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CLAUDIO MARENZI

INTERVISTA

Claudio Marenzi

Herno

«Herno e Montura? Nella moda ancora tante possibilità. Mai smettere di guardare avanti»

«Stiamo andando bene. Sono ottimista per il 2022, che supererà i livelli di vendita del 2019». Così vede l'andamento del gruppo l'imprenditore, attualmente impegnato nella nuova sfida legata all'acquisizione di Montura: «Vogliamo conquistare una community giovane»

DI ANDREA BIGOZZI

«È iniziato un anno davvero importante. Un anno che, per Herno, sarà di crescita assoluta, con livelli di fatturato finalmente superiori a quelli del 2019 pre-pandemici. Un anno che sarà anche di grande progettualità, legata all’acquisizione di Montura. Stiamo lavorando su programmi importanti con un obiettivo chiaro: valorizzare l'identità del brand e, contemporaneamente, potenziarne l’infrastruttura, per sostenerne l’evoluzione internazionale». Dopo un anno e mezzo trascorso tenendo i nervi saldi, Claudio Marenzi è ora concentrato più che mai sui tanti progetti accelerati, o persino innescati, dalla pandemia e sui risultati positivi che idee e investimenti stanno già dando, a cominciare dall’acquisizione - con il socio minoritario Nuo, la newco costituita da Exor, la holding della famiglia Agnelli con Wwicl, il più antico family office di Hong Kong - del marchio per alpinisti Montura, che da quando è stata annunciata alla fine del 2021 continua a far parlare gli addetti ai lavori, forse perché è stata accolta come il segnale di un cambio di passo in tutto il settore moda.

Perché comprare un marchio di giacche da sci?

Montura è molto di più di un brand tecnico. È vero, gli esperti di alpinismo lo considerano il miglior prodotto sul mercato, ma da qualche stagione è diventato, in maniera spontanea, un marchio molto vicino ai giovani, capace di comunicare con loro grazie al legame profondo con la natura e all’ideale di libertà, oltre a un logo molto interessante (un piccolo fiore stilizzato, ndr) su cui si potrà lavorare benissimo. Vorrei fare con Montura quello che ho fatto con Herno, ovvero portare valore alla marca. Con una differenza: con Herno quando presi in mano il progetto partivo da zero, in questo caso invece l’azienda è già ben avviata.

Come è nata la scelta di avere un socio in questa avventura?

Ero impegnato a portare avanti individualmente la trattativa con Roberto Giordani, fondatore di Montura, già da otto mesi, quando sono entrato in contatto con Nuo. Parlo sempre con diversi investitori ma non ho mai trovato quella chimica e sintonia che mi hanno spinto in quell’occasione a condividere con loro il progetto a cui stavo lavorando. In pochissimo tempo abbiamo chiuso la trattativa. Credo che sia giustissima la scelta fatta: Nuo è il partner finanziario perfetto e come family office ha orizzonti temporali diversi da un fondo. Non pensano solo a quanto potrà fatturare Montura nel breve termine. Con loro c’è una clausola di way out dall’ottavo anno in avanti, anche se non escludiamo di restare con questo asseto anche più a lungo.

Che tipo di marchio costruirete?

Non lo abbiamo ancora definito al 100%, d’altronde l’acquisizione è appena stata formalizzata, ma sicuramente sarà nel posizionamento di cui parlavo prima, che ci consenta di dialogare con le nuove generazioni e gli appassionati di outdoor: due nicchie che nel mercato del menswear stanno crescendo a dismisura, senza dimenticare tutti i clienti storici, che è l’ultima cosa che vogliamo fare. Tutto avverrà nel pieno rispetto dell'identità e dell’autonomia del

1. Uno dei circa 30 punti vendita Montura presenti in Italia 2. Il pop up Herno aperto a Shanghai a fine 2021

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marchio, anche nel processo di internazionalizzazione: se si eccettua una discreta distribuzione in Corea, infatti, Montura è un marchio italiano e dell’arco alpino, dove ha già una buona distribuzione retail. Herno metterà a disposizione l’esperienza maturata sui mercati stranieri, nel mondo retail fisico e digitale.

È prevista una fusione dei due team?

I due brand resteranno indipendenti. Non ci sarà da parte di Herno un controllo diretto sullo stile e anche le reti commerciali non si fonderanno mai. Ogni marchio presenterà in autonomia le proprie collezioni. Viceversa, nella supply chain, logistica e servizi, potranno essere previste delle sinergie. Come nell’e-commerce, l’altro settore da sviluppare, ci potrà essere l’utilizzo di una piattaforma comune.

A proposito di e-commerce, è il progetto più nuovo di Herno, accelerato dalla pandemia . Come sta andando ?

Lo abbiamo lanciato nell’agosto del 2020 e nei primi 4 mesi ha subito superato i 3 milioni di vendite. Oggi fattura già come due flagship store e certamente crescerà ancora.

Un successo che vi farà riconsiderare gli equilibri dei diversi canali?

Ragioniamo con una logica pluricanale, concentrandoci su convergenza tra il negozio fisico e quello virtuale, tutto senza trascurare il wholesale, che per noi resta fondamentale. Non pensiamo a ridurne l’incidenza, come sta accadendo per alcuni grandi marchi, ma anche in questo canale

PREVIEW FW22/23 Monogram è il protagonista di stagione

Il progetto Herno Monogram, contraddistinto dall'utilizzo della stampa con il motivo ad H, sarà protagonista delle collezioni autunno-inverno 2022/2023 presentate a Pitti Uomo e Bimbo, con il primo modello di bomber imbottito stampa H all over, destinato a diventare protagonista assoluto per la nuova stagione invernale.

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vogliamo fare un passo in avanti, trasformando i nostri migliori clienti in veri e propri partner.

Sul fronte retail ci saranno nuove aperture per Herno?

Le stiamo valutando. Quest’anno porteremo avanti anche ampliamenti di negozi già esistenti e investiremo sull’apertura di qualche pop up store in più, privilegiando aree come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina che sono i mercati che ci stanno dando le migliori soddisfazioni.

È ottimista per il 2022?

L’anno davvero importante per il settore sarà il 2023. Per molte aziende il 2022 non segnerà ancora il recupero di quanto perso a causa della pandemia, per Herno invece la svolta arriverà già quest’anno. I risultati della campagna vendita SS 22 sono ottimi e ci proiettano verso un 2022 con ricavi oltre i livelli del 2019, quando avevamo raggiunto i 135 milioni di euro di fatturato. Siamo davvero soddisfatti: l’immagine del nostro marchio oggi è più forte e affidabile di prima. Merito del momento d’oro che il segmento dell’outdoor sta vivendo in generale, ma anche del nostro rigore gestionale e del lavoro fatto sul prodotto: stiamo ampliando i progetti Monogram e Globe, coprendo ogni stagione con proposte nuove e autentiche. Le lavorazioni sono le più innovative, ma stiamo vivendo anche una fase creativa importante, lavorando sul colore, le lane e i volumi. 

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