NUMERO 13 SETTEMBRE - OTTOBRE 2008 DISTRIBUZIONE GRATUITA
FREE-Press: il nostro giornale ospite di arte al cubo Non sempre libertà di pensiero e libertà di stampa procedono di pari passo. La realtà italiana e non solo è sotto gli occhi di tutti: testate giornalistiche ed emittenti radiotelevisive più o meno ‘compiacenti’, se non proprio ‘al servizio’ del gruppo politico di turno al potere, per non parlare dei pochi editori ‘fagocitori’ di tutto quanto l’industria dei mass-media produce nel nostro paese. Poche sono le eccezioni in questo desolante panorama. Lo scorso 12 settembre, nell’ambito della seconda edizione di “Arte al Cubo”, manifestazione organizzata da Arte al Cubo Eventi e da Tribe Società Cooperativa, (editrice del noto mensile catanese “Tribe Art”), si è tenuta una tavola rotonda sul Free-press, che ha visto la partecipazione di alcuni periodici siciliani a distribuzione gratuita. Anche il nostro mensile ha avuto il piacere di prendere parte alla serata e di portare il proprio contributo e la testimonianza della propria attività nell’ambito del panorama editoriale siciliano. Tema principale del dibattito: i vantaggi e gli svantaggi della stampa libera a distribuzione gratuita, primo fra tutti la difficoltà che i piccoli periodici locali incontrano per sopravvivere e portarsi avanti nella nostra regione, dove un complesso (e monopolizzato) sistema
editoriale rende tortuosa, ad esempio, la ricerca degli sponsor. Difficoltà che accomuna questi “giovani” giornali che, spesso e volentieri, vogliono proporsi come Free-press alternativo scegliendo una linea editoriale che consenta loro di esprimersi in libertà e senza condizionamenti. La manifestazione, tenutasi dal 12 al 14 settembre presso il Chiostro dell’ex Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, è stata una variegata kermesse di arte, cinema, editoria, letteratura, musica, articolata in mostre, proiezioni di video, salottini letterari, workshop e dibattiti. Pochi, purtroppo, gli altri periodici presenti alla tavola rotonda. L’auspicio è, invece, che iniziative come questa vengano riproposte sempre più spesso e che riscuotano maggiore successo presso gli attori del panorama siciliano del Free-press. Perché possono rivelarsi occasioni di confronto e di scambio di esperienze, oltre che buone opportunità di collaborazione e di sostegno reciproci. E perché solo un free-press in buona salute è garanzia di sopravvivenza dell’intera libertà di stampa. La Redazione
SOMMARIO ATTUALITÀ
In Primo Piano - 4 Disastro Catania
S.O.S. Scuola
- 6 Povera Scuola - 8 Riforma della scuola: cosa cambia, cosa bolle in pentola - 10 Caro libri: tra accuse, smentite e provvedimenti
Tutti i gran manifesti attaccati sui muri, che presentano sopra uno sfondo di fabbrícbe l’operaio robusto che si erge nel cielo, vanno in pezzi, nel sole e nell’acqua. Masino bestemmia a veder la faccia più fiera, sui muri delle vie, e doverle girare cercando lavoro. ...
Cesare Pavese 1908 - 1950
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EVENTI
Cinema - 12 Venezia 65
STORIA IN PILLOLE presenta LE INTERVISTE IMPOSSIBILI - 14 Jack lo Squartatore
EVENTI
Musica - 16 Diane and the shell. Ritorno al presente - 18 L’ANGOLO DELLA LETTURA - 20 CURIOSITÀ - 22 CARTELLONE
Numero 13 Settembre-Ottobre 2008
Disastro Catania
Come il Titanic, affonda la nona città d’Italia. Cronaca di una morte annunciata
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S.O.S. Scuola
Un viaggio all’interno della scuola, tra riforme, caro libri e strutture precarie. Cosa funziona e cosa non va proprio.
Copertina di:
Fausto Grasso
LA REDAZIONE
Registrato presso il tribunale di Catania n° 17/07 del 15/05/2007 Tipografia: A&G - Via Agira 41/43 - Catania
Hanno collaborato a questo numero: Giò Picciotto Maurizio Pistorio Alberto Surrentino D’Afflitto Adriana Toscano
Editore: Associazione Culturale “Lapilli” Direttore Responsabile: Emilia Giuliana Papa giulianapapa@alice.it
Responsabile Marketing e Comunicazione: Sebastiano Di Bella sebidibella@hotmail.it 347 - 5463318
Vignette: Giuseppe Ruscica
Caporedattore: Claudio Sciacca ksciacca@libero.it
PER INFO, SUGGERIMENTI, RICHIESTE DI COLLABORAZIONE E CONTATTI SCRIVI ALLA REDAZIONE:
Quarta di copertina: Patrizia Spampinato
Redazione: Sebastiano Di Bella Fausto Grasso Emilia Giuliana Papa Angela Puglisi Claudio Sciacca Patrizia Seminara Patrizia Spampinato
Progetto Grafico e Impaginazione: Fausto Grasso faustidio@yahoo.it
lapilli@email.it
Diteci la vostra:
Sede: Via Nino Bixio, 15\b S.G. la Punta - CT
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DOVE TROVARE CATANIA
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Venezia 65
Luci e ombre di una rassegna, quest’anno, un po’ sottotono.
Libreria La Paglia Libreria Mondadori Libreria Megastorie Libreria Tempolibro Musicland Cinema ABC Cinema Ariston Cinema Capitol Cinema Odeon CUS Cittadella Hotel Costa Casa dello studente Oberdan Cittadella Universitaria Farmavet Etnea - Via Enna 3/f Galleria amici dell’arte - Via Andrea Costa 34 San Max Hotel - Via Etnea 329
Libreria Mondadori - Le Zagare Libreria Mondadori - I Portali Libreria Il Bosco Edicolè Bar Trappeto
Gravina di Catania Biblioteca comunale
Mascalucia
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Acicastello
Paternò
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Sant’Agata li Battiati
Giarre
Edicola Marzà
San Gregorio
Libreria Le Señorita (Corso Italia) Bar Mirò (Corso Italia)
Bar Viscuso
San Giovanni la Punta Cine Centrale
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Storia in Pillole presenta: Le Interviste Impossibili Jack lo Squartatore
IN PRIMO PIANO
DIsastro catania Come il Titanic, affonda la nona città d’Italia. Soffocata dai debiti e con problemi di ordine pubblico. Solo adesso però i media sembrano accorgersene. Cronaca di una morte annunciata
di Claudio Sciacca
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E fu così che il bubbone scoppiò. In fondo non è una novità per chi, tra i cittadini catanesi, ha seguito, dapprima con apprensione, poi con crescente ansia, le vicende di un “buco” trasformatosi in poco più di un anno in cratere. Era la primavera del 2007 quando su “L’Espresso” trapelavano le prime indiscrezioni, sussurrate da alcuni consiglieri comunali di centro-sinistra, sul buco di bilancio del Comune: “appena” 40 milioni di euro. Altri tempi. Che inguaribili ottimisti eravamo appena un anno fa. E poi, perchè preoccuparsi? Ci avrebbe pensato don Umberto a fare cassa svendendo un gran numero di immobili di proprietà del Comune, molti dei quali vincolati dal Demanio pubblico. Era questo il progetto della “Catania Risorse s.r.l.”, società creata ad hoc per realizzare questa “controversa” operazione. Passano le stagioni, soprattutto quelle elettorali, e tra un sindaco che va, anzi che fugge, e un sindaco che viene, si tirano le somme: 870 milioni di euro di debiti. O, secondo altri e ancor più realistici calcoli, riportati da Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera”, oltre un miliardo di euro. Un buon record per gli otto anni di sindacatura Scapagnini, ex medico di Berlusconi, al quale don Umberto
predisse l’immortalità ricevendo come Catania. Una piccola finanziaria, con contropartita, al bisogno, un bel posto al annessa prevedibile tassa-per-Catania, Senato. Sarà ora la magistratura, che su di cui saranno contenti soprattutto di lui e altri quaranta funzionari i leghisti. Chissà che comunali indaga dallo caciara avrebbero UN MARE DI DEBITI scorso luglio, a fatto Bossi, Queste le cifre del disastro, in base ai dati stabilire il grado ufficiali del Comune e alla relazione della Ragioneria Calderoli di scelleratezza Generale della Corte dei Conti, cui fa riferimento Gian & c. se della gestione Antonio Stella su “Il Corriere della Sera” la causa 357.000.000 euro di debiti accertati Scapagnini, di questo 119.556.408 euro verso le società partecipate peraltro già scempio comunali (Amt 61, Multiservizi 26, Sidra 22) condannato non fosse stato 549.709.272 debito residuo in primo grado il berlusconiano a 2 anni e 6 mesi per Scapagnini ma un le irregolarità nella concessione, alla politico della ormai dissolta opposizione. vigilia delle elezioni del 2005, dei Eppure una sana indignazione “leghista” contributi previdenziali ai dipendenti non può che venire fuori dalle viscere comunali per i danni causati dalla cenere di ogni cittadino nel vedere una città lavica. Toccherà invece a Stancanelli allo sbando, con dipendenti non pagati, proseguire nell’opera di santificazione di servizi dimezzati e rischi di chiusura per Berlusconi, unico in grado di salvare, con migliaia di attività produttive. Una città 300 milioni di euro, soldi dello con problemi di ordine pubblico, al buio in Stato, quindi di tutti diverse zone dallo scorso gennaio, che non gli italiani, l’aziendapuò garantire i servizi di prima necessità n°13 Settembre-Ottobre 2008
