Tramvia di Offida

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Venerdì 5 ottobre, presso il Parco della Luna, in occasione della festa dei nonni, le classi 4^A,4^TP e 5^A della scuola primaria di Offida, hanno organizzato ”Un viaggio immaginario sull’antica tramvia di Offida”.

La tramvia realizzata da noi alunni




Dopo un simpatico dialogo in dialetto offidano tra nonno e nipote, sono stati distribuiti i biglietti, simili agli originali e tutti sono “saliti” sull’antica tramvia per un viaggio immaginario.Gli alunni hanno illustrato la storia della tramvia, utilizzando la documentazione messa a disposizione dalle famiglie e dall’esperto Mario Vannicola del Centro Studi G. Allevi.

Dialogo tra nonno e nipote in dialetto offidano (De Angelis Flavio e Pasqualini Ludovico)


Il fattorino sta per consegnare i biglietti per salire sulla tramvia e fare un viaggio immaginario

LORENZO D’ANGELO racconta del BISNONNO PATERNO ATTILIO D’ANGELO Il nonno di mio nonno vendeva i biglietti del pullman che era in funzione come servizio pubblico prima della tramvia nel 1911.I biglietti che vi ho consegnato invece sono una copia dell’originale biglietto della tramvia, che mio padre ha avuto dal signor Mario Vannicola; il biglietto costava 25 lire. Oggi siete fortunati, li avrete gratis!!!


Raccontiamo le informazioni e le testimonianze che abbiamo raccolto (Gli alunni Valeria Pestana, Maci Clara, Dodaro Jason, Rosetti Giulia, D’Angelo Lorenzo, Martina Gagliardi, Sergio Valentini, Francesco Napoli, Massi Eleonora, Ferri Filippo, D’Ercoli Lorenzo, Nespeca Arianna hanno animato la manifestazione)





LE FONTI ORALI


I nonni raccontano I numerosi nonni e bisnonni intervenuti hanno dato la loro preziosa testimonianza, dalle loro parole, accorate e a tratti commosse, si intuiva come la tramvia fosse un ricordo struggente e ancora vivo nella loro memoria e nei loro cuori: per le generazioni passate, essa non ha solo rappresentato l’unico mezzo di trasporto pubblico verso il mare, la città , il posto di lavoro, ma anche l’occasione per incontrarsi, stare in compagnia, raccontarsi le cose di ogni giorno e per i ragazzi stare in mezzo ai binari per combinare delle marachelle e vedere i tram era come una festa.



MARINUCCI EUGENIO ANNI 93 (gli alunni Dario Di Girolami, Valerio Cocci, Andrea Grandoni riportano la sua TESTIMONIANZA) Nonno Eugenio frequentava spesso Offida in quanto da giovane veniva a trovare gli amici, in particolare Casali. All’epoca in paese circolavano 5-6 auto, chiaramente erano i signori del posto, esisteva anche una sorta di autonoleggio per il trasporto di persone, , quando si usava questo servizio che era costoso, si diceva "staccare la macchina". La stazione era nei pressi del torrione, occupava parte dell’attuale parcheggio verso la stradina che scende a sinistra, il tram durante il percorso faceva delle fermate lungo la strada, non esistevano pensiline, ma solo un palo, comunque, a volte,


bastava alzare il braccio e il tram si fermava anche fuori dalle aeree di sosta (ex rifornimento di benzina, Monumento ai Caduti, casa natale del Beato Bernardo, incrocio Chiarini, ecc). A tal proposito occorre ricordare che davanti al silos, che ancora oggi si trova di fronte al supermercato Conad, c'era la seconda fermata. Il silos raccoglieva il grano della zona insieme a quello di Castel di Lama che poi è stato completamente smantellato. Abitando a Castel di Lama, nei pressi dell'attuale rotatoria osservava che, quando il tram incrociava la strada Salaria, il fattorino doveva scendere sistematicamente e si improvvisava vigile per controllare che non passassero le macchine. Il tram percorreva la strada parallela alla Salaria, ancora esistente, ma era in mezzo alla desolata campagna. Il casottino in legno con tettoia esterna che si vede sulla sinistra della stazione e ancora evidente, è di proprietà della Provincia, davanti ad esso vi era un Ufficio Postale, il tram o meglio il carro merci caricava la posta poi si spostava ed arrivava fino a dentro il piazzale della ferrovia, per caricare eventuali altre merci, c'erano dei muretti-marciapiedi molto alti sino al livello della vettura per facilitare le operazioni di carico e scarico. Il tram era l' unico mezzo di spostamento durante la seconda guerra mondiale in quanto furono requisiti camion e macchine presenti sul territorio . Viccei e Seghetti erano coloro che conducevano il mezzo poi c’erano due fattorini rigorosamente in divisa con un berretto rotondo provvisto di visiera di colore grigio: con una greca sul cappello per il fattorino, con doppia greca per il conduttore. La Bambinopoli non era così come la vedete oggi, ma c’era il campo della fiera degli animali. Ricorda una cosa buffa: non c'era nemmeno il brecciolino, ma solo terra argillosa e quando gli


