Fuoristrada 4x4 - Ottobre 2019

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Nr. 03 - OTTOBRE 2019

F

RIV

E IN PRINCIPIO FU LA

WILLYS

Audi - Skoda - Volkswagen: 3 concept da urlo! 4x4FEST A CARRARA

E’ AUTUNNO... PIOVONO PICKUP!


chefoto


questo mese

FUO FUO

RIVISTA UFF

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foto

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novità

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novità

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regioni

RIVISTA UFFI AUDI AI:TRAIL CONCEPT

18

storia

52

novità

ID.BUGGY CONCEPT

70

novità

IN SICILIA DENTRO LA STORIA

SKODA JEEP WILLYS

30

MOUNTIAQ

PIOVONO

CONCEPT

PICKUP

eventi

Carrara: è qui la festa!

fotografia ultima pagina di Gerard Brown (ERA)

83

calendario


foto La strada D915, da Trabzon a Bayburt, in Turchia, è conosciuta come una delle più difficili e pericolose del mondo, con i suoi 13 strettissimi tornanti lungo i 13 chilometri che portano all’altitudine di 2.330 metri del monte Soganli. Nel luglio scorso questo è stato lo scenario della inusuale sfida tra il pilota di camion russo Dmitry Sotnikov (nella foto, 2 volte primo al Silk way rally e 2 volte secondo alla Dakar) e il campione turco di rally Yagiz Avci. In realtà non c’è stato un vero vincitore… arrivare in cima sani e salvi era l’obiettivo, raggiunto da entrambi Fotografia Nuri Yılmazer/Red Bull Content Pool



foto Il Rebelle Rally, un’avventura di 10 giorni rigorosamente al femminile, è il più lungo rally off road degli USA. La gara è partita il 10 ottobre dal lago Tahoe per concludersi il 19 a San Diego (California). Tra le favorite le esperte Sedona Blinson e Lyn Woodward, in gara con questa “modified” Nissan Armada Mountain Patrol



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Accomunati dalla passione per le capacità fuoristradistiche dei modelli della Casa di Hamamatsu, oltre 70 equipaggi, provenienti da tutta Italia, hanno animato l’ottava edizione del Raduno Suzuki 4x4, che si è svolta sabato 14 settembre nell’entroterra della Riviera Romagnola, in concomitanza con il Gran Premio di Moto GP a Misano



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Si è chiuso domenica 29 settembre il Campionato Italiano Trial 2019, con la spettacolare prova di San Severino Marche (nella foto un passaggio a dir poco “delicatoâ€? dello spagnolo Sergio Mirallas). Sul prossimo numero di fuoristrada 4x4 dedicheremo un ampio servizio al Campionato



foto Anche lo spettacolare Campionato Italiano Velocità Fuoristrada ha chiuso la sua stagione come meglio non si poteva, con la gara del 6 ottobre a Palagano, vicino a Modena. Il titolo è andato ai bravi Alberto Gazzetta e Denis Cortese (nella foto) con una Ford Fiesta. Naturalmente anche di questa serie parleremo in modo ampio sul numero online il 15 novembre Fotografia Camerano



foto


Il sudafricano Giniel de Villieers e l’americano Andrew Short hanno vinto il recente Rallye du Maroc, che chiudeva il Campionato del Mondo Cross-Country Rallies. L’equipaggio della Toyota ha rispettato il pronostico, che lo voleva favorito per la gara, ma il titolo iridato è andato alla coppia francese (coppia anche nella vita!) Stéphane e Andrea Peterhansel, che con la loro Mini Buggy hanno chiuso il rally al quarto posto Fotografia Kin Marcin/Red Bull Content Pool


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storia

NEL NOVEMBRE 1940 A CAMP HOLABIRD…

E IN PRINCIPIO FU LA WILLYS... Nel corso della torrida estate del 1940 le Forze Armate Americane informarono le case automobilistiche di essere alla ricerca di un “veicolo leggero da ricognizione” che potesse prendere il posto delle motociclette


.

WILLYS OVERLAND MB: 1941-1945


e in principio fu la Willys...

Gli

italiani fecero conoscenza con le Willys in circostanze tragiche, nel 1943, quando le truppe Alleate invasero prima la Sicilia e poi sbarcarono a Taranto, Reggio Calabria e infine a Salerno. Ma per capire meglio come mai oltre 600.000 (!) Willys divennero assolute protagoniste della Seconda Guerra Mondiale occorre fare un passo indietro, sino al 1940. Nel corso della torrida estate di quell’anno le Forze Armate americane informarono le case automobilistiche di essere alla ricerca di un “veicolo leggero da ricognizione” che potesse prendere il posto delle motociclette. L’Esercito degli Stati Uniti invitò così 135 costruttori a sviluppare un veicolo che rispondesse ad un lungo elenco di requisiti tecnici: • • • •

Capacità di carico di 272 kg. Passo inferiore a 190 cm. Altezza inferiore a 91 cm. Motore in grado assicurare una velocità compresa tra 5 e 80 km/h • Carrozzeria di forma rettangolare • Trazione integrale e riduttore a due velocità • Parabrezza ripiegabile • Tre sedili anatomici • Fari oscurabili • Massa complessiva inferiore a 590 kg. Inizialmente, Willys-Overland e American Bantam Car Manufacturing Company furono le uniche a dimostrarsi interessate al progetto ma ad esse si aggiunse presto anche Ford Motor Company. Le tre case produttrici entrarono così in competizione per aggiudicarsi l’incarico governativo e costruirono alcuni prototipi a tempo di record. Il capo ingegnere di Bantam insieme ad un team di dirigenti

dell’azienda svilupparono un progetto che in 49 giorni portò alla realizzazione del primo esemplare. Delmar G. Roos progettò il Willys Quad per Willys-Overland mentre Ford realizzò il modello GP (General Purpose), noto come “Pygmy” ed equipaggiato con un motore per uso agricolo Ford/Ferguson riadattato. Poche settimane dopo ognuna delle tre aziende consegnò all’Esercito il proprio prototipo e fu autorizzata a costruire 70 esemplari campione. Nel novembre 1940 a Camp Holabird, nel Maryland, l’esercito prese possesso di questi veicoli. Ognuno di questi tre progetti andava oltre il peso richiesto di 590 kg. ma ben presto fu chiaro che si trattava di un limite troppo basso e questa specifica venne modificata per la successiva fornitura di veicoli. Nel marzo 1941 le Forze Armate passarono alla fase successiva: Bantam doveva costruire 1.500 esemplari del Model 40 BRC, Ford ulteriori 1.500 di una versione modificata e migliorata del Pygmy GP e Willys 1.500 del suo Quad. I successivi collaudi portarono l’Esercito a scegliere Willys come principale casa costruttrice… l’epopea della Jeep aveva così inizio. Di conseguenza, la maggior parte delle Bantam e delle Ford GP prodotte venne spedita in Gran Bretagna e in Russia nell’ambito del programma “lend-lease”. In Gran Bretagna, il veicolo Ford divenne famoso come “Blitz Buggy”. Con una serie di modifiche e di migliorie, Willys Quad divenne il modello MA e più tardi il modello MB. Per l’Esercito americano e per il mondo intero divenne invece noto come Jeep.


WILLYS OVERLAND MB: 1941-1945

JEEP CJ 5: 1955-1983


e in principio fu la Willys...

Nel 2018 per festeggiare i 75 anni di attività Jeep ha lanciato le versioni speciali “75th Anniversary”. Tutti gli esemplari “75th Anniversary” sfoggiano esternamente un’esclusiva tonalità verde Jeep (Sarge Green, Recon Green o Jungle Green, a seconda del modello), presentano cerchi di colore Low Gloss Bronze, finiture esterne color bronzo e arancio, interni esclusivi contraddistinti da sedili con logo “75th Anniversary” a rilievo, tetto apribile e badge esterno “75th Anniversary”


JEEP CJ 5: 1955-1983


e in principio fu la Willys...

