Poste Italiane S.p.A.– Spedizione in abbonamento postale—70% CN/BO
Quadrimestrale dell’AERCO Associazione Emiliano Romagnola Cori
N° 3, settembre-dicembre 2014
Farcoro
FARCORO
Quadrimestrale dell’Aerco Associazione Emiliano Romagnola Cori Settembre-Dicembre 2014 Edizione online: www.farcoro.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna N° 4530 del 24/02/1977 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - CN/BO. Direttore Editoriale Niccolò Paganini Comitato di Redazione Fedele Fantuzzi Giacomo Monica Puccio Pucci Andrea Angelini Edo Mazzoni Matteo Unich Grafica e impaginazione Elisa Pesci Stampa Onlineprinters.com, Germany Sede Legale c/o Aerco – Via Capo di Lucca 42 40126 Bologna Contatti Redazione: farcoro@aerco.it +39 347 9706837 I contenuti della Rivista sono © Copyright 2009 AERCO-FARCORO, Via Capo di Lucca 42, Bologna - Italia. Salvo diversamente specificato (vedi in calce ad ogni articolo o altro contenuto della Rivista), tutto il materiale pubblicato su questa Rivista è protetto da copyright, dalle leggi sulla proprietà intellettuale e dalle disposizioni dei trattati internazionali; nessuna sua parte integrale o parziale può essere riprodotta sotto alcuna forma o con alcun mezzo senza autorizzazione scritta. Per informazioni su come ottenere l’autorizzazione alla riproduzione del materiale pubblicato, inviare una e-mail all’indirizzo: farcoro@aerco.it.
Farcoro - indice
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EDITORIALE di Niccolò Paganini
ITINERARI CORALI DALLO SPRECHGESANG ALL’ALEA di Pier Paolo Scattolin
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VIII CONCORSO INTERNAZIONALE corale CITTA’ DI RIMINI di Annamaria Fonti
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CJALCJUT
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II CONCORSO CORALE CITTA’ DI RICCIONE
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LE NOSTRE RADICI
p. 22 concorso corale citta’ di rimini
analisi del brano di marco maiero
di Marco Maiero
p.24 analisi di marco maiero
angelo creonti di Matteo Unich
40
AERCO NOTIZIE
rassegne e concerti: un vademecum tecnico-organizzativo di Puccio Pucci
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AERCO NOTIZIE
i 40 anni del coro paer di Pietro Magnani
p. 45 coro paer
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Farcoro - editoriale
L’ultimo numero di quest’anno si arricchisce di due importanti lavori: “Itinerari vocali e corali dallo Sprechgesang all’Alea” di Pier Paolo Scattolin e la presentazione del brano “Cjalcjut” di Marco Maiero. Il primo è un gradito ritorno di un grande Maestro, già direttore di FarCoro, che ha dato e continuerà a dare un fondamentale contributo al mondo della coralità e alla nostra associazione regionale. Il suo articolo è una preziosa analisi di alcuni stili tra cantato e parlato caratteristici del secolo scorso. Il secondo, invece, è la presentazione di un brano del compositore friulano che in questi anni sta riscuotendo grandi consensi in molti cori. Per i nostri lettori Maiero offre l’opportunità di capire in profondità il brano e, soprattutto, ci dà il privilegio di poter osservare la composizione dal punto di vista dell’autore. Per la rubrica “le nostre radici” Matteo Unich ci presenta una figura importante del panorama corale della musica popolare romagnola: Angelo Creonti. Maestro e compositore di numerose composizioni tra le quali “Tot um arcorda te”, amatissima da Riccardo Muti. Tra le notizie dalla regione abbiamo il resoconto del Festival internazionale “Città di Rimini” e la presentazione della nuova edizione del concorso per coro voci bianche e cori scolastici “Città di Riccione”, che si svolgerà a maggio 2015. Nella
speranza
che
questo
numero
possa
essere
per
tut-
ti una buona e proficua lettura, da parte mia e della redazione di “FarCoro” i nostri più sentiti auguri di buone feste e buona musica a tutti! Niccolò Paganini direttore editoriale
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Farcoro - primo piano
Itinerari vocali e corali dallo Sprechgesang all’alea di Pier Paolo Scattolin*
Lo Sprechgesang e Sprechstimme possono essere
dà sì l’altezza della nota, ma la abbandona subito,
derno sviluppo tecnico ed espressivo del suono vo-
lare realistico, naturalistico. Al contrario, deve essere
scendendo e salendo. Non si desidera affatto un par-
considerati storicamente il punto partenza del mo-
ben chiara la differenza tra il parlare comune ed un
cale: inizia da lì il percorso che porterà all’atomiz-
parlato che operi in una forma musicale”.
zazione del suono vocale quindi all’uso parcellizzato
In pratica si intona parlando o in altra ma-
dei suoni del linguaggio parlato, all’uso dei suoni
niera
sussurrati, bisbigliati, del rumore consonantico, de-
si
netrare
gli armonici, del prisma vocalico: nel suo insieme
parla i
due
intonando livelli
di
facendo
compe-
emissione
vocale.
Questi sono tecnicamente i principali aspetti: trasfor-
lo sviluppo di tutti questi elementi diventa com-
mazione delle note lunghe in canto mantenendone il
ponente fondamentale nella pratica moderna del-
suono e l’altezza; ricerca di un modo di cantare con
la musica corale e soprattutto di quella aleatoria.
voce leggera e agile senza enfasi drammatica nella voce;
In realtà lo Sprechgesang è uno stile compo-
potenziamento dell’aspetto della recitazione cioè del
sitivo vocale che ha un grande sviluppo nel-
modo di parlare; uso di intervalli anche ampi, ma con
la musica solistica; è meno presente nel reper-
intonazione sicura e precisa da parte dell’esecutore.
torio corale di cui daremo qualche esempio.
Sostanzialmente lo Sprechgesang conserva l’al-
Lo Sprechgesang e Sprechstimme (altro nome del-
tezza del suono ma, anziché intonare la nota
lo Sprechgesang che è un termine però riferito oggi
musicale, la tocca in maniera sfuggente, rea-
più propriamente all’opera tardoromantica tede-
lizzando una approssimata oscillazione intor-
sca) possono essere definiti sinteticamente una
no ad essa: ne risulta una recitazione iperealista.
combinazione sonora tra parlato e canto. Lo Spre-
Anche
chgesang (o Sprechton) è più vicino alla vocali-
nella
prefazione
al
“Wozzeck”
(1922) di Alban Berg c’è una identificazio-
tà del canto, lo Sprechstimme a quella del parlato.
ne
Come è noto fu utilizzato la prima vol-
sintetica
dello
stile
dello
Sprechgesang:
“Le melodie nella parte vocale che sono distinte da
ta nel “Pierrot Lunaire”* di Arnold Schönberg
note speciali non devono essere cantate. L’esecutore
(op.21, 1912) che ne diede questa definizione:
ha il compito di cambiarle in una melodia cantata
“L’esecutore si renda cosciente della differenza tra
mentre tiene conto dell’altezza delle note. Questo è
suono cantato e suono parlato: il suono cantato con-
ottenibile se l’esecutore aderisce molto precisamen-
serva immutata la sua altezza, mentre il suono parlato
te al ritmo (e ai valori delle note), accordando una libertà non superiore a quella del normale cantare
* E’ definito “melodramma” per voce recitante con otto strumenti su 21 poesie del poeta simbolista belga A. Giraud (nella traduzione tedesca di O.E.Hartleben). Questa composizione è considerata il manifesto dello spirito espressionista in musica ed un importante punto di riferimento per la musica contemporanea.
ed è conscio della differenza fra il canto e il parlato: nel canto l’esecutore sta sulla nota senza cambiarla, nel parlato egli attacca la nota ma la lascia im-
* Pier Paolo Scattolin svolge attività come direttore d’orchestra, di coro e compositore. E’ autore di numerose composizioni orchestrali, cameristiche (strumentali e vocali) e corali, di edizioni critiche e scritti sulla musica medievale. Dirige il Coro Euridice di Bologna.
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Farcoro - primo piano
mediatamente salendo e discendendo nell’altezza,
Successivamente al “Pierrot Lunaire” fra i po-
ma sempre mettendo in evidenza la relativa altezza
chi esempi di Sprechgesang in forma corale è da
delle note. L’esecutore quindi deve prendere grande
citare “Die Jakobsleiter” (“La scala di Giacob-
cura di non sfociare in un modo di parlare la linea
be”), oratorio per soli, coro misto e orchestra
del canto. Non è questo che intende il composito-
(incompiuto) (1912-51) di Arnold Schönberg,
re; nè desidera una realistica maniera del parlato.
di cui riportiamo negli esempi la parte iniziale:
Al contrario, la differenza tra il parlato ordinario ed il parlato che possiamo usare in musica deve essere chiaro. D’altro lato non ci dovrebbe essere nessuna identificazione col melodizzare del canto.” Lo Sprechgesang è congeniale allo stile solistico; più complesso è il suo utilizzo in forma corale. Nello Sprechgesang le altezze delle note indicano inizialmente suoni reali; dopo la prima emissione la voce assume il timbro ed il modo del parlato: l’altezza del suono diventa indefinita e può salire o scendere.** Nello Sprechstimme la voce ha invece prevalentemente il timbro ed il modo del parlato, ma sale e scende secondo l’altezza delle note.***
** Nella grafia alla nota tradizionale si aggiunge il segno x sul gambo. *** Nella notazione le note hanno la testa col simbolo x per indicare che le note non sono intonate ma parlate. In merito alla scrittura Schönberg stesso cambiò grafia più volte. Inizialmente utilizzò piccole crocette tra i gambi delle note o scrivendo le note stesse con le crocette rendendosi però conto che era il sistema utilizzato per il parlato. Successivamente utilizzò una sola linea al posto di cinque con crocette che andando sopra o sotto indicavano altezze relative come in “Ode a Napoleone Bonaparte” del 1942. Ma questo è il caso in cui dobbiamo parlare di una voce puramente recitante che ha delle indicazioni relative di altezze, cosa che avviene anche nel “Wozzeck” di Alban Berg. In ambito contemporaneo si consiglia la prassi comune cioè scrivere Sprechgesang o Sprechstimme sopra il pentagramma (5 linee) e scrivere le note con le crocette.
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Successivamente Schönberg utilizzò tecniche di Spre-
zetto ci sono indicazione di Gesprochen (emissione di
chgesang nell’opera incompiuta “Mosé e Aronne”
canto più vicino al parlato) nella parte di Matteo.
e nel breve oratorio “Un sopravvissuto di Varsavia”
Ma il percorso dello sviluppo di questa tecnica non è
(1947) per voce recitante, coro maschile e orchestra.
lineare e nel repertorio corale del XX secolo il “can-
Francesco Balilla Pratella nell’opera futurista “L’a-
tato” ed il “parlato” hanno però ancora un loro spa-
viatore Dro” (1911-14) nel terzo atto assieme agli
zio tecnico ed espressivo che tiene separati gli ele-
strumenti intonarumori usa il “parlato” con vari
menti costitutivi dello Sprechgesang schönberghiano.
livelli intonativi per rendere drammaticamente
Un interessante esempio si trova nell’Ulisse (1968)
espressivo l’urlo della folla che assiste alla tragi-
di Luigi Dallapiccola, opera in un prologo e due atti
ca caduta dell’aviatore Dro con il suo aereoplano.
e libretto tratto da Omero del compositore: qui le
Oltre a quelle sopracitate lo Sprechgesang è presente
note col simbolo x indicano semplicemente il suo-
in “Arlecchino” (1916) di Ferruccio Busoni: nel ter-
no parlato nel registro basso ed in quello acuto.
