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Pardo Live 2 | 8 | 2012

Alain Delon Lifetime Achievement Award

Pardo Live Partner


Senza pelle | Winner of the Prix du Public UBS in 1994 | Alessandro D’Alatri, director

You are the Jury. Award the prize, win a prize in the Piazza Grande. www.pardo.ch/ubs


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Editorial | Day two

News

Delon, le don This evening on the Piazza Grande we will have the pleasure and honour of presenting a Lifetime Achievement Award to Alain Delon. Is there any European actor more deserving of the status of world movie star? Is there any other actor of his generation who can boast of having featured in so many major films and masterpieces? Is there any other actor who has proved as irresistible to so many great and such diametrically opposed directors: Clément, Visconti, Antonioni, Melville, Zurlini, Losey, Godard. Is there any other actor with the capacity to arouse so much desire, admiration and emotional excess in women as well as men? “Delon, le don” was the title Les Cahiers du cinéma gave an interview published for the occasion of a Cinémathèque française tribute to Alain Delon in 1996. A felicitous anagram on his name (“don” = gift in French) to define

a great film actor both hyper professional and instinctive, a workhorse who from the very start has been smart enough to understand that in front of the camera it is enough “to be”. “His films are, first of all, documentaries about Delon” wrote Jean-François Rauger in a fine article on the actor, “L’unique et son double” (in L’œil qui jouit, éditions Yellow Now). Documentaries made by some of the greatest stylists in modern cinema. Alain Delon’s first gift is obviously his beauty. His second, to have created a unique relationship between his image, filmmakers and viewers. (Olivier Père)

Photo of the day

Le cuciture di un Festival Da una parte, Piazza Grande come le porte di un saloon da grandi nomi. Esce Charlotte Rampling, entra Alain Delon, con l’occhio di bue a stringere su icone che hanno illuminato la storia del cinema recente e contemporaneo. Dall’altra, tutta l’effervescenza della cinematografia più giovane che spinge, spunta e magari spiazza dagli scaffali del Concorso internazionale e dei Cineasti del Presente. Schizofrenia locarnese? Non proprio, perché in realtà sono mondi solo all’apparenza lontani, se li si inserisce e li si fa dialogare in quel luogo di cuciture cinematografiche che è Locarno. La testimonianza, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di un Festival che vuole leggere i nodi del cinema della contemporaneità e che per farlo si piega ogni volta a raccogliere e annodare i differenti fili che compongono il gomitolo delle nostre visioni. Il passato che rimbalza sul presente, l’altrove che cerca il tetto di una nostra vicinanza, il film di genere che diventa scandaglio autoriale. Sono i tanti margini di provenienza di una piazza cinematografica dove al centro c’è sempre un grande schermo a far da calamita. (Lorenzo Buccella)

News

Calici alzati per Chris Marker

The arrivals of the day, thanks to SWISS

Violeta Bava, producer Craig Zobel, director Leos Carax, director Souleyman Cissé, producer Jean Paul Civeyrac, director Paul Dano, actor

Jonathan Dayton, director Valerie Faris, director Alain Delon, actor Ann Dowd, actress Kylie Minogue, singer Christoph Schaub, director

In treno all’evento e prevendita alla stazione FFS.

L’appuntamento è stato oggi alle due di pomeriggio. Un vero e proprio brindisi collettivo. Ognuno con un bicchiere di vodka in mano per ricordare e salutare Chris Marker. Così, il mondo del cinema ha voluto ricordare il grande maestro del film sperimentale, uno dei pionieri della forma cine-saggio, autore di un capolavoro come La Jetée (1963), scomparso all’età di 91 anni lo scorso 30 luglio. Oggi, i funerali a Parigi, ma in tutto l’ecumene cinéphile si è compiuto questo rito corale per marcare l’addio in una maniera che anche il grande cineasta avrebbe gradito. E così pure a Locarno, alle 14, da Jean-Michel Frodon a Luciano Rigolini, passando per altri giurati del Concorso Cineasti del presente, hanno alzato i calici. Cin cin, Chris. Adieu. (L. B.)


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In terms of what you wanted to do, and your professional obligations, is there anything you have never been willing to forego? My independence and freedom of choice. At the start of my career it was the great directors especially who chose me. In my career I’ve been lucky to have the privilege of always doing what I wanted to do, when I wanted and with whom I wanted.

Nella mia carriera mai nessun compromesso che intaccasse la mia indipendenza e la mia libertà di scelta

You’ve gained your place in film history because of your performances in numerous masterpieces, but also because of your beauty. It was the era of “young leading men”. They liked actors who were starting out to be handsome. Before me, there was Jean Marais, who was first of all extraordinarily handsome. Afterwards, it was not enough to be handsome, you had to be good, otherwise you didn’t last very long.

Alain Delon 5 questions to An indipendent and solitary leading man who has always had the luck to do what he wanted to do. Like acting for Visconti, Clément and Melville

You have often played quite complex roles. How do you convey that ambiguity on the screen? It comes from the communion between the actor and the director. It’s a personal conversation between the two of you. If he is able to ask me for something, then I can give it to him. I have always felt at ease with the camera. I look at it as if I’m looking into a pair of eyes, it has never bothered me. I love looking at the lens, it’s as if I was looking at the viewer and talking directly to him. Rocco and his Brothers was a turning point in your career. The real turning point was René Clément’s Plein Soleil. It was after seeing Plein Soleil that Visconti asked me to do Rocco. 1959 to 1963 were the Roman years, Plein Soleil, Rocco and his Brothers, The Leopard. I’d wish such an experience for all actors.

