Pardo Live 3 | 8 | 2011
Super 8 Opening Film
Pardo Live Partner
La giuria siete voi. Aggiudicate il premio, vincete un premio. www.pardo.ch/ubs
Pardo Live
3 | 8 | 2011
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Editorial | Day one
News
Super Elle To open this 64th edition of the Festival del film Locarno we present Super 8 by J.J. Abrams. By strange coincidence, the name of Steven Spielberg also features in the first part of the programme on the Piazza Grande. He produced both Super 8 and Cowboys & Aliens and Joe Cornish (Attack the Block) wrote the script for his highly anticipated The Adventures of Tintin. Yet not really that much of a coincidence, given the unique influence Spielberg has had on world cinema for almost fifty years. The former wunderkind now heads up an extraordinary cinematic empire, yet has not abandoned his career as a filmmaker, which has taken a fascinating turn over the last decade
with such fine films as A.I. and War of the Worlds. However, Super 8, a tribute to the master of modern science fiction, also has qualities of its own that differentiate it from Spielberg’s movies: notably a female character who is mature beyond her years. Young girls or women have never particularly inspired Spielberg. Super 8 is more impressive for Elle Fanning’s performance than for its admittedly superb special effects. She is brilliant in the part of Alice, a young girl who is stunningly pitch-perfect from the very first shot in which the young filmmaker protagonist, in love with her, asks her to be in his amateur horror film. Elle Fanning (discovered in Sofia Coppola’s Somewhere) is only thirteen, but she is already a major actress. And a future star. (Olivier Père)
News
New Festival Apps Take the Pardo and throw it on a digital platform full of news, information and updates. It will feel a little bit lost at first, but after a few seconds it will settle into the new context: the time necessary to download the festival new app on your mobile device. “This year it is available not only for iPhone and iPad, but also for Android devices,” Michele Jannuzzi says, from the cross-media design consultancy Jannuzzi Smith. “Moreover, we added the Pardo Live news and articles, not to mention a rating system and a quiz game in collaboration with the Prix du Public UBS.” In spite of its age, the Pardo is still sneaky and quick. Also in digital. Designed and developed by Jannuzzi Smith (London/Lugano) in collaboration with Cryms (Manno).
Piazza Grande? Piazza Affari! Sempre più affari durante il Festival del film Locarno. Le attività frenetiche di compratori e venditori troveranno il loro culmine durante gli Industry Days, che si svolgeranno dal 6 all’8 agosto, ma nel frattempo altri sei titoli del programma ufficiale del Festival hanno trovato un Sales Agent. Le vendite di Saya Zamurai di Hitoshi Matsumoto verranno controllate da Urban Distribution International. La romana Intramovies si occuperà dei diritti mondiali di Sette opere di misericordia dei fratelli Gianluca e Massimilano De Serio, prima mondiale del Concorso Internazionale. Altri due titoli, Hashoter, opera prima dell’israeliano Nadav Lapid e Crulic – drumul spre dincolo, della rumena Anca Damian, saranno gestiti dalla Wide Management. Anche due documentari hanno trovato un agente di vendita: la Autlook FIlmsales rappresenterà lo svizzero The Substance – Albert Hofmann’s LSD di Martin Witz, mentre Tahrir dell’italiano Stefano Savona è stato firmato da Doc & Co. (Massimo Benvegnù)
Photo of the day
(Mattia Bertoldi)
THE ARRIVALS OF THE DAY, THANKS TO SWISS. – Alex Ross Perry, director Freddy Olsson, producer Sabine Sidawi-Hamdan, producer Magnus von Horn, director
Mariusz Wlodarski, producer Benoit Forgeard, director David Kwok, producer Andres Maximiliano Cruz, writer
Dario Jurican, director Emile Breton, journalist Kurban Kassam, producer
In treno all’evento e prevendita alla stazione FFS.
Head of editorial team Lorenzo Buccella Graphic design Luca Spinosa Sandra Frosio Writers Boris Sollazzo Massimo Benvegnù Jørn Rossing Jensen Mattia Bertoldi Jeremy Nichols Mark Peranson Roberto Turigliatto Guest photographers Xavier Lambours Edo Bertoglio Jade Mara (make up)
Photographers Ivana De Maria Fotofestival (Marco Abram, Massimo Pedrazzini, Silas Vanetti) TiPress Editorial assistant Sara Maccini Advertising Arianna Cattaneo Publicitas Print Salvioni Arti Grafiche, Bellinzona
www.posta.ch / sponsoring
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Vogliono il programma completo. Tom: documentari, Roger: film d’azione, Anna: film d’amore
Il nostro impegno a favore del cinema: per i clienti piĂš esigenti del mondo.