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Anche l’opera vocale di Giacinto Scelsi entra nel
del quarto di tono che allontana l’ambiente sonoro
percorso dell’ampliamento delle possibilità espressi-
dalla tonalità, l’uso accentuato di alcune partico-
ve della voce : ad esempio nei “Tre canti popolari”
lari vocali e consonanti, di un’intonazione micro-
(1958) per 4 voci naturali (SATB), pur rappresen-
tonale e al limite del “parlato” come succede spes-
tando il concetto compositivo del massimo distacco
so nelle testimonianze vocali degli informatori.
*
tra l’elaborazione e l’originale melodia popolare, in realtà si possono rilevare e identificare come riferimento all’emissione “popolare” l’uso del glissato, * Al riguardo citiamo Tre canti sacri (1958), per coro a otto voci miste e Sauh III e IV (1973), per coro femminile a quattro voci.
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Nel percorso di ricerca e di approfondimento fonico dei suoni vocalici e consonantici come componenti del linguaggio musicale è interessante l’uso sonoro in “Rondes” di Folke Rabe* scritto in due versioni (SATB e TTBB) nel 1964 su commissione della Swedish National Broadcasting Corporation ed eseguito e registrato nel 1974; in questo brano Rabe sintetizza la sua ricerca di allargamento dei mezzi espressivi nella musica vocale strumentale in cui il timbro assume un ruolo fondamentale nella forma.
* Nato a Stoccolma nel 1935 crebbe musicalmente a contatto con compositori come Ligeti e Lutoslawski: professionista nell’ambito del jazz educatore e insegnante ebbe un ruolo importante nella Swedish National Broadcasting Corporation come editore e conduttore di programmi. Ebbe interessi anche nella musica etnica. Negli anni ’60 era considerato un avanguardista e alcune composizioni per strumenti a fiato e per coro lo hanno reso molto conosciuto.
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Molto espressiva è la ricerca sonora sulla parola che Salvatore Sciarrino propone ne “L’alibi della parola” (1994) che riunisce quattro brani: in Pulsar, Quasar, Futuro remoto e Vasi parlanti si può parlare di recupero dello Sprechgesang nel senso di separazione e amplificazione dei singoli elementi che compongono un suono pronunciato con quella tecnica vocale.
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…trattandosi di voci, [la composizione di Sciarrino] porta ad un ulteriore riflessione su quali modalità siano messe in atto ed esplorate sulla voce attraverso l’alibi della parola, come il titolo suggerisce: ricerca del suono fonemico indipendente dal significato del testo: partendo dalle indicazioni poste in partitura, implementate da altre presenti nella partitura stessa, si arriva ad una schematizzazione in cui si suddividono le modalità di attacco / emissione del suono, la sua produzione, le modalità di modifica del suono, la sua elaborazione. La rielaborazione di procedimenti atonali e dodecafonici in “Morte dell’aria” di Goffredo Petrassi è un felicissimo esempio di scrittura sperimentale quanto coerente, dove il coro spesso si fa interprete di una possibile simpatia per i pensieri dell’inventore o per la lucidità pietosa del vecchio custode (di una surreale “torre metallica scheletrica”). L’arco formale riMaurizio Guernieri così si esprime al riguardo* :
percorre alcuni luoghi tipici della tradizione teatrale e strumentale (come la passacaglia dell’osservatore,
* Il testo (inedito) è tratto da: MAURIZIO GUERNIERI, Un’ipotesi de “L’alibi della parola” di Salvatore Sciarrino, www.maurizioguernieri. Sicuramente Vasi parlanti è il brano dei quattro più ricco di motivi. “Scioglimi”: madrigalistico per come le parole, non solo per il loro suono fonetico ma anche per il loro significato sono legate ai motivi musicali. Imperativo con dinamica forte pronunciato da tutte e quattro le voci all’unisono nella sua prima apparizione. Il gioco tra mordente discendente e ascendente seguito da salto discendente con glissato, può ricordare lo sciogliersi di un nodo. Ancor più evidente è il richiamo onomatopeico del “tenetenetene...” ad una tromba. Tuttavia, seppur considerando questi due elementi di “novità”, ad un’analisi comparata con gli altri brani appare evidente che in Vasi parlanti la maggior parte dei motivi o degli elementi di sviluppo sono presi dai motivi precedenti. Ritorna il motivo di “futuro remoto” all”inizio della seconda sezione dove sono presenti echi, elaborazioni spaziali di “scioglimi” e “tenetene”, ma anche richiami del motivo A di Pulsar. Compare quindi la nota lunga su cui si innesta un glissando per arrivare alla nota corta. Richiami di Pulsar si ritrovano anche in presenze sporadiche degli effetti parlato e aspirato (terza sezione). Interessante è lo sviluppo spaziale che subisce “scioglimi”: scomposto nella sua cellula più piccola reiterata a breve distanza come un eco e distribuita tra le voci, non più in maniera omoritmica ma a piccola distanza genera un effetto “delay”. Questo effetto inserisce il motivo in uno spazio, non qualsiasi, ma determinato, come all’interno di un vaso. Al contrario l’utilizzo di “code”, la nota lunga con messa di voce con indicazione eco e glissando finale e\o iniziale, legate sempre all”elemento “scioglimi”, o meglio a sue scomposizioni (“scio”, “gli”, “mi”, “ah”), dipingono uno spazio in cui i confini si perdono in uno spazio non-finito. Dei testi mancano, in partitura, indicazioni precise sulle fonti. Se ne conoscono gli autori (Augusto de Campos per i testi di Pulsar e Quasar, Francesco Petrarca per il testo di Futuro remoto e per Vasi Parlanti le anonime iscrizioni prese da vasi attici, appunto per questo definiti parlanti), ma non sono riportati i testi nella loro forma originale e sono ricostruibili con difficoltà attraverso
i concertati, l’arioso dell’inventore o il finale in stile madrigalistico), aprendoli però all’andamento instabile disegnato dalle voci maschili, che si piegano, duttilmente, ai più vari modi di emissione e di intonazione, che vanno dal parlato, attraverso lo Sprechgesang, al canto vero e proprio. Nell’intensissima aria dell’inventore, ad esempio, la partitura prescrive che “i passaggi dal canto al parlato, e viceversa, dovranno risultare del tutto naturali”. Al recitativo arioso del custode, tormentato dalla tragica coscienza di ciò che sarà, si contrappone l’enfasi espressiva della celebrazione dell’osservatore, che si lancia verso una graduale ascensione, su un efficacissimo basso ostinato dell’orchestra, che culmina nella proclamazione la partitura. I testi sono, però, l’alibi da cui prende vita il suono delle voci. Scomposti, frammentati, retrogradati in alcuni casi, sono la tavolozza su cui Sciarrino costruisce questo percorso nella voce. Non a caso ci si riferisce alla voce al singolare perché, malgrado la presenza di quattro voci (o quattro parti sarebbe meglio dire, ossia Controtenore, Tenore I, Tenore II e Basso), l’appartenenza ad una unica famiglia vocale, quella maschile, le rende porzioni di registro di un unico strumento; le quattro voci sono l’estensione dello strumento necessario a Sciarrino alla composizione.
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“E vincerete l’aria, darete agli uomini il dono dell’a-
ma con intonazione precisa), il ‘vero parlato’ su tre
ria”. Il coro, comunque, svolge una funzione affettiva
registri diversi e il ‘recitato-parlato’ senza intona-
e catartica rispetto a una vicenda straniante, intepre-
zione precisa. In essa è musicata un’opera di Georg
tando lo sgomento dell’uomo moderno, solo, in un
Trakl, un “dramma per marionette” di marcato ca-
mondo ostile, alla disperata ricerca di un epilogo eroi-
rattere espressionista che proietta la fiaba di Perrault
co che sa già essere destinato a concludersi nel nulla.
in un mondo dilaceratamente onirico e simbolico.
Una delle più significative composizioni esplora-
Nella seconda metà del XX secolo nasce la pratica
tive delle possibilità espressive della voce è “Visa-
dell’”alea”.
ge” (1961) di Luciano Berio, in cui si introduco-
La parola alea e aleatorio (dal latino alea, cioè
no anche forme di metalinguaggio e la parola e il
gioco dei dadi, in senso metaforico quindi ciò
fonema diventano veicolo delle espressioni uma-
che accade casualmente) sono termini di origi-
ne come il riso, il pianto, il dubbio, l’ironia etc.
ne legale e matematica (calcolo delle probabilità). Questo termine fu adoperato dai compositori dell’a-
Un uso della vocale assai particolare e caratteristico
vanguardia negli anni ’50 per indicare gli elementi in-
è la tecnica vocalica dei suoni armonici che ha ori-
determinati e casuali della composizione riguardanti
gini molto antiche ed è diffusa nel mondo asiatico e
l’esecuzione e l’origine stessa del materiale musicale.
africano.
Questo concetto è nato come reazione al determini-
“Stimmung” di Karleinz Stockhausen, composto nel
smo e allo strutturalismo della tecnica seriale della
1968 per il Collegium Vocale Köln, è una impor-
scuola di Darmstadt (Schönberg, Webern, Berg, etc.)
tante composizione per sei cantori microfonati ed è
L’aleatorietà include tutto ciò che nella composi-
un punto di riferimento nella produzione musicale
zione e/o nell’esecuzione è volutamente indefini-
“colta” occidentale per l’uso di questi suoni vocalici.
to dal compositore. La prima teorica definizione
Nella seconda metà del XX secolo si incontra-
del termine alea fu data da Werner Meyer-Eppler
no altri esempi di vocalità comprendenti for-
(1913-1960)****
me di canto intonato e di Sprechgesang declama-
tamento il cui generale passaggio è determinato,
to come nell’opera teatrale “Satyricon” (1973
mentre i singoli componenti dipendono dal caso”,
stampa postuma 1974) di Bruno Maderna***.
cioè in musica “tutto ciò che non è nelle note”.
Sul solco dell’emissione vocalica schönberghia-
Alcune
na si inserisce anche “Blaubart” di Camillo Togni,
man (1926-87) e John Cage (1912-92) fu-
opera del 1976 (prima esecuzione a Venezia, teatro
rono
La Fenice, 27 giugno1978). La vocalità si esprime
Interessante è annotare che Feldman invece della
con quattro differenti modi d’emissione: il ‘canta-
normale notazione usò forme grafiche. Dal 1950
to’, il ‘recitato-intonato’ (una sorta di Sprechgesang
egli usò un sistema di scatole o griglie che deter-
**
in 1951 nel senso di “compor-
composizioni precedenti
alla
di
Morton
definizione
di
FeldEppler.
minano le note solamente con una altezza relativa.
** Con questa tecnica il cantante usa le risonanze che si creano nel tratto vocale (che si trova tra le corde vocali e la bocca) per far risaltare i suoni armonici presenti nella voce. Ciò consente ad una singola voce di produrre in modo simultaneo due o più suoni distinti.
Cage con “Music of changes” per pianoforte nel 1951 da il primo esempio di questa estetica del
*** La tecnica orchestrale si arricchisce di sonorità materiche, aleatorie e talvolta tonalmente neoclassiche con citazioni di frammenti tratti da Bizet, Gluck, Mozart, Offenbach, Strauss, Stravinskij, Verdi, Wagner e Weill, inseriti e rielaborati in contesti di volta volta differenti.
**** Fu un fisico tedesco, sperimentatore acustico e fonetico, teorico dell’informazione; introdusse il termine “aleatoric” in relazione ai concetti di statistiche forme di suono basate sui suoi studi di fonetica.
