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Pardo Live 4 | 8 | 2011

Synnøve Macody Iund Headhunters

Pardo Live Partner


Finché l’abilità e la passione non condurranno al successo. E sapranno entusiasmarvi. Finché idee illuminanti e professionalità non daranno vita a opere straordinarie. Finché la stima non lascerà spazio all’entusiasmo. Finché non vivrete eventi culturali di altissimo livello come il Festival del film Locarno, che da trent’anni sosteniamo in qualità di partner. Finché non sarete convinti della validità del nostro impegno, di una cosa potete essere certi:

Non ci fermeremo www.ubs.com/sponsoring Foto: www.fotofestival.ch. © UBS 2011. Tutti i diritti riservati.


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Editorial | Day two

News

A star on the Piazza Grande Leslie Caron continues to delight generation after generation, and also officiated at cinema’s marriage of dance and drama with unique grace. A young dancer in Roland Petit’s ballet company, she landed up in Hollywood, under contract to MGM, and took her first steps before the camera alongside Gene Kelly in Vincente Minnelli’s An American in Paris. Her next dancing partner was Fred Astaire in Daddy Long-Legs. Minnelli, Astaire and Kelly, masters of the musical, were her filmic godfathers. The other major encounter in Leslie Caron’s life was with Jean Renoir, to

News

Documentari svizzeri di origine controllata In attesa che la famosa scritta di Hollywood appaia – almeno simbolicamente – sulla sponda locarnese del Lago Maggiore grazie all’anteprima europea di Cowboys and Aliens (sabato in Piazza Grande), è la grande M rossa della Migros a svettare sul festival. Verrà infatti annunciata venerdì 5 agosto alle 17, al Teatro Paravento di Locarno, la rosa dei tre progetti finalisti al secondo concorso “Documentario-CH”, organizzato dal Percento culturale Migros. Tema di quest’anno: Libertà – una sfida. Le tre idee verranno successivamente finanziate e prodotte entro il mese di novembre, quindi la giuria capeggiata da Hedy Graber designerà il vincitore. Con la speranza (implicita) di rivederlo prima o poi a Locarno. E non in veste di turista. (Mattia Bertoldi)

whom she devotes the finest pages of her autobiography « Une Française à Hollywood ». Living in Beverly Hills, Jean Renoir met Leslie Caron in 1951and thus began an affectionate friendship between the young actress and the elderly maestro who possessed extraordinary intelligence and human warmth. Renoir and Leslie Caron cherished plans to make a film together on several occasions, but in the end it was on the theatre stage that their collaboration took place. Renoir wrote and directed the play Orvet for her, and it premièred in 1955 at the Théâtre de la Renaissance in Paris. Leslie Caron’s life also brought her into contact with other exceptional artists: Warren Beatty, François Truffaut, Rudolf Nureyev… The public will have an opportunity to meet Leslie Caron and discuss her career tomorrow, Friday, 14h at the Magnolia, moderated by Serge Toubiana, Head of the Cinémathèque française. (Olivier Père)

Baptiste Coelho, producer William Bates, musician Mia Hansen-Løve, director Lola Créton, actress

La video-cartolina di Kirk Douglas che saluta Locarno e idealmente taglia il nastro alla retrospettiva Minnelli. I filmati della cerimonia d’inaugurazione con la sfilata dei membri della giuria. E poi ancora le gocce di pioggia che cadono prima della proiezione di Super 8, ma non fermano il festival nemmeno per un istante. Da quest’anno Pardo Live è anche tutto questo. Non soltanto l’edizione cartacea che avete in mano, ma una vera e propria piattaforma multimediale. Là dove le informazioni, le notizie, i racconti e le curiosità convergono su un’unica giostra per cercare di seguire il tic tac del festival in tempo reale. E tutto, ovviamente, a portata di clic. Con un palcoscenico d’eccezione rappresentato dalle dirette della nostra web-tv che porteranno a casa vostra le emozioni e le presentazioni che, ogni sera, in Piazza Grande fanno da trampolino di lancio alla visione dei film. Dove trovare tutto questo? Facile: www.pardo.ch (Lorenzo Buccella)

Photo of the day

La giuria al completo

THE ARRIVALS OF THE DAY, THANKS TO SWISS. – Mark Jackson, director Stefano Savona, director Marc Fratello, director Juliano Dornelles, director

La grande giostra di Pardo Live

Joe Cornish, director Mike Cahill, director Brit Marling, actress Brodie Tyler, producer

In treno all’evento e prevendita alla stazione FFS.

Head of editorial team Lorenzo Buccella Graphic design Luca Spinosa Simon Smeraldi Writers Boris Sollazzo Massimo Benvegnù Jørn Rossing Jensen Mattia Bertoldi Jeremy Nichols Mark Peranson Roberto Turigliatto Guest photographers Xavier Lambours Edo Bertoglio Jade Mara (make up)

Photographers Ivana De Maria Fotofestival (Marco Abram, Massimo Pedrazzini, Silas Vanetti) TiPress Editorial assistant Sara Maccini Advertising Arianna Cattaneo Publicitas Print Salvioni Arti Grafiche, Bellinzona


www.posta.ch / sponsoring

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Vogliono il programma completo. Tom: documentari, Roger: film d’azione, Anna: film d’amore

Il nostro impegno a favore del cinema: per i clienti piĂš esigenti del mondo.

Sponsor e partner logistico del Festival del film Locarno


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You started working as an actress when you were young, in a very important role in An American in Paris. How did it feel? I had projected my future in a serious classical ballet career, so when MGM decided to hire me – after a screen test that Gene Kelly shot with me – I was really taken by surprise. The Metro-

Minnelli capiva le donne, aveva indubbiamente un lato femminile nella sua personalità. Lavorare con lui era una facile unione di gusto e immaginazione

Among the several characters you played, which one is your favorite? I would say Gigi because she shows several winning character traits. She is a free woman ante litteram, as Colette was. What are your memories of Vincente Minnelli, the director now celebrated by the Festival del film Locarno with a retrospective? I met Vincente for the first time in 1951, during the making of An American in Paris. He used to call me “Angel”. However,

Leslie Caron 5 questions to A star of stage and screen, she graced many Hollywood musicals with her presence, including timeless Minnelli classics An American in Paris and Gigi.