You have often played roles in stories involving doppelgangers and substitution, solitary and melancholy figures. Should we regard this as a result of your choices, or did you feel that it was you, the very essence of you, that led filmmakers in that direction? Both. They immediately saw me like that, because I was like that. As time has passed, I have remained like that. Always roles as a solitary type, a man in search of himself, his life, his double, his partner. Clément was the first to feel this, and then soon afterwards, Visconti. And Jean-Pierre Melville gave that a concrete expression in all his films. (Olivier Père)

Mi hanno sempre assegnato ruoli solitari e malinconici perché io ero e sono rimasto così


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Alain Delon Focus

È la faccia d’angelo più tagliente del cinema europeo. Quella che nei panni del giovane furfante Tom Ripley ha rubato identità miliardarie in pieno sole (Plein Soleil, 1960), cinica e opportunista, con la banda nera su un occhio, quando è sbucata tra i tavoli del Gattopardo (1963) o ancora, con la pupilla inchiodante, sotto il Borsalino (1970) d’ordinanza, quando detta legge ai clan marsigliesi. Un volto che ha strisciato un’intera epopea cinematografica, visto che sono rare le personalità che alla stregua di Alain Delon sono riusciti a dare sangue e carisma a una galleria di personaggi complessi e collocati sempre lì, in una zona grigia d’ambiguità dove il bene è un’immagine lontana e il male una condanna. Durezza, nerbo e ruvidità, passati attraverso il “correttivo” spiazzante di un’avvenenza di ghiaccio. Un contrasto voluto e cercato fin dall’incipit della sua avventura, quando dopo aver fatto una lunga serie di lavori umili, viene scoperto e portato sul grande schermo dal regista e sceneggiatore francese Yves Allégret che lo fa debuttare nel film Quand la femme s’en mêle (1957). Da lì a poco, ecco il primo duetto con l’amicorivale Jean-Paul Belmondo in Sois belle et tais­toi e, successivamente, Christine di Pierre Gaspard-Huit, dove conosce Romy Schneider con cui allaccerà una relazione sentimentale. Ma è nel 1960 che il suo sentiero filmico trova un vero e proprio turning point. È sul suo fisico dolente infatti che s’appoggia quel capolavoro corale di Rocco e i suoi fratelli fratelli, il film che segna l’incontro determinante con Luchino Visconti. La figura del pugile immigrato Rocco Parondi allarga un ritratto che sembra marcare una luminosa eccezione rispetto alle tipologie d’uomo che s’incarneranno nelle sue performance future. Quelle che da lì in poi continueranno a

Plein Soleil (1960) miscelare esperienze d’autore a una predilezione per quel genere “polar” che pare rinnovarsi nelle dinamiche colpo-su-colpo promosse dalla sua presenza, a volte nel côté malavitoso, a volte in quello della polizia, ma sempre in modo mai pacificato. E per carpirne lo slalom attoriale, basta scivolare lungo le curve più seducenti della sua filmografia, dal Gattopardo (Luchino Visconti, 1963) all’Eclisse (Michelangelo Antonioni, 1962) 1962), da Paris brûle­t­il? (René Clément 1966), a Le Samouraï

Rocco e i suoi fratelli (1960) (Jean-Pierre Melville, 1967), senza contare il grande boom ai botteghini ottenuto con un cult­movie come Borsalino (Jacques Deray, 1970). Giusto un sunto veloce di titoli, nella mappa dei tanti citabili, sempre scortati, preceduti o amplificati, da una fama popolare di tanto divo tanto ribelle. Non a caso, per molto tempo i media britannici lo hanno soprannominato “la Brigitte Bardot al maschile”, saldando e veicolando l’immagine di un cinema francese capace di occupare tutta la vetrina internazionale.

Rocco e i suoi fratelli (1960)

(Lorenzo Buccella)

WHEN WAS THE LAST TIME YOU REALLY DROVE A CAR? GT86. FEEL REAL.


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Piazza Grande

Il regista

La Foresta Nera di una gioventù abbandonata La solitudine dei bambini. La Foresta Nera di una Germania spaccata dalla guerra. E la forza gravitazionale di una colpa nazista che finisce per incombere sul destino dei figli, soprattutto quando i padri sono ufficiali delle SS. Temporalmente potremmo essere lì, nell’infanzia alienata di una Germania anno zero, ma ovviamente questa volta non ci sono le macerie tragiche e a caldo del capolavoro rosselliniano, bensì una delle tante riprese di quegli eventi, elaborate nella grande distanza di tempo di chi torna adesso ad affacciarsi sul tema, affrontandolo da un’angolazione morale differente. Quello di una gioventù hitleriana disillusa dalla perdita del “padre” che lentamente e a fatica riesce ad aprire gli occhi sul mondo. Lo mette in campo – con modalità già calcate da un certo cinema anglosassone – la regista australiana Cate Shortland, che dopo l’esordio di Somersault (2004), un film sulla formazione erotica e sentimentale di una ragazza di sedici anni, rimane in ambito adolescenziale, ma spostando la propria vicenda in uno degli angoli più brucianti del secolo scorso. Siamo nel 1945, i giorni della morte del Führer, quando i falò dei documenti nazisti bruciati non nascondono il passato di chi sui dettami hitleriani aveva incardinato la vita e l’educazione dei figli. Arrestati i genitori dalle Forze Alleate, la giovane Lore (Saskia Rosendahl) è costretta a far da chioccia ai suoi fratellini, iniziando una fuga verso la casa della nonna nell’estremo nord di una Germania, qui perlustrata nel bosco continuo di una serie di dettagli horror, seminati a indizi dell’eredità lasciata sul sangue e sul suolo. E così, nella parabola quasi-favolistica del film, sono soprattutto gli incontri casuali del viaggio a far da didascalia al cuore malato di un paese che sembra continuare a vivere nonostante la morte apparente del suo organismo. Uno scivolo morale che non disdegna le ambiguità da zona grigia di chi si trova costretto, per sopravvivere, a superare il muro dei pregiudizi profondamente inculcati dalla propaganda. Se un percorso di formazione c’è può solo avvenire dopo l’immersione consapevole nella deformazione di tutto quanto c’è stato attorno. (Lorenzo Buccella) Lore Piazza Grande, il 2 | 8 | 2012, ore 21.30

The winner is: Frowin Walter, D – 06114 Halle Pick up your prize at the UBS branch, Largo Zorzi, Locarno.

