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CHILDRENSWEAR
ABBIGLIAMENTO INFANTILE
L’andamento delle vendite
La parola a negozi e showroom
Back to life: si torna a giocare
Risale la fiducia, showroom e negozi si ripopolano. Forti di una nuova consapevolezza: lo human touch è insostituibile
DI ANGELA TOVAZZI
La moda junior è ripartita e confida nel rush delle vendite estive, sostenute dall’agognato via libera a comunioni e cresime. I negozianti e gli agenti tirano un sospiro di sollievo, anche se - va ricordato - le insegne del childrenswear sono state in parte risparmiate dai ripetuti lockdown che hanno impattato fortemente sui punti vendita per l’adulto. Il semaforo verde agli eventi ha ribaltato le prospettive per la primavera-estate 2021, così come il buon andamento della campagna vaccinale ha ridato fiato ai budget per le stagioni successive, come spiegano i portavoce di alcuni negozi e showroom. «La cerimonia ha sbloccato l’impasse - commenta Elisabetta Bonello della boutique Anna Annibali a Civitanova Marche - anche se finora i capi che sono andati meglio sono quelli non troppo importanti e mettibili anche in altre occasioni». Meno bene è andato il cosiddetto “cambio stagione”, con capispalla, pull per la primavera, ancora sotto scacco causa pandemia. Ma il giro di boa c’è stato: «Ci sono sicuramente categorie di consumatori più penalizzati e che nemmeno entrano nei nostri negozi, ma quelli che entrano hanno voglia di spendere, emozionarsi, vestirsi per uscire», racconta Bonello, indicando Burberry, Stone Island, Stella McCartney e Ralph Lauren come i marchi più gettonati. Gli ultimi tre sono stati tra i best seller anche di Valtellini, multimarca a Rovato, in Franciacorta, che ha registrato ottime performance commerciali anche per le collezioni in piccole taglie di Paolo Pecora e Twinset: «Sicuramente respiriamo un clima di maggior fiducia - sottolinea Didi Corbetta -. Credo che chi non si è fermato durante i vari lockdown venga ora premiato dalla clientela». Insomma, l’estate è iniziata con entusiasmo e speranza: lo confermano anche studi di rappresentanza che hanno già il polso del mercato per la FW 2021/2022 e sono impegnati con la campagna vendite SS 2022. «C’è tanta voglia di ricominciare - dice
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I negozi fisici hanno un’arma in più, che va sfoderata: poter far vedere i capi, farli toccare e provare
Anna Beritelli di Sicilia Uno -. I nostri clienti sono venuti tutti e molti hanno anche incrementato i budget. Con la convinzione che il perso è perso e che ora è il momento di guardare avanti». Ma con sangue freddo e oculatezza, come suggerisce l’imprenditrice, senza lasciarsi prendere la mano da «scontistiche eccessive» e cercando di portare a casa la lezione imparata durante questa pandemia: che «la tecnologia è un grande supporto, sì, ma moda e creatività hanno bisogno di condivisione e partecipazione». Detto altrimenti, non ce ne rendevamo conto ma adesso sì: lo human touch è un gran-
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1. Lo stile di Diesel Kid 2. Due proposte Mc2 St. Barth 3. Stone Island, best seller tra i marchi in piccole taglie 4. Una felpa di Stella McCartney
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de valore aggiunto. Fermo restando il ruolo dell’e-commerce, prezioso salvagente che ha tenuto a galla lo shopping nei mesi più difficili e che non sembra destinato a perdere posizioni anche in futuro: «È vero, il canale digitale è in forte accelerazione - dice Chiara Bacchini di Bacch Rappresentanze a Cattolica - ma i negozi fisici hanno un’arma in più, che va sfoderata: la possibilità di far vedere i capi, farli toccare, soprattutto farli provare». Pensiamo ai jeans, come suggerisce l’imprenditrice: «Indovinare la misura e il modello giusto su Internet è difficile, con il rischio di dover rispedire indietro il capo. Nello store fisico ci sono a disposizione tante vestibilità: se si intuisce il fit adatto appena un cliente varca la soglia del negozio, la vendita è già fatta». Quanto al sell in, Bacchini è soddisfatta: «Sta andando bene, meglio per il maschio che per la femmina, che è più tentata da acquisti nelle catene come H&M e Zara». Oltre a Stone Island, «sempre in pole position nelle vendite», ottimi feedback stanno venendo dallo stile rilassato di Diesel Kid, ma anche dai costumi colorati di Mc2 St. Barth. La voglia di evasione è tanta.
