DERBY VINTO, TENIAMO ALTA LA GUARDIA Passata l’ubriacatura di gioia per il derby, ci troviamo a dover fare i conti oggi con una situazione di classifica lievemente migliorata, ma senz’altro ancora di grave emergenza. Abbiamo potuto constatare che la squadra di fronte ad una gara ad alta tensione, ha avuto la forza di reagire e di tirare fuori i coglioni come in settimana avevamo chiesto, ma saremmo ciechi se non vedessimo che il lavoro da fare è ancora tanto. Quella grinta e quel cuore che la Sampdoria ha mostrato in campo contro i dirimpettai dovrà essere il punto di partenza di tutte le partite a venire, altrimenti non avremo ottenuto nulla se si eccettua la grande, ma semplice gioia di aver portato a casa tre punti e inguaiato “quelli la”. Le notizie di questa settimana sul fronte societario non sono rassicuranti: il d.s. Sensibile, non unica, ma tra le principali cause delle nostre difficoltà, sembrerebbe essere stato confermato e questo è un dato che non ci convince. I problemi della Sampdoria sono ancora tutti ben presenti e gli unici aspetti positivi sono dati dalla reazione della squadra, che ha mostrato grande orgoglio e bisogna dargliene merito e il ritorno, finalmente, di una grande Gradinata Sud che è tornata a ruggire e ad essere quella spinta in più che alla Sampdoria non dovrebbe mai mancare. Tutto questo però, adesso richiede un valore che da tempo difficilmente riscontriamo: continuità. Continuità nelle prestazioni da parte della squadra e dell’allenatore Ferrara, che certamente non erano dei campioni ad inizio anno quando sulle ali dell’entusiasmo andava tutto bene e altrettanto certamente non erano dei brocchi quando una dopo l’altra inanellavano sconfitte a tutto danno per la nostra classifica. Con una mentalità umile da neopromossa e l’impegno di tutti, il derby ci ha mostrato che è possibile raggiungere i risultati sperati, tutto sta adesso a non dimenticarlo. La stessa continuità di prestazioni che auspichiamo per la squadra, dobbiamo però averla noi stessi in Gradinata. Al derby molti ci hanno chiesto di sventolare i bandieroni che avevamo portato e alla fine la Sud è stata colorata come non era da tempo. Anche dal punto di vista vocale siamo andati piuttosto bene, ma tutto questo non avrà alcuna utilità se quelle stesse persone e magari qualcuna in più, non
torneranno a chiederci di sventolare i bandieroni anche oggi e in tutte le partite a venire. Se non canteremo con la rabbia e l’orgoglio mostrato nel derby in ogni gara da qui alla fine del campionato, tutto sarà stato vano. Questo è un fatto che dipende esclusivamente da noi, nessun altro può darci gli stimoli per essere grandi come siamo stati nel derby; quegli stimoli dobbiamo trovarli dentro di noi, dobbiamo tirarli fuori perché vogliamo spingere la Sampdoria al raggiungimento del nostro obiettivo che era e resta la permanenza in serie A. Anche se non vedremo le bandiere delle galline davanti a noi dovremo avere lo stesso entusiasmo perché sono i nostri colori l’unico stimolo che ci spinge ad essere una Gradinata migliore, per noi e soprattutto per la Sampdoria. Oggi ci aspettiamo di vedere quella continuità che ci serve da parte di tutti. La Sampdoria ha bisogno di tutti noi, ricordiamocelo ogni volta che varcheremo i tornelli di Marassi e saremo ancora padroni del nostro futuro! IL CALCIO MODERNO E L'ESEMPIO DELL' F.C. UNITED OF MANCHESTER Il pensiero che il prossimo turno in casa contro l'Udinese si giocherà di lunedì alle ore 19 ci lascia per l'ennesima volta interdetti: il volere delle televisioni e il "dio denaro" ancora una volta hanno prevalso sul buon senso e soprattutto sul rispetto nei confronti dei tifosi, la maggior parte dei quali sarà costretta a rinunciare ad andare allo stadio oppure a dover prendere ore di ferie per essere presente. Purtroppo continuiamo ad assistere allo scempio di questo calcio, un mondo dove imperversa