Through the Aftermath of Holocaust

Australian writer-director Cate Shortland’s feature debut, Somersault, was launched in Un Certain Regard at the Cannes International Film Festival in 2004; the teenage story of love and sex won 11 Australian Film Institute Awards, just missing out on the two for Supporting Actors. While signing numerous productions for television, her follow-up on the success, Lore, was seven years in preparation – now it is ready for its international premiere on the Piazza Grande (“It is my first time in Locarno, I just arrived, and I cannot wait to see it – I have heard so much about it”). After the collapse of Nazi-Germany in the spring 1945, Lore – the daughter of a high-ranking SS officer involved in mass murder, now imprisoned by Allied forces – takes her brothers and sisters in security at their grandmother’s house, a 900km journey up North from Bavaria through the devastated country. In 1939 the father was a hero, Lore never questioned the Nazi regime – now he came back as a criminal. On the road she begins to see the reality and consequences of her parents’ actions, their support of Hitler and the war, their knowledge of Holocaust atrocities, helped by a young Jewish refugee who joins them. “True – the aftermath of Holocaust is probably not the most obvious subject for an Australian filmmaker, but my husband’s family is German Jewish – they left in 1936 – so I have had it around me. And I immediately loved Rachel Seiffert’s book, The Dark Room, about these children of perpetrators,” Shortland explained. “It took long to stage the production – not only because I stayed in Africa for a long period, but also because the financing was complicated, with three countries (Australia, Germany, UK) involved. Although I do not speak much German, I know the film had to be made in that language to be trustworthy.” “Lore believes in one of the most abhorrent and destructive political ideologies of our time. I wanted to understand her lack of empathy and her romantic determination to stick to it in spite of its defeat. If not totally convinced it was wrong, I think in the end she has started to doubt it,” she concluded. ((Jørn Rossing Jensen)


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Switzerland’s

best mobile film Big emotions on a small screen: Swisscom is honouring Switzerland’s best mobile short film. The “Leopardino Swisscom” Mobile Film Award will be presented on 11 August with the support of the Festival del film in Locarno. Have a look at www.swisscom.ch/leopardino We have been main sponsor of the Festival del film Locarno for 16 years.


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Concorso internazionale

When Becky is put under surveillance During a very busy day, Sandra, a fast-food joint manager in suburban Ohio, gets a call from a police officer accusing a member of her staff of stealing from a customer. Trusting him implicitly, Sandra puts Becky under surveillance. “Compliance” is the English term for following regulations. This is the fascinating subject of young American director’s Craig Zobel’s first feature: how fear of, and respect for, the police can lead decent citizens to terrifying

extremes of behaviour. Compliance advances an abstracted demonstration of the banality and stupidity of Evil, all the more chilling and relentless in that it is based on a real crime and scrupulously follows the actual events. Building an almost unbearably powerful sense of suspense, needing few effects to rev up a thriller-like intensity, Compliance is also an intelligent allegory about the kind of everyday fascism that has often

pleaded the ‘merely obeying orders, just submitting to authority’ defence. Young Becky’s ordeal moved and provoked a section of American public opinion, in righteous, politically correct mode, to accuse the filmmaker of sadism and misogyny. Nothing could be further from the truth. Zobel’s mise en scène rigorously eschews any hint of voyeurism, and the film’s ending removes all risk of succumbing to its subject’s sensationalist aspects, in order to give it a moral dimension. The remarkable performances bring a human dimension to a film that is less an exposé than an impressive drama, unbelievable but true. (Olivier Père)

Compliance Auditorium fevi, il 3 | 8 | 2012, ore 14.00

Concorso internazionale

La Svizzera e una risata che vi “seppellirà”

Chi non ha mai riso guardando un documentario svizzero deve precipitarsi alla proiezione di Image Problem, film d’esordio di una faccia tosta, un umorismo e un’intelligenza salvifici. Andreas Pfiffner e Simon Baumann ritengono che da qualche anno la Svizzera soffra di un deficit d’immagine e di una cattiva reputazione all’estero a causa dei vari scandali bancari,

fiscali ed economici. I due giovani cineasti si ripropongono dunque di restaurarne l’immagine offuscata raccogliendo numerose testimonianze attraverso la Svizzera (tedesca), ma il progetto produce l’esito contrario, trasformandosi in un gioco al massacro in cui trionfano l’ironia e l’impertinenza. Dagli strati più popolari all’apice della piramide sociale, con le loro domande fintamente ingenue relative agli stranieri in Svizzera, alla xenofobia o alla grossolana indifferenza di alcuni svizzeri verso il resto del mondo, i due cineasti provocano reazioni imbarazzate o imbarazzanti. Le modalità di ripresa di Baumann e Pfiffner ricordano quelle di Michael Moore e di Sacha Baron Cohen; come quando, autoinvitatisi alla sede sociale di una società di materie prime, scatenano le ire del servizio di sicurezza, o quando tentano di incastrare i loro interlocutori per telefono. Il loro umorismo devastante, il loro sguardo implacabile

ma non privo di malizia sulla madre patria richiamano inoltre la relazione di amoreodio che nei suoi primi documentari (sperimentali) Ulrich Seidl intrattiene con l’Austria. (O. P.)

