I Fieri Fossato hanno ideato un nuovo coro sulla base del ritornello della canzone “e io ci sto” di Rino Gaetano. Ecco il testo: E allora io canterò…forza Sampdoria facci un goal, forza Sampdoria facci un goal. Ovunque ti seguirò…Forza Sampdoria facci un goal forza Sampdoria facci un goal. COMUNICAZIONI
I Fieri Fossato saranno presenti allo stadio Bentegodi di Verona per sostenere la squadra scaligera in occasione dei play-out di serie C1. In questa occasione sarà rinnovato il gemellaggio che ci lega con i tifosi gialloblù e che dalla nascita del nostro gruppo ci vede legati alla CURVA SUD VERONESE.
Ricordiamo che anche se il campionato va in vacanza la vita di club procede. Rimarremo come sempre aperti per preparare al meglio la prossima stagione che per noi sarà doppiamente importante in quanto culminerà col decennale del nostro gruppo. E per non dimenticare:
GENOVA IN EUROPA SIAMO NOI.
Con la partita di oggi si conclude un anno, da un lato pieno di soddisfazioni dal punto di vista sportivo, dall’altro ricco di delusioni e amarezza per tutto l’andazzo preso dal calcio moderno e dai fini esecutori della repressione scientifica del movimento ultras. Ricorderemo certamente questa stagione per le gesta di Cassano, per i goal di Maggio (prevalentemente uno), per le grandi partite di Bellucci, Palombo, e la professionalità di capitan Volpi e tutti gli altri ragazzi nessuno escluso, ma altrettanto ricorderemo un anno intero senza i nostri striscioni, i nostri tamburi, i nostri fumogeni e le nostre coreografie. Ricorderemo inoltre un anno di morti assurde che ci hanno tolto Gabriele e Matteo e per una tragica fatalità estranea al mondo del calcio, noi, come il gruppo degli Sgreuzzi e tutti coloro che gli volevano bene, non potremo mai dimenticare la scomparsa del nostro caro Paolino. Questo è tutto quello che ricorderemo di questa complessa stagione. Nonostante i lati duri e spiacevoli di questo campionato intendiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno seguito in giro per l’Italia e l’Europa partecipando alle nostre trasferte e tutti quelli che lottano e lotteranno ancora insieme a noi per il rispetto degli ultras e per fermare lo scempio del calcio moderno.
Steward
Lo spezzatino di Galliani Niente di buono nel futuro del calcio. Ci mancava anche lo spezzatino di Galliani. Come se non bastassero anticipi e posticipi selvaggi e turni infrasettimanali proibitivi, la via intrapresa dal calcio italiano per il futuro del campionato porta dritto a partite spalmate su tutto l’arco della settimana, abilmente disposte in orario lavorativo. Una vera pietra tombale sulle speranze di chi vorrebbe riportare la gente allo stadio. Qualcuno timidamente si è permesso di far notare che si tratterebbe di una scelta leggermente azzardata ma lo Zio Fester del calcio italiano non se n’è stato e ha ribadito che in America tutti i campionati professionistici si giocano in giornate infrasettimanali e in tutti gli orari possibili.. A questo proposito ci permettiamo di ricordare al sig. Galliani che mettere in relazione gli sport statunitensi con il calcio italiano è come paragonare la Quaresima all’Oktober fest. In America lo sport è unicamente business, tanto è vero che chi assiste ad un evento sportivo di qualunque tipo (football, basket, tennis ecc…) desidera essere intrattenuto in tutti i momenti di pausa con esibizioni di vario genere (vedi le finali del superbowl dove a gran parte del pubblico interessava maggiormente l’esibizione di Prince o di Janet Jackson rispetto all’esito finale della partita). In Italia tutto è diverso. Da noi il calcio è passione e sofferenza, esultanza o delusione e questo dovrebbe saperlo bene l’uomo dello spezzatino perchè non passa domenica che non lo si veda contorcersi come un tarantolato nella sua poltroncina per il suo diavolo. L’unico esperimento di calcio-intrattenimento all’americana in Italia lo abbiamo visto al Trofeo Moretti dove, chi come noi era presente allo stadio S.Nicola di Bari al seguito dei Blucerchiati qualche anno fa, ha potuto assistere allo snervante concerto di Syria (non ce ne voglia la simpatica cantante, non abbiamo nulla di personale contro di lei) che tra una partita e l’altra e addirittura prima degli shoot-out che decidevano il torneo cantava le sue canzoni subissata dai fischi della gente che chiedeva unicamente di vedere del calcio. E questa era solo un’amichevole! Chi ama il calcio, se lo mettano in testa federcalcio, pay Tv e giornalisti, vuole seguire la propria squadra nei giorni festivi e possibilmente in orari normali, magari proprio la Domenica alle quindici, come facevamo quando c’era un po’ di cervello. A nessuno interessa un calcio artefatto come gli sport americani. Non sappiamo cosa farcene di dirette televisive tutti i giorni e a tutte le ore da vedere con il pacco dei pop corn in mano, non vogliamo essere allietati da cantanti e ballerine tra un tempo e l’altro. Cosa chiediamo? Niente di più semplice, tifare col cuore in gola
90 minuti più recupero al ritmo dei nostri tamburi, sopra i nostri striscioni con l’odore acre dei fumogeni e un tiepido sole nelle calde domeniche primaverili o sotto la pioggia e la neve nelle fredde giornate invernali
Domenica 2 marzo sono ufficialmente entrati in scena gli stewards, ennesimo regalo del decreto anti-violenza, ovvero tanti omini con casacche arancioni che hanno il compito di far rispettare l’ordine nei vari settori dello stadio, vigilare e denunciare eventuali “turbolenti”, controllare che ogni persona stia nel posto assegnatogli…. I nostri “politici”, con quest’ultima mossa, stanno chiaramente cercando di imitare in tutto per tutto il modello inglese che tutti reputano, senza cognizione di causa, abbia fermato gli hooligans. Nessuno dice che in Inghilterra gli stewards ti sbattono fuori e ti denunciano anche solo se ti soffi il naso durante la partita. In premier league la gente non si può alzare non può esultare calorosamente e non può assolutamente introdurre materiale che non sia stato preventivamente consentito (niente tamburi quindi e niente bandieroni). Voi vi divertireste in uno stadio così? Inoltre i sostenitori del cosiddetto “modello inglese” non considerano, anzi ignorano completamente alcuni punti essenziali: siamo in Italia dove il fenomeno ultras ha avuto e possiede tuttora basi, origini e modi completamente diversi da quello inglese e non si possono adottare le stesse misure senza sapere ne leggere ne scrivere. Quando l’Inghilterra prese posizione contro gli Hooligans c’era al governo una certa Margaret Thatcher, la “Lady di ferro”, dura e carismatica, carisma che ai politici italiani manca completamente insieme al buon senso. Noi non accetteremo mai queste imposizioni, noi non staremo mai seduti a guardare la partita negando così tutti i nostri principi e i nostri ideali, non siamo marionette ne burattini e non permetteremo mai che qualcuno ci tratti così, nessuno ci impedirà di cantare, di parlare, di esultare per un gol, di saltare in piedi gridando quando la nostra squadra si avvicina alla porta, nessuno ci impedirà mai di dire la nostra e di lottare per un calcio migliore e più pulito. Noi continueremo per la nostra strada a testa alta, cantando e tifando, sempre orgogliosi di quello che facciamo: ci hanno tolto tamburi, torce , fumogeni, striscioni e a molti di noi anche la libertà ma non avranno mai stadi senza passione e senza calore.
NON LA SMETTEREMO MAI