Sponsor e partner logistico del Festival del film Locarno
Pardo Live
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La sua è una storia di lunghe frequentazioni con il Festival del film Locarno, culminate nel 2002 con la vittoria del Premio Raimondo Rezzonico (alla sua prima edizione) riservato al miglior produttore indipendente. Quali ricorda conserva? Sono ricordi radicati nel tempo, anche perché la prima volta che sono venuto a Locarno risale più o meno a vent’anni
That’s for sure: the Festival del film Locarno has always had a sort of mythical aura because it discovered and awarded important filmmakers
Quali dovrebbero essere le caratteristiche ideali del prossimo Pardo d’oro? Spero che sia un film che lasci una traccia forte e visibile a livello cinematografico, e cioè che riesca a ottenere nel tempo la stessa risonanza storica che hanno avuto alcuni Pardi d’oro del passato. Per questo, sento fortemente il peso della responsabilità e spesso divento un giurato molto esigente. D’altra parte, sono sempre
Paulo Branco 5 questions to Un vero e proprio habitué di Locarno:il primo a vincere il premio Raimondo Rezzonico, ora a capo della giuria che deciderà il prossimo Pardo d’oro
fa. Ho avuto la fortuna che molti dei film da me prodotti sono passati di qui, riuscendo a ottenere vetrine e visibilità fondamentali per il loro cammino artistico. Sarà pure il più piccolo dei grandi festival, ma una cosa è certa: fin da quando ero agli inizi della mia carriera, Locarno ha sempre avuto un alone mitico, perché già allora aveva scoperto e premiato cineasti importanti. A proposito di premi, quest’anno lei vivrà Locarno sul seggiolone di Presidente della Giuria. Un’altra prospettiva, quindi… È una posizione che mi dà il piacevole obbligo di passare il tempo a guardare film, sapendo che su questi schermi potrò vedere alcune tra le migliori cose realizzate nel panorama contemporaneo del cinema indipendente. Fatto tutt’altro che scontato, visto che quando si è assorbiti a pieno ritmo nella propria attività, paradossalmente si finisce per andare meno al cinema e si perdono importanti possibilità di confronto. Per questo, sono venuto a qui Locarno con uno spirito da esploratore e da cinéphile.
I hope that the upcoming Pardo d’oro will be a film that could leave a strong and clear mark in World Cinema
stato orgoglioso dei verdetti che hanno espresso le giurie di cui ho fatto parte: a Berlino vinse The Thin Red Line di Terrence Malick, alla Mostra di Venezia Still Life di JIA Zhang-ke. Due capolavori. Ecco, a Locarno mi piacerebbe proseguire su questa strada. Una strada che comunque continua ad attribuire ai festival come quello di Locarno un ruolo fondamentale… Assolutamente sì, anche perché alcuni film possono raggiungere pubblico e critica solo così. A volte è proprio l’unica via per aiutare un autore a proseguire nella realizzazione dei suoi progetti futuri e a guadagnare una dimensione internazionale che non restringa il campo al proprio paese d’origine. Basti pensare ad alcune scoperte locarnesi riguardo i grandi cineasti asiatici: qui sono stati premiati per la prima volta e da qui è partita la loro diffusione a livello mondiale. (Lorenzo Buccella)
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Pardo Live
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Piazza Grande
Il regista
Una madeleine fantascientifica in Super 8 Estate ’79, in una piccola città dell’Ohio. Un gruppo di adolescenti gira un film dell’orrore in Super 8. Una notte, per caso, riprende il deragliamento spettacolare di un treno merci. Questa catastrofe ferroviaria nasconde un affare di Stato: da un vagone fuoriesce qualcosa e nella borgata si producono fenomeni strani… Blockbuster intelligente, Super 8 rappresenta quello che gli studios hollywoodiani possono produrre di meglio: una macchina rutilante al servizio di un progetto cinematografico generoso e personale. Super 8 non è un film di fantascienzza come gli altri. Attinge alla nostalgia degli ultimi anni Settanta, quelli della giovinezza del regista. Perno del film, uno stupefacente effetto di mimetismo, attraverso il quale l’opera ritrova senza alcun manierismo l’estetica delle pellicole prodotte da Steven Spielberg in quel periodo (Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. l’extraterrestre, I Goonies). Super 8 è dunque una madeleine proustiana da condividere con il regista, dotata di effetti fotografici e movimenti di macchina capaci di far riemergere i ricordi degli spettatori sopra i trent’anni. Fin dal titolo, la pellicola riesuma un formato dimenticato e sostituito da tempo dalle piccole videocamere digitali che hanno democratizzato la fabbricazione delle immagini, tanto in ambito domestico che in ambito professionale. Il primo incontro tra J.J. Adams e il suo produttore Steven Spielberg, del resto, avvenne grazie al Super 8. I due hanno entrambi esordito girando piccoli film in questo formato (Abrams a partire da diciotto anni), e il regista de Lo squalo aveva chiesto all’allora quindicenne cineasta in erba (e al suo amico Matt Reeves, futuro regista di Cloverfield) di restaurare i suoi film in Super 8. Era il 1981. E ora il cerchio si chiude. (Olivier Père)
