Nr. 01 - LUGLIO 2019
F
RIV
SI (RI)PARTE!!! La “nuova” FIF Campionato Italiano Velocità Fuoristrada La nuova Land Rover Defender in Kenya Baja 500 in Bassa California Alla scoperta dell’Extreme E ... E TANTO ALTRO ANCORA
si (ri)parte
RIVISTA UFF
Cari fuoristradisti, vi annuncio con orgoglio che dopo oltre dieci anni di assenza torna fuoristrada 4X4, la storica rivista edita da Federazione Italiana Fuoristrada. Rinnovata nella forma, nella grafica e nell’impostazione generale, sarà totalmente digitale, gratuita e uscirà con cadenza mensile. Un progetto editoriale estremamente ambizioso quindi, ma in sintonia con la rinnovata esigenza di valorizzare, promuovere e proporre all’attenzione degli iscritti (e non solo) tutto il mondo del fuoristrada. Protagonisti degli articoli saranno infatti le attività continue che provengono dalle Delegazioni regionali, dai singoli Club, dai Settori Storico, Sportivo e Raduni, dalla Scuola Federale e dal Settore Protezione Civile. Troverete inoltre servizi e reportage di grande impatto grafico e di alto taglio giornalistico sulle novità, sia dall’Italia che dall’estero. Fuoristrada 4X4 avrà anche il compito di veicolare informazioni verso l’esterno e diventerà portatore sano di passione per tutti coloro che ancora non si sono avvicinati al nostro mondo, ma che vorrebbero farlo. Rappresenterà uno strumento di comunicazione importante, di pregio e quindi qualificante anche per coloro che non conoscono affatto la nostra passione, le nostre innumerevoli attività, la generosità di molte nostre iniziative benefiche e l’impegno continuo di formazione verso coloro che professionalmente, ogni giorno, utilizzano il veicolo fuoristrada per il bene comune. Rappresenterà un organo di informazione libero e completo, curato direttamente dal nuovo Ufficio Stampa Federale in collaborazione con il settore Comunicazione, a cui tutti gli appassionati potranno contribuire con idee e segnalazioni. Mi auguro che possiate apprezzare questo primo numero con la stessa curiosità e lo stesso entusiasmo con cui è stato fortemente desiderato, concepito e realizzato. Buona lettura. Marco Pacini Presidente Federazione Italiana Fuoristrada
Fuoristrada 4X4 parte ora per un cammino che tutti ci auguriamo lungo e entusiasmante, come entusiasmante è il fuoristrada in tutte le sue sfaccettature… e perdonateci in anticipo se non sarà possibile dare spazio a tutto e a tutti. Una cosa però desideriamo sottolineare: tenteremo di parlare anche a chi fuoristradista ancora non è. Cercheremo quindi di trasmettere emozioni, per attivare la scintilla che accende la passione… e per questo motivo daremo ampio spazio a servizi spettacolari e video coinvolgenti, magari meno tecnici, ma tanto emozionanti. Ogni tanto ci permetteremo di spingerci ai limiti del fuoristrada puro: a nostro parere una gita in montagna con un suv, e le emozioni che ne derivano, rappresentano il momento di confine, la porta che può aprire la strada alla passione per il fuoristrada. Ci troverete online tutti i mesi (eccetto agosto e gennaio) sul sito FIF o direttamente sulla piattaforma issuu.com E ora basta chiacchiere… si parte… Vittorio Gargiulo Direttore Responsabile
FUO FUO
RIVISTA UFF
chefoto
questo mese
FUO FUO
RIVISTA UFF
foto
fit
Tutti a scuola!
PAGINA 06
PAGINA 66
RIVISTA UFFI avventure
Dalla parte dei leoni
PAGINA 12
focus
Suzuki Jimny
novitÃ
PAGINA 34
VW & Nissan overlanding
PAGINA 78 regioni fit
PAGINA 88 racing
elettro
Quattro anni tanti obiettivi
Baja 500
Extreme E
PAGINA 26
PAGINA 48
PAGINA 72
calendario
PAGINA 89
racing
CIVF: i temerari della macchine volanti
PAGINA 58
fotografia copertina di Dmitry Galchun
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Questa spettacolare immagine arriva dal Silk Way Rally, che a metà luglio ha portato i concorrenti da Mosca a Pechino, attraverso la Mongolia. L’evento di anno in anno diviene più importante e interessante ed è ormai alla vigilia dell’ingresso nel calendario del Mondiale FIA Cross Country Foto Frederic Le Floch
foto
Una flotta di 28 Volkswagen Amarok veglia quest’estate sui bagnanti delle spiagge portoghesi. In collaborazione con l’Instituto de Socorros a Nåufragos, la Volkswagen portoghese ha attrezzato in modo speciale i suoi pick up che, si prevede, percorreranno su sabbia circa 300.000 chilometri nel corso della stagione balneare
#cheauto quando l’auto
Nr.
20
fa spettacolo
€ 0,00
Dicembre 2017
Non sono solo un pilo ta INTERVISTA ESCLUS IVA
• Ford Kuga • Opel Karl Rocks • Hyundai i30
#cheauto quando l’auto
Nr.
18
fa spettacolo
tutto sulla ATS GT
€ 0,00
Ottobre 2017
Porsche 911 GT2 RS Subaru Impreza
Mazda 3 Audi Q5
Vision Mercedes Maybach 6 Cabriolet
ESAGERATA!
#cheauto quando l’auto
Nr.
19
fa spettacolo
Novembre 2017
€ 0,00
L’ULTIMA FO
KEN BLOLLCIAKDI TU TT O SU KIA ST ON IC RE NA ULT KO LE OS LA ND RO VE R DIS CO VE RY
#cheauto quando l’auto
Nr.
22
fa spettacolo
€ 0,00
Febbraio 2018
LA MACCHINA DEL FANGO XV
nuova Subaru
Abarth 695 | Infiniti Q60 | Hyundai NEX O
foto
Ok, non si tratta di un fuoristrada, ma questo concept perlomeno incuriosisce. Si chiama Lamborghini Huracán Sterrato ed è stato progettato sulla base della Huracán EVO, di cui adotta il motore aspirato da 5,2 litri da 640 CV. L’altezza da terra è incrementata di 47 mm, l’angolo di attacco migliorato dell’1% e quello di uscita del 6,5%. La carreggiata è stata aumentata di 30 mm per entrambi gli assi, che a loro volta montano ruote da 20” con pneumatici con spalla maggiorata, sviluppati appositamente per migliorare l’aderenza e l’assorbimento delle asperità. Il telaio anteriore integra rinforzi in alluminio (protetti da una paratia anch’essa in alluminio) e lo stesso materiale è utilizzato per i rinforzi delle minigonne. La speciale carrozzeria in composito presenta elementi di protezione per motore e prese d’aria
avventure
LA NUOVA DEFENDER MESSA ALLA PROVA IN AFRICA
Al fianco dei leoni
UN PROTOTIPO DELLA NUOVA LAND ROVER DEFENDER HA CONTRIBUITO A TRACCIARE E MONITORARE I LEONI DELLA RISERVA DI BORANA IN KENYA… COMPLETANDO AL CONTEMPO UN IMPEGNATIVO PROGRAMMA DI TEST
al fianco dei leoni
“Questo
per il Tusk Trust è l’Anno del Leone – ha dichiarato Charles Mayhew, Chief Executive dell’associatione Tusk Trust – miriamo a far conoscere il declino della popolazione dei leoni in Africa. Fortunatamente nella riserva di Borana abbiamo un certo numero di branchi. Seguirli e monitorarli in questo ambiente vasto e selvaggio è vitale per la loro protezione e per ridurre i conflitti con le comunità vicine… e la nuova Defender si è occupata di tutto, dal guado dei fiumi alle salite rocciose. “ Land Rover è da quindici anni partner ufficiale dell’organizzazione ambientalista Tusk Trust e, come detto, il 2019 è l’anno del leone. Quale migliore occasione per completare il programma di collaudi della Nuova Defender che utilizzarla nell’ambito di questa operazione? Ed è esattamente quanto è recentemente avvenuto in Kenya, dove un prototipo, riconoscibile per una livrea tanto inconsueta quanto adatta la luogo, è stato impiegato dai manager dell’organizzazione ambientalista a supporto delle operazioni per la salvaguardia dei leoni nei 14 .000 ettari della Riserva di Borana. Nel dettaglio un prototipo della Defender, munito di snorkel, è stato utilizzato per monitorare gli animali muniti di radiocollare e per il trasporto dei rifornimenti. Questo particolare programma ha consentito agli esperti operativi del Tusk Trust di sottoporre la nuova Defender ad una serie di
La nuova Defender è stata progettata e sviluppata a Gaydon nel Regno Unito ma la casa della produzione globale sarà l’avanzatissimo impianto di Nitra, in Slovacchia, inaugurato di recente. Prima del suo debutto la nuova Defender avrà superato più di 45.000 test individuali in alcuni dei luoghi più estremi del pianeta. Gli ingegneri Land Rover hanno infatti guidato la flotta sperimentale a +50° nel deserto, a 40 sottozero nell’Artico e a 3.000 metri di altezza sulle Montagne Rocciose nel Colorado, per assicurarsi che la nuova Defender sia la compagna ideale anche per gli spiriti più avventurosi. Commenta Nick Rogers, Director Group Engineering di Jaguar Land Rover: “Dopo le prove complete di simulazione e al banco, abbiamo guidato la nuova Defender per 1,2 milioni di chilometri su ogni tipo di terreno e in situazioni di clima estremi, con l’obiettivo che diventasse il veicolo Land Rover più robusto e capace mai prodotto.” Il nuovo 4x4 ha inoltre affinato le sue doti stradali sul circuito del Nürburgring in Germania
al fianco dei leoni
al fianco dei leoni
