Poste Italiane S.p.A.– Spedizione in abbonamento postale—70% CN/BO
Quadrimestrale dell’AERCO Associazione Emiliano Romagnola Cori
N° 2, maggio-agosto 2014
Farcoro
FARCORO
Quadrimestrale dell’Aerco Associazione Emiliano Romagnola Cori Maggio-Agosto 2014 Edizione online: www.farcoro.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna N° 4530 del 24/02/1977 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - CN/BO. Direttore Editoriale Niccolò Paganini Comitato di Redazione Fedele Fantuzzi Giacomo Monica Puccio Pucci Andrea Angelini Edo Mazzoni Matteo Unich Grafica e impaginazione Elisa Pesci Stampa Onlineprinters.com, Germany Sede Legale c/o Aerco – Via Capo di Lucca 42 40126 Bologna Contatti Redazione: farcoro@aerco.it +39 347 9706837 I contenuti della Rivista sono © Copyright 2009 AERCO-FARCORO, Via Capo di Lucca 42, Bologna - Italia. Salvo diversamente specificato (vedi in calce ad ogni articolo o altro contenuto della Rivista), tutto il materiale pubblicato su questa Rivista è protetto da copyright, dalle leggi sulla proprietà intellettuale e dalle disposizioni dei trattati internazionali; nessuna sua parte integrale o parziale può essere riprodotta sotto alcuna forma o con alcun mezzo senza autorizzazione scritta. Per informazioni su come ottenere l’autorizzazione alla riproduzione del materiale pubblicato, inviare una e-mail all’indirizzo: farcoro@aerco.it.
Farcoro - indice
2
EDITORIALE di Niccolò Paganini
SCUOLA PERMANENTE PER DIRETTORI DI CORO
3 5
Un Gloria per le “Figlie del Coro” La coralità femminile negli ospedalI veneziani tra Porpora e Vivaldi
di Michele Peguri
21
UN CORO DI VOCI BIANCHE di Fabio Pecci
24
I CONCORSO CORALE “CITTA’ DI RICCIONE”
26
LO SFACELO DELLA MUSICA LITURGICA:
p. 24 concorso corale citta’ di riccione
UNA COSTANTE CHE PROGREDISCE!
di Andrea Angelini
29
LE NOSTRE RADICI
i 50 anni della corale citta’ di parma di Maria Stefania Tavani
32
p.32 il mio trentesimo con feniarco
LE NOSTRE RADICI
il mio trentesimo con feniarco di Puccio Pucci
35
ANALISI
super flumina babylonis di palestrina di Cristian Gentilini
43
VOCALITA’
la voce e il proprio uso p. 29 corale citta’ di parma
di Daniele Farneti
47
AERCO NOTIZIE
1
Farcoro - editoriale
In una nazione dove molti si reputano “commissari tecnici” dell’Italia e dove il livello di mediocrità è alto in molti settori, in particolare nella cultura, quanto mai vi è l’esigenza di fare formazione, alta formazione, affinché si possa usufruire di maggior qualità nella nostra realtà. L’Associazione Emiliano Romagnoli Cori da anni offre corsi con questo scopo. Anche quest’anno, infatti, ha ritenuto di istituire una scuola permanente rivolta a direttori di coro o aspiranti tali. Troppo spesso cantanti, pianisti o semplici coristi si improvvisano maestri senza avere le basi fondamentali. In questo numero, viene presentato il corso nei suoi contenuti e nelle modalità generali per partecipare. A proposito di formazione continuano le nostre rubriche sulla coralità infantile e scolastica, con i consigli di Fabio Pecci, e la vocalità, con alcune preziose indicazioni sulla cura della voce da parte di Daniele Farneti. Ampio risalto abbiamo dato, in queste pagine, al primo concorso per coro voci bianche e cori scolastici di Riccione che ha avuto un grandissimo successo. Siamo sempre più convinti che iniziative del genere vanno approvate e sostenute e continueremo a farlo. La nostra rivista ha lo scopo di informare e di formare in tutti gli ambiti dell’espressione corale. In particolare, da questa uscita, iniziamo a trattare di musica liturgica, un settore che in molte situazioni offre parecchie fragilità e criticità. Con Andrea Angelini apriamo una serie di articoli sull’argomento, cercando di dare qualche contributo di novità a questo importante servizio liturgico. Come scrivevo nello scorso numero, per avere un presente e un futuro della coralità bisogna anche conoscerne il passato. Nelle prossime pagine troverete, infatti, un interessante lavoro di Michele Peguri sulla coralità femminile negli ospedali veneziani tra Porpora e Vivaldi, l’analisi del celeberrimo “Super flumina babylonis” di Palestrina e due speciali anniversari: 30° di Feniarco e il 50° dell’Associazione corale “Città di Parma”. Augurando a tutti una buona lettura, porgo a tutti corali saluti Niccolò Paganini direttore editoriale
2
Farcoro - scuola per direttori
SCUOLA PERMANENTE PER DIRETTORI DI CORO responsabile: M. Giacomo Monica DOCENTI E MATERIE: MATTEO UNICH - TEORIA E SOLFEGGIO : solfeggio ritmico, lettura cantata, dettato ritmico e melodico. CRISTIAN GENTILINI - ARMONIA: formazione dell’accordo e concatenazioni, modulazioni, processi imitativi, canone, contrappunto. ANDREA ANGELINI - GENERI E STILI CORALI : gregoriano, polifonia classica, canto barocco e romantico, del novecento, contemporaneo, popolare, lirico, spiritual, liturgico ecc. ROBERTA BUZZOLANI - VOCALITA’: conoscenza degli organi di fonazione e delle diverse tipologie vocali; postura, respirazione, articolazione, emissione; coordinazione di “appoggio” e “risonanza in maschera”; aspetti psicologici correlati al canto. CATERINA CENTOFANTE - GESTUALITA’ : punto ideale di riferimento della mano e gesto di scansione, direzione psicologica, intesa e comunicazione, concertazione della parte; interpretazione ed esecuzione. MARCO CAVAZZA - PIANOFORTE COMPLEMENTARE : studio necessario per arrivare a leggere un corale a 4 voci e per accompagnare una semplice melodia o una pagina corale. Le lezioni si terranno da ottobre 2014 a giugno 2015, la domenica mattina dalle 9.30 alle 12.30
CALENDARIO Ottobre Gennaio Aprile
5 11 12
19 Novembre 2 16 25 Febbraio 8 22 26 Maggio 10 24
Dicembre Marzo Giugno
7 21 8 22 7 21
La prima data di ciascun mese è dedicata alle lezioni da svolgersi in gruppo: - Solfeggio - Armonia - Generi e stili corali La seconda data di ciascun mese è dedicata a lezioni individuali: - Vocalità - Gestualità - Pianoforte complementare Nell’arco dell’intero corso gli allievi usufruiranno quindi di 9 lezioni per ciascuna delle sei materie. A fine corso verrà rilasciato un ATTESTATO DI FREQUENZA
LUOGO Le lezioni si terranno presso la sede dell’AERCO, via Capo di Lucca 42, Bologna.
CONTATTI
CONTRIBUTO ECONOMICO
via Capo di Lucca 42 40126 Bologna tel. e fax 051.232943 email: aercobologna@libero.it
- 100 euro per partecipanti iscritti all’AERCO - 130 euro per i non iscritti
3
Farcoro - scuola per direttori
AERCO associazione emiliano romagnola cori
associata alla FENIARCO - Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali
SCUOLA PERMANENTE PER DIRETTORI DI CORO Docenti: Matteo Unich, Cristian Gentilini, Andrea Angelini, Roberta Buzzolani, Caterina Centofante, Marco Cavazza
Modulo d’iscrizione da inviare entro il 20 settembre 2014 a AERCO via Capo di Lucca 42 40126 Bologna tel. e fax 051.232943 oppure via mail aercobologna@libero.it
cognome e nome______________________________________________________________________ residente a___________________________________________________________________________ indirizzo_____________________________________________________________________________ CAP____________tel/cell_________________________________ e-mail_________________________________________________
CHIEDE di essere iscritto alla “scuola permanente per direttori di coro” DICHIARA di accettare tutte le condizioni VERSERA’ la quota d’iscrizione ( 100 euro iscritto AERCO-130 euro non iscritto ) alla segreteria la prima lezione.
data_______________
firma______________________________________
Segnalare brevemente le eventuali esperienze musicali e/o direttoriali
4
Farcoro - primo piano
Un Gloria per le “Figlie del Coro” La coralita’ femminile negli ospedali veneziani tra Porpora e Vivaldi di Michele Peguri
Premessa
Sabato 16 novembre 2013 presso il Duomo di Mestre, il coro Femminile Harmònia di Marghera(Ve)
Ci sono poche testimonianze nella storia della mu-
ha eseguito il Gloria RV589 di Antonio Vivaldi per
sica di una diffusa attività musicale corale, tantome-
soli, coro e orchestra. La novità della proposta sta
no sacra, destinata o fatta da donne. In un ambiente
nell’aver eseguito l’opera in versione femminile.
nobile e con un impegno professionale troviamo le
Dal 2010 il Coro Femminile Harmònia ha intra-
Dame di Ferrara, giovani virtuose che verso la fine
preso un lavoro di ricerca sulla coralità femminile
del’500 animavano la corte Estense (il noto Concerto
che si svolgeva a Venezia negli ospedali maggiori
delle donne): per le Dame scrissero illustri musicisti
(Pietà, Incurabili, Derelitti, Mendicanti) trascri-
come Monteverdi e Gesualdo da Venosa. Per altre
vendo ed eseguendo partiture anche inedite di vari
esperienze, almeno fino a ora conosciute, dobbia-
compositori come Galuppi, Jommelli, Porpora,
mo aspettare il periodo degli Ospedali Maggiori di
Vivaldi. Il progetto prende il nome dal titolo che
Venezia: Pietà, Mendicanti, Derelitti e Incurabili1. In
Nicola Porpora si attribuisce nei suoi autografi:
queste Istituzioni, che si presentano come orfanotrofi
Nicola Porpora, Maestro delle Figlie del Coro. Il
femminili, fin dalla seconda metà del ’500 sono già
coro Femminile Harmònia, per la realizzazione
noti i cori di ragazze e le loro orchestre. Sono soprat-
del progetto Alle figlie del coro, si avvale di più
tutto i cori, le voci, che destano la maggior curiosità.
collaborazioni specialistiche: Michele Peguri,
Questi gruppi divengono ben presto attrazione per
compositore e direttore d’orchestra, docente di
molti e importanti musicisti dell’epoca: Hasse, Por-
direzione di coro presso il Conservatorio di Rovi-
pora, Jommelli, Galuppi, Vivaldi, Haydn, Cimarosa.2
go; dell’Orchestra Barocca G.B. Tiepolo; dell’Orchestra Barocca I Musicali Affetti; di voci soliste
Per caratteristiche d’organico e per affinità geografi-
come il soprano Roberta Canzian, Paola Crema
ca, da alcuni anni il laboratorio Harmònia ha iniziato
e il mezzosoprano Elena Traversi e Maria Zallo-
un lavoro di studio e approfondimento sulla musi-
ni. Tornando alla proposta del Gloria RV 589 in
ca veneziana dedicata alla coralità femminile. Con
versione femminile offriamo di seguito la ricer-
l’acquisizione di una cospicua quantità di autografi
ca che ci ha portato a scegliere la via intrapresa proprio partendo dal manoscritto fondo Giorda-
1 Per approfondimenti Gillio Pier Giuseppe, L’attività musicale negli ospedali di Venezia nel Settecento, Firenze Leo S. Olschky, 2006 (Quaderni Vivaldiani 12)
no 32, ff. 90-129, Biblioteca Nazionale, Torino. Un assaggio:
2 Nel ’600 documentazioni non musicali testimoniano un’attività di coralità femminile sostenuta dalla famiglia Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd) probabilmente analoga a ciò che succedeva già da tempo a Venezia.
https://www.youtube.com/watch?v=TUtMcBDLkg0
5
Farcoro - primo piano
e manoscritti sparsi in Italia e soprattutto all’estero
Francesco Caffi, storico del XIX secolo, ci racconta
(Vienna, Londra, Dresda, Boston etc.), l’ensemble
che una Messa per coro e strumenti di Vivaldi fu ese-
femminile Harmònia esegue regolarmente opere
guita per un certo periodo alla Pietà ad ogni grande
inedite e raramente ascoltate dei compositori che
festa. Il Gloria RV588, che prove bibliografiche lega-
scrissero per gli ospedali. La presenza di Vivaldi alla
no al Credo RV591, può essere stato parte di questa
Pietà e la composizione in Venezia di alcune sue ope-
famosa Messa. Il
re sacre (Credo, Gloria, Magnificat etc.) ha destato un’evidente curiosità riguardo l’annoso interrogativo dell’organico corale utilizzato effettivamente in quegli spazi. Infatti le partiture a noi giunte prevedono un organico corale a voci miste sebbene le voci maschili fossero escluse a priori nell’attività musicale di
“QUESTI CORI FEMMINILI divengono ben presto attrazione per molti e importanti musicisti dell’epoca”
quegli istituti. Nonostante siano stati compiuti mol-
Gloria
RV589,
oggi meglio conosciuto,
può
essere una ne
stato sostituzio-
del
dente
preceRV588.
ti studi per comprendere i motivi di tale anomalia, ancora oggi è possibile avanzare solo delle ipotesi.
