Martedì 4 novembre 2008- Sala Chiamata del Porto Assemblea pubblica dei tifosi sampdoriani Martedì 4 novembre 2008, alle ore 20.30, si terrà, presso la Sala Chiamata del Porto, la prima delle assemblee pubbliche, precedentemente annunciate dai Gruppi della Sud, nel comunicato che dava il via al progetto comune delle diverse anime della nostra tifoseria. La speranza dei ragazzi impegnati nel progetto che unisce i tifosi sampdoriani è quella di ottenere un duplice risultato: da un lato consentire, a tutti coloro che vorranno partecipare, di poter essere direttamente coinvolti in tutte le iniziative comuni della tifoseria e di esprimere le proprie opinioni, dall’altro quello di comunicare direttamente con tutti i tifosi blucerchiati, attraverso un mezzo diretto e spontaneo come quello di un’assemblea, superando così i problemi legati all’ormai atavica incompetenza dei nostri pessimi organi di stampa. La partecipazione di tutti è, non solo gradita, ma per certi versi necessaria; si consideri che la tifoseria blucerchiata si ritrova in un’assemblea pubblica a tre anni da quella in cui si era deciso di lasciare vuota la Gradinata Sud nel primo tempo di Sampdoria-Inter. Le tematiche da trattare saranno molteplici e più saremo più idee potremo porre al vaglio di tutta la tifoseria. Non dobbiamo per nessun motivo perdere questa occasione! TUTTI ALLA CHIAMATA!
Trasferta di Napoli I Fieri Fossato 1999 ricordano che, qualora non sussistano divieti dell’osservatorio per le manifestazioni sportive, sarà organizzato un pullman per la trasferta di Napoli del 9/11/08. Chi fosse interessato o volesse informazioni può contattare gli incaricati del gruppo telefonando al numero 3480573437. Ovunque sarai ovunque io sarò!
“SULLA NAVE SU MILLE AUTOSTRADE”
Uccellacci e uccellini Certe mattine ci svegliamo consapevoli che quella che abbiamo di fronte sarà una giornata come tutte le altre; tutte le nostre abitudini, i nostri punti fermi, non subiranno cambiamenti e alla fine sarà la solita giornata di scuola o di lavoro priva di emozioni, ma comunque rassicurante. Quella mattina autunnale di quindici anni fa ci sorprese inquieti nell’anima, a causa dello stato di salute di una persona per noi speciale, ma certamente inconsapevoli del fatto che di lì a poco tutte le nostre certezze e le nostre abitudini di innamorati dei magici colori sarebbero state brutalmente modificate. Paolo ci lasciò, quel giorno di ottobre, dopo averci cresciuto per anni con il calore di un padre che ti prepara al futuro, con il solo desiderio di renderti autonomo e perfettamente in grado di resistere ai colpi della vita. Per ottenere il proprio scopo ci diede ali forti e robuste, fatte di coraggio, di valori e di dignità, in sostanza tutto quello che occorre per non patire mai di fronte alle scorrettezze e all’arroganza del prossimo. Tanti di noi tuttavia erano troppo giovani per comprendere le complesse istruzioni che ci avrebbero portato a spiccare il volo, e il prematuro viaggio intrapreso dal nostro amato Paolo ci lasciò basiti e intimoriti per il futuro che ci aspettava. Col tempo anche i giovani, memori dell’esempio ricevuto, impararono a volare e a difendersi dalle beccate degli altri uccelli, quelli in via di estinzione, che in vero non ci avevano mai fatto poi così male e quelle dei corvi dalle penne velenose che ancora oggi provano a ferirci versando inique parole volte a renderci meno forti e meno uniti senza mai riuscirci.
Proprio questi corvi, che oggi fingono di ricordare con trasporto la “Meravigliosa Persona” che ci ha resi grandi e liberi, in tempi passati non spesero neppure una parola per sostenere l’idea di avere una via cittadina dedicata a Paolo, rendendosi complici, con gli amministratori comunali, del grave ritardo con il quale, infine, il sogno divenne realtà. Nonostante il ritardo però, oggi anche coloro che per la giovane età non hanno avuto la fortuna di conoscere il Presidente, possono vedere il suo nome associato alla creatura che tanto amò, passeggiando per le vie della fiumara, andando ad un concerto al Vaillant palace, o semplicemente andando al cineplex e se hanno fortuna possono avere qualcuno vicino in grado di ricordargli che quel signore, Paolo Mantovani, qualche anno prima della sua nascita, onorò la città e tutti coloro che amavano profondamente quella maglia dai colori indiavolati, insegnando a tutti la nobile arte del volo, libero e impavido che oggi non ci fa più tremare di fronte alle difficoltà.
