LA SAMPDORIA NON E' UN DISCOUNT! Pochi giorni prima dell'inizio della finestra di mercato invernale decidemmo di pubblicare sul nostro sito un articolo duro nei confronti dei procuratori, rei a nostro avviso di "inquinare" le menti dei giovani calciatori dell'U.C. Sampdoria, col concreto rischio che certe voci potessero incidere negativamente sul rendimento di quest'ultimi. Cosa alquanto dannosa, soprattutto alla luce della classifica che si era profilata dopo il negativo mese di dicembre. Il mese di gennaio ha visto i nostri giovani continuare per nostra fortuna ad inanellare buone prestazioni, aiutando la squadra a ottenere punti importanti ma allo stesso tempo attirando sempre più le attenzioni delle squadre di alta classifica. E in questi casi, si sa, la stampa non aspetta altro che riempire le pagine dei propri faziosi quotidiani con notizie di presunti interessamenti, raccontando di aste e trattative. E' accaduto quindi che un giorno un nostro giocatore venisse accostato a quella squadra, il giorno dopo a un'altra ecc. Tante voci e titoloni sui giornali conditi da continue e fastidiose dichiarazioni degli agenti (un bel tacer non fu mai scritto..) in un momento nel quale tutto sarebbe servito fuorchè distrarre questi giovani ragazzi dal loro unico obiettivo, cioè quello di dare il massimo per la squadra per la quale sono tesserati, l'U.C. Sampdoria. Il fondo del barile è stato raschiato l'ultimo giorno di mercato in occasione della richiesta da parte della Juventus di acquistare Poli. La trattativa non è andata a buon fine, eppure alcuni siti poco dopo le 19 (orario di chiusura del mercato) titolavano: "Proseguono i contatti con la Sampdoria per Andrea Poli. Si parla naturalmente del mercato di luglio, e l'accordo è arrivato. Poli da luglio sarà della Juventus" www.gazzetta.it "L'accordo tra Juventus e Sampdoria è stato raggiunto, i documenti però non arrivano in tempo. Si chiuderà a giugno, il centrocampista andrà a Torino in comproprietà" - www.goal.com "Juve - altre operazioni sono state perfezionate, ma rivolte al futuro: la metà di Andrea Poli dalla Sampdoria e il giovane Pepic, per l'estate prossima" www.tuttosport.com Ancora più ridicolo quanto accaduto nell'edizione di “Repubblica” del 01/02, dove nella pagina nazionale dello sport veniva indicato che l'accordo era fatto per
luglio, mentre poche pagine più avanti, nella sezione sport de "Il Lavoro", veniva invece riportato che la trattativa tra le società non era stata perfezionata e se ne sarebbe eventualmente riparlato in estate. A mettere a tacere tutte queste voci ci ha pensato il Ds Carlo Osti che ha dichiarato: "Con la Juventus si è discusso per la metà di Poli ma è nato tutto troppo tardi e non si è fatto nulla. Ci riaggiorneremo a luglio". Come dire: benchè la trattativa ci sia stata, il giocatore è ancora nostro. Questo è stato il caso più eclatante, inutile soffermarci sulle voci che hanno riguardato altri tesserati dell'U.C. Sampdoria in quanto le vicende sono note a tutti. Se si desse retta ai quotidiani nazionali, in pratica quasi metà dei titolari sarebbe già venduta. Eppure non ci sembra che siano arrivate notizie ufficiali di accordi presi, al contrario la società stessa ha precisato che eventuali discorsi verranno semmai intavolati in estate in quanto il presente di questi ragazzi si chiama U.C. Sampdoria. Il nostro stesso inno recita "può passare il tempo, ma siamo sempre noi.. cambieranno tante cose anche i nomi dei nostri eroi", però da qui a pensare che la Sampdoria sicuramente venderà tutti i suoi uomini migliori a squadre con altre ambizioni ce ne corre. Ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori ed è un dato di fatto che la Sampdoria venga trattata dalla stampa alla stregua di un discount, dove chi arriva può fare il bello e il cattivo tempo e comprare a proprio piacimento a prezzi stracciati. Purtroppo questo fa parte del calcio di oggi, dove comanda soltanto il denaro e non più i valori che dovrebbero contraddistinguere quello che è uno sport; dove ormai certe cifre sono esclusivamente alla portata di un'elite composta da poche società, che hanno lasciato agli altri le briciole. E' un dato di fatto, che piaccia o no. Ma a tutto c'è un limite. Chiudiamo pubblicando quanto dichiarato da mister Rossi durante la conferenza stampa alla vigilia della partita col Torino: "Il mercato? Per fortuna è finito... Noi non siamo un supermercato, non capisco perché la Sampdoria debba per forza vendere giocatori. Icardi e Poli? Se hanno avuto richieste significa che hanno qualità, ma attualmente sono in una grande squadra: sarà la società a decidere se accettare o no le offerte per loro". Non aggiungiamo altro: a nostro avviso parole migliori di queste non potevano essere pronunciate in quanto rispecchiano perfettamente il nostro pensiero e riassumono in pieno quanto da noi appena scritto in questo articolo.