animali facevano la pipÏ, spesso le persone, camminando, scivolavano. Sul tram lui caricava anche la sua bici per poi spostarsi agevolmente in paese. La presenza di questo mezzo di trasporto era molto importante all'epoca, unico servizio tramviario nella zona, l’altra tramvia esistente si trovava a Fermo che collegava la citta di Fermo con la stazione ferroviaria di Porto San Giorgio.


ELIA CARFAGNA ANNI 83 (nonna dell’alunno Giovanni Castellucci) Quando ero bambina e frequentavo la scuola elementare, d’estate, con la mia mamma e mio fratello, andavo al mare a San Benedetto del Tronto, restavamo lì per tutto il mese di luglio mentre mio padre, che faceva il fornaio, rimaneva ad Offida a lavorare. Poi, quando avevo 11 anni, ho vissuto un episodio molto doloroso della mia vita, perché la mia mamma, purtroppo, è morta. Io e mio fratello siamo stati così accuditi dai miei nonni materni, ma non era più possibile trasferirsi al mare come facevamo prima, perché mio nonno era molto anziano ed aveva difficoltà a camminare, quindi non lo si poteva lasciare solo. Siccome mia nonna sapeva che amavo tanto il mare e che un po’ mi mancava, anche per donarci un po’ di serenità dopo la


scomparsa della mamma, decise di portarci di nuovo in spiaggia, d’estate. Questo fu possibile proprio perché in quegli anni era stato attivato il servizio della tramvia. Si poteva fare un abbonamento per la tratta Offida Castel di Lama della durata di 20 giorni da utilizzare nell’arco di tempo di un mese, così la nonna decise proprio di sfruttare questa possibilità. Questo accadde per ben due anni, dal 1949 al 1951. Invece di assentarci per un mese intero da casa, al mattino, di buon ora, partivamo dal capolinea che si trovava proprio fuori dalle mura del paese, dove ora c’è il parcheggio: a quei tempi non c’erano tutte le case che vediamo oggi e le strade erano di breccia bianca. Raggiunta Castel di Lama, salivamo sul treno che ci portava a San Benedetto. Dopo aver trascorso l’intera giornata in spiaggia, nel pomeriggio, alle ore 17,00, salivamo di nuovo sul treno per fare il viaggio verso casa. Io non avevo mai visto un tram, quindi la prima volta che usai quel mezzo di trasporto provai una grande emozione! Mi ricordo che al posto del volante c’erano delle leve, a bordo c’erano sia il conducente che il fattorino; mi sembra di ricordare che uno dei due era anche meccanico ed interveniva in caso di guasti. I sedili erano di legno, così come le spalliere, tutto era tenuto insieme da barre di ferro: non era molto comodo viaggiare su quei sedili così rigidi, inoltre il tram era piuttosto rumoroso quando sferragliava lungo i binari. Nel 1952 la tramvia di Offida cessò il suo servizio di trasporto, così per spostarci usavamo la corriera. Nonostante siano trascorsi vari decenni, conservo ancora nitidi ricordi di quel periodo della mia vita e li custodisco con piacere nella mia memoria”.


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FILIPPO STRACCIA ANNI 84 A quei tempi, nel 1940,ero ragazzo, abitavo a circa 4 km da Offida, lungo l’attuale Mezzina, vedevo il tram passare tutti i giorni e la domenica anche io lo usavo per andare a messa. Io avevo la bicicletta e mio padre mi mandava a Castel di Lama a comprare delle cose, al ritorno mi attaccavo al tram con la mano per arrivare prima e senza fatica, in quanto la strada correva vicina ai binari della tramvia, una volta, era nel ’44, su una curva la strada si allontanava dai binari ed io caddi per terra, non lo raccontai a casa, altrimenti avrei preso le botte.


BRAHIM MACI ANNI 63 (nonno degli alunni Clara Maci e Brahim Maci) Da giovane io abitavo in Albania, vicino Durazzo, usavo la tramvia per andare fino alla città di Tirana; i sedili erano di stoffa, un po’ scomodi, il biglietto si doveva comprare prima di salire, sul tram c’era il controllore che passava a controllare. In Albania il servizio dei tram c’è ancora.