Goldwyn-Mayer studio was as vast as a town and the camera seemed cold and forbidding: I missed the warm presence of the audience and I wasn’t used to express myself with words, and definitely not in English. Leslie Caron in The Glass Slipper Thankfully, Gene guided me in front of the camera with patience I came to know him well only seven years and good humor. later, when we grew close on Gigi. More In your autobiography (Thank Heaven) than most men, he had an understanding you talk about many encounters with of women, there definitely was a artists who have influenced you. Who feminine side to his nature. Working with left the biggest impression? him was an easy meeting of imagination The stronger influence came from Jean and taste, there was a quality in him that Renoir. I met him very early in my years pushed you to surpass yourself in order in Los Angeles – as early as 1951, I to surprise him. think. I realized little by little that he You were a “French in Hollywood” for represented paternal authority for me. MGM, but you also worked in Europe for I listened to him. He had a remarkable François Truffaut. What can you tell us memory and was as precise as a Swiss about that experience? watchmaker. He died on the twelfth of There is a French word which perfectly February, 1979, at the age of eightyrepresents Truffaut: pudeur, a quality four. I still think of him constantly. François was gifted with. Just as he abhorred gratuitous nudity or any display of sex on the screen, he was “chaste” when it came to emotions. I think also that some feelings were too painful for him to address. For example, he couldn’t stand to gaze at vast luminous or clouded skies, and the countryside made him uncomfortable, as he felt that landscapes distracted you from human relationships.

Avevo immaginato una carriera da ballerina classica. All’inizio la macchina da presa sembrava fredda rispetto al calore del pubblico. Poi però...

(C. Chatrian / M. Bertoldi)


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Piazza Grande

Il regista

L’arte di rubare arte in formato thriller Roger fa il «cacciatore di teste» per una grande società di elettronica. Vive con la splendida moglie al di sopra dei propri mezzi, e per mantenere tale sfarzoso tenore di vita ruba opere d’arte. Cinico e manipolatore, crede di aver individuato il suo bersaglio ideale in Clas Greve, dirigente e collezionista d’arte. Ma ben presto il nostro cacciatore di teste diventerà a sua volta vittima di una spaventosa macchinazione, e dovrà fuggire per portare in salvo la pelle. Fedele al ben noto precetto secondo il quale i paranoici hanno sempre ragione, Headhunters genera vertigine mettendo diabolicamente in scena il crollo dell’universo di un antieroe che perde ogni punto di riferimento e deve sottrarsi a trappole mortali. Questo film che veniva dal freddo farà soffiare il caldo e scatenerà più di un brivido (di piacere) sulla Piazza Grande in prima mondiale. Era da tempo che non scoprivamo un thriller così elettrizzante. Occorre dire che in materia di letteratura e di cinema poliziesco, i paesi scandinavi non sono certo gli ultimi in grado di offrirci sensazioni forti. Chi non ricorda il fenomenale successo editoriale della saga svedese «Millenium» di Stieg Larsson, adattata al cinema da un pool di sceneggiatori tra cui Ulf Ryberg, una delle firme di Headhunters) in attesa del remake hollywoodien firmato David Fincher. Headhunters è norvegese, ed è il terzo lungometraggio di Morten Tyldum, un regista che farà senza dubbio parlare di sé, dotato di un incredibile talento per le scene d’azione e di suspence. Headhunters non ha niente da invidiare ai migliori thriller americani firmati David Fincher o fratelli Coen, e vanta diverse sequenze da manuale già rubricate tra le più stupefacenti degli ultimi anni. (Olivier Père)

Headhunters

Piazza Grande, il 4 | 8 | 2011, ore 21.30

100 95 100 75 95

Not bad for Headhunters to get the Locarno account

Norwegian director Morten Tyldum’s Headhunters will have app 8,000 targets among the audience to choose from for the executive job, when they appear for the first time in the Festival del film Locarno: the world premiere of the $3 million thriller is set for late night (Aug 4) on the Piazza Grande. The first Norwegian feature on the piazza in 25 years will not be launched domestically until Aug 26 (by Nordisk Filmdistribusjon) – and even before that it will screen at the Norwegian International Film Festival in Haugesund. Afterwards it will be given a special presentation in at the Toronto International Film Festival (Sept 8-18). “Headhunters is a film with a great story to tell, still it is not afraid of making you laugh or gasp in suspense - it is a genre movie that does not want to be forgotten when the popcorn is gone and you have left the theatre,” Tyldum explained. “I wish it both to entertain, move and spark relection.” Reuniting Tyldum with Aksel Hennie who was also in his 2003 feature debut, Buddy, Headhunters was scripted by Ulf Ryberg and Lars Gudmestad from a novel by Norwegian author Jo Nesbø, whose books have sold more than 8.5 million copies worldwide. Jackpot will shortly follow his first screen adaptation. Co-starring Danish actor Nikolaj Coster-Waldau (of New Amsterdam and Game of Thrones fame) and Julie R. Ølgaard, the film was produced by Asle Vatn (Friland Produksjon) and Marianne Gray (Yellow Bird), with Nordisk Film. Both producers, the director and main cast will attend the screening on the piazza. Headhunters is the story of Roger Brown, apparently Norway’s most fortunate headhunter, who seems to have everything. But his life in abundance is financed by stealing art, and now he is ready for a really big heist – a several million-$ masterpiece which at first seems easy to snatch. Problems start when he leaves with it. (Jørn Rossing Jensen)

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Today the winner is: Bomio Giorgio, 6598 Tenero Pick up your prize at the UBS branch, Largo Zorzi, Locarno.


