Fanza sampdoria maggio 2014

PIU’ IN ALTO DELLE NUVOLE….CIAO GRANDE VUJADIN

Pagliuca, Mannini, KATANEC, Pari, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini, Dossena. Allenatore VUJADIN BOSKOV. Questa per molti di noi è stata la prima poesia imparata a memoria, la prima filastrocca sciorinata senza errori e con fierezza. Allenatore Vujadin Boskov, un uomo che con la sua filosofia, il suo modo di essere, il suo modo di porsi con i giocatori e

con noi tifosi è entrato nei nostri cuori prima come giocatore e poi come condottiero di mille trionfi. Mai fuori dalle righe, sempre a difesa del Baciccia, il mitico VUJA è sempre stato uno dei portatori, in Italia e in Europa, di quello Stile Sampdoria che Paolo Mantovani ha sempre insegnato e esportato.

Ci sarebbe molto da scrivere, episodi stampati nella testa di tutti i tifosi Sampdoriani, aneddoti metafore e aforismi che sono ormai diventati parte del linguaggio comune, perché ogni volta che in una partita c'è un rigore dubbio la frase d’obbligo è: “Rigore è quando arbitro fischia”. Un uomo che anche nei momenti peggiori cercava di smorzare i termini, celebre la frase: “ Meglio perdere una partita sei a zero, che sei partite uno a zero”, che non si è mai autocelebrato: “Più bravo di Boskov è chi sta sopra di lui in classifica” e che aveva fatto del blucerchiato uno seconda pelle: “Vedere giocare Sampdoria è come sentire bella musica”. Una musica che domenica a Parma ha vissuto un minuto di silenzio poi trasformato in un applauso dai Parmensi e in un coro VUJADIN VUJADIN VUJADIN da parte di tutto lo spicchio blucerchiato… perché GRAZIE anche a te e al tuo lavoro siamo arrivati….PIU’ IN ALTO DELLE NUVOLE… CIAO GRANDE VUJADIN.

Parma: un tuffo nel passato La partita di domenica a Parma è stata per tutti noi, da tempo costretti a rinunciare alle trasferte, uno splendido tuffo nel passato, capace di suscitare forti emozioni e anche un pizzico di malinconia.

L’ultima trasferta libera era stata ancora nella città ducale, come se ai tifosi della Sampdoria fosse concesso periodicamente il contentino di poter mostrare i propri colori e far sentire la propria voce, solo in occasione di questa partita.

Detto questo, la trasferta ha avuto sempre il solito sapore, l’organizzazione settimanale, l’appuntamento al club e la partenza come sempre festosa e chiassosa.

I posti sul pullman sono quasi sempre gli stessi e il viaggio vola via con l’entusiasmo di chi, per una volta, torna a vivere una gioia che dovrebbe spettargli per diritto, anche se oggi non è così.

Giunti allo stadio ci prepariamo a vivere la partita con il consueto

impegno canoro e i molti bandieroni regalano un effetto che rimarrà negli occhi di tutti coloro che hanno potuto assistere a questo evento.

Prima della partita esponiamo il nostro striscione in ricordo dell’amato Vujadin Boskov; tutti i gruppi lo fanno ed è facile intuire che questa è una partita speciale, un incontro dedicato al ricordo di una persona che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti i Sampdoriani. Dopo l'ingresso delle squadre in campo osserviamo il minuto di raccoglimento; attimi intensi, fatti di un silenzio assoluto, nel quale probabilmente a tutti sarà venuta in mente un’immagine del Mister, un caro ricordo di chi ci ha regalato tanta gioia.

Parlando della partita, l’immagine che, ripensandoci oggi, resta maggiormente impressa è quella ripresa dalle televisioni al momento del raddoppio del Parma: decine di bandiere e bandieroni che colorano una curva gremita e che simboleggiano tutto il bello del calcio. Non importa il risultato della partita, quei colori, sventolati anche nel momento peggiore dell’incontro, significano passione e calore: l’essenza del calcio.

C’è da domandarsi come si possa voler fare a meno di tutto questo, come si possano studiare leggi che pensano di migliorare il calcio cancellandone l’essenza.

Al di là di queste considerazioni, la giornata è stata comunque fantastica e anche il ritorno sul pullman ci ha regalato i soliti momenti di pura aggregazione e di divertimento.

Un ritorno tuttavia particolare, perché un tempo quando si rientrava a Genova, durante il viaggio si parlava già della trasferta successiva, questa volta invece tutti avevano la piena consapevolezza di aver vissuto un’emozione sporadica, che chissà, forse si ripeterà l’anno prossimo, ma, come sempre, “del doman non v’è certezza”.

L’unica certezza che abbiamo è che in noi nulla è cambiato, continueremo ad aspettare il giorno in cui giustizia sarà fatta e tutte le trasferte saranno libere e quel giorno saremo pronti a salire su un altro pullman per portare i nostri colori in giro per l’Italia.

TRASFERTE LIBERE PER TUTTI!

07/05/2013 “una data che non si può dimenticare, che non si deve dimenticare” “É il nostro 11 settembre”. Così il capo pilota del porto di Genova Giovanni Lettich commentò la tragedia di Molo Giano; la torre dei piloti era appena stata abbattuta provocando la morte di 9 persone.

Quelle parole riassumono perfettamente che cosa sia per Genova il 07/05/2013.

A distanza di un anno il capo dei piloti racconta “questo anno difficile”: “sono giornate convulse, complicate, il lavoro non dà tregua e l'anniversario che si avvicina fa crescere il dolore per la tragedia”.

Mercoledì scorso la città si è fermata, dedicando un'intera giornata agli “Angeli del mare”.

Ecco perché il 07/05/2013 è una data che non si può dimenticare, che non si deve dimenticare.

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