Anno 4 fanza 8

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Possono vendercelo come vogliono, ma in ogni caso questo art. 9 è del tutto incostituzionale, perchè limitante la libertà personale di ciascun individuo. Ancor più grave immaginare che un assassino che abbia scontato la sua pena e sia libero possa tranquillamente accedere allo stadio acquistando il biglietto, mentre una persona che abbia commesso un “reato da stadio” (non paragonabile di certo ad un omicidio) e che abbia già pagato scontando la propria pena non possa acquistare il biglietto perchè ritenuto un “elemento pericoloso”. Chi ha sbagliato in passato e ha già pagato, è giusto che abbia un'altra possibilità e non venga bollato a prescindere. Soprattutto se si tratta di “reati da stadio”, che spesso si limitano a una scazzottata o ad episodi anche meno gravi. Soprattutto in un Paese dove la legge permette a chi è già stato condannato per reati ben più gravi di poter sedere in Parlamento. Ancora una volta vengono calpestati i nostri diritti, non di tifosi, ma di cittadini liberi. Una volta di più ci ritroviamo a temere che presto ciò che è accaduto a Torino avverrà anche a Genova, perchè purtroppo tutte le Questure d'Italia si uniformeranno. Presto potremmo ritrovarci con degli amici fuori dallo stadio per una scazzottata avvenuta 5 anni fa, pagata con un daspo magari già scontato, e magari al loro posto in Gradinata potremmo trovare un assassino, o uno stupratore. Repressione, è questo l'unico termine che riassume alla perfezione la situazione. E' questo l'intento di quei cervelloni che ci comandano, distruggere il nostro modo di tifare e andare allo stadio, la nostra passione e soprattutto la nostra aggregazione. Sì, perchè al giorno d'oggi è l'aggregazione a mettere più i bastoni tra le ruote agli interessi di chi comanda, e gli ultras sono una delle poche forme di aggregazione che esistono in questo momento. E allora si tenta in tutti i modi di disgregare, anche utilizzando metodi poco ortodossi come in questo caso una legge del tutto incostituzionale. Proprio per questo, pur non sapendo quello che succederà nei prossimi mesi, intendiamo continuare ad informare tutti per combattere, con chi vorrà stare con noi, le prossime battaglie per la libertà dei tifosi.

AI TIFOSI DELLA GRADINATA SUD Oggi, nel momento del bisogno, faremo un passo importante, come sempre dettato dal cuore e per il bene della Samp, tornando al centro della Gradinata. Non ne possiamo più di questo schifo, sembriamo rispecchiare la squadra in campo e come cazzo facciamo a pretendere impegno, a esigere da loro di onorare la nostra maglia, se poi noi non onoriamo la nostra Gradinata? E’ tutto l’anno che leggiamo e che sentiamo ripetere che i cori dal parterre non hanno più l’impatto di un tempo, e che quindi sarebbe colpa nostra se la Sud non canta, pertanto i Gruppi che hanno aderito all’iniziativa faranno il primo passo, spostandosi da oggi al centro della Gradinata per dare la scossa necessaria. Da oggi non vogliamo più sentire scuse, la squadra ha bisogno del nostro sostegno, di riavere il suo fortino casalingo da dove uscire indenni sia difficile per tutti. Da voi vogliamo l’apporto necessario per tornare ad essere la Gradinata Sud. A prescindere da questo, rimane in noi la delusione per tutti coloro che non hanno condiviso con noi la battaglia contro la tessera del tifoso. Nonostante tutto noi in Gradinata Sud ci siamo ancora a modo nostro, e ci saremo anche in futuro, sperando che chi non ci ha seguito questa volta possa ricredersi e darci una mano. PORTA UN VESSILLO E LA VOGLIA DI CANTARE


Articolo 9: per reprimere ogni mezzo è lecito…

In ricordo di Claudio Zino Fondatore dell’Unione Calcio Sampdoria Un altro pezzo di Sampdoria se ne va. Come molti avranno letto, recentemente è mancato Claudio Zino, uno dei soci fondatori dell’Unione Calcio Sampdoria. Innanzitutto vogliamo esprimere il nostro cordoglio ai parenti e agli amici per la scomparsa di una persona cara. Noi personalmente non conoscevamo il signor Zino, ma non possiamo che essergli grati per aver dato vita, insieme agli altri soci, a quella magia di colori e sensazioni che ogni domenica ci porta a soffrire e gioire insieme: quella magia che si chiama Sampdoria. In un momento in cui sarebbe necessario recuperare, soprattutto a livello societario, quei valori che hanno contraddistinto l’Unione Calcio Sampdoria sin da quel magnifico 1946 che ci ha visti nascere, la perdita di un pezzo importante della nostra storia e della nostra memoria non può che colpirci profondamente. Non ci resta che ringraziare il Signor Zino per quello che ci ha regalato. Semper uniti in gloria! Ciao Claudio

Tutto ciò che è accaduto ultimamente intorno alla nostra Sampdoria, tutti i problemi, le tensioni e le delusioni, non hanno comunque distolto la nostra attenzione dalla battaglia che portiamo avanti da un anno a questa parte, quella contro la tessera del tifoso e tutte le forme di repressione ad essa legate. Al di là dei soliti divieti e delle consuete restrizioni alle quali ormai siamo purtroppo abituati, vogliamo in questo articolo porre l'accento sul tema che forse più ci preoccupa quando parliamo di tessera del tifoso, e cioè il famigerato articolo 9 della legge Amato, che vieta a chiunque abbia avuto un daspo o una condanna per reati da stadio di acquistare biglietti. La scorsa settimana è stato per la prima volta messo in pratica l'articolo in occasione della partita Torino-Pescara tramite il programma "Questura on line", un programma, cioè, che avrebbe inviato i dati di ogni tifoso che si accingeva ad acquistare il biglietto direttamente alla Questura, la quale avrebbe deciso in tempo reale se il tifoso in questione avesse o meno il diritto di andare allo stadio. In sostanza, coloro che avevano avuto un daspo o una condanna per reati da stadio negli ultimi 5 anni si sono ritrovati a non poter acquistare il biglietto, benchè avessero già scontato la condanna. Infatti, come spiegato in un'intervista dall'Avvocato Lorenzo Contucci, Penalista che da tempo segue le cause dei tifosi, è stata creata una sorta di “black list” contenente i nominativi di coloro che sono stati sottoposti a daspo o condanne per reati da stadio, in modo che la Questura, una volta ricevuti in tempo reale i dati dalla rivendita, possa bloccare la vendita del tagliando. In sé l'articolo addirittura vieta l'acquisto dei biglietti a chiunque nella sua vita sia incorso in daspo o condanne, tuttavia le disposizioni di Maroni hanno limitato come detto il periodo agli ultimi 5 anni, a prescindere però che l'individuo abbia o no scontato il daspo. In pratica, se sono stato diffidato 5 anni fa e ho già scontato la diffida, non posso comunque andare allo stadio.


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