LA SNEAKER DEL FUTURO È GIÀ QUI
NEL 2024 IL MERCATO GLOBALE DELLE SNEAKER RAGGIUNGERÀ UN VALORE DI 100 MILIARDI DI DOLLARI, PREMIANDO I MODELLI AD ALTISSIMA PERFORMANCE, MA ANCHE SOSTENIBILI. COVESTRO, LEADER NEL SETTORE DEI TECNOPOLIMERI, SA DARE LA RISPOSTA GIUSTA A UN MERCATO ESIGENTE, COME DIMOSTRA L’INTESA CON ANTA SPORTS, AZIENDA CHE RAGGRUPPA IMPORTANTI BRAND DELLO SPORTSWEAR
Lo sportswear è uno dei numerosi settori - compresi l’automotive, l’elettronica di consumo, l’industria aeronautica e l’abbigliamento - in cui vengono utilizzati i tecnopolimeri di Covestro, leader nel suo settore grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate, al servizio delle aziende per realizzare prodotti innovativi, all’avanguardia nell’estetica e amici dell’ambiente. Grazie alla collaborazione tra Covestro e Anta Sports (azienda che raggruppa importanti marchi dello sportswear), nasce una nuova generazione di sneaker, testate nel basket dall’all-star NBA Klay Thompson: pensate per chi fa attività fisica, sono ideali anche fuori dalla palestra. Chi ha visto la serie The Last Dance sulla vita del leggendario cestista Michael Jordan avrà notato il laborioso lavoro di bendaggio delle caviglie prima di ogni partita, visto che giganti alti due metri devono muoversi in velocità all’interno di uno spazio lungo appena 28 metri. Determinante è lo shrank (in italiano cambriglione), rinforzo inserito fra tacco e pianta per avere il giusto mix di rigidità ed elasticità, durezza e morbidezza. In genere il cambriglione è realizzato in metallo, ma Covestro è riuscito a utilizzare un materiale composito in fibra di carbonio, per costruirne uno molto sottile ed elastico. Al servizio delle aziende produttrici di sneakers, la tecnologia di Covestro permea l’intera scarpa a partire dalla tomaia (la parte superiore che avvolge il piede), che si avvale di un tessuto mesh di poliuretano termoplastico estremamente confortevole, impermeabilizzabile grazie a un coating in poliuretano a base acquosa, ecologico e non inquinante. Nelle sneakers prodotte da Anta Sports l’intersuola - un elemento chiave per l’ammortizzamento e il ritorno dell’energia cinetica del movimento - viene realizzata con una polvere di TPU (poliuretano termoplastico) prodotto da Covestro, stampata con il processo SLS (Sensitive Laser Sintering), garanzia di precisione e di successivo riciclo della polvere inutilizzata. Quanto alla fodera, la soluzione adottata è una schiuma di poliuretano viscoelastica, resistente agli urti e in grado di assorbire l’energia. Tocco finale il già citato cambriglione, cuore segreto della calzatura, in preziosa fibra di carbonio, spessa appena 1 millimetro: una vera innovazione firmata Covestro per le scarpe sportive, un settore il cui valore, secondo Global Info Research, raggiungerà i 100 miliardi di dollari nel 2024. Alla richiesta da parte delle aziende di una sempre maggiore qualità, capacità di produzione su scala e sostenibilità, Covestro risponde con materiali plastici e compositi termoformabili in modo efficiente con tassi di resa elevati, cicli produttivi dai tempi ridotti e una conseguente razionalizzazione dei costi, senza contare il plus della riciclabilità. Come sintetizza Lisa Ketelsen, responsabile del business dei compositi termoplastici di Covestro, «questi materiali consentono una produzione di massa efficiente e non dimentichiamo che possono essere adattati alle prestazioni desiderate e alle diverse dimensioni di produzione, creando valore in tutti i settori».