MARIA TALAMONTI ANNI 89 (nonna dell’alunna Aurora Acciarini) Io abitavo sotto i portici di Borgo Giacomo Leopardi, vedevo tutti i giorni il tram partire e arrivare; quando era fermo, io e le mie amiche andavamo a giocare vicino alla tramvia. Con mia nonna prendevo il tram per andare a Castel di Lama. Un anno dopo l’inaugurazione ci fu un incidente, il tram si ribaltò vicino alla


fornace e ci furono diversi morti; un altro incidente ci fu poco prima che il servizio della tramvia cessasse, fu investito un giovane, addetto ai fuochi d’artificio per la festa della Croce Santa: a causa del rumore dei botti non si accorse del tram e il conducente non lo vide, perchÊ stava andando all’indietro per sistemare il tram dentro la rimessa.


SILVIO ACCIARRI ANNI 79 (nonno dell’alunno Luca Acciarri) Io abitavo in campagna e andavo a scuola a Caico, quindi utilizzavo la tramvia la domenica e a volte il giovedì, giorno di mercato; il tram faceva tante corse. Un anno dopo l’inaugurazione il tram deragliò nel tratto accanto alla fornace. Allora c’erano pochissime macchine, partivano da Offida percorrendo la strada sterrata che passava sotto S. Maria della Rocca, che poi diventava brecciata fino a Castel di Lama.


SILVIO NESPECA ANNI 87 Io abitavo in contrada Lava, la vita allora era dura, si dormiva su materassi fatti di sfoglia di granturco, molti bambini frequentavano solo alcuni anni della scuola elementare, io sono arrivato fino alla quarta. A casa mia il tetto non era in buone condizioni e ci pioveva, allora me ne andavo a dormire dentro il tram che era fermo, i sedili non erano molto comodi, ma sempre meglio che dormire sul bagnato! Prima del ponte vicino alla fornace, c’era una fermata, oggi il ponte non si vede più, perché nel 1944 i Tedeschi, durante la ritirata, lo fecero saltare in aria, come altri ponti di Offida, per ostacolare l’arrivo degli alleati. Le arcate del ponte sono interrate sotto l’attuale strada. A quei tempi circolavano pochissime auto, solo i signori molto ricchi se le potevano permettere, ricordo la macchina di Sor Giulio Sergiacomi.


LORENZO GABRIELLI ANNI 82 Allora la terra era lavorata dai mezzadri, a questi spettava metà del raccolto, l’altra metà era per il padrone, il coltivatore diretto. L’incidente del deragliamento del tram causò morti e danni per 1 milione di lire, l’assicurazione rimborsava solo 100 mila lire, il signor Mercolini, uno dei soci della società tramviaria, per pagare i danni cominciò a vendere i terreni, il primo terreno ad essere venduto fu quello della mia famiglia, che lo acquistò a buon prezzo e ne diventò proprietaria, così io ho avuto la possibilità di studiare.


ALBERTA POLI in PREMICI detta OSVALDA ANNI 92 Era il primo ottobre 1949, quando vidi per la prima volta Offida, io lavoravo alla Maternità e Infanzia e arrivavo con il tram tutti i lunedì e ripartivo il sabato. Di primo mattino il tram Castel di Lama – Offida era stracolmo di persone che raggiungevano la cittadina per lavoro: insegnanti, funzionari di banca, operai. Anche se il tragitto era breve come chilometri, si impiegava parecchio per le frequenti interruzioni di corrente e si rimaneva fermi a volte anche per mezz’ora. Non vi era riscaldamento, i finestrini sconnessi non chiudevano bene e d’inverno non era affatto piacevole rimanere al freddo, specialmente per noi donne che indossavamo le gonne. Nonostante tutto era un tragitto allegro e spensierato. Eravamo in tanti, ci conoscevamo tutti e nelle soste forzate si raccontavano aneddoti, barzellette e giù


tante risate. Il tempo passava in fretta anche se per compiere tutto il tragitto si impiegavano almeno tre quarti d’ora o più. Il manovratore, così si chiamava il conducente del tram, nei momenti di sosta, sedeva con noi e prendeva parte alle nostre conversazioni aggiungendo di suo qualche ricordo o battuta spassosa. Finalmente arrivati in Offida eravamo tutti euforici ed allegri, anche se stava per iniziare la nostra giornata di lavoro, perché la prima fermata immancabilmente era al bar di Balilla; lì ci si riscaldava con un buon caffè. L’arrivo del tram coincideva con il riempirsi del locale bar. Tutti insieme poi da fuori porta percorrendo il Corso, come in processione, sempre vociando e ridendo, raggiungevamo il nostro posto di lavoro. Che bei tempi! Mi ci trovavo così bene su quel tram che ancora oggi lo rimpiango.