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n°13 Settembre-Ottobre 2008
COMUNE DI CATANIA - TUTTI I DEBITI VERSO LE PARTECIPATE
DENOMINAZIONE
INDEBITAMENTO
A.M.T. Azienda Municipalizzata 52.468.865,00 (al 31-12-06) A.S.E.C. S.p.a. 4.247.341,00 A.S.E.C. Trade Surl (partecipata al 100%) 16.763.611,00 Catania Multiservizi S.p.a. 28.843.000,00 Investia Catania S.p.a. 742.972,00 Sidra S.p.a. 43.860.788,00 Sostares.u.r.l.(partecipataal100%daCataniaMultiservizi) 3.805.815,00 Consorzio A.S.I. ConsorzioripopolamentoitticodelGolfodiCatania Consorzio A.T.O. 2 Golftur 101.135,00
CREDITI NEI CONFRONTI DEL COMUNE
NOTE
RISULTATO ESERCIZIO ANNO 2007
61.236.543,00 619.889,00 - 676.504,00 1.147.979,49 - 358.921,00 26.074.102,16 22.529,00 36.474,68 Per Ricapitalizzazione - 60.620,00 22.868.212,00 - 330.215,00 5.387.652,51 6.396,00 878.424,08 dicui39.593,83perdebitifuoribilancio 15.493,70 dicui10.332,00perdebitifuoribilancio 1.252.896,00 dicui102.010,44perdebitifuoribilancio 38.742,20 dicui20.813,00perdebitifuoribilancio TOTALE 119.556.408,82
Fonte: Comune di Catania
nella scuola, come nell’assistenza ai malati e ai più poveri. Una polveriera, fatta anche di famiglie senza stipendio e sull’orlo del baratro, che però non
esplode; forse perché travolgerebbe una classe politica fortemente voluta e votata negli ultimi anni. Si ribellerebbe mai Catania nei confronti di quei partiti (FI, MPA, UDC) che nell’ultimo decennio hanno governato e garantito privilegi e clientele? Nel cronista non può che insinuarsi questo amletico dubbio. Ma le domande, mentre Catania affonda, sono tante: dov’era la stampa catanese quando la città annaspava sotto gli occhi di tutti? Com’è che il “cane da guardia”, per utilizzare una metafora cara al giornalista Marco Travaglio, si è trasformato in “cane da riporto” per il potente? Forse è stato più conveniente far finta di niente, forse erano troppi gli interessi in comune. Il risultato di
un’informazione “col silenziatore” ha contribuito allo stupore di questi giorni e addomesticato la rabbia di chi comincia a vedere solo ora gli effetti del malaffare sulla propria città. E che non sa ancora cosa lo aspetta. In bocca al lupo, povera Catania.
Nella pagina accanto: Raffaele Stancanelli, nuovo sindaco di Catania. In questa pagina: Umberto Scapagnini, vecchio sindaco di Catania, e una veduta di Piazza Duomo.
foto di Simeone Huber
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povera scuola Comincia l’autunno caldo per migliaia di operatori scolastici siciliani che hanno perso il posto di lavoro. Su di loro la scure del ministro Gelmini, incaricata di far cassa con ci������������������������������������ ò che rimane della scuola pubblica. Ed è solo l’inizio Si ��������������� è pesantemente abbattuta sulla scuola catanese e siciliana la scure della soppressione di migliaia di cattedre, con la conseguente perdita, per migliaia di insegnanti, del posto di lavoro. Le manovre del Governo non hanno risparmiato nemmeno il personale amministrativo e i docenti di sostegno, vanificando così i risultati faticosamente raggiunti grazie alla legge 104/92 (legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, ndr). Proprio in una regione come la nostra, che non offre agli alunni disabili il supporto di strutture alternative e servizi di assistenza adeguati. L’impatto che questi tagli stanno per provocare sulla nostra gi���������� à critica situazione socioeconomica, lascerà di sicuro un forte segno negativo. Non soltanto si abbassa il livello occupazionale di tutto il personale della scuola, ma si
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ridimensiona, sul piano qualitativo, l’offerta formativa prevista per i nostri studenti, se consideriamo anche gli accorpamenti di classi, in aule sempre pi������������������������������������������ ù affollate e inadeguate. Per non parlare dell’effetto disincentivante e deprimente che le maldestre dichiarazioni del Ministro Gelmini hanno prodotto e producono sulla società civile, gettando un’ombra negativa sulle competenze acquisite dai docenti meridionali, peraltro educatori impegnati, spesso e volentieri, anche a livelli dirigenziali, nelle province più sperdute dell’opulento (?) Nord Italia. Certo, è vero che gli ultimi dati Istat vedono Catania, tra le città italiane con più di 250 mila abitanti, al triste 1° posto per tasso di analfabetismo. Ma proprio per questo, è semplicistico e fuorviante tacciare di incompetenza docenti di sostegno e curricolari che combattono ogni giorno contro il grave disagio e l’evasione scolastica nei quartieri a rischio, scaricando su di loro il peso dell’allarmante
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di Emilia Giuliana Papa
degrado sociale ed economico che investe il sud Italia. Troppo comodo bypassare le gravi responsabilità dello Stato, spesso assente, su una condizione di arretratezza e di permanente contraddizione, che non esclude però buone capacità di recupero e risorse umane notevoli (come non citare il dato paradossale ma altrettanto reale secondo cui quello stesso meridione si distingue su scala nazionale anche per numero di laureati?). Ma torniamo alle dolenti note sul fronte “insegnanti inoccupati” e lasciamo la parola ai numeri. Aridi e ingenerosi. Nella sola provincia di Catania ci sono, tra personale docente e non, circa 5.000 precari. Soltanto il 10 o 12% ha avuto quest’anno la buona ventura di essere immesso in ruolo. Si �������������������� è prevista anche la soppressione di centinaia di cattedre già destinate al sostegno. E non si sa ancora quale sarà l’esito delle proteste in corso
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SCUOLA E STRUTTURE Edifici vecchi e adattati. Locali in affitto per un ammontare di 6 milioni di euro l’anno. Uno sguardo sullo stato dell’edilizia scolastica a Catania e provincia
da parte di Dirigenti scolastici, docenti precari e sindacati, uniti in sinergia per combattere una disperata battaglia al fine di recuperare almeno 100 cattedre in più per sostenere gli allievi disabili e limitarne gli handicap conseguenti. Infine, per quanto riguarda il personale ATA, a fronte di una disponibilità di 1.700 posti di organico vuoti, soltanto 150 sono gli assunti a tempo indeterminato. Facile catastrofismo? Riteniamo di no se, ad affrontare il grave problema, non è stato un accanito comunista con idee fuori moda, bensì l’onorevole Roberto Commercio, deputato dell’MPA, formazione politica organica al centrodestra, il quale, in una recente intervista al quotidiano “La Sicilia”, ha dichiarato testualmente: “La Sicilia si appresta a pagare il maggior tributo di cattedre nell’ambito dei tagli alla scuola previsti dall’ultima manovra economica varata dal Governo che prevede, per il prossimo anno scolastico (quello appena apertosi, ndr), il taglio di 2.251 unit�� à riguardanti ������������ il corpo docente, il personale tecnico e il personale amministrativo”. Pi�� ù di 2.000 posti di lavoro per 3.500 cattedre! Dello stesso tenore la dichiarazione dell’onorevole L e a n z a , capogruppo Mpa all’Ars, il quale lamenta la soppressione di circa 20.000 cattedre in Sicilia nel prossimo
triennio, secondo il piano Gelmini. Ci si giustifica con la diminuzione del numero degli alunni (peraltro assolutamente modesta rispetto al salasso delle cattedre) e con il famigerato debito pubblico. Esigenze di bilancio insomma. Ma, se è così, spostiamo indietro le lancette dell’orologio. Nel decorso anno scolastico 2007/08 l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni, nel quadro del programma triennale della lotta al precariato scolastico, dispose e realizzò da 60 a 70 mila nomine in ruolo. Quest’anno, invece, le nomine in ruolo previste a livello nazionale per il personale docente ed ATA, si aggirano intorno alle 30.000 unità. A questo punto ci chiediamo: forse lo scorso anno nuotavamo nell’oro, anche se nessuno se ne era accorto? Forse la situazione dei nostri conti pubblici era talmente soddisfacente da permettere al precedente Governo di predisporre un piano triennale, in parte già realizzato, di circa 180.000 immissioni in ruolo, per risolvere, una volta per tutte, il problema del precariato scolastico, peraltro condicio indispensabile per garantire agli alunni la tanto sbandierata continuit������������������������ à didattica? Beh, forse è così. O, in alternativa, saremo costretti a temere che l’attuale esecutivo non consideri la scuola pubblica una premessa essenziale per la crescita della società civile e lo sviluppo economico dell’intero Paese.
