Leonardo Cumbo

Page 1

leonardo cumbo


Leonardo Cumbo nasce

a Caltanissetta nel 1967. In possesso delle Maturità Scientifica e d’Arte Applicata, si è cimentato negli studi medici e biomedici, conseguendo, nel contempo, il diploma di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo nel ‘93. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Perugia nell'estate dell ‘83 e l’Art League Students’ School di New York nel ‘90. Nel 2012 consegue il titolo di Counselor di Arteterapia di1° e di 2° livello. Già docente di Discipline Plastiche presso l'I.S.A. F. Juvara di S. Cataldo (CL), nel 2006 ottiene la cattedra di “Plastica Ornamentale” presso l'Accademia Albertina di Torino. Nel 2007 si trasferisce presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania dove insegna anche “Tecniche e Tecnologie della Scultura”. Vincitore d’importanti premi nazionali ed internazionali, ha partecipato ed organizzato numerose Rassegne d’Arte Contemporanea in Italia e all’estero riscuotendo sempre lusinghieri riconoscimenti da parte della Critica, del Pubblico, dei Mass-media e del Mercato dell’arte. Ha realizzato numerose sculture monumentali monolitiche e polimateriche per gli spazi pubblici di città italiane e straniere nelle Provincie di: Agrigento, Ascoli Piceno, Avellino, Berlino (Germania), Cagliari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Huesca (Spagna), Kirikkale (Turchia), Messina, Napoli, Palermo, Roma, Siracusa, Teramo, Trapani, Saragoza (Spagna), Viterbo. La sua attività artistica è stata da sempre caratterizzata da un interesse poliedrico per molteplici ambiti delle arti visive; ciò lo ha condotto verso una ricerca di soluzioni tecniche, formali, espressive e concettuali particolarmente innovative ed originali.