ROBERTO CAPRIOTTI ANNI 64 (nonno dell’alunna Ylenia Capriotti) Una volta dismessa la tramvia, restarono i capannoni e le rotaie, vicino ci fu costruito un bocciodromo per far giocare gli anziani e noi ragazzini andavamo a dar fastidio al custode , perchÊ volevamo giocare anche noi, ma era impossibile perchÊ le bocce erano molto pesanti, alla fine il custode si arrabbiava moltissimo.


PEPPE STRACCI ANNI 80 ( l’alunno JASON DODARO riporta la TESTIMONIANZA del vicino di casa ) Peppe Stracci è un mio vicino di casa ed ha 80 anni, mi ha raccontato che il tram partiva da Castel di Lama e arrivava ad Offida, c’era un solo binario, un vagone per i passeggeri e altri due vagoni per trasportare le merci. Quando era piccolo, prendeva il tram per andare a scuola, il biglietto costava 25 lire; lui ed i suoi amici di 10 anni si divertivano a mettere i sassi sui binari, per vedere le scintille che provocavano le rotaie quando ci passavano sopra. Un giorno però il ferroviere se n’è accorto, si è arrabbiato moltissimo e li ha sgridati.


ENRIGHETTA ANNI 88 (l’alunno MICHELE CIARALLI riporta la TESTIMONIANZA della bisnonna) La mia bisnonna Enrighetta si ricorda molto bene della tramvia. L’ultima fermata era nell’attuale Piazza delle Merlettaie, c’era una piccola casetta dove le persone potevano aspettare quando pioveva. La mia bisnonna abitava lungo la strada dove una volta c’era la “fonte delle pietre”, tutte le mattine andava a scuola a piedi e quando arrivava ad Offida vedeva partire il tram, camminava sopra delle lastre di ferro e sopra aveva tanti fili di ferro intrecciati come una rete. Una mattina è andata ad Offida con lo zio Don Nicola che doveva prendere il tram e così ha potuto vedere come era fatta dentro: c’erano tante panchine di legno senza lo schienale. Quando mia nonna frequentava la quarta elementare la tramvia è stata bombardata più volte, perché in quel periodo c’era la guerra.


LANCIOTTI PIETRO ( l’alunna BENEDETTA PASQUALINI riporta la TESTIMONIANZA dell’ insegnante del padre) Mio padre mi ha raccontato che il suo insegnante di italiano, il professor Lanciotti Pietro, quando era ragazzo e frequentava la scuola superiore ad Ascoli Piceno, percorreva con il tram il tratto di strada da Castel di Lama ad Offida. In corrispondenza dell’ex fornace cominciava la salita e il tram rallentava talmente tanto che, all’altezza dell’attuale cantina di Offida, l’enopolio, lui scendeva al volo, rubava un grappolo d’uva dal vigneto che costeggiava la tramvia e risaliva sul tram.


ILDA VANNICOLA ANNI 83 NICOLA BARTOLOMEI ANNI 88, GABRIELE BARTOLOMEI ANNI 79 (l’alunno GIORGIO BARTOLOMEI riporta la loro TESTIMONIANZA) I miei bisnonni e nonni sono andati con il tram; il biglietto costava 25 lire. L’ultima fermata della tramvia era all’incirca un po’ più avanti di dove oggi c’è la casetta di legno delle informazioni turistiche. La tramvia percorreva il tratto di strada da Offida a Castel di Lama; è stata inaugurata nel 1926 ed è stata chiusa all’inizio degli anni ’50. Poco prima della chiusura c’è stato un incidente: il tram facendo retromarcia ha investito una persona.


GIOVANNI MARINI ANNI 94 (Il Dirigente Scolastico Marini Daniele riporta la TESTIMONIANZA del padre) Mio padre mi ha raccontato che partiva da Ascoli con il treno, poi a Castel di Lama saliva sulla tramvia; soprattutto durante la guerra, nei periodi in cui la tramvia non era stata interrotta, veniva spesso ad Offida perché non si trovavano i copertoni per le ruote delle biciclette se non presso un gommista offidano, il signor Pulcini Bruno, che aveva il suo laboratorio dove oggi c’è il Consorzio Agrario, quindi da tante zone della vallata si veniva ad Offida per questo motivo, in quanto allora la bicicletta, oltre al somarello, era l’unico mezzo di trasporto per la maggior parte delle persone. La tramvia è stata una delle grandi innovazioni dell’epoca, come tutte le innovazioni purtroppo ha comportato anche degli incidenti. Il costo del biglietto all’inizio era molto più basso delle 25 lire, perché nel 1926 con questi soldi si riusciva ad acquistare un appartamento. Ancora oggi sul biglietto del treno c’è la dicitura Offida città stazione”.