Maria Stella Gelmini, neo ministro della Pubblica Istruzione
Da una recente intervista, pubblicata su “La Sicilia”, all’assessore provinciale alle politiche scolastiche Giovanni Ciampi, apprendiamo che un certo numero di istituti di istruzione superiore del catanese sono sistemati in locali presi in affitto. Degli altri 85 immobili di propriet������������������ à della Provincia non ci è dato conoscere quanti sono stati appositamente costruiti per le scuole e quanti, invece, sono stati adattati ad uso scolastico. Non possediamo nemmeno dati recenti sullo status degli edifici delle scuole materne e della fascia dell’obbligo, di cui si devono far carico i Comuni. Va subito detto che le strutture costruite ad hoc sono realizzate, ovviamente, in funzione delle esigenze della scuola odierna. Esse prevedono, quindi, a seconda del tipo di scuola, palestre adeguate per l’educazione fisica o spazi per attivit��à ludiche; programmano, in rapporto al numero di alunni da ospitare, ambienti sufficienti per le aule, i laboratori, le videoteche, le biblioteche ed ogni sorta di attività culturale; non hanno barriere architettoniche perché soddisfano già nel progetto le necessità ineludibili degli alunni disabili; sono dotate di porte antipanico e uscite di sicurezza compatibili con la normativa vigente. Viceversa, gli edifici adattati sono come gli abiti non fatti su misura. A volte mostrano le rughe del tempo, quindi hanno bisogno più di frequente di lavori di manutenzione ordinaria che, non sempre prevedibili nel periodo estivo, spesso determinano gravi disservizi, con pesanti negative ricadute sulla continuità dell’attività didattica. E ancora: creano spesso problemi di agibilità statica ed igienica, non sempre sono dotati di impianti di riscaldamento, quasi sempre hanno aule anguste (specialmente quando si tratta continua a pag.9
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RIFORMA DELLA SCUOLA:
COSA CAMBIA, COSA BOLLE IN PENTOLA Vediamoli allora, in sintesi, i principali provvedimenti e le novit����������������� à, già in atto o di prossima attuazione (nei disegni del ministro Gelmini), che riguarderebbero il futuro della scuola italiana. Il 1���������������������������������������� ° agosto 2008 il Consiglio dei Ministri approva il disegno di legge “Disposizioni in materia di istruzione, università e ricerca”, che, ben presto, diventa Decreto legge. Questi i punti principali: a) viene reintrodotto, gi��������������������� à da quest’anno, per gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado, il voto di condotta, che concorrer������������������������������� à alla valutazione complessiva del ragazzo. Un’eventuale insufficienza potrà determinare la non ammissione al successivo anno di corso; b) sempre a partire dall’anno scolastico appena cominciato, sarà introdotta, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, una nuova disciplina, denominata “Cittadinanza e Costituzione”, per un totale di 33 ore annuali; c) tanto nella scuola primaria quanto in quella secondaria, si torna ai voti, che prenderanno il posto degli ormai decennali giudizi. Queste le principali novit����������������� à già in vigore.
di Patrizia Seminara
Ma tanto altro bolle in pentola: avendo preso le mosse, gi������������������������ à a partire dall’estate appena trascorsa, dai tagli ai posti di sostegno, il Ministero prosegue, nei mesi di luglio e agosto, con una serie di comunicati che annunciano nessuna immissione in ruolo per i prossimi tre anni e che prevedono, tra l’altro: 1) la gestione da parte dei presidi, e non pi�� ù dei CSA (gli ex-provveditorati), delle nomine annuali dei docenti 2) ulteriori tagli alla scuola pubblica, sia in termini di docenze che, di conseguenza, di comunit���������������������������� à scolastiche (a rischio di chiusura soprattutto i piccoli centri montani e insulari); e intanto, alquanto candidamente, il Ministro fa ventilare la proposta di impiegare i precari della scuola nel settore turistico e appare favorevole a maggiori finanziamenti alle scuole private 3) il ritorno al maestro unico nelle scuole elementari. E ancora: lezioni pi�� ù brevi ����� a seconda dell’indirizzo di studio, trasformazione degli istituti pubblici in fondazioni all’insegna dell’autonomia, ritorno al vecchio, caro, grembiule… E, mentre è stato sospeso, dopo altalenanti pareri, il X ciclo delle SSIS, si discute con fervore sul futuro sistema di reclutamento degli insegnanti: vero nodo della questione, dato che di certo c’����������������������� è solo che attualmente
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sono blindate le vigenti graduatorie ad già pronti, per loro, gli ennesimi corsi esaurimento e che, a quanto pare, non sarà intensivi. Così, non solo precari, ma consentito accedere ad esse neanche agli anche precari-eterni studenti… Qualche specializzandi del IX ciclo. Insomma, la nota di consolazione: sembra finalmente confusione regna sovrana, e ad alienare registrarsi una certa sensibilità per il le simpatie della classe docente e dei tormentone che, puntuale, si ripropone sindacati per il nuovo ministro della all’inizio di ogni nuovo anno scolastico, Pubblica Istruzione giungono, quello del caro-libri. Il ministero le dichiarazioni, più o meno sta tentando di controllare SCUOLE smentite e rettificate, della la situazione, dopo gli FUORILEGGE giovane avvocatessa opportuni accertamenti Secondo il Codacons, solo il 25% “ministra” relative antitrust, bloccando delle scuole italiane �� èa ������������������ norma di legge: alla presunta carenza le edizioni dei libri di infatti solo un edificio su quattro ha sia il di preparazione dei testo per cinque anni certificato di agibilità statica dell’immobile, docenti del Sud, i sia il certificato di agibilità igienico-sanitaria, e spronando le scuole quali abbasserebbero a mantenersi entro i sia il certificato prevenzione incendi. la qualità della tetti di spesa fissati. Mentre gli impianti elettrici a norma scuola italiana. Ma e i maniglioni antipanico spesso nulla da temere: sono costituiscono semplicemente un “optional”.
di appartamenti di civile abitazione presi in locazione), quasi mai offrono la flessibilità e le opportunità dei manufatti appositamente costruiti. Ma, a parte i tanti inconvenienti e disagi, gli affitti sono un’autentica piaga anche sul piano economico, se è vero, come è vero - lo afferma lo stesso assessore nella citata intervista - che la Provincia spende per essi ogni anno la esosa cifra di 6 milioni di euro! Il problema della ricettivit������������� à scolastica è, pertanto, molto difficile e complesso, specialmente in una realtà come la nostra in cui ancora sussistono tante carenze e tanti ritardi. Come affrontarlo? Due i possibili livelli di intervento. Ci si può limitare a gestire l’esistente. Far leva su quello che c’è, razionalizzarlo, migliorarlo un pochino, per quanto è possibile, o integrarlo lasciando sopravvivere le tante strutture improprie. Ben altra cosa è, invece, programmare, anche in tempi non brevi e compatibilmente con le disponibilità di bilancio, la costruzione di nuovi edifici per tutte le comunit������������������ à scolastiche che ne sono prive. È questa la vera sfida dell’edilizia scolastica catanese. Una migliore edilizia scolastica come presupposto non secondario per una scuola più qualificata e partecipe. Ma anche per ridimensionare, grazie al potenziamento delle attività extracurriculari reso possibile dalle nuove strutture, il grave fenomeno delle evasioni e delle devianze di tanti giovani. Ma gli Enti Locali saranno disponibili a giocare fino in fondo il loro ruolo per raggiungere un così ambizioso e gratificante traguardo?
IL RITORNO AL MAESTRO UNICO Secondoalcunerilevazionidiistitutiesteridivalutazione,lascuolaelementareitaliana,conlasuaformuladei3docentisudueclassi,siècollocata,permetodoerisultati,aiprimipostisuscalainternazionale.Desta, pertanto,sorpresaeperplessitàilprogrammatoritornoalmaestrounico. Unsaltoindietroneltempo.L’ultimoconigliettouscitodalcappellodel prestigiatore. Inunmondosemprepiùspecializzatoedaisapericosìdiversificati,èpiuttostodifficilepensarecheunsolodocente,tuttologo,possacontemporaneamenteeindifferentementeinsegnareitalianoematematica,storia egeografia,maanchemusicaescienze,educazionemotoria,informatica edinglese,senzaabbassarel’offertaculturaleeformativaperl’alunno. Maadesserepenalizzatanonèsoltantolagrandemassadeibambini dellafasciadell’obbligo.Mentreunesercitodiinsegnantiprecaribussa
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disperatamentealleportedellavoro,mentresiriducedrasticamenteil numerodeglioperatoriscolastici–personaleATAcompreso–immessi inruolo,siprogrammailridimensionamentodellascuolaprimaria:87mila docentiinmeno!Ètristeconstatareche,ancoraunavolta,confreddo calcoloragionieristico,sivogliafarcassasullapelledellaculturaedella scuola.Siinvocanoesigenzedibilancio.Già,ilbilancio.Nonsarebbepiù opportunorecuperarequattrinidandolacacciaallagrandeevasionefiscaleoriducendoglisprechiovecisono(esonotanti)oicostiancora troppoaltidellapolitica?Èunadomandachesistarannosicuramente ponendo,oltreagliinsegnanti,milionidifamigliefruitricidelservizioscolastico. Si aspetta, dalla politica, una credibile risposta. G.P.
