Francia sconosciuta

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Franco La Guidara

Biarritz, Villa Belza

Francia sconosciuta


QUADRANTE - Rivista delle Forze Armate - anno XIV n. 21/22 - 1 dicembre 1979



Sant Saint Michel: veduta aerea dell'isola Mont Saint-Michel è un isolotto situato presso la costa settentrionale della Francia, dove sfocia il fiume Couesnon. Il nome originario era «Mons Sancti Michaeli in periculo mari» cioè «Monte San Michele al pericolo del mare». La notevole architettura del santuario e la baia nel quale l'isolotto sorge con le sue maree ne fanno il sito turistico più frequentato della Normandia e uno dei primi dell'intera Francia, con circa 3.200.000 visitatori ogni anno. Dal 1979 fa parte dei Patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO. All’epoca dei galli, nei pressi del Mont Saint-Michel la foresta di Scissy, allora non ancora invasa dal mare, era sede di due tribù celtiche, che utilizzavano la roccia per i culti druidici. L'arrivo dei Romani vide la costruzione di nuove strade. Il Cristianesimo fece la sua comparsa in Armorica nei dintorni del IV secolo e fu eretto un oratorio dedicato a Santo Stefano, il primo martire cristiano, a cui ne seguì un secondo in onore di San Sinforiano, primo martire dei Galli. Secondo la leggenda l'arcangelo Michele apparve nel 709 al vescovo di Avranches, sant'Auberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant'Auberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches. I conti di Rouen, poi duchi di Normandia, dotarono riccamente i religiosi che le precedenti incursioni dei Normanni avevano fatto fuggire. Il duca Riccardo I (943-996) nel corso dei suoi pellegrinaggi al santuario rimase indignato dal lassismo dei canonici, che delegavano il culto a clerici salariati, e ottenne dal papa Giovanni XIII una bolla che gli dava l'autorità di riportare l'ordine nel monastero e fondò una nuova abbazia benedettina nel 966 (abbazia di Fontenelle). Un villaggio si sviluppò ai piedi del santuario per dare accoglienza ai pellegrini. L'abbazia continuò a ricevere doni dai duchi di Normandia e quindi dai re di Francia, e a partire dal 1523 l'abate fu nominato direttamente dal re di Francia. Nell'abbazia fu installata una prigione e il monastero si spopolò, anche in seguito alle guerre di religione. Nel 1622 il monastero passò ai benedettini della congregazione di San Mauro che fondarono una scuola. Nel 1791, in seguito alla rivoluzione francese gli ultimi monaci furono cacciati dall'abbazia, che divenne una prigione: vi furono incarcerati a partire dal 1793 più di 300 sacerdoti che rifiutavano la nuova costituzione civile del clero. La prigione fu chiusa nel 1863. In occasione del millenario della fondazione, nel 1966, una piccola comunità monastica si è nuovamente insediata nell'abbazia. La baia in cui sorge l'isolotto roccioso è soggetta al fenomeno delle sabbie mobili, descritte da Victor Hugo. Le maree della baia hanno molto contribuito all'inespugnabilità del monte, rendendolo accessibile al minimo della bassa marea (via terra) o al massimo dell'alta marea (via mare).


QUADRANTE - anno XV - n. 15/16 - 15 settembre 1980



Il pellegrinaggio Ad agosto, ogni anno, migliaia di «Figli del vento» giungono a Lourdes da ogni parte d’Europa con le loro roulottes. Il primo pellegrinaggio ebbe luogo ad agosto del 1957, su iniziativa dei cappellani nazionali dei gitani in Francia, assistiti dalle Piccole Sorelle di Charles de Foucauld e da don Bruno Nicolini, fondatore a Bolzano dell'Opera Nomadi. Alla prima edizione parteciparono più di 1.500 persone, accompagnate, fra gli altri, da padre Roger Etchegaray, allora cappellano della diocesi di Bayona per i gitani. La Chiesa è in missione presso gli emarginati e vuole testimoniare un'attenzione agli «ultimi» e che affonda le radici nella storia stessa di Lourdes. I responsabili del santuario infatti hanno sempre cercato di provvedere all'accoglienza dei pellegrini più bisognosi. Il primo «ricovero» fu una semplice tettoia coperta con paglia: si trovava nella zona dove ora è innalzata la colonna dell'Incoronata. In occasione del centenario monsignor Théas, vescovo di Tarbes e Lourdes, incaricò monsignor Rodhain, promotore della Caritas (Secours catholique), di costruire un apposito villaggio, la «Cité-Secours», chiamata più tardi la «Cité Saint-Pierre», nome che conserva tuttora. Nel 2010, mentre divampano le polemiche per l’espulsione dal Paese dei rom di origine rumena voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy, ben 8 mila gitani e nomadi arrivarono a Lourdes per il loro pellegrinaggio annuale. La storia di Nostra Signora dei Gitani è legata ad un miracolo: alla fine della seconda guerra mondiale una famiglia di zigani rimasta illesa dopo che la roulotte sulla quale viaggiava aveva preso fuoco perché urtata da un camion dell’esercito americano, volle rendere omaggio alla Vergine dedicandole una scultura in legno. Nostra Signora dei Gitani porta in una mano una piccola roulotte e nell’altra regge Gesù Bambino; benedetta da Paolo VI nel 1965 è venerata da diverse etnie di nomadi. «Guarda la nostra pena, la nostra miseria che noi trasciniamo su questa terra, resta con noi per la vita, Santa Maria», recita la tradizionale preghiera che i nomadi rivolgono alla Madonna in occasione del pellegrinaggio. Ma chi sono gli zingari? Dei ciarlatani, dei ladri, dei truffatori? Il governo francese li vuole espellere. Però, il loro mondo e la loro cultura nomade hanno ispirato grandi pittori della storia dell’arte. Il quadro «Madonna degli zingari» detto la «Zingarella» di Tiziano Vecellio riproduce una zingara dalle sembianze «vere» della Madonna: è vestita da dama, elegante e altera in mantelli che però ricordano le zingare orientali, la bohèmienne di Callot.