DON LUCIANO CARDUCCI ANNI 89 All’epoca mio padre aveva un negozio di generi alimentari, dove adesso ha sede La “Casa del Volontariato Mattia Peroni”, acquistava il burro in una località di Reggio Emilia e lo faceva arrivare ad Offida con il treno e il tram, per non farlo rovinare lungo il tragitto il burro veniva tenuto insieme al ghiaccio e una volta ad Offida mio padre lo conservava nella grotta, perché allora non c’erano ancora i frigoriferi. Io usavo la tramvia per andare e venire dal seminario di Ascoli Piceno, durante le vacanze di Natale. Dove oggi c’è la gelateria della Bambinopoli, allora c’era il magazzino per le merci. Riporto anche un episodio di Padre Raniero Cantalamessa , durante la guerra lui era un ragazzino e veniva in Offida a trovare i nonni; un giorno prese il tram e in tasca aveva delle uova, lungo la discesa verso la fornace, all’improvviso suonò l’allarme per avvisare di un bombardamento imminente, tutti scesero dal tram per nascondersi e lui, scendendo, fece rompere tutte le uova. Avere la tramvia per Offida era un vanto, un altro mezzo di trasporto pubblico era quello del pullman, la STAO, la stazione si trovava dove oggi c’è la banca BCC. Alcuni anni dopo la guerra la tramvia venne dismessa e si continuò ad usare l’altro mezzo di trasporto pubblico.


NICOLA SAVINI ANNI 77 All’età di 3 anni circa io abitavo in quella casa che si trova di fronte alla cantina sociale, quando il tram passava, era una festa: con i miei compagni correvamo a metterci seduti sul prato a guardare, se poi il guidatore ci faceva il saluto, noi tutti ci mettevamo ad applaudire. Mia madre mi ha raccontato che una volta mi sono fermato sui binari e per fortuna una vicina di casa se n’è accorta, prima che il tram arrivasse e mi travolgesse. Il tram per noi era qualcosa da amare, uno spettacolo difficile da dimenticare e l’unico spettacolo che i poveri contadini potevano guardare, mi viene in mente a questo proposito il film”Il ragazzo di campagna” con Renato Pozzetto, un contadino che vive in un piccolo borgo campagnolo dove l'unico passatempo è osservare il passaggio dell'unico treno in transito.


ROSINA CIOTTI ANNI 94 (l’insegnante Damiani Gianni riporta la TESTIMONIANZA della madre) Mia madre, abitava sulla collina di fronte al ponte della tramvia, vicino alla fornace, durante la ritirata i Tedeschi del vicino comando distaccato, avevano avvisato le persone che abitavano nei dintorni che avrebbero fatto saltare il ponte, mia madre, che stava appostata, vide volare in aria i pezzi della rotaia che arrivarono fino al suo terreno e a quelli vicini, i binari vennero scagliati dappertutto, alcuni pezzi vennero poi riutilizzati dai contadini per ribattere falci e falcetti prima della mietitura o del taglio del fieno, di altri pezzi oggi non si sa piÚ niente.


LE FONTI ICONOGRAFICHE E SCRITTE


LA STORIA DELLA TRAMVIA (illustra l’alunno Jacopo Ficcadenti)

INAUGURAZIONE DELLA TRAMVIA L’origine della tramvia risale al 1906, Offida si stava sviluppando ed era necessario collegarla alla ferrovia di Castel di Lama, per il trasporto di persone e merci. All’inizio si pensò ad una tramvia a vapore, ma il progetto non si realizzò. Allora si decise per una tramvia elettrica, nel 1914 si formò la società STEO(Società tramvia elettrica di Offida), furono iniziati i lavori e acquistate le rotaie. Con la I guerra mondiale i lavori furono sospesi, le rotaie furono vendute e con i soldi ricavati si preparò la strada, si