severissimi test relativi a situazioni di vita reale, effettuati guardando fiumi, trascinando carichi pesanti, affrontando terreni che più impegnativi non si può. La riserva di Borana include pianure, piste con solchi profondi, forti pendenze rocciose, rive fangose e folte foreste, che hanno consentito alla nuova Defender di mettere in mostra tutta la sua gamma di notevoli capacità. Nick Collins, Engineering Director Jaguar Land Rover in proposito ha detto: “Siamo ad uno stadio avanzato della fase di test e sviluppo della nuova Defender. Il lavoro con gli amici del Tusk Trust in Kenya ci ha permesso di raccogliere dati importanti sulle prestazioni. La riserva di Borana comprende ogni specie di terreni difficili che ne fanno il luogo perfetto per provare all’estremo le qualità allterrain della nuova Defender.” Ma non è tutto. Infatti i collaudi della defender in Kenya hanno anche rappresentato una perfetta opportunità di lavoro per il famoso fotografo David Yarrow, che si è unito a Land Rover a sostegno della campagna a favore dei leoni, scattando una serie di sbalorditive immagini. David Yarrows è oggi noto come il fotografo d’arte “best seller” mondiale nel suo genere. In tempi recenti ha trovato una sua nuova dimensione scattando foto del mondo umano ed animale in un modo fresco e creativo, grazie anche al suo spirito filantropico e conservazionista. Basti pensare che, nel solo 2018,
al fianco dei leoni
uata nel Borana è una riserva sit ya. distretto di Laikipia, Ken più Ospita alcune delle specie Africano, iconiche del Continente o, in incluso il rinoceronte ner ione. grave pericolo di estinz tezione Borana è dedicata alla pro ambientale sostenibile del territorio e della fauna. la L’approccio olistico del o e Riserva si basa sul turism da vivere sull’allevamento per dar migliorando alle popolazioni locali ema. l’integrità dell’ecosist ina Lewa Nel 2015 Borana e la vic no Wildlife Conservancy han ando unito i loro territori cre ura uno dei santuari della nat più grandi del Kenya
al fianco dei leoni
La nuova Defender è stata usata anche per la sostituzione di un radiocollare difettoso appartenente ad un leone maschio, sedato a breve distanza dalla vettura. Land Rover è da 15 anni Partner ufficiale dell’associazione Tusk Trust, che gestisce un programma mirato a mettere in luce la situazione dei leoni in Africa. Tre quarti della popolazione dei leoni del continente sono in declino ed oggi i rinoceronti bianchi e neri sono più numerosi dei leoni africani. Meno di 20.000 leoni sopravvivono nel mondo, rispetto ai 200.000 del secolo scorso
le donazioni di beneficenza derivanti dalla vendita di sue immagini hanno superato i due milioni di dollari. Le fotografie di Yarrows ritraggono la vita sulla Terra e son davvero inconfondibili, tanto che David ha saputo conquistare numerosi estimatori fra i collezionisti. È rappresentato da alcune delle principali gallerie d’arte del mondo e, negli ultimi due anni, tre lavori di Yarrows sono stati battuti da Sotheby’s a Londra e New York per più di 100.000 dollari. “Per la fotografia naturalistica è necessario arrivare nel luogo più adatto – ha commentato Yarrows – e trovare la posizione migliore per lo scatto. E’ quindi indispensabile un veicolo che possa raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili. La Defender è sinonimo di avventura e natura dal giorno del debutto della prima Land Rover nel 1948. E’ stato quindi logico che uno dei primi compiti affidati alla Nuova Defender sia a favore dei leoni africani che rischiano l’estinzione.” Col sostegno di Tusk, la Riserva di Borana opera su aree strategiche, sostenendo comunità locali, trasmettendo l’educazione ambientale, proteggendo gli habitat, salvando le specie in pericolo ed assicurando che la coesistenza uomo-fauna selvatica sia possibile. La riserva ospita alcune delle specie più vulnerabili al mondo: elefanti, rinoceronti neri, cani selvatici africani, zebre imperiali condividono il territorio con i leoni ed altri grandi predatori.
al fianco dei leoni
Il Festival of Speed di Goodwood è un evento che, di anno in anno, sta diventando sempre più importante e prestigioso. La manifestazione è capace di riunire sulla famosa collina il meglio del’automobilismo sportivo di ieri e di oggi, sia per quanto concerne le vetture che i personaggi e i piloti famosi. Naturalmente un evento che si chima “festival della velocità” ha ben poco (o nulla a che fare) con l’off orad ma tale è la forza e la visibilità offerte da Goodwood che Land Rover ha approfittato dell’occasione per far girare brevemente uno dei prototipi della nuova Defender, orami prossima alla presentazione ufficiale prevista al Salone di Francoforte (12/22 settembre)
fif
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ttro anni obiettivi
NUOVA SQUADRA PER UN QUADRIENNIO RICCO DI SFIDE
RINNOVATO IL CONSIGLIO FEDERALE PER I PROSSIMI QUATTRO ANNI. TRA NUOVI E VECCHI NOMI MARCO PACINI È CONFERMATO PRESIDENTE AL SUO TERZO MANDATO. LA NUOVA SQUADRA HA DI FRONTE MOLTI AMBIZIOSI OBIETTIVI
di Salvo Venuti
quattro anni tanti obbiettivi
Nuovo L’Assemblea Generale, convocata a maggio in quel di Modena nella sede della Federazione Italiana Fuoristrada, ha rinnovato la fiducia ai membri uscenti ad eccezione di Roberto Cevenini, che ha lasciato la carica per dedicarsi pienamente alla gestione del Campionato Italiano Trial 4X4. Al suo posto è arrivato Liborio Manente, persona che vanta una lunga e grande esperienza. Per quanto riguarda invece l’elezione dei membri del Collegio dei Revisori dei Conti e quello dei Probiviri, c’è da registrare l’ingresso di due new entry, Pierluigi Cestoni e Massimo Scianna. Al termine delle attività di voto, il Consiglio Federale si è subito riunito per eleggere il Presidente, confermando all’unanimità il Presidente uscente Marco Pacini, giunto così al suo terzo mandato consecutivo
quadriennio, nuova squadra, tanti, complessi e affascinanti obiettivi e moltissime attività da intraprendere e curare come mai prima. Il nuovo quadriennio FIF parte con numerosi obiettivi ambiziosi e tra questi sono stati considerati prioritari la comunicazione (interna ed esterna) e la creazione di un settore Protezione Civile. Potenziare e rendere totalmente operativo il settore della Comunicazione è da qualche anno un pensiero fisso in FIF. E’ quanto mai necessario far conoscere a tutti gli iscritti le attività che ruotano intorno a loro e far conoscere la Federazione al di fuori della nicchia degli appassionati del settore. Con questo proposito dopo oltre quarantacinque anni dalla costituzione della FIF, è stato creato un vero Ufficio Stampa, curato da professionisti del settore e, come prima attività, è stata riportata in vita la rivista istituzionale “Fuoristrada 4x4”… che state leggendo e sfogliando in questo momento. E, visti i tempi, la rivista riparte in formato digitale, consultabile online da tutti senza costi e con grande facilità. Saranno dieci numeri annuali da leggere tutti d’un fiato. Altro immediato obiettivo è la costituzione di un settore “protezione civile” all’interno della Federazione, riconosciuto a livello ministeriale. Un obiettivo veramente complicato da raggiungere ma di altissima valenza per tutto il settore fuoristradistico nazionale.
quattro anni tanti obbiettivi
Si tratterebbe infatti di un riconoscimento ufficiale a tutte quelle attività di collaborazione con la protezione civile messe in atto nel corso degli anni, in occasione di calamità nazionali, da tutti i singoli soci e tutti i club sparsi nel territorio nazionale. Altra novità, che è quasi una “rivoluzione”, è la creazione del Consiglio Regionale, uno strumento istituzionale che darà ancora più voce alle esigenze dei Soci nelle singole regioni. La creazione del Consiglio Regionale è nata per dare ai club una maggiore opportunità d’interazione nella vita istituzionale della propria regione. Questo permetterà ai singoli soci, nominati Consiglieri Regionali, di partecipare alla vita della collettività, fornendo le proprie valutazioni su decisioni gestionali o di opportunità riguardanti non solo il proprio club. Avranno così la possibilità di comprendere e toccare con mano le motivazioni di una decisione piuttosto che un’altra, creando contestualmente un percorso di crescita di una nuova “classe dirigente”, capace nel tempo di vivere e interpretare in pieno i ruoli istituzionali come quello del Delegato Regionale o quello di Consigliere Federale. Questi sono solo alcuni degli obiettivi da perseguire nell’immediato da questo nuovo Consiglio Federale. Tutto ciò senza mai perdere di vista gli scopi dello statuto, le richieste, il benessere e (perché no) il divertimento dei soci.
