RIMEDIARE AGLI ERRORI Meglio tardi che mai. Domenica scorsa, finalmente, è arrivata la prima e tanto sospirata vittoria in campionato. Ci auguriamo che il successo di domenica sia un buon viatico verso il percorso che ci dovrà condurre alla permanenza in serie A, obiettivo da raggiungere ad ogni costo. La squadra ha mostrato segnali di ripresa, per lo meno dal punto di vista del carattere, cosa che al derby era venuta completamente a mancare, e speriamo finalmente che mister Rossi stia iniziando a ritrovare la quadratura del cerchio che, diciamoci la verità, ultimamente non si era proprio vista. A prescindere dalla vittoria di Livorno e dal risultato della partita odierna, siamo comunque convinti che permangano grossi problemi che vanno al più presto risolti e, auspichiamo, messi da parte definitivamente. Qualcuno penserà che è ancora presto per dare giudizi, altri invece sosterranno, ad esempio, che senza gli errori arbitrali avremmo qualche punto in più: le solite deboli argomentazioni già sentite in passato, prima che la barca affondasse. Noi la barca la vogliamo tenere a galla prima che sia troppo tardi, pertanto non vogliamo nasconderci dietro a scuse o ad un attendismo che, a nostro avviso, è controproducente. E' necessario un esame di coscienza, a partire dai piani alti: la società deve cambiare rotta al più presto e il Presidente Edoardo Garrone deve prendere in mano la situazione con fermezza, assumendosi le proprie responsabilità. La pochezza tecnica della squadra è sotto gli occhi di tutti: questo non deve rappresentare un alibi nè per i giocatori, nè tantomeno per Mister Rossi. Tuttavia deve mettere in allarme immediatamente la società, che ha il dovere di porre rimedio agli innumerevoli errori in sede di campagna acquisti.
Parlare di mercato ora, a due mesi dall'apertura della sessione di riparazione, può sembrare un po' anacronistico, tuttavia vogliamo sperare che la società stia già individuando i rinforzi adeguati e si presenti ai primi di gennaio con gli acquisti necessari, senza aspettare la fine della sessione. Iniziare il girone di ritorno coi tasselli giusti potrebbe dare la spinta decisiva alla squadra verso la salvezza, sarebbe invece delittuoso se si dovesse perdere un ulteriore mese in attesa delle famose "occasioni" di fine mercato di cui la nostra società parla spesso e che a noi, soprattutto durante l'ultimo calciomercato, più che occasioni sono sembrate "pezze". Quello che più ci preoccupa è che il compito sarà affidato a uomini che, ad oggi, hanno fallito e che non godono più della nostra stima e fiducia: ci riferiamo chiaramente all'A.D. Rinaldo Sagramola e al D.S. Carlo Osti. Al di là degli errori commessi in sede di campagna acquisti, sebbene ci rendiamo conto che lavorare con un budget quasi nullo sia un'impresa non facile, rimproveriamo loro alcune dichiarazioni rilasciate nel corso dell'estate, che riteniamo quanto più lontane possibile dallo "stile Sampdoria". Proprio quello stile che spesso e volentieri non riscontriamo nei comportamenti e nei fatti di questa società. Rifacendoci alle critiche mosse verso Sagramola e Osti, crediamo che uno dei problemi principali sia il fatto che in questa dirigenza mancano i veri sampdoriani. Perchè un Presidente che non perde occasione di dichiararsi sampdoriano sfegatato, non fa nulla per circondarsi di collaboratori di comprovata fede blucerchiata, ma preferisce affidarsi a personaggi come quelli che compongono l'attuale staff dirigenziale dell'U.C. Sampdoria? Ulteriore appunto che dobbiamo muovere, come già in passato, è una certa passività della società agli attacchi esterni della stampa e non. Un caso su tutti: l'intervista a Pasquale Sensibile, uscita sulle pagine del Secolo XIX guarda caso il giorno dopo la sconfitta interna con la Roma, dove l'ex D.S. spara a zero sull'U.C. Sampdoria. Da parte della società non è uscito alcun comunicato, nè nei confronti delle pesanti parole di Sensibile, nè tantomeno verso la testata giornalistica che non perde mai occasione per gettare benzina sul fuoco nei momenti di difficoltà. Ribadiamo ancora una volta che, secondo noi, in determinate situazioni una società forte deve prendere una posizione netta per fare scudo verso gli attacchi esterni, soprattutto in frangenti come questi dove l'ambiente è già di per sè surriscaldato. Onestamente siamo stufi ogni anno di dover intervenire e prendere posizione contro le discutibili scelte societarie. Dalla società pretendiamo risposte immediate e concrete e non le solite parole condite dal nulla. Riassumendo, la priorità deve essere quella di rinforzare adeguatamente la rosa per raggiungere l'obiettivo salvezza con meno difficoltà di quelle che si stanno prospettando, e da qui a gennaio non mancheremo di
ricordarlo alla società. Ci teniamo a far comprendere che il nostro obiettivo è quello di portare sotto gli occhi di tutti i problemi che riteniamo debbano essere affrontati, e tutte le critiche che abbiamo mosso in passato e che stiamo muovendo ora, vogliono essere puramente costruttive. Vogliamo chiudere sottolineando che noi, come sempre, faremo la nostra parte, sostenendo incessantemente la Sampdoria nella buona e nella cattiva sorte, senza bisogno che la società ci chiami a raccolta e ci chieda di stare vicino alla squadra, come capitato prima della partita col Torino: noi il nostro dovere l'abbiamo sempre fatto, a differenza di chi siede in Corte Lambruschini.