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Piazza Grande

Il regista

Apocalypse, Swiss-Style

Post-apocalypse films comprise a fertile sub-genre of British and American science fiction. Ecological and nuclear catastrophes and their disastrous consequences, how survivors organise themselves, and a return to barbarism have often inspired screenwriters, from the 1960s Cold War (Ray Milland’s Panic in Year Zero e) to the present day (The Road, based on the wonderful Cormac McCarthy novel) via George Miller’s hit Mad Max 2, which spawned innumerable imitations. Hell continues this tradition, but is distinguished by being Swiss, and being directed by Tim Fehlbaum, a young filmmaker from Basel, for whom this is a first feature. The film focuses on a small group of people surviving in a landscape that has become a scorching desert following a wave of solar storms. The search for fuel and water is endless, and both bodies and vehicles must be protected from the fatal rays of the sun. However the greatest threat is from their fellow men, and surprise attacks from hordes of pillagers who have gone feral, scouring roads and forests. Tim Fehlbaum demonstrates a real talent in creating an end of the world atmosphere from everyday settings and the excellent cast spans several generations, from Stipe Erceg to Angela Winkler. The film is a Swiss-German co-production and the credits feature such prestigious names as Ruth Waldburger (producer of La Petite Chambre, the Swiss hit discovered at Locarno last year, and also of films by Godard, Tarr…) and Roland Emmerich (the great specialist of cinematic apocalypse), executive producer of an entertainment that is guaranteed to soothe your fears about 2012.

A qualcuno piace troppo caldo Una fotografia polverosa, afosa, abbagliante. Una regia che sa di Boyle e di Emmerich, non a caso produttore esecutivo. Una canzone, 99 Luftballons, che torna continuamente, nenia pop e gioioso inno contro la guerra. Simboli semplici, citazioni scoperte, la discesa all’inferno di Hell è lastricata di tanto buon cinema di genere, del talento di Tim Fehlbaum, giovanotto di Basilea con le idee molto chiare e visioni niente male, di un femminismo elementare e matriarcale. “La nostra eroina cresce enormemente durante la storia, la cui ottica è prettamente femminile” dichiara deciso. Qui le donne sono determinanti, la sceneggiatura immediata ha una sua scarna e peculiare profondità. Hannah Herzsprung è una protagonista fragile e tenace. Fa scudo con il suo corpo alla sorellina Leonie, offrendolo in cambio di un passaggio, della salvezza, di un po’ di tempo in più. Angela Winkler, è l’antagonista, la sua dolcezza feroce e ferale ci riporta ai tempi di Texas Chainshaw Massacre, è lei la deriva horror di questo film post-apocalittico. Il punto di partenza di Hell è inusuale per un’opera del genere – come la lingua, il tedesco, a dispetto di iniziali pressioni produttive –, ma attualissimo: il Sole è impazzito, la temperatura si è alzata a dismisura, il mondo sta morendo di caldo. Due donne e due uomini provano a ribellarsi. Gli istinti primordiali si scatenano, cannibalismo compreso. “Abbiamo fatto numerose ricerche, letto dei libri sull’argomento, tra cui Cronache sul cannibalismo, in cui abbiamo compreso come gli equilibri di una società si possano rompere molto facilmente di fronte a un cambiamento traumatico”. Le ultime parole sono per Roland Emmerich. “È il maestro della fine del mondo, l’idea della polvere che invade tutto il film è sua. Abbiamo dovuto usare tonnellate di farina!”. Grazie a loro dalle pur confortevoli sale locarnesi uscirete sudati. (Boris Sollazzo)

(Olivier Père)

Hell

Piazza Grande, il 4 | 8 | 2011, ore 23.15

Some like

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Concorso internazionale

L’eterno ritorno di un amore impossibile Il primo amore non si scorda mai, soprattutto se si trasforma in un tormento che prende a morsi invisibili un’intera giovinezza. Più che una diagnosi narrativa, è una lunga elegia che scheggia le risonanze sentimentali di un rapporto impossibile da prolungare nel tempo, quella che mette casa nel nuovo lavoro della regista e sceneggiatrice francese Mia Hansen-Løve, ultimo capitolo di una trilogia ideale dedicata al mondo dell’adolescenza. S’intitola Un amour de jeunesse ed è un film che scivola lungo l’imbuto degli anni, pedinando le inquietudini sentimentali della giovane Camilla, catturata ancora quindicenne dalla passione per Sullivan, ragazzo di poco più grande di lei ma attraversato dal desiderio di fuggire per viaggi e altre avventure esistenziali. Parte così, in un contesto ingrigito da ambienti familiari senza tracce di felicità, il percorso a singhiozzo di una storia d’amore che alterna lunghi blackout di interruzione a dinamiche da eterno ritorno. In mezzo, gli indizi di un faticoso e muto adeguamento alla realtà, portati da

una rarefazione narrativa che dissemina tentativi di suicidi, perseveranze, studi d’architettura, solitudini, aperture verso nuovi rapporti e continue ricadute all’indietro. Così, mentre i foglietti dei calendari strappati, le intestazioni delle lettere ricevute e i cambi di stagione scandiscono visivamente gli effetti del tempo che passa, le immagini tornano ciclicamente a transitare negli stessi

luoghi come per una sorta di ripetizione differente. Là dove l’irriducibilità delle contraddizioni finisce per suggellare un ritratto dell’adolescenza in cui è possibile trovare un equilibrio solo accettando tutti i disequilibri che le stanno attorno. (Lorenzo Buccella)

Un amour de jeunesse

Auditorium fevi, il 5 | 8 | 2011, ore 14.00

Concorso internazionale

A New Planet, a New Hope Another Earth is screening as an international première at the Festival del film Locarno. The film opens with a new planet suddenly appearing in the sky. It is a mirror planet, a doppelgänger to our own. Such a premise had already been the basis for Robert Parrish’s science fiction made in 1969, Journey to the Far Side of the Sun. There are no flying spaceships or special effects in Mike Cahill’s film, a moving psychological drama focusing on the dramatic consequences of this apparition in the life of its two main characters. Physics student Rhoda is driving when she glances up at the sky and her distraction causes a car accident, killing the wife and child of famous composer John Burroughs. On her release from prison, she tries to contact the widower, who, broken by this tragedy, has gone to live in remote

seclusion. Without telling him who she is, she becomes a friend, and helps out around the house. A bond develops between them, but Rhoda cannot bring herself to tell him the truth. They plan a journey to this « second Earth ». If this planet is the reverse reflection of our own, won’t John have a chance to make a new life for himself and even find his family there, still alive? The film was co-scripted by its lead actress, the magnificent Brit Marling, for whom one can confidently predict a brilliant career on both sides of the camera. (Olivier Père)