quattro anni tanti obbiettivi
i membri del consiglio federale Marco PACINI
Presidente Federale e Responsabile Delegati Regionali ad interim
Liborio MANENTE
Responsabile nazionale Settore Protezione Civile
Mauro COLIZZA
Mario COSTANZO Fausto FEOLI
Bruno OSSIANI
Riccardo PAOLI
Yuri ROMANI Antonino SCOGLIO
Vice-Presidente Federale e Tesoriere
Responsabile Settore Raduni nazionali
Responsabile Consigli Regionali - CAP Trophy e Masters
Responsabile sportivo e rapporti con ACI Sport Responsabile nazionale Settore Storico
Consigliere Responsabile nazionale Estremo
Carlo VANNUCCI Consigliere Salvatore VENUTI
Responsabile Comunicazione
collegio revisori dei conti
Claudio CASTELLO (Presidente) - Pierluigi CESTONI - Raul SAVASTANO
collegio dei probiviri
Bruno BOVIO - Fabrizio PALLOCCI - Massimo SCIANNA
commissione scuola federale
Luca ROSSI
FIF è una federazione di club nata oltre 45 anni or sono, che ha saputo attraversare epoche e mode molto diverse tra loro, rimanendo però fedele ai principi che portarono alla fondazione. Nel corso dei primi anni 60 molti appassionati di motori scoprirono che il veicolo fuoristrada non era solo un mezzo costruito per attività belliche (o come strumento di lavoro) ma anche il mezzo ideale per evadere dalle città, lungo percorsi inaccessibili alle vetture tradizionali. Poi arrivarono le prime competizioni e infine, nella prima metà degli anni 70, tutto ciò sfociò nella Federazione. Alcuni gruppi di amici super-appassionati decisero di costituire un club che rappresentasse l’ufficializzazione della loro passione, scegliendo un nome ed un logo… dopo infinite discussioni
focus
Suzuki Jimny
DOMO ARIGA
“Domo arigato” in giapponese significa “grazie mille”. Rinnovato nell’estetica e nella meccanica, il nuovo Jimny mantiene lo spirito dei suoi predecessori e unisce una bellezza funzionale ad una tecnologia 4x4 in grado di strapparvi un sincero “domo arigato Suzuki”
ATO SUZUKI
doumo arigatou suzuki
E
arrivò il giorno in cui i primi prototipi della LJ10 furono portati su lunghe spiagge, per un confronto diretto con le più grandi e potenti fuoristrada di allora. Si narra che, laddove i 4x4 “senior” restavano insabbiati, la leggerissima LJ10 Suzuki (quello era il nome del progetto) letteralmente volava; era il 1969 ed erano da poco iniziati i collaudi del nuovo piccolo fuoristrada Suzuki. Gli stessi ingegneri di Hamamatsu restarono estasiati dalle prestazioni della “piccolina”, prestazioni raggiunte soprattutto in virtù della sua estrema leggerezza; la LJ10 pesava infatti solo 360 chilogrammi, per un passo inferiore ai due metri. Del resto non si trattava dei primi exploit: la LJ10 se l’era cavata benone anche nei test di caduta da un metro e nelle massacranti prove di resistenza sulle sabbie vulcaniche del monte Fuji.
Quando l’anno dopo il piccolo fuoristrada arrivò sul mercato, il mondo si rese conto di come l’idea di base del progetto (un veicolo piccolo, leggero ma al contempo robusto) era stata brillantemente concretizzata… talmente bene che, per risparmiare peso, le portiere alla fine furono prodotte in semplice tela e i posti a sedere erano solo tre, in quanto al posto del quarto sedile doveva necessariamente trovare posto la ruota di scorta. Tra le caratteristiche distintive c’erano anche un telaio a traliccio, le marce ridotte e gli assali rigidi, (tre caratteristiche tramandate poi nel tempo) mentre il motore di 360 centimetri cubici era in grado di sviluppare 25 cavalli, un valore che oggi fa quasi tenerezza... Il successo, manco a dirlo, fu immediato. Ma in inverno, in molte aree del Giappone fa un freddo cane e così, un paio di anni dopo, arrivò l’evoluzione LJ20, dotata di un più efficace impianto di riscaldamento nonché del raffreddamento ad acqua… e per completare l’opera fu introdotta anche un a versione a carrozzeria chiusa. Il prodotto era quindi maturo per l’esportazione e Suzuki decise di affrontare i mercati del Sud America, Medio Oriente e Oceania con il nuovo LJ50, spinto da un tre cilindri due tempi raffreddato ad acqua da 550cc.
Fu poi nel 1977 che fece il suo debutto la versione LJ80, che montava un nuovo quattro cilindri a 4 tempi, raffreddato a liquido da 800cc che erogava 41 cavalli. Il Suzuki LJ80 fu in assoluto il primo propulsore a 4 tempi della casa di Hamamatsu. La seconda generazione Jimny, introdotta nel 1981, viene da taluni considerata la capostipite dei moderni SUV. E cioè la prima fuoristrada ad affermarsi sulla scena internazionale come un fenomeno di tendenza e a essere apprezzata anche per un utilizzo urbano/extraurbano e non solo specialistico. Quel successo fu poi replicato dalla terza generazione, lanciata nel 1998, la cui evoluzione garantì un livello di comfort decisamente superiore. Gli esterni vennero ridisegnati con una carrozzeria dalle forme maggiormente arrotondate, mantenendo però i tratti tipici del Jimny, come la griglia con feritoie verticali. In venti anni la terza generazione di Jimny è stata apprezzata da ben 918.000 clienti nel mondo intero. Ai nostri giorni il lancio del la nuova serie ha dimostrato quanto sia ancora attuale la filosofia progettuale originaria, fondata su concretezza e performance senza compromessi, che fanno di Jimny un campione di praticità, libertà e spirito di avventura.
doumo arigatou suzuki
Questa
Suzuki è un’automobile che trasmette concretezza sin dal primo sguardo. Il telaio a traliccio offre una base solida per le componenti delle sospensioni nella guida in fuoristrada; sono state infatti realizzate una nuova traversa ad X e altre due trasversali, il tutto per ottenere ulteriore robustezza e una rigidità torsionale più elevata. L’ampio angolo di attacco di 37°, quello di dosso da 28° e l’angolo di uscita di 49° consentono a Jimny di superare i più severi ostacoli o pendenze, senza toccare il fondo o la carrozzeria della vettura. Le sospensioni ad assali rigidi danno il meglio nella guida in fuoristrada: quando una ruota è spinta verso l’alto da un ostacolo, la ruota opposta viene premuta verso il basso, fornendo un livello di grip più elevato. Rispetto al passato Jimny offre comunque una guida più confortevole e stabile anche su strada. Inoltre un nuovo ammortizzatore di sterzo minimizza le vibrazioni sul volante e i contraccolpi in fuoristrada. Jimny è dotato di un sistema 4WD inseribile con marce ridotte. Si può agire in modo molto semplice sulla leva dedicata e passare in un attimo tra le modalità 2H (marce alte e due ruote motrici), 4H (marce alte con 4x4 inserito) e 4L (4x4 con marce ridotte). Rispetto alla modalità 4H la modalità 4L è in grado di trasferire maggiore coppia alle ruote, per una trazione migliore su pendenze elevate e terreni difficili.
IL PARERE DELL’ESPERTO Salendo in auto la prima particolarità che gli appassionati apprezzano in maniera evidente è l’inserimento della trazione “part-time”. Mentre nella penultima versione era un rotore a gestire le scelte del conducente ora il 4x4, le marce lunghe e le ridotte si azionano tramite una classica leva, che piace per la sua manualità. Altra caratteristiche che piace subito è la nuova capacità di accesso al baule, migliorata dall’edizione precedente grazie a bordi del portellone posteriore ora squadrati e non più tondeggianti. Certamente il suo vano di carico non è tra i migliori, ma abbattendo i sedili posteriori i suoi 800 lt di bagaglio, diventano rispettabile per un piccolo fuoristrada. La scelta e la possibilità di accessori e gad-
di Yuri Romani get proposti direttamente da Suzuki e non after market, inerenti la nuova linea compongono una variabile per gli affezionati al marchio di grande prestigio. In off road il suo comportamento è noto… passa senza problemi ovunque: leggera per il fango e la neve, maneggevole nei passaggi di fuoristrada stretti, ottima in salita… praticamente inarrestabile. Al contrario in discesa soffre di ridotte un pochino lunghe, ma anche qui l’elettronica ci viene in supporto. Twist, se ci fosse un blocco sarebbe il massimo ma l’All Grip fa egregiamente il suo lavoro e ci tira fuori da ogni situazione. Con il brillante 1.5 benzina( di grande affidabilità) ci è sembrata non avere problemi né in fuoristrada né in guida urbana.