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CARO LIBRI: TRA ACCUSE, SMENTITE E PROVVEDIMENTI Come tutti gli anni, alla fine dell’estate si ripropongono i problemi connnessi all’inizio dell’anno scolastico. Ovviamente si tratta di problemi di natura economica: quanto costa oggi mantenere un figlio a scuola? Il “corredino” dello studente grava più che mai sulle famiglie: nel periodo che va dai primi di agosto sino a settembre, il prezzo di tutti i prodotti scolastici, dagli zaini agli astucci, dai diari ai quaderni, ha registrato un progressivo aumento in tutta Italia, con rincari, secondo l’Intesaconsumatori, oscillanti dal 4% al 9%. Per non parlare della controversa impennata del prezzo dei libri. Contro i noti aumenti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha tentato di attivare meccanismi di controllo della spesa delle famiglie; ma si è ancora
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di Adriana Toscano
molto lontani dalla risoluzione del problema. Proprio per attutire l’incremento smodato dei costi, quest’anno sono stati introdotti dal Ministero dei tetti di spesa massima per le classi delle scuole secondarie. Anche se non sono mancate le denunce per l’aumento dei prezzi dei libri di testo: le ricerche curate dal Dipartimento Junior del Movimento difesa del cittadino in quattro città prese a campione (Milano, Bologna, Roma e Palermo) avrebbero rivelato un incremento dei prezzi di copertina rispettivamente del 16%, del 10%, dell’8 e del 20%. Il caro libri è stato oggetto di indagine, per l’appunto, non solo da parte delle Associazioni dei consumatori, ma anche da parte della stessa Associazione degli editori italiana (Aie), che ha dichiarato di essere stata tempestata da accuse ingiuste. Perché, secondo un’indagine dell’Ispo (istituto di ricerca statistica, ndr),
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il prezzo del 96% dei libri di testo in commercio sarebbe identico a quello del 2007 o, in ogni caso, l’aumento sarebbe stato inferiore al tasso di inflazione. E se di aumento si deve parlare, per l’Aie, questo avrebbe riguardato solo il 4% dei testi. Ciò nonostante, il problema dei rincari non è infondato, e se gli editori si spogliano di ogni responsabilità, queste, a loro dire, devono ricadere “inevitabilmente” sui docenti, che hanno il compito di stilare la lista dei libri da utilizzare durante il corso dell’anno. Ma sembra averci pensato il Ministero. L’articolo 5 del decreto 137, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1° settembre, riguarda, difatti, l’adozione dei libri di testo: “Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l’adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio”. Ci sarebbe, però, da ovviare al fatto che l’art.15 della legge 133 prevedeva la doppia versione, cartacea e digitale, dei libri di testo, mentre quelli attualmente in uso, se fossero confermati per il prossimo quinquennio, non sarebbero in doppia versione. D’altra parte si deve anche considerare che dal 1997 a oggi ci sono state tre riforme del sistema scolastico, e un blocco delle edizioni per il quinquennio vorrebbe auspicare l’assenza di ulteriori riforme del suddetto sistema… Lo sperano i genitori, che sembrano rispondere positivamente alla proposta di adozione quinquennale
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dei testi, e che, per l’acquisto degli stessi, hanno possibilità di risparmio ricorrendo ai mercatini dell’usato e, perché no, al testo dal web. Utopistico sembra invece sperare di
risparmiare per l’acquisto degli svariati (e, a volte, inutili) accessori di tendenza, che spesso per i ragazzi rappresentano i veri strumenti della “cultura”, al posto dei meno amati “cari” libri.
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CINEMA
venezia 65
Leone d’oro a “The Wrestler”. Deludono Ozpetek e Corsicato. Luci e ombre di una rassegna, quest’anno, un po’ sottotono “Vedrete solo film indimenticabili”: così ci aveva rassicurato Marco Muller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, rispondendo alle critiche relative ad un concorso troppo sbilanciato in favore delle opere italiane (quattro, una in più degli altri anni). Ed effettivamente così è stato: indimenticabile lo è sicuramente Inju, la bestia nell’ombra, di Barbet Schroeder, un’opera che si è piazzata immediatamente nella top ten dei film più brutti mai visti alla Mostra; indimenticabile, soprattutto per chi ha sborsato 28 euro di biglietto, anche Jerichow, di Christian Petzold, per vantare appunto il più alto numero di richieste di rimborso sul muro di Ippoliti; indimenticabile, purtroppo, anche l’ultimo atteso lavoro di Ferzan Ozpetek, Un giorno perfetto, per essere riuscito (unico caso in questa Mostra) a prendere i primi fischi, nella proiezione per gli accreditati, già ad un quarto d’ora dalla fine. Al di là delle battute, la Mostra di Venezia, per quanto riguarda il concorso, è sembrata troppo condizionata dalla necessità di guardare al mercato, dimenticandosi talvolta della qualità. Il caso, poi, della presenza di ben quattro titoli italiani si spiega facilmente se si considera che due sono distribuiti da 01 (cioè dalla Rai) e due da Medusa (cioè da Mediaset). I film italiani avrebbero potuto essere benissimo dimezzati: Ozpetek, in
evidente crisi creativa, ha realizzato un film piatto che trova il suo unico momento di pathos in quello sparo fuori campo che annuncia la tragedia finale. Per il resto, la pellicola scorre via senza che si riesca ad andare in profondità nelle dinamiche che agitano l’anima dei due protagonisti, e con una caratterizzazione dei personaggi secondari a dir poco approssimativa. A completare il tutto, l’orrida scena del dipinto che viene “dedicato” a Nicole Grimaudo: momento degno di una soap.
dal nostro inviato a Venezia Alberto Surrentino D’Afflitto Grande delusione anche per Pappi Corsicato, tornato al cinema dopo 7 anni di assenza: il suo Il seme della discordia, al di là degli apprezzabili momenti citazionisti, si rivela nulla più che un “cinepanettone” fuori stagione, con una trama esile, tirata oltremodo per arrivare almeno ad un’ora e venti, utile solo ad unire una serie di gag. Molti apprezzamenti invece per Il papà di Giovanna di Pupi Avati, intensa vicenda ambientata a Bologna tra il 1938 e il 1946,
Venezia 65: le sezioni collaterali
Ovazione per “Machan” di Uberto Pasolini. “Pranzo di ferragosto” migliore opera prima Se il concorso ha lasciato nel complesso l’amaro in bocca, gradite sorprese sono giunte, come sempre, dalle sezioni collaterali. Un’autentica ovazione ha salutato il film Machan, vincitore delle “Giornatedegliautori”,operaprimadiUbertoPasolini(che,nonostante quellocheilcognomefarebbepensare,èparentediLuchinoVisconti).La pellicola,uscitanellenostresaleil12settembre,raccontalaverastoria diungruppodicingalesiche,perottenereunvistoperl’Europa,provano afarsipassareperunasquadradipallamanodagliorganizzatoritedeschi diuntorneointernazionale.Piccoloparticolare:inSriLankalapallamano non sanno neanche cosa sia! Ottimaaccoglienzaancheperunaltroitaliano,StefanoTummolini (sceneggiatoredeIlbagnoturcodiOzpetek),anch’eglidebuttantedietro lamacchinadapresa.ConInunaltropianetaraccontalaprofondità dell’animoumanochesiceladietroogniapparenzaattraversolestorie diunaseriedipersonaggichesiincontranosuunaspiaggiainungiorno d’estate.
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A vincere la “Settimana delle critica” è stato il film L’ apprenti, malaverasorpresadellesezionicollateralinonpuòessereconsiderato che Pranzo di ferragosto, simpatica opera prima del sessantenne GianniDiGregorio,ilquale,oltreadaverottenutoilriconoscimento perilmigliorfilmd’esordio,siètoltoanchelasoddisfazionedivedere lasaladiproiezionestracolmadipubblico(conbenduecentopersone lasciatefuoripermancanzadiposti),mentreveriepropriesodidimassa si verificavano in molte proiezioni di film in concorso! Dasegnalare,infine,Sellout,divertentissimapellicolamalesediYeoJoon Han,giàpremiatoaVenezianel2006perilcortometraggioAdultsonly. Ildalilydi“Ciak”haaddiritturapubblicatounaccoratoappelloaffinché qualchedistributoreitalianoacquistiidirittidelfilm.Nonpossiamoche associarci:sarebbeunverodelittoseilpubblicoitalianovenisseprivato della possibilità di vederlo.
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in cui tragedia pubblica e privata si fondono in un tutt’uno armonico. Buona prova di Ezio Greggio in un ruolo drammatico, bravissima Alba Rohrwacher, finalmente alla ribalta dopo anni di ruoli secondari (nell’ultima stagione è stata presente in ben sette film). Oggetto di polemiche, invece, l’interpretazione di Silvio Orlando, premiato con la Coppa Volpi: le parole di Wim Wenders, il presidente della giuria, sulla necessità di modificare il regolamento che vieta il cumulo dei premi maggiori per la stessa pellicola non poteva avere altro significato che quello di manifestare una pregressa volontà di attribuire il premio a Mickey Rourke per The Wrestler, il film che, appunto, ha vinto il Leone d’oro.