Secondo alcuni, questo nome deriva dalla sigla “GP”, che nel gergo militare era l’abbreviazione di “General Purpose”. Altri sostengono invece che il veicolo prendesse il nome da “Eugene the Jeep”, un noto personaggio dei fumetti di Braccio di Ferro. Qualunque sia la sua vera origine, la parola Jeep è entrata prima nel vocabolario americano, e poi in quello internazionale. Il modello Willys MA aveva il cambio sul piantone dello sterzo, aperture nella parte inferiore delle fiancate, due strumenti circolari sul cruscotto e la leva del freno a mano sul lato sinistro. La Willys si impegnò a fondo per abbassare il peso a 980 kg.e rispettare le nuove specifiche dell’Esercito e i pezzi rimossi dal modello MA per raggiungere questo obiettivo furono montati sulla successiva generazione MB, che pesava appena 181 kg. in più. Willys-Overland produsse per l’Esercito americano più di 368.000 veicoli, ai quali si aggiunsero altri 277.000 veicoli prodotti su licenza da Ford. Al termine del conflitto, Willys registrò il nome “Jeep” e decise di convertirlo in un fuoristrada adatto all’impiego nelle aziende agricole: nasce così la Universal Jeep per uso civile. All’epoca, una delle campagne pubblicitarie Willys recitava “Il sole non tramonta mai sulla forte Jeep” e l’azienda cominciò a fare in modo che il mondo sapesse che questo veicolo era stato creato da Willys. HANNO FATTO LA STORIA… Jeep CJ-2A: 1945-1949 Nel 1945 fu prodotto il modello CJ-2A, il primo veicolo Jeep destinato ad un impiego civile. Venne dotato di portellone posteriore,

ruota di scorta montata lateralmente, fari di maggiori dimensioni, tappo del serbatoio esterno e di molti altri accessori che non erano presenti sulla precedente versione militare. Diverse caratteristiche della CJ-2A, come il motore L-4 da 2.195 cc, il cambio T-90A, il riduttoreSpicer 18 e gli assalirigidi anteriori Dana 25 e posteriori Dana 23-2, furono utilizzati su molti altri modelli Jeep negli anni a venire. Il modello CJ-2A fu prodotto per quattro anni. Jeep Jeepster: 1948-1951 La Jeepster fu l’ultimo veicolo in stile Phaeton con carrozzeria aperta prodotto da una casa automobilistica americana a utilizzare tendine laterali di protezione anziché finestrini. Inizialmente equipaggiata con motore “Go-Devil”, fu successivamente dotata di motore “Hurricane” da 2.638 cc a sei cilindri. Questo modello non fu mai prodotto con la trazione integrale. Jeep CJ-3A: 1949-1953 Introdotto nel 1948, il modello CJ-3A era molto simile al suo predecessore, ma il parabrezza era un unico elemento e l’assale posteriore più robusto. Su questo modello era montato il motore originale a quattro cilindri L-Head. Jeep CJ-3B: 1953-1968 La serie CJ fu aggiornata nel 1953 con l’introduzione del modello CJ-3B. Questa nuova versione presentava griglia frontale e cofano motore più alti rispetto alla precedente versione militare per ospitare il nuovo motore Hurricanea quattro cilindri di tipo F-Head. La versione CJ-3B restò in produzione fino al 1968 e fu realizzata negli Stati Unitiin 155.494 esemplari. Nel 1953,


JEEP WAGONEER: 1963-1983


e in principio fu la Willys...

La Jeep Wrangler Rubicon 1941 è un allestimento che presenta

una livrea “1941” che ricorda la data della

nascita della Willys, richiamata peraltro su altri particolari della vettura come ad esempio il cerchio, il pomello cambio e il tavolino per il portellone posteriore. Disponibile su tutte le versioni 2.2 diesel è realizzata con specifici Jeep Performance Parts e sfoggia il kit con sospensioni rialzate di 2 pollici, lo “snorkel”, le “rock rails”, il battitacco nero, il “black fuel door” e i tappetini all weather



e in principio fu la Willys...

la società Willys-Overland fu venduta a Henry J. Kaiser per 60 milioni di dollari. La Kaiser Company avviò un intenso programma di ricerca e sviluppo che aveva lo scopo di ampliare la gamma di modelli Jeep. Jeep CJ-5: 1955-1983 Nel 1955, la Kaiser presentò il modello CJ5, realizzato sulla base del modello M-38A1 utilizzato nel 1951 nella Guerra di Corea, e contraddistinto da paraurti anteriori arrotondati. Era leggermente più grande del modello CJ-3B, rispetto al quale aveva un passo più lungo e una maggiore lunghezza complessiva. Le migliorie al motore, agli assali, alla trasmissione e al comfort dei sedili resero il modello CJ-5 il mezzo ideale per un pubblico sempre più interessato ai fuoristrada. Il modello CJ-5 presentava linee più morbide e profili più arrotondati. Con un passo di 205 cm., questo veicolo fu prodotto in più di 600.000 esemplari in oltre 30 anni. Jeep CJ-6: 1956-1975 Al modello CJ-5 venne affiancato un modello a passo lungo (20 pollici/50 cm in più) denominato CJ-6, che, passo a parte, era quasi identico alla versione CJ-5, ma con un maggior spazio di carico. Inoltre, nel 1956 Jeep arricchì la serie CJ introducendo una variazione a cabina avanzata. AMC dotò i due modelli CJ-5 e CJ-6 di assali rinforzati, freni potenziati e battistrada più largo. Nel 1965 fu presentato il nuovo motore V6 “Dauntless” che era disponibile a richiesta sui modelli CJ-5 con passo da 205 cm (81 pollici) e sui modelli CJ-6 con passo da 256 cm. Questo motore aveva una potenza da 155 CV, quasi doppia rispetto a quella del normale quattro cilindri. Era la prima volta che un modello CJ era equipaggiato con un motore V6. A partire

dal 1973, tutti i modelli CJ furono dotati di motore V8 da 4.981 cc o 5.899 cc di produzione AMC. Jeep Pickup: 1947-1965 Un pickup con passo da 299 cm.che non presentava modifiche di prodotto significative. Si trattò del primo tentativo da parte di Willys-Overland di diversificare Jeep dalla serie CJ. Jeep Willys Wagon: 1946-1965 Una station wagon con passo da 265 cm. che rimase per molto tempo il modello preferito dagli appassionati. La trazione integrale fu introdotta nel 1949. Jeep FC 150/170 Pickup: 1957-1965 I veicoli della serie Jeep Forward-Control di Jeep erano sostanzialmente camion da lavoro: il modello FC 150 presentava un passo di 205 cm. e il modello FC 170 di 262 cm. Nel periodo in cui furono prodotti, questi modelli non subirono modifiche sostanziali. Nel 1959 e nel 1960, tuttavia, alcuni modelli furono equipaggiati con assali rigidi anteriori e posteriori. Inoltre, alcuni modelli del 1959 erano disponibili con doppie ruote posteriori e cambio manuale a quattro velocità. Jeep Wagoneer: 1963-1983 Il modello Jeep Wagoneer del 1963 fu il primo veicolo a trazione integrale dotato di trasmissione automatica, ed è considerato il predecessore dei moderni SUV. A richiesta erano disponibili sospensioni anteriori indipendenti. Nel 1973, Jeep fu il primo a proporre il Quadra-Trac®, il primo sistema automatico di trazione integrale permanente, che sarebbe stato disponibile sui grandi camion e sulle station wagon.


JEEP WILLYS WAGON: 1946-1965


eventi

4X4FEST A CARRARA

E’ qui la festa! A Carrara si è svolta la 19a edizione della rassegna dedicata alla “passione integrale”. Tre giorni di test, incontri, tour tra i bacini marmiferi, presentazioni nuovi prodotti e accessori e tanto tanto altro ancora per appassionati e addetti ai lavori del mondo del fuoristrada

di Salvo Venuti



è qui la festa!

