace, laringe, vocal tract Incoordinazione pneumo-fonica SNC, torace, laringe Incoordinazione fono-risonanziale Laringe, vocal tract Lo schema che segue (schema 5) riassume le principali cause organiche di disfonia, ovvero le principali patologie che, nei diversi distretti, si rendono causa di disfonia.

DISFONIA ORGANICA GABBIA TORACICA

Patologie polmonari restrittive, ostruttive, miste

LARINGITI

Acute, croniche non specifiche e specifiche

ALTERAZIONI DEL PIANO GLOTTICO

Epitelio e lamina propria, mucosa aritenoidea, commesura anteriore

POST CHIRURGICHE

Struttura laringea (epitelio, muscoli, scheletro cartilagineo)

DISMOBILITA’

Anchilosi aritenoidee, lesioni nervose periferiche

DISORDINI NEUROLOGICI

Corticali, sottocorticali, cerebellari, vie nervose periferiche

PATOLOGIE MUSCOLARI

Miastenia, distrofie, dermatomiositi, miofibromatosi, tumori muscolari, ematomi intracordali

FARMACI

Testosterone, steroidi, antistaminici, spasmolitici, atropina, alte dosi vit. C, diuretici

DISORDINI ORMONALI

Distiroidismi, iper-estrogenismi pre-menstruali, dismenorrea, gravi danza, menopausa, andropausa, iperpituitarismi, ipogonadismi/ipere strogenismi in maschi prepuberi e iperandrogenismi in femmine pre puberi, diabete

TESAURISMOSI

Amiloide, lipide, mucopolisaccharidi

ALTERAZIONI DEL PITCH

Primarie (cambio di sesso, androfonia), secondari

ALTERAZIONI DEL VOCAL TRACT

Nasalità, volume risuonatori, conformazione della parete 34


vocalita’

Lo schema che segue (schema 6), per converso, riassume le principali cause di disfonia funzionale ovvero alterazione nell’uso delle strutture.

DISFONIA NON ORGANICA PRIMARIA

abuso, maluso, difficoltà nella discriminazione del pitch, imitazione di modelli vocali inadeguati

SECONDARIA PSICOGENA

disordini di conversion, vocal cord dysfunction, disordini della muta vocale, ansia, depressione

SECONDARIA A LESIONE ORGANICA

audiogene

Heyning P, Remacle M, Woisard V; Committee on Phoniatrics of the European Laryngological Society (ELS) (2001). A basic protocol for functional assessment of voice pathology, especially for investigating the efficacy of (phonosurgical) treatments and evaluating new assessment techniques. Guideline elaborated by the Committee on Phoniatrics of the European Laryngological Society (ELS). Eur Arch Otorhinolaryngol 258: 77-82.

Per quanto ci siamo detti sopra una disfonia si manifesta con sintomi soggettivi (fonastenia, parestesie faringolaringee) e/o sintomi percettivi, ovvero alterazioni acustiche della voce (intensità, Hz, timbro, durata). Nelle prossime chiacchierate considereremo questi aspetti e gli aspetti diagnostici. Bibliografia essenziale

Schwartz SR, Cohen SM, SH Daily, RM Rosenfeld et al. Clinical practice guideline: Hoarseness (Dysphonia). Otolaryngology–Head and Neck Surgery (2009) 141, S1-S31.

Aronson AE (1980) Clinical Voice Disorders. An Interdisciplinary Approach. Thieme Medical Publishers, New York.

Ursino F. Le disfonie. In Schindler O, Genovese E, Rossi M, Ursino F (eds) Foniatria. Masson, Milano.

Bergamini G, Casolino D, Schindler O. Inquadramento delle disfonie. In D Casolino (ed). Le disfonie: fisiopatologia, clinica ed aspetti medico-legali. Pacini Editore Medicina, Pisa.

Fussi F. (2003) I parametri acustici nell’estetica e nella fisiologia del canto. In Fussi F (ed) La voce del cantante. vol II Omega Edition. Torino.

Rosen CA, Murry T (2000). Nomenclature of voice disorders and vocal pathology. Otolaryngol Clin North Am 33: 1035-1045. Dejonckere PH, Bradley P, Clemente P, Cornut G, Crevier-Buchman L, Friedrich G, Van De

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Farcoro - le nostre radici




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