EPPUR SI MUOVE…. Al giro di boa del girone di ritorno vorremmo fare il punto sulla situazione della “tessera del tifoso”, argomento che, nonostante le tante critiche mosse da elementi di spicco delle istituzioni italiane, continua a latitare dal dibattito dei media, relegando ad uno stato di limbo tutte le valide proposte, che nel tempo si sono susseguite per cercare di ridurre i notevoli danni economici e civili che questa aberrazione, degna della politica dello stivale, sta producendo. Qualche tempo fa avevamo dato risalto alla proposta dell'Avvocato Contucci, riguardante la possibilità di riconoscere a tutti i tifosi i medesimi diritti in materia di trasferte, in forza dello stato di cose determinatosi a seguito dell'introduzione dei voucher e della sussistenza ormai pluriennale dei biglietti nominali. Come ci
aspettavamo, nulla si è mosso. Il dinosauro denominato “tessera del tifoso”, pur indebolito dalle pronunce dei giudici, dal malcontento generale e da un'evidente incapacità di produrre i miracoli a più riprese sbandierati dai politicanti di turno, ha continuato ad esistere e ad erodere sempre più le presenze negli stadi e la credibilità del calcio italiano nel mondo. Eppure, nel silenzio di un calcio sempre più vergognoso e schiavo del denaro e delle pay tv, la questione non è stata dimenticata proprio da tutti; qualcuno, infatti, ha fatto sentire la propria voce per dire che qualcosa non va e quando quel qualcuno è una persona storicamente distante anni luce dal mondo Ultras, allora ci accorgiamo che qualcosa potrebbe muoversi per davvero. Recentemente, infatti, si è espresso sulla questione il capo della polizia Antonio Manganelli, uno dei fautori e più acerrimi difensori della t.d.t., il quale ha dichiarato:“Abbiamo adottato una normativa contro la violenza negli stadi che ha comportato forzature che personalmente mi pesano, come il fatto che bisogna fare un percorso di guerra per l'acquisto di un biglietto: speriamo di tornare presto alla normalità”. Da chi questo provvedimento lo ha sempre promosso, non ti aspetteresti di sentire parole di questo genere, ma poco importa, significa solo che anche i più profondi cultori della repressione, si stanno rendendo conto dell'errore fatto. Chissà che, col tempo, veramente non si arrivi a una scelta che oltre a far tornare il calcio italiano a un livello di credibilità sufficiente, permetta veramente alle famiglie di tornare allo stadio, ai tifosi di poter seguire liberamente la propria squadra del cuore anche in trasferta e soprattutto chissà che non si possano rivedere gli stadi pieni senza dover chiedere il permesso a nessuno, magari in tempi brevi. Chi ha buona memoria ricorderà che anche l'ex ministro Cancellieri si era lasciata sfuggire, all'indomani della sentenza del Consiglio di Stato che bocciava la tessera nella parte che ne consentiva il collegamento ad istituti bancari, una dichiarazione che ne metteva in dubbio l'intera validità. Purtroppo le parole restano parole e l'immobilità delle istituzioni italiane ci costringe ad oggi a vivere in uno stato di assoluta assenza di diritti, trattati da cittadini di serie b. La fugace illusione della trasferta di Parma dell'ottobre 2012, aperta anche ai tifosi della Sampdoria non tesserati e prontamente bollata come un refuso burocratico dalle istituzioni, è rimasta la sola occasione per ridare l'opportunità ai tifosi di rivedere un barlume di quel calcio che ora tanti rimpiangono, ma pochi cercano di ricreare. Eppure quanti spunti positivi si sarebbero potuti trarre da quella giornata? Quante riflessioni capaci di invertire la rotta di un treno impazzito che deraglia ogni giorno di più si sarebbero potute fare? Le società piangono i magri incassi e tentano in ogni modo di succhiare ancora il sangue dei tifosi che hanno