1.2 La relazione coro-orchestra d’archi nella scrittura dell’epoca
1. La ricerca parte prima: i dati di partenza
Per tracciare un percorso verso l’esecuzione del Gloria
1.1 Vivaldi e il Gloria
per coro femminile, la ricerca ha chiesto alcuni appro-
La prima testimonianza dell’impegno di Vivaldi
fondimenti riguardo il rapporto che s’instaura abitual-
come maestro di coro, carica che ricoprirà fino al
mente tra gli organici coinvolti: il coro e l’orchestra.
1719, la troviamo nel 1714 con un’opera nuova per il
Rammentiamo
coro della Pietà: l’imponente Moyses Deus Pharaonis.
rico
si
Seguirà, nel 1716, Juditha triumphans devicta Holo-
tro
voci-parti
phernis barbarie. Ciononostante, come ci ricorda Mi-
Cantus /Soprano = acuta femminile
chael Talbot (uno dei più importanti studiosi di Vi-
Altus /Contralto = grave femminile
valdi), egli non fu mai incaricato ufficialmente, alla
Tenor /Tenore = acuta maschile
Pietà, nel ruolo di direttore di coro; fu solo supplen-
Bassus /Basso = grave maschile
te negli interregni, tra Francesco Gasparini e Carlo
Esse rispondono ad una logica fisiologica e di sistema.
Pietragrua (1713-1719) e tra i mandati di Giovanni
Le voci distano tra loro grossomodo un interval-
Porta e Gennaro d’Alessandro (tra il 1737 e il 1739).
lo quarta/quinta; la rispettiva corrispondenza tra
Nella metà della prima decade del 1700 Vivaldi
le voci acute (Soprano e Tenore) e le gravi (Con-
compone due Gloria, l’RV588 e RV589. Quali siano
tralto e Basso) è indicativamente di un’ottava.
le destinazioni non ne siamo certi. Sempre secon-
do Talbot, il Gloria RV589 potrebbe essere il per-
Soprano
fezionamento del precedente, oppure l’occasione di
una celebrazione per la vittoria di Venezia sui Tur-
8°
chi. Comunque sia il Gloria RV589 rappresenta un
Contralto
che
esprime
il
contrappunto
compiutamente diverse
e
a
stoquat-
complementari3:
8° Tenore
Basso
momento di maggiore maturità rispetto al RV588. Sono stati composti per la Pietà? Anche questo non
3 Non è questa la sede per esaminare la natura originaria delle voci (Cantus, Altus, Tenor, Bassus), che prescindeva dalla reale corrispondenza delle tessiture vocali modernamente conosciute.
è dato a sapere.
6
Farcoro - primo piano
Le voci rappresentano quattro ruoli il cui rispetto del-
Quando il movimento di una linea si sovrap-
la funzione è dato dall’indipendenza del movimento:
pone a un’altra avviene un incrocio di parti.
ciò è disciplinato dalla tecnica contrappuntistica. Bach
L’incrocio tra le linee è possibile sin tanto che non
scrisse “L’arte della Fuga” in partitura per queste quat-
vada a compromettere l’identificazione delle linee
tro voci-parti. Ogni voce ha una tessitura, uno spazio
nell’ordito polifonico e soprattutto non generi er-
d’azione che le garantisce l’autonomia di movimento.
rori nella sintassi contrappuntistica e armonica. Esempio: J.S. Bach, Contrappunto I da “L’arte della Fuga”.
7
Farcoro - primo piano
Come si può notare ci sono incroci, mis.
La relazione voce-strumento è ancora più de-
9-11-13 che, data la loro brevità non nuoc-
cisa nei Corali di J.S.Bach. Spesso in queste
ciono
contrappuntistico.
partiture le linee strumentali non sono scrit-
Quando le voci sono accompagnate dall’or-
te in quanto ricavabili leggendo quelle vocali.
al
percorso
chestra d’archi si creano delle naturali corrispondenze di tessitura tra voci e strumenti. Voci Strumenti Soprano
Violino I
Alto
Violino II
Tenore
Viola
Bassi
Cello e b.c.
Nel seguente esempio, tratto dal Crucifixus del Credo di Vivaldi, è chiaro che gli strumenti raddoppiano (ovvero suonano le stesse note) le singole linee vocali secondo l’esempio testé descritto. Da notare che la linea su cui si basa il tutto (quella del basso strumentale) è presente anche dove manca la linea corrispondente corale.
Le corrispondenze voce-strumento sono fisiologiche e quindi non rigide, ma indicative per riconoscere funzioni e famiglie strumentali d’appartenenza. Come esempio: la linea più grave è il sostegno armonico- musicale, quella più acuta è quella che più spesso possiede un’esposizione melodica. Tali relazioni, però, possono essere superate o disattese. Nei raddoppi di linea Vivaldi, a differenza dell’esempio sopra citato, accomuna molto spesso la voce degli Alti con i Violini II (o con i Violini I) ad un’ottava superiore, cioè utilizza una linea strumentale, teoricamente interna, a mo’ di controcanto superiore, creando un incrocio tra le parti strumentali: Coro
Orchestra Violini II (ottava superiore degli Alti)
Soprani
Violini I
Alti
8
Tenori
Viola
Bassi
Celli Bassi (B.C.)
Farcoro - primo piano
Esempio: A. Vivaldi “Dixit Dominus”
1.3 Le ipotesi esecutive del Gloria per coro femminile L’autografo di Torino (coll. fondo Giordano 32, cc. 90-129) offre una scrittura corale per voci miste. Considerato il contesto, può Vivaldi aver scritto il Gloria per voci miste sottintendendo o perlomeno dando per scontata la fattibilità di un esecuzione per coro femminile? Questo è l’interrogativo che riguarda ogni studioso che si avvicina all’opera di Vivaldi e alla sua probabile destinazione originaria, ovvero gli ospedali femminili4. Grazie agli studi filologici e a una sempre più attenta prassi rispettosa delle modalità esecutive originarie, numerosi e diversi sono gli approcci per poter dare una risposta comunque persuasiva sui procedimenti esecutivi di quel tempo. La ti
documentazione disponibili
al
e
i
risulta-
pubblico
sono
numerosi.
a) Voci femminili gravi. La percezione totale delle linee dalla più acuta alla
Una possibilità è stata proposta tramite una lettura
più grave sarà :
dove le sezioni dei tenori e bassi sono sostituite da
Violini II
linea b (ottava acuta)
voci femminili particolarmente gravi. Si veda ad es.:
Violini I-Soprani
linea a
http://www.youtube.com/watch?v=153WVp8QJQ
Alti linea b
0&feature=youtube
Viole-Tenori linea c
b) Spostamento di una voce d’ottava
Celli-Bassi (Voci)
In altre esperienze viene compiuto uno sposta-
linea d
mento d’ottava acuta di una voce (bassi) la cui
Contrabbasso linea d (ottava grave)
parte viene ora eseguita da una seconda linea di È una scelta timbrica tipica nella coralità con accom-
contralti, la ex parte dei tenori viene quindi ese-
pagnamento strumentale nella scrittura di Vivaldi,
guita da contralti III in quanto la tessitura origina-
che con questo procedimento tende a evidenziare una
ria è (quasi sempre) eseguibile dal registro di Alto.
linea vocale interna moltiplicandola verso l’acuto.
Con questa soluzione sono presenti una linea di
Sottolineiamo ancora questo procedimento (l’incro-
Soprani, una di Alti (quelle originali) e altre due
cio) quale elemento cruciale nella tecnica compositi-
di Alti “gravi” che sostituiscono Bassi e Tenori.
va: l’incrocio rappresenta un punto nodale nel momento in cui s’interviene in una scelta d’organico con tessiture differenti da quelle previste nell’originale.
4 Lo stesso Talbot, nell’edizione critica del Gloria, fa presente che l’organico fissato della partitura può non aver rappresentato per forza l’unico organico utilizzato in quel tempo; questo secondo le condizioni, i luoghi e le circostanze che di volta in volta si presentavano.
9
Farcoro - primo piano
Originale
Trasposizione
Soprani Alti Tenori
S1 A1 A2 A3
Percezione delle linee vocali
ospedali)
Soprani Alti Ex Bassi (ottava acuta) Ex Tenori (note reali)
3- La “non esecuzione” delle parti maschili. In questo caso la partitura scritta conservava i requisiti compositivi ma l’esecuzione musicale, pur concre-
Bassi
tizzandone la realizzazione, non ne era la sua stretta
Come si vede dallo schema le due linee superio-
4- L’uso di “chiavette” ovvero lo spostamento di
rappresentazione. tutta la tessitura. Questa modalità, abituale nel ri-
ri rimangono al loro livello, quella degli ex Tenori
nascimento, se applicata con strumenti pone serie
pure, ma quella degli ex Bassi, essendo trasportata
questioni di cambi di tonalità.
d’ottava, si viene a trovare sopra quella dei tenori. La linea precedentemente data ai tenori funge quindi da Basso (esclusivamente per l’organico vocale).
2) La ricerca parte seconda: un Gloria secondo
Con questa possibilità, ossia ponendo una voce ori-
Porpora?
ginariamente inferiore sopra a un’altra precedente-
2.1 La coralità femminile degli ospedali
mente superiore, si compie un incrocio. Questo è un
Lo studio del repertorio composto espressamente
passaggio importante perché, come già accennato,
per la coralità femminile degli ospedali, ha fornito
quando da una posizione originale (vedi colonna
un’ampia prospettiva della musica ideata per le “Fi-
sinistra esempio precedente) si fa uno scambio tra
glie del coro”.
le parti, viene a mutare l’impalcatura polifonica.
In esso, precisiamo, l’organico è concepito spe-
Ciò non rappresenta un problema se in tale muta-
cificamente per 4 voci femminili; a priori que-
mento la scrittura mantiene una sostanziale correttezza grammaticale oltre ad una plausibilità esecutiva.
sto potrebbe rappresentare un analogia del quar-
c) Elaborazioni ex novo
storia musicale in modo molto più frequente5.
tetto a quattro voci maschili utilizzato nella Ma altre sono le peculiarità dell’organico a voci fem-
Sono pubblicate rielaborazioni del Gloria di Vi-
minili. Per propria natura non è possibile fare adatta-
valdi per coro femminile, spesso a tre voci.
menti tramite trasporto (verso l’acuto evidentemen-
Questa scelta assume il carattere di arrangiamen-
te) della tradizionale organizzazione vocale in quattro
to, dove non si perseguono obiettivi filologici,
registri: Soprano, Alto, Tenore e Basso; il quartetto
ma semplici adattamenti pratici per l’esecuzio-
femminile richiede una nuova ed esclusiva modalità
ne con organico femminile. Si vedano ad es.:
compositiva connaturata alle sue particolarità. Per la
http://www.youtube.com/watch?v=C_A7LnxnxTQ,
maggior parte degli autori (Galuppi, Hasse e anche
http://www.youtube.com/watch?v=bW1j-pCUkxU.
Jommelli) la scrittura si muove all’interno di un contesto di trasparenza e sostanziale accordalità armonica.
Oltre alle possibilità descritte nei punti precedenti, documentazioni e scritti indicano altre ipotesi esecutive:
5 Molta musica rinascimentale, se eseguita con criteri filologici, si trasporta verso il grave (una quarta/quinta) facendo sì che l’estensione fissata teoricamente su pentagramma per CATB (circa da sol 1 a mi/fa 4), sia eseguibile da quattro voci maschili con contraltista nella parte acuta. In questo caso l’uso delle cosiddette chiavette in armatura fornisce indicazioni preziose. Il quartetto maschile in sostanza è in grado di eseguire una partitura il cui range scritto sarebbe per voci miste.
1- La presenza di voci maschili (uomini nascosti) 2- La sostituzione delle voci di tenori e bassi con strumenti (in quell’epoca erano numerosissimi negli
10
Farcoro - primo piano
Nell’esempio tratto dal Miserere di Hasse, si possono individuare almeno due costanti che riguardano la tecnica compositiva per coro femminile e orchestra: 1) La voce grave (A2) è raddoppiata dai bassi in modo analogo dell’organico a voci miste, dove la voce dei bassi si relaziona appunto con
la sezione dei bassi orchestrali. Ovviamente la
Tali presupposti hanno rappresentato una nuova cor-
distanza rispetto al basso più vicino (violoncel-
nice sintattica nella quale in modo più o meno analogo
lo) per la voce femminile è almeno di un’ottava.
hanno composto (quasi) tutti i musicisti degli ospedali.
2) Tutte le linee vocali si muovono a prescindere dal possibile incrocio6 con le altre voci: possiamo notare
2.2 Porpora: la scuola napoletana, il coro femmi-
-l’unisono nell’ultima misura tra Alti II e Soprani I
nile e l’orchestra.
(voci estreme)
In un autore almeno, a fronte dell’organico so-
-i soprani II che dalla prima misura sono la linea
pra descritto, spinta creativa e obiettivi più ambi-
esposta più acuta
ziosi hanno portato l’elaborazione compositiva a
-la voce di Alto I (ultima misura) funge da voce
indirizzarsi verso l’estetica e le aspettative dell’a-
grave del coro.
scoltatore cosmopolita di quel tempo: luminosità, sorpresa, meraviglia, virtuosismo, tutti elementi mutuati dall’esperienza teatrale che dal meraviglioso traeva la sua inesauribile vitalità. Elementi già abituali nelle arie solistiche, nel virtuosismo del violino settecentesco, nell’orchestra che in questo tempo, grazie anche a Vivaldi, sviluppa ulteriormente le proprie potenzialità in direzione di quegli affetti che sono la sostanza propria dell’estetica barocca. Non è un caso che il compositore più prolifico negli ospedali di quel tempo sia Nicola Porpo-
Delimitando qui l’attenzione solo alle estensio-
ra (1686-1768) operista tra i più titolati tanto da
ni delle voci e degli strumenti, osserviamo che il
contendere a G.F.Haendel il primato di miglior
coro si trova in una tessitura medio-acuta, man-
musicista quando più tardi si trasferisce a Londra.
cando la parte medio-grave: le voci maschili.
