Fanza samp milan 2014

BASTA DISCRIMINARE I TIFOSI! Che il campanilismo sia una prerogativa del popolo italiano, è cosa nota e storica. Da sempre esistono rivalità più o meno accese tra città, paesi, addirittura quartieri e, ovviamente, tra squadre di calcio.

Il tifoso incarna alla perfezione questo spirito: basti pensare ai derby o a partite tra squadre di città storicamente rivali, dove conta solo prevalere sul proprio avversario a qualunque costo.

Le partite contro i rivali generano un'attesa e un'adrenalina unica, che non si può descrivere: sono la quintessenza dell'essere tifoso, il quale altro non aspetta che avere di fronte il proprio avversario non solo per surclassarlo, ma anche per schernirlo. Esempio lampante è il nostro derby, dove anche il tifoso più tiepido altro non aspetta che intonare cori di sfottò contro i dirimpettai.

I cori di sfottò sono nati nel corso degli anni e fanno parte della storia del tifo italiano; alcuni infatti sono di vecchissima data, altri più recenti. Ad esempio, noi doriani da sempre cantiamo a milanisti ed interisti che a casa loro c'è solo la nebbia, così come loro non perdono occasione per “dedicarci” quel coro dove sostengono che abbiamo il mare inquinato (salvo poi intasare le nostre autostrade e le nostre riviere in stagione estiva...). Eppure, nessuno di noi si è mai sentito offeso, anzi. Nessuno di noi ha mai pensato "ci stanno discriminando territorialmente". Niente di tutto ciò.

Tuttavia c'è qualcuno che, come al solito, ha trovato l'ennesimo appiglio per demonizzare il mondo ultras e sparare a zero sui tifosi, aiutato, come di consueto, da una campagna mediatica ad hoc, capace di trascinarsi dietro un'opinione pubblica incapace di ragionare con il proprio cervello.

Domenica scorsa la Sampdoria ha giocato in uno stadio Olimpico semideserto per via della chiusura per 2 turni di entrambe le curve, a seguito dei cori di "discriminazione territoriale" da parte dei romanisti nei confronti dei napoletani in occasione della semifinale di Coppa Italia. Abbiamo inoltre appreso in settimana che per la prossima partita casalinga della Roma, verrà

chiuso persino il settore Distinti Sud in quanto, durante il match contro il Doria, i tifosi che occupavano quel settore hanno intonato ulteriori cori "discriminatori" nei confronti sempre dei partenopei.

Questo è solo l'ultimo di una lunga serie di casi che si stanno susseguendo da inizio campionato, il primo dei quali capitato ai milanisti, rei di avere intonato cori discriminatori nei confronti dei napoletani in occasione di Milan Napoli a fine settembre. La cosa curiosa, in quel caso, fu che i napoletani stessi la domenica successiva esposero uno striscione nella propria curva che recitava "Napoli colera" e cantarono a più riprese cori contro loro stessi.

Un modo originale per dimostrare che a loro non importava nulla di ciò che avevano cantato i milanisti ma anzi, che ritenevano quanto accaduto la normalità in un contesto di storica rivalità. Ancora più emblematico è sicuramente il caso della chiusura delle curve dello Juventus Stadium in occasione di Juve-Udinese. In quella circostanza la società di casa decise di riempire le curve con migliaia di bambini in modo da far risaltare valori di sportività e rispetto dell'avversario che, a loro modo di vedere, non sono prerogativa degli stadi italiani. Risultato? Ad ogni rinvio del portiere, i pargoli intonavano il coro "oooh merda!". Un bello schiaffo a coloro i quali speravano di impartire una lezione di civiltà lasciando fuori dagli stadi quei “cattivoni” degli ultras.

Da qualche tempo inoltre aleggia un'inquietante notizia: il 30 gennaio, sull'edizione online de "La Repubblica", è apparso un articolo intitolato "Più telecamere e mini-settori: così cambieranno le curve".

Come recita l'articolo “per individuare e colpire chi fa cori razzisti o di discriminazione territoriale (sempre razzismo) San Siro, l’Olimpico di Roma, lo Juventus Stadium e forse altri trasformeranno le maxicurve in mini settori, da 1.500 posti ciascuno. Così sarà più facile scoprire gli idioti, evitando di chiudere curve dove ci sono 10.000 tifosi, quasi tutti abbonati e molti che con certa gentaglia non hanno nulla a che fare. Inoltre, saranno incrementate le telecamere, con quelle di ultima generazione, e sarà dato maggior spazio di intervento agli steward.” (fonte: Repubblica.it) In poche parole, mini-settori per distinguere i buoni dai cattivi, Una specie di "Grande Fratello" dove chissà, in futuro il tifoso probabilmente dovrà stare attento persino a starnutire, perchè non è da escludere che, dall'oggi al domani, qualcuno si inventi una norma che preveda il divieto di avere il raffreddore, pena la chiusura del settore o, peggio ancora, il daspo.

In un calcio italiano che sta toccando probabilmente il suo punto più basso della storia, ci si continua esclusivamente a preoccupare di criminalizzare i tifosi, inventandosi norme senza nè capo nè coda. Gli stadi italiani sono già vuoti di loro e questi signori cosa fanno? Prima hanno vietato le trasferte, ora chiudono interi settori. Chiudere i settori penalizza quella parte dei tifosi che non hanno cantato i cori? Benissimo, dopo il "calcio spezzatino" perchè non introdurre il "settore spezzatino"? Un susseguirsi di idee geniali che tanto somigliano alla trovata della tessera del tifoso, rivelatasi un fallimento su tutti i fronti.