GERARDO GRANDE CUORE BLUCERCHIATO Sabato 18 ottobre, presso la tensostruttura di Castagna, si è tenuta una serata, organizzata dal Valsecca Group, in onore di Gerardo, grande tifoso e Ultras Blucerchiato. La festa, come sempre eccellentemente organizzata, era impreziosita da una splendida esposizione di foto che attraversava gli anni in cui Gerardo, insieme a tutte le altre figure storiche della nostra Gradinata, portavano i colori blucerchiati in giro per l’Italia e per l’Europa. Foto di grandi Sampdoriani di ieri e di oggi, di trasferte, di feste per la città e di momenti di colore in Gradinata. Insieme a Gerardo e al suo immancabile tamburo si potevano riconoscere Sampdoriani di ieri e di oggi e, tra i tanti, alcuni che ci hanno lasciato, ma il cui ricordo resta indelebile nei nostri cuori. Sopra alla collezione di foto campeggiava uno dei più antichi striscioni degli Ultras, un simbolo che ha presenziato davvero in tantissimi stadi e che non ha mai dovuto subire l’onta di una richiesta di autorizzazione per entrare in uno stadio. Erano altri tempi quelli; guardando le facce nelle foto si poteva intuire la gioia di seguire la Samp, sempre e comunque, gioie di cui le giovani generazioni sembrano non poter più godere. Per ragioni come queste riteniamo sia stato giusto ricordare in primis la figura di Gerardo e contestualmente i suoi tempi e le persone che li hanno vissuti. La memoria deve aiutarci a conservare i valori storici della nostra Gradinata, anche in tempi in cui la repressione e gli eccessi del calcio business sembrano voler spazzare via tradizioni radicate nel tempo. Particolarmente emozionante è stato il momento della proiezione di alcune foto che ritraevano Gerardo e altri grandi momenti della nostra Gradinata tra gli anni settanta e ottanta, mentre sul palco salivano, insieme a Pino e ad altri membri del Valsecca Group, il figlio Biagio, e alcune figure storiche che insieme a Gerardo hanno fatto la storia della Gradinata. L’amarcord, con il solito grande Boso in versione
show man, ha regalato ai presenti una collezione dei ricordi più divertenti e più importanti di Gerardo e della Gradinata Sud del passato e ha consentito a tutti di sentire intonare cori che i più giovani non conoscevano, accanto ad altri come l’Armata Blucerchiata che ancora riecheggiano nella Sud. Quello che è certo è che sentire Boso scandire l’Armata lentamente e con l’energia di un tempo ha regalato a tutti, giovani e non, brividi indimenticabili. La serata è andata avanti tra musica e capannelli di persone che raccontavano i propri ricordi. Erano presenti rappresentanti dei Gruppi, della Federclub e di tutto quel mondo che ruota attorno ai nostri colori magici. Poco importa che il momento, calcisticamente sia buio, per una sera abbiamo voluto dimenticare tutti la situazione della nostra squadra ed onorare un grande tifoso come meritava. Sarà un caso, ma il giorno dopo, pur tra mille sofferenze è arrivata la nostra prima vittoria. Sarà anche retorica, ma a noi piace pensare che sia stato il suono del tamburo di Gerardo dal cielo a dare alla squadra la forza di conquistare il risultato. E allora continua a suonare Gerardo e a cantare con tutti i cuori che, insieme a te, tingono il cielo di Blucerchiato.
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