Super 8
Piazza Grande, il 3 | 8 | 2011, ore 21.30
J.J. Abrams: a Visionary for our Times
Few have managed to be on top of the game in Television and Film at the same time – and just one name comes to mind recently that has deeply influenced both with his visionary style, and that man is J.J. Abrams. The creator of such hit series as Felicity, Alias and Fringe – and not counting the cult-like global religion of Lost – had his first taste of the big screen courtesy of Tom Cruise, who offered him to pump back energy into the Mission Impossible franchise, and there’s no doubt the third installment in the series, directed by Abrams in 2006, is by far the most kinetic. But when Abrams, instead of just looking for the next star vehicle, started revisiting some of his personal themes, going from Sci-fi to Time Travel to homages to Old Classics, Hollywood soon realized they had not just found another action director, but a bona-fide auteur. The first chapter in his own personal cinematic canon was Cloverfield, which he produced in 2008, a new, 2.0 vision of the ‘Monster Movie’ for the 21st Century, all shot in a firstperson POV style reminiscent of countless YouTube videos. Next in line was a descent into the roots of where it all began, probably the most influential science-fiction series ever. Developing a prequel to the stories of such beloved characters literally meant re-writing History, but his Star Trek (2009) proved more than just a spin-off, and pleased fans both old and new. Now with Super 8 (2011), the big opener in Locarno, he moves into Spielberg-territory, again with a supernatural element that happens to step in front of someone’s camera. “I’ve always liked working on stories that combine people who are relatable with something insane,” he says. “The most exciting thing for me is crossing that bridge between something we know is real and something that is extraordinary. The thing for me has always been how you cross that bridge…” (Massimo Benvegnù)
Some like
it Cool!
www.delea.ch
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Grosse Gefühle auf der Piazza Grande. Mit Swisscom am Festival del film Locarno. Jedes Jahr im August verwandelt sich Locarno in ein Eldorado für Filmbegeisterte aus der ganzen Welt. Swisscom unterstützt das Filmfestival zum 15. Mal als Hauptsponsor. Ein Happy End gibts in diesem Jahr für den Regisseur Abel Ferrara: Er wird mit dem Pardo d’onore Swisscom für sein Lebenswerk ausgezeichnet. www.swisscom.ch/locarno
Pardo Live
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Concorso internazionale
Tra le porte d’albergo di un intrigo Incontrarsi una notte a Beirut e finire inghiottiti nel gorgo di un intrigo fatto di paure, desideri, ricatti e violenze. O, detto in altre parole, bruciare in dieci giorni una storia d’amore lungo il fondale notturno di una paese, il Libano, che è sempre in bilico tra la guerra e la pace. Questa la miccia che innesca Beirut Hotel, il nuovo noir di una regista come Danielle Arbid, libanese di nascita ma trapiantata da anni a Parigi, la cui presenza a Locarno si è fatta felice consuetudine. Tante pellicole selezionate nel corso degli anni (Aux frontières e Étrangères nel 2002, This Smell of Sex nel 2008), ma robusto anche il palmarès che le ha consentito di portare a casa una prestigiosa doppietta in quello che allora si chiamava Concorso video: nel 2000, Pardo d’argento con Seule avec la guerre, nel 2004 Pardo d’oro per Conversations de salon. E ora il ritorno a Locarno che sprofonda sensualmente nelle tinte noir di una Beirut in cui tutto può sfuggire di mano da un secondo all’altro, soprattutto se lo scandaglio visivo viene filtrato
attraverso i luoghi passepartout di stanze d’albergo, sedili di macchine, sale concerto e strade scisse tra luminarie moderne e bui del passato. È in questa parte benestante della città, dove ricchezza e potere adombrano background di ricatti e violenze, che un uomo e donna finiscono per cozzare casualmente l’uno contro l’altro, innamorandosi di colpo. Lei (Darine Hamzé), voce suadente sotto folta chioma nera, è una cantante libanese, perseguitata dal marito da cui vorrebbe divorziare. Lui (Charles Berling), un avvocato francese, in missione per affari in Medio Oriente, e ben presto sospettato di essere una spia al servizio degli israeliani. Nel giro di poco tempo, l’avventura amorosa si fa avventura tout court, strattonata nel garbuglio di complotti e negli odori di guerra che stanno dietro alle mille luci di Beirut. (Lorenzo Buccella)
Beirut Hotel
Auditorium fevi, il 4 | 8 | 2011, ore 11.00 Concorso internazionale
Sitaru back to Locarno with Best Intentions