Egli lavora come titolare in tre periodi e in di-
Le
(non
verse sedi veneziane, componendo moltissimo
quindi:
per coro (e soli) a voci femminili e orchestra.
di
corrispondenze ruolo)
d’estensione
voci-orchestra
sono
Coro (SSAA)= Violini primi e secondi, non esclu-
Porpora scrive soprattutto decine di salmi, ciò che
dendo la viola:
ci lascia è un patrimonio consistente e variegato. La mole di lavori (oltre a studi monografici e specialistici) consente di tracciarne un profilo completo e di ottenere uno spettro ampio della sua scrittura.
6 Dalla lettura di decine di brani risulta che l’incrocio delle parti nella scrittura femminile è un procedimento aproblematico. Questa peculiarità amplia prospettive e soluzioni tecniche precluse al contrappunto storico.
Abile conoscitore della voce (maestro di Farinelli) coniuga il suo incarico di compositore con quel-
11
Farcoro - primo piano
lo d’insegnante grazie a lavori che siano artistica-
A
questo
mente alti e didatticamente efficaci. Caposcuola
le
-
della tradizione napoletana possiede tecnica com-
ne
positiva sopraffina: facilità d’ispirazione melodica
- quella corale che contiene le frequenze medio acute
e virtuosismo contrappuntistico; elementi che im-
(indicativamente da Fa2 a Sol4)
primono all’opera di Porpora per coro femmini-
- quella orchestrale che:
le una dimensione singolare tanto da ravvisare in
1) Enfatizza la zona grave con viole, celli e bassi con
essa quasi una riformulazione tecnico-compositiva.
un unico percorso.
punto
orchestra situazioni
l’insieme “napoletana”
complementari
coro
femmini-
presenta e
alcu-
speculari:
2) Rende decorativa e brillante la sezione dei Violini Alcune caratteristiche.
primi e secondi
Come in altri napoletani la scrittura orchestra-
I violini instaurano cioè un rapporto fatto d’infinite
le è spesso semplificata in tre linee principali
combinazioni con le voci:
Violini I
Qualche esempio
Violini II
1) Raddoppio
Viola+Celli (ottava grave)+B.C.(due ottave più gravi).
Porpora “Credidi Propter” mis. 1
12
Farcoro - primo piano
2) Controcanto “decorato” Porpora “Domine Probasti me” mis.1
3) Accompagnamento virtuosistico Porpora “Domine Probasti me”
13
Farcoro - primo piano
Semplificando
possiamo
dire
inoltre
che:
Ora
- sia i Violini primi, sia i Violini secondi posso-
poniamo
nuovamente
a
confron-
to i due insiemi corali: misto e femminile
no essere di raddoppio delle voci acute (Soprani I e II) più gli Alti I (i Violini possiedono un’esten-
CORO A 4 VOCI MISTE
CORO A 4 VOCI FEMMINILE
sione acuta maggiore delle voci, tale possibilità è
Soprano acuta femminile
Soprano I acuta femminile
spesso utilizzata per procedimenti musicali “so-
Soprano II acuta femminile
pra” il coro, vedi sempre esempio precedente),
Alto
grave femminile
- gli Alti II intonano quasi sempre la linea del Basso, ma in tessiture anche medio acu-
Alto
grave femminile
Alto II
grave femminile
Tenore acuta maschile
te (a due e anche tre ottave dal contrabbasso).
Basso grave maschile Nella ma tari
parte non
destra
ci
quattro
(mancando
sono
quattro
tessiture il
timbro
voci,
complemenmaschile)
Sfuma cioè la netta differenziazione tra le voci e quindi viene meno la percezione di riconoscimento “gerarchico”. Motivazione questa a avvalorare il nuovo trattamento che i musicisti degli ospedali e,
con maggior incisività, Porpora, riservano al coro femminile.
Dopo le relazioni coro orchestra qualche precisazione
sul
Affianchiamo
coro
femminile
schematicamente
di la
Qualche conseguenza
Porpora.
La linea più acuta (Soprani I) condivide quasi pe-
disposizio-
rennemente con Soprani II (quindi incrociandosi)
ne delle formazioni mista e femminile e le re-
il livello più esposto del percorso musicale, quello
lazioni di tessitura con strumenti ad arco.
melodico.
14
Farcoro - primo piano
Da fine misura 37 la nota persistente (mi) viene intonata in continuo scambio da Soprani I e da Soprani II. Le conseguenze sono almeno due: 1) La nota melodicamente più importante non si associa ad una linea-voce preponderante 2) La stessa essendo intonata da voci diverse (in spazi veramente brevi) assume un timbro continuamente mutevole. Gli Alti I e II, la parte inferiore del gruppo, distribuiscono il loro percorso in almeno 2 modi: raddoppio del basso armonico (vedi esempio sopra) e/o raddoppiandosi vicendevolmente (vedi tutti i “la “dell’Alto I sono intonati dall’Alto II). Oppure ancora integrandosi con le altre voci anche su frequenze medio acute.
15
Farcoro - primo piano
Come si vede l’utilizzo aproblematico dell’incrocio delle parti consente (ultimo quarto di mis. 124) di far intonare il Do 4 agli Alti II in unisono con i Soprani II, gli Alti I rappresentano il basso (virtuale) del coro, ma non viene compromessa la percezione del basso armonico che è garantita dai celli e basso continuo. (Il medesimo Do degli alti II e Soprani II eseguito a un’ottava inferiore)7. Rimangono, come nel coro misto, tutte le varietà pio
di la
raggruppamenti; suddivisione
in
solo
come
semicori.
esem-
Nell’esem-
pio tra estremi (SI e AII) e medi (SII e AI). ---------------------------------------------------------7
Per i motivi sopra esposti un incrocio analogo tra tenori e bassi (voci inferiori del coro misto) nel repertorio barocco rappresenterebbe una singolarità se non una deroga difficilmente comprensibile.
16
Farcoro - primo piano
2.3 Sintesi di un prodotto tra Porpora e Vivaldi
plementarietà e tensione tra i registri vocali.
La conoscenza e la frequentazione di autori de-
Quindi si è voluto garantire una tessitura “naturale” a
gli ospedali e soprattutto di Porpora sono sta-
tutte le sezioni, come si osserva nel seguente esempio.
ti un forte incentivo per realizzare una ricerca e un’idea esecutiva del
Gloria di Vivaldi.
L’ipotesi, che oggi affianca le altre, è il risultato di una lavoro che il coro Harmònia ha svolto “attorno” al Gloria: si è cercato cioè di cogliere il sound di quel cosmo musicale all’interno del quale il Gloria, probabilmente, è stato composto. Mediando tra la partitura originale e la nuova destinazione ci si è dati dei criteri di affinità. Il mantenimento di due sezioni acute (Soprani ed ex tenori) e di due gravi (Contralti ed ex Bassi); questo per mantenere l’originale com-
17
Farcoro - primo piano
Verificata la correttezza del percorso armonico nei brani accordali, nonché l’effetto sonoro, si è proceduto a utilizzare i medesimi criteri per i brani con scrittura imitativa (vedi esempio successivo). In questi si è riscontrata notevole coincidenza con i procedimenti contrappuntistici già visti più volte in Porpora. E anche in questa fase s’è verificato che il risultato non producesse errori di condotta (quinte a ottave).
18
Farcoro - primo piano
Anche durante questa elaborazione alla ricerca di
16 Novembre 2013
efficacia sonora si è assommata la necessità che il
Chiesa
nuovo risultato contrappuntistico fosse sostan-
-A. Vivaldi, Gloria per soli, coro femminile e orchestra
zialmente corretto. E anche in questo passaggio,
Coro Femminile Harmònia di Marghera Venezia
le linee musicali, pur trovandosi in posizioni di-
Orchestra barocca Tiepolo e I Musicali Affetti
verse e variamente combinate, hanno dimostrato
Soprano: Paola Crema, Mezzosoprano: Maria Zalloni
la possibilità di reversione, tecnicamente scritte in
Maestro del coro: Nicola Ardolino
contrappunto doppio. A tutto ciò si sono aggiun-
Direttore: Michele Peguri
di
San
Lorenzo
Mestre
(Ve)
ti piccoli aggiustamenti e raddoppi utili al perfezionamento dell’elaborazione. Si è infine verifica-
http://nuke.laboratorioharmonia.it/Home/tabid/466/
to il rapporto generale con il gruppo strumentale.
Default.aspx
Anche il confronto con musicisti del settore che hanno ascoltato il risultato è stata una preziosa opportunità per avanzare nel lavoro con maggiori elementi di comparazione. L’esperienza e la ricerca hanno via via assunto l’aspetto di riscoperta stilistica; l’opera non ha subìto la fisionomia di adattamento o di arrangiamento, ma si è inserita in una dimensione fonica precisa e specifica. La coralità femminile a contatto con il Gloria ha conseguito una valorizzazione già ravvisata nell’opera di Porpora, e questo con un lessico e stile di un autore profondamente diverso. Con questa realizzazione le prospettive indicate dal Talbot (vedi nota 3) trovano corrispondenza concreta. L’approccio all’esecuzione della musica del passato oggi richiede una sempre più ampia prospettiva d’indagine rispondente a un (possibile) avvicinamento del concetto di performance di quei tempi. La partitura, a fronte di un approfondimento filologico, dimostra la sua genuina vitalità se la sua lettura restituisce, oltre al suo codice notazionale, quelle informazioni non scritte alle quali i musicisti dell’epoca evidentemente aderivano in modo scontato.
19
Farcoro - coralita’ infantile
Un coro di voci bianche di Fabio Pecci
1 - da dove si comincia?
Il contesto culturale e sociale sono il primo aspetto da tenere in considerazione. Un coro, qualsiasi
Molti musicisti, anche qualche direttore di coro,
coro, diventa in breve un tessuto di relazioni per-
guardano con sufficienza ai cori a voci bianche.
sonali. Nel caso delle voci bianche le relazioni sono
Si dimenticano che dal canto ha preso vita LA MU-
allargate in quanto oltre ai coristi comprendono le
SICA, che in epoche storiche dove la musica colta era
intere famiglie che seguono i loro piccoli cantori.
certamente più ascoltata e meno bistrattata di oggi,
E’ bene chiarire con tutti gli obiettivi e le fi-
i fanciulli erano spesso educati “al” e “con” il canto.
nalità
I Direttori di coro dimenticano a volte che se vorranno avere
aspettative
dei ricambi nelle sezioni con dei
dei
oltre genitori
che
musicali;
rispetto
ai
e
le
percor-
si educativi dei loro figli sono solitamente alte.
coristi “freschi” domani, un pubblico interessato
educative
Ma ancor prima di ciò, bisognerà pensare a quale
dopodomani, non possono prescindere dal-
tipo di corista noi ci rivolgiamo ( e in prospettiva a
la consapevolezza del fatto che chi lavora con le
quale tipo di coro noi puntiamo ad avere in futuro).
voci bianche, crea la continuità nella coralità.
Selezionare i coristi o no? Questo è un pri-
Quindi anche chi si avvicina alla coralità infantile lo
mo grosso bivio al quale ci si trova di fronte.
deve fare con un grande rispetto e con la consapevo-
È chiaro che selezionare le voci da dei vantaggi : il
lezza di avere in mano le sorti della coralità futura.
gruppo lavora meglio, si possono affrontare pri-
Quando si pensa di dare vita ad un coro di voci bian-
ma dei repertori più accattivanti e coinvolgenti.
che le domande sono tante, i dubbi, i “bivi” a cui ci
”Intonare” un gruppo, è sicuramente più difficile ma
si trova davanti.
sul lungo periodo può dare delle notevoli soddisfa-
Credo, dopo aver fondato da solo -e in un caso in
zioni.
collaborazione con un collega – 4 cori a voci bianche
Non va dimenticato poi che i piccoli che ci trovia-
e 2 cori giovanili, di aver fatto tante delle prove, de-
mo di fronte sono degli organismi in piena fase di
gli esperimenti, in parte anche degli errori che sono
crescita e decine di volte mi sono trovato di fron-
comuni a chi si appresta ad una simile “impresa”.
21
Farcoro - coralita’ infantile
te a casi di ragazzini che crescendo hanno subito
Non è sempre ( anzi quasi mai) possibile pro-
delle mutazioni della voce incredibili che li hanno
porre un’organizzazione simile in partenza. Ho
portati da livelli di difficoltà nell’ emissione vo-
visto
cale,
al manifestare ottime capacità individuali.