Another Earth

Auditorium fevi, il 5 | 8 | 2011, ore 16.15

MUSEO CIVICO VILLA DEI CEDRI videoderive dell’arte_3 Lo sguardo sincrono IN CONTEMPORANEA Collezione Opere dal XVI al XX secolo

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Pardo Live

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Concorso Cineasti del presente

Without a Budget, a Breakout Hit Caratterizzato da un micro-budget e ricco d’atmosfera, lo stupendo thriller psicosessuale di Mark Jackson si è rivelato essere un successo al recente Slamdance; protagonista della pellicola è Joslyn (la sorprendente Joslyn Jensen) su una remota e verde isola del pacifico nord-occidentale. Fresca di diploma liceale, accetta un lavoro presso una famiglia in qualità di assistente di Frank (Ron Carrier), un anziano in stato vegetativo. Lasciata da sola con il proprio incarico – e il rifiuto di una colpa sepolta in profondità: sta fuggendo da qualcosa (o qualcuno) – l’emarginata Joslyn comincia a fare i conti con se stessa e la bizzarra relazione tra i due personaggi si fa sempre più misteriosa quando lei inizia a dubitare che Frank sia così invalido come appare. L’iPhone di Joslyn può essere considerato – a buona ragione – il terzo protagonista principale di Without, e Jakcson integra

bene la tecnologia moderna e la sua assenza nel tessuto di un film a scoppio ritardato. La rimozione di Joslyn dal mondo è combinata con la mancanza di internet e campo telefonico – l’unico luogo dove riceve segnale è il posto che più di tutti vorrebbe evitare: la stanza di Frank. Con i suoi continui fremiti e una fotografia claustrofobica, il film che più ricorda Without potrebbe essere Repulsion di Polanski, ma anziché assumere le movenze di Catherine Deneuve, la Jensen si esibisce in un’interpretazione erotica e avventurosa che la qualifica come l’erede americana di Isabelle Huppert.

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Without

La Sala, il 5 | 8 | 2011, ore 11.00

Gritty Cop Drama with Realistic Touch spiral emblematic of the destiny of the Korean outsider in the post-Soviet society. In his stark debut, which plays as a Korean-Uzbek version of Serpico (with kind of a nod to The French Connection II ), director Ruslan Pak—who also acts as Shin, Stas’s friend who escapes to Korea—shot down and dirty in the streets, alleyways and apartments of his hometown, using a DSLR camera and without the permission of local authorities, as with the subject matter and graphic scenes of drug use, governmental approval of the script was impossible. Hanaan is in part based on the life of Stanislav Tyan, who in his first-ever screen performance reenacts many of the excruciating events he lived through; this brings a level of unforgettable realism rarely seen in films about drug abuse from any corner of the globe, a darkness in contrast with the vibrant colours of Tashkent. (Mark Peranson)

Hanaan

La Sala, il 5 | 8 | 2011, ore 18.30

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(Mark Peranson)

Concorso Cineasti del presente

In Korean, “hanaan” means promised land. Deported to the Far East of the USSR under Stalin, the fourth-generation Koreans living in Tashkent, may have integrated into society but remain subject to daily racism, are entangled in the drug trade and criminality—their hanaan is certainly miles away from their current home. Six years after a friend was killed in gang-related violence, the older and wiser Stas (Stanislav Tyan) has become a policeman, working undercover to infiltrate a gang of Uzbek heroin dealers. But in the course of doing his dangerous job, the corruption he discovers pushes him to the limits, and into a downward

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5 | 8 | 2011  09.00 Auditorium fevi

& 4, 6 | 8 | 2011

Concorso internazionale

Din dragoste cu cele mai bune intenţii

L’altra Sala

& 4, 6 | 8 | 2011

(Best Intentions)

L’altra Sala

& 4 | 8 | 2011

Ex-Rex

Dir.: Adrian Sitaru

& 8 | 8 | 2011

Fuori concorso: Jeonju Digital Project

Dir.: Jean-Marie Straub

PalaVideo

Kursaal

& 6 | 8 | 2011

USA · 2011 · DCP · Black and White · 83’ · o.v. English · Subt. French, Italian

Ex-Rex

À quoi tu joues  Switzerland · 2011 · DCP · Black and White · 18’ · o.v. French · Subt. English, Italian Dir.: Jean Guillaume Sonnier Bowling Chez Denise  Canada · 2010 · Beta digital · Color · 11’ · o.v. French · Subt. English, Italian

Prapancha Pash

La Semaine de la critique

Dir.: Kristina Wagenbauer Streifen  Switzerland · 2011 · Beta digital · Color · 8’ · o.v. Swiss-German · Subt. English, French

Dir.: Matthias Bittner Auditorium fevi

& 6 | 8 | 2011

Dir.: Moira Himmelsbach Tirages en série

Not in My Backyard  Germany · 2011 · DCP · Color · 86’ · o.v. English · Subt. French

Concorso Cineasti del presente

The Color Wheel

Open Doors Screenings

Switzerland · 2011 · DCP · Color · 13’ · o.v. French · Subt. English, Italian Dir.: Kevin Haefelin L'Ambassadeur & moi  Switzerland · 2011 · DCP · Color · 16’ · o.v. French/Polish · Subt. French, English, Italian