Image Problem Auditorium fevi, il 3 | 8 | 2012, ore 16.15

Fondazione Bally per la Cultura ricerca ogni anno un artista ticinese attivo nel campo delle arti figurative (pittura, scultura, fotografia e grafica) che avrà l’opportunità di essere sostenuto e supportato a livello internazionale da uno dei Brand più famosi nel settore del lusso. Inviate la vostra candidatura a:

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Concorso Cineasti del presente

Il matrimonio delle abitudini e il lavoro che diventa vacanza Una sorta di vacanza al contrario. Che parte quando si accetta un nuovo lavoro in un negozio d’arredamenti, per strappare quel senso di vuoto che rallenta la vita quotidiana nei fermi-immagine delle abitudini. Questione di poco tempo, la richiesta di un permesso e la vita di Ning (Christy Mahanani), protagonista di Vakansi yang janggal dan penyakit lainnya

(Peculiar Vacation and Other Illnesses), sterza nelle curve di una giornata dove la frizione tra il “caso” e le “regole morali” si scioglie nella cronaca di una timida avventura. Cominciare a vendere divani nella litania sorridente con cui ci si approccia ai clienti è solo il primo passo di un viaggio, fatto sul furgoncino della ditta per le consegne a domicilio. Ed è lì

che l’opera prima del regista indonesiano Yosep Anggi Noen mette il suo scandaglio narrativo, lasciando trapelare piccole malattie esistenziali e timorosi tentativi di riscatto. I silenzi del tragitto si mischiano infatti con i mozziconi di conversazione che Ning intrattiene con il collega al volante, Mur (Joned Suryatmoko). Parole che piano piano, in una dilatazione fatta di pause, pasti e alloggi temporanei, sbrecciano i blocchi della solitudine e aprono squarci d’intimità affettiva. Un laconico gioco di vuoti e di pieni che asseconda il paesaggio, mentre i dialoghi prendono di mira le convenzioni coniugali, relegando nei nondetti gli sforzi di un recupero sentimentale. Come viene provato anche dal racconto parallelo del marito di Ning (Muhammad Abe Baasyin), rimasto solo in una casa in periferia dove la tv rimane sempre accesa su una trasmissione che combina matrimoni. (Lorenzo Buccella)

Vakansi yang janggal dan penyakit lainnya La Sala, il 3 | 8 | 2012, ore 18.45

Concorso Cineasti del presente

When the night club girls met Joan of Arc In his cinematic essays, short films and documentaries Virgil Vernier explores enclosed nocturnal worlds, governed by rituals and strict conventions, experienced and applied by a tight community of people: a police station in Commissariat, a nightclub in Pandore, and now a striptease club in Orleans. The first part of his feature length film shows the two girls, Joane and Sylvia, hostesses in a nightclub, at work. Charming clients, getting them to buy drinks, monetising their attractions, using gestures and phrases, repeatedly enacted by girls who dream of being dancers or of meeting the man of their life that collide brutally with harsh reality grand and find escape through a kind of performance in which they can forget themselves. In the same town, during the day, other, much more religious rituals, celebrations of Joan of Arc, are enacted, taking us into the heart of the town and an atmosphere of medieval Christian fervour. Every year one young girl is chosen to portray the

Virgin Joan. On a walk through the woods, Joane and Sylvia meet her – riding a horse in her armour. Vernier is fascinated by capturing the world in the raw, with a primitive approach to film as a device with which to record reality. He thus abolishes the borders between fiction and documentary and

transforms the most everyday places in our towns into mythological sites. Virgil Vernier’s films have a touch of the medieval mystery about them. (Olivier Père)

Orleans La Sala, il 3 | 8 | 2012, ore 11.00


3 | 8 | 2012 Events 14.00 Spazio Cinema

11.00 Forum – Pardo d'onore Swisscom

L’altra Sala & 2, 4 | 8 | 2012

Conversation with Leos Carax

Auditorium fevi & 2, 4 | 8 | 2012

09.00 PalaVideo & 2 | 8 | 2012

09.00 Cinema Ex*Rex & 8 | 8 | 2012

11.00 La Sala & 4, 5 | 8 | 2012

11.00 PalaVideo & 4 | 8 | 2012

Concorso internazionale

Mirakel utmed riksväg 43 (The Route 43 Miracle) Dir.: Ronnie Sandahl Sweden · 2012 · DCP · Color · 14' · o.v. Swedish · Subt. English, French

Danger: Love at Work

Dir.: Virgil Vernier First feature France · 2012 · DCP · Color · 60' · o.v. French · Subt. English, Italian Fuori concorso

11.00 Cinema Ex*Rex & 7 | 8 | 2012

11.00 Teatro Kursaal & 4 | 8 | 2012

Nami No Oto (The Sound of Waves) Dir.: Ryusuke Hamaguchi, Kou Sakai Japan · 2011 · Beta digital · Color · 142' · o.v. Japanese · Subt. English

Dir.: Kerstin Polte Switzerland · 2012 · DCP · Color · 22’ · o.v. German · Subt. English, French, Italian

Homo Sapiens Cyborg Dir.: Stefano Mosimann Switzerland · 2012 · DCP · Color · 17’ · o.v. Italian · Subt. English, French

Dir.: Sebastián Hofmann Mexico · 2012 · 35 mm · Color · 7' · no dialogue

Retrospettiva Otto Preminger

Orleans

Letzte Runde

Ismael

(Trace) Dir.: Naomi Kawase Japan/France · 2012 · DCP · Color · 45' · o.v. Japanese · Subt. English

11.00 Auditorium fevi & 4 | 8 | 2012

14.00 Auditorium fevi & 4, 5 | 8 | 2012

14.00 Cinema Ex*Rex & 10 | 8 | 2012

In Harm’s Way

14.00 L’altra Sala

Camp 14 – Total Control Zone 16.15 Auditorium fevi & 4, 5 | 8 | 2012

Appellations Suisse

Capitaine Thomas Sankara Dir.: Christophe Cupelin First feature Switzerland · 2012 · Beta digital · Color and Black and White · 101' · o.v. French · Subt. English

The Court-Martial of Billy Mitchell

Open Doors Screenings

Viva Riva!