Adrian Sitaru returns to Locarno, where he won the Pardino d’oro in 2007 for Waves, with an impressive dark dramedy, one easily identifiable to anyone who has dealt with the delicate problems
stemming from the illness of a parent. In such cases, everyone becomes a doctor, or, to paraphrase Renoir, “Everyone has his opinions.” Din dragoste cu cele mai bune intentii (Best Intentions) follows the experience of Alex David (Bogdan Dumitrache, recognizable from many films in the Romanian New Wave), who is thrown for a loop when his mother unexpectedly suffers a stroke. He travels back from Bucharest to his hometown, where he tries to deal with his mother’s sickness in the best way that he can—arguing with everyone around him. In the carnival-like hospital sits a flawless ensemble cast who play doctors, family members and patients (including one, horribly scarred in a car accident, sporting a rabbit mask), each of whom reflects Alex’s insecurities back on
him. As each small mistake is compounded, Alex’s journey towards discovering his own powerlessness leads him to a state of heightened paranoia. Sitaru and cinematographer Adrian Silisteanu again employ their distinctive frontal POV style of shooting as way to placing viewers smack in the middle of each scene. In this deeply humanist work, Sitaru implies Alex is blind to his actions, truthfully reflecting the reality of our own arrogant futility in the face of what we cannot control. (Mark Peranson)
Din dragoste cu cele mai bune intentii
Auditorium fevi, il 4 | 8 | 2011, ore 16.15
10
www.aet.ch
Pardo Live
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Concorso Cineasti del presente
Un uomo-albero e la Cina che cambia la Cina Un uomo-albero piantato su un terreno che gli sta cambiando sotto i piedi. Con un passato traumatico da digerire, un presente perennemente segnato dai ritmi obbligati di un divenire, proprio mentre il racconto del futuro non può che appoggiarsi a flash da capacità divinatorie. Ancora una volta, nella sua scabra eleganza sintattica, un film cinese cerca di catturare dentro la propria cinepresa la forza d’urto del cambiamento che attraversa il paese, frizionando i rapporti tra campagna e città. Prodotto dal Pardo d’onore Swisscom dello scorso anno, JIA Zhang-ke, Hello! Shu Xian Sheng (Mr. Tree), opera seconda del regista Jie Han, muove i propri passi al seguito di Shu (nome emblematico, perché in cinese vuol dire albero), un giovane scapolo che vive con eccentrica marginalità all’interno di un villaggio in via d’abbandono. Zona ad alto sfruttamento minerario e sempre più soggiogata a un ingordo bisogno di spazi, dalla mattina alla sera, sulla via principale passa di continuo un camioncino che millanta tutti i vantaggi pubblicitari di un trasferimento in una vicina città, fresca di costruzione.
Shopping Pardo
Il trasferimento di Shu nel capoluogo di provincia diventa però la zona d’innesco di uno strappo di vita, grazie alla presenza di una ragazza sordomuta che diventa ben presto sua moglie. Pizzicata qua e là da una musica pop, la traiettoria di vita del protagonista stornerà i suoi conflitti interiori nelle capriole di una commedia pronta a usare le sue doti profetiche per riappropriarsi di una promessa di futuro. (Lorenzo Buccella)
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Hello! Shu Xian Sheng
La Sala, il 4 | 8 | 2011, ore 11.00 Concorso Cineasti del presente
“Alterstadt” 6600 Locarno - 091 751 37 21
On the Psychosexual American Highway
What makes characters unlikeable? When they say or do things that we’d do ourselves, given the opportunity to do so without any social repercussions? And why are we impelled to demand watching characters that are “likeable” in the first place? In his second feature, writer-director Alex Ross Perry picks up the baton of shame and self-loathing from the novels of Philip Roth, mixes it with the
films of Vincent Gallo and Jerry Lewis, and drives it down the psychosexual American highway, reveling in awkwardness and embarrassment. JR (co-writer Carlen Altman), an aspiring weather girl whose celebrity crush is Moses (yes, from the Bible) and unaspiring writer Colin (director Perry, who could be voicing a Muppet), are a bickering brother and sister, travelling on the road to reclaim JR’s belongings from the apartment she shared with her professor-lover. This is mainly a pretext to throw these warped siblings with raging ids together in motels, diners, bathrooms (many bathrooms) and public settings— including a party from hell—and observe their logorrheic-driven superiority to all that they encounter. Shot on blackand-white 16mm to resemble Robert Frank’s The Americans and with rapid-fire Hawksian comedic dialogue, The Color Wheel is an adventurous film with that might work extra hard not to be loved, but
PELLETTERIA GABY by Gaby Scettrini
Via Balestra 9 - 6600 Locarno Tel. 091 752 22 52 - Fax 091 752 22 10
succeeds as a unique construction in the current landscape of post-mumblecore American indies, a dark and twisted comedy that pushes the rules to their appalling limits. (Mark Peranson)
