Stavo portando a termine il mio romanzo sul Ché Guevara quando i giornali di tutto il mondo riportarono la notizia che il Ché, l'8 ottobre 1967, era stato ferito in uno scontro a fuoco e catturato da un reparto anti-guerriglia dell'esercito boliviano a La Higuera (a pochi chilometri da Santa Cruz). Il giorno successivo venne pubblicata la notizia che era morto e il suo cadavere era stato esposto al pubblico a Vallegrande. Lavorai intensamente per finire il libro, ogni giorno portavo alla tipografia il materiale scritto, e rivedevo quello composto così la mia notte di guerriglia descritta nel mio «Un amore più forte della vita» riuscì ad essere nelle librerie i primi di gennaio 1968, e fu il primo libro ad essere pubblicato sul singolare e discusso personaggio. Ricordo che il poeta Giuseppe Ungaretti, presidente della Comunità Europea degli Scrittori, mi telefonò subito per congratularsi per la realizzazione di questo libro, che faceva rivivere il rivoluzionario Guevara. La voce di Ungaretti giungeva a me, attraverso il filo del telefono, tagliente e viva, carica di veemenza e di pathos. Guevara era con noi. Era il ‘Ché’ che in quei momenti faceva ardere il cuore e la mente del Poeta. Era l’ideale di Guevara che polarizzava i sentimenti di Ungaretti.
Il libro fu giudicato da un referendum tra i lettori indetto da un grande quotidiano romano come uno tra i migliori quattro romanzi stampati in Italia nel 1967 (ivi compresi quello di autori stranieri).
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Il mio libro «Un amore più forte della vita» Guerriglia con Ché Guevara, attirò subito l’attenzione dei critici ma anche di certi «cinematografari» che, poco informati sulla vera personalità del Ché, presero il mio libro come un reportage giornalistico e lo adoperarono per girare un film nell’agosto 1968. All’uscita del film e constatato che il film aveva non solo il personaggio principale ma anche fatti rilevanti presi dal mio libro, mi rivolsi alla Pretura per il riconoscimento della paternità del personaggio Ché Guevara interpretato nel film di Paolo Heusch. La Pretura Penale del Tribunale di Roma accolse la mia richiesta e nominò un perito di ufficio il Prof. Natalino Sapegno, il quale confermò che: tra «l’ideazione storicoromanzesca del La Guidara nel suo romanzo e quella adottata nella sceneggiatura dal Bolzoni, esisteva un rapporto abbastanza chiaro di dipendenza della seconda dalla prima», e dopo ben dieci ore di udienza, il Pretore Augusto Sinagra condannava lo sceneggiatore Adriano Bolzoni a una multa di 400 mila lire per il reato di plagio». E la Inducine, che aveva prodotto il film, in compenso dei danni da me subiti, mi cedette tutti i diritti del film nelle versioni italiana, francese, inglese, tedesca e spagnola. Franco La Guidara
Dopo essere scomparso dalla scena pubblica per qualche tempo, Ernesto Che Guevara riapparve in Bolivia, attraversando il confine usando una falsa identità il 4 novembre 1966. Qui, nel film, Guevara requisisce un camion per un attacco all’esercito regolare. Nella scena in basso, momenti ancora carichi di entusiasmo.
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Nella foto: Francisco Rabal interpreta il Ché Guevara mentre scrive il suo diario. Perché Ché Guevara era andato in Bolivia? Egli credeva fermamente che la posizione geografica della Bolivia fosse l'ideale per iniziare una rivoluzione, che da questo punto - che è il cuore del Sud America - il movimento avrebbe dovuto diffondersi in tutta la regione. 47 cittadini cubani, boliviani, peruviani e argentini si unirono alla causa del Ché in Bolivia, fra cui una donna di nome Tania. Si distinse per essere l'unica donna, identificata con il nome dell'Esercito nazionale di liberazione di La Bolivia (ELN), sostenuta da una rete di supporto speciale, che non combatteva in modo armato, ma il loro compito era quello di tenere informati i guerriglieri e di avvisarli se necessario.
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Gli scontri armati iniziarono il 23 marzo 1967, il primo movimento ELN fu quello di prendere un'unitĂ militare nella valle di Ă‘ancahuazĂş dove morirono sette soldati.
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L'attacco dell'esercito fu istantaneo e affrontarono El ChĂŠ diverse volte. Il 20 aprile arrestarono due membri della rete di supporto: il francese Regis Debray e l'argentino Ciro Bustos. Sottoposti a tortura rivelarono informazioni chiave sui guerriglieri, come ad esempio che El ChĂŠ ne era al comando.
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I combattimenti non si fermarono e alla fine di settembre l'offensiva boliviana si intensificò, riuscendo a catturare vivi un gran numero di guerriglieri, mentre altri morirono in battaglia.
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Il gruppo del Ché si indebolì e l'8 ottobre il Ché si trovò ancora di fronte l'esercito regolare comandato dal Capitano Gary Prado. Dopo una coraggiosa resistenza El Ché fu catturato con i suoi guerriglieri nella gola del Churo e poi trasferito nella città di La Higuera in Vallegrande, dove trascorse le ultime sue ore.
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Nella realtà, come nel fim, El Che non si arrende e riprende a sparare con la sua carabina M-2, ma un proiettile colpìsce la canna del fucile mettendolo fuori uso, In più il caricatore della pistola è andato perduto. Ormai è disarmato. Un secondo proiettile gli si conficca nel polpaccio sinistro, un altro ancora gli fora il basco.
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Nella foto, il capitano Gary Prado intima a Guevara di arrendersi. Guevera venne ferito e catturato da un reparto antiguerriglia dell'esercito boliviano
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o assistito da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della CIA.
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Il gruppo dei guerriglieri uccisi viene convogliato a La Higuera in Vallegrande
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Anche El ChĂŠ, ferito, viene portato a La Higuera in Vallegrande
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Al medico di La Higuera in Vallegrande, viene proibito di portare cure a ChĂŠ Guevara
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Guevara viene interrogato piĂš volte per carpirne i segreti.
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Ma Guevara non rivela niente.
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El Ché venne ucciso il 9 ottobre. Il suo corpo fu fatto sparire. Nel 1995, durante il governo di Gonzalo Sánchez de Lozada, fu autorizzata la ricerca dei resti Ché, che furono trovati nell’aeroporto di Vallegrande. Adesso si trovano nel mausoleo di Santa Clara di Cuba.
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La figura di ChÊ Guevara ha suscitato grandi passioni sia in suo favore sia contro: dopo la sua morte è divenuto un'icona dei movimenti rivoluzionari di sinistra, idolatrato oltre che dagli stessi cubani anche da tutti quelli che si riconoscevano nei suoi ideali. Nel film il suo cadavere, esposto al pubblico a Vallegrande.
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Il cadavere di Ernesto Ché Guevara, nella realtà, come fu esposto al pubblico a Vallegrande. Il film è valso a far conoscere a migliaia di giovani una sommaria immagine del guerrigliero di Cuba e Bolivia. Le chiome scompigliate, la barba incolta, il basco nero con la stelletta fanno ormai parte di una iconografia mondiale. Ma chi era veramente? Non gli si può negare coraggio e spirito di sacrificio. La sua uccisione, perché è ormai provato che venne ucciso quando era solo ferito, ha commosso e indignato ovunque.
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ll cadavere di Ernesto ChÊ Guevara parte per via aerea. Verso l’una e mezza i soldati assicurarono la sua barella ai pattini di un elicottero. E scompare. Qui inizia la sua leggenda.
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