Si

sono appena spente le luci del 4x4Fest a Carrara Fiere… e già ci si è messi a lavoro per l’edizione 2020. Anche quest’anno, quella che è delle sole tre fiere europee dedicate ai veicoli a trazione integrale, non ha smentito il trend positivo registrato nelle annate precedenti, seppur accusando qualche defezione da parte degli espositori, certamente dovuta alla crisi che da qualche anno imperversa su tutto il settore dell’automobile. Ma al di la delle novità di prodotto presentate dagli espositori, l’iniziativa più interessante dell’edizione di quest’anno è stata certamente il “MudCafè”, una sorta di “piazza”, un vivacissimo punto di ritrovo per appassionati e operatori del settore, dove si è discusso dei più svariati argomenti: da “Fuoristrada e territorio” all’evoluzione del fuoristrada dal punto di vista puramente tecnico, dalla presentazione dei calendari sportivi 2020 della FIF ai racconti e testimonianze dei protagonisti delle grandi avventure quali la Dakar e il Camel Trophy. Spazio anche alla presentazione di nuovi prodotti Garmin, Raptor 4x4 e Laurini mentre grande interesse e importanza ha destato l’annuncio dato dai cugini d’oltralpe della Federazione Francese 4x4, dell’imminente accordo con la Federazione Italiana Fuoristrada. L’accordo (di cui abbiamo già parlato sulla nostra rivista nel numero di settembre)



è qui la festa!

Presso lo stand Yokohama era possibile vedere il nuovo modello di pneumatico off-road 4x4 chiamato Geolandar X-MT G005. Si tratta di un modello molto robusto e resistente che inoltre garantisce anche una longeva durata di utilizzo. Nonostante un disegno molto aperto a tassellato, Geolandar X-MT G005 salvaguarda anche la rumorosità. Le dimensioni sono comprese fra i 17” e i 20” mentre il disegno ricorda proprio un terreno roccioso: oltre ad avere valenza tecnica in termini di resistenza, robustezza e espulsione di fango e detriti, questo aspetto rende anche il look del pneumatico molto appetibile. Il battistrada simmetrico, con un elevato rapporto vuoti/pieni, assicura in primis, come detto, l’espulsione di fango e detriti, ed è così robusto da contrastare al contempo strappi e danni dovuti agli urti. L’efficacia di questo disegno aggressivo si può apprezzare anche su terreni bagnati e le piccole lamelle disposte sui tasselli battistrada aumentano la tenuta anche su superfici scivolose

si configura decisamente quale presupposto per la creazione di una Federazione Europea 4x4, che potrà dare più forza e più voce a tutti i fuori stradisti. Dulcis in fundo, al Mud Cafè si è parlato anche della nostra rivista… e, con un pizzico di orgoglio, possiamo affermare che gli applausi sono stati davvero tanti. Ovviamente, come ogni anno, è importantissimo riferire un po’ i numeri delle attività svolte dalla Federazione Italiana Fuoristrada nell’ambito della tre giorni Carrarese: 3.600 test drive con i più noti modelli delle maggiori case costruttrici, 350 partecipanti ai mini corsi gratuiti di formazione 4x4, 160 partecipanti (a bordo di 82 fuoristrada) al Tour delle Cave Capraia, 190 partecipanti (con 79 macchine) al Tour delle Cave Fantiscritti per finire con i 168 partecipanti (con 70 automobili) al Tour delle Cave del Corchia. E certamente non possiamo dimenticare di citare i numerosi veicoli da competizione del Campionato Italiano Velocità Fuoristrada e del Campionato Italiano Trial 4x4, campionati entrambi promossi dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Queste incredibili auto, condotte da esperti piloti, hanno lasciato a bocca aperta grandi e piccini durante tutto il week end! Questi numeri che la dicono lunga in quanto a passione e interesse per il mondo 4x4, ma il 4x4 Fest non è composto solo da aridi numeri ma è fatto soprattutto di emozioni.


Mitsubishi era presente a Carrara con un luccicante e nuovissimo pickup L200, che alla sesta generazione presenta molte novità importanti: - un design esterno completamente rinnovato - una qualità percepita più raffinata - sistema 4WD aggiornato, con una nuova modalità “Off Road” e il sistema “Hill Descent Control” - nuovo motore Diesel 2.2 (conforme Euro 6d temp) per l’Europa - nuovo cambio automatico a 6 rapporti - struttura del telaio, freni e sospensioni migliorate - una più ampia serie di accessori - nuove funzioni di sicurezza • sistema Blind Spot Warning (monitoraggio angoli ciechi) con funzione Lane Change Assist (segnalazione superamento involontario della linea di mezzeria) • Sistema Rear Cross Traffic Alert, per evitare collisioni in retromarcia • Sistema Forward Collision Mitigation (per evitare collisioni frontali) • Sistema Ultrasonic Misacceleration Mitigation (per evitare incidenti dovuti a un uso scorretto dell’acceleratore)


è qui la festa!

Grande soddisfazione per l’evento è stata espressa anche dal presidente FIF Marco Pacini: ”Sono estremamente soddisfatto per quanto abbiamo fatto a Carrara. Abbiamo gestito tantissime attività… e quando c’è così tanta roba al fuoco l’errore è sempre dietro l’angolo. Invece è andato tutto molto bene, e sono molto orgoglioso del nostro lavoro, per il quale va detto un enorme “grazie” ai 120 addetti FIF che non si sono mai tirati indietro e hanno fornito un apporto enorme alla manifestazione, inserendosi alla perfezione nel complesso meccanismo di 4x4 Fest. Il messaggio che arriva forte da questa edizione di 4x4Fest è che il mondo del fuoristrada sta subendo una rapida evoluzione tecnologica – ha proseguito Pacini - e noi dobbiamo essere pronti a mutare la nostra visione. Dobbiamo inoltre essere propositivi e stimolare gli acquirenti di vetture 4x4 a sviluppare una vera e profonda passione per il fuoristrada. Carrara è importante da questo punto di vista ma non bisogna mai smettere di sfornare nuove idee”

Anch’io adesso, dentro la cabina di una nave che fa rotta per la Sardegna, mentre a poche ore dalla chiusura sto provando a riassumere le tre splendide giornate di passione 4x4, devo ammettere che ho grande difficoltà a trasformare in parole un tumulto di emozioni. Come non paragonare gli occhi luccicanti di un bambino in un negozio di giocattoli agli occhi estasiati di un appassionato di fronte al fuoristrada dei suoi sogni? E che dire poi della proposta di matrimonio fatta da Armando a Gabriella nel bel mezzo della pista esterna in terra… che ha fatto venire gli occhi lucidi a tutti i presenti? Probabilmente molti sono andati via dal 4x4Fest senza aver acquistato nulla di importante, anche se alla fine almeno un adesivo personalizzato, una toppa per la divisa del club, piuttosto che un piccolo accessorio per il nostro amato fuoristrada lo abbiamo comprato tutti. Certamente però siamo tornati a casa con un bagaglio di ricordi che ci ha riempito la mente e il cuore. Con la gioia di aver condiviso la festa tricolore del 4x4 con tanti vecchi amici arrivati da tutt’Italia e con il piacere di aver finalmente incontrato, per la prima volta, i tanti “amici virtuali” conosciuti nei vari social. L’edizione 2019 va in archivio con una fortissima certezza… ci vediamo l’anno prossimo.


Garmin ha presentato a Carrara un dispositivo di navigazione multisatellitare (GPS, Galileo e Glonass) all-in-one resistente in diverse condizioni climatiche e ambientali ed efficace su strada quanto nei sentieri off-road piĂš sperduti. La vera novitĂ del Nuovo Overlander, consiste nella fruizione di una cartografia topografica mondiale precaricata (relativa ad Africa, Europa e Medioriente) a cui si aggiunge il database Track4Africa, che copre una serie di piste e punti di interesse in tutto il continente africano. Non appena si presenta un percorso poco battuto, i viaggiatori possono accedere velocemente alle mappe topografiche e continuare la propria avventura anche in off-road, inclusa la possibilitĂ di inviare e ricevere messaggi o, se necessario, lanciare un SOS.Garmin Overlander


è qui la festa!