Appellations Suisse

Der Sandmann

Dir.: Jan Czarlewski

Dir.: Alex Ross Perry

Switzerland · 2011 · 35 mm · Color · 88’ · o.v. Swiss-German · Subt. English

Ex-Rex

Retrospettiva Vincente Minnelli

Dir.: Peter Luisi

& 9 | 8 | 2011

I Dood It

16.15

11.00

& 6, 7 | 8 | 2011

Auditorium fevi

Concorso Cineasti del presente

& 6, 7 | 8 | 2011

Without

Dir.: Mike Cahill

USA · 2011 · DCP · Color · 87’ · o.v. English · Subt. French, Italian

13.30

Dir.: Mark Jackson L’altra Sala

& 4, 6 | 8 | 2011

Pardi di domani

Concorso internazionale 1

L’altra Sala

L’altra Sala

& 4, 6 | 8 | 2011

Open Doors Screenings

Poland · 2011 · 35 mm · Color · 35’ · o.v. Swedish · Subt. English, French

Dir.: Ritwik Ghatak

Dir.: Magnus Von Horn Respect  Auditorium fevi

& 6, 7 | 8 | 2011

Neighbours  United Kingdom · 2011 · Beta digital · Black and White · 16’ · o.v. English · Subt. French, Italian

China · 2011 · 35 mm · Color · 88’ · o.v. Mandarin · Subt. English, French Dir.: Jie Han

La Sala

& 6 | 8 | 2011

Programmi Speciali: Jean-Marie Straub

Schakale und Araber

14.00

Switzerland · 2011 · Beta digital · Color · 11’ · o.v. German · Subt. French

Concorso internazionale

Dir.: Jean-Marie Straub

Un amour de jeunesse  France/Germany · 2010 · DCP · Color · 110’ · o.v. French · Subt. English, Italian Dir.: Mia Hansen-Løve

Dir.: Josh Levinsky

Have fun in Ticino with the combined offers from PostBus www.postbus.ch/leisureclick

Concorso Cineasti del presente

Hello! Shu Xian Sheng  (Mr. Tree)

Meghe Dhaka Tara  India · 1960 · 35 mm · Black and White · 126’ · o.v. Bengali · Subt. German, French

(Without Snow)

Dir.: Benoit Forgeard

(The Cloud-Capped Star)

Bez sniegu

France · 2010 · DCP · Color · 15’ · o.v. French · Subt. English, Italian

Concorso internazionale

Another Earth

USA · 2010 · DCP · Color · 92’ · o.v. English · Subt. French, Italian

First feaure

Bells Are Ringing  Dir.: Vincente Minnelli

Dir.: Vincente Minnelli

La Sala

Retrospettiva Vincente Minnelli

USA · 1960 · 35 mm · Color · 126’ · o.v. English

USA · 1943 · 35 mm · Black and White · 102’ · o.v. English

Concorso nazionale 1

Dir.: Jean François Vercasson

Retrospettiva Vincente Minnelli

Some Came Running

Pardi di domani

Switzerland · 2011 · DCP · Color · 20’ · o.v. French/English · Subt. English, Italian

Dir.: Franz Osten

Dir.: José Luis Guerín La Sala

Le Début de la fin

India · 1929 · Beta digital · Black and White · 76’ · Silent · Intertitles English

Dir.: Claire Denis

& 4, 6 | 8 | 2011

Croatia · 2010 · Beta SP · Color · 21’ · o.v. Croatian · Subt. English, French

(Throw of Dice)

South Korea/France · 2011 · DCP · Color · 45’ · o.v. French · Subt. English

& 6, 7 | 8 | 2011

Dir.: Vincente Minnelli

France/South Korea · 2011 · DCP · Color · 22’ · o.v. French · Subt. English

Aller au diable

La Sala

Pardi di domani

USA · 1958 · 35 mm · Color · 137’ · o.v. English · Subt. French

Un héritier

South Korea · 2011 · DCP · Color · 47’ · o.v. Spanish · Subt. English

Do You Have a Story?

Dir.: Dario Jurican

Romania/Hungary · 2011 · 35 mm · Color · 105’ · o.v. Romanian · Subt. English, French

Memories of a Morning

14.00

11.00


13

16.15

La Sala

& 6 | 8 | 2011

Programmi Speciali: Jean-Marie Straub

L’Inconsolable

19.00

PalaVideo

France · 2011 · Beta digital · Color · 15’ · o.v. Italian · Subt. French

Italy · 2010 · Beta digital · Color · 126’ · o.v. Italian/French · Subt. French

Dir.: Jean-Marie Straub

Dir.: Romano Guelfi

Un héritier  France/South Korea · 2011 · Beta Digital · Color · 20’ · o.v. French · Subt. English

Ex-Rex

& 10 | 8 | 2011

Ex-Rex

& 13 | 8 | 2011

Retrospettiva Vincente Minnelli Introduced by Enrico Ghezzi

20.30

Rialto 2

Retrospettiva Vincente Minnelli

The Cobweb

Premi speciali: Abel Ferrara

Followed by

Mourir auprès de toi

Mary

France · 2010 · DCP · Color · 6’ · o.v. English · Subt. French

France/Italy/USA · 2005 · 35 mm · Color · 83’ · o.v. English/Hebrew/French · Subt. German, French

Dir.: Spike Jonze, Simon Cahn

Friends with Benefits

Dir.: Abel Ferrara

USA · 1955 · 35 mm · Color · 123’ · o.v. English · Subt. German, French

USA · 2011 · DCP · Color · 109’ · o.v. English · Subt. German, French

21.00

Dir.: Vincente Minnelli

La Sala

Premi speciali: Isabelle Huppert

White Material

Ex-Rex

Dir.: Will Gluck

Attack the Block  First feaure

France/Cameroon · 2009 · Beta digital · Color · 106’ · o.v. French · Subt. English

United Kingdom · 2011 · 35 mm · Color · 88’ · o.v. English · Subt. French, German