costruì il ponte sul torrente Lama, i capannoni. Finita la guerra si completarono tutti i lavori, nel 1926 la tramvia era pronta. Dalla Guida Turistica”Offida con gli occhi e le mani dei bambini” realizzata dagli alunni delle classi quinte nell’anno scolastico 2016-2017 (illustrano gli alunni Giulia Laviani, Brahim Maci, Lorenzo Azzelino, Giorgio Grima, Giulia Traini) “Fuori dalle mura, dove ora c’è il parcheggio, dal 1926 al 1952, c’era la stazione tramviaria di Offida. Da lì partiva il tram che collegava Offida a Castel di Lama. Sul tettuccio c’era un’asta di presa che, collegata ad un cavo, riforniva il motore di elettricità. Il tram camminava su rotaie, che occupavano buona parte della strada che a quei tempi era brecciata e piuttosto stretta. Rispetto ai mezzi di trasporto attuali era molto rumoroso: sferragliava come un treno. Era come un piccolo pullman, dove al massimo c’erano dai venti ai trenta posti. I sedili non erano imbottiti, ma di legno. Per guidarlo non c’era il volante, ma leve e pulsanti come in un treno. All’esterno del tram spiccava la scritta STEO(servizio trasporti elettrici Offida). In caso di necessità venivano agganciati alla motrice dei vagoni merci. Il tram effettuava tre corse al mattino e tre o quattro corse al pomeriggio impiegando circa mezz’ora per arrivare a Castel di Lama: era perciò un mezzo molto veloce per quel tempo. Alla sera veniva sistemato nel capannone che c’è ancora oggi. Prima della sua chiusura definitiva il servizio fu interrotto due volte a causa di incidenti. Ancora oggi la fermata ferroviaria della stazione di Castel di Lama riporta anche il nome di Offida.


MARIO VANNICOLA DIRETTORE DEL CENTRO STUDI GUGLIELMO ALLEVI Nell’agosto del 1926 la cittadinanza offidana salutava festante il viaggio inaugurale del tram che la collegava alla rete ferroviaria nazionale. Un vanto per l'epoca, la prima ferrovia elettrificata del Piceno, inaugurata dall'allora Ministro Giurati. Il tram fu in esercizio per poco meno di 30 anni, ma ha lasciato un ricordo ancora vivo nella popolazione ed una strada, la "Mezzina", che resta uno degli assi viari principali della provincia. Il Centro Studi Allevi, nel 2006, a 80 anni dalla sua inaugurazione, ha voluto rendere omaggio a quest'opera con una mostra temporanea, ripercorrendone le fasi salienti, indagandone fin dove possibile le ragioni e le aspettative degli ideatori. Questo breve tronco ferroviario, nella speranza dei nostri predecessori, non fu pensato fine a se stesso, ma nell'ottica di una piÚ complessa rete del centro Italia; un nodo importante costituito da una linea interna trasversale che da Ancona, passando per Macerata, Amandola ed Ascoli, raggiungesse Teramo. Fondamentale per Offida in quanto, dalla stazione di Castel di Lama, si poteva raggiungere la tratta Ascoli-Antrodoco-Rieti-Roma.


PROGETTO DELLA TRAMVIA ELETTRICA

COSTITUZIONE DELLA SOCIETA’ STEO


AZIONI DELLA SOCIETA' TRAMVIA ELETTRICA OFFIDA SIG.R SERGIACOMI SALVATORE IV, bisnonno dell'Educatrice Sabrina Scipi, fratello di Sergiacomi Salvatore III (Stabilimento Bacologico).


LA TRAMVIA DI OFFIDA (illustrano gli alunni Riccardo Capriotti, Alessandro Diotallevi e Lorenzo Vallorani)

La tramvia di Offida percorreva tutta l’attuale Mezzina da Offida a Castel di Lama, con diverse fermate, a Castel di Lama la tramvia caricava e scaricava persone, merci e la posta. Sulla destra del torrione c’era l’inizio del percorso della tramvia e vicino all’attuale parcheggio c’era la pensilina, qui il tram caricava i passeggeri. Il torrione era provvisto di una rete metallica, dentro c’era un’aquila ferita.


Davanti all’attuale Bambinopoli, ci sono i due capannoni usati come rimessa e officina per la motrice e i vagoni del tram, sui quali venivano caricate le merci.


CARICO MERCI


CAPOLINEA DELLA STAZIONE TRAMVIARIA A CASTEL DI LAMA Il capolinea era a Castel di Lama, ancora oggi vicino alla stazione c’è il casotto. Sul tettuccio del tram c’era un’asta di presa che, collegata ad un cavo, riforniva il motore di elettricità.


ORARI - Il tram faceva diverse corse sia al mattino che al pomeriggio.


COM’ERA BORGO GIACOMO LEOPARDI (illustra l’alunno Michele Ciaralli) Borgo Giacomo Leopardi era molto diverso da come lo vediamo noi oggi, lungo l’attuale viale IV Novembre non c’erano tutte le case che vediamo oggi, la strada era di terra battuta; dove adesso c’è la Bambinopoli c’era il Campo Boario dove avveniva la fiera del bestiame.



INCIDENTE DEL 1927 /IL PONTE SUL TORRENTE LAVA (illustra l’alunno Luca Acciarri)


La mattina del 19 settembre 1927 la motrice del tram deragliava nei pressi di una curva vicino alla fornace, rovesciandosi alla base di una scarpata: ci furono 4 morti e 8 feriti.