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Le successive smentite e correzioni non hanno potuto cancellare l’amarezza per un riconoscimento rivelatosi di “ripiego”. Film ben costruito, infine, si è rivelato La terra degli uomini rossi, di Marco Bechis, con una messa in scena che ricorda Herzog, ma forse penalizzato da un finale troppo accentrato sullo scontro personale piuttosto che sulla visione generale della problematica della terra sottratta agli indigeni in Brasile. Mai come quest’anno il “totoleone” è stato incerto. Nessuna indicazione univoca. Anzi, in considerazione delle molte delusioni in concorso, i giorni passavano più nella speranza che il vincitore non fosse questo o quell’altro piuttosto che nell’augurio che ad aggiudicarsi il prestigioso premio fosse un determinato film. Il penultimo giorno la proiezione di The Wrestler, di Darren Aronofsky, ha finalmente messo quasi tutti d’accordo. Ha vinto il migliore? Se si guarda alle pellicole europee ed americane, sicuramente sì. Il film di Aronofsky è quello più completo e toccante, impreziosito da un’ottima interpretazione di Mickey Rourke, che ha scatenato quella coda di polemiche di cui si è detto. Se si allarga lo sguardo a tutte le cinematografie in concorso, l’unico film che fino all’ultimo ha potuto tenergli testa è stato il bellissimo Teza, pellicola etiope di Haile Gerima, a cui è giustamente andato il Premio Speciale della Giuria. Un compromesso che ci può stare, perché ciò che conta è che alla fine siano stati premiati i due film che lo meritavano.
Qualche parola sulle pellicole in concorso che avranno sicura distribuzione in Italia: The hurt cocker, di Kathryn Bigelow, è un film visivamente ineccepibile, ma moralmente discutibile, perché, se raccontare la vita impossibile dei soldati americani in Iraq è sicuramente ammirevole, dimenticarsi degli iracheni relegandoli ad uno sfondo indistinguibile lo è meno; Rachel getting married punta tutto sulla forza del cast (aspetto che inevitabilmente verrà smorzato nella versione italiana doppiata), ma ripropone temi già visti senza particolari guizzi di regia, ed anzi calcando a volte eccessivamente la mano su una messa in scena da filmino matrimoniale che, in certi frangenti (vedi il ballo), appesantisce la visione. Infine The burning plain, di Guillermo Arriaga: la genesi della pellicola sta tutta nel litigio tra Arriaga, sceneggiatore dei film di Inarritu, e lo stesso Inarritu in merito alla questione su chi sia realmente l’autore di un film (il regista? Lo sceneggiatore? Tutti e due?). Così Arriaga, stanco di vivere nell’ombra, ha deciso di sceneggiare e dirigere un film tutto suo, col quale, però, è riuscito solo a dimostrare che quel sodalizio artistico non andava sciolto. The burning plain è infatti una pellicola intrigante dal punto di vista narrativo, come tutte quelle di Inarritu, ma ad essa manca quella incisività nella messa in scena che quest’ultimo aveva sempre garantito. Tra i film presentati fuori concorso, va segnalato il divertentissimo Burn after reading, dei fratelli Coen. Poiché l’effetto comico di molte situazioni trova la sua forza nell’interpretazione degli attori, anche in questo caso il timore è che la versione italiana risulti meno appetibile di quella vista a Venezia. A chi non dovesse trovare il film di suo gradimento raccomandiamo quindi di recuperare in dvd la versione originale sottotitolata: non ve ne pentirete!
Nella pagina accanto: l’ingresso del Palazzo del Cinema; In alto: Claudio Santamaria, protagonista del film “La Terra degli Uomini Rossi”; A sinistra: la locandina del film “Burn After Reading”
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presenta
A
a cura di Sebastiano Di Bella
nche questa volta non è stato facile ottenere un incontro con il personaggio che mi sono messo in testa di intervistare… lo so, lo so, sarò matto come un cavallo! Si tratta di Jack lo Squartatore. Siete rimasti con i pensieri “fermi” e un brivido vi ha attraversato la schiena, vero? Il nero Plenipotenziario che mi ha aiutato con Hitler (ricordate?) era deciso a far fallire questa impresa, era convinto che la malvagità di Jack avrebbe potuto in qualche modo contagiarmi e traviarmi. Vedendomi però così determinato, ha accettato di farmelo incontrare. Ma solo a condizione che fosse presente al momento dell’intervista e che io ingerissi un intruglio da lui preparato, una sorta di vaccino contro la cattiveria di J. Questo certamente non perché lui fosse preoccupato che io potessi diventare CATTIVO (anzi!); piuttosto, perché ne andava del buon nome dell’intero corpo diplomatico infernale. Rieccomi in una camera d’albergo. Questa volta però mi trovo nella nebbiosa ed umida Londra. La camera è in perfetto stile vittoriano ma, nonostante l’albergo
sia a quattro stelle, la pulizia lascia a desiderare. A proposito, la direzione dell’albergo non vuole che si citi il nome dello stesso nel pezzo, per ‘problemi di reputazione’. Certo, però non pensavano alla reputazione quando hanno incassato un sostanzioso assegno dal direttore del mio giornale…
O
ggi è il 31 di Agosto, ed è l’anniversario n. 120 del primo omicidio per mano del “caro J”. Come da accordi, incontrerò questa lugubre figura alle 22 esatte ora locale. Sono le 21.30: ci siamo quasi. Stranamente non sono affatto agitato - bella forza, penserete voi, è già morto! - In realtà, mi sento tranquillo perché so che sarà presente anche il nero Plenipotenziario. Nella mia camera l’aria è un po’ pesante, apro la finestra ed immediatamente il fresco della sera londinese entra nell’ambiente e mi ricorda che devo controllare la scaletta delle domande. Nel fare questo, dò le spalle alla finestra. Ho la sensazione di sentirmi osservato. Istintivamente mi volto e, con mia grande sorpresa, vedo un grosso corvo sulla scrivania proprio vicino alla finestra. Il grosso uccello stringe nel becco una pergamena accuratamente arrotolata, mi fa cenno con
la testa di avvicinarmi, io eseguo senza indugio e lui lascia cadere il documento sulla scrivania. Ora la pergamena è nelle mie mani. La srotolo e leggo: “Lieto di poterla nuovamente favorire, come sta? Ha con il suo ospite un’ora esatta, non un minuto di più. La impieghi bene perché una replica non è contemplabile. Buon lavoro e a presto. LCF”. Faccio appena in tempo e la pergamena si dissolve tra le mie dita in una piccola nuvola di zolfo, mentre il corvo è ormai sparito... Sento improvvisamente un piccolo tonfo provenire dalla scrivania che ho momentaneamente perso di vista: mi giro e vedo su di essa un bel boccale inglese da birra zeppo di un intruglio fumante ma profumato e piuttosto invitante. Accanto al boccale, ennesima pergamena con su scritto: “Beva tutto d’un fiato e tutto andrà bene. LCF”. Eseguo e ingurgito: incredibile! Sa di cioccolato, hanno pensato proprio a tutto, io adoro il cioccolato. La pergamena volatilizzata… A un certo punto, noto che nella mia stanza la temperatura comincia ad abbassarsi velocemente; fa davvero freddo e persino il mio respiro si condensa in una nuvola bianca di vapore. Sono le 22 esatte e bussano alla porta. Ancora rabbrividendo, vado ad aprire. Finalmente i due ospiti sono davanti a me: J. indossa eleganti e signorili abiti vittoriani, con cilindro e un magnifico mantello che lo avvolge sulle spalle. La sua identità è celata da una
Alcune pubblicazioni dell’epoca si sono interessate al caso di Jack lo Squartatore. Le due immagini a sinistra e nella pagina seguente sono tratte da una collezione privata offerta al The Bridgeman Art Gallery
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maschera di ferro brunito (della maschera nessuno mi aveva detto nulla!). Il P. indossa, invece, un moderno ed elegante abito scuro. Mi colpiscono subito i suoi occhi: sono verdi con le pupille rosse! I due si siedono sulle sedie che avevo sistemato e, anticipandomi, J., infastidito, dice: “Neanche all’Inferno mi lasciate in pace! Sono oggi di fronte a lei solo perché mi è stato promesso uno sconto di pena. La ascolto, e veda di non essere banale.” Il tono duro ed aggressivo di J. mi intimorisce ma nello stesso tempo mi stuzzica. Così inizio l’intervista.
bistecca, dimostra una certa abilità. Questo fa di lei un macellaio?” Risulta che lei abbia brutalmente assassinato cinque prostitute tra la fine di Agosto e la prima decade del Novembre 1888, addirittura due nella notte del 30 Settembre. Nell’ordine: Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Liz Stride, Kate Eddowes, Mary Kelly. Che effetto le fa sentire i loro nomi dopo tanto tempo? “Nessuno, è come se fosse accaduto tutto ieri. Il loro odore, i loro corpi, la loro paura… Fa tutto parte di me, una cosa sola ed inscindibile”. Come ho detto, lei commise ilquintoedultimodelittonel Novembre del 1888. Perhé si fermò? Tutto era davvero compiuto o… la Polizia si stava avvicinando troppo? “La Polizia non è mai stato un vero ostacolo! Anzi, mi divertivo anche a sfidarla uccidendo più volte in una stessa notte da me scelta. Avevo placato la mia rabbia e la mia sete di giustizia. In tutta
sincerità, non ho mai improvvisato.” (Il P. accenna un sogghigno). Dopo aver ucciso, sezionava le sue vittime. Qual era il significato di questa specie di rituale messo in atto, a detta degli investigatori, con freddo controllo? “Il mio intento era quello di mostrare come la lussuria di Sodoma e Gomorra consumasse queste povere senza Dio da me salvate!” (Il P. ridacchia) “………” (Rimango attonito) Si credeva, quindi, un prescelto da Dio… (M’interrompe con un cenno della mano destra e con un tono di voce improvvisamente alto). “Non osi mischiare il nome di Dio alla lussuria di queste femmine corrotte dal vizio! Io dovevo farlo. Sezionandole, ho mostrato a tutti i loro organi marci ed impuri uniti al loro sangue maligno e velenoso!” Capisco… Un pesante torpore si impadronisce di me e cado in un profondissimo sonno. Mi risveglio soltanto dopo alcune ore, nel cuore della notte. Sulla scrivania, una pergamena fissata da un grosso bisturi chirurgico. Su di essa si legge: “Lei dimentica sempre il tempo, vero? Tenga pure il bisturi per ricordo. Sa, è quello di Mary Ann Nicholls… È stato un piacere parlare con Lei, addio. JACK”. La firma è di vero sangue.