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Farcoro - primo piano
caso: durata del suono e sviluppo sono fissati in
nora per mezzo della riserva di disposizioni alternative.
un sistema di derivazione basato su un antico li-
Dove la notazione o la sua mancanza rendono la
bro riguardante la mistica divinazione cinese “I-
musica ancora più indeterminata il comportamen-
ching” (the Book of changes)*****.
Nell’introdu-
to degli esecutori diventa più importante. Esem-
zione Cage avverte: “si troverà che in molti punti
pi illustri e famosi di composizioni aleatorie sono
la notazione è irrazionale, in tali casi l’esecuto-
“Unanswered question” di Charles Ives, “String
re deve dare fondo alla propria discrezionalità”.
quartet” (1930) di Henry Cowell e “Serenata per
Due modi di pensare si sono sviluppati successiva-
un satellite” di Bruno Maderna dove è previsto
mente: il primo deriva dall’idea di Cage, che oppo-
l’assemblaggio di frammenti musicali determina-
ne il ruolo della casualità allo schiacciante primato
ti, “December” (1952) di Earle Brown, in cui sono
dell’invenzione musicale e del determinismo del-
stampati 31 rettangoli neri in un solo foglio, “So-
la tecnica seriale; il secondo è il concetto di alea-
nata per pianoforte n.3” di Karlheinz Stockhausen.
torietà, che pure esiste nella cultura compositiva
Nell’attuale
della scuola di Darmstadt e fu espresso da Pierre
le dell’alea controllata che rende più faci-
Boulez in una conferenza durante i “Ferienkur-
le l’esercizio e la pratica dell’improvvisazione.
se für Neue Musik” nel 1957. La sua idea è che la
Il concetto di alea ha anche a che fare con la mancanza
casualità sia parte integrale dello sviluppo della
di un tempo costantemente misurato e prederminato.
composizione, ma sempre come combinazione di
L’idea della composizione “senza tempo” fu un’im-
elementi fissati e determinati dal compositore al di
portante maniera di concepire la dimensione del
fuori della casualità. Mentre Cage formula la teo-
tempo per alcuni compositori europei e ameri-
ria della casualità pura, Boulez oppone uno stretto
cani. Si trova in partiture del tipo di “Aventures”
concetto di necessità casuale o di alea controllata.
di György Ligeti, (1962-66) che è un’azione in
L’esecutore ha un importante ruolo: egli deve pren-
14 scene per tre cantori (SAB) e sette strumen-
dere parte nella creazione al raggiungimento di sin-
tisti (flauto, corno, percussioni, clavicembalo,
gole possibilità della partitura. La musica aleatoria
pianoforte e celesta, violoncello, contrabbasso).
esige che l’esecutore sia assai inventivo, e l’evoluzione
Nel prossimo esempio tratto da questa composizio-
di questo ruolo si è collegato con le innovazioni tec-
ne la complessità ritmica della sezione vocale SAB
niche e realizzazioni individuali e di gruppi musicali.
e i suoni tenuti della sezione strumentale non con-
Si potrebbe dire che le composizioni scritte nella
sentono la percezione di una scansione ritmica che
forma cosiddetta “mutevole” introducono il mi-
si possa considerare come misurazione del tempo.
nor numero di nuovi problemi, dato che il materiale può essere completamente ri-composto. Nella forma “mutevole” alcuni compositori hanno evitato di introdurre qualsiasi casualità nel loro stile compositivo o nella notazione, ma hanno consentito agli esecutori di essere flessibili nella realizzazione so***** Sull’argomento vedi I Ching - Il libro della Mutazione, a cura di John Blofeld, Oscar Mondadori 1986; I King - il libro delle mutazioni, a cura di Neil Powell, De Agostini 1980; I Ching, a cura di B. Veneziani e A. G. Ferrara, Astrolabio 1950, traduzotto dall’originale testo tedesco di H. Wilhelm del 1924
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musica
corale
prevale
lo
sti-
Farcoro - primo piano
Nell’ambito della ricerca aleatoria è da considerarsi
pagina. Gli esecutori possono usare differenti modi di
fondamentale “Serenata per un satellite” di Bruno
esecuzione della durata dai quattro ai dodici minuti**.
Maderna è una composizione scritta nel 1969 per festeggiare il lancio del satellite europeo Estro I la notte del primo ottobre di quell’anno, dall’isola di Vandemberg nell’oceano Pacifico, concepito per studiare i fenomeni collegati con l’aurora boreale; il progetto fu coordinato dal fisico torinese Umberto Montaletti, cui è dedicata la composizione*. Come si vede dalla riproduzione del prossimo esempio questo pezzo è una partitura molto originale, che ben si colloca nel campo della musica aleatoria. In questa
** Il brano non prevede un intervento vocale: può essere suonato da due fino a nove esecutori in varie maniere: essi possono scegliere, a proprio piacimento, il momento più adatto per eseguire una serie di frasi musicali di cui molto accuratamente sono notate le altezze dei suoni, il tempo e la dinamica. Riguardo all’adattabilità dell’organico strumentale lo stesso compositore dice: “possono suonare questo pezzo violino, flauto (anche ottavino), oboe, clarinetto, marimba, arpa, chitarra e mandolino tutti insieme o divisi o in gruppi improvvisati ma con note scritte”. “Serenata per un satellite” è una delle più significative pagine di musica europea dal secondo dopoguerra; questo pezzo concilia elementi aleatori e compositivi, la casualità dei risultati musicali e l’uso di materiali rigorosamente scritti e fissati: il risultato artistico è davvero molto suggestivo ed efficace.
partitura le note sono raggruppate in segmenti o striscie musicali che disegnano orbite di un satellite nello spazio e distribuite in varie posizioni all’interno della * Montaletti fu un riconosciuto esperto di problemi aerospaziali, direttore dell’ESOC (European Space Operation Centre), con sede a Darmstadt, la città dove viveva Maderna, il quale la stessa notte del lancio diresse la prima esecuzione della Serenata.
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Farcoro - primo piano
L’attuale tecnica d’improvvisazione vocale è spes-
Sono usati quattro tipi di emissione vocale: il suo-
so connessa con suoni vocalici e consonantici di
no melodicamente modulato, la recitazione come
una o più sillabe anche isolate senza che ciò com-
in una performance poetica o teatrale, lo Spre-
porti
testuale.
chgesang, l’uso della voce come se fosse un eco.
L’uso dello Sprechgesang nel repertorio corale si me-
Nella partitura ci sono alcuni differenti livelli di alea.
scola al cluster con caratteristica di prisma, all’alea del
Il primo livello offre la possibilità di eseguire il primo
tempo e delle frequenze è riscontrabile in “Epitaph for
accordo del brano in molte maniere: i suoni dell’ac-
Moonlight” (1968) di Raymond Murray Schafer , in
cordo possono essere eseguiti simultaneamente; quindi
“Per non dimenticare” (1992) di Pier Paolo Scattolin.
gli esecutori cantano esattamente ciò che il compositore
La composizione “Per non dimenticare” è un esem-
ha scritto nella notazione; in questo caso non c’è alea.
pio di scrittura completamente aleatoria e prevede
E’ possibile invece che ogni suono dell’accordo inizi
un organico di tre voci soliste (o anche di più se si
indipendentemente dagli altri: il direttore potrebbe
vuole) e le tradizionali quattro voci di coro (Sopra-
decidere solo la direzione, per esempio dal suono più
ni, Contralti, Tenori e Bassi). La poesia Natale dal
alto a quello più basso. In questo caso l’alea consiste:
ciclo l’”Allegria”, scritta nel 1916 da Giuseppe Un-
nel modo di eseguire l’accordo con una successione del-
garetti fa da sfondo all’idea delle drammatiche con-
le singole e isolate note che salgono o scendono, senza
seguenze della guerra proiettate in una iperrealistica
cambiare l’altezza fissata del suono; nella possibilità
rappresentazione al limite dell’alienazione sonora e
dell’esecutore, se non ci sono indicazioni del direttore,
della distorsione angosciata di una lettura della po-
di essere libero di decidere la velocità con cui ogni ese-
esia che spesso si riduce a pura emissione fonemica.
cutore canta la propria nota; per questa ragione l’alea
necessariamente
un
significato
*
potrebbe aumentare se gli esecutori stessi decidono la * Raymond Murray Schafer (nato il 18 luglio 1933) è un compositore canadese, scrittore, educatore musicale filosofo ambientalista; è molto conosciuto per il suo World Soundscape Project, riguardante l’ecologia acustica, e il suo libro The Tuning of the World (1977). Il testo di Epitaph for Moonlight è stato scritto da alcuni studenti canadesi delle scuole medie (7mo livello).
sequenza con cui ogni suono dell’accordo è prodotto.
16
Farcoro - primo piano
Il secondo livello è relativo al cambiamento dei suoni
Un particolare interesse sui processi intonativi e di con-
vocalici che nell’esempio della partitura si trovano dalla
seguenza aleatori si possono ritrovare in un’altra cul-
batt.1 alla batt.4; nella prima battuta il suono nasale si
tura musicale che possiamo genericamente denomi-
trasforma gradualmente nella vocale –u-. Perciò questa
nare canto popolare di carattere floklorico dove sono
ridotta forma di alea consiste nella possibilità che cia-
frequenti procedimenti melodici la cui intonazione
scun cantore ha di eseguire questo passaggio in varie ma-
melodica e impostazione vocale potrebbero definirsi
niere con differenti atteggiamenti o posizioni della boc-
se parametrati alla musica “colta” imprecisi e lacerati
ca e con diverse velocità nella trasformazione timbrica
come nelle in certe forme di lamentazione funebre
all’interno della battuta che invece ha un esatta durata.
che probabilmente richiama l’impostazione del melos
Il terzo livello si ha quando il suono è fatto da uno o più serie
del canto delle prefiche di antichissimi riti mortuari.
di suoni liberamente eseguiti dai cantori; possiamo chiamare “magma” l’insieme di casuali incontri di queste note.
Il fonema dunque è un’altra importante e molto
Il quarto livello è la direzione del magma nell’at-
praticata caratteristica del linguaggio aleatorio (per
traversamento dello spazio delle frequenze, cioè
esempio nelle già citate composizioni “Stimmung”
lo spostamento del magma verso l’alto o il basso.
di Stockhausen, “Lux aeterna” di Ligeti, “Epitaph for
Il quinto livello è la forza dei suoni nel magma
moonlight” di Muray Schafer, “Per non dimenticare”
e
la forza del magma nel trascorrere del tempo.
di Scattolin): alcune tipologie di scrittura musicale
Il magma è un materiale sonoro la cui co-
mirano ad evitare o a distruggere il senso della parola
struzione è una delle più efficaci per ottene-
e ad usare le vocali e le consonanti come un semplice
re l’alea: in questo pezzo il magma è costruito con
e puro suono, al di là del significato della parola; essi
l’unione di varie serie di note ascendenti e discen-
hanno una propria vita e forma: possiamo chiama-
denti eseguite contemporaneamente da più cantori.
re questa sonorità anche con il termine di rumore.