doumo arigatou suzuki
Without brake LSD
With brake LSD Quando due ruote diagonalmente opposte perdono trazione, il sistema di controllo di trazione LSD frena automaticamente le ruote che stanno slittando per ridistribuire la coppia alle altre due, permettendo al veicolo di riguadagnare trazione. Questo sistema permette a Jimny di districarsi sulle superfici più scivolose e su strade accidentate con condizioni differenti tra le diverse ruote
Il motore ha una cilindrata di 1.5 litri e fornisce un’ottima coppia in particolare ai bassi regimi; nonostante la cilindrata maggiore, ha dimensioni complessive compatte rispetto al precedente propulsore di 1,3 litri, con una riduzione del peso del 15%. La sua curva di erogazione si adatta perfettamente tanto ai rapporti del cambio manuale a cinque marce quanto a quelli dell’automatico a quattro marce (offerto con sovrapprezzo di 1.500 Euro). La trasmissione manuale 5 marce ha rapporti ottimizzati per il nuovo motore e offre maggiore efficienza sul lato consumi. Anche la trasmissione automatica a 4 marce è completamente nuova. Le linee sono semplici, rigorose, robuste e funzionali: a loro modo molto belle e attraenti. La carrozzeria, marcatamente squadrata, migliora la percezione degli ingombri. I montanti anteriori più verticali e il cofano a conchiglia piatto aumentano la visibilità dal sedile del guidatore, mentre la linea di cintura, con scalino nella parte frontale dei finestrini, contribuisce a migliorare la visibilità laterale nella zona cruciale del passaruota anteriore. La griglia frontale, caratterizzata dai cinque elementi verticali, sottolinea i tipici fari circolari con indicatori di direzione separati (come sulla prima generazione di Jimny del 1970). Gradevoli i cerchi in lega scuri da 15”, molto grintosi e tipicamente off-road. A completamento delle finiture esterne da segnalare le canaline sul bordo del tetto, che impediscono l’ingresso di acqua,
doumo arigatou suzuki
fango o neve nell’abitacolo con le portiere aperte. Otto i colori disponibili, inclusi due colori sviluppati esclusivamente per il nuovo Jimny: il “Giallo Kinetic”, ad alta visibilità, pensato per spiccare in condizioni climatiche avverse o nei luoghi di lavoro, e il “Verde Amazzonia”, una tonalità a bassa visibilità, perfetta per moderare l’impatto visivo sull’ambiente naturale. La guida in fuoristrada non permette disattenzioni e nel nuovo Jimny non esiste nulla che possa distrarre dalla guida. Gli interni neri sono semplici ma razionali, i comandi sono progettati per essere utilizzati in maniera efficace ed immediata… anche indossando i guanti, cosa che accade spesso se si va in montagna. Ogni dettaglio è realizzato con cura e pensato per il fuoristrada più impegnativo. Il colore dominante è il nero mentre le linee orizzontali create dal pannello strumenti e quelle verticali della console centrale hanno la funzione di aiutare il conducente a percepire l’inclinazione della vettura quando si affrontano terreni accidentati e montuosi. Tutto ciò che circonda guidatore e passeggero è realizzato per un uso professionale. Il pannello strumenti e tutta l’area circostante hanno una superficie ruvida, antigraffio, antimacchia ed estremamente resistente. Maniglie e comandi sono facili e veloci da raggiungere ed utilizzare, anche se si stanno percorrendo terreni accidentati. Il quadro strumenti è sempre illuminato per poter essere costantemente leggibile anche in fuoristrada,
Suzuki Jimny ha vinto, in Giappone, il Good Design Gold Award 2018. Si tratta dell’ambito premio del Ministero dell’Economia giapponese che, istituito nel lontano 1957, viene assegnato al prodotto che si distingue per l’eccezionalità del suo design e la sua capacità di influire positivamente sulla società e di migliorare la vita di chi lo utilizza
doumo arigatou suzuki
quando capita di passare da zone illuminate a zone in ombra. Per un funzionamento più intuitivo del sistema audio sono di serie un Display Touch 7’’ multimediale, Bluetooth® e connettività multistandard (Carplay, Android auto, Mirror Link).
La specialissima versione chiamata Jimny Gan (purtroppo non in commercio… per ora…) presenta un assetto rialzato, modificato dagli specialisti di fuoristrada Z.Mode. Con una altezza minima da terra di 310 mm, +100 mm rispetto alla versione in commercio, carreggiate allargate con distanziali da 30 mm su ogni ruota e pneumatici tassellati, questo Jimny ha caratteristiche che davvero rispecchiano il suo nome. Infatti il termine giapponese “gan” si può tradurre con “forte”, “duro”, “testardo” o “difficile da smuovere”, proprio come l’indomito modello di serie, erede degli inarrestabili Suzukini
Lo spazio di carico posteriore può essere facilmente ampliato abbattendo i sedili e creando così un volume di 377 litri, ben 53 in più del vecchio Jimny. La superficie è completamente piatta fino ai bordi laterali, mentre i sedili sono stati accuratamente progettati per favorire salita e discesa dalla vettura. A beneficio della flessibilità e dell’ottimizzazione degli spazi sono state anche previste cinque sedi vite per ogni lato, sotto i finestrini posteriori, oltre a quattro sedi per ganci ai bordi del vano di carico. Abbiamo lasciato per ultimi gli apparati di sicurezza, ora ampiamente presenti anche sulla Jimny. Ad esempio, con il sistema “attentofrena”, nel momento in cui rileva una potenziale collisione, l’auto può allertare il pilota, renderne più incisiva la frenata o frenare autonomamente. Non mancano i sistemi “guidadritto” e il “restasveglio”, che aiutano il guidatore a mantenere l’attenzione evitando involontarie deviazioni dalla corsia di marcia. Di serie anche il sistema “nontiabbaglio”, che commuta automaticamente i fari tra abbaglianti e anabbaglianti. Da parte sua il sistema “occhioallimite” monitora i segnali stradali presenti sulla strada.
doumo arigatou suzuki
Quando rileva segnali come i limiti di velocità o i divieti di sorpasso, li mostra nel quadro strumenti per aiutare il guidatore a ricordare quali segnali siano validi in quel tratto. Altre tecnologie di sicurezza presenti sono Hill Hold Control e Hill Descent Control, l’ Emergency Stop Signal, il sistema d’assorbimento impatto TECT, 6 air bag e le aree d’ assorbimento urto pedoni Alla prova dei fatti la Jimny si dimostra un’ottima “arrampicatrice”. Nel senso che va a nozze con percorsi off road anche impegnativi, scoscesi, viscidi e… chi più ne ha più ne metta. La posizione di guida molto alta facilita le operazioni in ogni frangente e il Descent Hill Control toglie d’impaccio nelle discese più ripide e scivolose. Davvero eccellente lontana dall’asfalto. Ma anche in città la posizione di guida alta aiuta; inoltre l’auto è lunga meno di tre metri e mezzo e si dimostra agile e maneggevole. Ovviamente su percorsi extraurbani Jimny mostra i suoi lati deboli. Il comfort in marcia è nel complesso accettabile ma la rumorosità rimane abbastanza elevata. Permane un certo rollio in curva (crediamo dovuto più all’altezza della vettura che alla taratura delle sospensioni) ma ciò che può mettere in reale imbarazzo, perlomeno nei primi chilometri, è la grande demoltiplicazione dello sterzo. Ottima per i sentieri, in strada comporta una sensazione di “leggerezza” a cui consegue poca precisione negli inserimenti.
caratteristiche tecniche prinicipali
1.5 5MT
1.5 4AT
DIMENSIONI
Lunghezza inclusa ruota di scorta
3.645 mm
Lunghezza esclusa ruota di scorta
3.480 mm
Larghezza
1.645 mm
Altezza
1.720 mm
Interasse
2.250 mm
Carreggiata anteriore
1.395 mm
Carreggiata posteriore
1.405 mm
Altezza minima da terra
210 mm
Raggio minimo di sterzata
4,9 m
Angolo di attacco
37°
Angolo di dosso
28°
Angolo di uscita
49°
Spazio bagagliaio (volume massimo)
830 l
Spazio bagagliaio (sedili post. posiz.normale)
85 l
PESO
Peso in ordine di marcia con conducente
1.165 kg
1.185 kg
Peso complessivo
1.435 kg
1.435 kg
Peso rimorchiabile
1.300 kg
1.300 kg
MOTORE
Tipo motore
Cilindri
4
Valvole
16
Cilindrata
1.462 cm3
Alesaggio per corsa
74.0 × 85.0 mm
Rapporto di compressione
10.0 +/- 0.4
Potenza massima [kW (CV)]
75 (102) a 6.000 giri/min
Coppia massima [Nm]
130 a 4.000 giri/min
PRESTAZIONI E CONSUMI Velocità massima
K15B
145 km/h
140 km/h
NEDC - Consumo ciclo urbano
7,7 l/100km
8,4 l/100km
NEDC - Consumo ciclo extra-urbano
6,2 l/100km
6,9 l/100km
NEDC - Consumo ciclo combinato
6,8 l/100km
7,5 l/100km
WLTP - Consumo ciclo combinato
7,9-8,0 l/100km
8,8 l/100km
NEDC - Emissioni CO2
154 g/km
170 g/km
WLTP - Emissioni CO2
178-181 g/km
198 g/km
Direttiva
TRASMISSIONE
Tipo trasmissione
Euro 6d
TELAIO
Freni anteriori
a disco
Freni posteriori
a tamburo
Sospensioni anteriori Assale rigido a 3 punti di ancoraggio
Sospensioni posteriori Assale rigido a 3 punti di ancoraggio
Pneumatici
195/80 R15 96S
Cerchi
Cerchi 15x5 1/2J
Manuale
CAPACITA’
Posti totali
4
Capacità serbatoio carburante
40 l
Automatica
racing
Baja 500
FANGO SUDORE E POLVERE
Uno degli appuntamenti fissi sul calendario degli appassionati di corse fuoristrada, la Baja 500, si svolge su un percorso che offre ampia varietĂ di terreni e ostacoli nella spettacolare cornice della penisola messicana della Bassa California
di Niccolò Gargiulo Fotografie: SCORE / Art Eugenio
fango sudore e polvere
Rocce,
canyon, dune di sabbia, sterrato veloce, la vista mozzafiato sull’Oceano Pacifico e poi su fino a 900 metri sul livello del mare. 500 miglia (485,02 per la precisione, poco più di 780 chilometri) percorse in senso orario per affrontare tutte le sfide offerte dalla natura selvaggia della Bassa California. Si parte da Ensenada, sulla costa del Pacifico, 130 chilometri a sud della più famosa San Diego, e si suda per cinque giorni, si alza polvere (tanta!) e si cerca di arrivare al prossimo checkpoint più velocemente degli altri. Le chiamano “desert race” e la Baja 500 è una delle più importanti della stagione. SCORE International (acronimo di Southern California Off Road Enthusiasts) è la società organizzatrice delle desert race che si disputano ogni anno nella penisola della Bassa California, in territorio messicano. Fondata nel 1973 dall’appassionato di fuoristrada Mickey Thompson, SCORE è conosciuta a livello internazionale soprattutto per gli annuali appuntamenti della Baja 1000 e Baja 500, due gare della distanza rispettiva di 1.000 e 500 miglia. Gli appuntamenti delle gare “Baja” attirano ogni anno centinaia di piloti da ogni angolo del mondo, che si contendono i primati in decine di classi riservate ai popolarissimi e preparatissimi pick-up, quad, camion, buggy e moto. In questi ultimi anni il calendario SCORE si è consolidato su quattro competizioni valide per la classifica finale del campionato. Alla Baja 1000 e 500 si affiancano infatti la San Felipe 250 e l’ultima nata Baja 400. Ma torniamo alla Baja 500, corsa solo qualche settimana fa.