Mi tratterrò solo un’ora e vedrò di non infastidirla troppo, grazie comunque per aver accettato. Perché si è accanito con costanza e ferocia solo su delle prostitute? “Ha detto bene! Solo delle volgari donnacce, feccia pericolosa come la peste, venuta al mondo solo per corrompere e traviare gli animi dei virtuosi. Avevo una missione da compiere, mi sono fermato quando tutto era compiuto”. Lei uccideva e poi sezionava con abilità quasi chirurgica le sue vittime. Gli investigatori dell’epoca pensarono di dover dare la caccia ad un medico; lei era un medico? “Magari, quando a pranzo taglia la sua
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MUSICA
diane and the shell ritorno al presente
di Giò Picciotto Era l’agosto del 2003 quando i Diane and the shell misero insieme tutto il loro progetto musicale, nel primo cd autoprodotto Red Ep. Da allora ad oggi sono passati ben cinque anni, e in questo medio-lungo tempo hanno continuato la loro cavalcata, tra tour in giro per l’Italia e l’America, esplorando e “componendo” suoni sulla scia dei loro flussi creativi, espressione del loro mondo interiore. Con il disco 30.000 feet tarantella, uscito nel 2006 per la label americana Australian cattle god records, e oggi, al lavoro per un nuovo cd, vogliono tenere le redini di una scena musicale che definì Catania, non molti anni addietro, come una “piccola Seattle”. I Diane and the shell, come altre band del panorama musicale catanese, vogliono dare voce con i loro suoni evocativi a quell’indie/post-rock atto a scuotere e a risvegliare gli animi “rumorosi” di una Catania assopita. Ho incontrato due dei componenti del gruppo, il bassista Giuseppe Schillaci e il chitarrista Luca Siracusa. Ecco cosa mi hanno raccontato: Ciao ragazzi, cominciamo a parlare degli inizi, di come vi siete formati G.S. : Tutto risale al ’97: è da allora che, io al basso, Alessandro Munzone alla batteria e Luca Siracusa alla chitarra, suoniamo insieme. All’inizio ci vedevamo e suonavamo solo cover di gruppi che ci piacevano. Poi, man mano che passava il tempo, abbiamo messo insieme dei pezzi nostri, e vedevamo che la cosa ci piaceva molto e ci riusciva con molta naturalezza. Così nel 2003 è nato il nostro primo cd Red Ep, che abbiamo autoprodotto, e di cui la Goodfellas (casa di distribuzione di dischi di Roma) ci garantiva la distribuzione. Prima eravate in tre, ma di fatto nella vostra line-up attuale siete in quattro
G.S. : Sì, nel 2005 si è aggiunto Emanuele Venezia (chitarra e piano), e da allora è iniziata un’altra fase del nostro percorso, che ci ha portato fino al lavoro per il nostro ultimo cd 30.000 feet tarantella. Quali sono stati in questi anni gli incontri e gli avvenimenti che hanno avuto un peso nella vostra storia? L.S. : Beh, sicuramente hanno determinato molto il nostro percorso i contatti che abbiamo con l’Indigena e l’aver conosciuto le persone che vi fanno parte, come Agostino Tilotta (chitarra degli Uzeda e dei Bellini), che ci ha aiutato a produrre il nostro ultimo cd. Stare in quest’ambiente ci ha dato e ci dà, tutt’oggi, l’occasione di stare a contatto con altri gruppi, ragazzi come noi che suonano e con cui condividiamo le stesse idee e aspettative musicali. Con molti di loro abbiamo stretto delle amicizie e a volte si suona insieme nei concerti. Tutto questo ci ha fatto crescere parecchio anche a livello musicale. Siete riusciti, infatti, a farvi distribuire da un’etichetta americana L.S. : Sì, anche se comunque non è stato tutto facile: il nostro cd ha fatto un po’ il giro del mondo, fu inviato in varie parti, dall’America al Giappone, ma all’inizio non vi fu nessuna risposta, quindi sarebbe stato anche facile perdere un po’ le speranze, anche se noi non le abbiamo in fondo mai perdute. Poi è arrivata la risposta di questa etichetta indipendente di Austin (Texas), Australian cattle god records. I contatticonquestalabelindipendentevihannoanchepermesso di fare un tour in giro per l’America. Parlatemene un po’ G.S. : L’esperienza del tour americano è durata un mese, ci ha dato tanto, ci ha formato ancora di più. Abbiamo suonato in diversi posti, da quelli più conosciuti, come New York, a quelli meno conosciuti, ma quello che noti subito è che, in America, in qualsiasi posto la musica rock è uno stile di vita, è molto più radicata che da noi. Non parlo solo della Sicilia o dell’Italia, ma anche del resto dell’Europa. In America fa proprio parte della loro cultura , non per niente la musica rock (e non solo) è nata lì. Poi abbiamo fatto un tour con varie tappe in Italia. Quest’anno dovevamo partire di nuovo in tour per l’America, ma è saltato tutto per alcuni problemi personali, quindi il tour è rimandato. E nel frattempo cosa bolle in pentola? L.S. : Per adesso siamo alle prese con un nuovo lavoro per il prossimo cd, prevediamo esca l’anno prossimo. Grazie ragazzi, e in bocca al lupo!
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Il profumo tra arte e ingegno Dietro ogni fragranza, prima di ogni profumo, c’è il paziente e certosino lavoro di maestri profumieri. Oltre alla produzione di profumi naturali, che avevano il loro centro in Francia e che sono ancora oggi i più pregiati, nella seconda metà del secolo XIX andò affermandosi sempre di più, specialmente in Germania, l’industria dei profumi sintetici. I migliori profumi attualmente prodotti non sono, però, né completamente sintetici né completamente naturali: il prodotto migliore dell’arte profumiera è una miscela appropriata dei due tipi allo scopo di migliorare il profumo naturale. Un prodotto puramente sintetico sarebbe grossolano e poco soddisfacente per la mancanza di quelle piccole quantità di impurità che affinano e completano la fragranza dei prodotti naturali. L’industria dei profumi è solo in parte fondata su basi scientifiche, divenendo essa un’arte non appena procede alla miscela delle materie prime. I profumi traggono il loro nome dal fatto che, nella forma originaria, essi erano usati come polveri per fumigazioni nei templi egiziani. Le prime polveri erano miscele di aromi finemente macinati, tenuti insieme da mirra e storace. In seguito alla scoperta che, se certe sostanze aromatiche o fiori vengono immersi in grasso o olio, questi trattengono parte del principio odoroso, furono prodotti gli unguenti di fama biblica. Ad Avicenna, medico arabo, spetta la scoperta della distillazione in corrente di vapore degli oli volatili: durante le sue scoperte di pozioni medicamentose, egli trovò che, se si fanno bollire con acqua in un alambicco dei fiori, parte della loro essenza passa nel distillato.