Dir.: Djo Tunda Wa Munga Congo/France/Belgium · 2010 · 35 mm · Color · 98’ · o.v. French/Lingala · Subt. English

Semaine de la critique

Dir.: Marc Wiese Germany · 2012 · DCP · Color and Black and White · 104' · o.v. Korean/English · Subt. English

Retrospettiva Otto Preminger

Dir.: Otto Preminger USA · 1955 · Beta digital · Color · 100’ · o.v. English Introduced by Pierre Rissient

Retrospettiva Otto Preminger Dir.: Otto Preminger USA · 1965 · 35 mm · Black and White · 165' · o.v. English · Subt. Spanish

L’Amour bègue

Dir.: Cicero Egli Switzerland · 2012 · DCP · Color · 28’ · o.v. French/Kurdish · Subt. English, French, Italian

Dir.: Janno Jürgens Estonia · 2012 · DCP · Black and White · 24' · o.v. Estonian · Subt. English, French

Chiri

Concorso nazionale 1

Le Jour viendra

Distants

Fuori concorso

Pardi di domani

Dir.: Jan Czarlewski Switzerland · 2012 · DCP · Color · 20’ · o.v. French · Subt. English, Italian

Dir.: Damian Walshe-Howling Australia · 2012 · DCP · Color · 18' · o.v. English · Subt. French, Italian

Dir.: Bradley Rust Gray USA · 2011 · DCP · Color · 106' · o.v. English · Subt. French, Italian

Concorso Cineasti del presente

Serce do walki

14.00 La Sala & 4, 5 | 8 | 2012

Suspended

Jack and Diane

Dir.: Otto Preminger USA · 1937 · 35 mm · Black and White · 84' · o.v. English

Concorso internazionale 1 (Battleheart) Dir.: Tomek Matuszczak Poland · 2011 · Beta digital · Black and White · 24' · o.v. Polish · Subt. English, French

Films 09.00

Pardi di domani

16.15 L’altra Sala & 2, 4 | 8 | 2012

Concorso internazionale

Compliance

Dir.: Craig Zobel USA · 2012 · DCP · Color · 90’ · o.v. English · Subt. French, Italian

16.15 La Sala

Concorso internazionale

Image Problem

Dir.: Simon Baumann, Andreas Pfiffner First feature Switzerland · 2012 · DCP · Color · 92’ · o.v. Swiss German · Subt. English, French Concorso Cineasti del presente

Winter, Go Away!

Dir.: Elena Khoreva, Denis Klebleev, Askold Kurov, Dmitry Kusabov, Nadezhda Leonteva, Anna Moiseenko, Madina Mustafina, Sofia Rodkevich, Anton Seregin, Alexey Zhiriakov First feature Russia · 2012 · Beta digital · Color · 79’ · o.v. Russian · Subt. English, French Premi speciali: Leos Carax

Holy Motors

Dir.: Leos Carax France/Germany · 2012 · DCP · Color · 116’ · o.v. French · Subt. English

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16.15 PalaVideo

Histoire(s) du cinéma: Naomi Kawase

KyaKaRaBaA

21.00 La Sala

Dir.: Naomi Kawase Japan · 2001 · Beta SP · Color · 50’ · o.v. Japanese · Subt. English

Tarachime Dir.: Naomi Kawase Japan · 2006 · Beta SP · Color · 43’ · o.v. Japanese · Subt. English

16.30 Cinema Ex*Rex

Premi speciali: Charlotte Rampling

Sous le sable

Dir.: François Ozon France/Japan · 2000 · 35 mm · Color · 95’ · o.v. French/English · Subt. German

21.00 PalaVideo

21.30 Cinema Rialto 1 & 2 | 8 | 2012

Rocco e i suoi fratelli

21.15 Cinema Ex*Rex

Down Terrace

Dir.: Alice Schmid Switzerland · 2011 · DCP · Color · 91’ · o.v. Swiss German · Subt. English

I film delle giurie: Concorso internazionale – Im Sang-Soo

The President’s Last Bang

Dir.: Im Sang-Soo South Korea · 2005 · 35 mm · Color · 104’ · o.v. Korean · Subt. English

21.30

Pardo d'onore Swisscom to Leos Carax

Ruby Sparks

23.00

Dir.: Jonathan Dayton, Valerie Faris USA · 2012 · DCP · Color · 104’ · o.v. English · Subt. French, German

La Sala & 2, 4 | 8 | 2012

Magic Mike The Capsule Dir.: Athina Rachel Tsangari Greece · 2012 · DCP · Color · 35’ · o.v. French/English/Greek/German/ Turkish · Subt. English

Dir.: Jean-Paul Civeyrac France · 2012 · DCP · Color · 43’ · o.v. French · Subt. English

18.30

21.30 Cinema Rialto 2

18.45

Los mejores temas Dir.: Nicolás Pereda Mexico/Canada/Netherlands · 2012 · 35 mm · Color · 103’ · o.v. Spanish · Subt. English, French

Histoire(s) du cinéma: Ornella Muti

Storie di ordinaria follia

Dir.: Marco Ferreri Italy/France · 1981 · 35 mm · Color · 101’ · o.v. English · Subt. French, German This film features scenes that could shock the sensitivity of some viewers.