The Color Wheel
La Sala, il 4 | 8 | 2011, ore 18.30
4 | 8 | 2011 09.00
Ex-Rex
& 10 | 8 | 2011
Retrospettiva Vincente Minnelli
Kismet
11.00 Auditorium fevi
& 5 | 8 | 2011
Appellations Suisse
Sennentuntschi
USA · 1955 · 35 mm · Color · 113’ · o.v. English · Subt. Spanish
Switzerland/Austria · 2010 · 35 mm · Color · 110’ · o.v. Swiss-German · Subt. English
Dir.: Vincente Minnelli
Dir.: Michael Steiner
14.00
La Sala
& 5, 6 | 8 | 2011
Pardi di domani
Concorso internazionale 1
Respect France · 2010 · DCP · Color · 15’ · o.v. French · Subt. English, Italian Dir.: Benoit Forgeard Neighbours United Kingdom · 2011 · Beta digital · Black and White · 16’ · o.v. English · Subt. French, Italian Dir.: Josh Levinsky Do You Have a Story? Croatia · 2010 · Beta SP · Color · 21’ · o.v. Croatian · Subt. English, French Dir.: Dario Jurican
14.00
11.00
La Sala
& 5, 6 | 8 | 2011
Concorso Cineasti del presente
Hello! Shu Xian Sheng (Mr. Tree) China · 2011 · 35 mm · Color · 88’ · o.v. Mandarin · Subt. English, French
13.30
L’altra Sala
Dir.: Jie Han
Kursaal
Ex-Rex
& 13 | 8 | 2011
Auditorium fevi
& 5, 6 | 8 | 2011
Dir.: Vincente Minnelli
Madame Bovary
USA · 1949 · 35 mm · Black and White · 114’ · o.v. English
Open Doors Screenings
Dir.: Vincente Minnelli
Aag
Concorso internazionale
Beirut Hotel
Lebanon/France · 2011 · DCP · Color · 98’ · o.v. French/English/Arabic · Subt. French, English
The 4 Horsemen of the
USA · 1962 · 35 mm · Color · 153’ · o.v. English · Subt. French
Retrospettiva Vincente Minnelli
14.00
Retrospettiva Vincente Minnelli
Apocalypse
& 11 | 8 | 2011
Dir.: Raj Kapoor
Die Vier im Jeep
Dir.: Leopold Lindtberg, Elizabeth Montagu
Ex-Rex
India · 1948 · 35 mm · Black and White · 138’ · o.v. Hindi · Subt. English
Programmi speciali: Cinema svizzero riscoperto
Switzerland · 1951 · 35 mm · Black and White · 95’ · o.v. French/English/ German/Russian · Subt. German, French
Dir.: Danielle Arbid
La Sala
& 5, 6 | 8 | 2011
Pardi di domani
Concorso internazionale 1 16.15
Bez sniegu (Without Snow) Poland · 2011 · 35 mm · Color · 35’ · o.v. Swedish · Subt. English, French Dir.: Magnus Von Horn
Auditorium fevi
& 5, 6 | 8 | 2011
Concorso internazionale
Din dragoste cu cele mai bune intenţii (Best Intentions) Romania/Hungary · 2011 · 35 mm · Color · 105’ · o.v. Romanian · Subt. English, French Dir.: Adrian Sitaru
Discover Ticino with the combined offers from PostBus www.postbus.ch/leisureclick
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16.15
La Sala
& 5 | 8 | 2011
Fuori concorso: Jeonju Digital Project
Un héritier
France/South Korea · 2011 · DCP · Color · 22’ · o.v. French · Subt. English
19.00
Ex-Rex
Retrospettiva Vincente Minnelli
Ex-Rex
& 10 | 8 | 2011
Introduced by Luca Guadagnino
& 10 | 8 | 2011
Meet Me in St. Louis
USA · 1944 · 35 mm · Color · 113’ · o.v. English · Subt. Spanish
Dir.: Jean-Marie Straub
Dir.: Claire Denis
Ex-Rex
& 8 | 8 | 2011
Dir.: Vincente Minnelli
Programmi speciali: I film delle giurie
Maicling pelicula nañg ysañg Indio Nacional (A Short Film About the Indio Nacional) Philippines · 2005 · 35 mm · Color and Black and White · 96’ · o.v. Filipino · Subt. French
16.30 Ex-Rex
USA · 1948 · 35 mm · Color · 102’ · o.v. English · Subt. French
Raya Martin – Concorso Cineasti del presente Jury
Dir.: José Luis Guerín
The Pirate
21.15
Memories of a Morning South Korea · 2011 · DCP · Color · 47’ · o.v. Spanish · Subt. English
Retrospettiva Vincente Minnelli
Dir.: Vincente Minnelli
Aller au diable South Korea/France · 2011 · DCP · Color · 45’ · o.v. French · Subt. English
23.30
Dir.: Raya Martin
Retrospettiva Vincente Minnelli
Designing Woman
USA · 1957 · 35 mm · Color · 117’ · o.v. English · Subt. French Dir.: Vincente Minnelli
18.30 Auditorium fevi
& 5 | 8 | 2011
Fuori concorso
Let the Bullets Fly China/Hong Kong (China) · 2010 · 35 mm · Color · 132’ · o.v. Mandarin · Subt. English, Chinese
21.30
Dir.: Wen Jiang
Piazza Grande
Headhunters Norway/Denmark/Germany · 2011 · DCP · Color · 101’ · o.v. Norwegian · Subt. German, French Dir.: Morten Tyldum
Hell First feaure Germany/Switzerland · 2011 · 35 mm · Color · 86’ · o.v. German · Subt. English Dir.: Tim Fehlbaum
La Sala
& 5, 6 | 8 | 2011
Concorso Cineasti del presente
The Color Wheel
USA · 2011 · DCP · Black and White · 83’ · o.v. English · Subt. French, Italian Dir.: Alex Ross Perry
free
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Locarno-Magadino-Indemini Combi-ticket including a free snack at Ristorante Indeminese. Info: 0900 311 311 (CHF 1.19/Min.) or www.postbus.ch/leisureclick Webcode 10496
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10 anni
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Pardo Live
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Fuori Concorso