PARLA IL BRAND CEO LEO SCORDO Pal Zileri: a Firenze un nuovo lifestyle e poi un opening in centro a Milano
Si rafforza l’offerta casual e contemporanea, senza tradire il dna. Imminente l’apertura di un monomarca milanese in via Manzoni, in arrivo i profumi e al via un accordo distributivo in Cina
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1. Leo Scordo, brand ceo di Pal Zileri 2. L’attore Andrea Bosca indossa la Oyster Jacket di Pal Zileri
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Pal Zileri è uno dei marchi che partecipano a Pitti 100, «per lanciare un messaggio di ripresa e di presenza, in un momento in cui altri hanno deciso di disertare una fiera di cruciale importanza per il settore». A parlare è Leo Scordo, brand ceo di Pal Zileri (in precedenza era brand director), subentrato a Marco Sanavia. Quest’ultimo resta all’interno della casa madre Mayhoola Group con il ruolo di Human Resources & Organization Director. In uno stand color verde laguna la protagonista è la Oyster Jacket, presentata anche con un video e un mini-advertising: «Un prodotto declinato in versione parka, field jacket e blouson, innovativo rispetto alla solita offerta di Pal Zileri», sottolinea Scordo, che nel suo CV annovera un’esperienza come managing director di C.P. Company e il ruolo di responsabile delle linee Sportswear e Tailoring nel Dipartimento Licensing di Ermenegildo Zegna. «La Oyster Jacket - prosegue - è un “guscio” ideale da mattina a sera, ispirato al claim Your world is your Oyster. Un capo multifunzione, con 14 tasche interne ed esterne, per avere a portata di mano tutto quanto occorre per il lavoro e il tempo libero». «Vogliamo essere il brand italiano maschile di lifestyle di riferimento per l’uomo contemporaneo - chiarisce Scordo - non solo rafforzando l’offerta in ambito casual e leisurewear, ma anche sviluppando nuove proposte di capispalla e riposizionando la gamma Premium». Con la SS22 viene inoltre arricchita con pantaloni sportivi, jersey e maglieria la parte Never Out Of Stock, mentre è previsto per l’inizio del prossimo anno il debutto dei profumi. A livello distributivo Pal Zileri, che conta su circa 30 monomarca e 350 wholesaler, gioca su due tavoli: da un lato il rafforzamento internazionale, con la firma di un accordo con uno dei principali operatori sul mercato cinese e crescite significative negli Stati Uniti e dall’altro l’Italia, dove a giorni sarà inaugurata una boutique di circa 200 metri quadri in via Manzoni 38. L’e-commerce, lanciato a fine ottobre 2020, «ha ottenuto finora riscontri abbastanza soddisfacenti - conclude Scordo - permettendoci di testare presso un pubblico molto più ampio l’efficacia delle nuove strategie». (a.b.)