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I costituenti di un profumo sono tre: il diluente o solvente, il fissatore e l’elemento odorifico o essenza. Il diluente costituisce la maggior parte di ogni profumo finito: le sostanze usate in profumeria hanno infatti odori così potenti da dovere essere considerevolmente diluite nella composizione del profumo. Le sostanze odorose sono in generale poco solubili in acqua, ma facilmente solubili in liquidi grassi e in qualche altro solvente organico. Ciò è facilmente comprensibile se si pensa che, per poter stimolare il processo olfattivo, la sostanza odorosa deve potere sciogliersi nei tessuti grassi che si trovano nel setto olfattivo nella parte superiore del naso, a cui arriva grazie alla sua volatilità. La sostanza usata come diluente nei tempi più antichi era l’olio d’oliva, adatto a questo scopo in quanto è un buon solvente di parecchi potenti odoranti, specialmente degli oli essenziali dei fiori, e ha di per sé solo un blando odore. Esso è stato però sostituito, come diluente per profumeria, dall’alcool etilico, che possiede, rispetto all’olio d’oliva, i seguenti vantaggi: è incolore, è completamente volatile e non lascia alcun residuo, per cui è adatto per applicazioni su stoffe; ha odore piacevole e stimolante ma non tanto forte da interferire con quello del profumo. In una normale soluzione alcoolica del principio odoroso le sostanze più volatili evaporerebbero per prime, e l’odore del profumo consisterebbe in una serie successiva di impressioni anziché in quella globale desiderata: per ovviare a questo inconveniente si aggiunge un fissatore del profumo. Un tempo, fin dalle origini della profumeria, si ritrova un notevole impiego, come fissatori, di certi prodotti animali con funzioni sessuali, specialmente muschio e zibetto. Il daino muschiato maschio, abitante innocuo notturno dell’Himalaia, porta un sacco, nella parte anteriore dell’addome, che si riempie di una sostanza potentemente odorosa che ha la funzione di guidare la femmina verso il maschio. Il daino veniva ucciso, il sacco prelevato e seccato, e il contenuto venduto come muschio in poltiglia. Il muschio è un forte fissativo per i profumi vegetali, cioè li rende più persistenti. Lo zibetto è ottenuto dall’animale omonimo, che vive in Abissinia e in India, come secrezione glandolare sia del maschio che della femmina. Poiché la sostanza poteva essere asportata dall’animale senza danno per lo stesso, questo era tenuto in cattività e stimolato alla produzione di questa sostanza. Lo studio della struttura chimica dei costituenti odoriferi essenziali del muschio e dello zibetto
aprì ben presto la via a sviluppi notevolissimi nella chimica dei materiali da profumeria. Le sostanze odorose usate in profumeria sono gli oli essenziali o essenze, ottenuti generalmente dal regno vegetale, oppure le essenze artificiali, preparate per via sintetica. L’industria dei profumi sintetici, che per la bontà dei prodotti può competere con quella dei profumi naturali, si fonda sull’imitazione dell’odore delle essenze naturali per mezzo di miscele di sostanze odorose ottenute sinteticamente, impiegando materie prime facilmente accessibili.
PENHALIGON’S LONDON
Dal XIX secolo PENAHALIGON’S è il fornitore ufficiale delle famiglie reali in tutto il mondo. Nel 1860 William Henry Penhaligon’S partì dalla città natale di Pensance, in Cornovaglia, per andare a Londra ed aprire un negozio da barbiere in Jermyn Street, centro esclusivo di Londra. Per Mister Penhaligon’s era cominciata un’avventura che sarebbe sfociata in un fiorente giro d’affari con la vendita di profumi, eau de toilette e pomate per la sua ricca clientela. Penhaligon’s rimane ancora oggi una vendita di lusso unica in un mercato di nicchia.
FLORIS LONDON
Giunta a celebrare il suo 270° anniversario, la Floris è oggi diretta dall’ottava generazione di discendenti del suo fondatore. Juan Famenisa Floris, salpato da Minorca, ebbe l’originale idea di aprire, nel 1730, un negozio di parrucchiere da uomo nell’elegante quartiere St. James di Londra, in Jermyn Street al n.89, negozio che, recentemente ristrutturato assieme a quello di New York, conserva ancora al suo interno i mobili originali in mogano spagnolo acquistati alla Grande Esposizione in Hyde Park del 1851. Floris si è guadagnato ben 17 Royal Warrant: un R. W. viene attribuito ad un fornitore ufficiale di un membro della casa reale, e questo significa essere considerati ai vertici della qualità e del servizio nella propria categoria.
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a cura della redazione
IL LIBRO DEL MESE NARRATIVA ITALIANA PAOLO GIORDANO La solitudine dei numeri primi Mondadori, 2008 (pp.304 €18,00)
di Emilia Giuliana Papa
È ancora al suo primo romanzo. Eppure Paolo Giordano, giovane scrittore torinese dottorando in fisica teorica all’Università, si è già aggiudicato, con La solitudine dei numeri primi, il prestigioso Premio Strega 2008, dopo Pavese, Moravia, Pontiggia e altri grandi. Vende quasi 600.000 copie e, in punta di piedi, si introduce nel difficile panorama editoriale odierno, presentando il suo libro in giro per l’Italia con la genuinit�������������������������������������������������������������� à dei suoi ventisei anni. Sbarcato in Sicilia nella splendida terrazza del Castello Normanno di Acicastello, è così che Paolo Giordano definisce il suo romanzo: un libro dal linguaggio “accessibile”, per scelta e per naturale attitudine, che racconta storie di vita vissuta –drammi di solitudine e di crescita, traumi insuperati, disabilità, egoismo e isolamento, episodi di bullismo, diffuse quanto crudeli esperienze scolastiche – ma senza mai puntare il dito o esprimere facili giudizi morali, in modo semplice, sul modello americano, per arrivare al cuore dei lettori. Romanzo delicato, dal tratto intimista, si rivolge ai giovani raccontando il loro disagio attraverso la complessa realtà esistenziale di Mattia e Alice. Lei esuberante e fragile, lui estremamente studioso e chiuso nel suo mondo. E con un grosso segreto, che pesa come un macigno condizionando la sua vita emotiva ed affettiva. Vicini eppure divisi da un muro di incomunicabilità, sono una strana coppia di “numeri primi gemelli”, come il 7 e il 19, l’11 e il 13, “due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi”, perché – matematica docet – “fra di loro vi ������������������������ è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero”. Per riflettere.
SAGGISTICA GIULIETTO CHIESA Zero Piemme edizioni, 2008 pp. 48 € 12,50
SAGGISTICA JUSTIN RACZ Cinquanta lavori più schifosi del tuo. Al peggio non c’è mai fine Piemme edizioni, 2008 pp. 128 € 10,00
NARRATIVA ITALIANA ANDREA BAJANI Domani niente scuola Einaudi, 2008 pp. 142 € 12,50
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SAGGISTICA AICHA EL-WAFI Mio figlio perduto Piemme edizioni, 2008 pp. 280 € 15,50
SAGGISTICA DAVID BIDUSSA Siamo Italiani Chiarelettere, 2007 pp. 213 € 10,00
SAGGISTICA DANIEL PENNAC Diario di scuola Feltrinelli, 2008 pp. 241 € 16,00
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n°13 Settembre-Ottobre 2008
NARRATIVA ITALIANA FABIO STASSI È finito il nostro carnevale Minimum Fax, 2008 (pp.250 €12,50) L’ultimo giorno del 1999, in una base dell’Antartide, una giovane giornalista intervista Rigoberto, novantenne con quattordici nomi, senza terra o dalle cento terre, ancora colmo di passioni e di ricordi, che le narra come ha attraversato, protagonista sfuggente eppure immancabile, il “secolo orribile”. L’uomo ha cercato per decenni una donna volatilizzata, che amava: Consuelo, la modella dell’aurea Coppa Rimet, il primo trofeo dei campionati mondiali di calcio. Ma, non trovandola, ha deciso di rubare il prezioso trofeo, dando al furto, però, col tempo, anche il valore di uno sberleffo al regime dittatoriale brasiliano. Fabio Stassi, già autore del romanzo Fumisteria, pubblicato nel 2006, costruisce con nostalgia furiosa e ironia romantica un romanzo (pseudo) storico il cui protagonista incontra Hemingway e Vinicius de Moraes, Django Reinhardt e Chaplin, e che tocca il fascismo italiano e la guerra di Spagna, la rivoluzione a Cuba e i “golpe” sudamericani, e realizza i due storici furti della Rimet. La vicenda offre all’autore anche l’occasione per descrivere il gioco del calcio, che oggi sembra trovare la propria ragion d’essere solo nel “business” economico, come un’arte povera, poetica e perduta, che celebra il suo più splendido e doloroso eroe nel leggendario e storpio Garrincha. Maurizio Pistorio NARRATIVA ITALIANA PUPI AVATI il papà di Giovanna Mondadori, 2008 pp. 134 € 13,60
NARRATIVA STRANIERA PAULO COELHO Brida Bompiani, 2008 pp. 263 € 18,00
NARRATIVA STRANIERA ALAN WEISMAN Il mondo senza di noi Einaudi, 2008 pp. 376 € 14,50
BIOGRAFIE FARJEON CLANASH Le memorie di Jack lo squartatore Gargoyle, 2008 pp. 322 € 13,00
NARRATIVA ITALIANA TOMMASO PINCIO Cinacittà. Memorie del mio delitto efferato Feltrinelli, 2008 pp. 280 € 17,00
NARRATIVA STRANIERA FRANCOIS BEGAUDEAU La classe Einaudi, 2008 pp. 223 € 13,80
NARRATIVA STRANIERA DEBORAH RODRIGUEZ La parrucchiera di Kabul Piemme edizioni, 2008 pp. 320 € 15,50
BIOGRAFIE LEO TURRINI Battisti Mondadori, 2008 pp.235 € 18,00
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stasera a casa di homer Era il 1986 quando, da una brillante idea del creatore di fumetti Matt Groening, nasceva una delle famiglie più strampalate della tv: I SIMPSON. La volontà di Groening era di portare sullo schermo in maniera umoristica, eccentrica e, direi, molto sarcastica, una tipica – disfunzionale - famiglia americana. Il risultato è stato un successo mondiale che resiste ancora oggi, dopo 22 anni. Davvero bizzarro, poi, quello che accadde a 10 anni dalla loro creazione: nel 1997, dietro la sponsorizzazione della FOX e della PEPSI, la Kaufman and Broad Home Corporation ebbe l’idea di costruire una casa “reale” che fosse l’esatta riproduzione della casa de “I Simpson”. La casa si trova in Nevada, precisamente a Henderson, non lontano da Las Vegas. Messa in palio come primo premio ad un concorso, venne vinta da Barbara Howard, una signora settantenne fan della serie tv. Uno degli architetti, lo spagnolo Manny Gonzales, per riprodurre fedelmente ogni dettaglio, ha dichiarato di aver visto in poco tempo oltre 100 episodi dei Simpson. Egli è davvero riuscito a cogliere ogni dettaglio e a riprodurlo nella realtà utilizzando persino gli stessi colori del cartone animato (tra i quali power orange, pink flamingo, generator green). Non manca proprio nulla: dalle suppellettili al seggiolone di Meggie, dal quadro storto sul divano alle foto della famiglia lungo la scala. La fantasia non ha davvero limiti; o… che si creda di poter vivere in un cartone animato?