Uno degli aspetti più complicati per un direttore che
L’ideale sarebbe poter istituire del gruppi impo-
si dedica alle voci bianche, è la gestione del gruppo e
stati su un livello preparatorio e altri più avan-
delle sezioni corali in funzione della muta della voce.
zati, con attività e repertori differenziati. Ave-
Nella programmazione delle attività del gruppo
re davanti un gruppo “avanzato” al quale poter
– e dove è possibile dei vari gruppi – non va mai
approdare, è spesso uno stimolo fortissimo che
dimenticato il fatto che i bambini …crescono !
sprona i più piccoli o i meno dotati vocalmen-
Un direttore che si trova a lavorare con una giovane so-
te, ad impegnarsi
durante tutta l’attività corale.
prano di 25 anni, può pensare di continuare ad avere
In una delle realtà corali dove lavoro, siamo ri-
quella persona nel coro per altri 40 anni senza problemi.
usciti ad impostare un lavoro molto articolato:
Chi lavora con le voci bianche, potrebbe trovarsi a ini-
-il
appro-
ziare a lavorare con una bimba di sei anni, lavorare per un
anni)
paio di anni per farla crescere ed integrare nel gruppo.
-il coro scolastico dove si entra con una selezione
A quel punto, dopo qualche anno di attività, po-
vocale non troppo rigida e si lavora per amplia-
trebbe trovar-
dano
corso i
preparatorio ragazzini
al
più
quale
piccoli
(6/7
a lavorare in gruppo e ad “assaggiare” la polifonia -il coro a voci bianche al quale si accede dopo tirocinio
adeguato
nei
livelli
tentativi,
purtroppo,
“chi lavora con le voci bianche crea la continuità nella coralità”
re l’estensione, migliorare l’intonazione, iniziare
un
tantissimi
precedenti
-il coro “da concerto”, formato da quei ragazzi che hanno dimostrato caratteristiche vocali, musica-
fallire.
si di fronte ad una tredicenne che a causa di uno sviluppo precoce cambia
li, ma anche umane e personali adeguate all’attivi-
radicalmente
tà del coro. In questo livello si approfondiscono
voce e riesce ad utilizzarla per poco come voce bianca.
autori di ogni genere e stile, si lavora in maniera
E poi il mio esempio è partito da una bimba di sei
approfondita sul suono, la vocalità, la tecnica co-
anni… basta che l’approccio alla coralità avvenga
rale. Questo gruppo è quello che poi si propone
magari a 8/9 anni e il lasso di “tempo utile” si stringe.
per concerti nei quali viene richiesto un partico-
Io, come tanti miei colleghi, mi trovo ciclica-
lare livello artistico, le opere liriche, i concorsi.
mente a gestire cambiamenti radicali di organi-
-il coro giovanile, al quale si accede verso i 13/14
co dovuti alla muta della voce, al cambiamento
anni in tirocinio; poi si entra in attività dopo un
di timbro ed estensione (che non necessitano per
periodo più o meno prolungato di prove e atti-
forza l’età della preadolescenza per
vità d’insieme. Qui ci sono ancora i nostri pri-
si), a qualche inevitabile abbandono ( i ragazzini
mi coristi, ormai arrivati all’età di 22/23 anni.
oggi hanno mille impegni e stimoli extrascolastici).
manifestar-
Credo che questo sia uno degli aspetti che richieda È chiaro che per arrivare ad una differenzia-
maggior capacità di previsione, programmazione e
zione tale, abbiamo impiegato diversi anni,
ricalibrazione degli obiettivi, lavorando con le voci
nei
bianche.
quali
siamo
scesi
a
tanti
compromes-
L’esperienza più difficile da me vissuta in que-
si per mantenere più o meno salda la rotta.
22
Farcoro - coralita’ infantile
sto senso è stata ad esempio quella vissuta con una mia piccola soprano, forse la più acuta, vocalmente pulita e precisa che avessi mai avuto. Una ragazzina che a 14 anni era ancora una purissima voce bianca. Stavo preparando concerti e concorsi con un repertorio che prevedeva diversi assoli ed in un paio di brani lei era inarrivabile.
Nel giro di 6 settimane, ha iniziato ad avvertire delle difficoltà, un po’ di raucedine dopo le prove, una certa fatica. In capo a due mesi il su corpo ha iniziato a trasformarsi e la sua voce pura e cristallina si è trasformata in una bellissima voce da mezzo soprano, che però ha perso quasi una quinta d’estensione sugli acuti. Se non avessi iniziato a prepararle “gli eredi” anche quando non pareva ce ne fosse bisogno, sarei rimasto scoperto in almeno 3 brani. Queste sono alcune riflessioni sul “come iniziare”, che spero possano essere utili a quei maestri che si avvicinano alla coralità infantile. Nei prossimi numeri di FARCORO, proseguiremo alla scoperta di repertori, semplici tecniche vocali, esperienze, sempre con la speranza di poter mettere il proprio bagaglio di esperienze al servizio degli altri.
23
Farcoro - coralita’ infantile
I CONCORSO CORALE “CITTA’ DI RICCIONE”
Organizzato dall’Associazione “Le Allegre Note”
600 coristi e oltre 1000 persone a Riccione tra la
di Riccione si è svolto sabato 24 maggio 2014 il 1°
competizione del mattino (cori scolastici) e quello
Concorso Corale “Città di Riccione” riservato a cori
del pomeriggio (voci bianche). Decisamente alto il li-
scolastici ( cat. A/B) e cori a voci bianche ( cat. C).
vello medio dei cori ascoltati, con diverse eccellenze.
Il concorso ha avuto il patrocino di A.E.R.CO ol-
A detta di tutti i partecipanti ottima l’organizza-
tre che del comune di Riccione. In commissione
zione realizzata dall’associazione “le allegre note”.
il M° Giacomo Monica (presidente Commissione
Si sono messi in evidenza due cori toscani che hanno
Artistica AERCO), M° Matteo Unich (Commis-
vinto le relative categorie. Il coro “Piccole Note” di
sione Artistica AERCO), M° Ilario Muro (vice de-
Monte San Savino ( AR) che ha vinto per i cori sco-
legato AERCO Provincia di Rimini), M° Maurizio
lastici e il “Piccolo Coro Melograno” di Firenze che è
Poesini (Città di Castello), Prof.ssa Norina Angeli-
risultato il primo assoluto vincendo la categoria “C”.
ni (Riccione). La direzione artistica del concorso è
Nelle piazze d’onore due cori dal Veneto; a tenere
affidata al M° Fabio Pecci (membro anch’egli della
alta la bandiera dell’Emilia Romagna il coro dell’Isti-
Commissione Artistica AERCO e direttore musica-
tuto “Parmigianino” di Parma e il coro della Scuola
le dell’associazione “Le Allegre Note” di Riccione).
“S. Umiltà” di Faenza, che si sono classificati “secon-
Si è trattato di un’importante avvenimento per la
do premio” rispettivamente di livello 1 e livello 2.
coralità infantile, che chiude un “buco” nel pano-
I repertori presentati sono stati estremamente vari e
rama dei concorsi per cori a voci bianche; nessun
hanno messo in luce una grande creatività e ricerca
evento simile si realizza nella nostra regione e in
da parte dei direttori. Moltissimi i brani di com-
verità, tolto il conosciutissimo Concorso di Arez-
positori italiani contemporanei presentati, insieme
zo, nell’Italia centrale sono praticamente nulle le
a riconosciuti autori del panorama internazionale.
iniziative di questo genere. Il concorso ha visto al-
La
buona
ternarsi sul palco17 cori provenienti da: Valle d’A-
ne
stimola
osta, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia,
per l’edizione 2015 che è gia…in cantiere.
Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Molise.
Di seguito l’elenco di tutti i cori premiati.
24
riuscita e
motiva
della
prima
l’intera
edizio-
associazione,
Farcoro - coralita’ infantile
Sono stati distribuiti mille euro in borse di stu-
2° Premio Liv. 2 “Gli Harmonici” Bergamo
dio, oltre che
Dir. Fabio Alberti
diplomi e riconoscimenti vari.
Durante il concorso la casa editrice “Progetti So-
2° Premio Liv. 2 “Verdi Note” Fabriano
nori” ha realizzato una mostra di volumi dedica-
Dir. Milly Balzano
ti all’educazione musicale e alla coralità infantile.
2° Premio Liv. 1 “Piccoli Cantori” Ancona Dir. Giorgia Cingolani
CORI SCOLASTICI
3° Premio Liv.2 “Piccole Voci Durantine” Urbania
1° premio “Piccole note” Monte S. Savino (AR)
Dir. Rosalba Rombaldoni
Dir. Benedetta Nofri
3° Premio Liv.2 “Piccolo Coro Natissa” Aquileia Dir. Patrizia Dri
2° premio LIV. 2 “I.C. Parmigianino”Parma Dir. Beniamina Carretta
Il premio al miglior direttore è stato assegnato ex equo
2° premio LIV. 1 Scuola “S. Umiltà” Faenza
a Stefania Lanaro e Fabio Alberti.
Dir. Mirko Nanni 3° premio LIV. 1 I.C. Gaudiano Pesaro Dir. Cinzia Rosati Miglior coro scolastico Emilia Romagna “I.C. Parmigianino” Parma Dir. Beniamina Carretta
CORI a Voci Bianche 1° Premio Assoluto e Premio “miglior presenza scenica” “Piccolo Coro Melograno “ Firenze Dir. Laura Bartoli
Punti 98/100
1° Premio ex equo e menzione speciale della giuria “Giovani GES” Schio Dir. Stefania Lanaro “Summertime Kids & Project” Padova Dir. Elena Piccolo 2° Premio Liv. 2 “Piccole note” e PREMIO “Programma più originale” Monte S. Savino (AR) Dir. Benedetta Nofri
25
Farcoro - musica liturgica
lo sfacelo della musica liturgica: una costante che progredisce! di Andrea Angelini1
Il canto, in ogni tipo di sua forma, è una manifestazione artistica dell’uomo, come la pittura, la scultura,
la prosa, ecc., che prevede da parte di chi lo esegue una certa predisposizione e un ovvio grado di consapevolezza e conoscenza. Non è assolutamente vero che tutti possono cantare, senza averne una minima capacità tecnica e vocale o almeno una certa esperienza. Sarebbe come se a un certo punto, dall’ambone, il sacerdote dicesse “Adesso dipingete” oppure “Scolpite questo blocco di marmo”. Chiaramente sono arrivato ad un paradosso per comunque evidenziare un fattore che penso non possa essere messo in discussione: ‘cantare ce di cantare a 4 voci oppure una liturgia ortodos-
non è come parlare, recitare preghiere o intenzioni’.
sa dove la stessa canta larghi passi alternati al pope. Assodato questo punto, potremmo considerare accettabile un’assemblea che apra almeno modestamente
Non ne faccio una questione di confessione, non
la bocca per seguire una schola cantorum che li sup-
si fraintenda, però è sintomatico che l’area cattoli-
porta. Aggiungo che naturalmente ogni nazione si
ca, configurabile come il sud Europa (Italia, Fran-
ritrova un popolo più o meno abile a cantare in vir-
cia, Spagna, Portogallo) non abbia più questa ca-
tù di quanto ha investito nell’istruzione musicale di
pacità di cantare. Considero questo fattore come
massa. Quelli della nostra età, se non hanno frequen-
un’insufficienza per lo più tecnica e culturale. Spe-
tato un conservatorio o almeno dei corsi di musica
ro che nel futuro i giovani comprendano che can-
paralleli alla normale frequenza scolastica, hanno di
tare è un’attività bella, educativa e formativa che
per se un grado di conoscenza musicale vicino allo
appartiene alle manifestazioni artistiche dell’in-
‘zero’. I frutti si vedono, ovvio, e non solo in merito
dividuo. Ci saranno, a questo punto, apprezzabi-
alla partecipazione canora come assemblea. Avendo
li ricadute anche sul canto liturgico assembleare.
viaggiato assiduamente negli ultimi anni in tutto il mondo posso assicurare che ci sono Stati, quali i Pa-
Alcune considerazioni sul repertorio. Recentemen-
esi Baltici, Scandinavi, l’Area tedesca e russa, dove
te Bepi De Marzi, l’autore di Signore delle Cime e
quasi tutte le persone cantano con facilità. Penso
stimato musicista (anche liturgico, essendo stato
che molti di noi avranno assistito ad una funzione
organista della sua Chiesa per decenni) ha scritto
protestante dove normalmente l’Assemblea è capa-
un interessante articolo nel quale mette in eviden-
1 Direttore di coro ed insegnante
26
Farcoro - musica liturgica
za la banalizzazione testuale e musicale che im-
sogna capire che per tanti (anche per me) questa è la
perversa tuttora nelle chiese italiane, contraria a
professione principale nonché fonte di soddisfazione
quelle che sono le disposizioni tuttora valide ema-
artistica. Ecco quindi che sono venuti alla ribalta per-
nate dal Concilio. Il vero problema è che non c’è
sonaggi che si improvvisano musicisti e compositori
nessuno che controlli questo sfacelo e sapete per-
e che, guarda caso, accontentano allo stesso tempo
ché? Perché nella maggior parte dei casi i ‘control-
gli uditi facili dei fruitori. La composizione musicale
lori’ (sacerdoti e vescovi) hanno sul repertorio le
è sì azione liturgica e veicolo di preghiera ma è anche
stesse opinioni distorte di coloro che lo eseguono.
e soprattutto manifestazione artistica della capacità umana. Sarebbe come dire che davanti alla Pietà di
D o p o
Michelangelo l’uomo laico non possa capire la bel-
t a n t i
lezza che emana, una forza che è anche e soprattutto
anni
di
terrena, altrimenti saremmo qui ad asserire che sola-
direzio-
mente chi è credente può apprezzare l’arte! Questo
ne corale
per dire che il repertorio musicale per la Messa deve
mi sono
avere un contenuto di autentico valore. Altrimenti
stancato
scadiamo nel banale, che non è un reato, ma sicura-
sincera-
mente, è un’opportunità persa nella nostra vita. Que-
mente di
sto vale per tutti, anche per i sacerdoti che durante
s p i e g a re
l’omelia possono carpire l’attenzione dei fedeli oppu-
che ritmi sincopati e testi storpiati dalla Bibbia non
re addormentarli o farli desiderare di essere altrove.