Dir.: Claire Denis

Dir.: Joe Cornish

21.15

Rialto 1

& 4 | 8 | 2011

Programmi speciali: I film delle giurie

L’altra Sala

& 4 | 8 | 2011

Dir.: Christophe Honoré

23.00

La Sala

& 4, 6 | 8 | 2011

& 6 | 8 | 2011

China/Hong Kong (China) · 2010 · 35 mm · Color · 132’ · o.v. Mandarin · Subt. English, Chinese

Dir.: Danielle Arbid

23.30

Fuori concorso

Inconscio italiano

Ex-Rex

& 11 | 8 | 2011

La Sala & 6, 7 | 8 | 2011

Retrospettiva Vincente Minnelli

Ziegfeld Follies

USA · 1945 · 35 mm · Color · 110’ · o.v. English Dir.: Vincente Minnelli, Roy Del Ruth, Robert Lewis, Lemuel Ayers, Merrill Pye, George Sidney, Charles Walters

Dir.: Luca Guadagnino

Beirut Hotel

Lebanon/France · 2011 · DCP · Color · 98’ · o.v. French/English/Arabic · Subt. French, English

Italy · 2011 · DCP · Color and Black and White · 100’ · o.v. Italian · Subt. English

Concorso internazionale

Fuori concorso

Let the Bullets Fly

Dir.: Wen Jiang Auditorium fevi

Sennentuntschi  Dir.: Michael Steiner

Les Chansons d’amour  France · 2007 · 35 mm · Color · 96’ · o.v. French

Appellations Suisse

Switzerland/Austria · 2010 · 35 mm · Color · 110’ · o.v. Swiss-German · Subt. English

Louis Garrel – Concorso internazionale Jury

18.30

Pardo d’onore Swisscom to Abel Ferrara

Dir.: Vincente Minnelli

France · 1994 · 35 mm · Color · 22’ · o.v. French

16.30

Piazza Grande

USA · 1945 · 35 mm · Black and White · 98’ · o.v. English

Lothringen!  Dir.: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet

The Clock

Dir.: Jean-Marie Straub

Programmi speciali: Jean-Marie Straub

Dell’avventura 2/1

21.30

Concorso Cineasti del presente

Hanaan

First feaure South Korea · 2011 · DCP · Color · 84’ · o.v. Russian · Subt. English, French Dir.: Ruslan Pak

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Pardo Live

4 | 8 | 2011

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Programmi speciali

Jean-Marie Straub e il balzo della tigre Mi chiedo se valga la pena domandarsi se ci sia qualcosa di personale e autobiografico nell’ultimo dialogo che Jean-Marie Straub ha tratto, o meglio, ci presenta, dal Pavese dei Dialoghi con Leucò: L’Inconsolable. Girato ancora una volta a Buti, in Toscana, in quella macchia di verde che da tempo è parte integrante dei film che Jean-Marie Straub e Danièle Huillet hanno realizzato in Italia, e che ora è il solo Straub a filmare, il film circoscrive, attraverso la secca scansione delle inquadrature, un movimento luttuoso, che è quello riflesso nel volto di un Orfeo sceso negli inferi, alla ricerca della sua Euridice. E riemerso. Il suo dialogo con una baccante (Bacca), introdotto dal primo movimento del Quartetto per pianoforte in mi bemolle maggiore, Op. 47 - I. Sostenuto assai di Robert Schumann, eseguito da Glenn Gould, è il racconto orale di quel viaggio ed è – crediamo – l’esempio più impressionante di una presa di posizione “laica” inesorabile, quanto dolorosa («Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle

ossa, nel midollo, nel sangue. Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi “sia finita” e mi voltai.») Cos’è il passato? Cosa rappresenta l’immagine di una figura amata e scomparsa? È dunque Jean-Marie Straub L’Inconsolable? È Pavese? Forse, ognuno di noi porta qualcosa di inconsolabile con sé. Personale è di certo Un héritier, tratto da Au service de l’Allemagne, un romanzo di Maurice Barrès, scritto nel 1905 e ambientato sul Mont Saint Odile, in Alsazia, con la Foresta Nera visibile nei giorni limpidi. Sono i luoghi oscuri di Jean-Marie Straub, quelli del confine franco-tedesco, come li erano quelli di Lothringen! (1994), parte in causa in questo programma, che si chiude con Schakale und Araber (Sciacalli e arabi), una folgorazione di Kafka, un breve racconto del 1917. Kafka, Pavese, Barrès: c’è qualcosa di attuale e insieme di antico in questi testi re-citati dagli attori; sono dei ponti verso il presente, una sorta di balzo della tigre,

direbbe Straub, qualcosa che ci tocca. Sono esperienze che si riverberano su di noi. Non li avete letti? Ecco un’occasione per colmare questa lacuna. (Rinaldo Censi)

Bar Magnolia – Spazio RSI

Bistrot Teatro Paravento

Fashion 2Shé

LaSuiteDuFestival

La Rotonda del Festival

Enjoy Beach – Lido Locarno

Oasi Casablanca

Max Way

Seven Sealounge

Teatro La Cambusa


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Pardo Live

4 | 8 | 2011

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Pardi di domani | Concorso nazionale e Concorso internazionale

Risiko cinematografico: Svizzera contro resto del mondo At the formal. Il corto di otto minuti scritto, diretto e musicato da Andrew Kavanagh sembra, nel titolo, una dichiarazione poetica e artistica. Oltre che un’aggiunta al Risiko cinematografico dei Pardi di domani. “Nelle opere di quest’anno l’impressione è che la ricerca formale prevalga sui contenuti – rileva Alessandro Marcionni, da 7 anni nel team, da 3 alla direzione dei PDD –. Vale soprattutto per il concorso nazionale, con molte opere uscite dalle scuole di cinema. L’australiano At the formal, come Brainy girato da un danese in Nuova Zelanda (e prodotto da Zentropa), rappresentano nel concorso internazionale i tanti estimatori che Locarno ha in Oceania”. Ben 150

opere arrivate ai selezionatori solo da quel continente, su 3000 totali. Un aumento, rispetto allo scorso anno, di quasi il 17%. “Siamo davvero felici, l’ottimo livello dei film che ci sono arrivati ci concederanno di offrire al pubblico un’ampia panoramica sulla cinematografia internazionale. Il corto mi sembra in grande forma: le serie televisive hanno fatto sì che strutture narrative più concise venissero metabolizzate meglio, ora i produttori e i registi sembrano crederci di più”. Tanta Europa, ma anche America e Asia, sul filo di ossessioni personali e atmosfere rarefatte. Quelle de Il respiro dell’arco di Enrico Maria Artale, un sogno rabbioso rinchiuso in una freccia da scoccare, dell’amore incompreso di Do you have a story? di Dario Jurican o di quello sino-angolano di Liberdade di