17
Farcoro - primo piano
In particolare in “Lux aeterna” di Ligeti la rottura dei
lifonicamente nelle tre sezioni vocali femminili.
suoni avviene con un procedimento di frammentazione ritmica: con questa partitura si raggiunge un importante avanzamento nella moderna tecnica riguardante il suono delle vocali e delle consonanti. In “Epitaph for Moonlight” di Schafer e “Per non dimenticare” di Scattolin la parola riacquista il suo integrale significato che serve a raggiungere un rassicurante e catartico risultato; i suoni della guerra sono usati come colori per sottolineare la musicale descrizione del plenilunio nel primo caso e delle orrende conseguenze della guierra nel secondo pezzo. L’autonomia del fonema consente per esempio di aumentare le sfumature delle vocali o di esplodere il suono delle consonanti nella posizione di partenza. Altre componenti della tecnica aleatoria e di improvvisazione sono il tono con cui si recitano e si pronunciano le parole, lo sprechgesang, il glissato, il sussurro, il mormorio, il brontolamento, la bocca chiusa, le umane espressioni come il riso, il pianto, l’urlo, il parlare retorico come l’esclamazione e la domanda. Si potrebbe chiamare ciò isolamento fonetico, rottura del suono, parola anatomizzata, in termini psicoanalitici introspezione psicologica di un evento
Anche la fase che precede l’emissione vocale è oggetto
musicale. Si può dire che questo fenomeno sia un
di studio compositivo: gli elementi sonori contenu-
transfer del significato della parola simile all’indivi-
ti nel respiro, più precisamente nell’atto espiratorio,
duale isolamento dell’uomo molto evidente nella
trovano sviluppo in “Aventures”** e in “Das atmende
seconda parte del secolo XX; ne consegue, tra l’al-
klarsein” di Nono*** .
tro, la necessità di aumentare le possibilità semiografiche nel creare segni musicali maggiormente esatti. L’elemento di imprecisione melodica contenuto nel glissando trova applicazione nel brano ispirato al canto popolare “Si fussi pisci” di Berio. Questo elemento accanto allo Sprechgesang è presente anche nelle “Lamentazioni” di Scattolin che riscostruiscono anche l’indeterminatezza tonale
** vedi esempio pag.15. Aventures et nouvelles aventures, Azione scenica in 14 scene, per 3 voci soliste e 7 strumenti (1962-66).
del melos originale “Kjaft mëma”* sovrapposto po-
*** La data di composizione è 1980-1983, i testi sono tratti da da Rainer Maria Rilke (Elegie duinesi) e da “Antiche lamallae orfiche”, a cura di Massimo Cacciari; l’organico prevede il flauto basso, piccolo coro di otto voci (3 soprani, 3 contralti, 3 tenori, 3 bassi) e live electronics .
* “Kjaft mëma” è in lingua arbresh e raccoglie due canti popolari provenienti da Portocannone e Ururi (Molise) raccolti da Diego Carpitella e Alberto Mario Cirese nel 1951.
18
Farcoro - primo piano
I “Cinque Nonsense”
per coro misto a cappel-
improvvisativo) sono trattate in modo da raffor-
la di Goffredo Petrassi costituiscono un punto di
zare il valore caricaturale del testo di Edwar Lear.
svolta in Italia verso la nuova musica corale: essi
La principale caratteristica dell’applicazione di
possono essere considerati una delle più impor-
questo stile è l’uso della più piccola parte della pa-
tanti opere di sintesi della tradizione corale del XX
rola, cioè il fonema, come puro suono e come di-
secolo nello stile del divertissement musicale; alea e
storsione del suono che non era stata usata fino
onomatopea (circoscritta in patterns o di carattere
alla prima metà del XX secolo, ad eccezione di
*
enfatizzati stilemi comici usati nell’onomato* Ai “Cinque Nonsense” del 1952 si deve aggiungere un Sesto nonsense del 1964 sono scritti per coro misto a cappella su testo di Edward Lear.
pea della chanson francese e nell’opera comica.
19
Farcoro - primo piano
In particolare nel “Sesto nonsense” ci sono alcu-
esempio, nel famoso brano a cappella “Dreimal
ni tratti caratterizzanti un modo iperrealistico e
tausend Jahre”, scritto poco precedentemente.
comico di usare il testo, cioè la parola nelle sue
Si passa dalla molto rarefatta atmosfera dell’intro-
enormi risorse timbriche e proprietà fonetiche.
versione di Schönberg al vivido risuonare del te-
Seguendo questo modo di vedere i “Nonsen-
sto dei Nonsense. Mentre la tragedia parla con il
se” mostrano un linguaggio musicale più vi-
linguaggio più alto e nobile, la comedia usa inve-
cino al suono materiale sicuramente non eso-
ce un linguaggio più basso e a volte anche triviale.
terico come quello usato da Schönberg, per
20
Farcoro - primo piano
21
Farcoro - primo piano
VIII Concorso Corale Internazionale ‘CittA’ di Rimini’ di Annamaria Fonti*
“Il
è…il
da Cecilia Espinosa che si è aggiudicato il primo
Coro de Niños de San Juan di Porto Rico!”
premio nella categoria folk, mentre la sorprenden-
Vincitore
del
Gran
Premio
te intensità e dolcezza dei giovani Indonesiani del Sguardi sorpresi, pianti e sorrisi si alternano sul viso
Coro Diponegoro li ha visti vincitori della categoria
dei giovani cantori: l’emozione è forte, si guardano,
Musica Sacra, seguiti dal Coro Rondo, proveniente
si abbracciano e finalmente, invitati dal loro diret-
dalla Polonia. Sono giorni in cui la città si ravviva
tore Maria Gabriela Fernandez-Cerra, salgono sul
dei fantastici colori dei tipici costumi tradizionali
palco e cantano…di gioia. Tanti sono i cori che han-
di Brasiliani, Ucraini, Croati, Lettoni e così via che
no partecipato a questa ottava edizione, organizzata
sfilano per le strade della città attirando lo sguardo
come di consueto dall’Associazione MusicaFicta e dal
incuriosito dei turisti e dei cittadini, ma ciò che ren-
Coro Carla Amori, che si è svolta dal 25 al 28 Set-
de più particolare l’atmosfera sono appunto i can-
tembre 2014; ciascuno ha portato con sé il proprio
ti che vengono intonati lungo il tragitto che porta
Paese, la profondità di intendere la musica o di tra-
verso il Teatro Novelli o nei giardini, o addirittura
smettere attraverso essa, dolore, speranza, tradizioni,
in spiaggia. Tra i cori di voci bianche, oltre al già
cultura. Dal Sud America e precisamente dalla Co-
citato Coro de Niños de San Juan, che è risultato
lombia, è arrivato il Coro Tonos Humanos, diretto
vincitore in tale categoria, è emersa la preparazio-
* Corista del Coro Carla Amori di Rimini
22
Farcoro - primo piano
ne e l’impegno dei piccoli cantori del Coro Avrora
Busto (Spagna), Paweł Łukaszewski (Polonia), e dagli
provenienti dalla Russia, che hanno presentato un
Italiani Cristian Gentilini, Fabio Pecci e Ilario Muro,
programma vario e interessante. Nella categoria a
oltre a valutare i cori durante le loro esibizioni, ha an-
voci pari, il direttore Erland Dalen e le sue Damenes
che incontrato i direttori fornendo preziosi consigli
Aften hanno portato a Rimini l’atmosfera nordica,
e suggerimenti per la loro attività. Un altro momen-
associata a grandi spazi e a suoni echeggianti, con-
to, forte e suggestivo è stata la Messa nella Chiesa di
quistando con successo il primo posto. Altri nordici
Sant’Agostino alla quale hanno partecipato una doz-
d’effetto e ben preparati sono risultati i giovani can-
zina dei cori presenti al concorso, che hanno anima-
tori del coro Laiks, proveniente dalla Lettonia, con
to la liturgia, cantando un repertorio appositamente
brani di Ešenvalds e di Maskats, di grande bellezza.
studiato, sotto la direzione di Andrea Angelini, Di-
Possiamo affermare con piacere che i Trofei dei primi
rettore Artistico del Concorso Corale. Che dire, a
premi e le medaglie per i secondi e terzi classificati
questo punto? E’ ora di guardare avanti, con entusia-
sono stati distribuiti in tutta Europa, in Sud America
smo, alla prossima edizione, 24-27 Settembre 2015!
e nel Sud-Est Asiatico. La giuria composta da Ro-
Tutti i particolari sul sito web www.riminichoral.it
mans Vanags (Lettonia), Brady Allred (USA) Javier
23
Farcoro - canto popolare
“CJALCJUT” Presentazione e Analisi del brano di Marco Maiero di Marco Maiero*
Sono molto grato al direttore editoriale della rivista,
sbilf gherdei, vididulaç,
Niccolò Paganini, per avermi proposto di inserire un
bâr di baraç...
mio canto nelle pagine di Farcoro.
Sblf Cjalcjut...
Il direttore mi ha anche invitato a produrre alcune
ghez, cor fûr, va in na!
riflessioni analitiche su di esso. Ho scelto un canto dal titolo “Cjalcjut”, inserito nell’ultimo CD - “In cammino” - realizzato col coro
e la traduzione:
“Vôs de mont” che, da sempre, è la voce indispensa-
Sbilf Cjalcjut,/ fai paura con i tuoi dispetti;/ il tuo è un
bile delle mie invenzioni.
brutto mestiere:/ ti siedi sulla coperta/ e premi con forza
Penso che il canto riassuma in modo abbastanza
sullo stomaco;/ sei inquieto e ti agiti/ come una mosca
completo il mio pensiero sulla musica corale.
matta/ in una notte zoppa./ Sbilf peloso, sbilf bavoso,/
Cercherò di spiegarne il perché.
sbilf "attorcigliato",/ come un rampicante,/ un groviglio
Inserisco subito il testo.
di cespugli./ Che risata beffarda ... ah, ah, ah./ Su, fuori di qua, vattene!
Sbilf Cjalcjut, sbilf dispiet di pôre,
Ecco di seguito le riflessioni analitiche.
sbilf di brute vôre,
Come si può notare, Cjalcjut ha dei fratelli e fa parte
tu ti sentis sôre il stomi,
di una suite.
grevi su la plete;
In tutto il mondo la tradizione popolare ha animato
tu balinis, moscje mate,
l'ambiente quotidiano con personaggi fantasiosi e biz-
tune gnot çuete.
zarri. Diavoli e fate, omuncoli e streghe dai nomi e dal-
Sbilf Cjalcjut, sbilf Cjalcjut,
le fattezze più impensabili hanno fatto compagnia da
sbilf dispiet di pôre,
sempre ai sogni e alle stagioni.
sbilf di brute vôre:
La tradizione friulana racconta degli Sbilfs. La se-
ce ridade sbeleade...
quenza dei tre canti ne descrive altrettanti, ma senza
ah! ah! ah!
necessità di filologiche precisioni. Il Cjalcjut, severo visitatore delle notti insonni, che si
Sbilf Cjalcjut,
siede sullo stomaco e ci fa venire gli incubi. E se la ride
sbilf dispiet di pôre,
anche!
sbilf pelôs, sbilf bavôs,
Il Cascugnit, metà uomo e metà asino, che suona il
* Compositore e Direttore del Coro “Vôs de Mont”, da lui fondato nel 1978.
24
Farcoro - canto popolare
flauto e incanta le donne.
modo irriverente e sminuirne la forza.
Il Mazarot, burlone invisibile, che ci sposta le cose e poi
Il contesto, ovvero la presenza incombente e irritante
ci inganna se cerchiamo di inseguirlo.
dello sbilf Cjalcjut, mi ha suggerito l’inciso iniziale
I canti, come già segnalato nella nota, sono eseguibili sia
che ho sfruttato per l’intera durata del canto, ripro-
autonomamente sia in sequenza.
ponendolo in varie tonalità e in vari rivolti.