DA OFFIDA PICENO E DINTORNI DI ALBERTO PREMICI Il luttuoso incidente del 1927 ebbe notevole risonanza per la sua gravitĂ . Ne riporto la cronaca che la testata nazionale La Stampa, conserva nei propri archivi.


ANNA CORRADINI in TALAMONTI ANNI 87 Il conducente del tram che è morto nell’incidente del ’27 era lo zio di mio marito, si chiamava Fides come lui, era il fratello più giovane di Talamonti Adelino, il mugnaio, che non volle fare il mugnaio come i suoi fratelli, ma il conducente del tram. Un’altra vittima fu Emidio Fioroni, egli, quel giorno, non aveva motivo di prendere quella corsa. Lo fece solo per fare compagnia a Fides, al quale era legato da amicizia e parentela, seppure indiretta.

Lapide cimitero di Offida

MARIO VANNICOLA DIRETTORE DEL CENTRO STUDI GUGLIELMO ALLEVI Nella vettura della tramvia di Offida, partita per Castel di Lama la mattina del 19 settembre 1927, era salito anche il mio bisnonno Bartolomeo Vannicola, colonnello del Regio Esercito in pensione. Doveva recarsi in Ascoli per ritirare presso l’Istituto Agrario il diploma del figlio Mario. Era consuetudine, quando il tram passava sul ponte della Fornace, che Bartolomeo salutasse, sventolando un fazzoletto dal finestrino, la moglie Maria che rispondeva dal terrazzo della loro casa in via Roma. Quella mattina, Maria attese invano di veder comparire il convoglio da dietro la fornace; Bartolomeo, probabilmente in piedi per essere pronto al saluto, nel deragliamento del mezzo subì un colpo alla tempia che lo uccise. Era stato tra i promotori della tramvia, sottoscrivendone le azioni e seguendone le pratiche amministrative a Roma, dove era impiegato al Ministero della Guerra, per il cugino Emidio Mercolini. Un altro incidente nel


maggio del 1932,sulla linea tramviaria di Offida, stroncò la vita al giovane ventenne Fratoni Giuseppe, sepolto nel cimitero di Appignano, la cui lapide ci è stata segnalata dal prof. Emidio Santoni.

Lapide cimitero di Offida

E’ QUI FRATONI GIUSEPPE VENTENNE PER FATALE DISGRAZIA STRONCATO SULLA LINEA TRAMVIARIA DI OFFIDA IL 23 MAGGIO 1932 DATE PIETOSI UN SOSPIRO UNA - PRECE LA FAMIGLIA POSE

Lapide cimitero di Appignano


Ponte sulla tramvia presso la fornace Il ponte fu costruito durante il periodo della I guerra mondiale, era a tre arcate, sul torrente Lava. Nel 1944, durante la II guerra mondiale, i Tedeschi, durante la ritirata, fecero saltare il ponte della tramvia ed altri ponti, per impedire agli alleati di passare. Oggi il ponte non c’è piĂš, le arcate sono sottoterra.




INTERVENTI CONCLUSIVI


L'intervento dell'esperto Mario Vannicola del Centro Studi G. Allevi Questo percorso didattico sulla tramvia dimostra come voi alunni amate la vostra cittadina e come affrontate con interesse ed entusiasmo il lavoro della ricerca storica per ricostruire periodi della storia del vostro paese che voi non avete vissuto. Oggi della tramvia sono rimasti solo i due capannoni, possiamo utilizzare le Fonti ufficiali degli archivi, le foto e i documenti posseduti dalle famiglie, ma la vita quotidiana della tramvia ce la possono raccontare solo i nonni che l’ hanno veramente vissuta. Bambini regalate alla vostra cittadina un nuovo tassello della sua storia, realizzando una sezione dedicata alla tramvia all’interno del Polo museale, dove avete già allestito un altro pezzo importante della storia di Offida, quello dedicato al baco da seta e agli stabilimenti bacologici, molto apprezzato dai visitatori.


L'intervento dell'Assessore alla Cultura Isabella Bosano Questo viaggio nel passato che ha unito nonni e bambini è stato meraviglioso e le testimonianze dei nonni ci hanno trasmesso tante emozioni e ci hanno fatto comprendere che, nonostante la loro vita fosse piena di difficoltĂ , sapevano trovare gioia nelle cose semplici e apprezzare i veri valori come quello dell’amicizia. Il periodo vissuto dai nonni rappresenta uno scrigno, un vero tesoro da cui prendere esempio e da tramandare. Un grazie immenso a tutti i nonni.