LE SFIDE DI LANDO SIMONETTI La Martina ridisegna il concetto di omnicanalità
Il brand ispirato al polo ha fatto un investimento importante per intregrare al meglio distribuzione fisica e online. Ma sono in ballo progetti a tutto campo
Sostenibilità, nuove partnership e omnichannel evoluto sono i tre assi su cui si sviluppano le strategie di La Martina: come spiega il ceo e fondatore Lando Simonetti, «sentiamo molto il tema dell’ambiente, che per noi è un fatto di dna. Non vogliamo far piacere al mercato, ma essere in linea con le esigenze del consumatore e centrare l’obiettivo di diventare completamente sostenibili entro il 2035/2040, coinvolgendo tutta la nostra filiera. Inoltre lavoriamo dietro le quinte per difendere la natura, per esempio con iniziative di riforestazione e sensibilizzazione sull’ambiente dei bambini a scuola». Recente, dal punto di vista del prodotto, la sinergia con uno dei marchi green del momento, Acbc, attraverso i partner Giano (calzature) e Principe (pelletteria): ne è nata una mini-collezione di sneaker e uno zaino in materiali riciclati, «che per ora è un piccolo progetto, ma fa parte di un nostro percorso che spazierà angnata da Pininfarina nel 1970. Tutto questo non potrebbe avere la giusta cassa di risonanza senza l’omnicanalità: mentre il network fisico ha superato quota 200 multimarca e 50 monomarca tra Emirati Arabi, Europa e America del Sud, con piani di espansione in Cina e Brasile - si parla in particolare di 45 nuovi negozi da sviluppare in tre anni nella Repubblica Popolare -, le vendite online sono al 15% del giro d’affari, dal precedente 10%. L’obiettivo è un deciso balzo in avanti, «senza però dimenticare che il futuro è nell’unione, e non nella separazione, tra fisico e digitale. Sono due facce della stessa medaglia». Con FiloBlu è stato definito un piano articolato, con alcuni capisaldi: stock illimitato sulla piattaforma digitale, per coinvolgere il consumatore finale ma supportando in parallelo la vendita dei multibrand - a cui vengono offerti anche video e immagini da ripostare sui loro social -, ridefinizione delle collezioni in capsule valorizzate dallo storytelling e posizionamento più mirato sui marketplace già attivi, come Zalando e Amazon, sondandone di nuovi. Non ultimi, strumenti di marketing volti ad accrescere l’engagement e la conversion rate. (a.b.)
che nell'abbigliamento», così come ci sono aspettative sugli accordi annunciati in piena pandemia - tra novembre e dicembre 2020 - con Gimel per il kidswear e con Jet Set Group per i profumi. Nelle scorse settimane è stato aggiunto un ulteriore capitolo alla collaborazione con Pininfarina, con il lancio di una capsule maschile see now, buy now, in vendita sul sito La Martina e ispirata al design della Modulo, concept car dise-
AL TRAGUARDO DEI DIECI ANNI Panchic gioca la carta della sostenibilità e lancia la nuova piattaforma B2B-B2C
Il marchio si è imposto all’attenzione del mercato con le sue calzature casual lontane dai trend, interamente realizzate in Italia a chilometro quasi zero. Ora è il momento di digital integrato e più estero
Nei mesi difficili della pandemia ha lavorato per spingere più in alto l’asticella della qualità, con un percorso che giunge a maturazione in occasione del suo decimo anniversario. Parliamo di Panchic, il marchio di calzature uomo, donna e bimbo di Fonte, in provincia di Treviso, fondato nel 2010 da Leonardo Dal Bello, che ne è anche direttore creativo. Una label che ha conquistato l’attenzione del mercato, crescendo a un ritmo del 25% di anno in anno e che anche nel 2020 è riuscita a mettere un segno più davanti al suo giro di affari (+10%) a quota 6,5 milioni di euro, con la previsione di toccare quota 8 a fine 2021. «Il brand ha incontrato il favore della clientela grazie all'immagine originale, lontana dai trend, che ha fatto breccia nell'attenzione di un consumatore dai 30 anni in su e che ora puntiamo a proporre anche a un target più giovane - racconta Dal Bello -. Un prodotto lifestyle casual venduto in 950 punti vendita (di cui 500 in Italia), con