Bryce Menzies (Red Bull Ford F-150)
Freddie Willert (Jimco) secondo nella classe SCORE Lites
Luke McMillin (Ford F-150) secondo alla bandiera a scacchi, un paio di minuti dietro al cugino Andy
fango sudore e polvere
La Baja 500 del 2019 ha visto il ritorno in gara di un buggy Subaru nella classe 5. L’equipaggio composto da Neal e Dustin Grabowski (figlio e padre) ha portato al successo un nuovo veicolo chiamato “Crosstrek Desert Racer” e spinto da un motore boxer aspirato di 2.5 litri, preparato dalla Crawford perfomance e capace di oltre 300 cavalli. Leggerissimo e oltremodo agile il buggy ha così permesso ai colori Subaru di migliorare il secondo posto ottenuto l’anno scorso
fango sudore e polvere
Uruapan, Santa Catarina, Rancho El Coyote, Colonet, San Vicente e poi di nuovo a Ensenada… luoghi e nomi dal sapore “western” che quest’anno hanno tirato fuori il meglio dal trentaduenne statunitense Andy McMillin, che si è imposto sulla concorrenza dei 245 veicoli iscritti (perlopiù speciali pick-up, buggy e moto) con un tempo di 9 ore-49 minuti-12 secondi. Una gara pressoché perfetta, senza errori o problemi tecnici di grande rilevanza per il pickup Chevy Silverado numero 31 di McMillin, che ha tagliato il traguardo con meno di due minuti di vantaggio sul Ford F-150 numero 83 del cugino Luke McMillin. L’affare di famiglia si è concluso in maniera spettacolare quando, a poche decine di chilometri dal traguardo finale, i due si sono addirittura trovati affiancati nei pressi di Uruapan. Sul terzo gradino del podio il pilota di casa Carlos “Apdaly” Lopez, sul pick-up Chevy numero 9. I piloti della classe regina dei pick-up “SCORE”, veri e propri mostri da 900 cavalli e quattro ruote motrici, si sono impadroniti di 11 delle prime 12 posizioni al traguardo. Tra i 144 partecipanti che hanno visto la bandiera a scacchi solo Justin Davis è riuscito a rompere l’egemonia dei pick-up, classificandosi all’ottavo posto assoluto e conquistando la vittoria nella Class 1, riservata a veicoli a ruote scoperte. Il suo buggy Jimco è stato accompagnato sul podio da altre due veicoli gemelli, condotti da Brian Wilson e Brad Wilson. Per i super-appassionati di questo tipo di competizioni il calendario 2019 ora prevede la “Vegas to Reno” in agosto (che però fa parte di un’altra serie) e, ancora in Bassa California, la durissima Baja 1000… in pratica una gara lunga il doppio, che farà sembrare questa Baja 500 quasi una scampagnata.
Da sempre ai primi posti nella sua classe, il team Honda ha portato al successo un pick up “Ridgeline Baja Race Truck” anche in questa edizione della 500. La vittoria nella classe 7 è arrivata grazie all’equipaggio composto dal pilota Jeff Proctor, dal secondo pilota Pat Dailey e dal navigatore Evan Weller, che hanno così replicato i trionfi del 2016 e 2018. Il loro pick up quest’anno era stato notevolmente alleggerito e migliorato ma era sempre spinto dal un motore V6 biturbo HPD di 3.5 litri, da 550 cavalli, con monoblocco e cilindri assolutamente di serie
Il vincitore della Baja 500 Andy McMillin (Red Bull ChevySilverado)
fango sudore e polvere
Il campionato SCORE Desert Race ha ormai un seguito importante: moltissimi i partecipanti e davvero straripante la folla di spettatori. Per questo motivo gli organizzatori, ad ogni gara, non fanno mancare una serie di raccomandazioni a team e spettatori che ci pare interessante ricordare: •
Non rimuovete alcuna pianta e non disturbate gli animali del deserto
•
Non danneggiate, tagliate o incidete alcuna pianta
•
Non utilizzate fuochi in modo inappropriato e imprudente
•
Non danneggiate e non portate con voi alcuna pietra o conchiglia
•
Non abbandonate rifiuti. Tutto deve essere rimosso e portato via con voi
•
Ricordate che state attraversando proprietà private e la località
di Ejido, quindi siate rispettosi del traffico locale
•
Non rimuovete le transenne e le fettucce dalle zone di partenza e arrivo
L’idolo di casa Carlos “Apdaly” Lopez nonostante le difficoltà è riuscito a salire sul podio classificandosi terzo assoluto con il suo RPM Racing Chevy Rally Truck (Geiser)
Cameron Steele (Chevy/Geiser) affiancato da RobMacCachren (Ford F-150), vincitore della Baja 500 del 2018
racing
Campionato Italiano Velocità Fuoristrada
QUEI TEMERARI DELLE MACCHINE
VOLANTI Comunemente conosciuto come CIVF, il “Campionato Italiano Velocità Fuoristrada” è nato quarant’anni fa e dal 2015, a seguito dell’accordo tra Federazione Italiana Fuoristrada ed ACI Sport, è tornato sotto la guida e la gestione della F.I.F.