Veteran Filmmakers go Digital, thanks to Jeonju Once again this year, three established filmmakers have taken part in the Jeonju Digital Project 2011 by each making a short film on a digital format. In documentary mode, Claire Denis’ Aller au diable goes deep into the Amazonian forest in search of an Aluku, a descendant of a tribe that originated in Africa and fled into the forest in the 17th century to escape slavery. In a more intimate register, for Memories of a Morning, José Luis Guerín films the façade of the building opposite him. Enclosed within their respective spaces, his neighbours’ lives are seen through the frame of their windows. The film changes radically however when one of them, a violonist in his fifties, throws himself out of the window in despair. The filmmaker goes out onto the streets and into local shops to try and find out which connections he might have had that could have dissuaded the poor man. A filmed adaptation of an extract from the text Au service de l’Allemagne by Maurice Barrès (1905), Jean-Marie Straub’s Un héritier wanders the paths
along Mont Saint Odile in Alsace. The story a young Alsatian country doctor tells to a native of Lorraine, played by Straub, deals with the fundamental topic of the hereditary enemy, through the example of Alsace-Lorraine. And Straub,
like Claire Denis and José Luis Guerín, proves definitively that digital has not killed off cinema, far from it. (Carine Bernasconi )
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Pardo Live
3 | 8 | 2011
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Retrospettiva Vincente Minnelli
“Sensitive, emotional, political”: Jean Douchet on Minnelli
“I discovered Minnelli quite late, because he was considered a specialist in the musical, rather than as a maker of melodrama. “Les Cahiers du cinéma” liked his work alright, but no more than that. His films looked good, but he wasn’t considered an auteur. From 1958 on, with Some Came Running and the major melodramas, “Les Cahiers” began taking more of an interest in Minnelli, thanks
to Jean Domarchi and myself. Minnelli’s intelligence is purely one that is sensitive, sensorial, emotional, but at the same time he had a political and social worldview. Minnelli’s great theme is that reality is scary and dangerous for the individual. His protagonists flee reality, but the more one shuts oneself up in a constructed reality, the more destructive it becomes. Minnelli invented a constant impulse to escape, which is liberating only in his musicals. Musicals were immediately embraced. They are obvious. His genius was to take fixed sets and turn them into a kind of living organism, through a play of colour and constant variations in texture. Minnelli’s characters are always searching for their own coloration, and it is magnificent. Individuals have no protection at all, all the characters are fragile and somewhat morbid, and always deeply unstable. Minnelli’s world is a violent world, all the more violent since he has the gall to show us things that are nice and sweet. He is like a microbe infiltrating itself into MGM to screw everything up while giving the
impression of respecting the contract. That’s also why Minnelli was destroyed when MGM stopped producing. If ever a filmmaker embodied the truth of the politique des auteurs and mise en scène, it was Minnelli. Minnelli made musicals, comedies and melodramas: he never ventured into other genres. The Clock appealed because it was a serious film, with an intelligent script. Undercurrent is also quite remarkable, the only problem is that the script is not perfect. But Katharine Hepburn, Robert Taylor (nearly as perfect as he was in Party Girl) and Robert Mitchum are magnificent in the film. In Minnelli’s films, family is very important as the basis of society. In Undercurrent, for example, there is the figure of a wonderful father. The father-daughter or father-son relationship recurs in several films, there is a psychoanalytical dimension that is not broached directly but clearly informs the filmmaking. In Father of the Bride of course, but also in The Reluctant Debutante, a film I love. But it is not always about the family in an obvious, straightforward way; it may also take the form of a dream-fantasy family (Meet Me in St. Louis, The Pirate). I am delighted that the Festival del film Locarno is organising a complete Vincente Minnelli retrospective, since I feel he has still not been given the status he deserves.” Jean Douchet, interviewed by Olivier Père
Fondazione Bally per la Cultura ha come obiettivo quello di cercare e mettere in luce artisti ticinesi che avranno l’opportunità di essere sostenuti e supportati a livello internazionale da uno dei Brand più famosi nel settore del lusso. Fondazione Bally ricerca artisti nel campo delle arti figurative quali pittura, scultura, fotografia e grafica. Inviate la vostra candidatura a:
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Waiting for the Festival h 21.58
h 09.01
2 | 8, Amarcord: “Ti ricordi quanti eravamo quella notte in Piazza Grande?”