un ottimo rapporto qualità/prezzo, 100% made in Italy principalmente nella nostra sede e in laboratori a chilometro quasi zero vicini all'azienda». Ora è il momento di fare un ulteriore salto di qualità: dalla SpringSummer 2022, infatti, la scommessa è sulla sostenibilità. «Per essere davvero credibili in questo percorso - rivela l'imprenditore - abbiamo voluto che il peso dei materiali sostenibili fosse superiore al 50% sul totale del peso della collezione. In più contiamo sulla filiera corta, che ci permette di ridurre le emissioni di Co2, e sulla tracciabilità, dal momento che tutte le scarpe, grazie alla tecnologia Rfid, avranno un tag interno che le seguirà anche fuori dai nostri stabilimenti». Dal Bello è pronto a festeggiare questi traguardi: «Vorremmo organizzare un evento a Milano in settembre in occasione del Salone del Mobile. Un appuntamento che puntiamo ad amplificare con la creazione di contenuti online e sul punto vendita da veicolare a un pubblico sempre più vasto». A proposito di online, l'e-commerce rappresenta un asset importante per l'azienda e oggi vale il 10% del fatturato, con un'importante novità in arrivo: «A luglio lanceremo la nostra piattaforma unica B2C e B2B su cui accederanno gli agenti per gli ordini, i negozianti per i riassortimenti e i consumatori per gli acquisti». Da questo mese di giugno, intanto, sono partite le prime spedizioni dalla nuova e unica sede logistica integrata, vicino alla sede produttiva dell'azienda, con un ulteriore spazio di 2.500 metri quadri, che servirà sia il wholesale che l'e-commerce. Altra grande scommessa sono i Paesi stranieri, dove oggi l'azienda realizza il 47% del fatturato. In Spagna, secondo mercato con il 20% sul turnover totale, è stata aperta una showroom direzionale lo scorso gennaio. Seguono Russia, Germania e Svizzera, mentre nel mirino ci sono i mercati orientali, Giappone e Corea, e il Nord Europa. «Stiamo sondando il terreno, per partire con le carte in regola», conclude Dal Bello. (c.me)
1. Leonardo Dal Bello, founder & creative director di Panchic 2. Una proposta Fall-Winter 2021 del brand
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Myths: «Già nel 2021 torniamo ai livelli pre-pandemia»
Punti di forza e prospettive dell’azienda emiliana specializzata in pantaloni, nelle parole dell’art director e direttore generale Simone Bernardi
Il virus ha rallentato ma non fermato Myths, marchio emiliano di pantaloni che fa capo alla famiglia Bernardi: Luciano (fondatore e a.d.), il figlio Simone (art director e direttore generale) e l’altro figlio Giovanni, che si occupa invece del brand WhiteSand, coadiuvati da una ventina di collaboratori. «Ci rivolgiamo a uomini e donne che cercano capi dalla vestibilità comoda e personale - dice Simone Bernardi - Persone conquistate da un prodotto che si differenzia dalle “solite” linee e che per la SS22 sarà all’insegna di colore, colore e ancora colore, accanto a tessuti dalle grandi performance, italiani così come lo sono tinture e lavaggi». Nel 2019 il fatturato aziendale si aggirava sui 9,5 milioni di euro, con il 40% realizzato all’estero, soprattutto in Germania, Nord Europa, Spagna, America e Italia: una cifra che, dopo il calo a 7,5 milioni del 2020, la famiglia Bernardi conta di recuperare già quest’anno. Tra le leve strategiche un prodotto per il 65% al maschile, ma con la donna che sta crescendo, distribuito in 300 multibrand selezionati: «Nelle collezioni mettiamo sempre più ricerca da ogni punto di vista, compresi i trattamenti, potenziando l’attenzione all’ambiente - afferma l’art director e d.g. -. Di pari passo va il servizio al cliente, grazie a un customer care che è uno dei nostri fiori all’occhiello». «In primo piano anche la comunicazione - conclude -. Per esempio, stiamo veicolando sul profilo Instagram un progetto digitale basato su un confronto/intervista con alcuni top client italiani e a seguire coinvolgeremo gli esteri. Quanto all’e-commerce aziendale, è sicuramente in agenda» (Nella foto, da sinistra, Giovanni, Luciano e Simone Bernardi). (a.b.)