La ricerca che Leonardo Cumbo conduce attraverso la manipolazione dell'immagine fotografica, dopo le Cicatrici del 2011 e Oltre l'oltre nel 2012, approda, oggi, ai Paesaggi multipli. Scrive Roland Barthes ne La camera chiara: «In primo luogo scoprii questo. Ciò che la Fotografia riproduce all'infinito ha avuto luogo solo una volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai ripetersi esistenzialmente. In essa, l'accadimento non trascende mai verso un'altra cosa, […] essa è il Particolare assoluto, la Contingenza suprema, […] la Tyche, l'occasione, […]; una foto non può essere trasformata (detta) filosoficamente, essa è interamente gravata dalla contingenza di cui è l'involucro trasparente e leggero. […] Qualunque cosa essa dia a vedere e quale che sia la sua maniera, una foto è sempre invisibile: ciò che vediamo non è lei.». La manipolazione operata da Leonardo Cumbo è, rispetto alla fotografia così come è descritta da Barthes, un atto secondo di conoscenza e riflessione; il referente reale non è più immediatamente intellegibile, perché l'artista ne ha operato scientemente una dissimulazione mediante un atto creativo: della “sua” foto non cogliamo più il referente nativo, bensì il puro significante, che ci condurrà a un altro referente. Cumbo ha reso la foto visibile come puro significante, e l'ha resa Paesaggio nisseno visibile mediante la manipolazione digitale. Tecnica mista su alluminio Partite dal particolare di un'incisione su un albero, replicato e ribaltato più e più volte nella ricerca della costruzione di una simmetria artificiale, le Cicatrici di Leonardo Cumbo hanno ponte tra due sponde separatesi improvvisamente e con visto allargarsi progressivamente il campo della visione: dai sofferenza, che, con il tempo e la cura di sé, tornano close-up di graffiti sulle cortecce, che si moltiplicano in nuovi finalmente a riunirsi; anche se qualcosa è cambiato, anche se segni dal sapore ancestrale, ai cortili dell'Alhambra e alle la rottura consumatasi ha lasciato un segnale indelebile che è cataste di legna che diventano coriandoli caleidoscopici, sino il sunto della ferita e della guarigione; e quando la ferita è al paesaggio, punto d'origine per la costruzione di isole guarita e si ha su di sé la cicatrice, si va avanti, si va oltre: e, mitiche, pervase di una ieraticità quasi primitiva, e di finestre ancora, oltre l'oltre. (in)naturali aperte su un cielo che è, al contempo, vero, per È noto che sul portico dell'Accademia di Atene, la scuola di quanto vera possa definirsi una riproduzione fotografica, e filosofia del mondo antico, si leggesse incisa la frase: "Non fittizio, frutto di una riproduzione infinita, geometrica e entri qui nessuno che non sia geometra". Da dove ha inizio la ingannevole. filosofia, e quindi l'amore per la sapienza? Platone, nel Anche queste sono cicatrici. Ma, rispetto agli sfregi d'amore Teeteto, scriveva che questa ha inizio dalla “meraviglia”: «È eterno lasciati sulle betulle, queste isole-tempio, questi oblò proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di sull'infinito, sembrano, se è possibile, ancor di più cicatrici meraviglia; né altro cominciamento ha il filosofare che dell'animo (o dell'anima). Cos'è una cicatrice? Certamente è questo». Da uno stato di confusione, dal caos, si genera la un segno permanente, testimone di una ferita pregressa; ma, spinta a conoscere, per mettere ordine. oltre che della ferita, la cicatrice è testimone anche del fatto La creazione di simmetrie artificiali dalla base di un'immagine che questa si sia, infine, rimarginata: il tessuto cicatriziale è, fotografica, riproduzione meccanica e per questo “fedele e infatti, un tessuto nuovo, una costruzione che è guarigione, un oggettiva” della realtà (o, per meglio dire, che ha la presunzione di esserlo), rappresenta il tentativo tutto personale di Leonardo Cumbo di dare un ordine al mondo. D'altronde, nell'infinitamente grande di un sistema di pianeti e nell'infinitamente piccolo di un virus visto al microscopio si scopre una simmetria che non è strano ritrovare anche nell'apparenza caotica di una roccia o di un'alga; la natura ha le sue ragioni che l'intelletto spesso sconosce, ma altrettanto spesso l'intuizione particolare dell'artista, acuta e istintiva, gli si avvicina. Secondo il filosofo americano Robert Pirsig, “L'arte è un impegno di alta Qualità [...] si può dire che l'arte è la Divinità quale essa si esprime nelle opere dell'uomo”: se l'architettura geometrica ordinata, limpida, pura e razionale ha certamente del divino, Cumbo non dimentica mai di evidenziare un non trascurabile elemento di umanità, sia esso da ritrovarsi nel referente primario della fotografia, cioè in un segno inciso nella corteccia (ecco la cicatrice), in un'ancora, in una catasta di legna tagliata, oppure nell'introduzione di elementi di diversificazione nelle architetture delle simmetrie, talvolta evidenti in maniera lampante, talaltra apprezzabili solo dopo un'osservazione più concentrata: variazioni cromatiche, texturizzazioni e, infine, distorsioni che paiono increspature, evocazioni di un riflesso nell'acqua. Curioso, a questo proposito, che negli ultimi esiti dei Paesaggi sia già presente nell'immagine di partenza l'acqua: come in un gioco tautologico in cui la scelta della forma richiama il contenuto Cicatrici della stessa, l'acqua viene riflessa e increspata a simulare una Tecnica mista su alluminio perturbazione sulla superficie di un "sottostante" digitale. Se si