Premi speciali: Charlotte Rampling

Il portiere di notte

23.30

Dir.: Liliana Cavani Italy · 1974 · DCP · Color · 118’ · o.v. English · Subt. French This film features scenes that could shock the sensitivity of some viewers

La Sala & 4, 5 | 8 | 2012

Concorso internazionale

Dir.: Steven Soderbergh USA · 2012 · DCP 4K · Color · 110’ · o.v. English · Subt. French, German

Fuori concorso

Fairy Queen

L’altra Sala

Dir.: Fabio Friedli Switzerland · 2011 · 35 mm · Color · 7’ · no dialogue

Die Kinder vom Napf

Histoire(s) du cinéma: Ben Wheatley Dir.: Ben Wheatley United Kingdom · 2009 · Blue Ray · Color · 89’ · o.v. English

Piazza Grande

PalaVideo & 4 | 8 | 2012

Bon voyage

Histoire(s) du cinéma

Dir.: Luchino Visconti Italy/France · 1960 · 35 mm · Black and White · 177’ · o.v. Italian · Subt. French, German

18.30

Appellations Suisse

Cinema Ex*Rex & 10 | 8 | 2012

Retrospettiva Otto Preminger

Laura

Dir.: Otto Preminger USA · 1944 · 35 mm · Black and White · 88’ · o.v. English · Subt. French

Concorso Cineasti del presente

Vakansi yang janggal dan penyakit lainnya (Peculiar Vacation and Other Illnesses) Dir.: Yosep Anggi Noen First feature Indonesia · 2012 · DCP · Color · 90’ · o.v. Javanese/Bahasa Indonesia · Subt. English, French

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Locarno-Magadino-Indemini Combi-ticket including a free snack at Ristorante Indeminese. Info: 0840 852 852 or www.postbus.ch/leisureclick Webcode 10496


Energia ticinese per il Festival www.aet.ch info@aet.ch


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Histoire(s) du cinéma

Scarpinando per New York con Ben Gazzara

Histoire(s) du cinéma, storia del cinema e storie di cinema. Non c’era miglior sezione per il documentario Gazzara, atto d’amore per uno degli attori più affascinanti e carismatici della Settima Arte. O meglio, nasce come tributo per poi divenire romanzo di una vita e racconto di formazione per il regista stesso, qui anche attore apparentemente comprimario del film. Joseph Rezwin, infatti, si era posto in questo road movie a piedi – una camminata attraverso la New York di Ben – come spettatore privilegiato, come pungolo. E finisce per divenire protagonista, grazie al divo generoso e sensibile che lo fa riflettere sul proprio

Bar Magnolia @ Spazio RSI Bistrot Teatro Paravento Fashion 2Shé La Rinascente Loft La Rotonda del Festival Cinebar Swisscom Oasi Casablanca Max Way Lido Patriziale di Ascona Teatro La Cambusa Rivellino Garden Club Seventy7

Info From coffee, reading the newspaper to “aperitivo” and on to cocktails in the wee small hours of the morning – all in all there are twelve places where you can wine and dine or just go out on the town; they are all linked together for the eleven days of the Festival under the name Pardo Way, catering to all tastes almost around the clock.

talento, sulla necessità di superare l’ossessione per lui e Cassavetes (Rezwin e Gazzara si incontrarono sul set de La sera della prima) per seguire la propria strada. Lo fa con la grazia con cui rivela che deve la sua fama di playboy al suo autista; con cui racconta il suo primo incontro con la morte, l’annegamento di un compagno di giochi; con cui racconta il suo cinema, la sua educazione all’arte e alle emozioni di un set o di un palco. Joe, il regista, rivela che incontrare un uomo eccezionale come Ben non può che trasformarti. Vale anche per gli spettatori che lo scopriranno a pochi mesi dalla morte avvenuta il 3 febbraio scorso. Si sentiranno accarezzati da quell’uomo gentile, da quell’arguzia un po’ disorientata dalla vecchiaia, da quel carisma che non è scemato e che forse è ancora più forte, perché non distratto dalla bellezza e la sensualità della gioventù, ricordateci dall’uso di un repertorio straordinario e sottolineate da musiche scelte con cura. Tutto per arrivare a quell’insegnamento che ogni uomo d’arte e di cinema dovrebbe incidere a fuoco nella propria anima e

che lui ci regala sui titoli di coda: “meglio una banalità detta o fatta con grazia che un rischio preso senza essa. La grazia può rendere sublime una corrida, la boxe, persino l’apertura di una scatola di sardine”. E se è quella di Ben Gazzara può rendere unici un aneddoto, un autografo, un ricordo. (Boris Sollazzo)

Gazzara Cinema Rialto 1, il 2 | 8 | 2012, ore 21.00

La Rinascente Loft

Teatro La Cambusa

Festival Garden & Lounge

cambusindie music festival

Bar Magnolia @ Spazio RSI

Oasi Casablanca Absolute Lounge

Music bar

La Rotonda del Festival

Rivellino Garden Café littéraire

Bistrot Teatro Paravento

Max Way

Magico giardino con concerti

Cosmopolitan, colazione e aperitivo

Fashion 2Shé Aperò & after movie Cocktail

Cinebar Swisscom

Club Seventy7

Short Film Lounge

The place to pleasure your night

Lido Patriziale di Ascona


Le TELETEXT en déplacement, faites plus simplement.