sono utili per favorire l’inserimento giovanile; que-
Se avete colto queste mie riflessioni avrete anche si-
sto retaggio anni ’60 e ’70 viaggia pari passo con la
curamente sintetizzato che non sono per una messa
banalizzazione della nostra società. E’ facile da appli-
completamente farcita di mottetti a 12 voci, che na-
care, non scontenta nessuno e quindi sopravviva! Il
turalmente reputo molto più adatti ad un concerto
vero problema sono i compositori che, ovviamente,
che a una celebrazione, ma nemmeno alla sciatteria
non hanno interesse a perdere tempo nella ricerca
imperversante. L’obbligo è quello di tendere al bello,
di testi significativi e musiche appropriate che non
non necessariamente ogni cosa deve essere cantata da
apprezzerebbe nessuno. Non essendoci più la dovu-
tutti. L’essere avvolti da musiche sublimi predispone
ta attenzione artistica e anche finanziaria da parte
l’animo ad una riflessione e ad una preghiera molto
delle istituzioni religiose, ognuno si arrangia come
più profonda che cantare per inerzia, senza nessuna
può, cercando di raggiungere il massimo dello scopo
cognizione, banalità quali Una notte di sudore (che
(quello che si ritiene tale) con il minimo dei mezzi.
ti porta spesso ad annusare il tuo vicino di panca)
Come può un compositore serio che ha studiato 10
o Santo, oh, oh. Hanno forse pari dignità i surrogati
anni al Conservatorio, che ha investito parte della sua
musicali, che Mons. Alessandro Maggiolini, vesco-
vita in questo, dedicarsi profondamente alla compo-
vo di Como, definiva “canti senza nè capo nè coda,
sizione sacra quando sa che nessuno gli renderà ono-
nè eleganza, nè significato”, precisando con amarez-
re (anche economico) a quello che per lui è la sua
za, che “al posto del gregoriano, pura poesia, erano
attività primaria? Questo vale anche per gli organisti
venute fuori delle vigliaccate, delle osteriate”? Sono
e i direttori di Coro. Si fa presto a dire: “ci vuol spi-
passati quarant’anni dal Concilio Vaticano secondo,
rito di servizio perché così si rende gloria a Dio”. Bi-
ma la partecipazione attiva dei fedeli alle cerimonie
“ La composizione
musicale è sì azione liturgica e veicolo di preghiera ma anche e soprattutto manifestazione artistica della capacità umana”
27
Farcoro - musica liturgica
religiose è rimasta sulla carta. E intanto quasi due generazioni sono state private di un prezioso patrimonio, la cui eliminazione, “a colpi di martello pneumatico e di schitarrate", come scriveva anni fa Vittorio Messori, "è stata un crimine contro la cultura prima che contro la religione”. Completo dissenso anche da parte del Mº Bruno Bettinelli, che ebbe come allievo Riccardo Muti. In un’intervista, accenna alla “dolorosa situazione in cui si trova, oggi, la dignità della musica (ormai da troppo tempo e in modo a dir poco inquietante) in certe Chiese, durante le funzioni e specialmente durante la Messa. La pessima abitudine di sostituire l’organo (anche quando sarebbe presente) con squadre di baldi giovanotti forniti di strumenti malamente strimpellati a sostegno di melense canzonette indecorose per i loro contenuti vuoti di senso e privi del rispetto dovuto a un simile ambiente, ha portato a un degrado allarmante”. Continuare su questa pericolosa china, su questa involuzione della bellezza, non si chiama, cari amici, spirito di servizio! Nessuno si sognerebbe di coprire il Giudizio Universale della Cappella Sistina con una crosta del primo pittore trovato per strada. Perché allora si cerca di cancellare l’immenso patrimonio musicale che abbiamo a disposizione con canzonette che ormai sono futili anche per il più parrocchiale dei campeggi? Salviamo quello che tutti hanno assodato come ‘capolavori’ ed accostiamolo ad un repertorio selezionato, artisticamente e liturgicamente valido. Sono convinto che sarà meglio per tutti e finalmente anche la Chiesa si rifarà promotrice di quell’azione di supporto artistico che ha sicuramente perso con la fine del Rinascimento, quando era molto più conscia delle capacità creative umane.
28
Farcoro - le nostre radici
I 50 ANNI DELLA CORALE “CITTA’ DI PARMA” di Maria Stefania Tavani pe Verdi e l’opera lirica che coinvolgeva ampi strati della popolazione ad ogni livello aveva fortemente limitato ogni possibilità di affrontare e diffondere una cultura corale più legata allo studio della polifonia. Il coro ebbe fin da subito un’intensa attività artistica e concertistica, partecipando già nel 1965 al Concorso Nazionale di Sesto San Giovanni (MI) indetto dalla RAI e dedicato ai canti della Resisten-
Il 20 gennaio 1964 nasceva a Parma la “Corale Città di Parma”.
Il desiderio di creare un coro che avesse un repertorio diverso da quello strettamente legato alla musica operistica portò il maestro Edgardo Egaddi, Mario Scaramuzza e gli altri fondatori a sciogliersi dalla Corale Verdi alla quale appartenevano e ad iniziare una nuova avventura artistica. Il coro nacque, come è scritto nel suo atto costitutivo, con lo scopo di esaltare e perpetuare attraverso la polifonia vocale in tutte le sue molteplici za e l’anno successivo al Concorso Corale Nazionale ORSAM a Roma dove conquistò il 2° premio. Oltre all’attività concertistica, il coro si pose fin da subito come promotore della vita culturale parmigiana organizzando per quattro anni consecutivi la “Rassegna Nazionale di Canto Corale” che coinvolgeva corali cittadine e complessi corali italiani che si fossero distinti in concorsi nazionali o internazionali. Il
maestro
Egaddi,
sempre
più
impegna-
to in una carriera artistica e professionale di alto livello si dimise alla fine degli anni ’60.
espressioni la nobile tradizione musicale di Parma.
La corale fu quindi diretta, dal 1971 al 1974, dal
Operazione questa per nulla scontata in una città
maestro Flavio Magnani recentemente scomparso.
come Parma nella quale il grande amore per Giusep-
In quegli anni il Presidente Mario Scaramuzza
29
Farcoro - le nostre radici
con grande lungimiranza propose che al coro di
timo direttore e anche compositore, rese pos-
voci miste fosse affiancato un coro di voci bian-
sibile al coro il poter continuare nel solco già
che che potesse rappresentare il vivaio di coristi
tracciato negli anni precedenti, ma anche sfrut-
da far crescere all’interno della Società Culturale.
tare le proprie potenzialità per affrontare nuovi
Nel 1971 avvenne l’incontro con il coro Voci
e importanti impegni artistici, musicali e vocali.
Bianche dei “Piccoli cantori di San Leonardo” che
Nella sua storia il coro Città di Parma ha sempre
era stato fondato nel 1969 dal maestro Antonio
avuto la fortuna di trovare sulla propria strada di-
Burzoni e che fu unito al Coro “Città di Parma”.
rettori valenti e appassionati musicisti che hanno
Questo incontro fu determinante nella storia del coro.
saputo portare avanti la storia così intensa del coro
La serietà dell’impostazione, le eccellenti doti ar-
parmigiano, ed è il caso dei direttori che dopo il ri-
tistiche e didattiche di Burzoni portarono infatti
tiro di Fulgoni e Gini hanno accompagnato il coro
il coro voci bianche ad ottenere notevoli risultati.
“Città di Parma”: Gianluca Ferrarini che ha diretto
Nel 1975, a seguito del ritiro del maestro Magna-
le Voci Bianche e il Coro Giovanile, Francesca Car-
ni e della conseguente ricostituzione del coro voci
ra che ha diretto le Voci Bianche, Matteo Pagliari e
miste con i giovani coristi cresciuti nel coro voci
Leonardo Morini che hanno diretto le Voci Miste.
bianche, unitamente ad alcuni coristi che già face-
Attualmente i gruppi del coro “Città di Parma”
vano parte del coro, il maestro Burzoni divenne di-
coinvolgono coristi a partire dai 3 anni di età fino
rettore artistico e conduttore di tutti i gruppi corali.
agli adulti e può contare sulla direzione di Simo-
Sotto la sua sapiente guida il coro visse una stagione
ne Campanini per il coro Voci Miste, Franco Ara-
splendida che lo portò ad essere uno dei migliori cori
ta per il Coro Giovanile, Ewa Lusnia per il gruppo
italiani.
Voci Bianche, Giorgio Donelli per il coro Prepara-
Dieci anni più tardi, nel 1985, il maestro Burzo-
torio e Patrizia Biavardi per il coro Propedeutico.
ni lasciò la guida del coro e fu sostituito dal mae-
Maestri
stro Mario Fulgoni per il coro Voci Miste e dal
tività del coro e che sono cresciuti in gran
maestro Bruno Gini per il coro Voci Bianche.
parte
Questo cambio rappresentò per il coro l’occasione
La storia del Coro “Città di Parma” è costellata di pre-
di ampliare il proprio progetto culturale e il proprio
mi vinti in importanti concorsi nazionali (Concorsi di
repertorio.
Prato e Palazzo Pignano) e internazionali (concorsi di
La solida preparazione del maestro Fulgoni, ot-
Arezzo, Gorizia e Tours) di partecipazioni a rassegne,
che proprio
continuano all’interno
con del
passione coro
l’atstesso.
di collaborazioni con insigni orchestre e illustri direttori, di prestigiose tournée, di incisioni sopraffine. Ma la bellissima storia del coro Città di Parma è una storia di amore, di passione, di serio e minuzioso lavoro artistico, di grande valore educativo. E’ la storia di tanti bambini e bambine provenienti da uno dei quartieri più popolari di Parma, quello di San Leonardo, che grazie alla grande passione che il maestro Burzoni seppe trasmettere e all’ambiente educativo del coro sono potuti crescere insieme entrando con naturalezza nel mondo colto della mu-
30
Farcoro - le nostre radici
Cantare in coro fin da bambini vuole dire crescere nella bellezza, nell’armonia, imparando che cantare insieme significa dare ciascuno il proprio apporto unico, capire che la magia si compie solo quando la propria voce si unisce a quella dell’altro per un fine comune. Significa imparare a lavorare in gruppo, che si può essere ben guidati solo quando si è perfettamente consapevoli e si conosce profondamente il proprio ruolo, che l’impegno e il sacrificio sono imprescindibili alla soddisfazione dei risultati. sica polifonica purtroppo praticamente sconosciuto
Dopo 50 anni il Coro “Città di Parma” è ancora tut-
e inaccessibile alla maggior parte dei loro coetanei (e
to questo, è una realtà viva che si prefigge con grande
sempre più oggi) e riuscendo ad affrontare e padro-
impegno il fine di perseguire e diffondere l’attività
neggiare pagine assai difficili che permisero loro di
corale e lo studio della musica in tutti gli ambien-
poter partecipare ad eventi musicali notevoli con im-
ti cittadini e in particolare in quelli scolastici così
portanti orchestre e sotto la guida di musicisti di fama
come fin dalle origini era scritto nell’atto costitutivo.
come Vladimir Delmann o Sergio Varatolo, di parte-
Celebrare i 50 anni del Coro “Città di Parma” è l’oc-
cipare, vincendo numerosi premi, ai maggiori concor-
casione per ringraziare le persone che ne hanno per-
si nazionali ed internazionali e di rappresentare l’Ita-
messo l’esistenza: Edgardo Egaddi e i coristi fondatori,
lia in una tournée in Giappone che vide il coro Voci
Mario Scaramuzza fondatore anch’egli e storico Presi-
Bianche impegnato in 35 concerti in tutto il paese.
dente, tutti i direttori che si sono succeduti alla guida
La storia del coro “Città di Parma” è la storia di tan-
del coro e tra loro in particolare Antonio Burzoni e
te esperienze comunitarie come i campi che veniva-
Mario Fulgoni, i coristi e le coriste e le loro famiglie,
no organizzati sulle montagne della provincia e che
tutti coloro che a vario titolo e sempre in modo vo-
permettevano a 30/40 coristi di vivere la musica
lontario hanno dato il proprio impegno per permet-
in modo totale con le diverse attività sia vocali che
tere di portare avanti negli anni le attività del coro.
strumentali e di trascorrere insieme il tempo esti-
La splendida storia del Coro “Città di Parma” lo vede
vo in un contesto di condivisione e di formazione.
ancora qui, oggi, con la stessa passione e con la stes-
Tanti di quei bambini hanno continuato anche da
sa voglia di cantare insieme, di scoprire partiture di
adulti a far parte del coro Voci Miste continuando sotto
autori immortali e di compositori contemporanei, di
la guida del maestro Fulgoni a mettere le proprie voci
proseguire nell’approfondimento della tecnica vocale.
e il proprio impegno per ottenere altri riconoscimenti
Questi 50 anni di storia di un’istituzione musica-
e allargando il proprio orizzonte artistico ad esempio
le dimostrano il valore della musica come possibi-
con la partecipazione all’allestimento dell’opera futuri-
lità di crescita, di formazione, di elevazione dello
sta l’Aviatore Dro di Balilla Pratella diretta da Gianan-
spirito umano, di coesione sociale, dimostrano il
drea Gavazzeni, ultima composizione da lui diretta.
modo di concepire l’uomo e la donna come capa-
Ancora oggi tanti dei coristi di allora formano l’ossatu-
ci di forza creatrice e fatti per operare il bene, va-
ra fondamentale del coro Voci Miste e i loro figli han-
lori che rimangono sempre attuali e fondamen-
no iniziato a popolare i gruppi dei più piccoli, frutto
tali in ogni epoca della storia e stagione della vita.
anche questo della storia del Coro “Città di Parma”.