contribuito a far sparire dagli stadi. Una disgustosa riprova ne è la recente riapertura della campagna abbonamenti del Milan, sotto forma di mini abbonamenti fino alla fine della stagione, voluta dal sig. Adriano Galliani, strenuo difensore della tessera, che di fronte al crollo delle presenze allo stadio di San Siro, chiede un po' di ossigeno ai propri tifosi, nella speranza di fidelizzare ancora qualche tordo e tenere in vita un progetto che è ormai lettera morta, guadagnandoci anche qualche Euro per sostenere le spese pazze di un calcio da lui voluto e di cui è affossatore. In conclusione non possiamo che augurarci che, nel rincoglionimento generale,
le voci discordanti possano elevarsi sopra il silenzio attuale e portare all'unica conclusione sensata che questa vicenda può avere: la fine della “tessera”. La tessera del tifoso è in fin di vita.....non facciamola soffrire oltre!
Appuntamento con la storia A fine novembre alcuni ragazzi del gruppo si sono recati a Manchester, un'occasione per qualche giorno di relax ma soprattutto per andare a fare visita al giocatore che ha fatto la storia della Sampdoria, Roberto Mancini, insieme al quale nello staff tecnico che guida il Manchester City lavorano Fausto Salsano, Attilio Lombardo e David Platt, tutti grandi ex che hanno scritto pagine importanti e indelebili per i colori blucerchiati. In un nebbioso e gelido venerdì mattina ci rechiamo pertanto al campo d'allenamento del City dove veniamo accolti con la consueta disponibilità e cortesia da Roberto, che avevamo avvisato qualche giorno prima del nostro arrivo, il quale ci fa accedere al centro sportivo dandoci appuntamento dopo la sessione d'allenamento. La prima cosa che notiamo all’ingresso del centro d’allenamento sono i colori blucerchiati: sulla parete della reception campeggia infatti la foto dei festeggiamenti della vittoria in Premier del City, quando Attilio Lombardo entrò in campo con la bandiera del Doria. Non c’è che dire, uno spettacolo meraviglioso e una soddisfazione incredibile. Dopo aver atteso la fine dell'allenamento, i primi con cui abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere sono Salsano e Platt, ai quali regaliamo due sciarpe del gruppo portate appositamente, e coi quali parliamo del più e del meno ma soprattutto di Sampdoria, scoprendo che ancora oggi entrambi seguono alcune partite in televisione. Dopo aver parlato a lungo con Fausto e David li salutiamo e nel giro qualche minuto ci raggiunge Roberto, al quale regaliamo una maglia blucerchiata del gruppo. Il discorso principale anche in questo caso non può che essere la Sampdoria: veniamo a conoscenza che anche lui segue sempre le partite in televisione, si parla pertanto del derby, giocato un paio di settimane prima, e della situazione generale della squadra in vista del prosieguo del campionato, scambiandoci opinioni e sensazioni. Tra discorsi "calcistici", qualche battuta divertente e un paio di foto tutti insieme, il tempo scorre via veloce e arriva il momento di salutare Roberto, ma soprattutto ringraziarlo per la sua grande cortesia e la sua disponibilità. Prima di andare via attendiamo che escano Fausto e David per salutarli e scattare anche con loro un paio di foto e nell’occasione ricordiamo a David quel fantastico gol che fece in rovesciata contro il Parma nella semifinale di Coppa Italia del ‘93/’94, suscitando in lui un sorriso compiaciuto. L'unico rammarico che ci resta è quello di non essere riusciti a incontrare Attilio Lombardo, impegnato su un campo d'allenamento. Una mattinata da ricordare, perchè è un privilegio poter discutere di Sampdoria con chi ne ha fatto la storia, persone che ancora oggi a distanza di vent'anni portano i colori blucerchiati nel cuore e che dimostrano quanto in quegli anni la Samp fosse una grande famiglia.