Belgrado Mercoledì 22/10/08, ore 23: queste sono la data e l’ora del ritrovo al club. L’occasione è di quelle immancabili: scatta il gironcino di coppa u.e.f.a. e l’antagonista di questa imperdibile “prima visione” blucerchiata è il Partizan Belgrado. Come a Kaunas il nostro apporto non può mancare e per questo motivo allestiamo un pullman per seguire le sorti dei nostri amati colori; purtroppo il sorteggio non è stato troppo benevolo con noi, perché Belgrado è una delle pochissime trasferte che necessitano del passaporto e tanti ragazzi non sono stati in grado di espletare tutte le pratiche per ottenerlo nel tempo utile per la partenza. Nonostante i suddetti problemi partiamo con la solita carica che ci caratterizza in ogni trasferta. Sono le 23.30 quando saliamo sul pullman da Torre Cantore (consueto luogo di ritrovo per tutte le nostre trasferte) e ci dirigiamo verso Via Canevari dove troviamo i ragazzi dei Fedelissimi che insieme a noi viaggeranno per tutta la notte a base di “birrette e vinello”. L’atmosfera è quella dei grandi momenti; durante il viaggio si parla un po’ di tutto e soprattutto delle vecchie trasferte europee e si pensa a quello che Belgrado ci potrà “regalare”.
La notte vola via leggera e alle 10 del mattino circa ci ritroviamo al confine tra Slovenia e Croazia. Appena arrivati ci rendiamo subito conto che non sarà una giornata troppo semplice: controlli minuziosi e scorta della polizia locale sono il degno antipasto di quanto ci aspetterà in seguito. Ci lasciamo i controlli alle spalle e dopo un paio d’ore di viaggio ci fermiamo all’autogrill per consumare un pranzo veloce; non possiamo perdere troppo tempo: considerando il precedente trattamento della polizia croata immaginiamo che in Serbia i controlli saranno ancora più accurati. Per evitare ritardi partiamo quasi subito e alle 16.00 varchiamo il confine serbo. Come ampiamente previsto il trattamento della polizia Serba non è certo dei migliori, infatti oltre alla perquisizione del pullman dobbiamo attendere i puntigliosi controlli di zaini, indumenti e bandiere. Quando ripartiamo crediamo di aver finalmente terminato il “girone infernale” dei controlli di polizia e invece ecco pronto un altro controllo, l’ennesimo di una giornata passata come se fossimo dei terroristi. Ci fermiamo in una piazza alla periferia della città, ancora una volta scendiamo e ci sorbiamo l’ennesima perquisizione, aggravata dal divieto di fumare all’aperto (roba da rimpiangere Sirchia ed è tutto dire) e dalle riprese delle telecamere della polizia (tutto il mondo è paese). Cominciamo a preoccuparci: i biglietti di ingresso non sono stati inviati a Genova e alle 19.00 i botteghini dello stadio chiudono i battenti. Fortunatamente riusciamo a ripartire e alle 19.00 circa arriviamo a destinazione, immediatamente però ci accorgiamo che lo stadio dista qualche metro e di conseguenza capiamo che per entrare dovremo affrontare un piccolo corteo “Old Style”. Il tempo di organizzarci e subito due di noi vengono accompagnati a fare i biglietti per tutti insieme a due ragazzi del pullman degli U.T.C.. Quando ci incamminiamo verso lo stadio con l’adrenalina a mille facciamo partire una botta di Doria! Doria! Siamo ancora fuori e già abbiamo avvisato tutti del nostro arrivo! Entriamo allo stadio e con piacere facciamo ciò che in Italia non è più permesso:
appendiamo i nostri striscioni! Alle 20.30 lo stadio è già pieno in ogni ordine di posto. Il clima è incandescente, i serbi seguono la partita in piedi in ogni settore e i cori vengono cantati da tutto lo stadio con boati assordanti creando così una atmosfera tutt’altro che amichevole. Da notare che, nonostante la sconfitta i loro gruppi principali rimarranno a cantare a partita finita per altri 20 minuti buoni. Sul campo come tutti sappiamo ci imponiamo per 2 a 1 e la soddisfazione del settore ospiti è indicibile. Dopo un’ora dal triplice fischio ci fanno finalmente risalire sui pullman; ci aspetta un’altra notte di viaggio ma, come all’andata, filerà veloce tra una risata e una bevuta. Anche Belgrado è archiviata …. .aspettando la prossima!