31
Farcoro - le nostre radici
IL MIO TRENTENNALE CON FENIARCO di Puccio Pucci
Il treno che percorre avanti e indietro la tratta Portogruaro – Casarsa a quell’ora del primo pomeriggio era poco affollato. Treno moderno, pulito e mosso all’interno da piani rialzati per i passeggeri, che interrompono la monotonia dei lunghi corridoi della vecchie vetture. Anche l’andatura è rilassante ed induce a ricordi e pensieri. Mi sto recando a S. Vito al
ta da Giorgio Cogoli, e l’altra regionale, l’AERCIP
Tagliamento per celebrare, assieme ai tanti amici che
con sede a Bologna, voluta da un gruppo di Cori
incontrerò, un grande anniversario che cade proprio
emiliano-romagnoli e presieduta da Giorgio Vacchi.
oggi 23 gennaio 2014. La dolce campagna che scivo-
Già due anni dopo i Presidenti delle prime Asso-
la dal finestrino induce a percorrere ricordi lontani e
ciazioni appena costituite, unitamente a direttori di
ripensare un poco al cammino che Feniarco ha com-
Coro tra i quali, Malatesta, Bon, Sbordone, Carone,
piuto. Essendone stato testimone diretto, non ho
Marelli, Bregani, posero le basi per la creazione del-
potuto non andare con la mente agli anni ’70, pieni
la rivista nazionale CORO che uscì nel 1975, diret-
di vivacità e di voglia di uscire dal guscio, che prece-
ta da Mario Marelli e successivamente fu trasferita
dettero la firma dello Statuto nel 1984 ed i ricordi si
a Bologna con la direzione di Giorgi Vacchi. Pur-
affollano impetuosi, le persone di allora, dimentica-
troppo l’ultimo numero fu quelli di Natale del ’78
te per tanto tempo, tornano vive nei tuoi pensieri.
perché la pubblicazione fu sempre priva di qualsi-
Il Convegno di Cortina dell’aprile ’72, organizzato
asi supporto istituzionale e
da Gian Carlo Bregani in occasione della gara na-
bonamenti e dal lavoro di volontari. Ma la miccia
zionale si slalom riservata a coristi che allora si teneva
era accesa ed il percorso era tracciato. Nell’aprile del
ogni anno; due giorni di lavoro in cui si alternaro-
1982, a Trento, le nove Associazioni che frattanto
no nel dibattito i direttori dei cori più famosi, che
si erano costituite, dettero vita alla Conferenza Per-
condivisero in quei giorni l’esigenza di creare un
manente dei Presidenti delle Associazioni Regionali
organismo federativo nazionale che raggruppasse il
Corali che iniziò a tramare la fitta tela di relazioni
mondo della coralità. Il primo impegno preso fu
per giungere il 26 novembre 1983 a Verona alla isti-
quello di operare per dar vita ad una struttura di
tuzione della Feniarco, che federava 11 associazioni
collegamento fra i Cori regionali in ogni regione ita-
regionali. Il primo Statuto, frutto di numerose ri-
liana, che facesse riferimento successivamente ad
unioni, ormai aveva assunto la forma definitiva ed
una Federazione Nazionale, come lo era già l’AM-
il 23 gennaio del 1984 fu letto approvato e sotto-
BIMA per i gruppi bandistici. In quel momento
scritto ad Arezzo. Il cammino era cominciato. La
di Associazioni costituite ve ne erano due: una che
prima riunione, in virtù del contributo che anche
riuniva i cori della provincia di Trento , presiedu-
Giovanni Torre, Presidente AERCO, aveva genero-
32
sostenuta dai soli ab-
Farcoro - le nostre radici
samente dato nei lunghi lavori precedenti alla costi-
ta di commozione contenuta, ha espresso un grazie
tuzione, avvenne a Bologna il 12 febbraio successivo.
sincero a Feniarco per avergli dato l’opportunità di
Il treno rallenta e mi accorgo che sono passati trenta
vivere uno straordinario periodo della propria vita.
anni esatti d’allora; Feniarco ci accoglie con amici-
Poi tutto si è incentrato sulla relazione del Presidente
zia in una sede prestigiosa a S. Vito al Tagliamento,
Fornasier che, superata in breve l’emozione di rap-
una splendida location: Palazzo Altan. C’è aria di
presentare i 2800 cori d’Italia, ripercorre con orgo-
festa, ma traspare in tutti, dal Presidente agli ami-
glio il cammino di Feniarco e i prestigiosi traguardi
ci dello staff, un vivo senso di attesa ed un fremi-
raggiunti nel dare voce alla coralità del nostro paese.
to di tensione emotiva. E presto ne sono coinvolti
Egli ricorda i primi anni con la sede a Mestre presso
anche gli intervenuti; sia i tanti che erano in atti-
l’ASAC, che servirono per acquisire la prima ufficia-
vità già nell’84 e che non hanno voluto disertate la
lità in sede Nazionale. Molte energie furono profuse
ricorrenza, che i nuovi amici e lo stesso pubblico.
per giungere al traguardo della costituzione in ogni
Come avviene in ogni momento di incontro in cui
Regione di una Associazione di cori, che insieme
Feniarco è protagonista, curatissimo il materiale me-
consacrarono Feniarco come legittima e unica rap-
diatico preparato ed offerto ai numerosi ospiti, dallo
presentante della coralità italiana. Per superare i pro-
splendido manifesto, anche in formato banner verti-
blemi di natura specifica si diede una solida struttura
cale, già inviato a tutte le Associazioni, alle cartoline
amministrativa alla Federazione in un momento in
illustrate con annullo in un attrezzato ufficio postale
cui i contributi istituzionali da pare del Ministero
a disposizione dei presenti, ai tanti prodotti della edi-
non erano stati ancora completamente consolidati.
toria Feniaco e ai graditi gadgets del trentennale. La
Il Presidente ha ricordato la lunga trattativa che ha
cerimonia, inizia dopo un rapido brindisi augurale
preceduto la nascita della convenzione con la SIAE
tra le scrivanie da cui nascono le “Cose di Feniarco”,
che forniva ai cori un sicuro riferimento nell’assol-
per continuare nella austera sala conferenze di Palaz-
vere i doveri del riconoscimento del diritto d’autore
zo Altan, dove avviene il momento celebrativo clou
delle musiche eseguite e dei relativi costi. La mission
della giornata. Significativa la presenza alla cerimo-
che Feniarco ha sempre svolto, continua il Presi-
nia dei rappresentanti delle Istituzioni locali e regio-
dente, è stata quella del miglioramento musicale dei
nali, presentati dal Presidente dell’USCI Friuli, che
cori, offrendo loro un vasto panorama di progetti che
porgono i loro saluti e l’augurio per un futuro ric-
sono divenuti costanti nel tempo e rappresentano ora
co di successi. Particolarmente interessanti le parole
la base delle proposte di ogni stagione sociale. Stra-
dell’Assessore alla Cultura della Regione, che sinteti-
ordinario è stato l’impegno per acquisire le coperture
camente espone un quadro dell’impegno che da tem-
finanziarie necessarie ad operare, come i contributi
po la Regione Friuli-Venzia Giulia ha assunto a favo-
ottenuti con i Progetti Europei, che consentirono
re della coralità. Poi si sono susseguiti gli interventi
alla Federazione di realizzare numerose iniziative a
dei Vice presidenti Alvaro Vatri e Pierfranco Semera-
favore degli associati. Il Presidente ha poi ripercorso
ro; ed ognuno di loro formula un augurio a Feniarco
l’impegno nella pubblicistica, che annovera, oltre
nell’ottica del lavoro che li ha visti fortemente impe-
alla stabile pubblicazione della rivista quadrimestrale
gnati in Federazione. Quindi il Direttore di Chora-
Choraliter, ideata nell’Assemblea di Cascia, tutta una
liter Sandro Bergamo ha chiosato con la sua sagacia
serie di pubblicazioni musicali, con l’offerta di nuovi
alcuni aspetti della vita associativa e di redazione,
repertori destinati a gruppi corali soprattutto gio-
mentre il Segretario Lorenzo Benedet, con una pun-
vanili, culminate con la collana Voce e Tradizioni,
33
Farcoro - le nostre radici
riservata alla raccolta di musiche di autori regionali.
a Torino del Festival di Europa Cantat 2012. La
Ma la attività editoriale non si è limitata soltanto alla
grande manifestazione europea, per l’impegno pro-
musica. Ha prodotto pubblicazioni di indagini e con-
fuso ed anche a seguito di sinergie ottenute dalle
vegni di valore sociologico quale E Director, condot-
Istituzioni locali e nazionali, è stata ritenuta dai
te con giovani direttori di coro indicati dalle Associa-
partecipanti di tutto il mondo come “difficilmen-
zioni regionali e con il volume “Il Bilancio Sociale”,
te ripetibile”. Torino, invasa da oltre 5000 coristi, è
che ha fornito una completa immagine tecnico-am-
rimasta coinvolta come città ed il pubblico ha ge-
ministrativa del nostro associazionismo, riscuotendo
nerosamente fornito la sua presenza alla grande
consenso ed ammirazione da parte delle Istituzioni.
kermess musicale, decretandone il pieno successo.
Proseguendo ha enumerato brevemente le iniziative
Il Presidente conclude il sintetico, convincente ed
musicali e formative, organizzate in accordo con le
appassionato excursus dei trent’anni di vita e realiz-
Associazioni regionali, che ben presto hanno posto
zazioni di Feniarco dichiarando che tutto ciò non
la Feniarco al centro della attenzione europea: la
sarebbe stato possibile senza la forte collaborazione
Settimana Cantante di Alpe Adria che ha portato
e presenza delle Associazioni regionali, dei Cori e dei
in Italia migliaia di partecipanti provenienti da tut-
loro dirigenti, senza i contributi di una Commis-
ta l’Europa; il Corso per compositori ad Aosta, in
sione Artistica e di una Redazione attive e ricche di
cui si sono cimentati giovani musicisti che hanno
energie propositive, senza il sostegno della creatività
poi visto pubblicate da Feniarco le opere migliori;
e operatività dello staff che opera stabilmente in Fe-
l’Accademia Musicale di Fano, per la formazione
derazione, segreteria, direttore della rivista ed opera-
di direttori italiani e stranieri che, guidati da valen-
tori, e senza la condivisione ed il prezioso sostegno
ti musicisti, sperimentano la direzione corale con
ottenuto dai Vice presidenti. E’ in tal modo che dal
cori laboratorio; la costituzione del Coro Giovani-
1984 Feniarco contribuisce a dar Voce ai cori italiani.
le Italiano, che ha offerto collaborazione ai corsi di
Al lungo e caloroso applauso che ha sottolineato l’in-
direzione e che ha permesso la qualificata presenza
tervento di Sante Fornasier, è seguita la consegna alle
della coralità italiana in numerose performances in
Autorità ed alle delegazioni presenti di un significativo
Italia e all’estero. Come poi non ricordare l’iniziati-
oggetto realizzato a ricordo della giornata. La tensione
va rivolta ai cori scolastici realizzata con il Festival
e le emozioni si stemperano infine nel bel teatro dal
di Primavera, prima con sede a Follonica ed ora sta-
sapore goldoniano di San Vito, dove alla parola si è so-
bilmente a Montecatini e l’istituzione del Festival di
stituito il canto, con le belle esibizioni dei complessi.
Salerno, che esce dallo schema turistico-promozio-
L’evento del trentennale Feniarco, di per se stes-
nale di similari manifestazioni in Italia e all’estero,
so così significativo ed importante, riceve così l’in-
offrend un più ampio e deciso spazio alla musica.
tonatissimo accordo finale affidato alla musica.
L’Europa corale, prosegue il Presidente Fornasier, si confrontò con Feniarco riuscendone altamente soddisfatta, se il Board nel 2008 fu unanime ad affidare per sei anni all’Italia la Presidenza della Federazione Europea. E stato un momento di attività crescente che ha promosso in Europa la professionalità di musicisti, Direttori artistici e Cori che hanno riscosso molti consensi ed è culminata nella organizzazione
34
Farcoro - analisi
SUPER FLUMINA BABYLONIS di Palestrina Trascrizione ed analisi a 4 voci di Cristian Gentilini
Questo mottetto, stampato nell’anno 1581, rap-
simbolo di perdizione. Nella costruzione di questo
presenta una delle più alte espressioni dell’arte Pa-
motivo parola si può ancora vedere una particolare
lestriniana, dove l’ artificio compositivo non è mai
insistenza sulla finalis La. Questa nota, infatti, è usata
usato fine a se stesso ma è sempre una tecnica al ser-
con valori più o meno lunghi per ben quattro volte.
vizio e dell’espressività della parola e del pensiero.