I cori ostili nei confronti dell'avversario fanno parte del fenomeno del tifo

italiano da sempre, sono una parte imprescindibile che mette un po' di pepe alla rivalità e fanno parte della nostra cultura e tradizione di tifo che non sarà propriamente sportiva, ma che è fatta di passione viscerale e vive soprattutto di rivalità.

La verità è una sola: a nessuno frega niente nè dei cori discriminatori, nè dell'insegnare valori come la civiltà o la sportività. Semplicemente, è l'ennesimo pretesto per rendere gli stadi italiani alla stregua di teatri. E chi non è d'accordo, è un ospite sgradito che deve essere lasciato all'uscio. La fantomatica legge sugli stadi, di cui da anni si discute, è il risultato finale di questo disegno: impianti nuovi dove sarà proibito stare in piedi, cantare, battere le mani, fumare, forse persino esultare quando la propria squadra segna. Un progetto ben preciso, atto a ricalcare il modello inglese che tanto piace ai poteri forti che guidano il nostro calcio.

Eppure basterebbe informarsi e scoprire come in Inghilterra, negli ultimi tempi, sia in atto una forte pressione da parte dei supporters dei vari club britannici per reintrodurre i posti in piedi in alcuni settori degli stadi inglesi, le cosiddette "safe standing areas". E' notizia di pochi giorni fa che la Football League (la seconda lega professionistica calcistica inglese, che organizza i tre campionati di calcio di rango immediatamente inferiore alla Premier League) eserciterà pressioni sul Governo per reintrodurre i settori in piedi; la Premier League invece al momento non ha preso posizione, benchè, come detto sopra, vi sia la spinta in tal senso da parte di diversi club e dei propri tifosi.

Tutto ciò dimostra come qui in Italia si stia cercando di imitare un modello che, si spera, presto potrebbe vedere una modifica sostanziale col ritorno di settori in cui i tifosi possono stare in piedi e non seduti su un seggiolino come stessero assistendo a una commedia.

La nostra posizione è chiara: rigettiamo completamente queste stupide norme, che di certo non ci fermeranno quando sarà il momento di urlare il nostro disprezzo nei confronti dei nostri rivali.

Chiudiamo con un interrogativo: perchè si continua a voler insegnare la cultura sportiva ai tifosi, quando i primi a dare il cattivo esempio sono dirigenti, allenatori, calciatori, ecc.? Forse è proprio da lì che bisognerebbe iniziare......

LA STRADA E’ LUNGA Le emozioni del Derby sono ancora ben presenti nelle nostre menti eppure questa Sampdoria sta dimostrando, giorno dopo giorno, di aver costruito qualcosa che può andare oltre la gioia della vittoria nella stracittadina.

La partita con il Cagliari, e in generale tutte le ultime prove della Samp, hanno convinto anche i più scettici che, il buon lavoro dello staff tecnico e l'impegno della squadra, siano perfettamente funzionali al raggiungimento dell'obiettivo stagionale.

Detto questo, quasi arrivato per riportarci con i piedi per terra, l'incontro con la Roma di Domenica scorsa ci ha ricordato che nessun traguardo può

essere considerato raggiunto fino alla fine del campionato.

La strada è ancora lunga e i pericoli non mancheranno, per questo occorre conservare l'entusiasmo ritrovato e la consapevolezza dei nostri mezzi, ma più di ogni altra cosa dobbiamo essere coscienti che tanta parte della nostra salvezza passerà per le prove che affronteremo a Marassi.

Non possiamo negare che, ad oggi, tutti andiamo allo stadio con uno spirito diverso, consapevoli dei problemi, ma più fiduciosi nelle prestazioni della squadra.

Quello che dobbiamo fare adesso è far sentire tutto il nostro entusiasmo e la voglia di lottare ai giocatori in campo; dobbiamo dimenticare i mugugni e sfruttare a pieno il fattore campo. Al Derby, come già sottolineato recentemente sul nostro sito, abbiamo rivisto sventolare centinaia di bandiere in Sud e anche con il Cagliari non abbiamo fatto mancare il nostro apporto vocale, tutti atteggiamenti che dovremo confermare in tutte le restanti partite e se possibile migliorare ancora.

Il cambiamento della Sampdoria degli ultimi tempi è stato dettato dall'entusiasmo portato dallo staff tecnico e in questo senso il nostro ruolo dovrà essere quello di preservare l'atteggiamento positivo della squadra, buttandoci nella battaglia anche noi, senza mai sentirci arrivati e disposti a combattere fino alla fine con la voce.

La partita di oggi è già una prova di maturità per la squadra, ma anche noi dobbiamo dare continuità al sostegno dato nel corso delle ultime partite.

Godiamoci pure l'esultanza per il Derby, ma cerchiamo di non cullarci nei ricordi, sarebbe l'errore più grave per noi; il futuro della Sampdoria dipende anche da noi e nessuno dovrà tirarsi indietro.

Carica ragazzi!!

QUANDO I COLORI TI RESTANO ADOSSO 9 Giugno 2012 Stadio Franco Ossola di Varese Varese 0 Sampdoria 1.

E si ritorna in serie A. Quella fu l’ultima partita che vide mister Iachini sedersi sulla panchina blucerchiata ma non fu certo l’ultimo episodio di questa storia d’amore.

Puntata del 3 Febbraio 2014: al Castellani di Empoli è appena finito il posticipo di serie B tra i toscani e il Palermo e il mister cosa pensa di fare? Si avvicina ai commentatori televisivi per avere notizie sul risultato del derby di Genova che era in concomitanza. Immaginiamo la sua reazione alla risposta, ma quello che ci rende più orgogliosi sono le sue parole: “A Genova ho vissuto una pagina importante della mia carriera e della storia recente della Sampdoria, oggi sono contento di questa vittoria”.

Semplicemente grazie Mister!

www.fierifossato.it