Il fair play e la repressione Strano mondo quello del calcio, da una parte si spendono soldi per tirare su un carrozzone come il “fair play village” con il favore di tutti e dall’altra si lasciano fuori dagli stadi i tifosi che hanno deciso di non sottoscrivere una tessera, peraltro recentemente sconfessata dal Consiglio di Stato. La società Sampdoria dice di chiedere alle diverse società ospitanti di allestire settori appositi per non tesserati, e vogliamo credere che sia vero, senza dietrologie, tuttavia le questure proseguono la loro attività di incomprensibile diniego delle autorizzazioni. Anche a Padova siamo stati fuori, esclusi come soggetti non graditi in uno stadio, con la sola colpa di continuare a credere che la nostra fede non sia soggetta tesseramento. Alla faccia del fair play ……
Benvenute Matilde, Aida e Emma La famiglia Blucerchiata accoglie due piccole, future, supertifose: congratulazione a Carlo e Cristina, veri Fieri Fossato, genitori di Matilde ed a Biagio di Bolza e Barbara per la nascita di Aida. Nell’occasione esprimiamo tutte le nostre felicitazioni anche al nostro grande amico Francesco di Terni e alla sua compagna per la nascita della piccola Emma.
Ciao Lolli Il nostro pensiero va a Te Lolli: a Te che hai mostrato cosa vuol dire amare senza riserve, a Te che hai voluto vivere intensamente tutte le sensazioni che solo chi vive l’amicizia, il colore e le emozioni giorno per giorno con passione indomabile può provare, a Te che hai vissuto ogni momento indimenticabile della Sampdoria e ogni sconfitta bruciante, confortato dall’idea che tutti noi innamorati di quei colori magici siamo più forti quanto più dimostriamo di essere una forza unica, a te che la Sud sarà sempre la Tua casa e le stelle saranno il tuo regno ….. Semplicemente grazie del Tuo esempio … ... Che la terra ti sia lieve cuore Blucerchiato. Ciao Lolli
NON ABBASSIAMO LA GUARDIA !!! Finalmente una piccola luce nel buio, dopo mesi in cui siamo perfino arrivati a chiederci se lo sport praticato dai giocatori della Sampdoria si potesse ancora definire calcio o se fosse più corretto addirittura non chiamarlo nemmeno sport. Un piccolo ma significativo segnale: i nostri giocatori, per lo meno una parte di loro, sanno ancora cosa vuol dire correre, impegnarsi, lottare 90 minuti più recupero. Sabato a Padova abbiamo rivisto qualcosa che ci ha ricordato il significato della parola squadra, vocabolo da tempo ormai inadeguato per definire la nostra Sampdoria. E' bastato che gli 11 scesi in campo ci mettessero un pizzico di cattiveria agonistica, rispettando i dettami tattici dell'allenatore, anziché vagare per il campo in modo confuso e svogliato. Siamo finalmente tornati a prenderci 3 punti, quanto mai importanti per allontanare quella zona bollente della classifica nella quale stavamo pericolosamente precipitando. Memori dello scorso campionato, quanti di noi avranno ripensato a come siamo retrocessi lo scorso anno, rivedendo tante analogie con la situazione di un anno fa. Questa vittoria però non deve far abbassare a nessuno la guardia, né alla società né ai giocatori, e nemmeno a noi tifosi. La società, prima di tutto, non deve pensare che i problemi siano di colpo risolti con questa vittoria. Da qui a fine gennaio servono degli interventi mirati sul mercato atti ad andare a coprire le mancanze nei settori del campo più bisognosi. Inoltre, è sotto gli occhi di tutti come la vittoria ottenuta a Padova sia anche frutto dell'innesto azzeccato di molti giocatori giovani e vogliosi di emergere, mentre la maggior parte di coloro che lo scorso anno ci hanno portati dove siamo sedevano in panchina o in tribuna. Serve un rinnovamento nell'organico, la famosa "piazza pulita", termine tanto caro al Vicepresidente Vicario, ma soprattutto è necessario un rinnovamento societario, a partire dall'ingaggio immediato di un Direttore Generale.
I giocatori non devono pensare che una vittoria ottenuta su un campo ostico come Padova possa permettere loro di scendere in campo senza la mentalità giusta mostrata all'Euganeo, piuttosto devono continuare su questa strada. Si può vincere, pareggiare o perdere, ciò che importa a noi è vedere lo spirito di sacrificio e la grinta messi in campo sabato e non la svogliatezza e la mancanza di motivazioni che la squadra fino ad oggi ha mostrato per gran parte della stagione. La serie B è un campionato lungo e ricco di trappole, bastano 3 vittorie di fila per riagganciare le prime e sperare, o un filotto negativo per ritrovarsi nel calderone che porta dritti in quella categoria che non vogliamo nemmeno nominare. Vogliamo vedere l'impegno che è mancato finora, perché la maglia blucerchiata bisogna meritarsela ed essere degni di indossarla. Infine noi tifosi, che non dobbiamo illuderci ma tenere alta la tensione continuando a pretendere che la società cambi registro e la squadra regali prestazioni dignitose. Per questo è necessario cercare di ritrovare dentro noi stessi la forza e l'entusiasmo per cercare di aiutare la squadra a risalire la china. Gli ultimi 12 mesi sono stati un inferno per qualsiasi tifoso blucerchiato, ma nella nostra storia siamo sempre riusciti a uscire dalle situazioni difficili perché non abbiamo mai smesso di amare i nostri colori e abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo. Tutti sappiamo benissimo che ritrovare entusiasmo dopo tutto quello che abbiamo passato per colpa di società e squadra non è semplice, ma se vogliamo trovare continuità di risultati dobbiamo essere i primi a far sentire a chi scende in campo che crediamo ancora in un campionato da protagonisti. Pertanto stasera occorre dare tutto in Gradinata mettendo da parte i giustificati malumori degli ultimi tempi, perchè ancora una volta la Sud deve essere protagonista nella rinascita della Samp. Fuori la voce, fuori l'orgoglio, diamo tutto e dimostriamo ancora una volta che la Sud non è un problema, come qualcuno ha voluto far credere negli ultimi mesi, ma invece è la spinta imprescindibile per chi scende in campo.