sensibilità d'artista!) che non si è mai uguali nemmeno a se stessi, che la vita e la natura sono un flusso che scorre in continuo mutamento. La percettibilità di questo mutamento, la capacità e la volontà di concentrarsi su se stessi e sul rapporto con il mondo, la capacità e la volontà di guardarsi dentro, di cogliere e accettare il cambiamento e di far guardare gli altri dentro di sé sono prerogativa dell'artista, che è in costante studio del mondo e di sé; e il primo dei significati di studium, in latino, è "amore". Perché le manipolazioni digitali di Leonardo Cumbo rendono di più se osservate dal vivo? Contemplandole nello schermo di un computer si direbbero, in effetti, fatte e finite, nella loro immaterialità. Torna alla mente l'aura parlava Walter Benjamin, quell'hic et nunc che rende uniche le opere d'arte davanti alle quali ci troviamo di persona. Tuttavia, si potrebbe obiettare che in una manipolazione digitale di immagini digitali (o fotografie scattate in analogico e poi digitalizzate) è difficile rintracciare una fisicità che determina un hic et nunc: la peculiarità dell'immagine digitale, di un'immagine che nasce come virtuale, è proprio quella di essere intangibile. Se l'opera d'arte, nell'era della sua riproducibilità tecnica, riesce a mantenere la sua aura perché esiste da qualche parte un'originale tangibile e fruibile appieno solo in un determinato momento e in un determinato luogo, a dispetto delle copie, come comportarsi di fronte a un'opera che nasce dal solco Pesaggio siciliano dell'intangibilità? Tecnica mista su alluminio Per sciogliere questo dubbio, pare utile considerare la scelta dei materiali: l'immagine è stampata su alluminio ed è spesso presente una cornice in legno; quest'ultimo, messo così in pensa all'acqua come elemento, vengono in mente la sua evidenza pur nella periferia dell'immagine, è una scelta mutevolezza e il fatto che essa sia fonte di vita; nella deliberata che non soltanto riprende il soggetto di alcune delle geometria di questi rispecchiamenti costruiti in una camera fotografie e permane poi nelle cornici come leitmotiv, ma si oscura virtuale si trova di nuovo un elemento perturbante oppone, creando un contrasto archetipico, all'alluminio del vitalistico. Qual è, dunque, il senso di tutto ciò? Abbiamo supporto: metallico e biologico, freddezza e calore, visione un'immagine di partenza che è una foto di un albero, di un razionale e visione romantica, e così via. La geometria della paesaggio, un'immagine attinta dalla realtà ma che della simmetria sta al metallo come il vitalismo delle variazioni sta realtà conserva solo in una certa misura, scientemente, la riconoscibilità; abbiamo poi una simmetria su più livelli creata al legno, una dicotomia che è parte integrante dell'opera., la artificialmente ma subito smentita dalle variazioni di cui si è quale non si esaurisce nella manipolazione digitale ma si compone imprescindibilmente di questa unita ai materiali del detto sopra: molteplicità uguali, che lo sembrano, ma che supporto e della cornice, che dialogano e partecipano sono diverse per elementi minimi ma percepibili, talvolta evidenti pur nell'evidente identità della base; tutto ciò cosa attivamente all'evento Cicatrice. Della fotografia manipolata non cogliamo più il referente viene a significare? Che la realtà è molteplice, che la vita è nativo, bensì il puro significante, che ci condurrà a un altro mutevole, che la diversità, anche nell'affinità, c'è, è sempre referente. Il bagaglio culturale e sentimentale di chi osserva presente, ed è una ricchezza; per quanto un luogo, una situazione o una persona possano somigliare a sé o ad altro, è diventa, si può dire, una parte integrante del processo evidente, a chi vuole e sa cogliere con più attenzione (Oh! La creativo e conduce alla maturazione di una interpretazione personale dell'opera; è per questo che i classici e le grandi opere d'arte continuano a parlarci anche a distanza di secoli, perché riusciamo anche, ancora, a caricarli di significati nuovi e a farli parlare. Detto questo, però, non si deve perdere di vista il fatto che l'artista non crea la propria opera soltanto per gli altri; benché l'arte e l'artista abbiano un indiscusso, ma non sempre riconosciuto, ruolo sociale, prima di tutto il discorso artistico è un discorso che l'artista fa a sé e per sé, e il contenuto dell'opera d'arte, come scrisse Robert Vischer, è l'artista stesso. Chi guarda all'opera ne comprende il significato attraverso un processo empatico. Adesso, quindi, ci si potrebbe chiedere: perché questa esigenza di costituire un ordine di simmetrie, e poi di rompere quest'ordine? Il fatto che quest'ultimo, poi, venga disatteso è quasi un ritorno alla disillusione: che sia l'elemento vitalistico, allora, lo strappo del velo di Maya, mentre la simmetria è la componente illusoria? La risposta, a questo punto, la lasciamo al fruitore, che si troverà, forse, a riconoscersi in un animo romantico in cerca di ordine. Fiorenza Tomarchio

Tusa Tecnica mista su alluminio


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.