Questo fatto conferisce al tema una forte staticità,
Il mottetto è diviso in cinque episodi, corrispon-
che potrebbe esprimere il concetto della permanen-
denti a cinque versetti (“Super flumina Babilo-
za in schiavitù degli ebrei nella terra Babilonese.
nis”, “Illic sedimus, et flevimus”, “dum recorda-
Le voci una volta finita l’esposizione del motivo-
remur tui, Sion”, “in salicibus in medio ejus”, e
parola proseguono, in contrappunto fiorito, con
“suspendimus organa nostra”) che compongono
linee melodicamente e ritmicamente riconducibi-
il testo tratto dal salmo 42 nel quale si narra la de-
li al motivo iniziale. A bat. 5 e seguenti nel bassus
portazione del popolo d’Israele in Mesopotamia.
viene elaborato per moto contrario il frammento
Il primo episodio è di carattere imitativo. Il moti-
melodico minima col punto più semiminima di
vo-parola, inizialmente esposto al bassus, è lungo
Babilonis. Vediamo poi come la parola “Babilo-
quattro battute e mezzo. Il suo profilo melodico
nia” sia sempre connotata, come si diceva sopra,
procede sempre per grado congiunto, fatta eccezio-
da una linea discendente, e dal caratteristico inizio
ne per l’intervallo di terza minore (la-do) che ide-
con la minima puntata. Questo disegno trova la
almente lo divide in due parti. La prima parte del
sua maggiore elaborazione nel vocalizzo a bat. 11 e
tema Super flumina è caratterizzata ritmicamente da
12, dove c’è l’imitazione ravvicinata tra cantus e la
una progressiva diminuzione dei valori, e melodica-
coppia altus-tenor. Procedimento questo che ricor-
mente dal semitono diatonico discendente. Questo
da molto lo stile di Orlando di Lasso. Da qua, si
movimento è una variante della figura retorica del
comprende come il concetto di composizione nel
planctus. Questa linea melodica disegna un profilo
rinascimento era soprattutto basato sulla elaborazio-
ondeggiante nel quale si può riconoscere l’onda del
ne dei materiali, e non come invenzione e creazione.
fiume (vedi similitudine con il tema del madrigale
La struttura imitativa di questo primo episodio è co-
“Ecco mormorar l’onde” di Monteverdi). L’inizio
struita con un progressivo allontanamento delle en-
prende quindi la forma di un’invocazione lamento-
trate delle voci: l’altus a bat. 3, il cantus a metà di
sa e piena di dolore. La seconda parte Babilonis, è
bat.5, il tenor a metà di bat.9. Questo fatto può sim-
una discesa per grado congiunto che copre una sesta.
bolicamente rappresentare l’allontanamento del po-
Qui si può riconosce la figura retorica della cataba-
polo ebreo dalla patria. Confrontando il tema esposto
si usata solitamente in relazione a contenuti testua-
al bassus con quello alla repercussio esposto all’altus,
li quali “scendere”, “inferno” e “peccato”. In questo
si nota come il suono Sol#, sia un’alterazione croma-
caso potrebbe connotare Babilonia come luogo e
tica della subfinalis. Ciò evidenzia l’affermarsi nel
35
Farcoro - analisi
linguaggio rinascimentale di una sensibilità tonale. C’è una prevalenza delle entrate sulla finalis: tre contro una sola entrata sulla repercussio. Questo conferisce all’intero episodio una forte stabilità modale al protus in La, o IX modo del Glareano. Ciò non è altro che lo sviluppo macroformale della stabilita del tema sulla nota La. Questa stabilita esprime ancora di più la situazione di permanenza forzata espresso delle parole del primo versetto. La microstruttura del tema con la sua chiusura melodica Fa-Mi a bat.4-5, è poi trasferita nella macrostruttura del primo episodio. A bat.13 la cadenza perfetta a La è ampliata dal passaggio sulla triade maggiore di Fa, enfatizzata dal ritardo della terza al cantus, e dall’ulteriore dissonanza provocata dalla linea dell’altus che si muo-
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525/26-1594)
ve parallela al cantus per settime (la nota reale La si
mento omoritmico, tipico della noema, è qui uti-
configura come una nota di volta). Questo arricchi-
lizzato per rendere più immediato il significato del
mento della cadenza con ritardi e note di passaggio
testo. Il verbo “sedersi” è espresso con una brusca
viene chiamato pleonasmo, e serve in questo caso a
discesa timbrica verso il basso a bat.14, che sem-
conferire al Fa magg. una forte tensione che si risol-
bra essere la rappresentazione musicale dell’azione
ve sulla repercussio Mi. In questo modo la cadenza
dell’abbassarsi. L’omoritmia, inizialmente osservata
perfetta a La, che avviene con una netta rarefazio-
da tutte le voci, vedi bat.14-15, lascia poi spazio a
ne sonora perde di importanza. Questa particolare
brevi andamenti melodici (nel tenor a bat.16 e 19,
conduzione delle voci può servire a rendere musi-
nel cantus a bat.17 e 22, infine nell’altus a bat.22)
calmente l’idea dell’allontanamento e dell’isolamen-
che movimentano il ritmo sulla parola flevimus, e
to, presenti nel contenuto testuale di questo salmo.
che descrivono musicalmente questo gemito. A
Il secondo motivo parola ha inizio a bat.14. Il testo
bat.19 il testo viene ripetuto, l’omoritmia delle voci è
si riferisce al momento della riflessione del popo-
ancora parzialmente presente ma si procede con una
lo d’Israele che dopo un lungo cammino, una vol-
imitazione tre voci contro una. A bat.21 la parola
ta giunto sui fiumi di Babilonia prende veramente
et flevimus è musicata con la tecnica dell’imitazio-
coscienza del proprio stato di schiavitù. Il testo in-
ne ravvicinata due voci con la partenza sul tempo
fatti dice: “Illic sedimus, et flevimus” lì ci sedemmo
debole (cantus e altus) contro le altre due sul tempo
e piangemmo. Il lamento che inizialmente era im-
forte. La pausa a bat.21 nel cantus e nell’altus ha la
plicito, affidato all’espressività della linea melodi-
funzione retorica della suspirazio. Questa tecnica è
ca, diviene qui esplicitamente dichiarato dal testo.
utilizzata in modo da sottolineare l’espressività del-
Palestrina rappresenta musicalmente questo stato
la parola, in questo caso il singhiozzare del pianto.
d’animo utilizzando la “noema”, figura retorica che
Il suono Do# dell’altus a bat.14 muta improvvisa-
si identifica appunto con il concetto di pensiero.
mente la modalità iniziale. Dal XI modo glareano,
Questo motivo-parola contiene i due predicati-ver-
si passa ad un vero protus a Re. In questo episodio
bali del discorso: sedemmo e piangemmo. L’anda-
36
Farcoro - analisi
si nota la prevalenza di triadi maggiori messe in
quindi in pensiero positivo. Il movimento ascenden-
successioni armoniche tipiche del linguaggio mo-
te di crome nell’altus infatti, riapre immediatamente
dale (vedi bat.16 falsa relazione tra bassus e altus
il discorso musicale che riprende con l’imitazione
Do-Do#). Questa zona assume quindi un colore
del tema fino a bat.39, dove c’è un’altra cadenza a
sonoro contrastante rispetto al “La minore” del pri-
La, questa volta configurata come una repercussio.
mo episodio. Il motivo-parola è ripetuto due volte
Il quarto motivo-parola è “in salicibus in medio
ed entrambe le volte è chiuso da una cadenza sul-
ejus”: nella sua linea ad arco si riconosce una ulte-
la repercussio: la prima sulla triade maggiore di La
riore elaborazione tematica del tema originale. L’in-
a bat.18, la seconda sulla triade maggiore di Mi a
tervallo di terza minore è ora riempito dal passaggio
bat.23. Questo repentino cambiamento di modo,
per grado congiunto, quindi si ha ancora una discesa,
anch’esso nettamente in contrasto con la staticità
sempre per grado congiunto. La cellula ritmica semi-
dell’inizio del mottetto, e queste sospensioni sono
minima col punto – croma viene ora utilizza in due
aspetti che si riferiscono all’idea di turbamento e di
battute ravvicinate. Questa tecnica di elaborazione
disperazione e quindi al pianto del popolo ebreo.
tematica subirà poi nell’ultimo episodi un’ulterio-
Il terzo episodio e di nuovo di carattere imitativo.
re sviluppo, dove questa cellula verrà messa in pro-
Questa tecnica compositiva assolve qui la funzione
gressione. Questo quarto episodio comprendente le
retorica della ridondanza. L’altro parametro fonda-
bat.39-55, è di carattere imitativo, ed è diviso in due
mentale di questo episodio è il timbro. Il motivo-
sezioni da una duplice cadenza a bat.46 e 47, la pri-
parola è una chiara elaborazione del primo tema:
ma a Re e subito dopo una a Fa. Queste due cadenze
l’intervallo di terza presente al centro del primo mo-
così ravvicinate servono però come snodo armonico,
tivo parola diventa la caratteristica iniziale di que-
in modo da non creare una cesura troppo forte con
sto motivo parola, mentre la discesa per grado con-
la seconda partenza tematica. Nella prima parte ci
giunto Do-Mi rimane invariata. Il tema è proposto
sono tre entrate del tema. Particolare è l’entrata del
in imitazione sette volte (cinque sulla repercussio
tema a bat.39 del tenor e del bassus che si muovono
Mi e due sulla finalis La). Questo numero partico-
per terze parallele. Questa conduzione delle parti, ti-
larmente importante per la religione ebraica serve
picamente non contrappuntistica, esprime l’esigenza
a sottolineare la parola Sion. Il motivo-parola è poi
del compositore di dare particolare forza espressiva a
accompagnato da altre linee discendenti di chiara
questo testo attraverso l’uso di un colore sonoro, e un
derivazione tematica in contrappunto imitato. Que-
timbro ben determinato e riconoscibile. Questa tec-
sta dialettica tematica, può rappresentare il duplice
nica verrà poi ulteriormente sviluppata nell’ultimo
aspetto del ricordo di Sion: ricordo positivo perché
episodio, dove sarà presente in ogni entrata tematica.
patria amata, ma nello stesso tempo negativo perché
Da bat.46 il tema è ripetuto con la tipica partenza
lontana e abbandonata con la forza. Questo episodio
imitativa a terrazze dal bassus al cantus. Questa se-
a bat.33 ha una cadenza perfetta a La, composta dalla
conda sezione porta ad una cadenza sospesa al Sol.
quarta e sesta preparata e risolta come doppio ritar-
L’ultimo episodio “suspendimus organa nostra” è il
do della terza e quinta e con il salto principale nella
più lungo dei cinque. Qui le dieci entrate imitative
voce inferiore (tenor), che divide una prima sezione
del tema, assolvono il fine retorico della perorazio-
dove i due temi, retto e contrario e quindi il ricordo
ne. Il motivo-parola è costruito su di una progres-
positivo e negativo si equivalgono, da una seconda
sione melodica discendente, come anticipato prima
parte dove si afferma il motivo parola principale e
costruita sulla cellula ritmica semiminima col punto
37
Farcoro - analisi
– croma. Tale andamento modulare serve a esprimere l’idea della sospensione. In questa ultima parte ogni ripetizione del motivo-parola è chiusa da una cadenza: bat.58 a La, bat.60 a Mi, a bat.62 a Fa, a bat.66 a Do, a bat.68 a Fa, ed in fine a bat.71 a Mi come repercussio di La. Questo continuo susseguirsi di cadenze ravvicinate a diversi toni crea un’atmosfera d’indecisione modale che serve ancora per sottolineare l’atmosfera di sospensione che sottintende il testo. Qui il gioco timbrico delle terze parallele diventa predominante. Questo colore viene sempre contrapposto all’entrata ravvicinata, come uno stretto, di
James Tissot, Giunti ai canali di Babilonia
una singola voce, in modo da creare la struttura due voci contro una. L’ultima entrata del bassus avviene
sviluppo di cellule melodico ritmiche riconducibili
sul battere per enfatizzare il ritardo della terza al can-
anche loro al tema. Questa forte unità tematica è
tus. Abbiamo quindi la stretta finale con l’imitazione
poi utilizzata con grande fantasia in svariate tecni-
tra la coppia tenor e altus contro il cantus sul testo
che contrappuntistiche ed imitative, che rendono il
organa nostra. La pausa del cantus a bat.69, come
tessuto musicale in continua evoluzione, senza mai
fosse l’ultimo sospiro, serve per mettere ancora più in
cadere nella ripetitività. Anche l’impianto modale
risalto l’ultima entrata. L’ultima cadenza si configu-
viene utilizzato in senso espressivo. Il cambiamen-
ra come ciò che oggi definiremmo cadenza sospesa.
to modale avviene in corrispondenza di particolari
Essa è ottenuta con la successione delle triadi perfette
zone del testo: Illic sedimus, et flevimus e suspendi-
di FA, RE, e MI, che nel linguaggio tonale chiame-
mus e serve a sottolineare un cambiamento di stato
remmo VI-IV-V grado. Questo andamento più di
emotivo. La totale inscindibilità testo-musica, otte-
ogni altro ci fa capire come la sensibilità tonale, e il
nuta con utilizzo di tutti i parametri musicali fa di
rapporto tonica-dominante alla fine del cinquecen-
questo mottetto, come asserito all’inizio dell’analisi
to si stava sempre di più affermando. Da notare poi
una delle più alte espressioni dell’arte Palestriniana.
che l’ultimo intervallo del cantus La-Sol# è il primo esposto all’inizio del mottetto dal bassus, ed è come se la composizione si richiudesse su se stessa. L’elevato livello artistico che Palestrina raggiunge in questo mottetto sta nel domino del materiale melodico, e nella sua capacità di elaborare il rapporto testo-musica tramite artifici tecnici semplici utilizzati in senso espressivo. L’artificio tecnico-compositivo non è mai utilizzato fine a se stesso, ma è sempre al servizio dell’espressività della parola. Abbiamo precedentemente visto come ogni motivo-parola sia l’elaborazione dello stesso tema iniziale, e anche come le parti libere sono sempre condotte come
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Farcoro - vocalita’
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Farcoro - aerco notizie
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Farcoro - vocalita’
LA VOCE E IL PROPRIO USO QUALCHE CONSIDERAZIONE GENERALE di Daniele Farneti1
Abbiamo già visto che cos’è la voce.