ALESSANDRO BARBERIS CANONICO «Milano Unica, un'opportunità per ripartire»
Il presidente della rassegna tessile, prossima a tornare in presenza il 6 e 7 luglio a Fieramilano Rho, fa il punto sulla manifestazione e su un settore che deve riprendere quota investendo in creatività, innovazione e responsabilità sociale A pochi giorni dall’avvio di Milano Unica (il 6 e 7 luglio nei padiglioni 16 e 20 di Fieramilano Rho), il presidente della manifestazione tessile, Alessandro Barberis Canonico, dà le prime indicazioni su un’edizione che «rappresenta una grande opportunità per ripartire. Data la situazione attuale, siamo già fortunati a poter contare sulla fiera in presenza, compatibilmente con le regole sanitarie. Spero che questo sia un primo passo verso un ritorno alla normalità». «Rispetto a settembre 2020 assistiamo a una crescita del +25% circa nel numero di espositori - prosegue l’imprenditore, che non dà cifre precise perché al momento di andare in stampa la situazione è in progress -. Le prime a confermare l’adesione sono state le realtà export oriented e che scommettono sulla ripartenza. È importante per noi incentivare l’incoming di clienti, soprattutto dall’estero: con Ice stiamo cercando di farlo, visto che all’ultima edizione in presenza questo era stato il tassello mancante». Barberis Canonico confida nell’arrivo di operatori dal Nord Europa e, se ci saranno voli Covid tested, anche dagli Stati Uniti, «mentre ritengo difficile per
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ragioni epidemiche un’affluenza dal Regno Unito e per restrizioni sugli spostamenti dalla Cina. In forse Giappone e Corea». Dopo che l’appuntamento di febbraio si è svolto in modalità online, la piattaforma digitale eMilanoUnica Connect - una sorta di “fiera oltre la fiera” - resterà attiva come canale di supporto e interfaccia con i compratori che non verranno in Italia. Il digitale «accompagnerà le collezioni fisiche, consentendo di evolverle e implementarle: uno strumento che, oltre al vantaggio della rapidità, consente di personalizzare le proposte in base
1. Alessandro Barberis Canonico: era stato nominato presidente di Milano Unica a inizio febbraio 2020 2. Un'immagine della manifestazione, dedicata alle nuove collezioni per l'autunno-inverno 2022/2023
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alle richieste del cliente». Fisico e online saranno dunque più che mai due facce della stessa medaglia, in nome di «una creatività continua e seasonless». Creatività che per Alessandro Barberis Canonico va alimentata con l’innovazione continua e valorizzata con la responsabilità sociale, per un tessile italiano la cui priorità è «puntare ad agganciarsi alla ripresa della domanda in Paesi che sono già usciti dalla pandemia e possono trainare il comparto». Quanto alle istituzioni, «devono sostenere le piccole aziende per rimettere in moto il sistema». (a.b.)
FIERE TESSILI IN FRANCIA I format flessibili di Parigi in attesa della nuova normalità
Tra fine giugno e inizio luglio si alza il sipario su Fashion Rendez-Vous Paris e Texworld Evolution Paris, mentre Denim Première Vision per ora resta 100% digitale
Le manifestazioni da migliaia di espositori e visitatori sono un ricordo: occorrono nuove formule espositive. Da questa consapevolezza è nato lo scorso febbraio Texworld Evolution Paris (nella foto), un evento ibrido sul tessile e il sourcing, che torna alla ribalta dal 5 al 9 luglio presso l’Atelier Richelieu ed è abbinato a un’app. Il focus è sui buyer francesi e internazionali dell’alto di gamma, selezionati e su invito, i quali visioneranno i campioni tessili (al massimo un centinaio) e una cinquantina di proposte di abbigliamento, presentati nelle aree The Fashion Library e The Trend Forum, oltre che in un Trend Book. A febbraio sono stati presentati 2.500 campioni e ci sono state fino a 3.200 richieste via app, con 10mila prodotti circa selezionati dai compratori. Il Grand Palais Ephémère è invece la sede, dal 30 giugno al primo luglio, di Fashion Rendez-Vous Première Vision, un evento dedicato a tessuti, pelle, accessori e design, mostrati dagli espositori o dagli agenti, naturalmente con controparte online sul sito premierevision.com. Sarà al 100% digitale Denim Première Vision, dal 5 al 9 luglio. Gli altri appuntamenti “by Première Vision” si svolgeranno in presenza, ma con un'impostazione sempre ibrida: Made in France Première Vision (l’8-9 settembre al Carreau du Tem-
Un'immagine di repertorio di Texworld Evolution Paris ple) e Première Vision Paris, salone in programma dal 21 al 23 settembre al Parc des Expositions-Paris Nord Villepinte. Dal 13 al 14 ottobre Denim Première Vision sbarcherà a Milano (cosa che avrebbe già dovuto fare questo mese di maggio), al Superstudio Più, per trasferirsi a Berlino il 17 e 18 maggio. (a.b.)