quei temerari delle macchine volanti
N
essun limite. Se dovete pensare a qualcuno che non si pone limiti ebbene, pensate a questi iper-appassionati piloti e pensate alle loro incredibili automobili. E alle loro imprese, sconosciute alla grande platea eppure così spettacolari e… senza limiti. Questa tribù si ritrova spesso, durante la bella stagione, per gareggiare su circuiti brevi (e clamorosamente difficili) nella più pazza delle specialità automobilistiche. Non è rallycross (roba da signorine) e neppure semplice velocità su terra (li il tracciato è troppo piatto) ma trattasi di Velocità Fuoristrada. Quindi velocità: vince chi va più forte, chi stacca i migliori tempi in una serie di giri cronometrati, come una sequenza di “Q3” da Formula 1. E fuoristrada, di quello vero, seppur nell’ambito di brevi circuiti. Insomma, come una Dakar in miniatura. La Velocità Fuoristrada è una delle attività sportive più anziane nell’ambito dei campionati nazionali relativi alla disciplina fuoristrada ed è comunemente conosciuto con l’acronimo CIVF. Nato nel 1975 semplicemente come “Campionato Italiano Fuoristrada”, è passato sotto la guida e gestione FIF nel 2015, a seguito del nuovo accordo con ACI Sport. Da allora il campionato è stato ribattezzato “CIVF by FIF”, sono stati determinati nuovi obiettivi ed è stata messa a punto una formula arricchita e migliorata, per incentivare lo spettacolo utilizzando crossodromi, piste off road
e quegli “autodromi” naturali che certamente non mancano nel nostro Paese. Quelle del CIVF sono gare nelle quali bisogna superare, nel minor tempo possibile, le asperità naturali di terreni non proprio confortevoli… possono parteciparvi veicoli da fuoristrada, pick up e suv a quattro o più ruote motrici. Per ragioni di sicurezza sono invece escluse le automobili alimentate a GPL e metano. Ma il fuoristrada, nel senso classico della parola, non si è mai sposato bene con la velocità, perché andare fuoristrada significa andare su percorsi accidentati, in montagna, nei deserti.. e quindi non andare veloce ma piuttosto arrivare ad una meta. Questo campionato rappresenta un po’ una contaminazione che forse i puristi del fuoristrada non vedono così bene? “Beh, forse in passato… in verità la parola velocità in origine era stata aggiunta per dare una certa enfasi alla specialità, ma nella realtà le piste di una volta erano molto tecniche e la velocità passava in secondo piano. Quindi c’era la tecnica di guida ed era vero fuoristrada”. Chi si esprime così è Bruno Ossiani, responsabile di tutte le attività sportive FIF e responsabile delle relazioni con ACI Sport. “La parola velocità era stata inserita – prosegue Ossiani – per rafforzare un concetto e dare un’identità precisa alla serie. Da 15 anni a questa parte con l’avvento delle macchine con i motori da moto si è un po’ cambiata la filosofia. Le piste sono diventate un po’ più veloci e un po’ meno tecniche, cosa che invece io ho cercato di ripristinare quando
quei temerari delle macchine volanti
nel 2015 la FIF ha ripreso il timone del CIVF. E’ stata anche fatta una ricerca sulle piste storiche ma purtroppo tante piste hanno chiuso i battenti e altre sono state parecchio modificate. Comunque nel 2015 siamo partiti con 12/13 piloti, oggi qui siamo 22/23 e i numeri stanno man mano crescendo. Il bilancio non può che essere positivo”. Ma c’è qualcosa che vorreste cambiare prima possibile? “Sicuramente aumentare ancora di più la visibilità, perché è una disciplina che lo merita; è l’unica in Europa fatta in circuito e introduce anche uno stile di guida diverso da tutti gli altri. Per capirci: un pilota dell’autocross non ha la guida per il velocità fuoristrada. Il contrario per un fuoristradista puro. Le piste hanno tutte caratteristiche diverse quindi il pilota vero del CIVF è un pilota che guida su percorsi diversi e ha uno stile di guida che si avvicina un po’ all’autocross, un po’ al rally aggiungendo il fuoristrada. Il nostro campione è un misto tra queste specialità e sa guidare bene su tutti i tipi di percorso. Questo secondo me è ciò che bisogna pubblicizzare: la grande unicità di queste competizioni”. I 23 piloti a cui fa riferimento Ossiani sono quelli in pista a inizio luglio a Ceriano Laghetto, nell’unica tappa lombarda del campionato 2019, dove abbiamo potuto incontrare anche Cristiano Camerano, responsabile della gestione del CIVF. “Il prossimo step è sicuramente introdurre qualche novità nello svolgimento della gara, come già stiamo facendo qui. – so-
stiene Camerano – Abbiamo introdotto le partenze multiple a inseguimento e faremo per la prima volta una prova in notturna. Si tratta di un test per vedere se sia il caso di introdurle in altre manifestazioni. Questa di Ceriano Laghetto è una pista dove non si correva da 16 anni, quindi nessuno ci aveva mai gareggiato… una pista storica, veloce, tecnica ma non particolarmente impegnativa e che ci ha dato la possibilità di introdurre queste interessanti novità. Nel CIVF dai il massimo in quattro giri, non puoi permetterti di sbagliare; i quattro giri cronometrati li devi tirare al massimo ma devi anche tenere conto che hai altre p.s. da fare. Quindi devi riuscire a gestire la gara nelle cinque “crono” e la differenza la fa l’intelligenza del pilota, che comprende quando può dare il massimo o quando deve essere più attendista per portare a casa il risultato”. Quindi abbiamo buoni tracciati e una discreta partecipazione di piloti competitivi, a tutto vantaggio dello spettacolo. Cosa manca? Il pubblico... “Si, il pubblico manca. Secondo me già questa gara potrebbe segnare una svolta positiva. Ci sono purtroppo delle piste dove si fa davvero fatica a portare il pubblico. Ci sono delle piste storiche, che sono adeguate alla disciplina che però non sono di facile accesso e per nulla confortevoli, mentre ci sono altre piste come questa di Ceriano Laghetto che hanno sempre avuto una buona affluenza di pubblico, perché è facile arrivarci e c’è la possibilità di vedere quasi tutto il tracciato da ogni punto”.
A Ceriano Laghetto (6/7 luglio) per la terza volta in questa stagione il successo è andato a Ivano Nicoletta, che ha dominato la gara al volante della sua Suzuki prototipo, spinta da un motore turbodiesel Volkswagen. Nell’appuntamento lombardo, per la prima volta nella storia della specialità, si è gareggiato anche in notturna. Grande la partecipazione di pubblico alla prova cronometrata sotto le stelle, anche grazie alla Notte Bianca organizzata dal comune. Nella classifica finale, alle spalle di Nicoletta, è arrivato Luca Pagani al volante di un Polaris che si è anche aggiudicato la categoria TM. Terzo posto assoluto per Emanuele Lagrotteria al volante di Equivoque, un prototipo equipaggiato da due propulsori Suzuki da 420 cavalli. La gara del Trofeo FIF è stata vinta da Paolo Mangagnato su Suzuki che ha preceduto Serena Rodella su Jeep Renegade. Prossimo appuntamento CIVF
il 7 e 8 settembre, con il 33° Trofeo Veglio a Biella
quei temerari delle macchine volanti
Pertanto un evento di questo genere portato in uno stadio potrebbe funzionare? “Si, io ci credo. Io sono per idee pazze. Gli americani insegnano… le corse “indoor” (intendo all’aperto ma in uno stadio) potrebbero sicuramente essere qualcosa di ancora più accattivante”. Il calendario oggi va dalla primavera a ottobre. Non avete mai pensato a tappe invernali? Risponde Ossiani. “Il calendario oggi è su 6 gare. In passato sono state organizzate anche 8, 9 o 10 gare ma oggi come oggi la contingenza economica non permette di fare tante gare come una volta. Inoltre il problema dell’inverno è che fa buio presto e quindi avremmo qualche problema dal punto di vista della sicurezza”. Ci sono in previsione modifiche regolamentari riguardo le categorie, le classi, le vetture? “Si, potrebbe esserci qualche modifica – prosegue Bruno Ossiani – con lo scopo di semplificare il più possibile senza però danneggiare chi oggi ha già costruito una sua macchina. Vorremmo semplificare la scelta di un pilota che volesse cambiare categoria o auto. Semplificare il regolamento senza stravolgerlo e senza snaturarlo. Poi va aggiunto che anche le macchine autocostruite alla fine devono essere dei fuoristrada, devono poter superare gli ostacoli, non solo andare forte. Quindi probabilmente qualcosa cambierà prima dell’anno prossimo. Infine vorrei aggiungere che dobbiamo facilitare chi si avvicina per la prima volta al
CIVF e portare i piloti a venire a provare la specialità con la macchina che già posseggono, semplificandogli l’approccio. Oggi ci sono tanti prototipi ma mancano invece i veicoli preparati, derivati dalla serie con opportune modifiche. Oggi sono poche queste auto. Un ragazzo dai 20 ai 30 anni non ha la possibilità economica di comprarsi o farsi costruire un prototipo. Dobbiamo riuscire a far capire loro che possono correre anche spendendo meno, divertirsi e gareggiare nella loro classe senza pensare alla classifica assoluta”. Ci vorrebbe una categoria d’accesso… “La categoria d’accesso è la formula F.I.F. – interviene Camerano - pensata per gli amatori, molto permissiva e più economica. Con la macchina più economica che c’è sul mercato (… la Suzuki) si può fare una stagione intera con meno di diecimila euro. Uno compra la macchina, fa l’indispensabile per poter correre (dotazioni di sicurezza e qualche modifica) … poi aggiunge solo i costi di iscrizione e le 6 trasferte. Secondo me dovremmo anche arrivare ad avere dei preparatori che, come avviene nei rally, abbiano delle vetture da noleggiare ad un costo accessibile. Un giovane puo dire non mi compro la macchina, la noleggio per un paio di gare, provo, se mi piace poi ci penso. E’ proprio sulle categorie minori che bisogna lavorare perché comunque i fuoristradisti l’adrenalina ce l’hanno sempre al massimo, anche quando vanno a fare un raduno. La sfida, il superare l’ostacolo o il fatto di avere la macchina più preparata è una caratteristica che ci accompagna sempre”.
fif
COME IMPADRONIRSI DEI SEGRETI DELLA GUIDA IN FUORISTRADA
! a l o u c S Tutti a FREQUENTARE UN CORSO DI GUIDA SICURA 4X4, TENUTO DAI PROFESSIONISTI CERTIFICATI DELLA FEDERAZIONE ITALIA FUORISTRADA, È IL PRIMO PASSO OBBLIGATO PER AVVICINARSI AL MERAVIGLIOSO MONDO DEL FUORISTRADA IN PIENA SICUREZZA E SOPRATTUTTO NEL RISPETTO DELLA NATURA
di Salvo Venuti Fotografie: Max D’angelo
tutti a scuola!