Nervoso e serrato, il ritmo del Cjalcjut mette a fuoco
È sempre lui che ronza e rispunta come si addice ai
il vortice insolvibile dell'incubo. L'atmosfera fluttuante
personaggi di una favola.
del Cascugnit cerca di indurre al sonno. Nel Mazarot,
La subdola pressione psicologica del Cjalcjut mi ha
lo scanzonato sberleffo iniziale, lascia spazio ad una
fatto pensare a un ritmo che prende l’unico respiro
vorticosa descrizione delle sue malefatte e ad una diver-
nel Pesante dei bassi delle battute 49/52; la sua risata,
tente fuga che si conclude con le "sgangherate" armonie
realizzata dapprima con le digressioni delle battute
finali.
che vanno dalla 25 alla 32 e in altre successive, mi ha suggerito anche l’idea delle scalette di slancio me-
Come si può ovviamente comprendere, la lingua
lodrammatico sui versi che evocano la risata stessa.
usata è quella friulana e capisco che la scelta di pro-
Mi hanno particolarmente impegnato, ma anche
porre un canto in una parlata minore e misteriosa
soddisfatto, il cambio di tonalità e la successiva fase
può generare un approccio almeno un po’ cauto, sia
modulatoria che racchiude il segreto del canto stesso.
nel lettore sia in chi volesse considerare di inserire
Accennavo prima al mio pensiero sulla musica co-
Cjalcjut in repertorio.
rale.
Generalmente produco canti in italiano, ma ho scel-
Partendo dal presupposto che la libertà e la conse-
to questo perché il friulano, analogamente a molte
guente varietà del pensiero musicale sono essenziali,
altre lingue e dialetti (ma non all’italiano), ha la ca-
ritengo che la cantabilità (di ciò sono grato a Bepi De
ratteristica di usare quasi sempre parole tronche e
Marzi che mi ha sempre suggerito di farne un faro
si rivela lingua musicale per eccellenza, una lingua
imprescindibile), e l’aggancio emotivo suggerito da
che può rendere il canto, nella sua interiorizzazione
essa, debbano essere il più possibile presenti nei miei
e nella sua successiva potenzialità espressiva, estrema-
quadri musicali. Il mio desiderio è che l’ascoltato-
mente efficace.
re possa sempre ricordare un inciso e portarlo a casa
Nella mia prassi compositiva cerco sempre di far
dopo un concerto.
nascere i canti da un’interazione tra il suono delle
È vero che Cjalcjut non è un canto propriamente
parole e l’evocazione da parte di esse di un percorso
popolare nel senso della semplicità esecutiva, ma
melodico.
rappresenta, e ne sono esplicitamente orgoglioso, un
Un percorso quasi obbligato già contenuto in ogni
modo di rendere cantabile e allo stesso tempo diver-
vocabolo e in ogni verso, solo da scoprire.
tente e quasi spontanea anche una situazione armo-
Anche in Cjalcjut è successo così.
nica - come quella che va dalla battuta 37 alla battuta 52 - non propriamente scontata.
Il testo, solo in apparenza di intento esclusivamen-
Il segreto del canto sta nel poter proporre al cantore
te descrittivo, evoca una particolare atmosfera che
e all’ascoltatore una musica al tempo stesso ricercata
oscilla tra una serpeggiante angoscia e il tentativo di
e immediatamente fruibile e gratificante.
renderla meno opprimente con l’uso di immagini
La struttura di Cjalcjut nella sua semplice modula-
banali che cercano di illuminare il nostro folletto in
rità ha l’intento di dipingere con pennellate incisive
25
Farcoro - canto popolare
e ricorrenti l’attimo di fosca atmosfera in cui ci trascina il terribile sbilf e, nel finale di sintetica matrice friulana, la tanto sospirata soluzione liberatoria. Ancor più liberatorio sarebbe sicuramente stato un finale in maggiore, ma il previsto aggancio ai canti successivi mi ha costretto a rinunciarvi, anche se la breve nota accentata finale non avrebbe comunque reso evidente la scelta. Un accenno alle dinamiche solo per dire che hanno subito trovato la loro naturale collocazione, suggerita dallo sviluppo del canto stesso. Ringrazio per l’attenzione e rimango a disposizione di chi, per curiosità o altro, volesse contattarmi per ulteriori approfondimenti. Comunque potete venirmi a trovare qui: www.marcomaiero.it. Marco Maiero con Bepi de Marzi
Grazie dell’ospitalità e, come si dice da noi, “Mandi!”
Il Coro “Vôs de Mont”
26
Farcoro - musica liturgica
Farcoro - musica liturgica
Farcoro - le nostre radici
Farcoro - le nostre radici
Farcoro - le nostre radici
Farcoro - coralita’ infantile
II CONCORSO CORALE CITTA’ DI RICCIONE
Anche quest'anno si svolgerà il CONCORSO
spedizione. Copia su file (formato .doc, .pdf oppure
seconda edizione.
scritta in ogni sua parte, andrà inviata, contestual-
.jpg), della scheda di iscrizione, compilata e sotto-
CORALE CITTA' DI RICCIONE, arrivato alla sua
mente all’invio della raccomandata, via e-mail a:
Di seguito trovate le date e i siti stabiliti per lo svol-
concorso@coroallegrenote.it (Organizzazione)
gimento.
ut.resonare@alice.it (Direzione Artistica)
22-24 maggio 2015 Teatro "Celli” della scuola “Annika Brandi” - Riccio-
Sarà cura della Direzione Artistica dare tempestiva
ne via Finale Ligure 35
comunicazione, tramite posta elettronica, dell’accet-
Chiesa “Mater Admirabilis” - Riccione via Antonio
tazione della domanda di iscrizione ricevuta.
Gramsci 39
L’accettazione della domanda è condizionata al ri-
CONCORSO NAZIONALE riservato a cori
spetto dei requisiti richiesti dal presente regolamento
per la composizione del Coro, per il repertorio ed
scolastici CONCORSO
INTERNAZIONALE
alla soluzione delle esigenze logistiche legate a casi
VOCI
e richieste particolari. La domanda d’iscrizione sarà
BIANCHE
ritenuta ammissibile e, solo successivamente, oggetto
CONCORSO NAZIONALE VOCI BIANCHE
di verifica e valutazione di accettazione, quando tutta la documentazione e l’attestazione del versamento
I Cori che intendono partecipare al Concorso do-
della quota di iscrizione saranno ricevute dall’Orga-
vranno inviare la Scheda di Iscrizione, compilata e
nizzazione (vedi paragrafo Documentazione da pro-
sottoscritta in ogni sua parte e con, allegata, tutta la
durre).
documentazione da produrre richiesta (vedi paragra-
Ricevuta conferma dell’accettazione della domanda
fo Documentazione da produrre), a mezzo racco-
di iscrizione, unico canale di comunicazione tra i
mandata postale con ricevuta di ritorno, al seguente
Cori iscritti, l’Organizzazione e la Direzione Artisti-
recapito:
ca, sarà la posta elettronica: concorso@coroallegrenote.it (Organizzazione)
Associazione “Le Allegre Note”
ut.resonare@alice.it (Direzione Artistica)
C.so F.lli Cervi, 18 - 47838 Riccione (RN)
Per urgenze: Direzione Artistica, Prof. Fabio Pecci,
· entro e non oltre il 18 aprile 2015 per le categorie
338 875 1778 oppure 393 200 0269.
nazionali
Per i cori del Concorso Internazionale il referente è
· entro il 31 marzo 2015 per la categoria Internazio-
l’Associazione “Music & Friends”
nale;
recapiti : info@musicandfriends.it
Per le raccomandate farà fede il timbro postale di
32
Farcoro - le nostre radici
ANGELO CREONTI di Matteo Unich*
Quando si vuol parlare compiutamente di una
persona, di un artista, occorre inquadrarla nel suo contesto socioculturale. E non si può prescindere, parlando del M° Angelo Creonti, dal suo essere romagnolo, per l’esattezza nativo ed abitante di una frazione (Felisio) di quella Solarolo che ha
divenendo comunque anche direttore di complessi
dato i natali ad una grande cantante pop che tut-
già affermati ed accostandosi gradualmente al can-
ti conoscono e della quale parleremo in seguito.
to corale romagnolo (in epoche nelle quali occupar-
Angelo Creonti nacque dunque a Solarolo (provincia
si di canto popolare era considerato disdicevole per
di Ravenna, ma certamente gravitante sulla vicinis-
un musicista con formazione conservatoriale) giun-
sima Faenza) il 16 marzo del 1915. Siamo perciò in
gendo anche a dirigere alcuni gruppi di Canterini
prossimità del centenario della nascita (che curiosa-
Romagnoli, seppure solo per brevi lassi di tempo.
mente coincide con l’anniversario della morte, avve-
Una tappa fondamentale della sua formazione uma-
nuta il giorno del suo novantaquattresimo comple-
na, e purtroppo non certo positiva, fu la seconda
anno). Solarolo è da molti anni sede di una banda,
guerra mondiale. Richiamato alle armi, venne cattu-
tuttora fiorente ed operante, cosa che adesso è l’ec-
rato e trascorse parecchio tempo nei campi di prigio-
cezione mentre allora era regola. Attirato da subito
nia in Germania, approfittando del proprio orecchio
dalla musica, quella della banda e quella della parroc-
musicale per apprendere la lingua tedesca (cosa in se-
chia, cominciò a frequentare lezioni (già nel 1929,
guito utilissima negli anni di insegnamento presso il
quattordicenne, era stato designato come organista
Conservatorio di Bolzano). Una delle cose che spesso
parrocchiale) giungendo a collezionare diplomi: pia-
mi raccontava, nei nostri incontri dei quali parlerò
noforte, organo, composizione, canto, strumenta-
tra breve, era di essere formalmente un fuggitivo,
zione per banda, musica corale e direzione di coro
in quanto a guerra finita lui e un commilitone so-
e con ogni probabilità ne ho dimenticato qualcuno.
larolese anch’esso prigioniero non avevano atteso la
I due amori musicali della sua vita furono comun-
liberazione “ufficiale”, ma si erano allontanati senza
que la banda e il coro. Divenne direttore della banda
permesso arrivando infine a Solarolo con mezzi di
di Solarolo molto prima di diplomarsi, nel 1935, e
fortuna. Certo l’esperienza della guerra e della pri-
proseguì l’attività fino al 1989. Nel frattempo diresse
gionia furono davvero pietre miliari del suo cammi-
comunque altri complessi bandistici, in modo par-
no umano, e verso la fine dei suoi giorni, quando
ticolare due bande della città di Bologna, una delle
l’età aveva ormai corroso la sua limpida capacità in-
quali forte di ben 70 elementi. Allo stesso tempo fon-
tellettiva, erano i ricordi di guerra a fare da padroni.
dò e diresse un coro nella sua comunità parrocchiale,
* Diplomato in trombone; dal 1982 Direttore del Gruppo corale “Pratella Martuzzi” di Ravenna; membro della Commissione artistica dell’AERCO
33
Farcoro - le nostre radici
La sua attività compositiva – affiancata all’insegna-
solista abbiamo (anche se non tutte sempre presenti
mento di Cultura musicale generale, quella che co-
contemporaneamente) soprani primi e secondi, con-
munemente chiamiamo armonia complementare,
tralti, tenori primi, secondi e terzi, baritoni primi
al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna – si
e secondi e infine bassi, per un totale di nove voci!
rivolse soprattutto ai due ambiti sopra accennati,
Il mio primo ricordo personale del Maestro è dell’or-
cioè quello bandistico e quello corale. Per banda
mai lontano giugno 1981. Esame di Armonia com-
compose alcuni brani che sono entrati stabilmente
plementare presso il Conservatorio di Bologna. Lui:
nel repertorio di complessi importanti, tra i qua-
presidente della commissione d’esame. Io: candidato.