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n°13 Settembre-Ottobre 2008
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n°13 Settembre-Ottobre 2008
KANO - NIGERIA (Ansa) 19 SETTEMBRE Nigeria: musulmano di 84 anni aveva 86 mogli, arrestato Le 86 mogli di un arzillo musulmano nigeriano arrestato per averle sposate illegalmente non ci stanno e ne chiedono la scarcerazione. Le mogli di Muhammadu Bello Masaba, 84 anni, sono arrivate con tre autobus insieme a 20 dei 170 figli e hanno protestato contro l’arresto e la detenzione del loro marito. Le donne protestano contro la decisione di un tribunale islamico che obbliga Masaba a divorziare da 82 di loro e a tenerne solo quattro (il massimo previsto dalla legge islamica).
FOGGIA (Ansa) 17 SETTEMBRE Vince funerale completo, ma non ritira premio Il premio numero undici di una lotteria è un funerale completo gratis, ma l’anonimo vincitore non lo ha ritirato. Nonostante sia trascorso un mese dall’esito della riffa organizzata dall’associazione Borgo Magna di San Marco in Lamis. Per il vincitore, che può anche regalare il premio, ci sono una bara con cuscino e imbottitura, una lapide, una luce eterna in vetro e ottone, arredi sacri provenienti da San Giovanni Rotondo e un loculo al cimitero municipale.
COMO (Ansa) Scuola: a Como nove insegnanti per una classe elementare In una classe di prima elementare di Albate (Como), si alterneranno nove maestre; a Marettimo (Trapani) nessuno ha accettato la cattedra. Il caso di Como è stato segnalato al Provveditorato e la preside è stata convocata dal provveditore per spiegare l’organizzazione delle lezioni nell’istituto. A Marittimo, isola delle Egadi, invece, nei primi giorni di scuola i bambini delle locale scuola elementare si sono visti costretti, accompagnati dalle mamme e con lo zaino in spalla, a prendere l’aliscafo per frequentare la scuola nella vicina Favignana, perché non erano stati trovati due insegnanti disposti ad accettare le cattedre libere. Dopo le proteste dei genitori, finalmente, il 25 settembre, le lezioni si sono svolte regolarmente per i bambini che frequentano le due pluriclassi, grazie al tempestivo ed improvviso arrivo di due docenti. Ma sembra trattarsi di una soluzione provvisoria: si attende ancora, infatti, la nomina ufficiale dei due maestri che - si spera- prenderanno servizio per tutto l’anno.
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cartellone Mercoledì 1 Ottobre
Venerdì 3 Ottobre
Cinzia Catanzaro Fotogrammando Personale di fotografia Zero69 - Acireale fino al 3 Ottobre
Anna Ventimiglia Swing&Samba trio + Maccheronata e Buffet Masseria Portiere Stella h.21.00 € 15.00
FOTOGRAFIA MUSICA Venerdì 3 Ottobre
Mercoledì 1 Ottobre
MOSTRA Silencio... es Argentina Fotografia di Giancarlo Torresani di Schio FIAF - Valverde fino al 10 Ottobre
FOTOGRAFIA Mercoledì 1 Ottobre Capoeira con Mestre Eletricista Sala Hernandez h.20.30
DANZA Giovedì 2 Ottobre
Michael Bolton Teatro Metropolitan h.21.00 € 55,00 e 79,00
MUSICA
Opening Party Jargene & Tulafilla, Guller, Dog-a-Dog La Lomax h.19.00
MUSICA Domenica 5 Ottobre
Città Futura presenta: LIBERAFESTA 2008 h.17.00 Catania vista (al buio) dalla periferia h.21.00 Costruiamo l’opposizione al governo Berlusconi h.22.30 Concerto Scanzunati - The Aces Circolo Città Futura Via Conte di Torino 29/i
INCONTRI INCONTRI
Oltre l’abito...il pensiero di Marella Ferrera Museo Biscari h.10/19 € 3.00 - 5.00 fino al 31 Dicembre
Mercoledì 1 Ottobre
Città Futura presenta: LIBERAFESTA 2008 h.17.00 Assemblea In lotta per salvare la scuola pubblica partecipa Gennaro Loffredo (resp. naz. scuola PRC) h.20.30 Il mio Senegal, la mia Catania Voci migranti nella nostra città in collaborazione con ARCI Catania coordina Peppe Sessa autore del libro Una leonessa in Senegal h.22.30 Concerto Afro Sikula h.23.30 Reggae dj set Canaglia - Clafrica - La Famiglia Circolo Città Futura Via Conte di Torino 29/i
Sabato 4 Ottobre
Sabato 4 Ottobre
Daddy G (Massive Attack) dj set + Soggiu dj set Mercati Generali h.23.00 € 9,00
MUSICA
Mercoledì 1 Ottobre Angela Vinci Personale di pittura Zero69 - Acireale fino al 3 Novembre
MOSTRA Sabato 4 Ottobre
Città Futura presenta: LIBERAFESTA 2008 h.17.30 Presentazione progetti: Morire a Lentini Video inchiesta di Giacomo Grasso Un posto civile Libro di Antonello Mangano edizioni Terrelibere.org h.21.00 1968, 1978, 2008. Nel nome di Peppino Impastato il Sud ribelle h.22.30 Concerto Collettivo Musicale Madonita CPF (Ci a Putimu Fari) Circolo Città Futura Via Conte di Torino 29/i
INCONTRI
Giovedì 2 Ottobre
Paolo Capizzi Chiatrra fingerstyle Haiku - Associazione Culturale h.21.00
MUSICA 22
n°12 Luglio-Agosto 2008
Lunedì 6 Ottobre
Richard Grainger (chitarra e voce) Dick Miles (concertina e voce) Pinacoteca provinciale - Ex Chiesa di San Michela Minore Piazza Manganelli h.20.00 ingresso libero
MUSICA
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Ottobre Lunedì 6 Ottobre
Spettacolo di Chiusura Stagione La vita segreta delle parole di Isabel Coixet con Tim Robbins, Sarah Polley USA, 2005 Arena Argentina h.21.00 Spettacolo unico
CINEMA Mercoledì 8 Ottobre
Teatro delle Diversità Dedicato a Gigi Compagnia Cade Die Teatro Teatro Sangiorgi h.10.30 e h.21.00
TEATRO Mercoledì 8 Ottobre
Ibla Buskers Festa degli artisti di strada Ragusa Ibla h.20.00 fino al 12 Ottobre
INCONTRI
Giovedì 9 Ottobre Jammin’!!! con Alfredo Longo La Chiave Nera h.21.00
Martedì 14 Ottobre
Fratelli Mancuso - La voce nuda Castello Ursino h.20.00 ingresso libero
MUSICA MUSICA Venerdì 10 Ottobre
Venerdì 17 Ottobre
Mad in Sicily presenta: Deliri, Desideri e Distorsioni Rico Tubss (Finlandia - Menu Music) Blatta&Inesha dj set + G. Runza dj set + Vj Kar Mercati Generali h.23.00
MUSICA MUSICA Werther di Jules Massenet direttore Stefano Ranzani Teatro Massimo Bellini h.21.00
Venerdì 10 Ottobre
Good Enough for You (live) + Disco Shit ft. Sabotage + John Lui dj set Mercati Generali h.22.30
MUSICA Venerdì 10 Ottobre
Amnesty International Giornata Mondiale contro la pena di morte Musica con Vincenzo Spampinato; Giancarlo Parisi & Maurizio Cuzzocre a Tramuntana Cortile CGIL h.20.30
INCONTRI Sabato 11 Ottobre
Werther di Jules Massenet direttore Stefano Ranzani Teatro Massimo Bellini h.21.00
Sabato 18 Ottobre
Around the World presenta: Rodney Hunter dj set (G-Stone - Vienna) + Kikko Solaris dj set + Vj Russosky Mercati Generali h.23.00
MUSICA Sabato 25 Ottobre Recloose dj set + Vj Russosky Mercati Generali h.23.00
MUSICA Martedì 28 Ottobre
Catania Jazz presenta: Richard Galliano Gonzalo Rubalcaba Quartet Teatro Matropolitan In abbonamento h.21.00
MUSICA MUSICA Domenica 12 Ottobre
Giovedì 9 Ottobre
Teatro delle Diversità Dedicato a Gigi Compagnia Cade Die Teatro Teatro Sangiorgi h.10.30
TEATRO
Werther di Jules Massenet direttore Stefano Ranzani Teatro Massimo Bellini h.21.00
MUSICA
Giovedì 9 Ottobre
Duets Rock Acustico Haiku - Associazione Culturale h.21.00
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