QUADRANTE - anno XVI n. 14/15 - 30 settembre 1981




QUADRANTE - anno XX n. 7/8 - 1-15 maggio 1985




QUADRANTE - anno XXI n. 3/4 - 1-28 febbraio 1986



QUADRANTE - anno XXI n. 5/6 - 1-31 marzo 1986



Nelle foto: Ruen durante l’Armada

Rouen è una delle più importanti città d'arte del Paese tanto da meritarsi l'appellativo di Ville Musée. Conserva, infatti, un elevato numero di mirabilissimi monumenti, soprattutto gotici, e un centro storico ancora ricco di antiche case a graticci costituenti un importante esempio di complesso medievale nord-europeo. Capitale storica della Normandia ricordiamo che Rouen, nel 1419, durante la Guerra dei Cent'anni, il re Enrico V d'Inghilterra, sostenuto dal duca di Borgogna, prese la città per fame dopo un'estenuante assedio e ricongiunse la Normandia alla corona inglese. Fu durante questo periodo, quando Rouen fu capitale del potere inglese nel Regno di Francia, che Giovanna d'Arco venne giudicata eretica e arsa al rogo sulla piazza del Mercato Vecchio il 30 maggio 1431, su istigazione del duca di Bedford Giovanni di Lancaster e del Partito borgognone, dominante in città. Solo nel 1449 Carlo VII di Francia, riconquistò la città dopo 30 anni di dominazione inglese, riannettendola definitivamente al Regno di Francia. I cantieri monumentali cittadini, rallentati dalla Guerra dei Cent'anni, vennero riattivati e furono erette le chiese di San Maclovio e di Sant'Ouen, in ricchissimo stile gotico fiammeggiante. Oggi Rouen conta 113.128 abitanti. Tra il 1952 e il 1968 Rouen ha ospitato nell'omonimo circuito motoristico cinque edizioni del Gran Premio di Francia validi per il campionato mondiale di Formula 1 ed alcune gare valide per il motomondiale. Nell'edizione del 1968 il motociclista francese Jo Schlesser perse la vita schiantandosi alla curva Six Fréres con la sua Honda, che prese fuoco. Con la sua morte la Formula 1 abbandonò il circuito considerandolo troppo veloce e pericoloso. Una volta persa la massima formula, fu relegato alle categorie minori, e il circuito fu utilizzato fino al 1993, quando i ricorrenti problemi di sicurezza imposero la chiusura del tracciato. Le strutture dell'impianto furono lasciate nel degrado e, quando ormai erano irrecuperabili, nel 1999 furono abbattute completamente. Dal 1989, ideato da Patrick Herr (uomo politico nato a Rouen nel 1945 e figlio del pittore François Herr) si tiene nel mese di giugno il più grande raduno nautico del mondo: l’’Armada. Nella città francese giungono barche a vela e i più grandi velieri da ogni parte del mondo. Milioni di spettatori vi giungono attratti anche da concerti e spettacoli.


QUADRANTE - anno XXII n. 7/8 - 16 aprile-15 maggio 1987

Marinai brettoni si esibiscono con le caratteristiche cornamuse, di origine scozzese. Nella Bretagna celtica la cornamusa di chiama Binlou. Nella pagina in basso a sinistra: sul lungosenna trovano ispirazione pittori provenienti da ogni parte del mondo. Sullo sfondo l’abside della Cattadrale Notre-Dame.



QUADRANTE - anno XXII n. 1/2 - 1-31gennaio 1988



QUADRANTE - anno XXVI n. 11 - 1-30 novembre 1991



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