li vorrei citare “Rimembranze dello scariolante”
Non è esattamente il modo migliore di iniziare quella
e “Romagna rapsodica”. Bastano questi titoli per
che poi sarebbe diventata una bella amicizia… Avevo
comprendere quanto fondamentale fosse per il Ma-
già sentito parlare molto di lui dal mio insegnante di
estro il rapporto con la terra natale, e va sottolineato
Armonia, già suo allievo, ed ero seriamente preoccu-
come nel primo dei due brani – una brillante ela-
pato, ma tutto andò bene e pensai che i miei contatti
borazione della melodia che tutti conoscono – fos-
con lui fossero già finiti. Dopo qualche tempo invece
sero presenti anche temi autobiografici, visto che il
andai a fare un concerto a Solarolo, con il gruppo di
padre del Maestro era stato anch’esso scariolante.
ottoni del quale facevo parte, e ritrovandolo comin-
Nella sua opera compositiva per coro i filoni sono
ciammo a chiacchierare. Egli dirigeva ancora sia la
due, quello sacro e quello popolare. Scrisse per il
banda che il coro, e io – trombonista e voce di basso
coro che egli dirigeva nella sua parrocchia numero-
– gli facevo comodo per ambo le formazioni. Dopo
si brani e mottetti d’occasione e due Messe, la se-
qualche tempo, per il tramite del mio professore del-
conda delle quali – la Messa “Salus infirmorum”, in
le media, il M° Dario Mirandola di Lugo, anch’esso
italiano nonostante la titolazione latina – ho avuto
suo buon amico, fu lui a consigliare al Gruppo Co-
occasione di cantare più volte sotto la sua direzione
rale “Pratella – Martuzzi” di ingaggiarmi quale diret-
e perfino di dirigerla una volta, con lui stesso tra il
tore. Da lì prese il via una frequentazione reciproca
pubblico. Per i cori popolari romagnoli, in partico-
che ne tempo assunse quasi una specie di liturgia.
lare per il Gruppo Corale “Pratella – Martuzzi” che
Dopo opportuni contatti telefonici, andavo da lui,
ho l’onore di dirigere da parecchi anni, scrisse alcune
nella casa di Felisio ben nascosta nella campagna, ed
“cante” molto apprezzate e spesso richieste dal pub-
egli mi accoglieva con la tradizionale bonomia roma-
blico: “L’elba”(che vinse un’edizione del concorso per
gnola. Mi accompagnava nel suo studio, ingombro
la composizione di cante romagnole che il Gruppo
di carta da musica e di involti di brani scritti da lui,
corale Pratella – Martuzzi indice periodicamente),
e cominciavamo a tirar fuori di tutto: cante roma-
“La sfuiareja”, “Zugh d’burdel”, “Campagnola”,
gnole sue o di altri, brani da camera, opere liriche,
“Inamures” e soprattutto “Tot um’arcorda te”, cono-
la sua messa nuova o il mottetto che stava scrivendo,
sciuta soprattutto come “Una parpaia c’la vola” (una
poi andavamo al pianoforte e ci mettevamo a can-
farfalla che vola) dalle parole iniziali del ritornello.
tare, oppure mi faceva sentire un brano nuovo, o il-
Le melodie sono apparentemente semplici, facili da
lustrava un pezzo di altri mettendo in luce i pregi e
ricordare e orecchiabili, ma allo stesso tempo i suoi
i difetti (soprattutto di armonia). Dopo quelli che
brani richiedono dal coro grandi capacità d’intona-
a me erano sembrati non più di venti minuti (ma
zione e di fraseggio, oltre alla disponibilità a dividere
che l’orologio pretendeva assolutamente che fossero
le sezioni. Ne “L’elba”, accanto alla voce di tenore
circa 4 ore) la consorte, signora Francesca, arrivava e
34
Farcoro - le nostre radici
diceva, in dialetto: “Angelo, dai, è l’una passata, la-
per la sera successiva. La risposta, dopo un attimo di
scia andare a casa il Maestro” (che in questo caso ero
sbigottito silenzio che mi fece temere alquanto, fu:
io, cosa che mi creava indicibile imbarazzo). A quel
“Sono rimasto serio” come dire che se glielo avesse
punto ci svegliavamo entrambi dalla trance e men-
detto qualcun altro avrebbe pensato ad uno scher-
tre io cercavo di ringraziarlo in qualche modo lui si
zo e ci avrebbe riso su. La sera dopo andai a pren-
allontanava e tornava con una cassetta di frutta o di
derlo io a Solarolo, lo accompagnai a Ravenna ed
verdura che aveva coltivato lui stesso, e che dovevo
ebbi il piacere di presentarlo a Riccardo Muti, dopo
assolutamente prendere. Io avrei pagato per questi
di che ci mettemmo a cantare mentre lui, la fami-
incontri, e invece era lui che dava un regalo a me:
glia del Maestro Muti ed alcuni loro amici erano il
approccio decisamente romagnolo. Altre volte veniva
pubblico. Poi si cominciarono ad aprir bottiglie….
a Lugo il mercoledì, per il mercato, e se finiva presto
Con la salute del Maestro ormai declinante, la città di
veniva a bussare alla mia porta e facevamo una chiac-
Solarolo decise di dedicargli una giornata nella quale
chierata, quasi sempre condita di ricordi di guerra.
raccogliere tutto il possibile per celebrarlo ancora vi-
Quando Laura Pausini vinse la sezione giovani a San-
vente. Fu scelta una domenica di inizio estate – che
remo il suo viso non mi era nuovo, ma non riuscivo
fu benedetta da uno splendido sole – e tutto si svolse
a capire dove potessi averla vista. Poi quando disse di
con ordine. La mattina la celebrazione della Santa
essere di Solarolo mi si accese la lampadina, e telefonai
Messa parrocchiale vide la partecipazione del coro
al Maestro. Dopo qualche giorno, a casa sua, mi con-
di Solarolo, in quell’occasione da me diretto, con la
fermò che era una componente del coro da lui diret-
sua Messa Salus Infirmorum e altri brani scritti da
to e che quindi avevamo cantato insieme varie volte.
lui; nel pomeriggio, in piazza, concerto della Banda
Possiamo affermare – e senza dubbio anche l’interes-
e dei miei Canterini, ovviamente in gran parte con
sata sarebbe d’accordo – che il Maestro Creonti abbia
brani scritti dal Maestro stesso. Lui, che pur assolu-
avuto parte nella formazione di questa splendida voce.
tamente umile era anche conscio del proprio valore,
Nel marzo del 1995 i miei Canterini presenziaro-
passò tutta la giornata con un enorme sorriso sulle
no al battesimo dell’aereo “Città di Ravenna” all’a-
labbra, stringendo mani, ringraziando e mettendoci
eroporto di Fiumicino, madrina la signora Cristina
sempre quel filo di ironia che lo contraddistingueva.
Mazzavillani Muti. Durante il rinfresco che seguì,
Come detto all’inizio, è spirato nel giorno del suo
la signora si informò con me circa gli autori delle
novantaquattresimo compleanno. Non lo vede-
cante romagnole più celebri, che lei ben conosce.
vo da tempo, era ospite di una casa protetta, or-
Salta fuori “Tot um arcorda te” e io le dico di aver
mai perso nei ricordi bellici e quasi nulla rimane-
telefonato all’autore pochi giorni prima. La signora
va del suo genio musicale. Sono lieto che Farcoro
a questo punto spalanca gli occhi e dice: “Davvero?
mi abbia dato questa opportunità per dire, ad un
A Riccardo (Muti, il celebre direttore d’orchestra suo
uomo e un musicista che tanto hanno significato
marito) e a me piace moltissimo! Cosa fate domani
per la musica corale della Romagna, per le bande
sera?” e da lì partì un invito per i Maestro e per tut-
e per me, un sentito “Grazie di cuore, Maestro”.
to il coro (!!!) per recarci a casa del Maestro Muti, a Ravenna, la sera successiva. Io, ancora a Roma, gli telefonai e – con qualche cautela a causa di recenti disturbi cardiaci che lo avevano afflitto – lo informai che Riccardo Muti voleva conoscerlo e dell’invito
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RASSEGNE E CONCERTI un vademecum tecnico-organizzativo di Puccio Pucci*
Al fine di rendere un servizio utile soprattutto ai Cori
ca prima di tutto identificare l’occasione che induce ad organizzare l’iniziativa, meglio se legata
di recente formazione ho raccolto alcune indicazioni
ad eventi importanti che possono essere: Memo-
generali sulla organizzazione di concerti e rassegne; ri-
rial, momenti celebrativi della vita di un Coro,
flessioni che mi sono suggerite dalla esperienza matu-
sagre di paesi o città, richieste specifiche da parte
rata in tanti anni e dalle condizioni in cui si svolge
di enti pubblici o privati inserite in più ampi con-
l’attuale mercato della produzione musicale. Non ho
tenitori musicali, festival organizzati in partico-
potuto esimermi anche richiedere indicazioni di chi poi
lari momenti dell’anno come Pasqua o Natale.
avrà il compito di dirigere l’esecuzione delle musiche
TRE – QUATTRO MESI PRIMA
dei complessi musicali che daranno vita alle iniziative
Prima di procedere alla fase organizzativa dovrete ri-
organizzate. E’ stato lo stesso Presidente AERCO M°.
cercare e prenotare subito la sala in cui intendete far
Fantuzzi, che ha voluto darmi piccoli suggerimenti
svolgere la rassegna e visionarla se non a voi già nota,
pratici, facilmente individuabili nel testo, rivolti so-
per constatare la buona resa acustica, per essere sicuri
prattutto a supportare l’opera del musicista nella fase
che sia consona a mettere a loro agio ed ospitare
preliminare al Concerto, tesa ad ottenere le migliori
complessi numerosi quali sono i cori, evitando luo-
condizioni psicologiche e ambientali per ogni Coro che
ghi rumorosi ben sapendo quanto l’influenza acustica
infine sarà il vero protagonista di ogni incontro mu-
sia importante per mantenere la concentrazione e per
sicale. Ogni segretario organizzatore do Coro estrapo-
una buona riuscita delle esecuzioni. La location dovrà
lerà dalla summa completa delle indicazioni che non
essere fornita dei necessari servizi e spazi per ospitare
potevo non considerate nella esposizione, quelle più
il Coro o i Cori invitati provvedendo anche ad un
significative ed importanti, per una migliore riusci-
locale guardaroba per ogni Coro. Ovviamente premi-
ta della Rassegna o Concerto che intende realizzare.
nente sarà conoscere l’eventuale costo della struttura. Ciò disposto si può passare alla fase successiva; oc-
ORGANIZZAZIONE DI RASSEGNE
corre subito un preciso orientamento sul numero e
O CONCERTI
sulla tipologia del repertorio dei complessi che si
Affronteremo il problema descrivendo la fase orga-
intendono invitare. E’ sempre preferibile che il cast
nizzativa di un evento impegnativo quale è una ras-
non superi il numero di tre cori, ( meglio sarebbe
segna. Si tratta di un insieme di azioni operative che
anche ospitare un solo coro ) per permettere a cia-
coinvolge molti complessi e che verrà analizzato in
scuno di presentarsi con un programma di 7-9 brani,
ogni sua fase; da questo quadro generale si potran-
al fine di dare la possibilità di produrre in modo
no desumere tutte le tipologie organizzative di eventi
completo la loro possibilità espressiva. Comunque il
anche di minore importanza quale singoli concerti.
tempo per l’esibizione e presentazione di ogni coro
E’ bene osservare subito che una Rassegna impli-
non dovrebbe superare i 35-40 minuti, in modo che,
* Segretario dell’AERCO. Contatti: pucci.p@virgilio.it
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Farcoro - aerco notizie
iniziando lo spettacolo attorno alle 21.15, il concerto
della rassegna o l’ospitalità per i Cori. Identico pro-
possa concludersi verso le 23. E’ importante sempre
cesso, magari presentando già una bozza della locan-
dare allo spettacolo una modularità che offra agli
dina di cui tratteremo in seguito, dovrà essere rivolto
spettatori una variazione di tipologie di repertorio.
per reperire supporti economici da ditte o aziende,
Questo si potrà realizzare scegliendo i cori ospiti in
sempre ottenuto come “contributo liberale alla atti-
modo opportuno per rendere variato e più interes-
vità del Coro” e mai come sponsorizzazione. Ricordo
sante lo spettacolo e permettere allo spettatore un
che ogni Coro organizzatore per quanto ricevuto,
confronto tra i vari repertori affrontati. Qualora ci
potrà rilasciare opportuna ricevuta fiscalmente valida
fossero per necessità varie due complessi con identi-
ed esente da IVA il cui testo è pubblicato nel sito
ca tipologia di repertorio sarà opportuno concordare
AERCO, offrendo anche la presenza del logo dei
il programma in modo che non si presentino bra-
sostenitori nella locandina e nel programma di sala.
ni identici, anche se con differente armonizzazione.