Pardi di domani | Corti d’artista

Gabriel Abrantes e Benjamin Crotty. O della storia individuale e collettiva Srak: due adolescenti in una notte israeliana, il 4 novembre del 1995. Loro scoprono la vita, Rabin verrà assassinato. Ancora più personale il viaggio elvetico. “Siamo un paese di conflitti delicati, non siamo in emergenza né in guerra. Le lotte spesso sono private, emotive, parlano di identità culturale”. Altro filo che unisce Concorso Internazionale e Nazionale, è il mix di lingue, culture, esperienze. Chasse à l’âne di Marie Nicollier è ambientato in Giappone, in altri corti ci sono pezzi di Canada (Bowling Chez Denise) o Polonia (L’ambassadeur & moi). “Gli autori viaggiano, si incontrano, si confrontano con altre realtà, crescono. Anche qui a Locarno”. Così si allevano i Pardi di domani. (Boris Sollazzo)

Pardi di domani | Corti d’autore

Experience New Visions

Shortcuts

A special section of Pardi di Domani is devoted to the kind of experimental audiovisual product that would feel most at home in Art galleries or big Contemporary art exhibitions and fairs like Art Basel or the Venice Biennale. Appropriately called ‘Corti d’artista’, it comprises three works that push the boundaries of vision into new realms, with a more radical approach to the moving image. Locarno is proud to present them inside its selection, so that they can be exposed to a more mainstream audience, in the spirit of artistic cross-contamination promoted by the Festival del film. Titles include Boxing in the Philippine Islands by Raya Martin, a stylistic vision of one of the most popular sports in the Philippines, Sack Barrow by Ben Rivers, about the closing of a very special factory for disabled veterans in London, and The Cloud of Unknowing by Tzu Nyen Ho, a mystic trip between Middle Ages belief and contemporary life in Singapore.

Sometimes experienced filmmakers feel the need to go back to the short subject form, and this is the reason why the Festival del film Locarno has a separate section for those that decide to tell a story through a short film instead than through a full length feature. This year the “Corti d’Autore” section includes Camelia, from Marian Crisan, Special Jury Prize winner in Locarno with his 2010 feature debut Morgen, La Règle de trois by Jury Member actor-director Louis Garrel, and Portuguese entry Alvorada vermelha, by João Rui Guerra da Mata and João Pedro Rodrigues, a moving homage to Jane Russell. A special mention goes to the joint efforts of Marco D’Anna and René Burri, who revisit a previous work by Burri on the corrida, and to Le Marin masqué by Sophie Letourneur, because the young filmmaker of La Vie au ranch is planning to shoot a sequel of Le Marin in Locarno during the festival. So watch out for those French girls with a camera… you might end up in a short film!

(Massimo Benvegnù)

The Cloud of Unknowing

(Mass. B.)

Fondazione Bally per la Cultura ha come obiettivo quello di cercare e mettere in luce artisti ticinesi che avranno l’opportunità di essere sostenuti e supportati a livello internazionale da uno dei Brand più famosi nel settore del lusso. Fondazione Bally ricerca artisti nel campo delle arti figurative quali pittura, scultura, fotografia e grafica. Inviate la vostra candidatura a:

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18

Afterhours h 10.35 4 | 8, Il sole bacia i belli, ma in Hell con Hannah Herzsprung esagera

Errata Corrige: We apologize to Kong Rithdee for having put a wrong name in the caption of a photograph of yesterday

h 21.17 3 | 8, Locarno feat. Paramount: Olivier Père e Mark Viane

h 19.21

h 10.54

3 | 8, Zlotowski: Rebecca, la prima giurata

4 | 8, Darine Hamzé: la Bellucci libanese conquista tutti

h 11.25 4 | 8, Alina Grigore, uno sguardo che ammalierà la giuria?


Pardo Live

4 | 8 | 2011

h 19.08 3 | 8, Louis Garrel... e la messa “a fuoco” è automatica

19

h 12.34 3 | 8, Per il team di Headhunters caccia grossa in Piazza Grande

h 20.09 3 | 8, Smiling in the rain

h 14.42 4 | 8, Hannah protegge la sua bellezza anche all’ombra


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Open Doors

Locarno highlights the other Indian cinema With an outlet of 1,274 features in 2010, the Indian film industry does not exactly look languishing. ”However, Bollywood pictures are so dominant, that Indian independant filmmakers often find it difficult to realise their projects,” explained Martina Malacrida, head of Open Doors at the Festival del film Locarno. Supported by Swiss Foreign Ministry’s Agency for Development and Cooperation, the festival’s section to highlight films and filmmakers from countries where cinema is still developing, has accordingly been devoted to the other and not-socommercial side of Indian cinematography. From app 200 submissions, Malacrida and her selection committee has chosen 12 Indian projects at different stages of production, which their directorsproducers will present at the Open Doors co-production lab to potential partners, mostly from Europe, to fill their €500,000-

€700,000 budgets. ”There are all kinds of films, from thrillers to social dramas, also documentaries, and they usually succeed to find backing,” said Malacrida, in charge of Open Doors since last year . ”Of the 12 Central Asian films we introduced in 2010, one has been completed, and at least eight-nine will be ready shortly.” The 2011 programme continues the collaboration with the Film Bazaar India, which has in the last two years sent 12 Indian scriptwriters to present their work in Locarno. Adding to the works-inprogress, the section includes a selection of 13 key Indian productions, and a six-film retrospective of Indian director Satyajit Ray. Open Doors to Locarno will eventually stay open. This year, Kazakh director Nariman Turebayev’s Sunny Days – a 2010 discovery – is screening in Concorso Cineasti del presente. And last year Chinese director