Confucio
diceva “ La teoria senza la pratica è inutile, la pratica senza la teoria è pericolosa”. Questa massima dovrebbe essere conosciuta da tutti coloro che si avvicinano alla pratica di qualsiasi disciplina e soprattutto da chi vuole praticare il fuoristrada. Quante volte abbiamo trasformato una piacevole gita in fuoristrada con gli amici (e magari pure con la famiglia) in una giornata da dimenticare? Ci è mai balenato per la mente che i problemi possano essere accaduti per la mancata conoscenza delle nozioni teoriche di base? Molto spesso si seguono i consigli degli amici con più esperienza, che ci aiutano a superare gli ostacoli più complessi, ma al termine della giornata realmente quanto abbiamo imparato? Perché ci hanno fatto affrontare un determinato ostacolo in un certo modo? Ma, soprattutto, era il modo tecnicamente corretto di affrontarlo ? Apprendere i concetti di aderenza e trazione o saper riconoscere i limiti del mezzo e i propri, sono certamente nozioni fondamentali per praticare in sicurezza il fuoristrada. Ma per fare ciò è necessario tanto studio e altrettanta pratica, oltre che tanta dedizione e pazienza. E proprio con l’obiettivo della formazione alla guida di veicoli fuoristrada e a trazione integrale nasce, più di trentacinque anni fa, la Scuola Federale della Federazione Italiana Fuoristrada, creata da un gruppo di soci desiderosi di trasferire agli altri le proprie conoscenze tecniche, oltre che la propria esperienza pratica, congiuntamente ai principi di conservazione e rispetto della natura e
del territorio, della sicurezza personale e dei veicoli stessi. La Scuola Federale oggi è composta da oltre duecento istruttori, dislocati su tutto il territorio nazionale, con a capo una Commissione Scuola che si occupa sia del continuo aggiornamento dei percorsi formativi sia, e soprattutto, della continua formazione e aggiornamento del corpo istruttori. Oggi la Scuola Federale offre ben quattordici differenti corsi di guida in fuoristrada, rivolti sia ai privati sia alle aziende o Enti dello Stato. Da sottolineare anche il fatto che sia i corsi sia gli istruttori sono in possesso delle certificazioni previste dalla Comunità Europea, requisito attualmente unico in ambito nazionale. Come in ogni percorso formativo, tutto avviene per gradi. La Scuola Federale, nel corso degli anni, ha infatti sviluppato una serie di corsi atti a consentire agli appassionati di avvicinarsi al mondo del fuoristrada cominciando con l’apprendere le nozioni di base, fino ad arrivare ai corsi “monotematici” superspecializzati, quali ad esempio la guida su neve e ghiaccio, la guida su sabbia, l’orientamento e Gps o la preparazione veicoli, solo per citarne alcuni. In conclusione: non avventuratevi da soli, e senza preparazione, in percorsi che potrebbero nascondere insidie impreviste. Frequentare un corso di guida sicura 4x4, erogato da professionisti certificati, è un fatto fondamentale per avvicinarsi al meraviglioso mondo del fuoristrada in piena sicurezza e soprattutto nel rispetto della natura.
tutti a scuola!
Ecco le regole che ogni buon fuoristradista deve rispettare: 1.
non uscire mai dalle carrarecce e mulattiere
2.
non gettare fiammiferi o sigarette
3.
non gettare spazzatura o rifiuti di alcun genere
4.
se qualcuno te lo richiede, dagli una mano
5.
tieni il tuo 4x4 sempre in ordine e rifornito e pronto a qualsiasi intervento
6.
se causi danni, rifondili o falli rifondere dalla tua assicurazione
7.
non fare rumori molesti
8.
non spaventare gli animali che, nel loro regno, hanno sempre la precedenza asso
9.
non raccogliere o danneggiare la flora, specie se protetta
10.
mettiti a disposizione delle autoritĂ in caso di calamitĂ naturali
oluta
elettro
Un’idea decisamente innovativa
ELETTRICO ESTREMO
SI TRATTA DI UN INNOVATIVO CAMPIONATO RISERVATO A FUORISTRADA RIGOROSAMENTE ELETTRICI, CHE PRENDERÀ VITA IN CINQUE DEI PIÙ REMOTI LUOGHI DELLA TERRA. UNA SFIDA MOLTO DURA SOTTO PARECCHI PUNTI DI VISTA, CHE GLI ORGANIZZATORI (GLI STESSI DELLA FORMULA E) HANNO BATTEZZATO EXTREME E… E C’È GIÀ IL PRIMO TEAM ISCRITTO, DIETRO AL QUALE SI INTRAVEDE NIENTEMENO CHE AUDI
elettrico estremo
“I
progressi delle tecnologie alla base dei veicoli elettrici e l’impatto che le soluzioni di mobilità pulita possono avere nella lotta al cambiamento climatico globale sono temi che mi appassionano da sempre – sostiene Alejandro Agag – credo fermamente che Extreme E possa contribuire a rendere il mondo più sostenibile” Chi parla così è Alejandro Agag, già mente alla base del successo della Formula E e ora votato al nuovo e ambizioso progetto inzialmente battezzato Extreme E ed ora (a pochi mesi dalla presentazione) evoluto in Extreme E SUV ODISSEY 21. Si tratta di un inedito campionato riservato a fuoristrada rigorosamente elettrici, che vedrà tappe in cinque dei più remoti e suggestivi luoghi della terra. Un format nuovo in luoghi unici, con i autovetture a zero emissioni che si sfideranno in ambienti estremi, senza andare ad alterare l’ecosistema in cui si troveranno a gareggiare. L’idea di Agag (spalleggiato dall’ex pilota brasiliano Gil De Ferran) è assolutamente coerente con le tendenze del momento e con l’andamento del mercato dell’auto, che vede le principali case automobilistiche lanciare opzioni e vetture elettriche una dopo l’altra. L’esploratore David de Rothschild sarà il capo operativo del campionato e, naturalmente, l’organizzazione logistica sarà impressionante, con l’utilizzo di una nave da 7.000 tonnellate (anch’essa a basse emissioni) che trasporterà tutte le attrezzature necessarie per lo svolgimento delle gare nonché fungere da paddock vero e proprio.
I concorrenti saranno divisi in gruppi e, dopo una fase di selezione, i migliori quattro raggiungeranno la fase a eliminazione diretta per aggiudicarsi un posto in finale. I percorsi fuoristrada avranno una lunghezza di circa 6-10 km, in ambienti di caldi e di umidità estrema piuttosto che in altitudine o con temperature sottozero. Prima gara in programma per l’inizio del 2021, con un calendario che prevede tappe quali l’Artico, l’Himalaya, il deserto del Sahara, la foresta pluviale amazzonica e le isole dell’Oceano Indiano. Ma non è necessario aspettare ancora due anni per iniziare a toccare con mano l’idea Extreme E. Chi ha avuto la ventura di passare da Goodwood per il recente Festival of Speed avrà potuto ammirare il primo veicolo sperimentale, che tra l’altro sta fungendo da tester per i nuovissimi pneumatici sviluppati da Continental per Extreme E. L’Extreme E SUV (come è per ora battezzato) sarà di base lo stesso per tutti i concorrenti,
elettrico estremo
Alejandro Agag (a sinistra) “inventore” della Formula E e di Extreme E, assieme a Thomas Biermaier, Direttore Sportivo di ABT Sportsline
i quali però dovranno sviluppare una loro power unit, proprio come avviene in Formula E. Nei giorni immediatamente seguenti l’evento di Goodwood è stata annunciata la prima iscrizione, da parte del team ABT Sportsline, squadra di successo (con Audi) in Formula E e DTM nonché parte di quel gruppo ABT leader nel tuning di veicoli del gruppo Audi VW. E’ quindi presumibile che ABT sarà anche in questa occasione portabandiera di Audi (o Volkswagen?) nella sfida elettrica off road. Come tutti gli altri partecipanti ABT riceverà il proprio mezzo nel marzo del 2020 e dal quel momento potrà iniziarne lo sviluppo che, oltre ad una propria power unit, permetterà di modificare alcune parti di carrozzeria come cofano, minigonne, fascioni paraurti anteriore e posteriore oltre ai fari. Tutto ciò nell’ottica di migliorare le prestazione e (forse soprattutto) di far assomigliare questi veicoli a vetture di produzione dei vari marchi che saranno della partita.
novità
LA NUOVA
Fuoristrada + camping = overlanding
A FRONTIERA Il fenomeno dell’Overlanding, che miscela la guida fuoristrada al campeggio, porta gli appassionati a cercare soluzioni sempre piÚ estreme che uniscano la duttilità del veicolo al comfort. Dagli USA giungono ora due interessanti proposte Nissan e Volkswagen che si fanno notare anche per il prezzo low-cost
la nuova frontiera
C
oncetto 1: le passioni non devono costare una fortuna. Concetto 2: le vacanze non devono essere un’avventura da superuomini. Partendo da questi due concetti Nissan e Volkswagen hanno recentemente presentato due proposte altamente interessanti, che vale la pena conoscere più da vicino. Nissan ha giocato sulla ricerca del massimo con il minimo… esborso.
DestinationFrontier è un bellissimo pezzo unico, dedicato agli intenditori della guida estrema off-road e agli appassionati dell’overlanding, ovvero quel modo di passare le vacanze (o più semplicemente il tempo libero) dando libero sfogo alla passione per il fuoristrada. Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo che fonde la disciplina della guida fuoristrada con il campeggio, permettendo agli appassionati di raggiungere aree naturali selvagge e remote per poi passare la notte campeggiando immersi nella natura. E’ ovviamente necessaria un’automobile performante (ma davvero) e una buona attrezzatura da campeggio. Ne consegue che l’aumento vertiginoso dei devoti a questo modo di intendere l’off road ha indotto molte case a proporre accessori, sistemi o addirittura veicoli segnatamente pensati per questo utilizzo. Nissan DestinationFrontier è uno di questi. Presentato al recente Overland Expo West di Flagstaff in Arizona, questo veicolo colpisce per il prezzo che si aggira attorno ai 40.000 dollari (poco sotto i 36.000 Euro), una cifra decisamente accattivante per chi desiderasse un mezzo così estremo e duttile che, solitamente, si ottiene dopo costosissime modifiche a pick-up o suv di alta gamma. “DestinationFrontier è stato creato per fare due cose – ha dichiarato Tiago Castro, direttore del reparto veicoli commerciali leggeri di Nissan North America – dimostrare la qualità e l’affidabilità del Nissan Frontier e rendere più accessibile, conveniente e “democratica” l’esperienza dell’Overlanding”.