L'intervento del Dirigente Scolastico Daniele Marini Questo bellissimo percorso realizzato dagli alunni che hanno organizzato questa manifestazione, testimonia come la figura dei nonni sia fondamentale e come un attento lavoro di ricerca storica permetta di ricostruire un pezzo della storia di Offida e non solo.


Il tram di città Gianni Rodari In città non canta il galletto, è il primo tram che ti sveglia nel letto. In tuta azzurra sul primo tranvai vanno in fabbrica gli operai. Secondo tram, l’impiegato statale va in ufficio leggendo il giornale. Terzo tram, che confusione: gli scolari non san la lezione! E tra l’una e l’altra fermata la ripassano di volata.

Filastrocca interpretata dagli alunni delle classi 4^A,4^TP e 5^A


SUL VAGONE DEI RICORDI SUL VAGONE DEI RICORDI ECCO OGGI QUI ADUNATI TANTI GIOVANI “IMBIANCATI”; CON VOI NONNI A RACCONTARE SIAMO PRONTI PER VIAGGIARE. CHE BACCANO, CHE SCONQUASSO! STA ARRIVANDO DI BUON PASSO UN TRENINO ASSAI SPECIALE CHE TRAMVIA SI FA CHIAMARE. E’ DI OFFIDA ORGOGLIO E VANTO PROPRIO UN MARCHINGEGNO SANTO CHE CI PORTA FINO A VALLE, DOVE UN TRENO LUCICCANTE CI CONDUCE VERSO LEVANTE: QUI TRA SCHIZZI, ONDE E RISATE CI GODIAM TUTTA L’ESTATE! QUANTI BEI PASSEGGERI,


SODDISFATTI E FIERI! SALGON CELERI NEL VAGONE CHI PER FARE UNA COMMISSIONE, CHI PER LAVORARE E GUADAGNARE, CHI NEI NEGOZI PER COMPRARE. BIMBI ALLEGRI E BIRICHINI GUARDAN CURIOSI DAI FINESTRINI, GIOVANI MAMME SORRIDENTI, VIGILANO ASSAI ESIGENTI: BIONDE, BRUNE, RICCIOLUTE, OGGI SON TUTTE CANUTE OGGI SON LE NOSTRE NONNE: I LORO RICORDI SI FANNO POESIA COME QUESTI VERSI SULLA TRAMVIA!! FILASTROCCA COMPOSTA DAGLI ALUNNI DELLA 5^A (letta dalle alunne Cristina Gironacci e Giulia Laviani) “ Le attività svolte hanno coinvolto diverse discipline e hanno permesso agli alunni di mettere in campo abilità e competenze e questa manifestazione ha rappresentato “il loro compito di realtà”, una verifica significativa del percorso attuato. La scuola di Offida da diversi anni promuove progetti che mirano alla conoscenza del proprio territorio,


come prerequisito essenziale per avvicinarsi a realtà via via più lontane, che mettono in contatto la scuola con le famiglie, le associazioni, l’amministrazione e la cittadinanza tutta in un rapporto di sinergia nel quale gli alunni crescono come persone ma anche come futuri cittadini consapevoli dell’importanza del proprio territorio e della sua salvaguardia e valorizzazione. Questi percorsi sul territorio hanno portato alla realizzazione di importanti progetti pluriennali come il laboratorio delle Miniguide, Il Giardino dei Giusti, Il Consiglio Comunale dei Ragazzi, il volontariato con gli ospiti del Centro Forlini, l’allestimento della sezione dedicata al baco da seta presso il Polo Museale di Offida.Il nostro viaggio immaginario non finisce qua…vorremmo infatti proporre all’amministrazione comunale l’allestimento di una mostra permanente, perché i visitatori, ma anche le future generazioni, possano conoscere un periodo importante della storia di Offida: la tramvia di Offida, unica tramvia elettrica all’epoca, nelle Marche, inaugurata nel 1926, ha infatti rappresentato un mezzo di trasporto indispensabile per il collegamento con la rete ferroviaria di Castel di Lama, in un momento di crescente sviluppo agricolo e commerciale della nostra cittadina ed è tuttora un ricordo vivo nella memoria delle generazioni passate, un ricordo che non deve andare perduto”. Gli insegnanti


Tutti insieme appassionatamente!!! Un grazie di cuore a tutti i nonni e bisnonni Gli alunni delle classi 4^A, 4^Tempo Pieno, 5^A della Scuola Primaria di Offida e gli Insegnanti Siti/materiali da consultare: https://offidatorrentelava.wordpress.com/ http://www.inoffida.it/

Se qualcuno ha altre informazioni è pregato di contattare gli insegnanti


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