Il pubblico del 4x4Fest ha potuto ammirare anche lo Sherp a 4 ruote motrici, un potente mezzo da lavoro di origine ucraina, in grado di affrontare qualunque terreno, dalla sabbia alla neve. Dotato di 4 pneumatici (circa 800 litri di volume ciascuno), lo SHERP consente galleggiabilità ad oltre 3200 kg ed è dunque in grado di muoversi in totale sicurezza anche nell’acqua, grazie anche alla scocca ermetica ed alla struttura leggera in alluminio estremamente robusta. Lo Sherp è ora presente anche sul mercato grazie a Laurini Srl di Busseto (Parma), da quest’anno distributore esclusivo di questi mastodontici veicoli per il mercato italiano, francese, spagnolo e tedesco

Alla 4x4Fest si è svolta la 2° edizione del “Best Innovation Award” istituito da IMM Carrara Fiere, per promuovere l’innovazione per il settore dei fuoristrada e dell’accessoristica. Una giuria composta dai rappresentanti di IMM, FIF e da giornalisti ha così scelto tra numerose proposte innovative. Il Best Innovation Award 2019 è andato a Dukik Day Dream srl di Passo di Riva Dueville (VI) per il dispositivo antiparticolato EconoTruck, un device per la riduzione e non produzione

di emissioni degli inquinanti, di cui abbiamo ampiamente parlato nel numero scorso. La giuria ha valutato anche iniziative che coniugassero innovazione e sicurezza e tra le varie proposte, la Federazione Italiana Fuoristrada ha conferito a OSRAM il premio “Best Innovation approved by FIF” per la barra abbagliante addizionale LED LEDriving, con il seguente riconoscimento: “OSRAM ha sviluppato e presentato un prodotto omologato di assoluta qualità, che coniuga grande efficienza, garantendo al contempo maggiori condizioni di sicurezza stradale”. Il premio è stato conferito (nella foto) da Marco Pacini, Presidente FIF


Presente a Carrara anche RTEAM, importante struttura italiana specializzata nella gestione e nel noleggio di vetture da competizione per rally-raid. Sin dall’anno 2000 RTEAM è una presenza fissa alla Dakar, offrendo un servizio completo di assistenza a chi vuole intraprendere questa fantastica avventura. La Dakar 2020, dal 5 al 17 gennaio, inaugura il capitolo Arabia Saudita e, per prepararsi adeguatamente alla competizione dove “non si dorme mai”, 9 auto di R Team si sono schierate in questi giorni ad una competizione in Turchia. Alla Dakar 2020 il team sarà compostoda 23 tecnici, due camion (uno guidato da Ricky Rickler e uno da Renato Rickler) e una vettura di assistenza a supporto di 3 equipaggi in gara (Schiumarini-Gaspari; Carrara-Cini; Del Punta-Sinibaldi)


è qui la festa!

4x4 Fest 2019 si è chiusa con oltre 30.000 visitatori di provenienza italiana ed estera, che oltre a visitare gli stand hanno potuto testare su tracciati specifici le proposte più innovative offerte dalle Case Auto, Moto, Quad e Accessori. 200 i marchi presenti (di cui 169 diretti e 31 indiretti) provenienti da 15 regioni Italiane e da Spagna, USA, Regno Unito, Australia, Belgio, Bulgaria, Canada, Cina, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Malaysia, Olanda, Polonia, Slovenia, Sud Africa, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Ucraina. I metri quadri occupati in totale sono stati 45.000 di cui 20.000 per la pista esterna dedicata ai test drive e show. “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti in termini di pubblico e di apprezzamento da parte degli espositori, che ci confermano la validità di un evento che non ha eguali in Italia e che è uno dei primi anche in Europa per il settore off-road, anche in considerazione del momento di oggettiva difficoltà che il settore sta vivendo a livello globale – ha commentato

Fabio Felici,

Presidente di IMM CarraraFiere - Al di là del successo, l’altro forte motivo di soddisfazione risiede nella consapevolezza che questo evento rappresenta anche un volano economico per il nostro territorio”


Sotto i riflettori di 4X4 Fest quest’anno anche la Suzuki JIMNY GAN, un allestimento progettato appositamente per percorsi off-road duri e puri e realizzato da Suzuki in collaborazione con il preparatore Z.Mode. In giapponese, “Gan” descrive tutto quello che è “duro”, “testardo” e “difficile da smuovere”. Nulla di più azzeccato per una vettura che diventa “sbalorditiva” nelle sue capacità fuoristradistiche dopo la preparazione Z.Mode. Questo JIMNY ha un assetto più alto di 8,3 cm rispetto a quello di serie e le sue sospensioni hanno un’escursione più ampia, a tutto vantaggio della mobilità sui terreni più accidentati. La maggior altezza minima da terra assicura un grande miglioramento degli angoli caratteristici e permette a JIMNY GAN di arrivare in posti altrimenti irraggiungibili


novità

Audi AI:TRAIL quattro concept

IL FUTURO È GIÀ QUI


Grazie a quattro motori elettrici e batterie ad alte prestazioni, la vettura dispone di 435 cavalli e di una percorrenza di 500 chilometri a zero emissioni. Il sistema di gonfiaggio adattivo permette di regolare la pressione degli pneumatici per una guida off-road in tutta sicurezza

di Alessandro Rigatto


il futuro è già qui


Audi

è il marchio automobilistico che ha fatto della trazione integrale il proprio mantra. Anche se in verità l’unico modello dotato di caratteristiche da autentica fuoristrada fu la prima Allroad quattro (basata sulla A6 Avant seconda serie), su cui era disponibile il riduttore. Oggi, 20 anni dopo, siamo arrivati alla quarta generazione della A6 Allroad quattro, sempre più stradale quanto a stile, tecnica e dotazioni. Tutti i modelli sono proposti anche con la trazione integrale ma non ce n’è uno con i contenuti da vera fuoristrada. Ecco allora che assume un particolare significato la “prémiére” internazionale al recente Salone di Francoforte della Audi AI:TRAIL quattro, il veicolo descritto dalla Casa dei quattro anelli quale il fuoristrada del futuro. Si tratta di una concept-car elettrica a guida autonoma di Livello 4, caratterizzata da uno stile futuristico, scocca multimateriale, estese superfici vetrate e spinta da quattro motori elettrici, in grado di generare 435 CV, 1.000 Nm e garantire un’autonomia di 500 km nel severo ciclo di omologazione WLTP, una distanza tale da non impensierire neppure in assenza di una capillare rete di ricarica. In fuoristrada l’autonomia raggiunge comunque i 250 km. Per questo la velocità massima è autolimitata a 130 km/h (70 km/h in meno rispetto alla SUV e-tron 55 quattro). Alla trazione integrale elettrica quattro, si aggiunge il sistema di gonfiaggio adattivo degli pneumatici che, senza particolari patemi, permette di affrontare le difficoltà di un percorso sabbioso o roccioso, favorendo la trazione mentre su strada l’aumento della pressione favorisce la stabilità.


