Una pittrice chiamata Napoleone

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STORIE D’ARTISTI

Charlotte Bonaparte, Autoritratto

Charlotte Bonaparte, nipote del grande Corso, fu un artista di talento. Allieva di David, ebbe una vita breve, intensa e avventurosa, durante la quale non rinunciò mai a dipingere e disegnare Charlotte Bonaparte, Julie Zénaïde Bonaparte Questo ritratto di una delle figlie della sorella della pittrice è un’opera affascinante anche per il contesto scenografico in cui è collocata

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NA PITTRICE CHIAMATA NAPOLEONE

harlotte Bonaparte muore a trentasette anni. Lei che, sia pure con esiti infinitamente più modesti, aveva vissuto nell’amore per l’arte, segue il tragico destino che accomuna e accomunerà, nell’invalicabilità di un limite temporale, tanti grandi artisti prima e dopo di lei, da Raffaello a Van Gogh. Muore d’emorragia in una piccola locanda di Sarzana, in Liguria, dove la nave che la stava conducendo a

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Nizza ha dovuto sbarcarla in tutta fretta. Muore, e la sua morte rivela un clamoroso segreto che ella aveva fino ad allora gelosamente custodito. Charlotte Bonaparte era nata nel 1802 a Mortefontaine, nella tenuta del padre, Giuseppe, fratello maggiore di Napoleone e futuro re di Spagna. Dopo l’abdicazione dell’imperatore suo zio, le sorti familiari erano radicalmente Charlotte Bonaparte, Vue prise dans le parc de PointBreeze

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Come ti copio un quadro con lÊaiuto del suo autore

Jacques-Louis David ed aiuti, Charlotte e Zénaïde Bonaparte

mutate. Con la madre e l’adorata sorella Zénaïde era stata costretta a trasferirsi prima in Germania (è a questo periodo che risalgono le sue prime prove di disegno) e poi in Belgio. A Bruxelles, Charlotte incontra un altro esule d’eccezione, Jacques-Louis David, che diventa il suo primo, vero maestro di pittura e la convince a dedicarsi con continuità a questa disciplina. Nel 1821, la giovane si imbarca ad

Charlotte Bonaparte, Ritratto della sorella Zénaïde

Anversa sulla Ruth & Mary, un veliero che ha per destinazione gli Stati Uniti. Intende raggiungere il padre, relegato in America da qualche anno. La traversata sarà lunga e terribile, nell’oceano sconvolto dalla tempesta. Charlotte, rinchiusa nella sua cabina, soffocherà la paura disegnando. Nel Nuovo Mondo, la principessa viaggia moltissimo, “fotografando” sui suoi taccuini i paesaggi che più la affascinano. Nel 1823, torna in Europa. E’ l’Italia la

Jacques-Louis David fu il maestro di Charlotte nel periodo in cui entrambi erano in esilio a Bruxelles. Nel 1821 il grande pittore realizzò un ritratto delle due sorelle Bonaparte, ritratto di cui esistono più versioni (quella che mostriamo è conservata al Museo Napoleonico di Roma). Nello stesso anno Charlotte eseguì una copia a carboncino di un particolare del dipinto, ossia del busto di Zénaïde. E’ molto probabile che tale esercitazione si sia svolta sotto la guida diretta dell’artista

Tu vuoÊ faÊ lÊamericana

Charlotte Bonaparte, Villa Mills sul Palatino

Antonio Francesco Teriggi, Charlotte Bonaparte Il piccolo ritratto, una miniatura su avorio di 10x8 cm, fu dipinto durante il soggiorno di Charlotte Bonaparte in America


STORIE D’ARTISTI

In viaggio in compagnia del padre alla scoperta di paesaggi mozzafiato

François Gerard, Julie Clary con le figlie Zénaïde e (a destra) Charlotte

sua nuova, e definitiva patria. A Roma entra in contatto con i migliori artisti attivi all’epoca nella città, da Keisermann a Pinelli, da Verstappen ai Boguet. Poi, arriva il matrimonio con il cugino Napoléon Louis: un matrimonio a cui acconsente con titubanza, ma che si

Ma il suo capolavoro è questo ritratto della celebre nonna Charlotte Bonaparte, Letizia Ramolino, Napoleonis Mater L’acquerello “fotografa” con straordinaria capacità introspettiva la madre di Napoleone, all’epoca (è il 1835) cieca ed immobilizzata a letto a causa di una frattura al femore. Dall’opera furono tratte numerose stampe, autorizzate da Letizia Ramolino a condizione che il ricavato della vendita fosse devoluto in beneficenza