il business in ogni sua forma: il calcio moderno è ormai basato esclusivamente sul guadagno ad ogni costo e ha messo da parte la passione e i veri valori di questo sport. Questo declino va avanti ormai da parecchi anni e non riguarda solo il calcio italiano, ma coinvolge anche altri campionati tra i quali la tanto decantata Premier League inglese, da molti (troppi) utilizzata come modello da seguire. E' proprio dall'Inghilterra che arriva una storia che chi rimpiange il vecchio calcio non può che apprezzare e probabilmente invidiare. E' l'anno 2005 quando il magnate americano Glazer, dopo una scalata al vertice societario iniziata due anni prima, diventa proprietario del 98% delle azioni del Manchester United: per alcuni tifosi dei Red Devils il fatto che uno straniero entrasse a far parte di un mondo e di tradizioni con le quali non aveva nulla a che fare era del tutto inaccettabile, così come i tifosi non potevano essere d'accordo sul fine ultimo di Glazer, cioè quello di ottenere profitto dall'acquisto del club. Nel giro di poco tempo il club si indebita fortemente e nel frattempo i prezzi dei biglietti per le partite interne del Man Utd aumentano vertiginosamente. E' in questo contesto che un gruppo di tifosi decide nel maggio 2005 di dire basta, partorendo l'idea di fondare un nuovo club gestito dai tifosi e che incarnasse i veri valori del calcio. Le parole di Luc Zentar, uno dei fondatori e primo segretario del
club, sono piuttosto eloquenti:“Sono stanco di questo calcio e di ciò che è diventato: denaro, arroganza, mancanza di collegamento tra i giocatori e i tifosi, il modo in cui noi tifosi siamo trattati, il clima di Gestapo che ci circonda. Non posso accettare il fatto che si debbano pagare 36 sterline per entrare in un luogo privo di atmosfera, in cui non è possibile stare in piedi o stare seduti vicino ai tuoi amici“. Nasce così l'FC United Of Machester, club che si pone come un'organizzazione democratica e no-profit appartenente totalmente ai suoi membri che hanno creduto nel progetto investendo una quota stabilita pari a 12 £ all'anno. Ad ogni sostenitore spetta un'identica quota e ognuno di essi ha la facoltà di esprimere decisioni sul club (ad esempio i soci possono votare per stabilire i prezzi dei biglietti). Lo statuto del club non prevede nè la possibilità che un singolo tifoso possa acquisire l'intera società, nè che gli eventuali proventi siano ripartiti tra i membri, stabilendo che il 100% delle entrate venga reinvestito solo ed esclusivamente per il club. Altro aspetto importante è che vengono accettate le sponsorizzazioni, ma non è permesso inserire loghi sulle maglie dei giocatori. Dopo i provini dove si presentano circa 900 giocatori, vengono scelti i 17 che compongono la rosa che affronta la North West Counties Football League, l'equivalente della nostra terza categoria. Con una media di 3000 spettatori a partita, l'FC United vince il campionato e ottiene altre due promozioni nelle due stagioni successive, raggiungendo la Northern Premier League Premier Division nella quale milita dal 2008/2009. Oltre all'aspetto prettamente sportivo, sul sito ufficiale vengono menzionate varie attività svolte dal club tra le quali spiccano quelle nel campo del sociale, che prevedono l'associazione con gruppi di profughi, con scuole, con squadre di calcio, con orfanotrofi, tanto per citare alcuni esempi. La squadra attualmente conta una media di 2500 spettatori e gioca le proprie partite casalinghe nello stadio "Gigg Lane" (situato nella periferia di Manchester) che appartiene ad un'altra società, il Bury F.C. Proprio per questo motivo il club si è posto l'ambizioso progetto di costruire un proprio impianto col solo contributo dei propri tifosi. I costi d'affitto del Gigg Lane penalizzano in parte la possibilità di fare investimenti in quanto pesano sul bilancio del club, di conseguenza i membri hanno deciso