il futuro è già qui


L’abitacolo, caratterizzato da superfici vetrate particolarmente estese, garantisce una visibilità eccezionale, qualità indispensabile su un veicolo e una guida autenticamente fuoristrada. Trail è il termine inglese che identifica il sentiero, la traccia fuoristrada, ed evoca il concetto d’esplorazione nella natura. Per questo, a bordo della concept Audi AI:TRAIL quattro, non si trovano schermi per seguire serie TV in streaming o partecipare a videoconferenze, ma sono le ampie superfici vetrate, capaci di immergere nell’ambiente circostante. Basti pensare che l’illuminazione del percorso, in condizioni di totale o parziale oscurità, è garantita da un sistema di cinque droni che sorvolano il veicolo. Un vera chicca tecnologica! Rimovibili, multifunzionali e tutt’altro che convenzionali, le fonti luminose della AI:TRAIL quattro elevano il concetto d’illuminazione ad un nuovo, futuristico, livello. Alla base dei montanti anteriori sono collocati dei punti luce attivi tanto verso l’interno dell’abitacolo quanto verso l’esterno. Tali elementi, a LED, permettono di adattare l’intensità del fascio luminoso al pari dello spot posteriore a tutta larghezza, fruibile sia come luce per il vano bagagli sia come indicatore di direzione laterale. Da parte loro i cinque droni triangolari, privi di rotore e azionati elettricamente, sostituiscono i convenzionali fari abbaglianti e anabbaglianti. Corredati di punti luce a LED Matrix, sono in grado di atterrare sul portapacchi o direttamente sul tetto del veicolo e possono agganciarsi autonomamente a specifici slot per la ricarica induttiva. Denominati Audi Light Pathfinder, i droni della AI:TRAIL quattro funzionano come i ventilatori senza pale. Realizzati in materiale ultra leggero, sono in grado di volare dinanzi alla concept-car di Ingolstadt illuminando il percorso mentre


il futuro è già qui

Audi AI:Trail è stata progettata per la guida autonoma di Livello 4. I sistemi di questa categoria non necessitano di alcuna assistenza da parte del conducente ma oggi l’utilizzo del Livello 4 è però limitato ad alcune aree dotate di apposite infrastrutture. Il concept Audi è quindi fornito dei tradizionali elementi di guida, indispensabili per affrontare percorsi in fuoristrada. Solo in casi eccezionali e a velocità ridotta è possibile su strade sterrate utilizzare la guida autonoma Livello 3 che, a differenza dello step superiore, permette al guidatore di riprendere il controllo della guida in pochi secondi. Sulla AI:Trail i tradizionali sistemi di aiuto alla guida, sono affiancati da più moderne tecnologie come sensori, telecamere, radar e laser che rilevano e forniscono informazioni in tempo reale. I sistemi segnalano anche situazioni limite in fuoristrada come la forte inclinazione o pendenze proibitive


le loro telecamere possono produrre immagini video trasmesse, mediante wi-fi, sul display di fronte al conducente. I Pathfinder diventano così veri e propri occhi volanti. Quando la AI:TRAIL quattro è ferma, dalla posizione sul tetto i droni possono invece illuminare i dintorni, ad esempio per un picnic accanto alla vettura, mentre se i passeggeri preferiscono restare all’interno del veicolo, sono in grado d’illuminare l’abitacolo attraverso il tetto panoramico. I droni, coordinati in modo completamente automatizzato da AI:TRAIL quattro, volano solitamente in coppia. Se necessario, sono in grado di operare in gruppi composti da un massimo di cinque elementi così da garantire una superiore potenza luminosa e ampliare la superficie illuminata. I passeggeri possono gestirli facilmente, in base alle proprie preferenze, grazie a un applicazione per smartphone. Non meno rivoluzionaria l’Audi Light Companion, fonte luminosa multifunzionale utilizzabile come una torcia portabile. Vincolata magneticamente ai lati dei sedili, funge da luce ambiente. Tre supporti integrati permettono di fissarla al suolo e farne una luce da campeggio o d’emergenza, mentre le telecamere in dotazione consentono di esplorare il percorso, riprendere immagini e pubblicare video direttamente sui social network. Grazie all’interazione con il sistema di navigazione, Light Companion è in grado di proiettare sulla strumentazione segnali di direzione o testi informativi, aiutando l’utente a orientarsi. L’Audi AI:TRAIL quattro è lunga 4,15 metri, larga 2,15 metri e alta 1,67 metri e nell’abitacolo trovano comodamente posto quattro passeggeri. Con cerchi da 22 pollici e pneumatici XXL l’altezza minima da terra è di 34 cm, per una capacità di guado di oltre 50 cm.


il futuro è già qui


Questa generosa luce dal suolo scongiura anche contatti indesiderati tra terreno e la batteria integrata nel pianale. La scocca della AI:TRAIL quattro è realizzata in acciaio, alluminio, kevlar e fibra di carbonio, per una massa totale contenuta in 1.750 kg nonostante il peso delle batterie ad alte prestazioni. I cristalli avvolgono interamente la vettura, come il cockpit di un elicottero. Persino il single frame è vetrato. In questo modo i passeggeri beneficiano di una visuale ottimale sulla carreggiata. Le superfici vetrate sono protagoniste anche del tetto: è possibile ammirare il cielo dallo spigolo superiore del parabrezza sino allo spoiler posteriore. Analogamente al portellone, anche il parabrezza può essere aperto completamente, consentendo l’accesso a superfici di carico corredate di cinghie di fissaggio per il bagaglio. In coda è disponibile un vano integrato nel paraurti per ospitare oggetti imbrattati o bagnati come scarponi, attrezzature da arrampicata o semplicemente indumenti. Le portiere prevedono un’apertura “ad armadio”, mentre le minigonne fungono da pedane estraibili, così da agevolare il carico e lo scarico del portapacchi. Al posto dei classici passaruota, sono previsti semplici paraspruzzi orizzontali sopra le ruote. Questa soluzione rende possibile osservare, anche dall’abitacolo, il lavoro delle sospensioni durante la marcia. Lo schema delle sospensioni tipo McPherson prevede ammortizzatori regolabili abbinati alle molle elicoidali, mentre gli pneumatici presentano un battistrada con una scolpitura tutt’altro che convenzionale. Infine va segnalato che appositi sensori ottici, in sinergia con il controllo elettronico della stabilità (ESC), sono in grado di rilevare le condizioni del fondo stradale e regolare automaticamente la pressione delle coperture.


novitĂ

Otto mesi di lavoro per la Mountiaq concept

COMPITO IN CLASSE Trentacinque praticanti della Skoda Vocational School, grazie anche al supporto di alcuni esperti, hanno dato vita a un veicolo basato sul modello Kodiaq. Il prototipo di colore sunset orange, presenta diverse particolarità come il verricello, il bull-bar e fari speciali. E’ motorizzato dal turbo benzina due litri da 190 cavalli di Alessandro Rigatto



compito in classe

Si

chiama Mountiaq il concept pickup che trentacinque studenti della Škoda Vocational School hanno recentemente presentato dopo otto mesi e oltre 2 mila ore di lavoro. Basato sulla Kodiaq e verniciato di un vistoso arancione (battezzato Sunset Orange), il veicolo sfoggia peculiarità quali la barra luci posizionata sul tetto e un frontale caratteristico che include verricello, bull-bar e fari speciali. Si tratta della sesta “Student Concept Car” nella storia della Casa boema e appare assolutamente caratterizzata da uno stile innovativo e da speciali effetti di luce, oltre che da soluzioni ispirate a versatilità e praticità. Il veicolo è la dimostrazione pratica delle competenze tecniche e delle abilità eccezionali degli studenti della Škoda Vocational School. Il nome Škoda Mountiaq, nei propositi degli artefici del prototipo, trasmette lo spirito di avventura off-road, combinando l’appeal di un veicolo di stile moderno con la straordinaria comodità quotidiana di un pickup. La parte posteriore di questo veicolo insolito e per certi versi spettacolare sfoggia la scritta Škoda estesa in lettere, un elemento di design introdotto in Europa con i nuovi modelli Scala e Kamiq, ed esteso progressivamente a tutta la gamma. Molto interessante è stata la gestazione della Mountiaq: dopo aver finalizzato lo stile, la produzione è iniziata a gennaio. Assemblaggio e verniciatura sono stati eseguiti contemporaneamente. Dopo aver rinforzato la struttura, è stato rimosso il tetto originale e sono stati fabbricati pannelli per cabina, finestrini laterali e vetro posteriore.