DA TOTALENERGIES IL TOP DELLE SOLUZIONI ECO-COMPATIBILI PER IL TESSILE
TRA I PRINCIPALI PLAYER MONDIALI DEL SETTORE ENERGETICO, TOTALENERGIES OFFRE AL SETTORE UNA GAMMA COMPLETA DI AUSILIARI SPECIALI E LUBRIFICANTI CONFORMI AI PIÙ AVANZATI STANDARD ECOLOGICI E ALLE DISPOSIZIONI DELLA NORMATIVA REACH. PERFORMANCE AVANZATE VANNO DI PARI PASSO CON LA PROTEZIONE DELLA SALUTE UMANA E DELL’AMBIENTE.
Da TotalEnergies, leader internazionale del comparto energetico, arrivano strumenti indispensabili per il tessile in tutte le fasi di lavorazione. Gli ausiliari speciali e i lubrificanti ad alte prestazioni TotalEnergies sono infatti sviluppati tenendo in considerazione i vincoli tecnici del comparto, inclusi gli standard di sostenibilità, in conformità ai criteri di certificazione Oeko-Tex Ecopassport e GRS Compliance (Global Recycled Standard) e alle disposizioni della normativa REACH, che mirano ad assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell’ambiente: gli ausiliari e lubrificanti tessili TotalEnergies rispettano, infatti, gli standard ecologici e tossicologici di settore e sono privi di SVCH (Substances of Very High Concern) e Apeo (alchilfenoli etossilati). Una gamma di prodotti biodegradabili, non etichettati e certificati come non pericolosi, nel rispetto dell’ambiente e dei più elevati standard di qualità internazionali (certificazione ISO 9001). Prodotti che, grazie alla loro composizione, garantiscono inoltre un risparmio in termini di TCO (Total Cost of Ownership) e una riduzione delle emissioni di Co2. TotalEnergies è sinonimo di prodotti specialistici, che coprono tutta la filiera produttiva, come ausiliari antistatici per filati e fibre, oli per aghi, agenti di protezione fibre, detergenti e lubrificanti per la manutenzione o grassi e fluidi per trasferimento di calore/freddo, tra cui alcuni veri campioni di eco-compatibilità: TEXINOL FCT 95 (fluido lubrificante e antistatico per cardatura e pettinatura), LISSOLFIX APXZ 255 (fluido di ensimaggio per testurizzazione, ritorcitura, rivestimento e avvolgimento), TIXO STAINLESS (oli lavabili per maglieria), PARATEX 404 (fluido per la copertura e protezione dei filati in orditura e incollaggio), DETERFIX TB 630 Z (fluido detergente per risciacquo e lubrificazione delle bobine dopo la tintura), DETERFIX CR 677 (fluido detergente solubile in acqua per eliminare i lubrificanti tessili tramite processi di lavaggio prima e dopo la tintura). Progettati ed evoluti in collaborazione con le aziende tessili e i produttori di apparecchiature dedicate, gli ausiliari e i lubrificanti TotalEnergies sono studiati per affiancare la clientela nel continuo miglioramento della qualità dei tessuti realizzati e dell’efficienza delle macchine, supportando in Italia la diffusione del made in Italy in tutto il mondo.