3 | 8, Tra gli addetti ai lavori... pardati c’è già il tutto esaurito
h 10.27 3 | 8, Prime annotazioni per il giurato Zhu Rikun: è già TotoPardo?
h 10.23 3 | 8, A Locarno anche le brave ragazze si danno le arie!
h 21.35 2 | 8, I tre tenori del Festival del film Locarno. Il Direttore artistico Olivier Père, il Presidente Marco Solari e il Direttore operativo Marco Cacciamognaga.
Pardo Live
3 | 8 | 2011
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h 22.03 2 | 8, Voglio una sedia!
h 22.43 2 | 8, “The Magic Box”. Ecco da dove nasce l’incantesimo di Piazza Grande.
h 12.07 3 | 8, Lo sguardo del capo Branco della giuria. Paulo vede già il Pardo?
h 21.38 2 | 8, La Gradisca di Fellini incanta e canta per il pubblico di Locarno. Magali Noël: stesso abito di scena, stesso fascino.
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Fuori Concorso
A gift from me to the audience
$OLDI $UBITO
RITIRO ORO E GIOIELLI FINO A 40 CHF/GR Palazzo City Via Della Pace 1 - Locarno
ORAFO
You thought there would be Mozart on the turntable and a discussion on the composer in a Chinese actioner filled with sex, violence and humour? Try Let the Bullets Fly, Chinese actor Wen Jiang’s fourth feature as a director, with himself in one of the leads. But after all he was named French chevalier for his contribution to cinema. Set for its European premiere in the Fuori concorso at the Festival del film Locarno, Let the Bullets Fly last year grossed CNY 730 million ($113 million) box-office in mainland China, only second to Avatar, and a record for a domestic production. Set in the 1920s (the Age of Warlords), the screen adaption from Shitu Ma’s novel follows Pocky Zhang, the leader of the Mahjong Gang - a marksman and an outlaw, Robin Hood-style – facing a show-down with the Godfather of opium and labour trafficking in a small provincial town. ”When I meet a good director, I want to be an actor. When I meet a good actor, I want to be a director. When I meet an actor like Wen Jiang ... well, I probably want to be
the director,” he said in a recent television interview, after his 26th feature film role, this time opposite another Chinese star, Yun Fat Chow. ”Admittedly, these last years I have been making the same film – The Sun Also Rises – which is now released as Let the Bullets Fly, due to distributor strategy. While The Sun was a gift to me from heaven, Bullets is a gift from me to the audience; one reached a spiritual level, the other is mainly exciting and entertaining. A graduate from Beijing’s Central Drama Academy, Jiang shot to early fame for his performances in Xie Jin’s Hibiscus Town (1986) and Zhang Yimou’s Red Sorghum (1987). His direction of Devils on the Doorstep won the Jury Grand Prix in Cannes 2000, while The Sun Also Rises (2007) was selected for competition in Venice. (Jørn Rossing Jensen)
Let the Bullets Fly
Auditorium fevi, il 4 | 8 | 2011, ore 18.30 JEWELLER
Locarno Summer Academy
Zoltan Gioielli via alla Motta 11 6601 Locarno Tel. +4191 751 64 62 www.zoltan-locarno.ch
Locarno Summer Academy, buona (anche) la seconda Largo ai giovani. Con i suoi due anni di vita, la Locarno Summer Academy è ancora una bambina, ma è già un’istituzione. Punto d’incontro e contaminazione, il progetto del Festival del film Locarno e dell’Università della Svizzera Italiana (con il sostegno della Ernst Göhner Stiftung di Zugo) è già un luogo di riferimento per le nuove generazioni di aspiranti cineasti. Giovani da tutto il mondo – trenta per la precisione, attentamente selezionati dai coordinatori scientifici, Gregory Catella e il prof. Giuseppe Richeri, insieme al loro team – dall’8 al 13 agosto si confronteranno in un programma serrato di iniziative con docenti di livello internazionale (tra gli altri Amedeo D’Adamo, Christophe Bruncher, Simon Perry, Katriel Schory, Kristina Trapp), che aiuteranno a crescere un gruppo selezionato di professionisti del cinema. Doppia l’ottica di questa edizione: se è vero, infatti, che i lavori saranno incentrati
sul mestiere del produttore e sul processo di creazione del film nella sua interezza, nel tentativo di coprire tutto l’universo della Settima Arte, quest’anno si “aprirà” anche la Locarno Critics’ Academy, in collaborazione con la Swiss Film Journalists’ Association. Sotto la supervisione editoriale di un giornalista di quest’ultima, sei giovani promesse del giornalismo cinematografico svizzero si cimenteranno in un blog quotidiano sul festival. Dal produttore, insomma, al consumatore. Critico. (Boris Sollazzo)