compito in classe



compito in classe

La prima Concept Car realizzata dagli studenti risale al 2014. Era una versione a due posti della Škoda Citigo, denominata Citijet. Fu seguita da Funstar, una Škoda Fabia pickup e Atero, una coupé basata su Škoda Rapid Spaceback. Nel 2017, gli apprendisti hanno usato nuovamente Škoda Citigo come base per costruire l’elettrica Element. La quinta è stata Sunroq, nel 2018: una decappottabile basata sulla SUV compatta Karoq. Nella storia di Škoda non sono mancati neppure i modelli pickup, l’ultimo dei quali è stato realizzato sulla base della Felicia e che ha anche conosciuto una brillante carriera sportiva

L’area dietro la cabina include un piano di carico con portaoggetti nascosto. Gli studenti hanno sagomato le portiere affinché si abbinassero alle proporzioni specifiche del veicolo che misura 4.999 mm in lunghezza, 302 mm in più della Kodiaq di serie, ed è largo 2.005 mm e alto 1710 mm, con una luce a terra di 29 cm. Una delle più grandi sfide del progetto è stata l’integrazione di un portellone posteriore ma sono stati rivisti anche i fascioni paracolpi anteriore e posteriore. Le ruote in lega leggera da 17” Rockstar II sono equipaggiate con pneumatici speciali provvisti di scolpitura accentuata per affrontare percorsi off-road e hanno ampliato la carreggiata di 30 mm. Infine va ricordato che sotto il cofano è alloggiato il 2 litri turbo benzina che sviluppa 190 cavalli. Gli apprendisti della Škoda Vocational School hanno dimostrato la loro inventiva anche aggiungendo piccoli ma ingegnosi dettagli, tra questi il logo luminoso Škoda sul tetto (progettato interamente da loro) il frigorifero integrato, ornamenti creati con stampante 3D per il mozzo e due walkie-talkie integrati. Inoltre hanno ideato un logo speciale per il loro concept pickup: un veicolo di fronte alla sagoma di una montagna: ricamato in arancione sullo schienale dei sedili anteriori, è in tinta con la vernice esterna e con le rifiniture di volante e leva del cambio. Un dettaglio davvero “furbo” è l’imbuto integrato all’imboccatura del serbatoio per il liquido lavavetri, mentre l’orientamento giovane è sottolineato dagli altoparlanti da 320 Watt, implementati con amplificatori e subwoofer da 2000 Watt.



compito in classe


Carsten Brandes, Responsabile di ŠKODA Academy, sottolinea “Come nelle edizioni precedenti, ŠKODA MOUNTIAQ dimostra competenze tecniche e abilità eccezionali dei nostri studenti. Anno dopo anno, il loro lavoro è prova dell’eccellente qualità di training professionale della nostra Vocational School”. Dulcis in fundo: a ogni studente che ha contribuito al successo del progetto sarà proposta una posizione di lavoro in azienda a conclusione del ciclo di studi


novitĂ

Volkswagen ID. BUGGY concpet

elettrizzante


Volkswagen ha creato ID. BUGGY, un mezzo ispirato ai leggendari dune buggy degli anni ’60 con tecnologia del terzo millennio. Motore elettrico da 201 cavalli e carrozzeria con diverse personalizzazioni per un divertimento assicurato a zero emissioni‌ il fuoristrada è anche questo!

di Domenico Faro


elettrizzante!

In

un modo o nell’altro, il concetto di “buggy” è sempre stato legato al marchio Volkswagen. Era il 1964 quando Bruce Meyers, meccanico, costruttore di barche e surfista, fu il primo ad avviare la produzione di serie di una dune buggy, la Meryers Manx, utilizzando telaio e motore della Volkswagen Maggiolino. Oggi, dopo 55 anni, la casa tedesca presenta ID. Buggy, con una chiara ed evidente ispirazione tratta dai classici dune buggy (che significa letteralmente “carrozzina delle dune”) degli anni sessanta/settanta ma con tecnologia e funzionalità dei giorni nostri, grazie anche alla piattaforma elettrica MEB (Modular Electric drive Matrix). Il design modulare dell’ID. BUGGY consente infatti di separare la parte superiore della carrozzeria e di sostituirla in blocco aprendo infinite possibilità alle personalizzazioni, proprio come succedeva con i kit Meyers Manx dei primi buggy originali. A spingere la nuova creatura della casa tedesca è un motore elettrico ad emissioni zero, integrato con l’asse posteriore, e una batteria da 62 kWh che trova posto sotto il pavimento della vettura. Secondo i dati forniti dalla casa, il propulsore sviluppa 201 cavalli con una coppia massima di 309 Nm e autonomia dichiarata di circa 250 chilometri,



elettrizzante!


ID. BUGGY si aggiunge al parco macchine della famiglia ID. che utilizza la piattaforma MEB. Il primo veicolo della famiglia in commercio, la ID.3 hatchback, verrà commercializzato in Europa durante l’inverno. Volkswagen prevede che il secondo modello ID., un crossover compatto basato sul concept ID. CROZZ, verrà lanciato nella seconda parte del 2020 negli Stati Uniti, mentre per quanto riguarda ID. BUZZ, il successore elettrico del Microbus, è prevista la messa in produzione nel 2022. A concludere lo sforzo di Volkswagen nell’elettrico con la piattaforma ID., il suv ID. ROOMZZ e la berlina ID. VIZZION, previste rispettivamente per il 2021 in Cina e per il 2022 in Europa


elettrizzante!

Verso la fine degli anni “60 Citroën lanciò Mehari, una vettura con carrozzeria a guscio intero in materiale plastico e motore della Dyane di 600 cc. Spirito libero e guida plein air, che decretarono il successo di quella Mehari, sono anche alla base di questa rivisitazione del concetto, presentata nel 2018. Si chiama E-Mehari ed è spinta da un motore elettrico. Spiritosa e colorata, punta sulla personalizzazione e offre la possibilità di scegliere tra infinite combinazioni cromatiche. La E-Mehari presenta una carrozzeria in ABS che non teme corrosione e piccoli urti e può essere lavata (come pure gli interni impermeabili) con un semplice getto d’acqua

una potenza che dovrebbe garantire una guida divertente anche in fuoristrada. Le prestazioni sono di tutto rispetto: accelerazione da 0 a 100 chilometri orari in 7,2 secondi e velocità massima limitata elettronicamente a 160 orari. Per quanto riguarda il design la parola d’ordine è versatilità e anche gli pneumatici fanno la loro parte: le gomme da 18 pollici BFGoodrich All-Terrain T/A sono l’ideale per il fuoristrada e non c’è pericolo di rovinare il fondo della vettura grazie alla protezione sottoscocca in alluminio. I montanti dei finestrini sono rinforzati mentre il robusto roll-bar protegge in caso di ribaltamento anche in assenza delle portiere, una scelta stilistica e pratica fatta per assicurare divertimento super-sicuro all’aria aperta. All’interno dell’ID. BUGGY si respira un’aria minimalista, in linea con lo spirito e l’utilizzo della vettura. Strumentazione moderna, con controlli touch, ma ridotta con un piccolo quadro strumenti, e materiali impermeabili come la pelle nappa sul volante esagonale. Nonostante le ridotte dimensioni della vettura lo spazio interno è confortevole. D’altra parte, senza tetto e senza portiere la sensazione di spazio e di totale immersione nella natura è assicurata.



novità Titan, RAM e Silverado

E’ autunno: pio Il Salone di Dallas è il tradizionale appuntamento in cui le case americane presentano i nuovi pickup per l’anno seguente… e anche questa volta le novità non sono mancate di Niccolò Gargiulo