Hongqi Li’s Winter Vacation, which passed the Doors in 2009, won the Pardo d’oro. (Jørn Rossing Jensen)

Vanaja

Retrospettiva Vincente Minnelli

Minnelli e la Grace Kelly mancata

Some Came Running

Per presentare Some Came Running, il magnifico film di Vincente Minnelli, vorrei fornire qualche informazione circa il lavoro di scrittura del film. Spesso – e a ragione – si sottolinea la forza della mise en scène, il lavoro sui colori e la consistenza delle interpretazioni, ma penso che buona parte del suo successo sia da attribuire all’importanza del romanzo sul quale si è basato. James Jones ha scritto Some Came Running nel 1957. Questo scrittore, che oggi è ricordato principalmente per aver scritto The Thin Red Line, è fuggito dall’America maccartista per trasferirsi per qualche tempo a Parigi. Nel 1953, Jones ha scritto From Here to Eternity sul quale la Columbia ha basato il film omonimo con Frank Sinatra. Senza dubbio, il grande successo del libro e del film ha incoraggiato la MGM

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The easy way of life

ad adottare la medesima formula: libro di Jones + Frank Sinatra. La sceneggiatura fu affidata a John Patrick e Arthur Sheekman. Mentre il primo era molto rispettoso nei confronti del libro, il secondo aveva rivestito il ruolo di gagman per i film dei fratelli Marx. A mio parere, il suo intervento è intimamente legato al personaggio di Ginnie Moorehead, che presenta (effettivamente) un lato più divertente e comico. Some Came Running giocò un ruolo fondamentale nella carriera di Shirley MacLaine, la quale poco dopo parteciperà a un altro film, per la sceneggiatura di Arthur Sheekman. Vorrei concludere con un’ipotesi che non ha mai avuto conferma, ma è comunque molto seducente. Pare che per il personaggio dell’insegnante, interpretato da Martha Hyer, la produzione avesse affidato il ruolo a Grace Kelly. Non è difficile immaginare ciò che l’attrice americana, con la sua aria molto distinta, avrebbe potuto dare al film... Ma aveva già abbandonato Hollywood per sposare il principe di Monaco. (Pierre Rissient)


Pardo Live

4 | 8 | 2011

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Piazza Grande

Premiati e seduti dalla parte del pubblico Bruno Ganz che ricorda le sue piovose proiezioni in Piazza Grande sotto l’ombrello. I due registi di Microcosmos, Marie Pérennou e Claude Nuridsany, che parlano di quanto i loro piccoli attoriinsetti siano diventati giganteschi nel passaggio sul grande schermo. O ancora il regista Alessandro D’Alatri e la paura di quando ti accorgi che di lì a poco migliaia di persone all’aria aperta vedranno il tuo film. Un strepitante tuffo popolare che per Anna Galiena conserva lo spirito gioioso delle proiezioni dell’infanzia. A ognuno il suo ricordo. Rigorosamente timbrato Piazza Grande. E ogni sera, così. A far da antipasto, prima che Olivier Père salga sul palco e battezzi l’inizio dei film in programma. Dopo il rituale rintocco del campanile, infatti, sullo schermo compariranno di colpo un paio di sedie gialle e nere. Quelle che di solito maculano il colpo d’occhio della piazza. Solo che stavolta ve le ritroverete catapultate altrove. Tra le bancarelle di un mercato zurighese, o sprofondate nel verde della campagna francese oppure sull’acciottolato di una vecchia stradina V11_Ins_pardo news-a:V11 01.08.2011 di Roma.

E più precisamente là dove adesso vivono gli attori o i registi che nel corso delle varie edizioni del festival hanno visto un loro film vincere il Prix de Public UBS. Ed è proprio su questa volontà di un ritorno, condensato in un minuto e mezzo di memorie, saluti e ringraziamenti, che il Festival del film Locarno ha voluto festeggiare la ricorrenza di una delle sue colonne portanti: da vent’anni esatti il pubblico che si siede in piazza diventa anche la giuria a cielo aperto più grande del mondo per decretare attraverso i voti del proprio gradimento il film capace più di tutti di bucare il grande schermo. Da Smoke di Wayne Wang a Das Leben der Anderen di Florian Henckel von Donnersmarck, da Bend it like Beckham di Gurinder Chadha a The Human Resources Manager di Eran Riklis. Basta vedere la lunga lista delle pellicole che hanno vinto per capire che da lì non è passata solo la storia più recente del Festival del film Locarno, ma anche una buona fetta della storia del cinema contemporaneo. Quella stessa storia che cercheremo di rinfrescare, piluccandola in queste pillole 19:52 Uhr Seite 1 di filmati che apriranno tutte le serate in

OCTOBER 20 – NOVEMBER 2, 2011 www.viennale.at

Piazza Grande. Un modo per rinnovarsi nella tradizione, ma soprattutto per lanciare le visioni del presente e del futuro, attraverso la migliore sponda nel passato. Anche perché conviene non scordarsi che sarete ancora una volti voi in piazza a scegliere chi si andrà ad accomodare il prossimo anno su quelle sedie pardate sparse nel mondo. (Lorenzo Buccella)

Bruno Ganz


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Tomorrow’s Star

Photo by Edo Bertoglio

Hopefully, the future of Cinema will belong to human beings, not machines, and will teach us about ourselves and our everlasting imperfection. — Sandra Hüller, actress


Pardo Live

4 | 8 | 2011

Commedie come «Tutti pazzi per Mary» con Ben Stiller e Cameron Diaz favoriscono sensibilmente l’irrorazione sanguigna. Storie tragiche come il film di Spielberg «Salvate il soldato Ryan» la influenzano invece negativamente. (Heart Journal)

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