Charlotte Bonaparte, Veduta delle cascate del West Canada Creek La litografia è stata tratta da un disegno realizzato da Charlotte in America. L’artista si era trasferita nel Nuovo Mondo nel 1821, per ricongiungersi con il padre, Giuseppe, qui rifugiatosi dopo il

crollo dell’Impero. L’ex re di Spagna e la figlia amavano compiere lunghi viaggi, anche in territori poco frequentati, che alla giovane, sempre in compagnia dell’inseparabile taccuino, offrivano lo spunto per affinare le proprie qualità di paesaggista

rivelerà invece tutto sommato felice. Anche Louis si diletta nel disegno e nell’incisione, seppure con esiti modesti. I due coniugi, che ora vivono a Firenze, frequentano i salotti culturali liberali e progressisti, accanto a personaggi come Pietro Giordani, Gino Capponi, Gian Battista Niccolini. Nel 1831 Napoléon Louis aderisce insieme al fratello (il futuro Napoleone III) ai moti insurrezionali di Romagna. Nonostante l’entusiasmo dei partecipanti, l’iniziativa fallisce miseramente. Il giovane si ammala di rosolia e muore di lì a poco. Charlotte è sconvolta. Cade in una profonda depressione. Per fortuna, c’è l’arte che le dà una mano. “Quando disegno o dipingo, nulla più mi affligge” scrive alla madre. Diventa amica di Giacomo Leopardi, il

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Alunno Bonaparte, lei merita uno zero

Napoléon Louis Bonaparte, Paesaggio lacustre Che il marito di Charlotte non fosse un grandissimo artista, ce lo prova anche l’acquaforte che qui proponiamo. Il maestro di Napoléon Louis, il pittore Samuele Jesi, non ha certo timori reverenziali verso il modesto allievo, se non esita a vergare sul foglio questo inappellabile giudizio: “Bisognava che il rame fosse raschiato, le sia di regola per un’altra volta”

quale frequenta la sua casa, e, soprattutto, di due artisti, Samuele Jesi e Léopold Robert. Alcuni storici sospettano che tra il poeta e Charlotte ci fosse qualcosa di più di un semplice legame d’affetto. Quel che è certo, invece, è che a perdere la testa per quella vedova, non bella ma “così buona e così dolce”, fu Robert, che lei definiva con slancio generoso “il moderno Raffaello”. E’ proprio Robert a presentare alla Bonaparte un pittore suo amico, Édouard Odier. Presto anche Odier si innamora di colei che pure, di primo acchito, aveva definito, in una lettera, “petite et sans beauté”. Charlotte - da poco rientrata dall’Inghilterra, dove ha trascorso un

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Il triangolo sì. Moglie, marito e spasimante tutti insieme per amore dellÊarte

Charlotte Bonaparte, Napoléon Louis Bonaparte, Léopold Robert, Zampognari sulle rive di un lago Questa veduta con figure fu creata a sei mani da Charlotte, dal marito di lei, Napoléon Louis, e dal pittore

Léopold Robert. Robert fu a lungo maestro della principessa e se ne innamorò. Quando gli arrivò la notizia di una relazione tra la donna ed un altro artista, Édouard Odier, Léopold, disperato, si suicidò

anno, sempre disegnando: paesaggi, figure, fiori - ricambia, e ben presto cominciano a girare le voci di un futuro, possibile matrimonio morganatico. Robert, sconvolto, si suicida. Il romantico Odier, distrutto dalla perdita dell’amico, abbandona tutto e fugge in Sicilia. La principessa rimane a Firenze ancora per qualche tempo, disegnando e dipingendo, con la Charlotte Bonaparte, La petite Marie Charlotte si ispirò per questa litografia al ritratto di una nipote dipinto da Charles Doussault. L’incisione è firmata “Charlotte Napoleon”


STORIE D’ARTISTI collaborazione di artisti quali Stapleux, Abeele, Gariot, Castelli, Garibbo, Doussault, ancora Pinelli; poi decide di tornare a Roma, forse per sfuggire all’aria pesante della città toscana, dove serpeggia, nei suoi confronti, il pettegolezzo. I gossipari fiorentini le attribuiscono insistentemente un legame proibito, con un uomo forse sposato (potrebbe essere, si sussurra, il conte Potocki, un esule polacco). Ma anche Roma, presto, sta stretta a Charlotte, che sogna orizzonti lontani, Costantinopoli, la Grecia… A metà febbraio del 1839, all’improvviso, decide di mettersi in viaggio. Salpa da Civitavecchia diretta a Nizza: quasi subito, però, si sente male, è costretta a fermarsi una prima volta a Livorno. Riparte, ma una fortissima emorragia la costringe ad

La bianca mano di marmo stringe la matita da disegno

Lorenzo Bartolini, Mano destra di Charlotte Bonaparte Lo scultore riprodusse nel marmo la mano di Charlotte, basandosi su di un calco per ottenere una completa somiglianza. La matita stretta tra il pollice e l’indice è simbolo evidente che la donna intendeva essere ricordata, più di ogni altra cosa, come artista

una nuova sosta a Lucca. Nonostante ciò, non vuole arrendersi. Riprende il mare una terza volta. Il suo calvario si interrompe, come dicevamo all’inizio, a Sarzana. Dal letto della locanda che l’ha accolta, scrive con mano tremante un’ultima lettera alla madre; poi, finalmente, acconsente a farsi visitare da un dottore. Il responso è un autentico fulmine a ciel sereno. Charlotte è incinta, ma le sue condizioni sono gravissime. Il medico tenta un taglio cesareo. Viene alla luce un bimbo morto. Poche ore dopo, muore anche la donna, che non aveva mai voluto confessare ad alcuno il suo stato, e che porta con sé nella tomba il nome di chi l’avrebbe resa madre. Charlotte Bonaparte, Ritratto della sorella Zénaïde E’ uno dei più riusciti ritratti dell’artista, eseguito sotto il magistero di David

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