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Fuori concorso

Fuori concorso

The Answer Is Floating on the Sea Se la Regina si mangia il re When the March 11, 2011 earthquake hit the Tohoku Coast in Japan, followed by a giant tsunami, it was the strongest earth tremor ever to strike Japan, and one of the five most powerful ever registered in the world. The accident caused a number of nuclear accidents, mainly the level 7 meltdowns at three reactions in the Fukushima Daiichi Power Plant complex – residents within a 20-kilometre radius were evacuated. Japanese directors Kou Sakai and Ryusuke Hamaguchi were both in Tokyo when it happened. They were both puzzled by the question why people continue to live in regions which are constantly hit by tsunamis and in some places are under threat of a nuclear catastrophe. Nami No Oto (The Sound of Waves) – their documentary which has its international premiere in the Fuori concorso at the Festival del film Locarno – starts with a visit to and old lady and her sister living in Tohoku, relecting upon their tsunami fears. Sakai and Hamaguchi drive southward along the Rias coast of the Tohoku region, meeting a lot of inhabitants who talk about their damages from the natural disaster – extremely different, completely depending on the location of their homes, ie the distance from and height over the sea. Are they broken-hearted people liven in broken lands? The directors ask their question to a fire-fighter, a woman who lost her friend, the head of a temporary refuge, a married couple who drifted in their house on the tsunami for seven kilometres, and two young sisters living in an area which could be exposed to nuclear radiation – and everywhere they are met with no answer.

Fairy Queen, regina fatata. E fatale. Jean Paul Civeyrac, in 43 minuti, Fuori concorso, racconta ció che ogni regista ha vissuto: l’ossessione inevitabile per un’attrice, musa e vampira. La storia del cinema testimonia che molte di queste relazioni pericolose hanno portato a momenti di straordinaria creatività, ma spesso rappresentano armi (auto)distruttive che possono portare via con sé anche l’opera d’arte e l’artista stesso. Il cineasta francese osserva l’inspiegabile vortice da cui è inghiottito il “suo” regista, non vuole capirlo ma solo viverlo. E alla fine, frammenti di quella ossessione, rimangono attaccati anche allo spettatore, lasciandolo coinvolto, inquieto e disorientato. (Boris Sollazzo)

((Jørn Rossing Jensen)

Nami No Oto

Fairy Queen

Palavideo, il 3 | 8 | 2012, ore 11.00

Palavideo, il 3 | 8 | 2012, ore 18.30

UBS Chair. Join the Festival del film Locarno Community. Share your impressions today next to the Piazza Grande.

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Afterhours Luca Leoni @acerrimo89 Winter go away. Bene l’inizio dei cineasti del presente #theparders#iPardo #Locarno65

Chrystel Domenjoz @C_Domenjoz Bon... Message d’absence du bureau: fait. Rangement du bureau: fait. Ordi: éteint #locarno65 me (presque) voilà! #iPardo

h 11.54 2 | 8, La “famiglia” di Lore (Piazza Grande). Da sinistra la regista Cate Shortland, i piccoli Nick Holaschke, André Frid e Mika Seidel, le “sorelle” Nele Trebs e Saskia Rosendahl

h 12.32 2 | 8, Il sorriso di Saskia

h 22.10 1 | 8, Il regista di The Sweeney Nick Love in una posa...inusuale


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h 21.26 1 | 8, Festa nazionale in Piazza Grande. La splendida coreografia di Daniele Finzi Pasca

h 22.05 1 | 8, Ray Winstone, qui in borghese

h 21.57 1 | 8, L’Excellence Award Moët & Chandon Charlotte Rampling

Sophie Sallin @HolySophie Perfect morning : lake, sand & sun. Bagno pubblico : the best place to relax before or after movies #ipardo #Locarno65http:// pic.twitter.com/uNsUxXbu

h 23.45 1 | 8, Il regista Laurent Achard (giuria Pardi di domani) in compagnia di un’amica al Lido di Ascona

h 21.41 1 | 8, La giuria del Concorso internazionale


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News

UBS Chair: collecting the voices of the Festival Take a chair and put it on the border of Piazza Grande. A good microphone. And then the large community which fills up the streets of Locarno each August. In single file. Waiting to tell their experiences about the Festival. What you have as result is a rapid flow of opinions, anecdotes and impressions which take the pulse of all the events that mark the eleven days of this cinematographic kermesse. An idea elaborated by UBS, longtime sponsor of the Festival del film Locarno, which launched this new initiative – available every day on Pardo Live – showing the will to sit on the side of the public. After the well-known Prix du Public UBS – in which every member of the Piazza Grande audience becomes juror and take part to assign an important people’s award with his personal vote – from this year the Festival earns a new sounding

Tempo Tempo Libero Libero Monte Lema

in compagnia della natura

Apertura da aprile a ottobre info@montelema.ch www.montelema.ch Funivia Monte Lema

Ristorante Vetta

Tel. 0041 91 609 11 68 Tel. 0041 91 967 13 53

board with UBS Chair, collecting the voices of all the people who feel on their skin the Locarno experience. After all, it is just necessary to put a chair right there, a few steps from the big screen. (Lorenzo Buccella)

Minigolf indoor aperto tutti i giorni con Ristorante-Pizzeria e… tutti i venerdi sera balli caraibici sotto le stelle, veniteci a trovare. Per info e riservazioni 091 795 26 27

