Oggi come ieri!
Era il lontano 12 settembre 1982. La Sampdoria, neopromossa in A e destinata ad intraprendere un percorso che l'avrebbe portata nei successivi anni a costruire una fantastica storia di successi che ancora oggi ci fa scorrere brividi lungo la schiena, si ritrovava giĂ dalla prima di campionato a dover affrontare il peggior esame possibile: la Juventus di Platini, Bettega, Scirea e Paolo Rossi, tanto per citarne alcuni, squadra capace di vincere gli ultimi due
scudetti. Quel giorno il vecchio Ferraris era stracolmo, probabilmente al di là della sua effettiva capienza: ai tempi non esistevano pay-tv, tornelli, tessere del tifoso, divieti, restrizioni. Lo stadio era davvero un catino infernale che incuteva un certo timore reverenziale negli avversari e la Sud era il punto nevralgico dal quale scaturiva un'autentica bolgia. Quella partita è passata alla storia dei colori blucerchiati: il gol di Ferroni sotto la Sud a metà del secondo tempo resta ancora adesso un ricordo indelebile nella mente dei tifosi blucerchiati e persino i più giovani, che a quel tempo erano appena nati o non erano nemmeno stati concepiti, sanno di quell'impresa compiuta dalla Samp che, da neopromossa, sconfisse i Campioni d'Italia all'esordio. Questa sera il nostro campionato riparte proprio da questa sfida che anche oggi si presenta piuttosto improba, proprio come quella di 31 anni fa. Non sappiamo quale sarà il verdetto del campo ma, nella speranza che le cose vadano come quella volta, quello che possiamo e, sopratutto, dobbiamo fare è cercare di ricreare quel clima infuocato che si respirava al Ferraris durante quel Samp-Juve. Oggi più che mai la Gradinata Sud deve partire col piede giusto in vista di una stagione lunga e difficile, dove il nostro apporto dovrà essere costante a prescindere dall'avversario che avremo davanti. Il nostro stadio è sempre stato temuto dagli avversari proprio grazie all'apporto fondamentale del pubblico e questo è un valore aggiunto di cui la Sampdoria non può fare assolutamente a meno. Partire bene non significa solamente cantare 90 minuti incessantemente, ma anche tornare a colorare in lungo e in largo la nostra Gradinata: come sempre metteremo a disposizione tanti bandieroni blucerchiati che potrete trovare dalle bocchette del piano inferiore, pertanto il nostro invito è di prendere una bandiera e sventolare quei fantastici colori per rendere la Sud lo spettacolo magnifico che tanti invidiano! Ci aspetta un campionato duro e non possiamo permetterci la minima esitazione: avanti a testa bassa, fuori la voce, fuori i coglioni! ...CON IL CUORE FINO ALLA VITTORIA!
Lo stato immobile Un'altra estate sta passando senza che il mondo del calcio e la politica abbiano minimamente pensato al problema della tessera del tifoso. Siamo ormai tristemente abituati, per le vicende di tutti i giorni, ad uno stato immobile, incapace di prendere decisioni, ma nel l'ambito del calcio tutto è amplificato alla massima potenza. Dopo le dichiarazioni dell'anno scorso, anche da parti di soggetti che avevano contribuito a dar vita al progetto tessera del tifoso, che sembravano andare incontro ad un ripensamento anche parziale degli effetti della tessera stessa, ci aspettavamo qualche cambiamento; ci aspettavamo che, visti i danni evidenti prodotti sulle presenze allo stadio, qualcuno pensasse di cambiare e invece niente. Nessuno ha avuto il coraggio di prendersi la responsabilità di cambiare una normativa che tutti ormai considerano inefficace e sorpassata. Ha vinto la politica del “non fare”, la consueta logica del non prendersi responsabilità. In conseguenza di tutto questo cominciamo un'altra stagione che ci vede sottoposti ad una tessera che ci vieta di seguire la nostra squadra, che una volta di più ci priva dei nostri diritti. Negli ultimi tempi si era anche profilata l'ipotesi della nascita di una carta che permettesse di seguire la propria squadra in trasferta senza la tessera del tifoso, la cosiddetta “away card” che alcune squadre avevano deciso varare per agevolare i propri tifosi. In estate ci eravamo riuniti per valutare l'opportunità di questa away card, analizzandone le criticità, ma, neanche il tempo di valutarla attentamente, che l'osservatorio per le manifestazioni sportive ha espresso la propria negatività in merito al progetto. Una bocciatura completa, acritica e pregiudiziale. Anche l'osservatorio ha preferito non prendersi responsabilità e accettare di continuare su questa via disastrosa pur di non arrischiarsi a prendere un'iniziativa. Quello che emerge più tristemente da questo quadro desolante è la continua denuncia, da parte di stampa e autorità sportive, del calo degli spettatori in Italia, unico fenomeno in un'Europa che vede gli stadi di tutti i campionati sempre perennemente pieni, senza che a qualcuno venga in mente di analizzare le cause che frenano il calcio nel nostro paese. Ci sentiamo ripetere con costanza ormai fastidiosa la storiella che i
nostri stadi sono vecchi, che non forniscono tutti comfort, che dovremmo fare come nelle altre nazioni dove prima della partita i tifosi vengono allietati da balletti e majorettes e per questo la gente non va allo stadio. Ma quando capiranno che in Italia chi ama la propria squadra non chiede niente più che poterla vedere allo stadio, in casa e in trasferta, senza dover seguire procedure inutili per comprare i biglietti e senza restrizioni? Quando capiranno che dei balletti non ce ne frega un cazzo e che anche senza le hostess che servono lo champagne tra il primo e secondo tempo la gente allo stadio si divertirebbe comunque? Il male del calcio italiano è, è stato e sarà sempre tutto l'insieme delle norme ottuse e repressive che disgustano coloro che vorrebbero venire allo stadio, a tutto favore delle pay tv che ingrassano con buona pace di tutti. Chi come noi ha deciso di combattere questo sistema è destinato a non mollare mai, a non smettere di gridare al mondo i propri diritti e i loro soprusi, così inizia un altro anno di sofferenze e di sacrifici, in attesa che in questo paese qualcuno si prenda la responsabilità di cambiare qualcosa e restituire il calcio ai tifosi.
NO AL CALCIO MODERNO!
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