Realizzato grazie ad una serie di accessori e componenti non prodotti da Nissan, il Destination Frontier non è un veicolo che sia possibile acquistare presso i concessionari della Casa del Sol Levante. Si tratta solo di un esercizio che i tecnici Nissan hanno voluto eseguire, quale esempio praticabile per chi, dotato di pazienza e passione, voglia trasformare il proprio pick up in un mezzo adatto all’overlanding
la nuova frontiera
la nuova frontiera
La base per questo veicolo “one-off” è un FrontierCrewCab SV 4x4 Midnight Edition, con le modifiche più significative che riguardano l’altezza da terra e le protezioni a carrozzeria e trasmissione, per poter avere ottime probabilità di uscire indenni dai tracciati fuoristrada più ardui e impegnativi. Per prima cosa si notano le gomme NittoTrailGrappler, montate su ruote American Racing AX 201 che già forniscono un’elevata altezza dal suolo. Un ulteriore miglioramento di questo aspetto può essere ottenuto grazie al kit di sollevamento Nisstec 3-inch, che agisce sulle sospensioni facendo guadagnare fino a 7,5 cm.
Per un ulteriore protezione del motore, della trasmissione e della carrozzeria, sono stati inoltre installati paraurti anteriore, predellini e lastre per il fondo realizzati da HeftyFabworks. All’anteriore è stato montato anche un potente verricello WARN Industries… gancio e cavo sono a disposizione per uscire dalle situazioni più complicate, anche grazie alla generosa illuminazione garantita dai fari supplementari BajaDesigns LP6 Pro Lights. Il prezzo (circa 40.000 dollari), relativamente basso per un mezzo del genere, non deve però trarre inganno gli appassionati. Con il fenomeno dell’Overlanding in costante crescita, soprattutto negli Stati Uniti, Nissan ha infatti voluto proporre una soluzione senza compromessi e dal comfort più elevato possibile affrontare escursioni che si protraggono per più di una giornata. Perciò, a fianco della presenza nel veicolo di un frigo/freezer, di un tavolo pieghevole e di altre dotazioni da campeggio, il DestinationFrontier è dotato di un letto Leitner Designs e di una tenda CVT Mt. Shasta, moltospaziosa ma per niente ingombrante una volta ripiegata e fissata sul tettuccio. Per quanto riguarda le prestazioni il Nissan DestinationFrontier offre un’adeguata potenza grazie al motore 4 litri DOHC V6 da 261 cavalli e 380 Nm di coppia, appositamente messo a punto per dare il massimo in condizioni difficili. Con l’adeguato equipaggiamento si possono trainare fino a 3 tonnellate. La bella novità di casa Volkswagen si chiama invece Basecamp Concept: garantisce la versatilità del SUV Atlas e, grazie all’abbinamento con un razionale carrello HIVE EX
adatto all’off road, è fornito di tutto il necessario per affrontare giornate di avventura all’aria aperta. Nel realizzare il concept Atlas Basecamp i tecnici della Volkswagen USA hanno pensato principalmente agli amanti delle mountain bike, e l’accostamento a questa specialità delle due ruote è ben visibile. Il carrello (HIVE EX azienda specializzata e leader nella realizzazione di carrelli adibiti a camper stradali e da fuoristrada) è infatti predisposto con gli agganci per le mountain bike e naturalmente può fungere da vera e propria officina mobile per riparare le bici o da “campo base” (il concept si chiama appunto “Basecamp”) per gli amanti del campeggio. “Il Basecamp Concept si basa sulla mentalità del viaggio senza limiti e cerca di offrire prospettive per Volkswagen, una marca già associata da tempo all’idea delle gite fuori porta. – ha dichiarato Alex Earle, Design Manager del VW Design Center in California – Dalle piste più impegnative alle semplici passeggiate pomeridiane in bici, il Basecamp Concept offre la soluzione ideale per ogni situazione”. Basecamp Concept è realizzato partendo da un SUV Atlas, venduto negli Stati Uniti e in Cina. Si tratta di un SUV 7 posti dalle grandi dimensionie e negli States ha un prezzo di partenza di circa 28 mila euro. La versione SEL Premium è equipaggiata con un propulsore da 3,6 litri, che eroga 276 cavalli, accoppiato ad un cambio automatico a 8 marce e trazione integrale 4Motion, che consente an-
che di selezionare manualmente le modalità di guida. Dal canto suo la carrozzeria è resa più sportiva e accattivante con vernici e colori particolari e luci led. E’ previsto anche un kit per le sospensioni che aumenta l’altezza da terra di 3,8 cm. Da notare infine che il carrello HIVE EX del Basecamp Concept non è solo una officina mobile per le biciclette ma un vero e proprio camper, fornito di un letto a due piazze, tenda e cucina da campo, dotata di fornelletto e frigo/congelatore che si possono utilizzare grazie alla batteria da 12-volt.
la nuova frontiera
regioni
La
Federazione Italiana Fuoristrada è stata ufficialmente costituita nel 1973 e nel corso di oltre quarant’anni ha permesso l’evolversi del fuoristrada sportivo e turistico in Italia, rappresentando per tutti gli appassionati il punto di riferimento e quella “casa comune” che i fondatori allora immaginarono e sognarono. Oggi FIF è una dinamica Federazione di club, che ha saputo evolversi e modernizzarsi pur rimanendo saldamente nel solco della propria tradizione. E proprio l’esigenza di modernizzarsi e di essere capillarmente presente sul territorio è passata (e passa) attraverso le Delegazioni Regionali, veri e propri presidi territoriali della Federazione. Le Delegazioni svolgono un ruolo importantissimo e sono il primo interlocutore delle centinaia di Club sparsi su tutto il territorio nazionale. E proprio alle delegazioni, e di conseguenza ai Club che le compongono, saranno dedicate le pagine della rubrica regioni4X4. Si tratterà di una tribuna aperta a tutti, per fa conoscere a tutti cosa sta succedendo e cosa succederà nel proprio territorio. regioni4X4 sarà un palcoscenico dove annunciare eventi, raccontare attività amatoriali e agonistiche, sviluppare argomenti o proporre nuove iniziative. Proprio per questo motivo invitiamo tutte le Delegazioni a stare “connesse” con la redazione, inviandoci informazioni, fotografie, video. Probabilmente non ci sarà spazio per tutti ogni mese… ma faremo del nostro meglio! Promesso!
calendari 13/14 Aprile
Lucca • Off Road Club Versilia
13/14 Luglio
Pesaro • Villagrande Fuoristrada
4/5 Maggio 1/2 Giugno Campionato Italiano Trial 4x4
22/23 Giugno
31 Agosto / 1 Settembre 28/29 Settembre 6/7 Aprile
11/12 Maggio Campionato Italiano Velocità Fuoristrada
8/9 Giugno 6/7 Luglio
7/8 Settembre 5/6 Ottobre
09/10 Marzo
04/05 Maggio Trofeo Extreme Off Road
13/14 Luglio
28/29 Settembre 26/27 Ottobre 17 marzo
23 giugno TROFEO REGIONALE TRIAL CAMPANIA
14 luglio
22 settembre 17 novembre 19 maggio 23 giugno
TROFEO REGIONALE TRIAL LAZIO
07 luglio
01 settembre 29 settembre 30/31 Marzo
TROFEO REGOLARITA’ CENTRO ITALIA
TROFEO REGOLARITA’ NORD ITALIA
25/26 Maggio
21/22 Settembre
Pescara • Abruzzo Fuoristrada Club Forlì • Romagna Team 4×4
Senigallia (AN) • Club Monkey 4WD Modena • Cherry Club
Macerata • 1° Ridotta Fuoristrada Club Polcanto (FI)
Palagano (MO) Sassello (SV)
Ceriano Laghetto (MB) Veglio (B)
Palagano (MO)
Reggio Calabria Messina Catania
Messina
Reggio Calabria
Caserta • Club 4×4 Adventure
Benevento • Mutria Fuoristrada 4×4 Benevento • Sannio Fuoristrada Benevento • Gladiatori 4×4
Salerno • Salerno Fuoristrada
Guercino (FR) • Club Cinghiali 4×4 Frosinone • A.S. Igor 4×4
Arpino (FR) • A.S.D. Aquilotti 4×4
Esperia (FR) • A.S.D. club Tortuga 4×4 Roma • A.S. Dimensione Fuoristrada
Roma • Friends’ Club Off-Road Roma Pescara • Maiella Adventure Teramo • A Tutto Gas
26/27 ottobre (da confermare) Terni • ROMA 4X4 ADVENTURE – F.I.F. 04-05 maggio 15-16 giugno
12-13 ottobre
16-17 novembre
Grosseto • GDM
Forlì • 4x4 Romagna Team Massa Carrara • R Team Lucca • R Team
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