Tandem Skydive

Il Pardo si abbevera alla fonte di tìacqua

Sempre in nome di una strategia ambientale il più attenta possibile alle esigenze del territorio, il Festival del film Locarno sfrutterà fonti di energia rinnovabile lungo tutto l’arco della manifestazione. Una scelta che non può certo transigere da quello che è il bene primario più importante, l’acqua. In virtù della collaborazione con l’Azienda elettrica ticinese (AET), il Festival godrà del nuovo prodotto «tìacqua» (www.tiacqua.ch). Il progetto, inaugurato nel 2012, prevede l’utilizzo di produzioni locali rinnovabili grazie all’aiuto di nove aziende di distribuzione

Wissman SA CH - 6533 Lumino +41 91 829 4515 info@wissman.ch www.wissman.ch

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di energia elettrica ticinesi riunitesi nella enertì SA (www.enerti.ch) dodici anni fa, tra cui figura anche la Società Elettrica Sopracenerina di Locarno. Chi aderisce a tìacqua si impegna a versare un centesimo di franco per ogni chilowattora utilizzato, il che si traduce in una somma pari a 25-45 franchi per un nucleo familiare composto da quattro persone dato che il prodotto è disponibile per tutti. L’idea promette inoltre di avere lunga vita, poiché i fondi raccolti dall’AET vengono utilizzati e reinvestiti nel Cantone e nel comprensorio di ogni singolo distributore per progetti riguardanti le energe rinnovabili. Un Pardo che si morde la coda, insomma, ma in questo caso è (eco) virtuoso. L’ambiente è una nostra priorità. (Mattia Mattia Bertoldi Bertoldi)

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News

Fondazione Bally e Festival del film Locarno, inevitabilmente uniti “Cercare e mettere in luce veri talenti ticinesi che avranno l’opportunità di essere sostenuti e supportati a livello internazionale da uno dei brand più famosi al mondo nel settore del lusso”. Digitate www.fondazionebally.ch per sapere qual è la ragione sociale (nel vero senso della parola) della Fondazione Bally per la Cultura, coerentemente sponsor del 65° Festival del film Locarno, perché tra ricercatori e promotori d’eccellenze ci si intende. Dal 2007 questa Fondazione ha già sostenuto l’opera della locarnese Nelly Rodriguez, fotografa designata come artista dell’anno 2008, cosí come il pittore di Osogna Gabriele Genini, insignito dello stesso titolo nel 2009. Ragazzi del 1981 che hanno trovato nella maison d’abbigliamento e accessori svizzera un mecenate attento che potesse aiutare il loro talento. Ma sono gli ultimi due premiati a far capire come questa realtà agisca fuori dagli schemi, anche anagrafici. Basta vedere la carta d’identità dei premiati nel 2010 e 2011: Renato Tagli, un altro locarnese, classe 1956, land art performer performer, che agisce direttamente sul paesaggio con interventi sempre in sintonia con l’ambiente, e Pascal Murer, nato nel 1966 anch’egli a Locarno, scultore che unisce l’attenzione ai maestri del passato a una naturale propensione al futuro. Chissà che in questa ricerca della bellezza, tipica della Bally fin dalla sua fondazione ad opera di Carl Franz Bally nel 1851, non troveremo presto un regista, un futuro ospite della Piazza Grande. Lo sapremo nell’aprile 2013. (Boris Sollazzo)

News

Migros supports local filmmakers The Migros Culture Percentage is a voluntary commitment of Migros in the fields of culture, education, leisure and the economy. For the third consecutive year, Migros Culture Percentage issued an award towards the development of documentaries which deal with social themes. Each filmmaker receives 25.000 Francs to develop their projects, and this year’s awards went to Floriane Closuit of Intermezzo Films, Losanna, for Pas à pas, Thomas Isler Wegsperren of maximange, Zurich, for Ausschaffen und Diskriminieren, and David Vogel of Dschoint Ventschr, Zurich, for Und Manuela heisst jetzt Aïcha. (Massimo Benvegnu)


Photo Story – Ray Winstone

Photo by Chiara Mirelli

Head of editorial team Lorenzo Buccella Graphic design Simon Smeraldi Alessandra Angelucci Luca Spinosa

Writers Boris Sollazzo Massimo Benvegnù Jørn Rossing Jensen Mattia Bertoldi Mark Peranson Manlio Gomarasca Cristian Gomez

Guest photographers Xavier Lambours Chiara Mirelli Marta Ferranti (assistant)

Photographers Reto Albertalli Gabriele Putzu (TiPress) Ivana De Maria-Timbal (Marco Abram, Massimo Pedrazzini, Silas Vanetti)

Editorial assistant Sara Groisman Advertising Arianna Cattaneo Publicitas

Print Salvioni Arti Grafiche, Bellinzona


Finché il Festival del film Locarno non sarà diventato l’evento più importante per scoprire e promuovere i film d’autore emergenti, il Direttore artistico Olivier Père non si fermerà.

Competenza. È questa la caratteristica che ci unisce al Direttore artistico del Festival del film Locarno. Il Festival del film Locarno è un appuntamento unico, perché propone il film come forma d’arte all’interno di una cornice magica. Olivier Père garantisce un futuro alla storia brillante del Festival – con passione per il grande cinema, esperienza e mano sicura nella scelta del programma. Competenza, impegno e concentrazione sui valori fondamentali contraddistinguono anche il nostro lavoro. Non a caso, da oltre 30 anni, UBS sostiene il Festival del film Locarno in qualità di partner. Finché non sarete convinti della validità del nostro impegno, di una cosa potete essere certi:

Non ci fermeremo www.ubs.com/sponsoring Nomi o riferimenti a terze persone appaiono in questa pubblicità stampata dietro loro espressa autorizzazione. © UBS 2012. Tutti i diritti riservati.


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