DUE MESI PRIMA
Formuliamo anche l’ipotesi che tra i gruppi invitati ci
Dopo la conferma ufficiale ricevuta dai cori è bene
siamo dei complessi polifonici o gospel che richieda-
passare subito alla compilazione della locandina che
no l’uso di strumenti stabili quali pianoforte o ampli-
conterrà i loghi dei cori e degli eventuali sostenitori,
ficati. A questo punto occorre individuare un teatro o
la descrizione del progetto con i nomi dei complessi
salone che offra la possibilità di collegare la strumen-
disposti già nell’ordine di esibizione. Non fare mai
tazione necessaria alle esecuzioni. E’ comunque da
mancare a fianco del nome del coro anche quello del
evitare l’uso di basi musicali preregistrate tipo karaoke,
Direttore. Inviando in via elettronica la locandina,
che snaturano completamente lo strumento “coro”,
richiederete subito l’elenco dei brani che il complesso
al quale noi rivolgiamo la preminente attenzione.
intende eseguire (nome dei brani e relativo armoniz-
Una volta determinati i cori che intendete far inter-
zatore o compositore) per realizzare il programma di
venire sarà bene contattare telefonicamente ciascun
sala, e ricorderete i tempi concessi alla esecuzione,
responsabile organizzativo e descrivere la vostra ini-
presentazione compresa. La locandina potrà essere
ziativa nei particolari di larga massima chiedendo
subito inserita nel vostro sito per provvedere sin da
la disponibilità del complesso alla partecipazione.
ora alla fase di pubblicità della rassegna. Pregherete di
Questa fase prenderà non meno di una settimana.
far ciò anche ai cori che ospiterete. Non dimenticate
Ottenuto l’assenso, è bene inviare un invito uffi-
poi di inviare la locandina al nostro webmaster che
ciale per iscritto, onde evitare possibilità di confu-
provvederà a pubblicarla nel sito della Associazione.
sione. La comunicazione dovrà contenere la finali-
Solitamente al termine delle esecuzioni è consuetu-
tà della iniziativa, la data, il luogo di svolgimento
dine offrire un rinfresco o una cena, che non è mai
e le condizioni ed i rimborsi che potrete offrire al
opportuno predisporre prima del Concerto. E’ bene
coro. E’ bene richiedere anche una conferma scrit-
quindi provvedere sin da ora al reperimento del locale
ta per l’accettazione alle condizione proposte.
dove intenderete ospitare i cori tenendo conto che sia
A questo punto, armati di buone intenzioni, si po-
sufficientemente capiente per poter ospitare i compo-
tranno iniziare i contatti con le Istituzioni – Regio-
nenti il Coro e eventuali accompagnatori, oltre che
ne, Provincia, Comune, Pro loco, Comunità Monta-
le persone e/o personalità che potrebbero interveni-
ne - per illustrare ai responsabili di tali Uffici il vostro
re. Qualora si trattasse di locale pubblico, ristorante
progetto, richiedere eventuali supporti finanziari o di
o bar, sarà bene prenotarlo sin da questo momento.
altro genere, quali uso di strutture per l’esecuzione
Identica cosa vale per la eventuale prenotazione al-
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Farcoro - aerco notizie
berghiera per i cori che intendete ospitare E’ impor-
opportuno realizzare locandine identiche a quelle
tante richiedere al più presto ai cori l’invio dell’elen-
della fase iniziale ma più grandi (formato A3) che
co dei coristi, completo di luogo e data di nascita
potranno essere lasciate da persone del Coro pres-
e gli eventuali accoppiamenti richiesti in funzione
so bar e i negozi; si tratta di un forma pubblicitaria
della disponibilità della camere reperite. Una volta
molto efficace e molto più produttiva dei manifesti.
trasmesso all’Hotel tale elenco, si eviterà all’arrivo
E’ anche opportuno a questo punto contattare nuova-
dei coristi le lunghe attese per le singole registrazioni.
mente i responsabili della sala o teatro e verificare gli
Nell’elenco dovrà essere indicato il nome del respon-
accessi, la presenza di sipario e di un impianto di am-
sabile del Coro ospitato. Sarà unicamente questa per-
plificazione, l’efficienza dell’impianto luci e program-
sona che all’arrivo dovrà presentare il suo documento
mare i tempi dell’eventuale allestimento, se necessario.
per registrare tutto il gruppo. Ricordiamo a tal uopo
UNA SETTIMANA PRIMA
che è sempre bene richiede alcune camere singole
In questa settimana è necessario rivedere assieme
sia per l’autista del bus che per eventuali esigenze
ai collaboratori tutte le fasi della programmazione
private degli ospiti a cui è bene sempre provvedere.
e sopperire a quanto possa essere sfuggito prece-
TRE SETTIMANE PRIMA
dentemente. Occorre recarsi in SIAE per ottenere
E’ bene a questo punto contattare nuovamente i cori
il permesso per lo spettacolo e il relativo borderò,
vostri ospiti per informarsi se tutto procede secondo
presentando il tesserino distribuito dalla FENIAR-
programma ed inviare loro il depliant definitivo con
CO che attesta la vostra iscrizione all’AERCO e
il programma di sala che nel frattempo avrete realiz-
permette di ottenere le condizioni economiche
zato in base alle notizie ricevute. La compilazione di
concordate e che sono annualmente aggiornate.
tale programma deve mantenere una unicità grafica e
Poi sarebbe opportuno a metà settimana organiz-
compositiva simile al depliant già realizzato, da appa-
zare una Conferenza Stampa in collaborazione con
rire quasi un estratto dalla locandina. Dovrà contene-
l’Ufficio Stampa di Comune o Provincia, invitando
re una breve presentazione della serata, il curriculum
cronisti della stampa locale che potranno pubblicare,
condensato di ogni coro e l’elenco dei canti che ogni
qualche giorno prima della rassegna, la vostra inizia-
coro presenterà. Anche il programma di sala dovrà es-
tiva corredata magari da una foto. Per realizzare ciò
sere sviluppato secondo l’ordine di esibizione dei cori
occorre conoscere gli indirizzi di posta elettronica dei
presenti. Si ricordi comunque che il Coro che ospita
corrispondenti dei giornali maggiormente pubblicati
dovrà sempre intervenire per primo e che l’esibizione
in zona. Gli Uffici stampa delle Istituzioni ne dovreb-
dell’ultimo coro in programma è consuetudine riser-
bero essere ben forniti. Se poi l’invito a partecipare
varla al gruppo più significativo tra quelli invitati.
provenisse direttamente da tali Uffici e la sede della
In ordine al problema della pubblicità è importan-
conferenza fosse un locale della Pubblica Ammini-
te in questa fase contattare sia tramite invii posta-
strazione, la presenza di cronisti potrebbe senz’altro
li che per via e mail a tutti i cori con i quali siete
essere maggiormente garantita. Per l’incontro fare-
in particolare amicizia e alle persone che intendete
te intervenire anche personalità della coralità e non,
interessare alla partecipazione; alcune delle quali
note della zona e che nutrono amicizia verso il Coro;
potrebbero essere anche contattate con brevi mes-
graditissima ed importante quella dell’Assessore alla
saggi sms. Nel caso poi che fosse prevista la pub-
Cultura o dello stesso Sindaco. E’ bene preparare
blicità a mezzo manifesti questo è il momento di
alcune cartelline da consegnare ai giornalisti, conte-
programmarne l’affissione. In piccoli centri sarebbe
nenti tutto il materiale pubblicitario da voi edito e al-
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Farcoro - aerco notizie
cune foto anche delle edizioni precedenti dell’evento.
lazione. Ciò sistemato nel modo migliore ecco la
A metà settimana è opportuna una telefonata ai cori per
conclusione dell’evento. E’ buona norma anche evi-
concordare l’orario di arrivo e il luogo in cui un vostro
tare spostamenti tra ambienti a diversa temperatura
incaricato dovrà attendere il bus che condurrà il coro
che potrebbero causare qualche problema alle voci.
ospite. Lasciare il numero di cellulare di tale incarica-
Il responsabile organizzativo della serata, solitamente
to in modo che ogni evenienza di ritardo per cause au-
il Presidente del Coro ospitante, provvederà alla pre-
tostradali possa essere tempestivamente comunicata.
sentazione dell’evento ringraziando anticipatamente
IL GIORNO DEL CONCERTO
i gruppi partecipanti, i rappresentanti delle Istituzio-
Verificare che quanto predisposto per l’organizzazione
ni presenti e non, i collaboratori alla organizzazione
sia stato realizzato dai vostri collaboratori: accoglien-
e quanti hanno supportato anche economicamente
za, programmi di sala, hotel, allestimento sala, luci,
l’iniziativa ed infine il pubblico, che vi auguriamo sia
microfoni. La persona indicata a ricevere gli ospiti do-
intervenuto numeroso alla Rassegna. Quindi presen-
vrà dedicarsi per tutta la durata della manifestazione
terà brevemente ogni complesso ed il suo Direttore,
al Coro a lui designato: condurlo al rinfresco, all’Ho-
prima di ogni ingresso, lasciando poi all’incaricato
tel, alla sala del Concerto, ed alla cena/ricevimento
del Coro ospite la presentazione di ogni brano. A fine
post concerto, ove queste iniziative siano previste.
serata, meglio se prima dell’ultima canzone dell’ul-
All’arrivo dovrà essere consegnato al Coro ospite un
timo gruppo che si è esibito, si può passare alla ce-
piccolo dossier contenente: il comunicato stampa che
rimonia dei saluti, dei ringraziamenti finali e dello
avrete inviato ai giornali, alcune copie del program-
scambio dei doni ad ogni Coro intervenuto e dei cori
ma di sala e della locandina realizzata, le copie dei
tra di loro. Ricordarsi sempre che, se un complesso
giornali che hanno pubblicato la notizia del concerto
fosse diretto da una donna, è cosa gentile prevedere
ed alcune pubblicazioni turistiche sulla vostra città.
per lei un omaggio floreale. Dopo un ultimo saluto.