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News
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Arte e cinema a doppia mandata
Quando il cinema finisce per pedinare l’arte lungo due rotte complementari: facendo film che aprano finestre sulla Picasso Luciano Emmer, 1954 storia o sulla critica dell’arte oppure realizzando forme di creazioni artistiche autonome. È questa la strisciata visiva che propone l’esposizione al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona, Videoderive dell’arte. Lo sguardo sincrono, in concomitanza ai giorni del Festival del film Locarno. Ne firmano la curatela, Anna Lisa Galizia e Adriano Kestenholz, autore di alcuni filmati presenti nella collezione e ora ideatore di un allestimento d’insieme incentrato su un’analogia dinamica tra schermi e dipinti.
Un viaggio a passo di film che scivola di sala in sala per rendere conto della diversità d’approccio che caratterizzano i rapporti a doppia mandata tra arte e cinema. D’altra parte, proprio in questo ambito Villa dei Cedri si è profilata per l’impegno con cui ha sempre fatto interagire proiezioni e produzioni espressamente realizzate per gli spazi espositivi. Dalle opere dello stesso Kestenholz (Félix Vallotton, René Auberjonois, Adolfo Feragutti Visconti, Les Ombres de Camille Claudel ) all’ultimo lavoro firmato dalla regista ticinese Alessandra Gavin Müller, intitolato Villa dei Cedri. Architettura sentimentale (2008). A completare il quadro dei saggi che costellano il catalogo della mostra, c’è anche quello del Direttore artistico del Festival, Olivier Père, incentrato sulla figura di Luciano Emmer, tra gli autori più atipici del panorama italiano post-bellico e scomparso nel 2009. (Lorenzo Buccella)
Moving screens Temporary artistic intervention. A great window as fictional screen, ready to transform every second of real life – stolen from the whirlwind of the people walking by, the tourists and the festivaliers – into a sort of extemporaneous cinema. After the success registered in other Swiss cities, in these days the installations Real fiction Cinema (produced by Littmann Kulturprojekte) are stopping off in Locarno. More precisely, in Largo Zorzi and at the Porto Regionale, not to mention the Asconese “excursion” to Piazza Torre. A singolar way to catch the people in movement in front of the framing created by the vast structure (12 meters of length, 5 meters of width and 2.70 meters of height). The persons become the main characters of the individual film that each spectator can build by himself/herself, simply taking one of the 23 seats which constitute a sort of movie theater for this occasion. In order to strengthen the cinematographic impact, Klaus Littmann (from Basel) will make use of music and soundtracks chosen by the Dutch artist Job Koelewijn and the Swiss composer Niki Reiser. (L.B.)
Bar Magnolia – Spazio RSI
Bistrot Teatro Paravento
Fashion 2Shé
LaSuiteDuFestival
La Rotonda del Festival
Enjoy Beach – Lido Locarno
Oasi Casablanca
Max Way
Seven Sealounge
Teatro La Cambusa
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Photo by Edo Bertoglio
The future of the cinema? In ten years, as tonight, the cinema, a square like Piazza Grande: I don’t want to write an epitaph. — Rebecca Zlotowski, director
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Commedie come «Tutti pazzi per Mary» con Ben Stiller e Cameron Diaz favoriscono sensibilmente l’irrorazione sanguigna. Storie tragiche come il film di Spielberg «Salvate il soldato Ryan» la influenzano invece negativamente. (Heart Journal)
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Until skill and passion lead to success. And awaken your enthusiasm. Until inspirational ideas and professionalism result in great works. Until acknowledgement becomes enthusiasm. Experience cultural highlights such as the Festival del film Locarno, which we have supported as a partner for 30 years. Until you are fully convinced of the sustainability of our commitment, you can count on this:
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