di costituire il cosiddetto "Development Fund", un fondo dove chiunque può versare un contributo per sentirsi parte del progetto e dare una mano al club, che in questi primi anni ha già incassato 200000 £. Il proposito non è solo quello di avere un proprio impianto, ma anche che esso abbia risorse che vengano utilizzate dalle comunità locali. Proprio questo, come riportato sul sito ufficiale, è l'obiettivo principale che si pone l'F.C.United: essere un club per i tifosi e per le comunità della zona in quanto i propri tifosi credono che un club di calcio dovrebbe esistere per il vantaggio dei tifosi e delle comunità circostanti e che nessuno dovrebbe trarre vantaggio finanziario dal suo successo. Ciò che invece a loro modo di vedere sta facendo Glazer con il Manchester Utd. L'ambizioso progetto dell'FCUM mette al centro di tutto i tifosi, anima del calcio senza la quale questo sport non esisterebbe. Un modo di intendere il calcio
all'antica, quando ancora la passione prevaleva sul business, quando i Presidenti erano i primi tifosi della propria squadra e non sceicchi/magnati senza alcuna appartenenza, quando i calciatori preferivano rinunciare ad andare a giocare dove gli veniva offerto di più perchè legati al club in cui da anni militano, quando gli stadi erano sempre pieni e i prezzi dei biglietti erano accessibili a tutti. Quando soprattutto non esistevano le televisioni che stilavano calendari con date e orari assurdi, fregandosene altamente dei tifosi. Troviamo molto coraggioso quanto fatto da queste persone sia per la complessità del progetto, che raccontato così in una fanzine potrebbe apparire semplice ma che invece necessita di un lavoro piuttosto dispendioso, sia per la loro scelta drastica di rinunciare a seguire la squadra per la quale hanno sempre fatto il tifo. Proprio per questo il nostro augurio è che questo club cresca ancora e centri i propri obiettivi, continuando ad incarnare quei valori che cerca di trasmettere dalla sua fondazione e che sposiamo in pieno. E chissà, benchè ci rendiamo conto delle grandi differenze culturali che intercorrono tra l'Italia e l'Inghilterra, che un domani questa strada non possa essere intrapresa anche qui....
CIAO MASSI A distanza di poco più di un anno dalla scomparsa di Guido, membro dei Palati di Savona, e indimenticato amico di tutti noi Fieri Fossato, un altro grande tifoso blucerchiato del gruppo savonese ci ha abbandonato, proprio nelle ore successive al derby. Si tratta di un lutto che colpisce, ancora una volta duramente, i ragazzi di Savona e che addolora immensamente anche noi in virtù del legame personale che tanti di noi avevano con Massi e ancora di più per la nostra pluriennale amicizia fraterna con i Palati. Non può non colpirci come la vicenda di Guido, che ci ha abbandonato subito prima il derby del 2011, si leghi a quella di Massi che ha avuto la stessa triste sorte poche ore dopo il derby di quest’anno. Segni del destino. Un destino che ci priva di un amico, un compagno di trasferte e priva la famiglia e tutti gli amici di una persona straordinaria. Non possiamo nascondere il dolore, ma vogliamo allo stesso tempo ricordarlo per i momenti belli, quelli davanti al bar prima della partita, passati a scherzare ed intonare cori, quelli legati alle mille feste a Savona o a Genova che avevano i colori blucerchiati come elemento centrale e l’amicizia e l’aggregazione come motore. Massi era, come tutti i Palati, sempre tra i primi a voler ricordare Guido, nelle feste, nei cori e in trasferta. Oggi quello stesso destino che ci ha privato di due amici in circostanze così simili, ha voluto che Massi andasse ad abbracciare Guido. Un’altra acciuga vola in cielo per tingerlo ancora un po’ di più di blucerchiato. Ciao Massi, anche per te risuonerà per sempre il coro: Se senti puzza di acciuga e vedi scorrere il vino, lì c’è un Palato Fino …. lì c’è un Palato Fino!