CHEVROLET SILVERADO MIDNIGHT EDITION


ovono pickup


è autunno: piovono pickup

Da

tempo immemorabile negli Stati Uniti le case automobilistiche si danno battaglia serrata per accaparrarsi una fetta sempre più grande dell’importantissimo mercato dei pickup. A stretto giro Nissan, Ram e Chevrolet hanno seguito Ford e Jeep nell’annunciare succose novità per il 2020 Se della nuova Jeep Gladiator e dell’up grade “Tremor Off-Road” dei nuovi Ford Super Duty vi abbiamo ampiamente parlato sul numero di settembre (a proposito, tutti i numeri di fuoristrada 4x4 sono sempre disponibili online!), facciamo oggi invece conoscenza con questi nuovi tre intriganti “oggetti” yankee. Nissan Titan 2020 Anche se la casa madre è giapponese, questi pick pup Nissan possono essere considerati prodotti USA a tutto tondo. I motori Endurance V8 dei pickup del Titan, che regalano una potenza di 400 cavalli e 560 Nm di coppia ai nuovi modelli, hanno ricevuto aggiornamenti all’elettronica che rendono l’accelerazione più graduale, senza strappi, e ne migliorano i consumi. Dal canto suo la nuova trasmissione automatica a 9 rapporti aiuta a trovare una migliore trazione a basse velocità. Le numerose versioni del Titan hanno anche subito qualche restyling estetico, a partire dalla griglia anteriore, disponibile ora in tre diversi design a seconda del modello scelto. Grande enfasi è stata data all’illuminazione, con nuovi fari LED e antinebbia più potenti e con un maggiore angolo di illuminazione (disponibili sulle versioni TITAN PRO-4X, SL,


NISSAN TITAN PRO-4X


è autunno: piovono pickup

e Platinum Reserve) oltre che con nuovi LED anche nel cassone del pickup. Negli interni era molto attesa la possibilità di richiedere, come optional, il nuovo schermo da 9 pollici dal quale controllare il sistema di intrattenimento e informarsi sulle performance del pickup. A ciò contribuisce il nuovo strumento Off Road Gauge, che riferisce sulla posizione degli assi e sugli angoli di attacco e di rollio senza utilizzare un giroscopio ma basandosi su un accelerometro e sul rilevamento delle forze G alle quali la vettura è sottoposta in ogni momento. Ram 1500 Limited Black Edition & Heavy Duty Night Editions Presentate al recente Salone di Dallas, queste versioni speciali dei pickup Ram (brand che compie in questi giorni i 10 anni di “indipendenza”) offrono ancora più personalizzazioni per il modello, già noto per l’ampia gamma di versioni presenti sul mercato. Il Ram 1500 Limited Black Edition, come suggerisce il nome, si fa notare per il look “total black”, che copre persino le lettere che formano il nome della marca sulla griglia anteriore, e gli speciali cerchi da 22 pollici. La configurazione Black Edition (disponibile sia per i pickup con la cabina piccola o per quelli con due file di sedili) prevede la scelta fra tre motorizzazioni: il 3 litri V-6 EcoDiesel, 5,7 litri HEMI V-8 oppure il 3,6 litri Pentastar V-6 con eTorque. Il RAM 1500 offre come sempre sospensioni all’avanguardia ed è anche disponibile con una nuovo sistema di sospensioni pneumatiche che permette cinque differenti regolazioni di altezza: off road 1, off road 2, normal, aero, entry/exit).


JEEP GLADIATOR

FORD SUPER DUTY “TREMOR OFF ROAD”

RAM 1500 LIMITED BLACK EDITION


è autunno: piovono pickup

Chevrolet ha presentato anche le versioni 2021 (come noto le serie dei veicoli USA sono sempre avanti di un anno sul calendario) dei pickup “Colorado”. Tutti gli allestimenti hanno subito solo modifiche di ordine estetico e hanno aggiunto nuovi colori. In particolare l’allestimento ZR2, decisamente quello che offre maggiori prestazioni off road, presenta ora un nuovo cofano, con un taglio leggermente diverso che migliora la visibilità per chi guida. Nuova è anche la fascia frontale, con la scritta Chevrolet, mentre in basso fanno ora capolino due robusti ganci rossi. I nuovi Colorado andranno in vendita a inizio dell’anno prossimo ma il nuovo ZR2 ha già avuto il suo debutto agonistico il 10 ottobre, nell’impegnativo Method Race Wheels Desert Classic, a Laughlin in Nevada

Novità anche per i modelli 2020 dei pickup Ram Heavy Duty, che potranno essere ordinati nelle due nuove configurazioni Night Editions, vale a dire nella versione Big Horn e Laramie. Anche queste soluzioni sono caratterizzate dalla colorazione monocromatica e da contrasti come quelli con la griglia anteriore, gli alloggiamenti per i fari e i cerchi da 20 pollici in nero. Disponibili sui modelli Heavy Duty 2500 e 3500, le Night Editions montano il motore HEMI V-8 da 6,4 litri oppure il 6,7 litri Cummins I-6 con 1355 Nm di coppia. Chevrolet Silverado 1500 Le popolari “special editions” Midnight e Rally rtornano rinnovate sulla versione 2020 del Silverado. Se la versione Rally è pensata perlopiù per un utilizzo stradale, la Midnight è focalizzata soprattutto sull’off road ed è offerta sia con le finiture LT Trail Boss che con le finiture Custom Trail Boss. In questi pacchetti è incluso il sistema di sollevamento da due pollici e il pacchetto “Z71 Off Road”, che comprende ammortizzatori Rancho Mono Tube, un nuovo differenziale posteriore autobloccante, ruote da 18 pollici nere e gomme Good Year Duratrac. La Midnight Edition inoltre si fa notare per un’impronta estetica “total black” che va a colpire (e coprire) ogni dettaglio del veicolo con l’eccezione dei ganci rossi. Dal canto suo la versione Custom Trail Boss è in vendita sia con il V8 da 5.3 litri (con trasmissione automatica a sei rapporti) che con il V8 da 6.2 litri, abbinato ad un cambio automatico a 10 rapporti, laddove la LT Trail Boss monta soltanto il propulsore di maggiori dimensioni e si distingue per una nuova illuminazione LED ad alta intensità.


E questo cos’è? E’ un bell’esemplare della moda “restomod”, che indica un restauro “modernizzato”. E’ una tendenza partita, manco a dirlo, dagli USA e permette di inserire meccaniche moderne su una autentica base d’epoca. Vengono anche rinfrescati carrozzeria e interni con materiali, impianti e verniciature. Questo è un raro (e bellissimo) Dodge Power Wagon del 1957. Di questo mezzo e del “resto-mod” in generale parleremo ampiamente il mese prossimo


regioni

Forse,

per misurare le distanze di una rievocazione storica è più giusto usare il tempo piuttosto che i chilometri. Dieci furono i giorni che separarono lo sbarco del 9 e 10 luglio 1943 sulle spiagge di Portopalo dalla Piana di Catania, dove la 51esima divisione Highland giunse intorno al 20 luglio. Due sono stati i giorni che lo scorso mese abbiamo impiegato per ripercorrere quelle strade e per togliere un po’ di polvere a ricordi e monumenti.