La voce è aria mobilizzata durante la respirazione che viene sonorizzata, in ingresso ma più pro-
tutti siamo propensi ad utilizzare la voce anche quan-
priamente in uscita, a livello delle corde voca-
do abbiamo dei problemi, più o meno importanti: se
li ovvero nel laringe. Il suono prodotto a livello
non la usiamo professionalmente, la usiamo nella la
laringeo viene modificato nei suoi parametri acu-
nostra usuale vita di relazione. Sembra impossibile che
stici all’interno del vocal tract, quell’insieme di ca-
non siamo in grado di riconosciamo le alterazioni di
vità poste al di sopra del laringe e all’interno delle
uno strumento che usiamo così largamente. Eppure!
quali avviene l’importante processo di produzione,
Molto semplicemente:
o meglio articolazione, dei suoni linguistici (vocali
- la voce è diventare rauca o stridula?
e consonanti) che caratterizzano una lingua parlata.
- la capacità di raggiungere alcune note, anche nella
Molte persone usano la loro voce per il proprio la-
voce parlata, è compromessa?
voro. Cantanti, insegnanti, medici, avvocati, infer-
- la voce è aggravata (ovvero ha una tonalità più gra-
mieri, addetti alle vendite, oratori pubblici sono al-
ve)?
cune fra le categorie professionali che fanno grande
- è spesso presente mal di gola, con sensazione di fitte
uso della voce ma non dobbiamo dimenticare, ad
o tensione in parti localizzate del collo?
esempio, le casalinghe, altra categoria professio-
- il parlare (o il cantare) è diventato uno sforzo?
nale che utilizza largamente la voce nell’espletare
- si ha necessità di raschiare ripetutamente la gola,
le proprie attività lavorative. Le richieste in senso
con o senza secrezioni da smaltire?
quantitativo e l’utilizzo in senso qualitativo, pone
Se è presente una o più di queste evenienze si hanno
queste persone a rischio nello sviluppo di proble-
dei problemi di voce.
mi vocali. Si stima che circa 7,5 milioni di persone hanno malattie o disturbi della voce, che ne
È inoltre importante sapere alcune cose su
impedisce un usuale utilizzo in ambito lavorativo.
come problemi di voce possono comparire.
Alcuni di questi disturbi possono essere evitati aven-
U problema di voce può essere dovuto a diverse cause.
do cura della propria voce, ovvero attuando strategie
- infezioni delle vie respiratorie superiori o inferiori
volte a preservare la voce da problemi più seri. Faccia-
- infiammazione causata da reflusso gastroesofageo
mo qualche considerazione estremamente semplice.
- uso prolungato o abuso della voce
La prima cosa è come riconoscere quando la voce ha dei
- alterazioni anatomiche delle corde vocali (noduli,
problemi. Sembra una affermazione retorica eppure
polipi, granulazioni, papillomatosi laringea)
1 Responsabile Servizio di Audiologia Foniatria. AUSL della Romagna – Ospedale Infermi di Rimini
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Farcoro - vocalita’
- neoplasie benigne o maligne della laringe
C che preservano lo stato delle mucose
- malattie neurologiche (disfonia spasmodica o para-
- lavarsi spesso le mani per evitare di veicolare infe-
lisi della laringe)
zioni virali o da batteri
- affaticamento e tensioni psico-fisiche.
- regolarsi in modo da bilanciare periodi di riposo nell’attività lavorativa: la fatica fisica ha un effetto
La maggior parte delle condizioni sopra citate e che
negativo sulla voce
causano problemi di voce (disfonia), possono essere
- abituarsi ad un esercizio fisico regolare, che aumen-
trattate attraverso modificazioni delle abitudini di
ta la resistenza e il tono muscolare. Questo aiuta a
vita o curando la causa che li determinano. In casi
mantenere una buona postura e una corretta respi-
selezionati o dove il ripristino di un uso adeguato
razione, fondamentali per un buon uso della voce.
dell’apparato pneumo-fono-articolatorio non sia sta-
- se si hanno persistentemente o periodicamen-
to sufficiente (con un trattamento logopedico spe-
te bruciore di stomaco o dolore retrosternale
cifico) un intervento chirurgico può essere indicato.
(all’altezza del petto) occorre rivolgersi al medi-
Ma prevenire è sempre meglio che curare.
co: dopo aver escluso un problema cardiaco bi-
Con alcuni accorgimenti talvolta molto sempli-
sogna documentare una patologia da reflusso ga-
ci o semplicemente usando il buon senso, pos-
stro-esofageo ed impostare una terapia adeguata
siamo evitare diversi problemi di voce. Ecco al-
- evitare collutorio o gargarismi con prodotti che
cuni consigli per prevenire qualche problema.
contengono alcol o sostanze chimiche irritanti. Se si
- rimanere idratati: bere molta acqua (da sei a otto
desidera comunque utilizzare un collutorio che con-
bicchieri al giorno)
tiene alcol, limitarne l'uso e risciacquare abbondan-
- limitare l'assunzione di bevande che contengono al-
temente il cavo orale. Se sono necessari gargarismi è
cool o caffeina, che possono agire direttamente sullo
meglio utilizzare soluzione fisiologica (esistono molti
stato della mucosa laringea o ridurre l’assimilazione
prodotti in commercio)
di acqua
- in caso di alitosi (alito cattivo) evitare l'uso prolun-
- umidificare gli ambienti dove si soggiorna, soprat-
gato di colluttorio ma consultare il medico: l’alitosi
tutto in inverno (uso del riscaldamento) o nei climi
può essere il segnale di un problema che interessa le
secchi; un contenuto di umidità del 30% è racco-
alte vie respiratorie (cavità nasali e paranasali) o le
mandabile
basse vie respiratorie (bronchi e polmoni), infezio-
- evitare o limitare l'uso di farmaci, soprattutto di
ni di tonsille, gengive o una patologia da reflusso.
auto-medicazione, che possono ridurre l’idratazione
Altro consiglio molto semplice, ma spesso diffi-
delle corde vocali (antistaminici, antinfluenzali)
cile da realizzare, è di usare la voce con giudizio:
Altre raccomandazioni sono legate ad un sano stile
- evitare condizioni di abuso vocale: evitare di parlare
di vita:
o cantare quando la voce è rauca o affaticata
- non fumare ed evitare il fumo passivo (il fumo è
- riposare la voce quando si è malati: uno stato di
collegato al cancro delle corde vocali, oltre che del
malattia accentua lo stress fisico, che si ripercuote
polmone)
sulla voce
- evitare di mangiare cibi piccanti, che possono cau-
- utilizzare con moderazione gli estremi della esten-
sare acidità o accentuare una patologia da reflusso
sione vocale, come ad esempio urlare o sussurrare,
- includere nella dieta molti cereali integrali, frutta e
condizioni che stressano le corde vocali
verdura: questi alimenti contengono vitamine A, E,
- praticare una buona tecnica di respirazione quando
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Farcoro - vocalita’
si canta o si parla professionalmente. La voce va adeguatamente sostenuta oltre che proiettata. Una voce ingolata e non sostenuta è estremamente stressante e nociva per la laringe - evitare di parlare lungamente con il cellulare o telefono sostenuto fra la spalla e la testa: questo causa una asimmetria ed una anomala tensione della muscolatura del collo che si ripercuote sul laringe - considerare l'utilizzo di un microfono se si è costretti a parlare in ambienti troppo grandi o rumorosi (aule, palestre) - evitare di parlare in luoghi rumorosi: il feedback acustico ci spinge a prevaricare il rumore, utilizzando delle pressioni fonatorie molto affaticanti e nocive per la muscolatura e la mucosa laringea In questa breve disamina di condizioni e consigli sono stati introdotti alcuni concetti che svilupperemo successivamente: disfonia, patologia da reflusso gastroesofageo, uso professionale della voce, farmaci ad azione sulla voce, e altro. Quello che deve essere ben interpretato è il messaggio che la voce è un bene che utilizziamo nella nostra vita di relazione ed è il prodotto più fedele che esprime il nostro benessere fisico e psichico. Patologie
banali
possono
colpire
la
laringe,
come le virosi dei mesi invernali, ma anche altre patologie locali o sistemiche, talvolta gravi. Se la voce presenta dei problemi che si protraggono oltre una settimana o due al massimo, senza tendere a migliorare, occorre consultare il proprio medico di medicina generale o uno specialista ORL o foniatra.
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Farcoro - aerco notizie
Farcoro - aerco notizie
IL CORO CAI MARIOTTI CAMBIA DIRETTORE sgraziate, a volte squinternate, affrontando prove su prove fin quasi ad averne nausea, subendo e, diciamo pure meritando, le bibliche arrabbiature del Maestro, sempre però spinti dalla volontà di esprimere nel canto emozioni e sentimenti portando spesso anche una ventata di sana allegria a chi li ascolta. Gibi, infatti, ha preso per mano il coro ed a sua volta il coro ha preso per mano il suo direttore ed assieme hanno iniziato un cammino di crescita reciproca, di studio, di nuove esperienze; hanno provato anche, specie nei primi anni, qualche delusione e fatto qualche passo falso, ma, sempre assieme hanno saputo reagire, correggere gli errori e guardare sempre avanti fino a diventare quella bella realtà che è oggi il Coro CAI Mariotti. A volte ci si può chiedere come sia stata possibi-
Risulta difficile dire quante volte abbiamo inizia-
le questa bellissima esperienza ma la risposta non è
to a scrivere questo articolo per poi cancellare tutto
struttura del coro (prove assidue, pazienza, umiltà,
ogni volta. Non che mancassero le cose da dire anzi,
preparazione e quant’altro) sono sempre stati tenuti
troppi erano i pensieri, i ricordi, le esperienze vissute
assieme da un cemento fortissimo che non conosce
tanto che si accavallavano nella mente ingenerando
sgretolamenti … l’AMICIZIA !!!
una sorta di confusione che ci impediva di riordinare
Proprio in nome di questa amicizia Gibi sarà
le idee al fine di poter descrivere in modo consono
sempre nel nostri cuori e nelle nostre men-
il momento “epocale” che il Coro C.A.I. Mariot-
ti così come non credo di sbagliare dicendo che il
ti ha vissuto ed ancora sta vivendo in questi giorni.
coro sarà sempre nel cuore e nella mente di Gibi.
Sì… proprio un momento epocale: infatti, dopo ben
Ora si volta pagina, ed in tutti i sensi … d’ora in
34 anni, il nostro Maestro Gianbernardo Ugolotti, ob-
poi, infatti, gli azzimati coristi del Mariotti non
bligato da motivi di salute, lascia la direzione del Coro.
avranno più innanzi a loro un mezzo armadio con
Gibi, questo è il nome con il quale tutti lo chiamia-
barba e chioma fluente, con voce stentorea specie
mo, prese la guida del Mariotti all’inizio del 1980
nelle invettive; il coro d’ora innanzi sarà diretto da
e da allora lo ha plasmato, guidato e, oseremmo
una gentile fanciulla, Monica Lodesani, fanciul-
dire, “creato” a propria immagine, con un lavoro
la che quando Gibi prese in mano il coro non era
instancabile fatto di competenza, pratica ma so-
ancor nata. Monica però nonostante la giovane età
prattutto di grande disponibilità, umiltà e pazienza.
ha una eccellente preparazione musicale e corale;
I ragazzi del coro, a loro volta, si sono messi nelle mani
si è diplomata in flauto al Conservatorio di Par-
difficile: tutti questi “mattoni” che costituiscono la
di Gibi con le loro voci magari a volte stonate, a volte
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Farcoro - aerco notizie
tistici che umani, come quella lasciata da Gibi.
ma e, proprio come flautista ha collaborato con il
Da parte nostra promettiamo solennemente che fare-
Mariotti in alcuni brani, elaborati proprio da Gibi.
mo i bravi, cercando di seguirla senza farla inquietare
Non staremo qui ad illustrare il nutrito curricu-
troppo!!!
lum del nostro nuovo Direttore, peraltro disponibile sul sito del Coro, dirò solo che Monica dirige già un altro coro della nostra città, il “Vox canora”, e che ha al suo attivo diverse esperienze sia come corista che come direttore di coro. Siamo convinti che, come sempre succede in questi casi, anche nel Mariotti ci sarà un po’ di “aria nuova”, sempre nel rispetto delle nostre radici di “Coro CAI” con anche le relative tradizioni canore, tradizioni che però non ci impediscono di affrontare nuove esperienze e nuove sonorità, secondo una strada già aperta in questo senso da Gibi. Dunque un saluto pieno di gratitudine e di affetto a Gianbernardo Ugolotti e, contemporaneamente, un grande benvenuto a Monica Lodesani assieme ad un ringraziamento per essersi presa l’onere di guidare il nostro coro facendosi carico di una eredità non facile, sia in termini ar-
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