Qualora i cori provengano da lontano con alcu-
L’ultima esecuzione per chiudere la serata in musica.
ne ore di transfert, è bene provvedere al loro arrivo
E bene anche sapere che non è opportuno, in caso
ad un modesto aperitivo, servito in tempo per per-
di rassegna concedere bis, anche se richiesti dal pub-
mettere loro di visionare la sala in cui si svolgerà il
blico, per una questione di equità tra i cori ospiti.
concerto per una prova voce ed acustica non affret-
A volte poi è subentrata la consuetudine alla fine
tata, che è meglio si svolga prima dell’ingresso in sala
dell’evento di chiedere a cori riuniti l’esecuzione
degli spettatori. E’ anche opportuno predisporre un
di un brano comune, solitamente scelto tra quel-
luogo adeguato per rifinire la preparazione. Non di-
li più noti al pubblico. Premesso che questo brano
menticare anche di far trovare negli spogliatoi riser-
potrebbe anche non essere conosciuto da tutti i cori
vati alcune bottiglie di acqua minerale possibilmente
invitati, si può facilmente capire che la kermesse po-
naturale. Si dovrà concordare con un responsabile
trà avere più un valore di festa finale che di effetti-
del Coro ospitato i tempi per consentire quanto
va valenza artistica, anche perché il brano non può
previsto: aperitivo, hotel, prova teatro tenendo an-
essere provato dai cori anticipatamente; potrebbe
che conto della distanza dei percorsi tra le sedi del-
inoltre causare qualche disagio agli altri Maestri che
le varie location. Se le distanze fossero di qualche
vengono esclusi dalla direzione. Comunque si lascia
entità, è meglio chiedere ai cori ospitati se occorre
ad ogni organizzatore la valutazione di quanto detto.
provvedere al dare un passaggio in auto a persone
Dopo la conclusione del Concerto potrà svolgersi
che potrebbero avere qualche difficoltà di deambu-
il consueto ricevimento o cena nel locale predispo-
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Farcoro - aerco notizie
sto : questo è un momento assai importante che non dovrebbe mai mancare per consolidare l’amicizia, sottolineata dagli immancabili canti a ruota libera dei cori. Volendo, è proprio in questa fase dell’evento che si può svolgere il cerimoniale dello scambio doni, al fine di non allungare i tempi non dedicati alla musica in teatro.
Ricordate anche
che alcuni cori dovranno intraprendere a volte anche un lungo viaggio di ritorno, per cui sarà opportuno valutare anche i tempi per tali eventualità. Prima della partenza del Coro verificare che siano chiuse tutte le pendenze economiche concordate e siano stati compilati i borderò SIAE. DOPO LA RASSEGNA E’ cosa gentile e doveroso nei giorni successivi alla Rassegna contattare i Cori ospiti per verificare se il viaggio di ritorno si è concluso in modo soddisfacente e ringraziarli ulteriormente per la loro partecipazione. Qualora fossero stati pubblicati recensioni dell’evento sulla stampa occorre inviare ai cori fotocopia, o meglio, il giornale in originale. Entro la settimana occorrerà consegnare alla SIAE il borderò debitamente compilato e firmato dai Direttori delle esecuzioni; quindi sono da verificare tutte le pendenze economiche, dall’emissione delle ricevute per i contributi ricevuti, al saldo per i servizi di nolo sala e ospitalità. Abbiamo cercato di fare un panorama il più completo possibile per illustrarvi quanto è opportuno realizzare perché il vostro evento non abbia smagliature. Sta a voi scegliere il percorso migliore in corrispondenza della valenza di quanto intendete organizzare.
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Farcoro - aerco notizie
GENERAZIONE PAER i 40 anni del coro Paer in un'intervista al suo direttore Ugo Rolli di Pietro Magnani*
«C’era un’automobile in paese. Girava per le fra-
zioni intorno, con alcuni ragazzi sopra, ed al volante uno, sempre quello: li prendeva dalle loro case e ce li riportava, certe sere a settimana, sempre quelle». La testimonianza della signora, sempre affacciata alla finestra dopo aver dato da cena al marito, si colora della pipa di Maigret. Ma negli anni ’70 a Colorno, bassa parmense, non c’era bisogno di Gino Cervi. Forse c’era un Fernandel, e diri-
ancora il nome di Ferdinando Paer, perciò lo intitolai
geva un coro parrocchiale – questo però tempo
a Geminiano Giacomelli, anch’egli compositore co-
fa. Oggi al paese rimane un ‘sacerdote’, senza to-
lornese. I due cori proseguirono l’attività in parallelo
naca, ma con il doncamillesco dono di saper par-
per qualche tempo, poi decisi per la totale autono-
lare ai crocifissi, e soprattutto di saper farli cantare.
mia del mio gruppo. Era il 1974, e con l’indipen-
Ugo Rolli esercita il suo ministero corale or-
denza cambiammo nome in coro Ferdinando Paer.
mai da cinquant’anni e da quaranta dirige il coro Paer (Colorno, 1974 – in attività) di cui è an-
‘Or comincia l’avventura’...
che fondatore. È lui, padre naturale e spirituale,
Dopo i primi anni, cominciammo ad ampliare il no-
ad aiutare un biografo improvvisato come me nel
stro repertorio con opere di più ampio respiro: il primo
tracciare un profilo della vita del coro Paer, giun-
fu il Gloria di Antonio Vivaldi. Nel frattempo avevo
to quest’anno a compiere i quarant’anni d’età.
conosciuto Antonio Burzoni e la sua corale Città di Parma: questo incontro fu decisivo per me, e di con-
Cominciamo allora. In principio era il Paer?
seguenza per la crescita del coro. Con lui approfon-
No, non subito. Il coro Paer nacque da una costola del-
dii la polifonia classica e scoprii il canto gregoriano.
la corale Santa Margherita, la corale colornese di don Gabriele Fridoletti, dove allora cantavo (contava circa
Ramificazioni: il canto gregoriano non rimase sol-
quaranta elementi ed aveva un repertorio disomoge-
tanto una scoperta.
neo, dal canto popolare all’opera lirica). Fu dopo un
Infatti. Spinto dalla passione, frequentai per anni i
concerto del coro Pizzetti di Adolfo Tanzi che presi la
corsi estivi organizzati dall’Associazione Internazio-
decisione di costituire un gruppo – eravamo in tredici
nale Canto Gregoriano a Cremona e, non volendo
– indipendente dalla corale Santa Margherita, vota-
lasciare quegli studi nei libri, decisi nel 1986 di fon-
to alla pratica della polifonia classica; non conoscevo
dare all’interno del coro Paer una Schola Gregoria-
* Responsabile ufficio stampa del Coro Paer di Colorno (PR)
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Farcoro - aerco notizie
na maschile. La passione per la musica antica fece
di Arnold Schoenberg, ed il Requiem di Mozart,
sì che accanto alla Schola Gregoriana maschile si
che studiammo interamente ma che poi, per pro-
formasse nel 1996 una Schola Gregoriana femmi-
blemi non dipendenti da noi, non riuscimmo a ese-
nile, ora divenuta Schola Medievale. In quell’anno
guire. Non dimentico poi un particolare concerto
cedetti la direzione della Schola maschile ad Ore-
con musiche inedite dell’archivio di San Liborio a
ste Schiaffino, già corista del polifonico da una de-
Colorno, in cui riportammo alla luce brani di Ca-
cina d’anni, che condivide con me la formazione
gnoni, Rugarli, Robuschi e Paer; e poi un progetto
cremonese e la grande sensibilità per questo reper-
sul Llibre Vermell de Montserrat con le due Scholae
torio. Il coro Paer quindi, ramificato in tre gruppi,
e l’intervento di strumenti medievali ricostruiti.
riuscì a coprire tutto l’arco della storia della musica occidentale, da prima del Mille a dopo il Duemila.
Accompagnano questa crescita artistica numerosi riconoscimenti in rassegne e concorsi. La pri-
Oltre all’ampliamento degli orizzonti storici, si
ma volta nel 1984: Vittorio Veneto, primo posto.
approfondiva la vera vocazione del Coro Paer.
In realtà la prima esperienza competitiva in assoluto fu
Certamente. Ho sempre creduto profondamente
alla 21^ Rassegna Nazionale corale “Città di Adria”,
nella polifonia, nella convinzione che possa lasciare
due anni prima. Vi andammo senza grandi speranze,
in eredità alla persona qualcosa di più di una sem-
arrivammo terzi. Poi venne Vittorio Veneto, come
plice ora di svago. E non è una bugia se alcuni cori-
hai detto, e molti altri nel corso degli anni. Ricordo
sti mi confessano di essersi commossi cantando il
con particolare soddisfazione il primo posto nella ca-
Credo dalla Missa ad Imitationem di Jacobus Gallus.
tegoria cori misti al 1° concorso Internazionale corale
Fin dal nostro primo concerto – lo apriva il Regina
di Riva del Garda nel 1990: ad ascoltarci in giuria
Coeli di Palestrina – non abbiamo mai abbandonato
c’era Jürgen Jürgens del Monteverdi-chor di Ambur-
la polifonia classica. Siamo cresciuti con lei, e lei ha
go. Anche la Schola Gregoriana maschile ricevette
cresciuto noi, permettendoci di cantare opere com-
importanti attestazioni di merito, come il primo pre-
plete e complesse, come, ultimamente, le Lamenta-
mio al 42° Concorso Internazionale Guido d’Arezzo.
tiones In Coena Domini di Palestrina e la Missa pro defunctis di Orlando di Lasso, oppure in passato la
E se volessimo tracciare una storia del Coro Paer
Missa Quarti Toni di Tomas Luis de Victoria e la
sul lato umano? Intendo le persone, i coristi...
Missa Aeterna Christi Munera, sempre di Palestrina.
Ci sarebbe da perderci dei giorni, perché quasi duecento coristi (forse anche di più) sono passati per le
Palestrina, Lasso, Victoria; aggiungo poi: Ge-
file del Paer dalla sua fondazione: alcuni sono stati
sualdo, Josquin, Monteverdi, Scarlatti, e Pou-
meteore di pochi mesi, altri invece hanno messo ra-
lenc e Bettinelli. Repertorio arricchito da titoli
dici e vi sono rimasti per anni. Un numero ristretto
importanti, se non importantissimi, e di tutte
poi è presente dalla fondazione (mi piace chiamarli
le epoche: tra tutti la Johannes-Passion di Bach.
“la vecchia guardia napoleonica”). Tra loro c’è anche
Quella fu senz’altro una delle esperienze più lusin-
Sandro Marchiori, il nostro presidente. Arrivava da
ghiere e gratificanti per noi. Non voglio però di-
Milano, dove cantava in un coro lirico; appena seppi
menticare le numerose cantate di Bach, il già cita-
che cantava, andai a casa sua per convincerlo ad en-
to Gloria di Vivaldi, il Romancero Gitano di Mario
trare con noi. A quel tempo non aveva mai sentito
Castelnuovo-Tedesco, Un sopravvissuto a Varsavia
parlare di polifonia: sono trentott’anni che la canta.
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Farcoro - aerco notizie
Ragionando per simboli, quarant’anni sono nella Bibbia, oltre ai vari deserti e diluvi, gli anni in cui si compie una generazione. Tornando
all’incipit
del
nostro
per-
corso, credi che oggi, 2014, si sia conclusa
una
generazione
di
Coro
Paer?
La vita di un coro è l’insieme di tante generazioni quante sono le esperienze che quel coro fa: così per noi c’è stata una ‘generazione Gloria di Vivaldi’, una ‘Johannes-Passion’, una ‘Riva del Garda’ e così via. Ogni esperienza segna un passaggio. E tuttavia l’insieme di questi cambiamenti è tanto inscindibile che si può parlare solo di un’unica ‘generazione Paer’, che dura da quarant’anni e spero continuerà così anche in futuro. Certo, se poi vogliamo guardare al passato, non sono più quei tempi, quando dirigevo il neonato coro, in cui io partivo con l’automobile e giravo le frazioni intorno a Colorno per andare a prendere i coristi senz’auto e poi riportarli a casa, pur di farli cantare. Certe sere a settimana: quelle delle prove. Sempre quelle.
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