Dalla Sicilia

LA STORIA

DENTRO

Il racconto del bellissimo raduno sulle tracce dell’avanzata della 51a divisione Highland e dell’8a armata britannica attraverso gli Iblei

di Vincenzo Belfiore

Così, il 28 e 29 settembre, partiamo sulle tracce della prima grande operazione anfibia che cambiò le sorti della Seconda Guerra Mondiale, l‘operazione Husky. Abbiamo trasformato i nostri fuoristrada in macchine del tempo, in fondo la cosa che sanno fare meglio, muovendosi ad un’altra velocità in paesaggi dimenticati, e abbiamo puntato l’orologio del nostro calendario sulla notte del 9 luglio 1943. Con le nostre “Oldtimer De Lorean” siamo partiti dalla spiaggia dove i Gordon Highlander della 51a toccarono la costa a Portopalo di Capopassero, il capo più meridionale della Sicilia, parecchio più a sud di Tunisi. Con una Willys originale, sbarcata a Gela 76 anni fa e perfettemente restaurata, e con i rievocatori del gruppo Husky 43 con le uniformi, perfette repliche degli originali, ci siamo messi in marcia per la presa di Pachino e poi verso Noto, dove ci fu la prima resistenza


Schierati davanti la porta reale o Ferdinandea come nella foto sotto

Uno spettacolare tramonto nelle campagne di Vizzini

Soldati della 51esima all’interno di Pachino nel “43


la storia dentro

L’Operazione Husky 1943, fu la grande operazione anfibia condotta dagli alleati con l’obiettivo di conquistare la Sicilia e impegnare le forze tedesche in Italia. 160.000 uomini sbarcarono la notte tra il 9 e 10 luglio lungo i 150 km che vanno dal golfo di Gela, ove sbarcò la 7a armata americana comandata dal Generale Patton, sino al golfo di Noto, occupato dalla 8a armata britannica del generale Montgomery

Rievocatori del gruppo Husky 43 in divisa a Noto (soldato canadese, paracadutista americano, soldato italiano, autista americano)

determinata degli italiani che ricacciò indietro gli inglesi, anche se solo per poche ore. Qui incontriamo altri rievocatori con le divise italiane degli ufficiali e dei soldati della 206^ divisione Costiera e della divisione Napoli, allora schierate in difesa della Sicilia. Il percorso ha seguito le tracce della ritirata italiana e della avanzata inglese nei luoghi dove realmente avvennero gli scontri, verso Palazzolo e Buccheri, fino a Francofonte, dove gli scozzesi incontrarono per la prima volta i tedeschi. E attraverso i racconti di Angelo Plumari, che ha curato la pubblicazione di un libro sullo sbarco, abbiamo rivissuto i momenti concitati dell’attacco, attraversando paesaggi straordinari degli alti Iblei, tra Canyon e vulcaniti mioceniche, fino al campo di Vizzini Scalo. Ma mentre stavamo allestendo tende e bracieri siamo stati “assaltati armi in pugno” dai paracadutisti tedeschi del gruppo Husky 43 di Piazza Armerina, in realtà gli amici fuoristradisti piazzesi, che proseguiranno con noi per il secondo giorno in perfetto assetto da battaglia. Nel 1943, tra le campagne di Vizzini, dove vissero i protagonisti delle novelle di Giovanni Verga, gli scontri si fecero sempre più aspri e duri, ma anche le mulattiere che oggi percorriamo lo sono. Si tratta delle spettacolari Regie Trazzere (l’antica viabilità siciliana) che si snodano in direzione di Mineo e poi di Militello attraversando gli Iblei settentrionali, tra città patrimonio


Polizia militare tedesca

Insegne canadesi Dagli Iblei verso la Piana di Catania

Il monumento ai caduti della 51° divisione, che combatterono nella piana alle spalle, sullo sfondo l’Etna che sbuffa.


la storia dentro

Le Regie Trazzere, sono una particolare viabilità sviluppata a partire dall’epoca Normanna (XI secolo), allorquando la rete di viabilità veniva sottoposta all’autorità del re e sottratta alle pretese dei baroni e delle città di imporre dazi e balzelli per il loro attraversamento. In questo modo venne creato il concetto di patrimonio demaniale inalienabile e indisponibile, anche al re. Oggi i suoi 14.000 chilometri di strade demaniali sono sottoposti a un ufficio speciale “per le Trazzere di Sicilia” della Regione Siciliana, cui appartengono

La Willis originale del “43 impegnata in alcuni passaggi lungo le Trazzere di Sicilia

dell’umanità come Noto, Palazzolo e Militello, fino ad arrivare alla Piana di Catania, nella terra del tarocco, l’arancia rossa. Al tramonto del secondo giorno giungiamo sull’altura che ospita il monumento voluto dai sopravvissuti della 51a divisione,dopo la battaglia per la presa dell’aeroporto di Gerbini strenuamente difeso dalle truppe aviotrasportate tedesche. E’ da qui che si domina la piana di Catania, e fino al mare lontano del golfo le armate alleate dovettero impegnarsi in sanguinosi scontri con moltissimi caduti. Su questo monumento abbiamo concluso il nostro raduno, con una breve cerimonia, gli onori ai caduti, seguito da un lungo applauso che tra il vento e le luci del tramonto, ha toccato il cuore di tutti, pensando ai 17.000 morti di tutte le nazionalità caduti lungo il nostro percorso. Una storia vicina nel tempo, con cui ognuno di noi ha un legame, un parente che ha vissuto questa storia, per questo particolarmente viva ed emozionante. Un viaggio strano e toccante, un modo di utilizzare il fuoristrada per rivivere la storia, come una conferenza, un convegno ma senza diapositive e slide: tutto dal vivo, dai luoghi, ai mezzi, alle uniformi. *

Si ringrazia il Museo della Memoria di Modica per la disponibilità e il materiale fornito. Il Museo è sempre visitabile su prenotazione (tel 3381012125)


calendari 13/14 Aprile

Lucca • Off Road Club Versilia

13/14 Luglio

Pesaro • Villagrande Fuoristrada

4/5 Maggio 1/2 Giugno Campionato Italiano Trial 4x4

22/23 Giugno

31 Agosto / 1 Settembre 28/29 Settembre 6/7 Aprile

11/12 Maggio Campionato Italiano Velocità Fuoristrada

8/9 Giugno 6/7 Luglio

7/8 Settembre 5/6 Ottobre

09/10 Marzo

04/05 Maggio Trofeo Extreme Off Road

13/14 Luglio

28/29 Settembre 26/27 Ottobre 17 marzo

23 giugno TROFEO REGIONALE TRIAL CAMPANIA

14 luglio

22 settembre 17 novembre 19 maggio 23 giugno

TROFEO REGIONALE TRIAL LAZIO

07 luglio

01 settembre 29 settembre 30/31 Marzo

TROFEO REGOLARITA’ CENTRO ITALIA

TROFEO REGOLARITA’ NORD ITALIA

25/26 Maggio

21/22 Settembre

Pescara • Abruzzo Fuoristrada Club Forlì • Romagna Team 4×4

Senigallia (AN) • Club Monkey 4WD Modena • Cherry Club

Macerata • 1° Ridotta Fuoristrada Club Polcanto (FI)

Palagano (MO) Sassello (SV)

Ceriano Laghetto (MB) Veglio (B)

Palagano (MO)

Reggio Calabria Messina Catania

Messina

Reggio Calabria

Caserta • Club 4×4 Adventure

Benevento • Mutria Fuoristrada 4×4 Benevento • Sannio Fuoristrada Benevento • Gladiatori 4×4

Salerno • Salerno Fuoristrada

Guercino (FR) • Club Cinghiali 4×4 Frosinone • A.S. Igor 4×4

Arpino (FR) • A.S.D. Aquilotti 4×4

Esperia (FR) • A.S.D. club Tortuga 4×4 Roma • A.S. Dimensione Fuoristrada

Roma • Friends’ Club Off-Road Roma Pescara • Maiella Adventure Teramo • A Tutto Gas

26/27 ottobre (da confermare) Terni • ROMA 4X4 ADVENTURE – F.I.F. 04-05 maggio 15-16 giugno

12-13 ottobre

16-17 novembre

Grosseto • GDM

Forlì • 4x4 Romagna Team Massa Carrara • R Team Lucca • R Team

FU FU

RIVIS

RIVIS


RIVISTA UFFICIALE

FUORI

RIVISTA UFFICIALE D

CI RIVEDIAMO

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Direttore Responsabile Vittorio Gargiulo Coordinamento FIF/Redazione Salvo Venuti Collaboratori Domenico Faro Marco Cortesi Niccolò Gargiulo Alessandro Rigatto Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

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